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www.sportdipiu.com e inoltre... PALLAMANO TRIATHLON CALCIO RUGBY ANNO 4 - N. 18 LUGLIO-AGOSTO 2012 ANNO 4 - N. 18 - LUGLIO-AGOSTO 2012 - Periodico - Copia gratuita - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008

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Sportdipiù magazine. Ogni giorno “online”! Le news e notizie su tutto ciò che riguarda lo sport veronese direttamente dai protagonisti… E poi il magazine! Un bimestrale freepress dedicato allo sport veronese, con un occhio di riguardo per i giovani sportivi! Divertimento, gioco e salute nel rispetto delle regole: questo è il messaggio che Sportdipiù diffonde, specialmente tra i più giovani. In un momento storico in cui la tecnologia e la società in generale tendono ad “isolare” e a rendere la vita sempre più frenetica, è bello constatare che lo sport è ancora…di moda!

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Sportdipiù rispetta l’ambiente!La rivista, infatti, è stampata su carta ecologica 100% riciclata, prodotta  senza uso di cloro e certificata.Un piccolo contributo per tutelare il nostro pianeta.

L’editorialePrandelli, stile e valori dello sport

Festa Scuola e Sport 2012

Buona e giocosa estate a tutti!

Benvenuti a Verona handbikers!

Giro d’Itali: la tappa di Verona

Magic Night 2012

28° Brunico Camp

I segreti delle trekking bike

Eddy Merckx 2012

GF Cunego, la carica dei 2000

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Intervista a Nicoletta Banterla

Chiusura Galà dello Sport

Intervista a Filippo Castagna

Calcio club Arsenal Italy

I Mastini e il progetto giovani

Lo sport secondo Dino da Sandrà

I contratti di sponsorizzazione

Tutela sanitaria nell’attività sportiva

Aurélien “Le Roi” di Bardolino

Welcome to London 2012!

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I Croissant

da Tagliare e Farcire

Riscopri la sana e buona abitudine della colazione in famiglia:un croissant Paluani da tagliare e farcire con

Fiordifrutta Rigoni di Asiago; il tutto senza zuccheri aggiunti...e la tua colazione non sarà più la stessa!

presentano

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Rugby Club Valpolicella

Intervista a Alberto Pellucco

Alitrans Vigasio

Francesca Tibaldi, la mamma volante

Luca Battistoni alla Marathon des Sables

La frenata

“Coordinamento” per il Verona C5

La potenza è nulla senza il vento!

Final Four Coppa Italia 2012

Fondazione Bentegodi all’Alpe Adria

Nordic Walking Verona A.S.D.

Sport con il caldo? Ecco come

Festa dello sci veronese 2012

KartIntervista a Davide Padovani

Omeoenergetica Istitute Elle Effe

Compagnia del Fildefer

DMSA contro la “zona grigia”

Psicomotricità e il rilassamento

Il parco...Campione d’Italia

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008

GMC Communication s.a.s. di Matteo Cristani & C.

Via Vaghetto, 11 37030 Lavagno - Verona

Via Scuderlando, 35037135 Verona

Piergiorgio Giambenini

Alberto Cristani

Alessandra Rutili, Luca Mazzara, Marco Hrabar,

Elena Bazzoni, Andrea Etrari, Francesca Paradiso,

Dino Guerrini, Alberto Fabbri

Silvia Sorio per GMC Communication s.a.s.

[email protected]

[email protected]

www.sportdipiu.com - Facebook

don Andrea Giacomelli, Benedetta Sartori,

Bruno Mostaffi, Emanuele Arbetti, Giorgio Pasetto,

Lorenzo Fabiano, Marco Trettene, Marina Soave,

Mirko Simonaio, Monica Magnone, Andrea Bolla,

Mario Facchini, Francesco Mendini, Michele De

Martin, Marco Granellane, Dèsirèe Dalla Fontana,

Nany’s Aqva Center Navene, Malcesine,

Vladimir Castellini, Claudio Toninel

Archivio Sportdipiù, Centri Bernstein Verona,

Foto Liborio Verona, Hockey Villafranca,

Valpolicella Rugby, Daniele Ghinassi, Ufficio stampa

Mastini Verona, Ufficio Scolastico Provinciale di

Verona, Ufficio stampa Magic Night, Nany’s Aqva

Center Navene, Malcesine

Alberto Cristani

Sicuramente una delle immagini più belle di questa torrida estate - in attesa delle soddisfazioni che

tutti auspicano possano arrivare dalle Olimpiadi che prenderanno il via il pros-simo 27 luglio - è lo sguardo impavido e onesto del CT della Nazionale dei calcio Cesare Prandelli.Il tecnico di Orzinuovi, molto legato a Verona per i suoi precedenti come mister dell’Helas Verona, ha guidato gli Azzurri ad un passo dalla conquista degli Europei. Con un buon (discreto?) gruppo di giocatori il buon Cesare ha compiuto, sportivamente parlando, un mezzo miracolo. La maglia azzurra è tornata nelle posizioni che più le si ad-dicono, dopo un periodo assai compli-cato iniziato al termine dei Campionati del Mondo 2006. Il secondo posto, alle spalle della “galactica” Spagna, resti-tuisce agli italiani una formazione che impone il suo gioco, che non si difende, che inoroglisce. Insomma una squadra che non ha paura di nessuno.Accantonando la retorica e gli eccessivi parallelismi con la instabile situazione politica europea (a tal proposito sono apparsi fuori luogo e criticabili i titoli di alcuni autorevoli quotidiani nazionali, soprattutto dopo la vittoria contro la Germania…), l’Italia calcistica ha dimo-strato di poter aspirare - in un futuro non troppo remoto - ai vertici del calcio mondiale, nonostante il ricambio ge-nerazionale non sia, ahimè, costante e qualitativamente elevato come in altre

nazioni (Spagna docet). Il CT, all’indomani del 4-0 subìto da Iniesta e soci, dopo aver commentato la partita e aver elogiato gli avversa-ri, si è tolto qualche sassolino dalle scarpe: “Siamo in un Paese vecchio - ha tuonato il mister - con modalità e strutture vecchie. Noi abbiamo provato a cambiare, è una necessità. Questo è un progetto vincente per tutto il calcio, ma bisogna convincere tutti (riferi-mento alle società e alla Lega n.d.r.). Se devo limitarmi a fare tre allenamenti ogni otto mesi, diventa dura fare il mio lavoro. Una vittoria avrebbe fatto bene a tutti, ma anche fatto perdere l’equilibrio a tanti. Forse non siamo ancora pronti. Quando lo saremo, ma-gari saremo anche pronti per rivincere, negli anni”.

Calcio: “La nostra prossima partita, l’a-michevole con l’Inghilterra, si giocherà il 15 agosto, ma pochi giorni prima si gioca la Supercoppa italiana a Pechino. È complicato lavorare così. Quando dico che la Nazionale non interessa a nessuno dico solo la verità”.Parole forti, che non vogliono però creare polemica. Tutt’altro. Cesare Prandelli ha un solo grande obiettivo: cambiare il calcio made in Italy, soprattutto nella mentali-tà e nello stile. Se anche Cassano e Balotelli sembra-no aver recepito l’input, allora siamo davvero sulla strada giusta!

Prandelli,lo stile e i valoridelloSportivo

editoriale sdp

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LA CARICADEGLI HANDBIKERS!

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T utto esaurito nella sala Auditorium del Palaz-zo della Gran Guardia martedì 5 giugno scorso

per Sport e Scuola 2012, l’appuntamento promosso dall’Ufficio Scolastico Territoriale per l’educazione Fisica e Sportiva in sinergia e collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Verona - Assessorato allo Sport.Durante l’evento, giunto alla sue ventesima edizio-

ne, sono stati premiati gli oltre 500 studenti di scuole medie e superiori, facenti parte delle rappresentati-ve scolastiche vincitrici del titolo di Campione Pro-vinciale nella categorie Cadetti/e (scuole 1° grado)ed Allievi/e (scuole 2° grado) nelle finali delle molte-plici discipline sportive praticate.Un plauso particolare alle scuole che, nelle fasi suc-cessive, hanno anche conquistato il titolo regionale e hanno rappresentato il Veneto nelle finali interre-

Gran Guardia gremita

Anche Sportdipiù magazine protagonista con il concorso “Scatta lo Sport a scuola” che ha regalato materiale

sportivo e fotocamere digitali a dieci fortunati vincitori. Sul numero di settembre saranno pubblicate tutte le foto

dell’edizione 2011-2012. In attesa della seconda...

Sport e Scuola: felici e...premiati!

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gionali e nazionali:- IC 8 Verona: Squadra Cadetti di Pallacanestro- IC Valeggio: Squadra Cadette di Tennistavolo- Ist. Don Bosco Verona: Squadra Cadetti Calcio a11- LS Curie di Garda: Squadra Allieve di Calcio a 5- Ist. Seghetti Verona: Squadra Allievi Calcio a 11Nel corso della manifestazione sono stati inoltre sve-lati i nomi dei Vincitori del Concorso Studente Atleta 2012, iniziativa che coniuga e riconosce l’eccellenzascolastica, sia in merito al profitto disciplinare (me-dia voti “pagella” del I quadrimestre), che in consi-derazione dei risultati ottenuti nelle gare dei GiochiSportivi Studenteschi 2012.Nell’ambito della manifestazione premiati inoltre i i vincitori delle seguenti delle iniziative premio “Scat-ta lo sport a scuola” in collaborazione con Sportdipù

magazine e “XX anni di educazione stradale a Vero-na”. Durante l’evento sono state proiettate immagi-ni di gara e eventi relativi all’ anno sportivo scolasti-co conclusosi.Ha fatto onori di casa il Dirigente dell’Ufficio Scola-stico Giovanni Pontara.Presenti inoltre autorità civili militari e religiose, del Comune e della Provincia di Verona, dirigenti e do-centi delle istituzioni scolastiche premiate, rappre-sentanti della Facoltà di Scienze Motorie di Verona, delle Federazioni sportive, Coni, Cip, enti pubblici e privati, società sportive del territorio che duran-te l’anno scolastico hanno lanciato e sostenuto le molteplici iniziative dedicate al mondo della scuola, promosse dall’Ufficio Educazione Fisica e Sportiva coordinato dalla Prof.ssa Monica Magnone.

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Buona e giocosa estate a tutti!Il gioco può insegnarci a vivere con la sua imprevedibilità e la sua continua novità. E ci può stupire...

diocesi verona

Dopo che l’eu-foria europea è evaporata

nel letale abbraccio spagnolo, corpi e menti hanno lasciato senza grandi rimorsi il megaschermo per lasciarsi coinvolgere nei riti vecchi e nuovi dell’estate.Tanto tempo a dispo-sizione da impegnare in un cortile di giochi, di centri estivi multi sport, di grest … Per ragazzi italiani le vacanze sono un tempo esteso se confrontato con quello a disposizione dei pari età del nord Europa.Estate è tempo speciale occasione da non perdere. Per i più c’è tanto tempo da investire. Per molti genitori inve-ce è preoccupazione e ansiosa ricerca di luoghi e persone idonee allo svago e alla crescita. Possibilmente un tempo da vivere più che occupare. E’ tempo di altre esperienze d’incontri di gruppi. Le gior-nate estive dei ragazzi sono poi “preda” di cose da fare anche per altri.“Liste di propositi o di promesse” deposi-tate nel cassetto, non sono da tutti dimenticate e sono estratte puntualmente anche per ridistribuire pesi e impe-gni e concedere anche ad altri in famiglia il tempo dell’e-state… Proposte di esperienze d’incontro di gruppo sono fuori dalla porta, anche se non è scontato accorgersene o coin-volgersi. La banca del tempo, anche quella dei ragazzi d’estate,

rete d’impegni il respiro magico di questo tempo capace di gratuità e creatività. Il gioco è specialmente linguaggio dell’estate. Anche lo sport si concede al gioco. Tempi e successi non sono solo scanditi dai risultati, ma più dal piacere del gio-co. Non solo le regole di sport ma clima, località e … ami-cizia, sono regole dello sport estate. Il gioco nasce dalla gratuità, dalla spontaneità più che dal dovere e anche un po’ di noia stimola d’estate la creatività del gioco. E’ un ingrediente raro, la noia. La nostra società la teme e la boicotta Qualche istante di noia ed è subito panico. Occorre essere attivi o sei out ci dicono

C’è però ancora qualche briciola di noia nei caldi pome-riggi estivi quando il clima consiglia “nascondimento e stasi”… La chiamerei “buona” questa noia perché stimola le idee, Ci porta a inventare qualcosa di nuovo nel mondo già fat-to e preparato pronto al consumo.

-denza. Emozione avversata e sempre più rara nella socie-tà tecnologica, digitale, informatica, iperattiva.

-tare per ripartire alla ricerca di un mondo reale fatto di amici, di luoghi, di esperienze da vivere e far vivere non con la complicità egocentrica e distruttiva, ma piuttosto con la solidarietà creativa.Uomini e animali giocano. Nell’uomo c’è poi coscienza di giocare mentre gioca. E qualche istante di “buona” noia ci avverte che è ora di cambiare gioco. Il gioco d’estate ha molte occasioni di insegnarci a vivere. L’imprevedibilità del gioco e del nuovo che nel gioco ogni volta ci può stupire. e alimentare interesse e desiderio di giocare ancora lo stesso gioco come uno nuovo. Cosa per-mette al gioco di non essere noia anche se ripete e ripete? Non è tempo perso il gioco se giochiamo veramente. Nel gioco che giochiamo ci giochiamo. Riusciamo persino ad ascoltarci giocare mentre giochiamo. Ci osserviamo giocare mentre siamo noi in gioco a… gio-care il gioco che ci fa giocare.Giocarsi l’estate è invece nel linguaggio comune perdere o vivere male un tempo speciale. Nel gioco, infatti, ci per-diamo quando non siamo più noi a giocare, ma il gioco a giocarci. Basta pensare a brutte scene di sport o alla rab-bia che può esplodere anche fra gli amici sul campo.Possiamo invece accorgersi e gustare di essere protagoni-sti e che senza di noi non potrebbe essere lo stesso gioco il gioco che ci mette in gioco.Credo che i Giocatori interpretino giocando una Realtà-

“schermi” ancora da esplorare.Compito di educatori è alimentare anche lo sport come gioco, per una volta senza ansia di successo, di compe-

che è giocarsi nel gioco.

don Andrea GiacomelliInfo: www.diocesiverona.it

ufficio scolastico veronasdpsdp

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Benvenuti a Verona handbikers!

Domenica 29 Luglio Verona ospiterà una tappa del Giro D’Italia Handbike patrocinato dall’UCI. Un’ora di gara su una distanza prevista di 35 km

circa con partenza e arrivo in Piazza Bra: premiazioni e festa alla Gran Guardia. Sarà una grande giornata di sport e solidarietà: le premes-se per una forte partecipazione di pubblico ci sono tutte. Non è un caso che la nostra città sia una delle 10 sedi che ospiteranno la kermesse nazionale: Verona è da anni or-mai una delle capitali dell’handbike italiana grazie all’in-contro tra persone con cui la vita è stata particolarmen-te crudele, ma che hanno trovato nello sport una forma di rinascita personale e chi ha deciso d’intraprendere con loro un percorso di impegno civile e solidale. Questo intreccio si chiama GSC Giambenini: i protagoni-sti sono gli atleti disabili della squadra ed il patròn Pier-giorgio Giambenini.Tutto ha inizio nel laboratorio meccanico della Mad-diline Cycles a Ponton una decina di anni fa... Andrea

costretti su una sedia a rotelle che cercano nello sport

una nuova via, scoprono l’Handbike, fanno qualche uscita insieme, ci prendono gusto e cominciano a par-tecipare a qualche garetta. Pian piano inziano a fare sul serio; si rivolgono ai fratelli Maddinelli che sposano la loro causa e gli costruiscono le bici su misura. Destino vuole che quello stesso laboratorio sia frequen-tato anche da Piergiorgio Giambenini, imprenditore di successo innamorato del ciclismo. Piergiorgio è da anni impegnato con la moglie Laura in progetti a sfondo sociale. Scopre le handbikes, ne rimane colpito e s’illumina: la sua mission diventa il connubbio tra sport e solidarietà. Così nel 2004 nasce la squadra Handbike GSC Giambenini. Par-titi con soli cinque atleti, oggi sono esattamente il triplo. Eccoli i nostri campioni di sport e di umanità: Dario Bignotti, Paolo Bordignon, Roberto Brigo, Graziano

Marina Perlato, Omar Rizzato, Eros Sacchet, Alessandro Zanardi, Andrea Lavagnoli, Roberto Zecchinato, Fabio Triboli e Ivano Dal Canal.

Sarà una grande giornata di sport e solidarietà: le premesse per una forte partecipazione di pubblico ci sono tutte

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Uno dei loro obiettivi più importanti è stimolare con il loro entusiasmo altre persone disabili a praticare uno sport bello e senza barriere come il ciclismo. Da diversi anni dedicano tutto il tempo libero a questa attività e grazie a Piergiorgio Giambenini si sono orga-

-co ed economico per poter fare di più, sia nella prepara-zione che nella partecipazione alle gare. Quale miglior occasione quindi del 29 Luglio con il Giro d’Italia a Verona? Non potete assolutamente mancare!

COS’È L’HANDBIKEIl termine handbike (e non handybike come spesso viene erroneamente pronunciato) deriva dall’inglese, letteralmente “bici a mano”.La biicletta è composta da un telaio supportato da tre ruote (ottime per l’equilibrio) e viene azionata con le mani dal ciclista adagiato sul sedile della handbike. Questo mezzo (parente della recumbent, la bicicletta a due ruote con sedile sulla quale si pedala in posizione orizzontale) permette a chi guida di farlo da sdraiato e senza l’uso delle gambe, in una comoda posizione che dà stabilità e aerodinamicità. Oggi esistono molti circuiti di handbike con gare anche di livello internazionale. È tra le discipline paralimpiche da strada.

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Tappa di Verona: il programma

I Comitato Organizzatore del Giro d’Italia di HandBike è un’Associazione Sportiva Dilettan-tistica non a fini di lucro che ha per oggetto lo

sviluppo e la diffusione del ciclismo attraverso l’e-sercizio di attività sportive dilettantistiche ed in par-ticolare la formazione, la promozione e l’organizza-zione di gare ed ogni altra attività ciclistica in genere nel quadro, con le finalità e con l’osservanza delle norme e delle direttive del CONI, della FCI e dei suoi Organi. Tutti gli operatori e collaboratori che operano all’in-terno dell’organizzazione sono volontari che – in aggiunta alle loro rispettive occupazioni – prestano tempo e professionalità a questo importante evento unico in Europa. Da un’idea di Andrea Leoni, che subito ha trovato re-alizzazione grazie a Maura Macchi, il C.O. del Giro di Italia di HandBike nasce con l’intento preciso di cre-are, per questo tipo di disciplina, un circuito di gare che possano distinguersi - a livello Nazionale - per organizzazione e qualità, promuovendo un’iniziativa

L’associazione sportiva dilettantistica GSC GIAMBENINI P. Onlus organizza domenica 29 luglio 2012 a Verona la 9^ Tappa del Giro d’Italia Handbike, gara nazionale per atleti disabili, denominata 1° Trofeo Città di Verona.Responsabili OrganizzativiPezzotta Silvio, Macchi Maura

Assessorato allo sport e tempo libero Comune di Verona

Sono ammesse a partecipare le Società Sportive rego-

l’anno agonistico 2012.Gli atleti iscritti dovranno essere in regola con il tessera-

-

della licenza di gara FCI.

del Campionato Italiano di Società, atleti provenienti da Società di Federazioni Estere.

PERCORSOCircuito cittadino secondo le caratteristiche indicate in planimetria di circa 2 km completamente pianeggiante e con circa 300 mt. di pavè.Partenza e arrivo in Piiazza Brà, con il percorso che si svi-luppa in senso orario lungo il Corso Porta Nuova, si gira prima della porta, si ritorna lungo il Corso Porta Nuova, si gira intorno ai giardini di Piazza Brà.La formula di gara è del tipo Criterium, ovvero “1 ora + 1 giro”.

-derate le singole categorie ma il passaggio del concor-rente leader assoluto della gara.Allo scadere dell’ora di gara, al passaggio del leader as-soluto in gara in quel momento. sarà suonata la campa-na che avviserà gli atleti dell’inizio dell’ultimo giro.Terminato l’ultimo giro, tutti gli atleti dovranno fermarsi e la gara avrà termine.

Ritrovo atleti dalle ore 7.30 in prossimità del Palazzo del--

re casco per ogni categoria, consegna numeri di gara e

pacco gara.

e a disposizione degli atleti per il riscaldamento.Ore 9.30 partenza.Ore 12.30 premiazioni presso il Palazzo della Gran Guar-

-gnatore e dove seguirà intrattenimento a sorpresa.

gara dalle ore 9 alle ore 11.

Servizio realizzato con sistemi automatizzati di Winning Time. Ad ogni concorrente verrà consegnato un chip

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che dovrà essere applicato secondo le indicazioni forni-te dal gestore del servizio. Al termine della manifesta-zione il chip dovrà essere restituito all’Organizzazione. Il mancato o non coretto utilizzo del chip comporterà il

base del numero dei giri percorsi e del relativo tempo di gara per ogni atleta.

-tegorie femminili/maschili della tappa.

-la consegna della MAGLIA ROSA ai leaders delle varie ca-

BIANCA in base ai migliori punteggi nelle rispettive cate-

Per tutti i partecipanti vige l’obbligo di rispettare il Re-golamento FCI/Norme Attuative 2012. Eventuali reclami dovranno pervenire agli Organizzatori secondo le moda-lità indicate dai Regolamenti FCI.

Servizio giudici di gara – A cura dei giudici della FCIServizio ambulanza e Medico Sicurezza garantita dalla POLIZIA LOCALE, volontari ASA, volontari PROTEZIONE CIVILE, GRUPPO ALPINI e amici volontari. Assistenza meccanica garantita.

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Orario Negozio: 9.00-12.30 / 15.30-19.30 Lunedì mattina chiusoDove siamo: Via 1° Maggio, 26 - Bussolengo Verona ZONA INDUSTRIALE BUSSOLENGO - vicino tel./fax 045.676.7143 www.veronarunner.it [email protected]

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È stata un’edizione particolare quella di Magic Night 2012, svoltasi per il terzo anno consecutivo nella Galleria di Veronamercato il 9 e 10 giugno scorsi e organizzata

dall’Accademia del Basket di Sandro Boni e Roberto Dalla

l’inizio di giugno. Durante la manifestazione è stata organizza-ta una raccolta fondi pro-terremotati che ha fruttato la som-ma di 1820 Euro che è stata consegnata, al momento delle

Polivalente Futura di Finale Emilia settore Volley. Ma la cosa più riuscita riguarda il pullman messo a disposizio-ne dall´Atv che ha prelevato direttamente a Finale Emilia (e riportato a casa) un gruppo di pallavolisti che hanno parte-cipato ai tornei di Magic Night. Il gruppo era capeggiato da Giulio Cesare Bregoli, vice allenatore a Piacenza in A1 di volley femminile, cui si è aggiunta una delegazione di Mirandola e Poggio Rusco, rappresentata dal vice sindaco Fabio Zacchi. I fondi raccolti verranno utilizzati per rimettere in sesto le strutture sportive danneggiate dal terremoto: oltre agli orga-nizzatori, si sono prodigati a quest’opera l´Amia, il Coni, l´Avis, gli Alpini della seziona Stadio, la Protezione Civile e i ragazzi diversamente abili dell´Istituto Agrario Stefano Bentegodi, oltre naturalmente a tutti gli atleti iscritti ai tornei di basket e volley. Ospiti d´onore di Magic Night, Alessandro Frosini e Sly Gray per il basket, e Giorgio Nibbio, Marco Meoni ed Enrica Merlo per il volley.Diverse novità hanno caratterizzato la 3^ notte magica: un torneo di basket in carrozzina, con la presenza di 4 squadre dell’Olimpic Basket Verona dirette da Saverio Pel-legrino e il 1° Trofeo First Fruit, torneo di basket e volley per società, riservato alle categorie Under 13. Non è mancata la tradizionale partita di pallacanestro Auto-rità vs Giornalisti, disputata in chiusura della manifestazione,

n una cornice molto suggestiva, davanti ad un folto pubblico, sono stati premiati i vincitori dei tornei maschili e femminili di basket e pallavolo; a tutti coloro che sono saliti sul palco è andata una coppa di macedonia in rispetto ai “Colori del Be-nessere” messa a disposizione dal direttore generale di Vero-namercato (ed ex cestista) Paolo Merci. Infaticabile, come sempre, il lavoro dei volontari del “Magic

rispettivamente moglie di Roby Dalla Vecchia e Sandro Boni.

Andrea Etrari

Magic Night, basket e volleyinsieme per l’Emilia Romagna

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Durante la manifestazione è stata organizzata una raccolta fondi consegnati alla Polivalente Futura di Finale Emilia

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Il Brunico Camp festeggia il suo 28° successoTanto basket per tutti, ma non solo: allenamenti, gare, tornei individuali e di squadra, e tanti premi

Il Brunico Camp, organizzato e diretto dal presidente di Verona Basket Fabio Celebrano, è il più longevo tra i basketball camp del Triveneto e non solo.

L’edizione 2012, da poco conclusasi, è la numero 28 e

Per due settimane i giovani partecipanti hanno potuto vivere una settimana di basket e divertimento in una lo-calità turistica ideale come Brunico, con impianti sportivi di alta qualità.Nella prima settimana, dal 17 al 23 giugno, quasi 50 mini

campioni del Minibasket (dal 2001 al 2004), oltre all’alle-namento di basket, hanno potuto praticare palestra di

-ne in treno nella vicina San Candido ed usufruire della struttura sportiva dell’Acquafun.Nella seconda settimana, dal 24 al 30 giugno, circa 50 ragazzi più grandi, dai 2000 ai 1997, hanno vissuto una settimana full immersion di basket, sotto la guida di

non hanno bisogno di presentazioni: Franco Marcelletti e Dacio Bianchi, cui si è aggiunto come dimostratore il cestista veronese Alexander Simoncelli che ha giocato a Piacenza, in Legadue, nell’ultima stagione. Tanto basket per tutti, ma non solo: allenamenti, gare, tornei individuali e di squadra, e tanti premi. Non solo basket però, perché animazione, gare e tornei, hanno al-lietato l’attività dei ragazzi nelle due settimane. Arrivederci ad una nuova splendida edizione nel 2013.

Andrea Etrari

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Avete voluto le vacanze?Bene, allora...pedalate!Ormai molto diffuse, le trekking bike (o city bike) sono un’ottimo compromesso per muoversi e fare sport in città

Per scoprire e capire meglio come trascorrere le vacanze in bicicletta ci siamo rivolti al laboratorio Princycles di Lungadige Attiraglio a Verona che

nel 2008 ha costruito le biciclette che i cicloviaggiatori Gianni Sirotto e Renato Ciravegna hanno utilizzato per il loro viaggio da Venezia a Pechino.Parlando con il personale specializzato abbiamo “inqua-drato” meglio alcuni termini che spesso sentiamo pro-nunciare ma che, molte volte, non ci sono ben chiari.Per esempio si dice trekking bike, bici ibrida o city bike la bicicletta risultante dell’assemblaggio di componenti da corsa con componenti MTB.Normalmente le caratteriatiche che provengono dalla MTB sono la posizione di guida più comoda, i freni e la tripla moltiplica anteriore.Le caratteristiche che invece provengono dalla bici da corsa sono il telaio più leggero e le ruote da 28”.Il mix delle varie componenti determina poi il tipo speci-

- modelli con telai e forcelle in carbonio, ruote parti-colarmente leggere e componentistica top in grado di garantire ottime prestazioni molto simili a quelle delle biciclette da corsa, su questi modelli per questioni di robustezza e leggerezza il montaggio del portapacchi deve essere valutato con attenzione.- modelli con telai in alluminio forcella ammortizzata o ri-gida in carbonio, ruote in alluminio di sezione maggiore, freni V-brake o disco, normalmente questi modelli sono predisposti per il montaggio di robusti porta pacchi sia al telaio che alla forcella. Questi solitamente sono i mo-delli più apprezzati dai ciclo turisti che usano la biciclet-ta per lunghi spostamenti e per più giorni caricando sui porta pacchi voluminose e pesanti borse e non vogliono avere sorprese durante il viaggio magari a decine di chi-lometri dal primo punto assistenza.- modelli con telai più pesanti forcelle generalmente ri-gide in acciaio,componenti più basiche, completi di pa-rafanghi, carter, portapacchi ed impianto di fanaleria

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sposta in città ma non disdegna qualche gita fuori porta non molto impegnativa.

importanti.

TELAIOChe siano in carbonio alluminio od acciaio i telai possono essere di importazione o costruiti in Italia,i primi talvolta hanno prezzi troppo alti rispetto la loro provenienza,i secondi invece possono essere personalizzati a piacere quindi da preferire per chi ricerca il meglio.Forcella: ammortizzata, rigida in carbonio o rigida in acciaio possono essere predisposte per freno disco o V-brake con o senza predisposizione portapacchi e pa-rafango

RUOTEDimensione 28” di sezione più stretta o più larga per freno disco o V-brake possono essere pre assemblate talvolta anche con raggi dalle misure, sezioni ed incroci più strani od assemblate artigianalmente preferendo 32 0 36 raggi a seconda del peso del futuro utilizzatore e del materiale trasportato.Le seconde sarebbero da pre-ferire specie per chi ipotizza un utilizzo intenso e vuole la certezza di trovare in qualsiasi posto un raggio com-patibile ed un meccanico in grado di sostituirlo.Talvolta neppure il negoziante che vende le ruote nuove

-vi durante un viaggio.

COPERTONI

ma soprattutto essere anti foratura.

Generalmente il alluminio ne esistono di molte forme,

per le bici ibride.

Per componentistica si intende l’insieme del gruppo cambio e del sistema frenante.ne esistono vari model-li la cui qualità può variare anche di molto così come il costo. La considerazione più importante è che i mix di componenti (cambio top con resto mediocre) non sono mai una buona soluzione, ogni componente è costruito per lavorare in simbiosi con gli altri componenti del suo stesso livello, solo così le tolleranze e l’usura saranno rispettate e la funzionalità della bicicletta rimarrà inva-riata nel tempo. Non è il cambio posteriore che fa la qualità della bicicletta specie quando il resto è di scarsa qualità ma l’insieme di tutti i componenti ed il loro cor-retto assemblaggio.Importante, a conclusione, che ogni bicicletta per circo-lare deve essere in regola con il codice della strada non devono quindi mancare campanello (sempre), fanale con rifrangente anteriore e posteriore, rifrangenti sulle ruote e sui pedali (nelle ore notturne o in galleria).

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Festa grande alla Eddy Merckx 2012Organizzazione impeccabile grazie all’impegno dei 350 volontari e alla supervisione di Alessia Piccolo

Festa grande per Eddy Merckx alla GF Internaziona-le Eddy Merckx di Rivalta di Brentino Belluno (Ve-rona), dove domenica 10 giugno ha festeggiato,

con qualche giorno di anticipo, il 67° compleanno.La 6^ edizione della rassegna su strada è stata all’inse-

-fondo (155,5 km) e della Mediofondo (85,6 km), gioca-

polacco Hubert Krys e dal veronese Andrea Pontalto, al femminile invece ha fatto centro il tocco da campio-nessa dell’olimpionica della scherma Dorina Vaccaroni, proprio come Astrid Schartmüller nella mediofondo.Bello il colpo d’occhio allo start, dei 2175 iscritti si sono presentati in 1800 forse a causa dell’annunciato maltem-

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po, invece il sole è stato all’ordine del giorno, con solo

Nei primi km il gruppo è rimasto compatto dietro l’illu-stre guida di Merckx e dei ciclisti professionisti della Far-nese, ma già sulla prima salita verso Mazzurega la corsa iniziava a movimentarsi e i migliori si distaccavano dopo Fumane, con Krys, Falzarano, Spiazzi e Pontalto in testa a tutti.

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dove ha preso il largo Spiazzi, deciso a vincere il medio. Non aveva fatto i conti però con Camozzi e Masiero (poi 2° e 3°) e soprattutto con Pontalto, imprendibile allo sprint. La Granfondo proseguiva in Trentino alla volta di Mori, il tandem Krys – Falzarano macinava vorticosamente

-to ridimensionato dall’inappellabile giudizio della salita

della Polsa. Bertuola, Cappè, Zen ed un manipolo di dieci inarrestabili hanno riagguantato i fuggitivi e sono arriva-ti gomito a gomito allo scollinamento della Polsa, dove Falzarano è scattato con Krys alle calcagna.Dietro Bertuola e Zen erano pronti a reagire e sul piano dopo Avio si mettevano in scia a Falzarano e Krys, sul traguardo sono così arrivati in quattro ed è stato di nuo-vo sprint, con Krys primo, Zen e Bertuola a completare il podio e Falzarano, gran protagonista di giornata, “solo” 4°, tutti racchiusi in meno di 30/100.Organizzazione impeccabile grazie all’impegno dei 350 volontari, con strade presidiate e ristori forniti ed ap-prezzati, soprattutto il riso-party, con i cuochi della Fiera

in gara nella mediofondo, ora rilancia all’anno prossimo, con l’edizione n. 7.

Mario Facchini

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In 2.000 nel segno di Cunego. Sotto il cielo veronese d’inizio giugno, bigio ma senza pioggia, si è raccol-to un interminabile stuolo di appassionati per la 7.a

Granfondo Damiano Cunego. La gara su strada come sempre ha visto al via anche il campione di Cerro, pronto

145 o 85 km, questa la scelta proposta ai pedalatori do-menica 3 giugno, due tracciati impegnativi che da Vero-na in Via D’Arezzo, nuova location di partenza, vanno a lambire Valpantena, Lessinia e l’ascesa verso Passo Pro-valo valida pure per la cronoscalata.La vittoria è spettata al toscano Alfonso Falzarano, pri-mo in volata dopo essere stato ripreso a seguito di una lunga fuga, festa anche per Monica Bandini e, nella me-

diofondo, per il duo veronese Davide Spiazzi - Christiane Bitante.Prima della partenza i granfondisti fanno a gara per fo-tografarsi con Cunego, ma anche con gli altri campioni schierati al via, dall’ex calciatore della Juve e del Verona Marco Pacione al campione Eros Poli. Poi una pioggia di coriandoli saluta lo start, via verso la tangenziale e la Valpantena, il primo slancio arriva da Antonio Camozzi ma in Lessinia, tra nebbia densa ed atmosfera dantesca,

due a giocarsi la gara in volata, con lo sprinter Spiazzi a chiudere in 2h23’52’’ davanti a Camozzi e al motociclista australiano Troy Herfoss. La veronese (ma nata in Au-stria) Christiane Bitante non ha avuto rivali ed ha pre-

GF Cunego, la carica dei 2000! Al nastro di partenza dell’edizione 2012 anche Eros Poli e l’ex calciatore di Juve e Verona Marco Pacione

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ceduto di 18’ la Fiorin e di 19’ l’altra veronese Lonardelli.A guidare la gara “lunga” nel frattempo ci sono Bertuo-

-linea soprattutto sull’ascesa Nogarotto – Collina, dove

con Bertuola deciso a non mollarlo. Il due proseguono

volata, Bertuola è frenato dai crampi e Falzarano chiude in 4h31’27’’, con 1’’ su Bertuola e 53’’ su Caddeo.Per la terza volta Monica Bandini domina la femminile e taglia il traguardo 7’ prima di Maria Cristina Prati, sua

anche la Cronoscalata Trofeo Berner, vinta al maschile da Camozzi.La festa c’è stata pure per l’ultimo arrivato, Alberto Ce-resa di Lodi, a lui un viaggio per due all’Isola d’Elba come premio di “consolazione” per la maglia nera…e che con-solazione!

-prezzata 7.a edizione, promossa la nuova logistica ed ora si va avanti, verso il nuovo appuntamento 2013.

Mario Facchini

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Nicoletta, otto giorni in sellaalla conquista di Santiago

Santiago de Compostela è una cittadina di circa 93.000 abitanti situata nella comunità autono-ma della Galizia, nella Spagna nord-occidenta-

le. Fin dal Medioevo pellegrini provenienti da tutto il mondo hanno intrapreso il cammino che, passan-do per la Francia e la Spagna, porta al santuario di Santiago, ove sarebbe situata la tomba di Giacomo il Maggiore, apostolo e martire del Cristianesimo. Questo luogo di intensa spiritualità ha ottenuto an-che vari riconoscimenti: nel 1985 le strade francesi e spagnole che compongono l’itinerario sono state dichiarate patrimonio dell’umanità da parte dell’U-nesco. Santiago di Compostela è stata dichiarata Capitale Europea della Cultura, anche in virtù dell’e-sistenza in questa città di una delle più antiche uni-versità della Spagna. Il Consiglio Europeo ha quindi riconosciuto l’importanza del percorso religioso e culturale e ha finanziato diverse iniziative per pro-

muoverlo. Ancora oggi, e specialmente in seguito a tali riconoscimenti, sono moltissime le persone che decidono di intraprendere questo cammino, e non esclusivamente per motivi religiosi. C’è chi decide di percorrerlo a piedi e chi in biciclet-ta, come Nicoletta Banterla, persona determinata e sportiva. Nicoletta lavora come amministratrice in un ambula-torio odontoiatrico di Cavaion Veronese, assieme al marito, con il quale è sposata da ben 25 anni. Hanno una figlia, Francesca, che sta intraprendendo la carriera lavorativa dei genitori e porterà avanti, per la terza generazione, la medesima attività. Cavaion, paese dove vive e lavora Nicoletta, è stato anche il luogo in cui è nata e cresciuta la sua passio-ne per la mountain bike. Le sue strade in salita, infatti, offrono ottime oppor-tunità di allenamento.

diocesi veronaufficio scolastico veronasdp

Inizierà a Saint-Jean-Pied-de-Port l’avventura (lunga 900 chilometri) di Nicoletta Banterla, odontoiatra di Cavaion

Veronese, che ha fatto della MTB la sua grande passione

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Nicoletta, hai deciso di andare in bici a Santiago: da dove partirai e quanti chilometri percorrerà?Partirò con il pullman per la Francia dove, una volta arrivata a Saint-Jean-Pied-de-Port (comune francese situato nel dipartimento dei Pirenei Atlantici nella regione dell’Aquitania.), inizierò la vera e propria av-ventura di 900 km circa.

Quanti giorni pensi di impiegare?Ho deciso, poiché viaggerò nel mese caldo di agosto, di percorrere tappe non più lunghe di 90/100 km al giorno, per un totale di otto giorni in sella.

Dove farà sosta?Farò sosta tutte le sere in piccoli hotel, dato che ne-gli ostelli non è prevista la possibilità di prenotare e, in ogni caso, la precedenza è di chi intraprende il percorso a piedi.

Sarai sola o in compagnia?Sarò in compagnia di un gruppo di amici. Alcuni di loro percorreranno lo stesso itinerario con me in bici, altri faranno dei tratti a piedi.

Come ti stai allenando per questa impresa?Mi alleno a giorni alterni percorrendo un totale di 250 km alla settimana. Sto inoltre seguendo un pro-gramma nutrizionale e di preparazione fisica, che mi è stato consigliato dalla mia istruttrice ed amica, e

da mio fratello, pratico di queste imprese, avendone realizzate in passato anche di più difficoltose.

Da quanto tempo vai in bicicletta?Vado in bici seriamente da ormai sei anni. Data an-che l’asperità delle strade del mio paese preferisco la mountain bike alla bici da strada.

Perchè questa decisione e soprattutto perchè que-sta meta?Da tempo, con gli amici del mio “bici club”, accarez-zavo l’idea di realizzare questa impresa e finalmen-te quest’anno siamo riusciti a pianificare il viaggio. Santiago è la classica meta del pellegrino, e questo è stato un forte stimolo per affrontare la sfida.

È la prima volta cheaffronti un’esperienza del ge-nere?Sì è la prima volta che mi cimento in questo genere di esperienza

Cosa pensi di “ricavare” da questa tua avventura?Penso, anzi ne sono convinta, che questa lunga pe-dalata in questi luoghi storici e pieni di fascino, potrà essere per me un arricchimento sia dal punto di vi-sta fisico ma anche, e soprattutto, dal punto di vista mentale e spirituale.

Benedetta Sartori

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PRINCYCLES LABORATORIO BICICLETTE

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Nella suggestiva cornice del teatro dell’Hotel Malaspi-na, presenti alla serata, condotta da Alberto Fabbri, oltre 400 persone e tutte le società del territorio di Ca-

stel d’Azzano. Dal ciclismo al calcio, dal pattinaggio alla danza.Anche i dirigenti delle principali realtà sportive veronesi, Enzo Zanin del Chievo, James Tirelli della Tezenis, Luca Bazzoni del-la Marmi Lanza, insieme a Fanna, Penzo e Sacchetti dell’Asd ex calciatori Hellas Verona, hanno portato la loro gradita te-stimonianza. Il Gran Galà dello sport, è stato anche l’occasione per conse-gnare al vincitore del concorso “Disegna la tua maglia giallo-blu” la maglia realizzata grazie al suo disegno. I vincitori sono stati: per la Marmi Lanza Cattafesta Matteo, per la Tezenis Daniele Yared, per il Chievo Verona Ribonati

Martina, per l’Hellas Verona Carbognin Fabio, Premio della critica a Alessandro Furia. Sono state inoltre premiate le ra-gazze ed i ragazzi della scuola secondaria “Cesari” che si sono

dello scorso 24 marzo e le ragazze ed i ragazzi della pallavolo della scuola secondaria, che si sono aggiudicati i Giochi Stu-denteschi provinciali.“Sono oramai molti anni che le nostre società ottengono otti-mi risultati – spiega Massimiliano Liuzzi – Uno degli obiettivi di questo evento, che ha riscosso grande successo, è stato quel-lo di rivivere direttamente dalla voce dei protagonisti l’annata sportiva ed i prossimi obiettivi delle società”.

Alberto Fabbri

Successo per la chiusura di una stagione...@tuttoSport!Grande cornice di pubblico martedì 5 giugno per il “Gran Galà dello Sport - Chiusura di una stagione… @tutto-

Sport”, manifestazione organizzata dall’Assessore allo sport del Comune di Castel d’Azzano, Massimiliano Liuzzi

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Filippo Castagna: “Arbitrare? La mia seconda vita!”A 16 anni Filippo decide di divenare arbitro. Niente gol, quindi, e nemmeno parate. Ma il calcio è bello lo stesso

S trana scelta quella di Filippo Castagna, che all’età di 16 anni decide di intraprendere la“carriera” di arbitro, distinguendosi dalla

maggior parte dei ragazzi della sua età, più propensa invece a praticare sport.

Filippo, come mai questa decisione?Avevo capito di non avere molte possibilità di gioca-re in una squadra. Così, di punto in bianco mi sono chiesto “perchè non provare?” e mi sono lanciato.

Quale percorso hai dovuto intraprendere per diven-tare arbitro?Dopo aver seguito il solito iter burocratico di com-pilazione, consegna di carte, documenti e certificati medici mi è bastato seguire un corso (gratuito). Al termine di questo corso ho dovuto sostenere sia un test scritto, con domande a risposta multipla, sia un colloquio orale. Entrambi gli esami erano inerenti al regolamento arbitrale. In seguito abbiamo dovuto sostenere anche dei test atletici.

Cosa avete fatto durante il corso per prepararvi?Durante il corso vengono spiegate le 17 regole del gioco del calcio, il comportamento che siamo tenuti a seguire sul campo, gli spostamenti sul terreno di gioco. Quella più importante però rimane la regola non scritta, chiamata spesso “regola diciotto”, ov-vero il buon senso.

L’arbitro deve essere sempre preparato atletica-mente, concentrato mentalmente, e deve cono-scere alla perfezione il regolamento. Come fai ad orientare la preparazione su questi tre aspetti?Dal punto di vista della preparazione atletica abbia-mo due poli di allenamento: al CONI di Bassoacquar e a Bussolengo. Ognuno è gestito da un prepara-tore atletico. Qui ci preparano al meglio per poter affrontare con sicurezza le partite del campionato. L’allenamento consiste in corsa, scatti, flessioni, pie-gamenti, ecc., ed è mirato a migliorare non solo la resistenza, ma anche la reattività e la fisicità.

Dal punto di vista mentale ognuno reagisce alla pro-pria maniera. Non appena giunge la designazione via SMS, ciascuno inizia la propria preparazione. C’è chi guarda la classifica, chi si informa sui giocatori e allenatori, chi invece cerca di trovare notizie sulle squadre attraverso internet.Dal punto di vista regolamentare, oltre al corso ar-bitri, ogni settimana o due viene svolta una riunione tecnica con il preciso scopo di dissipare dubbi o chia-rire eventuali ambiguità. C’è anche l’occasione di parlare della settimana appena trascorsa sui campi di calcio, per analizzare in modo concreto le diverse decisioni e rivedere gli errori.

Come ci si sente a prendere una decisione importan-te nel giro di pochi istanti?La difficoltà non sta tanto negli attimi prima del fi-schio, ma negli istanti successivi. Ormai, parlo per-sonalmente, è quasi naturale fischiare un fallo o

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un’irregolarità, tanto che l’immagine di ciò che è avvenuto si concretizza solo in un secondo momen-to nella mia mente. L’importante è essere sempre consapevoli e sicuri delle scelte che si fanno, e non dubitare mai delle proprie capacità.

Quali fattori influenzano maggiormente le tue de-cisioni?In tutta tranquillità mi sento di affermare che nulla influenza le nostre scelte, anche se molti “tifosi” af-fermerebbero il contrario. Dobbiamo essere sempre e in ogni occasione sopra le parti. Ciò che dice, pensa o fa il pubblico a noi non deve assolutamente inte-ressare. Nemmeno i giocatori con le loro simulazioni devono influenzarci, ma anzi, se le riconosciamo, sia-mo tenuti a prendere i dovuti provvedimenti.

Cosa ti piace di più e cosa meno dell’arbitrare?Dell’arbitraggio mi piace assolutamente tutto: quan-do si arriva al campo, quando si sfiora l’erba del ter-reno di gioco, quando si riesce a prendere la decisio-ne giusta al momento giusto e, soprattutto, quando una partita va come avresti voluto, senza errori o almeno con poche sbavature. Mi piace la corsa, la reattività che bisogna avere e in particolare la col-laborazione con i propri assistenti. Cose che non mi piacciono non ce ne sono, altrimenti non avrei scelto questo sport. È la mia seconda vita.

Dove hai iniziato e in che categoria arbitri adesso?La categoria più bassa dalla quale si parte ad arbi-trare sono i Giovanissimi. Poco dopo sono riuscito a salire e a passare alle categorie successive: Allievi, Allievi Regionali, Juniores, Terza Categoria, Seconda Categoria, Prima Categoria, Juniores Regionali, Ju-niores Nazionali, Promozione, che è la categoria in cui sto arbitrando ora.

Oltre al rimborso spese si riesce spesso ad ottenere qualche soldino in più che non guasta mai....

Il corso per diventare arbitri comincia ogni anno? Quante persone, e, tra queste, quanti ragazzi, me-diamente si iscrivono, che tu sappia?Il corso arbitri, dipende dalla disponibilità e dal nu-mero di richieste, ma solitamente si hanno quattro corsi in un’intera stagione sportiva. Il numero di ra-gazzi varia da un minimo di 9-10 ad un massimo di 30 persone per corso (solitamente vi sono molti più ragazzi che adulti, anche perchè esiste un limite di età), anche se non tutti arrivano in fondo.

Quando ti senti di “vincere” la tua partita e quando invece ti sembra “persa”?Questi sono pensieri che mai mi tormentano duran-te lo svolgimento della gara: andrebbero ad influi-re in modo negativo sul resto della partita. Queste domande posso pormele a fine partita, uscito dagli impianti, quando ormai è tutto finito. Posso sentire di aver vinto quando so di aver preso tutte le deci-sioni corrette nel momento opportuno, quando tut-to si è svolto nella massima correttezza. Per quanto riguarda la sconfitta invece non so cosa sia. Si può sbagliare, è normale, ma non bisogna mai darsi per vinti: sarebbe la fine.

Benedetta Sartori

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Arsenal Italy e Verona,gemellaggio a “prova di cannone”Non solo calcio e Arsenal durante la visita a Mirandola. Lo sport può (e deve) essere uno strumento per aiutare

chi ha subìto la furia del terremoto. E Verona, come sempre, risponde presente...

Una bella iniziativa all’insegna della solidarietà si è svolta domenica 8 luglio in provincia diModena.

Prendendo spunto da una bella amicizia e da una co-mune passione per il calcio dei “maestri” d’oltre Ma-nica, una delegazione di tifosi veronesi di entrambe le squadre cittadine hanno incontrato a Mirandola - una delle zone più duramente colpite dai terremoti del 20 e del 29 maggio scorso - Stefano Maini, presi-dente del Calcio Club Arsenal Italy, referente per il Nord Italia della insospettabilmente nutrita schiera di tifosi dei Gunners presente anche sul nostro ter-ritorio.Dopo avere consegnato una serie di beni alimentari di prima necessità forniti in parte da Paluani ed in parte dalla generosità di alcuni privati, abbiamo tutti potuto godere della proverbiale ospitalità emiliana che, come è noto, si esprime ai massimi livelli all’ora di pranzo.Tanti sono stati gli argomenti affrontati, più o meno importanti. Il calcio naturalmente l’ha fatta da padrone, sia quel-lo Italiano che quello Inglese. Impossibile trovarsi a casa di un vero Gooner (nomi-gnolo con il quale vengono definiti in Inghilterra i ti-fosi dell’Arsenal) e non mettere in evidenza le poche analogie e sopratutto le tante differenze esistenti tra due mondi calcistici che più diversi non potreb-bero essere. Un grande conoscitore di football Stefano, in pos-sesso tra l’altro di una invidiabile collezione di cimeli calcistici raccolti nella sua casa-museo che spaziano dalle innumerevoli fotografie autografate frutto del-le sue periodiche trasferte londinesi, alla raccoltacompleta delle maglie ufficiali da gioco dell’Arsenal dagli anni 80 ad oggi, fino ad arrivare a modellini del vecchio Highbury, libri, dvd, palloni: insomma chi più ne ha più ne metta! Conoscendo bene questa sua passione per il colle-

zionismo siamo stati fieri di avere contribuito do-nandogli le maglie gara di Hellas e Chievo, saranno certamente trattate con amore.Dopo aver messo da parte le futili e scherzose diatri-be calcistiche, inevitabile e doveroso nel pomeriggio un giro nella zona per rendersi conto di persona dei devastanti effetti del sisma.Come abbiamo purtroppo potuto constatare la po-polazione locale è ancora ben lontana da un ritornoalla vita “normale”. Il centro storico di Mirandola è ancora ad oggi zona off-limits,completamente isola-to e inaccessibile, con i soli vigili del fuoco ammes-si al suo interno per tentare di mettere in sicurezza quel poco che si potrà salvare. La gran parte delle attività commerciali rimane chiu-sa così come una buona parte delle aziende. In tanti sono ancora forzatamente costretti a non la-vorare e questo non può che far aumentare il senso di impotenza e frustrazione. Peraltro non tutti i fortunati che sono potuti tornare

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al lavoro lo stanno svolgendo nella maniera ottima-le: alcuni sono costretti a lavorare sotto grandi teli provvisori di plastica che viste le temperature sta-gionali assomigliano molto a dei forni a cielo aperto, altri che si occupano di servizi essenziali come servi-zi postali e bancari stanno lavorando dentro a preca-ri uffici/container. Nella vicina Cavezzo la situazione non è differente: grandi cumuli di macerie all’ingresso del paese dan-no subito un idea di massima di quello che ci si può

aspettare proseguendo.

Anche qui i disagi sono sotto gli occhi di chiunque.Oltre alle affollate tendopoli allestite dalla protezio-ne civile chiunque abbia una tenda di proprietà e ri-esce a trovare anche un piccolo spazio verde, in un prato anziché in un giardino pubblico, la pianta e ci passa la notte. Anche se lentamente le cosiddette “scosse di asse-stamento” stanno sciamando, si avvertono ancora quasi quotidianamente dei piccoli fenomeni sismici che fanno si che nessuno, nemmeno quelli che han-no ottenuto l’agibilità per la propria abitazione, si fidi a rientrare in casa per passare la notte nel pro-prio letto. Meglio il giardino pubblico, più scomodo ma sicuro! Abitazioni inclinate di qualche grado dal loro asse, evidenti crepe su tanti muri esterni e crolli diffusi dicalcinacci vari lasciano intendere che il lavoro di re-cupero di questi paesi sarà ancora molto lungo.Speriamo possano concretizzarsi alcune iniziative che i “Gunners veronesi” stanno provando ad or-ganizzare insieme alla redazione di Sportdipiù ma-gazine, volte a portare se non altro un momento di serenità in questo perido difficile ma anche beni ne-cessari alla ripresa dell’attività sportiva, specialmen-te quella giovanile.Qualcosa si sta già muovendo ma, anche per scara-manzia, forse adesso è ancora presto per ufficializ-zare. Tutti possono prtecipare e contribuire per questo progetto, in primis le società di eccellenza dello sport veronese.Perchè, forse è inutile rimarcarlo, non c’è miglior vei-colo dello sport per fare del bene e per essere prota-gonisti. Specialmente fuori dal campo...

Info: [email protected] Bolla

Il Calcio Club Arsenal Italy è presiduto da Stefa- (che è anche il suo fodatore)

La sede è a in provincia di ModenaIl club opera da oltre 10 anni

È riconosciuto ufficialmente dall’Arsenal F.C. Arsenal Italy è in contatto diretto con Londra

per l’acquisto dei biglietti per le partite casalin-ghe dei Gunners Ogni anno organizza il pranzo sociale Il club non è solo calcio ma anche voglia di cono-

scersi e stare insieme.

Info: http://arsenalitaly.wordpress.comStefano Maini: +39 0535 20590 - [email protected]

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F inito il campionato di serie A2 con la vittoria finale dei Barbari Roma Nord, è tempo per gli AGSM Mastini Verona di pensare alla squadra

giovanile. La società scaligera si è infatti iscritta al prossimo campionato italiano under 21che avrà ini-zio alla fine di settembre, con l’intento di avvicinare i giovani a questo sport che tanto interesse sta susci-tando anche nella nostra città. La squadra gialloblù potrà contare già su un nutrito gruppo di ragazzi che già vestono la maglia dei Mastini anche nel campio-nato di serie A2. Tra gli Under 21 gialloblù, Sebastiani Roberto, Viviani Elia e Tomelleri Filippo per esempio sono tra le giovani promesse della nazionale italiana che proprio in queste settimane ospita i tre talen-tuosi Mastini in preparazione dei prossimi appunta-menti internazionali 2013 del Blue Team. Il giovane quarterback Gjon Jakaj e Viviani saranno tra l’altro, nel mese di agosto, presenti poi ad un camp in Ger-mania assieme alla nazionale italiana junior. Un ap-puntamento utile ai due giovani scaligeri per poter acquisire nozioni tecniche importanti per la loro cre-scita sportiva. Altrettanto importante poi è stato il “ Mastini Special Guests Camp” che ha visto qualche settimana fa ospiti a Verona tre giocatori americani di valore assoluto come Walter Peoples, Eric Watt e Jordan Scott, in Italia per partecipare al campionato IFL con i Warriors Bologna. Grazie alle loro giocate la squadra bolognese è arrivata ad un passo dall’Ita-

lian Superbowl, vinto poi dai Panthers Parma per il terzo anno consecutivo. I tre yankees a fine serata si sono complimentati con la dirigenza ed il coaching staff dei Mastini per l’ottima organizzazione e per un gruppo di ragazzi che sta crescendo moltissimo e che ha dimostrato ottime individualità. È infatti fon-damentale come in tutti gli sport di squadra il lavo-ro fatto sui giovani ed è quindi intenzione da parte della dirigenza scaligera sviluppare nel giro di breve tempo un progetto che possa ampliarsi in maniera importante verso le scuole per poter far conoscere il football americano e reclutare poi nuovi futuri talen-ti. A tal proposito i Mastini hanno organizzato due camp di reclutamento presso il campo oratorio di Via Monastero a Parona. Le due giornate prescelte sono sabato 14 luglio con orario di inizio previsto per le ore 17 e domenica 22 luglio con orario previsto per le ore 10 del mattino. A questi due camp sono invitati tutti i ragazzi dai 16 anni che potranno così vivere da vicino le emozioni che il football americano gialloblù può dare. L’obiettivo per i Mastini è quello di trova-re un buon numero di giovani leve da affiancare ai già tesserati per preparare una squadra in grado di poter ben figurare in questo prossimo campionato italiano under 21.

Info: [email protected] De Martin

Mastini: al via il progetto giovaniI gialloblù alla ricerca di nuovi talenti per il prossimo campionato under 21

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I contratti di sponsorizzazioneNuove indicazioni anche con la recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 3433 depositata il 05/03/2012)

Prosegue il viaggio di Sportdipiù magazine nel mon-

Grazie alle indicazioni e ai chiarimenti del Rispon-de alle nostre domande il Dott. Giuliano Zocca dello Stu-dio Leonardo Ambrosi & Partners, specializzato nella

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pubblicità alla luce di recenti, e in alcuni casi sorprenden-ti, posizioni assunte dall’Amministrazione Finanziaria e dalla Giurisprudenza.

Partiamo innanzitutto da una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 3433 depositata il 05/03/2012), secondo la quale, sponsorizzare un auto da corsa con il nome dell’impresa non rientra tra le spese di pubblicità, ma tra quelle di rappresentanza, qualora il contribuente non dimostri l’incremento commerciale ottenuto, avu-to inoltre riguardo alla “distanza” tra il settore di atti-vità della società e il contesto delle gare automobilisti-che. Infatti, la Cassazione ha stabilito che costituiscono spese di rappresentanza quelle che contribuiscono ad accrescere prestigio e immagine dell’impresa e a po-tenziarne la possibilità di sviluppo, mentre vanno quali-

-stenute per iniziative tendenti prevalentemente, anche se non esclusivamente, a pubblicizzare prodotti, marchi e servizi.Tale distinguo è di grande rilevanza per l’azienda spon-sor. Infatti, le spese di pubblicità sono interamente de-ducibili, mentre le spese di rappresentanza sono am-messe in deduzione nella misura di un terzo del loro ammontare.Dai dati contenuti nello spesometro e dalle informazioni raccolte attraverso il Modello EAS, l’Agenzia delle Entra-te ha proceduto ad analizzare l’ammontare e la natura degli importi dichiarati per le attività di sponsorizzazio-ne con l’obiettivo di contestare i costi pubblicitari soste-nuti dalle imprese in modo “antieconomico”.L’Agenzia ha ritenuto di considerare antieconomiche quelle sponsorizzazioni per le quali è ravvisabile l’ecces-sivo ammontare dei costi o la sproporzione, nello stesso periodo di imposta, tra il costo sostenuto e il risultato conseguito in termini di utili. In altre parole, l’Agenzia sostiene che è poco credibile rinunciare a parte del pro-

incomprensibili rispetto all’attività esercitata, alla clien-tela dello sponsor e al numero di spettatori che assisto-no all’evento sportivo.La conseguenza di tale contestazione è quella della in-deducibilità totale o parziale del costo.La difesa del contribuente, in sede contenziosa, dovrà essere principalmente volta a contestare l’antieconomi-cità e illogicità delle spese pubblicitarie, attraverso:- la produzione di idonea documentazione (contratti, fatture, pagamenti, foto, video e prove dell’avvenuta sponsorizzazione);

-le spese di pubblicità o di sponsorizzazione occorre con-frontare queste coi ricavi aziendali (dell’anno in corso e di quelli successivi) e non, come asserisce l’Agenzia, con gli utili netti;- la motivazione che tale sponsorizzazione non può con-siderarsi così esosa ed inutile (come sostenuto dall’A-genzia delle entrate);- evidenziare che le spese di pubblicità o di sponsoriz-zazione non devono necessariamente trovare riscontro in breve tempo nei fatturati e possono arrecare anche altre utilità non immediate

Alberto Cristani

Info: www.ambrosiepartners.it

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sdpl’iniziativa sdp

Per rivolgere le vostre domande all’esperto fiscale scrivete a [email protected]

Sono il presidente di una squadra di volley femminile. Alle nostre atlete elargiamo compensi non su-periori al limite di 7.500 euro, e da quest’anno vorremmo erogare un rimborso chilometrico secon-do le tariffe ACI alle atlete provenienti da altri comuni. Il compenso mensile sommato al rimborso chilometrico è tassabile qualora superi la soglia di 7.500 euro? Tali rimborsi devono essere indicati nel modello 770?I rimborsi chilometrici corrisposti, secondo le tariffe ACI, alle atlete provenienti da comuni di residenza diversi dal comune in cui si svolgono le attività sportive, rientrano nell’ambito dei rim-borsi a piè di lista (vitto, alloggio, viaggio e trasporto). Tali rimborsi, purché debitamente docu-mentati con i dettagli di spesa sostenuti, dei quali si deve chiaramente dimostrare il legame con l’attività svolta, sono completamente esclusi da tassazione. Pertanto non andranno a cumularsi con i compensi forfetari corrisposti, né indicati nel modello 770.

La denominazione della nostra associazione non prevede la dicitura “dilettantistica”. Questa mancanza potrebbe causare problemi in sede di accertamento, pur essendo molto esplicita nel-lo statuto e nei fatti la natura amatoriale del club?L’obbligo di indicare, nella denominazione sociale, la finalità sportiva e la dicitura “dilettanti-stica” è stato introdotto dall’art. 90 comma 17 della legge 289/2002. La norma è entrata imme-diatamente in vigore fin dal 01/01/2003. Pertanto, le società o associazioni sportive costituite dopo tale data devono necessariamente adottare tale denominazione, mentre quelle già esi-stenti avrebbero dovuto fin dall’entrata in vigore della disposizione, adeguare lo statuto. Ne consegue che il mancato adempimento comporta il venire meno di uno dei presupposti essenziali per il riconoscimento del sodalizio sportivo dilettantistico e determina inevitabili conseguenze anche sotto il profilo tributario. Del resto l’Agenzia delle Entrate ha chiarito fin da subito che la denominazione deve essere utilizzata in tutti i segni distintivi o comunicazioni rivolte al pubblico e che costituisce conditio sine qua non per il godimento dei benefici fiscali riservati alle società e associazioni sportive dilettantistiche. In sede di accertamento, il mancato adempimento dell’ob-bligo può essere contestato comportando il disconoscimento della natura di sodalizio sportivo e la perdita dei benefici fiscali.

L’associazione domanda, l’esperto risponde

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Sono ultimamente frequenti le notizie di crona-ca circa sportivi che perdono addirittura la vita mentre svolgono la propria attività. Su tutti il

noto caso del venticinquenne giocatore del Livorno Calcio Piermario Morosini, deceduto durante una partita di campionato lo scorso aprile.Il Legislatore italiano, con finalità di prevenzione, ha stabilito l’obbligatorietà di controlli medici di idonei-tà all’esercizio dell’attività sportiva agonistica con la L. 1099/1971 ed il successivo D.M. del 18.01.2982.Si tratta della visita medico-sportiva annuale, di cui tutti gli agonisti hanno esperienza. L’importanza di questo accertamento non va sotto-valutata, oltre che per l’ovvia utilità di tenere sotto screening il proprio organismo, per le conseguenze giuridiche che potrebbero derivare in caso di sfortu-nate evenienze.Infatti la normativa obbliga le società sportive, gli enti organizzatori delle gare agonistiche e le fede-razioni sportive a controllare l’effettivo superamen-to da parte degli atleti della visita medico sportiva. L’imperativo è chiaro: l’atleta che risulti non idoneo non può e non deve gareggiare.Nel caso in cui un atleta subisca pregiudizio alla pro-pria integrità psicofisica a causa di problematiche

preesistenti, vi è chi ne risponderà.Recentemente la Corte di Cassazione (sentenza 15394/2011) ha confermato la condanna al risarcimen-to del danno dell’ente organizzatore di un torneo di calcio per aver ammesso a partecipare un trentatre-enne sprovvisto della certificazione di idoneità. Il calciatore era infatti deceduto negli spogliatoi al termine dell’incontro a causa di una patologia car-diaca che la visita di rito avrebbe potuto riscontrare.L’ente organizzatore è stato ritenuto responsabile della morte del calciatore proprio per aver omesso il controllo sanitario cui è tenuto per legge. Si noti che per lo stesso titolo potrebbe incorrere in responsabilità anche la società sportiva dell’alteta che non ne avesse impedito la partecipazione a gare agonistiche in mancanza di certificato.Esiste poi l’ipotesi che il certificato di idoneità sia stato ottenuto, ma la visita non abbia riscontrato le patologie effettivamente esistenti che vanno poi a causare pregiudizio. La Corte di Cassazione (sentenza 38154/2009) ha confermato la condanna penale per omicidio colpo-so del medico che aveva effettuato un non attento esame dell’alteta deceduto durante un evento spor-tivo. Il regime della responsabilità è quindi duplice, perché comprende sia profili di responsabilità civile (e conseguente obbligo di risarcimento del danno), sia profili di responsabilità penale.

Avv. Francesco MendiniCamera Minorile di Verona

Tutela sanitaria nell’attività sportivaL’imperativo è chiaro: l’atleta che risulta non idoneo non può e non deve gareggiare!

triathlontriathlonsdpsdp

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A suon di Marsigliese, il talento francese Raphael Aurélien ha vinto il 29° Triathlon Internazionale dello scorso 16 giugno, mentre ci ha pensato la lombarda

Alice Betto ad onorare il tricolore nella gara femminile.Starter ed ospite d’eccezione la campionessa di mtb Paola Pezzo, poi per tutti i 1300 partecipanti da 21 Paesi (record) il menu prevedeva le distanze olimpiche di 1,5 km di nuoto, 40 km di bici e 10 km di corsa, il tutto inasprito dal caldo torrido.Ad uscire trionfanti dalla prima frazione di nuoto sono sta-ti Gaia Peron e l’intramontabile Vladimir Polikarpenko, sei vittorie a Bardolino, poi in sella alla bici tutto è mutato. Tra le donne sono scappate subito la Betto e Radka Vodickova, mentre tra i maschi si è formato un terzetto con il poliziotto Alberto Casadei, il carabiniere Andrea D’Aquino ed il france-se Aurélien.

Il primo a balzare giù dalla sella ed andare al cambio per la gara podistica è stato Casadei, tallonato da D’Aquino e da Aurelien, quest’ultimo imbattibile in corsa e primo sotto l’arco d’arrivo sul lungolago, col cronometro stoppato dopo 1h53’52” e Casadei secondo a 59”, davanti a D’Aquino. Nell’ultima frazione Alice Betto era un treno ed ha dominato la gara “rosa” con 40” sulla ceca Vodickova, tra le favorite dai pronostici. In gara c’era anche il campione di duathlon paralimpico Fa-

gara all’889° posto tra gli applausi del pubblico. -

una bella fetta di palco mediatico, con un’ora di sintesi su Rai Sport2 ed una replica.

Raph Aurélien “Le Roi” di Bardolino In gara anche il campione di duathlon paralimpico Fabrizio Vignali, che ha chiuso la gara all’889°

diocesi veronaufficio scolastico veronasdpsdp

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Banca della Valpolicella promuove e sostiene iniziative volte a trasformare e migliorare la realtà sociale e culturale della comunità. Collabora con scuole ed associazioni sportive per fare assieme un percorso di crescita e di formazione generale.

Arbizzano di Negrar Marano di Valpolicella Negrar Via Mazzini 49Pescantina San Pietro in Cariano Sant’Ambrogio di Valp. Via Matteotti 14/c

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triathlonsdpsdp

È vero che il valore dello sport non risiede nel risultato finale, ma nel grande contributo che fornisce alla formazione della persona nella sua

interezza; è vero che chi assiste ad una competizione sportiva non può pretendere di vincere sempre, ma deve sapere che accettare una sconfitta vuol dire an-che crescere; è altrettanto vero, però, che le Olimpia-

di si disputano ogni quattro anni e chi si prepara per parteciparvi sa bene quanti sacrifici ha dovuto fare, e quanto questi meriterebbero un giusto riconoscimen-to. Ci saranno, è ovvio, delusioni cocenti e gioie ina-spettate: anche queste Olimpiadi, come sempre, por-teranno alla ribalta nomi finora sconosciuti al grande pubblico e faranno forse cadere nel dimenticatoio at-leti da cui ci si attendeva molto. L’Italia si è sempre comportata abbastanza bene alle Olimpiadi, ottenendo piazzamenti nei primi posti del medagliere, nonostante gli strutturali difetti dello sport nel nostro Paese. In questi giorni più che mai tutti gli italiani sentono il bisogno di avvicinarsi allo

sport più puro, quello che non conosce la corruzione, che è fatto di lealtà e spirito di sacrificio. Londra ci offrirà la possibilità di respirare un’aria di-versa, fatta di sport solitamente poco considerati, che conoscono la ribalta della cronaca solo nelle gran-di occasioni, ma fatta anche di persone capaci di darci un esempio di vita. Ci appassioneremo alle gare dei nostri atleti, parteci-peremo alla loro concentrazione, alla loro fatica. Speriamo anche di poter partecipare alla loro gioia, che è anche la nostra, perché ciascuno di loro sa bene di rappresentare la propria bandiera nazionale. Conosceremo e apprezzeremo atleti “nuovi”, ma di certo ammireremo ancora una volta tutti i campioni che da anni portano in alto lo sport italiano. Nomi come quello di Valentina Vezzali, che sarà la no-stra portabandiera, o di Josefa Idem non hanno biso-gno di presentazioni: la prima, campionessa olimpica a Sydney 2000, Atene 2004 e Pechino 2008 nel fioret-to individuale; la seconda, classe 1964, gareggia alle Olimpiadi nella specialità del kayak individuale (K1) per l’ottava volta. Oltre ad essere una grande campionessa è anche un modello per le donne: madre di due figli, le gravidan-ze non l’hanno mai fermata. Si è distinta anche col suo

Welcome to London 2012!Le nazioni qualificate alla partecipazione di tali Giochi sono 184 per un totale di circa 10.500 atleti

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impegno nel sociale partecipando, come testimonial, a diverse campagne di sensibilizzazione. Che riescano o meno a ripetersi è del tutto seconda-rio: hanno già dato un significativo contributo con il loro esempio di grande impegno, dedizione, passione e spirito di sacrificio. Altro personaggio rappresenta-tivo è la tanto discussa Federica Pellegrini, la giovane campionessa che, nonostante sia stata spesso prota-gonista di un mondo che con lo sport ha poco a che vedere, non si è fatta travolgere dall’improvvisa noto-rietà, e continua a conseguire importanti risultati. Ma questi sono solo pochi dei tanti nomi che hanno dato tanto allo sport italiano e che tenteranno ancora di portare la nostra bandiera sul podio.Il programma dei Giochi Olimpici di Londra 2012 pre-vede un totale di 26 sport – due in meno rispetto ai Giochi di Pechino – suddivisi in 39 discipline. Al momento della candidatura, Londra ha proposto 28 sport, in linea con le precedenti Olimpiadi di Pechi-no, ma il CIO ha votato invece per eliminare il baseball e il softball dai Giochi del 2012, tentando di sostituirli

con altre discipline sportive, tra cui karate e squash, che non hanno però ricevuto voti sufficienti per rag-giungere la maggioranza in sede di votazione. Il 21 luglio 2011, sono stati inoltre adottati i nuovi para-metri per l’inserimento degli atleti nel Club Olimpico italiano. Il nuovo sistema di selezione, che si differen-zia da quello passato essendo caratterizzato da un approccio tecnico più moderno, prevede che siano inseriti per gli sport individuali gli atleti che nell’an-no precedente alle Olimpiadi si sono classificati ai pri-mi 6 posti (o 5 negli sport che assegnano un doppio quinto posto); per gli sport a squadre, invece, quelle classificatesi ai primi tre posti agli Europei e nei primi quattro al Mondiale. Inoltre per nuoto e atletica ver-ranno riconosciute anche le migliori otto prestazioni mondiali nelle specialità olimpiche. I XXX Giochi Olimpici apriranno ufficialmente le gare il 27 luglio e termineranno il 12 Agosto. Le nazioni qua-lificate alla partecipazione di tali Giochi sono 184 per un totale di circa 10.500 atleti.Oltre ad essere un grande evento sportivo quella delle Olimpiadi è un’occasione per vedere tante per-sone provenienti da diverse parti del mondo riunite insieme, ognuna a sostenere il proprio Paese, ma con l’obiettivo comune di divertirsi ed assistere a sane – si spera almeno! – competizioni. In fondo la maggior parte degli atleti che partecipa a questi giochi è gen-te comune, che lavora, ma dedica allo sport tempo e passione. Non è troppo difficile identificarsi con loro. Questi campioni si sono prefissi un obiettivo, e con te-nacia e sacrificio fanno di tutto per riuscire a raggiun-gerlo, cosa che può fare ognuno di noi nella propria vita, e non solo nello sport. In bocca al lupo a tutti, dunque, ma soprattutto ai no-stri rappresentanti: l’Italia ha bisogno anche di loro per credere nelle proprie possibilità!

Benedetta Sartori

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Rugby Club Valpolicella: il segreto è matenersi giovaniOcchi puntati sulla Prima squadra, anche se il vero tesoro si “nasconde” tra Minirugby e Settore Giovanile

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“La nostra Prima squadra che gioca nel campio-nato di serie A2 è composta al 90% di ragazzi che sono cresciuti nel nostro settore giovanile.

Questo per noi oggi è il risultato che conta di più”.A parlare con orgoglio è Giordano Massalongo, vice presidente del Rugby Club Valpolicella. La sua società, fondata nel 1974 da Sergio Ruzzenente (attuale presi-dente), vanta circa 350 iscritti e si divide tra Progetto Scuola, Minirugby, Settore Giovanile e Seniores, oltre alle Ladies, la squadra femminile. Come accade per ogni realtà sportiva che disputa campionati professionistici di livello, gli occhi sono puntati sulla Prima squadra, ma chi conosce bene l’ambiente rugbystico sa che il vero tesoro di una so-

cietà si nasconde tra Minirugby e Settore Giovanile. “Con i ragazzi dell’Under 14 e 16 - spiega Massalon-go - abbiamo stilato un programma preciso di miglio-ramento tecnico e tattico guidato da David Mobbs

dei London Saracens. Lui una volta al mese viene a -

lare i successivi obiettivi da raggiungere”. Se, come per altre società della palla ovale, la fascia d’età tra i 14 e i 16 anni è quella più rischiosa per even-tuali abbandoni da parte dei ragazzi, il Minirugby è

“Abbiamo una montagna di bambini - conferma Massalongo - soprattutto nelle categorie Under 10 e

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l’iniziativa sdp

Under 12. Per questo motivo è diventato sempre più importante avere adeguate strutture tecniche per al-lenamenti e partite”. Il Rugby Club Valpolicella dispone in totale di quattro campi da gioco. Due a San Pietro in Cariano e due a Verona, allo Sporting Club. “Sotto questo aspetto per noi è stato fondamentale passare da un solo campo a disposizione ai quattro attuali”, conferma il vice presidente giallorosso. Dai bambini agli “adulti” della Prima squadra, il passo è breve. “L’obiettivo per la prossima stagione è mantenere

Massalongo – nella convinzione che fra due o tre anni si possa raggiungere la promozione in serie A1”. Per farlo, però, il club non vuole prescindere dalla sua po-litica impostata sui giovani di casa. “Ogni anno promuoviamo in Prima squadra un paio dei nostri ragazzi che si sono ben comportati nelle giovanili - conclude Massalongo - anche perché un giocatore che milita nell’Under 20 oggi se ha le qua-lità tecniche e mentali per emergere non ha alcuna

Marco Granellane

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Un campione sulla “via della mano vuota”L’entusiasmo e la gioia di insegnare sono i veri “segreti” della lunga e prestigiosa carriera di Alberto Pellucco

La passione che mette Alberto Pellucco in questo sport si percepisce dalle sue parole. Ed è forse ciò che ha portato lui e la sua palestra a

conseguire importanti risultati. Da circa 21 anni pratica le arti marziali: dal karate, che

poi al kickboxing e ad alcuni stili di kung fu. Attualmen-te è cintura nera 5 dan maestro di karate stile goju-ryu e shito-ryu, 5 dan maestro di kobudo e istruttore di kickboxing.

Alberto, spiega cos’è il karate ad una persona che non lo conosce e da cosa è caratterizzato?Il karate (via della mano vuota) è innanzitutto una di-sciplina che allena corpo e mente. Chiamarlo sport è ri-duttivo, anche se è grazie all’attività sportiva che le arti marziali possono godere di un po’ di visibilità. Il karate

è anche un ottimo metodo educativo, che insegna il rispetto, il prendersi cura del proprio corpo attraverso una pratica regolare e costante, l’attenzione e la ricerca della perfezione del gesto tecnico. È un lavoro di auto-ricerca interiore che va fatta con l’aiuto di un insegnante motivato e capace. L’allievo, con l’allenamento, miglio-

agilità) senza tralasciare nessuna parte del corpo. Con la pratica si acquisisce autostima, rispetto per ciò che si sta facendo, rispetto per l’insegnante e per i propri com-pagni di allenamento. È adatto a tutti, giovani e meno giovani, ed indicato anche a quelle persone più timide ed introverse che possono così riscoprire le proprie doti e potenzialità. Ovviamente è anche un eccezionale si-stema di autodifesa. Le specialità di cui si compongono karate e kobudo sono essenzialmente tre: la pratica dei kata (o forme), ovvero lo studio dei movimenti di attac-

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l’iniziativa sdp

co e difesa praticati a vuoto ed uniti in una sequenza preordinata; il combattimento praticato sempre in sicu-rezza, utilizzando le apposite protezioni per evitare di

cui si analizzano tutte le situazioni di potenziale perico-lo e tutte le tecniche atte a prevenire o a difendersi da un’aggressione. Nel kobudo la divisione è la medesima a parte il fatto che non si lavora a mani nude, ma uti-lizzando le armi tradizionali del repertorio giapponese: bastone, nunchaku, tonfa, kama ecc...

Alberto, sei campione mondiale in carica da sei anni: come ci si mantiene ai massimi livelli per così tanto tempo?La prima dote necessaria è l’amore e la dedizione per questa disciplina. Una dedizione che molto spesso com-

quando si ama ciò che si fa. L’allenamento ovviamente riveste una grande importanza. La fortuna di lavorare in una palestra a tempo pieno mi permette di unire lavoro

-ma di allenamento è di 4/5 giorni la settimana, alternan-

do lavoro in palestra a lavoro tecnico, per arrivare a sei allenamenti a settimana in periodo di gare.

Quali sono le doti necessarie per chi vuole intraprende-re questo sport?Non servono doti particolari, forse le più utili sono la co-stanza nella pratica e la pazienza. Molti arrivano in pale-

paio di mesi, ma la realtà è ben diversa. La preparazio-

molti lasciano la pratica quando si accorgono che non è così semplice come credevano. Con un costante allena-

-zione, alla forza, la postura. È chiaro che come tutte le attività o sport, per arrivare a livelli molto alti ci vuole il talento naturale e quello è innato.

La palestra dove insegni ha ottenuto importanti risulta-ti: qual è il segreto per riuscire a raggiungere tali obiet-tivi?Nessun segreto, a dire il vero. L’entusiasmo è la spinta che mi fa andare avanti e anche la gioia di avere con me ragazzi e ragazze motivati ed appassionati. Abbiamo una bellissima squadra giovanile che si è distinta in tut-

Adesso con quattro allievi che si sono distinti a livello ita-liano inizieremo la preparazione per i prossimi mondiali di novembre a Massa Carrara, che ci terrà impegnati per

una soddisfazione veder crescere dei ragazzi con la mia stessa passione, ragazzi che spero siano i campioni e i futuri promotori di questa bellissima disciplina.

Benedetta Sartori

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S i chiude con un ottimo bilancio l’anno sportivo 2011/2012 dell’Alitrans Vigasio. La squadra verone-

A1, si è ben comportata nel campionato di A2 dove, a ottobre si è presentata con 5 punti di penalità, cosa che

-no solamente a 4 punti di distanza.Nonostante questo il presidente Antonio Montoro e l’al-lenatore Adam Klimek, si dicono soddisfatti della presta-zione dell’intera rosa che ha chiuso il campionato con la miglior difesa, il secondo miglior attacco e, non per ultimo, con il capocannoniere Elwira Klimek a quota 220 reti che ha conquistato il premio miglior realizzatrice tra tutte le atlete partecipanti.Una stagione senza dubbio impegnativa in quanto la squadra è stata ricostruita ad agosto e, nella fase in cui tutti si dedicano alla preparazione atletica, il Vigasio ha cominciato ad allenarsi anche sull’ambito tecnico-tatti-co per inserire al meglio i nuovi acquisti; alle confermate Ilenia Scamperle, Elwira Klimek, Martina Battaglia, Sara Cacciatore e Andrea Bronzati il mister ha aggiunto le esperte Demeny Gyongi e Laure Oliveri e le giovani Tif-fany Gerardo, Dèsirèe Dalla Fontana e Valentina Decarli; ha poi ricontattato l’estremo difensore Margherita Gia-comuzzi e la miglior ala sinistra italiana Carolina Balsanti andando cosi a completare la rosa.Un cammino duro dove l’Alitrans Vigasio è riuscito a con-quistare punti d’arrivo importanti, ottenendo da subito una posizione tra le prime, nonostante i punti di penalità iniziali. Le veronesi guidate da Klimek hanno infatti con-quistato due vittorie nelle prime due partite, perdendo

poi sei vittorie consecutive, tra cui quella a Mestrino,

però ha ritrovato le veronesi nel match casalingo contro il Casalgrande, dove l’Alitrans Vigasio si è arreso ai rigori alla squadra emiliana nell’ultima giornata di andata. Ma la squadra di Klimek non si è mai scoraggiata e, nel giro-ne di ritorno, sono ancora sei le vittorie consecutive per le veronesi che poi vengono bloccate tra le mura amiche del PalAlzieri dal Mestrino, complici anche l’assenza per

motivi famigliari dell’allenatore, e l’infortunio di entrambi i por-tieri veronesi. Nelle restanti tre partite le ra-gazze di Klimek portano a casa due vittorie ed

dal Casalgrande Padana sola-mente per 2 reti, dove l’Alitrans Vigasio ha di-sputato l’intera partita senza un portiere di ruo-lo. Fondamentali sono stati anche i ritorni di Barbara e Francesca Montoro, che hanno saputo dare il loro con-

-nesi hanno disputato alcuni dei match più impegnativi.Un campionato ottimo dunque dove le uniche note ne-gative sono stati gli infortuni al crociato anteriore di en-trambi i portieri. Sia Battaglia che Giacomuzzi sono state infatti sottoposte all’operazione ancora durante il corso del campionato ed ora si stanno impegnando nella ria-bilitazione per poter tornare già ad agosto a calcare il campo da gioco.

questo anno sportivo:“Sono pienamente soddisfatto per i risultati ottenuti da questa squadra; all’inizio dell’anno ci siamo trovati a unire un gruppo di persone che venivano praticamente tutte da squadre diverse e sapevamo già che solamen-te un duro lavoro e tanto allenamento avrebbe unito la squadra sia tatticamente che personalmente. Alle ormai grandi Klimek, Demeny, Scamperle e Oliveri, abbiamo af-

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Alitrans Vigasio:con Klimek si può volare!Stagione 2011-2012 da protagoniste per le ragazze dell’Alitrans Vigasio, nonostante i punti di penalità iniziali

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tana, Battaglia, Giacomuzzi, Decarli, Bronzati e Caccia-tore che si sono ben integrate nel gruppo. Poi abbiamo avuto la fortuna di avere per alcuni mesi la miglior ala italiana, Carolina Balsanti, che ora ha intrapreso un’altra strada andando ad arruolarsi nell’Aereonautica Militare e a cui tutti noi facciamo il più grande in bocca al lupo per questa sua nuova vita. Si può quindi dire che abbia-mo costruito questa squadra nel corso dell’intero anno sportivo e siamo arrivati secondi causa i 5 punti di pe-nalità, disputando un campionato fantastico dove, una difesa dura e un attacco preciso, ci hanno permesso di fare nostre 16 partite su 20”.

Come è stato allenare una squadra femminile?“Una cosa fantastica. Devo infatti ringraziare ognuna delle ragazze per avermi fatto cambiare personalmen-te; avendo sempre allenato squadre maschili ero abi-tuato ad avere un certo tipo di atteggiamento. Pensavo che fare il sergente fosse l’arma vincente per ottenere i dovuti risultati e invece con loro ho capito che gli atleti ragionano con la testa, mentre le atlete ragionano con il cuore, con i sentimenti, ed ho imparato a capire ogni mia singola giocatrice anche solo da uno sguardo; ma per arrivare a questo abbiamo litigato, fatto pace e di-scusso mille altre volte ancora e soprattutto ci sono vo-

luti tanti mesi. Il bello di allenare una squadra femminile

ci sono emozioni, sentimenti, musi duri, lunghi pianti e sorrisi. Dopo tanti anni nella maschile devo ringraziare questa squadra per avermi fatto pensare tanto ma so-prattutto cambiare personalmente ed ora, dopo mesi di lavoro, posso dire che è di gran lunga migliore allenare una squadra femminile che maschile in quanto ti tra-smettono molte più emozioni, che siano brutte o belle, l’importante è che mi arrivino e devo ringraziarle perchè in ogni allenamento, in ogni partita, e ogni volta che sta-vamo assieme ognuna di loro me ne trasmetteva”.

Non deve essere stato facile allenare una squadra com--

re questa squadra?“In ogni squadra che vai hai questo tipo di problema. Fortunatamente al mondo siamo tanti e siamo tutti di-versi anche in una sola minima parte. Nella mia squadra ho dovuto confrontarmi con quattordici caratteri diver-si: da mia moglie Elwira alla tredicenne Andrea; dalla più esuberante alla più timida. Il bello di fare l’allenato-re è anche sapere come gestire ognuna di loro e devo dire che all’inizio è stata molto dura. Poi con il lavoro e soprattutto con il tempo ho cominciato a capire come

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dovevo parlare con ognuna di loro e soprattutto come approcciarmi durante le partite. Un grazie particolare lo voglio dire soprattutto alle mamme che fanno parte di questa squadra: al capitano Ilenia Scamperle, a France-sca e Barbara Montoro che, nonostante il duro lavoro di mamma, si sono sempre impegnate in quest’annata

Un ottimo lavoro dunque e per l’anno prossimo cosa vi aspettate?“Innanzitutto voglio ringraziare a nome di tutta la socie-

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che la pallamano non è considerato uno sport come il calcio ma i nostri sponsor non ci hanno mai abbando-nati anzi, hanno creduto nel nostro progetto: ad oggi contiamo ben 20 bambine dell’under14 femminile e altri 14 bambini dell’under14 maschile, frutto della collabora-zione con la scuola media di Vigasio. All’anno prossimo ancora non c’abbiamo molto pensato, per ora ci godia-mo l’estate e il riposo che ci spetta per poi tornare ad agosto con la preparazione atletica dove alle giocatrici

talento per completare la squadra”.

Sentiamo quindi il capitano della squadra Ilenia Scam-perle, bandiera della società del Vigasio. Com’è stato il campionato?“Beh sicuramente è stato un anno sportivo competitivo

confrontate con formazioni di buon livello. Non posso però nascondere che mi manca l’adrenalina che provavo nelle passate stagioni dove eravamo in A1 e quindi lot-tavamo per lo scudetto; la carica e la competitività era maggiore, forse anche perché scendendo di categoria sentivo il campionato meno impegnativo, cosa che da un certo punto di vista è stata positiva visto che da poco

tiene molto occupata”.

Sei stata una delle poche a rimanere per tutta la propria carriera sportiva nella stessa squadra, un po’ il Del Pie-ro della Pallamano quindi. Come mai questa decisione?“Durante tutti questi anni di attività sportiva ho avuto delle proposte da altre squadre, ma forse sono arrivate troppo tardi, quando ormai avevo impostato la mia vita

paura di andare da un’altra parte per poi magari tornare a Verona e trovarmi senza lavoro era molta. Devo dire però che ci ho pensato parecchio se accettare o meno la proposta perché la voglia di farmi un anno o due in un’altra squadra mi incuriosiva sia sportivamente che personalmente. Poi c’è da dire che sono una persona che si lega molto alla maglia e quindi sono orgogliosa di essere il capitano di questa squadra e di giocare per questa società”.

In tutti questi anni qual è stata la vittoria più bella e più importante?“La vittoria più grande è stata sicuramente quella del 2001 quando abbiamo vinto lo scudetto, ancora quando giocavamo a Dossobuono. Poi in A1 ci sono state tante altre partite belle, emozionanti e giocate come fossero

a crescere sia come sportiva che come persona”.

E l’esperienza più importante con la Nazionale Italiana?“Beh, io non posso vantarne moltissime, in quanto nel momento in cui le cose si facevano serie con la Naziona-le e avrei potuto dire la mia, ho avuto la splendida noti-zia di essere in dolce attesa.Comunque l’esperienza più soddisfacente è stata quan-do eravamo a Budapest con la Nazionale Seniores e c’era come allenatrice Ljiljana Ivaci che pensavo mi considerasse un discreto pivot, ma nulla di più. Invece

complimenti per la grinta e la determinazione che ho di-

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mostrato in campo, cosa secondo me fondamentale per una giocatrice”.

Sicuramente in questi anni hai avuto molte compagne di squadra diverse, quali sono state la migliore tra que-ste?“Sono state due: Sara Martoni e Silvia Scamperle. Due legami completamente diversi ma entrambi fortissimi, le mie due spalle qui dentro sono state loro. Con Sara ho un rapporto quasi viscerale oserei dire, anche se ci sentiamo dopo mesi è come se l’avessi sentita l’ora pri-ma; mentre per me Silvia è come fosse la sorella minore, quella da accudire, anche se ovviamente sa il fatto suo sia personalmente che sportivamente”.

E invece la miglior avversaria?“Parlando di rivalità sportiva tra lo stesso ruolo, sicura-mente Elena Barani. Io volevo arrivare dove è arrivata lei anche se poi non sono riuscita sicuramente per diver-

quando giocavamo contro si sentiva l’astio che si crea-

dava sempre e fuori siamo sempre andate d’accordo. E questa è a mio parere la cosa bella dello sport, in campo non hai amiche o nemiche, in campo lotti per vincere e che vinca il migliore, fuori è tutt’altra storia”.

In tutti questi anni sicuramente hai cambiato molti alle-natori, qual è stato il più bravo?“Nelle giovanili è stato Augusto Ferraro: secondo me ad una squadra di giovani serve una buona base e lui ce l’ha insegnata a dovere, tutte sapevano cosa dovevano fare e in che modo. Poi invece a livello tattico-tecnico nella serie maggiore, apparte il carattere, direi Marco Trespidi che sa il fatto suo e ci ha insegnato molto”.

Dèsirèe Dalla Fontana

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F rancesca Tibaldi, lo sport ce l’ha nel DNA. La sua è una storia dai forti risvolti umani che colpisce per tenacia, determinazione, spirito di

partecipazione : è il racconto di una donna, di una mamma che ha fatto dello sport non solo uno stile, ma una vera filosofia di vita. L’abbiamo incontrata al rientro da Singapore, dove si è tenuta la sesta edizio-ne dell’AVIVA IRONMAN, la prima importante gara di una lunga stagione. La triatleta veronese si è presentata al via da capita-na azzurra del nuovo team Ironwoman, e ha chiuso con un sesto posto assoluto di tutto rispetto: “Sono contenta della mia prima gara della stagione. Malis-simo il nuoto, proprio io in acque libere non sono ca-pace! Bici bene, è da due settimane che pedalo con una nuova bici e sono soddisfatta. Anche la corsa è andata bene, anche se non ho mai

sentito così caldo in vita mia! Volevo solo finire… E ho finito!”. Il suo percorso sportivo inizia a Fumane, da sempre fabbrica di triatleti. È proprio presso la piscina del paese che inizia a nuotare, nel Verona 85: allenamen-ti durissimi e lunghissimi. Durante gli stessi anni si affaccia anche alla corsa campestre e nei primi anni del liceo si iscrive all’atle-tica Pindemonte. “Un giorno mi reco al campo San-tini per una sgambata ed incontro il triatleta Marco Marchese, mio ex compagno di squadra al Verona 85, che tra una chiacchiera e l’altra mi suggerisce di provare a fare una gara: è la svolta. Mi vende una bici e mi presenta Mattia Toffolutti, il mio primo al-lenatore”. Arriva così la sua prima gara di triathlon, lo sprint di Marostica il 1° maggio del 1994. Sembra un desti-no tracciato: la settimana seguente riceve la prima convocazione della Nazionale Italiana di Triathlon a Novara per un test sui 5000. Da quel momento, nulla sarà come prima: si fa sul serio in un susseguirsi di allenamenti, convocazioni, gare, trasferte. I ricordi di quel periodo sono belli ma anche amari: “lo sport, tanto sport, troppo sport ha anche i suoi risvolti negativi...” Siamo nel 1999, Fran-cesca è stanca e si sente scarica. Ne ha abbastanza, e decide staccare la spina per riprendersi la propria vita: “mi sono laureata, ho iniziato le esperienze nel mondo del lavoro, ho conosciuto Roberto... Ci siamo sposati nel 2004. Nel 2006 è arrivato Giorgio e nel 2008 è nato Zeno. I primi anni sono stati difficili: non si dormiva mai. Altro che Ironman...Non potevo ne-anche immaginare di fare sport in quegli anni!”Per tenersi in forma nel 2010 torna in piscina, si ripre-senta a correre sulla pista del Santini, e sale nuova-mente in bici. Mamma Francesca riprende ad allenarsi con una cer-ta regolarità; torna in forma: la logica conseguenza è il rientro alle gare, un nuovo inizio che puntual-mente avviene alla Triathlon Sprint di Fumane. Ci scherza su: ”ho scelto la gara “di casa” perchè così

Francesca Tibaldila supermamma volanteDopo uno stop che le ha permesso di ricaricare le batterie, di sposarsi e di diventare mamma, Francesca Tibaldi

è tornata al triathlon. Più forte e combattiva di prima

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sarei stata vicina al ricovero. Scherzi a parte, torno a riprovare belle sensazioni e ci ritrovo gusto: per la mia seconda gara mi presento a Bardolino, la terza a Bellagio e così via.” Poi un giorno la chiama Mar-co Marchese (quello che l’ha introdotta al triathlon nel 1994) e le dice che lui organizza un bel viaggio a Phuket... Si convince, decide di partire e partecipa alla gara; da lì non si fermerà più perchè “il triathlon è davvero uno sport divertente e organizzato la maggior parte delle volte in luoghi molto belli. Cominciare a fare sport o ricominciare dopo tanto tempo di inattività non è facile. Ma con la compagnia giusta, passati i primi giorni, diventa parte di te.” Brava Francesca, la tua sfida l’hai vinta. Per noi, que-sto è il messaggio più bello...questo è lo sport.

Lorenzo Fabiano

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- Nata a Verona il 3 luglio 1975- Laureata in Scienze Politiche all’Uni-versità di Bologna- Mamma di Giorgio e Zeno, sposata con Roberto- Atleta della Nazionale Italiana di Triathlon tra il 1994 e il 1999. Vin-ce in quegli anni numerose gare tra cui il celebre Triathlon Inter-

nazionale di Bardolino. Dopo una pausa dallo sport di 11 anni, ricomincia a gareggiare nel 2010, vincendo il titolo italiano della mia categoria S4 nella distanza Olimpica e Lungo. Da allora ha parteci-

-

Il 27 novembre del 2011 fa il suo primo Ironman a Cozumel, Messico.

- Nel 2011, insieme all’amico Alessandro Degasperi, fonda www.irontravel.it

- Dal 1994 al 1999 atleta della Nazionale Italiana e p.o. per Sydney 2000.

- Campionessa Italiana Juniores olimpico, sprint, duathlon nel 1995, Campionessa Italiana elite sprint nel 1995, 2° Cam-pionato Italiano Long Distance nel 1999, 3° I.T.U. Event Aguillas (E) nel 1998, 5°Coppa Europa Ginevra (SUI) nel 1997, 5°I.T.U. Event Gjor (HUN) nel 1998.

- Ha vinto 22 gare su distanza olimpica e sprint in Italia tra 1994 e il 1999. Dopo 11 anni di stop dalle gare ricomincia a fare sport nel marzo 2010.

- Nel 2012, su proposta dell’amica Laura Pederzoli, diventa presidente dell’ASD Ironwoman Italia.

Campionessa Italiana Age Group Olimpico Tarzo Revine (TV), Campionessa Italiana Age Group Long Distance

Bellagio(CO), Terza assoluta Campionato Italiano Long Distance Bellagio (CO), Gare Internazionali circui-to Ironman 2010, 10 ° Pro – Asia Pacific 70,3 Ironman Championship

2° Triathlon Olimpico Internazionale di Pietra Ligure (SV), 2° Triathlon Sprint di Sanremo (IM), 2° Triathlon Sprint Villafranca (VR), 1° Triathlon Sprint di Lovadi-na (TV), 5° Campionato Italiano Assoluto Olimpico Tarzo Revine (TV), 13° Campionato Italiano Assoluto Sprint Ri-mini, 10° posto Ranking Italiano distanza Sprint, 12° posto Ranking Italiano distanza Olimpica

3°assoluto Pro Ironman 70.3 Pescara, Italia 2011, 13°Campionato Europeo Pro 70,3 Ironman Wiesbaden 2011, 20°Pro Ironman 70.3 IRONMAN WORLD CHAM-PIONSHIP, Lake Las Vegas 2011, 8° Pro Ironman Cozu-mel, Messico

Chi è Francesca Tibaldi

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Tra i temerari che nello scorso mese di Aprile -

hara per partecipare alla Ventisettesima edizio-ne della Marathon des Sables, c’era anche un nostro concittadino. Luca Battistoni, imprenditore veronese di 47 anni, sposato con Elisabetta e padre di Andrea e Chicco, insieme agli amici Fulvio Moneghini, Corra-

Challenge, un ambizioso progetto che prevede la par-tecipazione alle più dure prove Ultratrail del panorama

mondiale dipanate su un quinquennio. Hanno iniziato quest’anno nel deserto marocchino, per poi prosegui-re negli anni a venite, con il deserto dell’Atacama in Cile, quello dei Gobi, di nuovo il Sahara (stavolta egizia-no), e chiudere con l’attraversata tra i ghiacci dell’An-tartide nel 2016. La Marathon Des Sables ha preso il via il 6 Aprile: gli estenuanti 250Km corsi in 6 massacranti tappe (tra cui una di 82km chiusa in notturna) in totale

di un migliaio di runners provenienti da tutto il mondo.

Luca Battistoni, di corsa tra le dune del SaharaLa Marathon des Sables (Maratona delle Sabbie) è una corsa sulla distanza di 240 km che si svolge interamente nel

Sahara marocchino. In rappresentanza di Verona il quarantasettenne atleta-imprenditore

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La manifestazione è durata una setti-mana, con sei frazioni e un giorno di riposo. I partecipanti hanno percorso la lunghezza della maratona in com-

-go il percorso un ristoro ogni 10 km dove i partecipanti potevano ritirare la razione personale di acqua giorna-liera (nove litri). Luca ha iniziato a ci-mentarsi nella corsa da qualche anno prendendo parte a qualche maratona quasi per gioco, come capita a tanti. Vi ha pian piano preso gusto trovandovi una propria dimensione ed una forte motivazione, utile anche a migliorarsi come uomo nella vita di tutti i giorni. La misura con sè stesso e i propri com-pagni di avventura ha fatto il resto. Così dopo aver macinato 10.000 km in un anno, simulando quelle condizioni estreme, che avrebbe trovato tra le dune del deserto, è partito. Non sono

Battistoni e suoi compagni ce l’han-no fatta completando la massacran-te marcia in modo più che brillante. Il runner veronese ha chiuso la prova al 246°posto, il TEAM4RUN al quat-tordicesimo, quarta formazione non professionistica. Davvero un gran bel risultato. Al ritorno a casa, conserva sopra ogni cosa la soddisfazione di aver portato a termine un’impresa straordinaria e la consapevolezza di aver provato emozioni indimenticabi-li. Gli abbiamo chiesto cosa gli rimane di quest’avventura:” Direi che è stata un’esperienza unica dal punto di vista umano, per averla condivisa con atleti provenienti da tutto il mondo, un sor-ta di comunità internazionale. Un’e-sperienza sportiva, perchè richiede una lunga preparazione, senza la qua-le non sarebbe possibile portarla a ter-

perchè il deserto è davvero un posto magico, dove ti ritrovi con te stesso.” Dopo aver concluso la Marathon Des Sables in Marocco, per Luca il deserto dell’Atacama in Cile è ora più vicino. Alla prossima puntata quindi...

Lorenzo Fabiano

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I segreti per una frenata sicuraEmanuele Arbetti, pilota veronese di rally, ci accompagna alla scoperta del mondo dei motori e della guida

Lettori di Sportdipiù ben ritrovati. Oggi parlere-mo della frenata.

Innazitutto vorrei precisare che una ruota bloccata fa meno attrito di una che gira, per cui se blocco le ruote al-lungo lo spazio di frenata. La cosa principale per otte-nere una frenata potente ed

efficace è quella di non bloccare mai le gomme.In taluni casi, però, questo non è rigoroso. Se la fre-nata avviene con una gomma che ha meno carico delle altre (es. una frenata in semicurva, o con l’au-to appena sbilanciata), vi sarà l’anteriore “interna” che tenderà al bloccaggio. In quel caso, è preferibile sfruttare al massimo l’aderenza delle altre 3 gomme, accettando il bloccaggio di quell’unica gomma con poca aderenza, piuttosto che sacrificare l’aderenza di tutte le gomme in funzione dell’unica che tende al bloccaggio.Naturalmente, la frenata deve essere effettuata in modo da non sbilanciare l’auto e quindi per quanto possibile, bisogna sempre frenare con l’auto perfetta-mente allineata, solo in questo modo si può premere a fondo sul freno e sfruttare l’aderenza di tutte e 4 le gomme. Se si comincia a zig-zagare durante la frena-ta, diventa indispensabile rilasciare il freno per poter

controllare l’auto e non fare testacoda, con ovvio al-lungamento dello spazio di frenata.Per effettuare una frenata potente, efficace e cor-retta, quindi, è necessario avere l’auto perfettamen-te allineata, i freni ed i pneumatici in buono stato,e valutare l’aderenza del fondo in base alle condizioni climatiche.Il sistema per minimizzare i tempi e gli spazi di frena-ta, è quello di premere sul pedale del freno in modo graduale, in modo da evitare il bloccaggio delle ruote, indipendentemente se la nostra autovettura è equi-paggiata o meno con sistemi di aiuto (ABS – ESP).

inserirci in curva, diventa fondamentale come rilascia--

pende come l’auto rialza il muso e perde carico all’avan-treno. Giocando su questa manovra, quindi, possiamo

facendola passare da sotto a sovrasterzante.Analizziamo ora brevemente il comportamento dell’auto in frenata. A vettura ferma i pneumatici de-vono semplicemente supportare il peso del veicolo e si deformano quel tanto che basta per avere la giusta aderenza.La forza peso si immagina concentrata nel baricentro della vettura. È una semplificazione che però riesce a spiegare senza errori il comportamento reale della vettura.

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l’iniziativa sdp

Immaginiamo ora di lanciare la vettura in rettilineo e di applicare una potente frenata. In questo momento “nasce” la forza di inerzia che è proporzionale alla massa della vettura (in poche pa-role: più la vettura è pesante e più ce n’è) e alla dece-lerazione alla quale sottoponiamo la vettura (in po-che parole: quanto schiacciamo il pedale del freno). Tralascio la pesante dimostrazione rigorosa con l’e-quilibrio delle forze, anche perché avrei dovuto con-siderare anche l’inerzia alla rotazione delle ruote, per esempio. Il risultato è:- la forza di attrito sulla ruota anteriore è direttamen-te proporzionale al peso della vettura, alla decelera-zione della vettura, all’altezza del baricentro della vettura, all’inerzia alla rotazione delle ruote (in prati-ca quanta fatica faccio per mettere in rotazione solo le ruote)- la forza di attrito sulla ruota anteriore è inversamen-te proporzionale al passo della vettura (distanza fra le ruote)- le ruote posteriori seguono le stesse relazioni ma in-versamente alle grandezze in gioco.In definitiva: più è pesante la vettura, più è lunga e più schiaccio il freno e più l’anteriore dovrebbe tenere! È però importante notare che:- in queste condizioni si arriva prima all’angolo di deri-va limite e quindi la gomma non resiste e non riesce a frenare la vettura: vado dritto!- in queste condizioni di trasferimento di carico “vio-lento” si arriva sicuramente prima al limite di deriva della gomma che al limite di tenuta dovuta alla forza scambiata con il terreno, a meno di avere a che fare con fango o ghiaccio.L’effetto risultante di una frenata, pertanto, è quello di variare la forza che va ad agire sugli assi anteriori e posteriori dell’auto, aumentando la forza su quel-lo anteriore e diminuendola su quello posteriore. E’

esattamente come se in frenata aumentasse il peso sull’asse anteriore, e diminuisse il peso sull’asse po-steriore. Ecco perché vediamo la vettura col muso verso l’alto in fase di accelerazione, e abbassarsi in frenata.Per questo si parla di “trasferimento di carico”: le forze in gioco fanno sì che, ai fini pratici, si ottenga un risultato analogo a quello che si verificherebbe se il peso dell’auto si spostasse verso l’avantreno, spostando il baricentro e i pesi gravanti sui singoli assi.Da qui si capisce come mai si cerca sempre di abbas-sare il baricentro il più possibile e perché questo ha effetti benefici sulla tenuta del veicolo: esso diventa più stabile; in frenata a parità di condizioni la forza di attrito sull’anteriore e sul posteriore MA si allonta-nano dal limite di deriva le gomme. che quindi riesco-no a rispondere alle sollecitazioni imposte dal freno e riescono a frenare di più la vettura che a sua volta aumenta la decelerazione e così via, in un circolo vir-tuoso.In definitiva, abbassando il baricentro è come se io guadagnassi un “bonus” di aderenza, visto che devo esercitare Forze maggiori per provocare forze oriz-zontali (e analoghe trasversalmente, sia chiaro) che portino le gomme al limite di deriva.In analogia a questo discorso c’è quello sul passo del-la vettura: più il passo è lungo le forze di attrito sui pneumatici anteriori e posteri sono più piccole che non in una vettura a passo corto. Ecco spiegato come mai un veicolo a passo lungo è più stabile di un vei-colo a passo corto, tanto in frenata quanto in acce-lerazione. Ma, per contro, questo rende l’auto meno “reattiva” ai comandi del guidatore, e se si esagera si ottiene un’auto così stabile da essere difficilmente manovrabile!

Emanuele Arbetti

Info: www.emanuelearbetti.it - www.arbettimotors.it

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“Coordinamento” per il Verona C5Assieme alla tessera del Coordinamento i tifosi affiliati riceveranno un abbonamento per le gare casalinghe che si

disputeranno al Palasport di Verona per il campionato di serie A

diocesi verona

Dopo che l’euforia europea è evaporata nel letale aTutti pronti si parte. Inizia con un passo impor-tante la nuova stagione del Verona Calcio a 5 nella

massima serie del futsal italiano. Un’iniziativa nata dalla collaborazione con il Coordinamen-to Calcio Club Hellas Verona presieduto da Alberto Loma-

partite della squadra di mister Marco Langè nell’élite del calcio a 5 italiano. Assieme alla tessera del Coordinamen-

per le gare casalinghe che si disputeranno al Palasport di Verona per il campionato di serie A.“E’ un momento particolare per il calcio a 5 e per tutto lo sport veronese, la promozione dalla A2 alla A è un traguar-do storico arrivato proprio nel ventennale della società – ha esordito il vicepresidente del Verona Calcio a 5 Massimo Gianmoena – siamo felicissimi di poter presentare questa iniziativa nata grazie all’apporto fondamentale del Coor-dinamento con i suoi responsabili Alberto Lomastro ed Elena Cona, che con questo progetto ci hanno dato un ul-teriore spinta nella decisione di iscrivere la squadra. Dopo una stagione incredibile come quella dello scorso anno ci siamo trovati di fronte ad alcune valutazioni economiche

non facili – ha continuato Gianmoena – ma questa colla-borazione e l’aiuto di alcune istituzioni ci hanno convinto ancora di più che Verona meriti il grande palcoscenico del calcio a 5 nazionale”. Con l’abbonamento dato ai tesserati del Coordinamento sarà facile aumentare ancora di più il pubblico di un palaz-zetto che dovrà diventare una sorta di fortino per la for-mazione gialloblù, come ha ricordato il direttore generale Stefano Cacciatori.“Abbiamo deciso ben volentieri di appoggiare una splendida realtà come quella della società della famiglia Gianmoena - ha evidenziato il presidente del Coordina-mento Calcio Club Hellas Verona Alberto Lomastro, che ha portato una squadra di Verona in serie A con tanti sforzi, oggi nasce un progetto importante che credo sia l’unico del genere in Italia”. “Sono convinto – ha concluso Lomastro - che molti dei

appassionare anche al calcio a 5 di altissimo livello”.

Luca Mazzara

Info: www.veronacalcioa5.it

ufficio scolastico veronasdpsdp

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La potenza è nulla senza il vento!

Una creatura invisibile. Nè forma, nè consisten-za, nè colore. Eppure presente, influisce sulla nostra vita di tutti i giorni e sulle nostre atti-

vità. Quante cose muove e spinge. Le nuvole. I mu-lini. Le barche. Gli aquiloni. I nostri animi. Ingrossa il mare, alza la sabbia, gonfia i drappi. Soffia, lento, caldo, profumato. Spinge, forte, freddo, pungente. Devasta, percuote, scompiglia. Così come nasce, cre-sce, imperversa, si esaurisce, muore. E l’acqua. Ele-mento così versatile. Si plasma e si adatta a tutto, alla ricerca del suo equilibrio. Indomabile, penetra ovunque. Permanente ed eterna come il tempo e lo spazio. Placida come quella di un lago, impetuo-sa come il moto del mare e degli oceani, turbinante

come le cascate. Montagne blu da cavalcare o vasti specchi d’indicibile bellezza da attraversare. Quanto ricordo ancora quell’estate. Quella glorio-sa estate. Era Luglio. Avevo da poco iniziato a fare windsurf, avevo fatto il corso alla storica scuola del Nany, a Navene. Ogni giorno avanti e indietro in ac-qua con la tavola sotto i piedi, appena potevo. Stavo navigando, quando d’un tratto una raffica di vento. Potenza. Accelerazione. Panico e confusione. La tavola che comincia a scivolare sul pelo dell’acqua sempre più veloce, come un motoscafo. E’ lei: la pri-ma planata! Che sensazione! Che conquista, quell’at-timo irripetibile che fa da spartiacque nella carriera di ogni surfista. Un nuovo mondo mi si apriva davan-ti agli occhi, immenso, emozionante. Nient’altro più contava ora. Sono passati 10 anni ormai. Ora la pas-sione si è trasformata in lavoro. E nonostante ciò, anche insegnare questo sport è diventato a sua volta una passione. Perché ritrovare quella stessa gioia - che allora fu mia - nei volti delle giovani nuove leve, non ha prezzo. Ancora oggi dopo così tanto tempo, ogni volta che metto la tavola ai piedi, che la prua taglia l’onda e che mi lancio all’inseguimento di quel-la raffica si rinnova in me una vivida sensazione di libertà. Mai nessuno sport è riuscito a darmi tanto. Il windsurf è sfida, competizione con se stessi, frustra-zione a volte. Migliorarsi continuamente. Spesso attesa estenuan-te del vento giusto. È il porsi un obiettivo per volta da raggiungere, arrancando con fatica, strappando-lo coi denti, portando a casa il risultato... Molti altri sport accomunano il surf ed hanno come sfondo questi due meravigliosi elementi che la na-tura ci dona ogni giorno, l’acqua e il vento. Tra gli ultimi arrivati, oltre al più classico e già più rodato Windsurf, ci sono il Kiteboard ed il S.U.P.Il Kitesurf è un’attività acquatica assai spettacolare, di recente invenzione (1999), nata come variante del surf. Consiste nel navigare facendosi trascinare da un aquilone (kite), manovrato attraverso una “bar-ra” (boma), collegata da sottili cavi detti “linee” lunghe circa 25 metri. E ai piedi si utilizza una tavola molto simile a quelle che si usano nel wakeboard o nel surf da onda. L’uso di aquiloni per trainare ogget-

diocesi veronaufficio scolastico veronasdp

Il windsurf è sfida, competizione con se stessi, a volte frustrazione. Sempre - e comunque - con l’aiuto del vento

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ti o persone è una pratica che risale già al XIII secolo,

traino cominciò ad essere applicato agli sci, allo ska-te, alle canoe, a qualsiasi cosa rotolasse o scivolasse su terra o in acqua. Fu grazie ai fratelli francesi Le-gaignoux, che brevettarono il WInd Powered Infla-table Kite Aircraft (WI.P.I.K.A.), che l’aquilonismo da

sicuro, praticabile ed accessibile. Una caratteristica, oltre alla praticità dell’attrezza-tura, è la velocità con cui si può imparare a planare e in seguito a compiere evoluzioni. Un buon corso di mediamente 8/10 ore fornisce le basi per un inizio della pratica sicura ed autonoma. Seguire un corso non è obbligatorio ma vivamente consigliato. Il kite-surf infatti è uno sport definito estremo e, benché i moderni materiali abbiano esteso la sicurezza, le insidie sono numerose, anche e soprattutto per gli altri. Per minimizzare il pericolo è bene rivolgersi a centri opportunamente attrezzati, come ad esempio al Nany’s Aqva Center di Navene, dove è possibile frequentare corsi di vari livelli, dal principiante all’e-sperto, tenuti da istruttori altamente qualificati.

S.U.P.L’acronimo S.U.P. sta per Stand Up Paddle, una va-riante del surf da onda, dove il surfista usa una paga-ia singola per muoversi sull’acqua, mentre sta in pie-di sulla tavola. Questa disciplina trae origini dall’uso

che facevano gli antichi polinesiani delle loro pseudo imbarcazioni da pesca, nel paradiso dell’arcipelago delle Hawaii, le quali di ritorno dal mare aperto, ve-nivano usate sfruttando l’onda delle barriere coralli-ne per rientrare a terra. La crescente popolarità del S.U.P. dai primi anni del 2000 è in gran parte dovuta a nomi altisonanti legati all’eccellenza del mondo del surf, quali Dave Kalama, e Laird Hamilton che hanno reintrodotto il SUP come modo alternativo di allenarsi, nei periodi in cui l’onda non era abbastan-za grande per poter essere surfata. Una differenza tra la concezione classica del surf e la rivisitazione moderna del S.U.P. è che quest’ultimo non ha biso-gno per forza di un’onda. In S.U.P. si può pagaiare in mare aperto, nei porti, sui laghi, sui fiumi o su qualsi-asi massa d’acqua. Uno dei vantaggi dello Stand Up Paddle Surfing è anche l’angolo di vista. Grazie alla postura eretta che domina la superficie dell’acqua, si enfatizza l’aspetto contemplativo del panorama circostante. Il SUP “da fiume” inoltre sta guadagnando popolarità nel settore del canyoning, grazie all’agilità del mezzo nella navigazione tra ra-pide ed ostacoli. Lo Stand Up Paddle Surfing è ad oggi l’attività ac-quatica a più rapida crescita perché permette di coinvolgere una vasta cerchia di nuovi appassionati ed inoltre dà la possibilità di sfruttare anche i piccoli frangenti da risacca per fare surf. Per evitare postu-re sbagliate o errori nella tecnica di pagaiata, meglio affidarsi ad una scuola. Presso il Nany’s Aqva Center troverete una vasta gamma di tavole da S.U.P., oltre alla possibilità di seguire un corso per impostare la giusta tecnica di base.

Nany’s Aqva Center Navene, Malcesine.(in collaborazione con Alberto Fabbri)

Info: www.nanywindsurf.com

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Con l’arrivo dell’estate e anche per l’hockey villa-franchese arrivano le ultime occasioni per vincere qualcosa e fare il bilancio per quanto riguarda la

-macchi Tosoni”, struttura che potenzialmente può ospita-re eventi internazionali per la qualità dell’impianto in erba sintetica saturo d’acqua, si sono disputate in occasione del primo Fineco Trophy, le Final Four di Coppa Italia di serie A2 e l’ultima giornata di campionato di serie A femmini-le. Ricordiamo che questo straordinario impianto è stato rinnovato nel 2011 grazie ai fondi stanziati da Comune, Re-

gione e Federazione Italiana Hockey e oggi senz’ombra di dubbio è in linea con i migliori impianti europei. Per l’oc-casione è stata terminata la nuova struttura che ospita i giudici di gara, ora rimangono come ultime opere da rea-lizzare la tribuna e i nuovi spogliatoi previsti in arrivo nel 2013. Una tre giorni (1-2-3 giugno) indimenticabile grazie alla conquista del trofeo per la nostra squadra maschile e grazie alla vittoria per la squadra femminile ai danni del fanalino di coda Hf Roma che porta le venete a chiudere il campionato 2011-2012 al secondo posto. Le giornate si

organizzata per i ragazzini e le ragazzine (4-12 anni) del vivaio che sabato hanno ricevuto i diplomi e le medaglie della scuola di Hockey tra gli applausi delle 30 famiglie. Se alle origini e in passato dire Giagulli a Villafranca vole-va dire Hockey oggi non è più così: a questo cognome si

di Vujovic anche se hanno ancora molto da vincere prima di eguagliare il palmares di chi li ha preceduti. Nei numeri precedenti abbiamo parlato molto della squadra femmi-nile trascurando quanto di buono abbia fatto dal 1956 la società maschile.La Formazione guidata da Bazzoni, terminato il campiona-

-soluta tranquillità e mettendo in mostra un ottimo Hockey concedendo ben poco agli avversari. Una squadra compatta che ha permesso ai giovani Fran-

esaltanti. I complimenti vanno a tutta la squadra:Franzoia D.-Salgari A.-Salemi M.-Colpani G.-Bazzoni L.-Bu-ckingam N.-Guzman D.-Urli L.-Faccioli D.-Franzoia M.-Salinas P.-Debortoli A.-Franchini A.- Melegatti M.- Franchini F.-Zermi-niani A.-Ortombina C.-Gandini G.- al Team manager Melegat-ti L. al Mister Bazzoni H. e al presidente Saviatesta M.La formazione veronese chiude al primo posto con tre vit-torie in atrettante gare.Per quanto riguarda le ragazze dell’HCF Villafranca si può

buona gara, imponendosi sull’Hf Roma e terminano il cam-pionato di serie A al secondo posto scavalcando il San Saba per un punto. Per loro ricordiamo che il titolo si è irrimedia-

I ragazzi del Villafranca alzano la Coppa Italia 2012Una tre giorni (1-2-3 giugno) indimenticabile grazie anche alla vittoria del trofeo da parte della formazione maschile

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-tato la formazione veronese a 9 punti dalla capolista Brà Lorenzoni che non ha mai perso. Ricordiamo i nomi delle protagoniste di questo, comunque positivo, campionato:Montresor A.-Giagulli V.-Tobia C.-Lombardi P.-Ollino G.-Obrist J.-Laptsevich Y.-Wyeberalska A.-Monteleone L.-Rivero L.-Scarone A.-Rueda L.-Manzur R.-Prandoni N.-Kovtun J. Inoltre un applauso al mister Guzman D. al team mana-ger De Fazio E.- al Vice-pres. Malvezzi P. e al Presidente Vujovic M. Ora sia la squadra maschile che quella femmi-nile guardano al futuro con un pizzico di serenità in più sa-pendo che per la nuova stagione gli obiettivi da centrare saranno sicuramente più ambiziosi.

Mirko Simonaio

Risultati Final Four Coppa Italia 2012VENERDÌHockey Villafranca - Superba Hc GE: 4 - 1Cus Padova - Città del Tricolore RE: 5 - 1

Hockey Villafranca - Cus Padova: 4 - 3 Superba Hc GE - Città del Tricolore RE: 2 - 1

Cus Padova- HC Superba GE: 3-7Hockey Villafranca- Città del tricolore RE: 3-0

CLASSIFICAHockey Villafranca 9, Superba Hc 6, CUS Padova 3, Città del Tricolore 0

Ultima di campionato: HCF Villafranca -Hf Roma 5-2CLASSIFICA FINALEHF Lorenzoni 46, HCF Villafranca 29, HF Lib.San Saba 28, SG Amsicora 24, CUS Pisa 21, CUS Catania 20, H.C. Suelli 17, Pol. Ferrini 13, HF Roma 7

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S i è svolta a Vienna, organizzato dalla Federa-zione Pesistica austriaca e dalla locale Società Sportiva di Sollevamento Pesi, la 48^ edizione

del Torneo Internazionale Alpe Adria di Pesistica, riservato alle squadre regionali dell’omonimo inter-land della zona geografica alpina ed adriatica.Tradizionalmente interessate alla manifestazione sette formazioni: Croazia, Slovenia, Bosnia Herzego-

vina, Zhala (Ungheria), le italiane Friuli Venezia Giulia e Veneto e l’organizzatrice Klosteneuburg (Austria), con squadre composte da quattro atleti, una femmi-na (open), e tre maschi (1 under 17, 1 under 20 ed 1 senior, over 20), con punteggio in base alla classifica Sinclair (speciale rapporto tra peso sollevato e peso personale).Il direttore tecnico regionale Bruno Toninel ha mes-

Bentegodi protagonista al Torneo Internazionale Alpe Adria 2012Oro per Enrico Taietta e argento per Maria Vittoria Sportelli. Quarto posto per la “Bentegodi-veneta”

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so in campo, per la rappresentativa del Veneto, quat-tro atleti, tutti appartenenti alla Sezione Pesistica della Fondazione M. Bentegodi 1868 Verona: Maria Vittoria Sportelli, Enrique Taietta, Dumitru Scutelnic e Fabio Garonzi.Ottima la prova del diciassettenne bentegodino Enri-que Taietta, che ha vinto la classifica degli under 17, conquistando una scintillante medaglia d’oro, solle-vando kg. 187 (85 di strappo e 102 di slancio), otte-nendo 257,56 e mettendo in fila tutti i suoi coetanei, con un peso personale di 66 kg..Nella gara open femminile, molto bene anche Maria Vittoria Sportelli, classificatasi al secondo posto, con un totale di 116 kg. (53 + 63) 125 e totalizzando 165,07 punti, con un peso personale di 52,2 kg., superata per soli 10 punti, dalla croata Mihaela Kruljac.Per lei questa è la prima medaglia nella classe “ma-ster”, sua nuova collocazione, dopo aver concluso l’attività in quella dei senior, coronata da una lunga e prestigiosa carriera agonistica, che l’ha portata più

volte sui podi nazionali ed internazionali.Quarta posizione per lo junior (under 20) Dumitru Scutelnic, con 177 kg. di totale (80 + 97) e 212,81 pun-ti, ad un peso personale di 83 kg.Nella classifica senior, infine quinta posizione per l’ultimo bentegodino in gara, Fabio Garonzi, con un complessivo di 239 kg. (105 + 134), 294,1 punti e con un peso personale di 79 kg..Abbastanza buone queste ultime due prove, nono-stante non i due atleti non si trovassero in perfette condizioni di forma.La squadra veneta della Bentegodi si è infine clas-sificata ad un più che onorevole quarto posto, a pochissime lunghezze dal podio, con 929,56 punti, con grande soddisfazione del D.T. regionale Bruno Toninel e del mestrino Bruno Gallo, arbitro nazionale di pesistica, entrambi partecipanti alla trasferta au-striaca.

Claudio Toninel

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Il nordic walking è ormai entrato di diritto, special-mente negli ultimi anni, a far parte degli sport sem-pre più praticati nel nostro paese. Disciplina nata ne-

gli anni trenta nel Nord Europa, la camminata “con le

in continuo aumento le società e le associazioni che pro-muovono ed insegnano la camminata nordica. In questo senso una delle new entry è la Nordic Walking Verona A.S.D., associazione costituita da Francesco Tur-

nordic walking intesa come mezzo di formazione psico-

“Il nordic walking - spiega Turri - consente di trarre no-

e delle direttive della Scuola Italiana Nordic Walking a cui si ispira ed aderisce. E’ un’attività da praticare all’a-ria aperta sia d’estate sia d’inverno ed implica un grande coinvolgimento muscolare. Un esempio? Con la cammina-ta tradizionale si fanno 1000 passi ogni 10 minuti mentre con il nordic walking, sempre in 10 minuti, ai 1000 passi si aggiungono 1000 spinte. Da ciò ne consegue che questo

in quanto richiede un elevato consumo energetico poiché coinvolge durante l’attività motoria la sollecitazione di cir-ca 600 muscoli, cioè il 90% della muscolatura del corpo umano. Uno sport completo, quindi, e adatto a tutte le età”.“Praticare correttamente il nordic walking – prosegue il presidente Turri - per-mette di ottenere notevoli vantaggi per il benessere del corpo come ad esempio una maggiore ossigena-zione dell’intero organismo grazie all’attivazione della muscolatura ausiliaria. Inoltre le forme principali della sollecitazione motoria rappresentate dalla forza, dalla resistenza, dalla mobilità articolare e dalla coordina-zione vengono costantemente mantenute in eserci-

-ni della zona cervicale, spalle, collo e nuca; rallenta i processi di invecchiamento; stimola l’eliminazione degli ormoni originati dallo stress; economizza l’atti-

-la il pensiero creativo che si trasforma in benessere;

Nordic walking: sportivamente sani.

Praticare correttamente il nordic walking permette di ottenere notevoli vantaggi per il benessere del corpo

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stimola i neuroni cerebrali ad ad emettere serotonine -

rando serenità e felicità e combattendo in tal modo, le tensioni nervose della vita moderna come ansia o altri problemi di natura psicologica; aiuta a controllare il bat-tito cardiaco che generalmente accelera in seguito ad uno stile di vita troppo stressante; consente di control-lare, regolarizzare ed armonizzare il ritmo respiratorio; garantisce lo scarico di carchi e tensioni della muscola-tura evitando di incorrere in strappi o stiramenti; rista-bilisce l’equilibrio dei valori della pressione, i livelli dei

trigliceridi e del colesterolo; aumenta la spesa energe-tica dell’organismo e conseguentemente il consumo di grassi; protegge l’organismo da osteoporosi e artrosi: infatti uno sforzo moderato e costante stimola la capa-cità delle ossa di assimilare il calcio e produce sostanza come l’elastina e il collagene che formano le cartilagini.

Il nordic walking si propone anche come strumento di -

denzia Turri – un valido aiuto per curarsi da diabete, obesità, malattie cardiovascolari, osteoporosi. Non solo quindi pillole e bisturi, ma anche un po’ di sport. A dirlo è un documento “Proposta per l’introduzione dell’eserci-

-terno del SSN” elaborato dalle Regioni e appoggiato dal Ministero della Sanità per far entrare lo sport nei Lea (i Livelli essenziali di assistenza – LEA - sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a forni-re a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione n.dr.). È fuor di dubbio che tra gli sport da introdurre come strumento di prevenzione e terapia c’è da mettere al pri-mo posto il nordic walking, straordinaria disciplina che coniuga sport e benessere, salute e movimento.

Marina Soave

AFFILIATO

Corsi Nordic Walking - Uscite Nordic Walking

TERMOSANITARIA s.r.l.

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Fare attività motoria con Minosse, Caronte e ScipioneNel periodo estivo allenarsi sotto il sole risulta più faticoso e in alcuni casi non salutare

L’attività motoria se fatta correttamente, rappre-senta sicuramente uno strumento fondamentale di prevenzione di molte patologie croniche e dege-

nerative quali: obesità, diabete, osteoporosi, patologie cardio-vascolari, disturbi mentali, ecc.Se l’attività motoria viene fatta o proposta in modo non adeguato, può diventare invece una fonte di rischio per la salute.

una prima scelta, ma spesso le palestre, consentono di

Fare attività motoria all’aperto, soprattutto nelle grandi

l’inquinamento e altri fattori ambientali possono diven-tare controproducenti.Nel periodo estivo allenarsi sotto il sole con temperatu-re elevate, magari in orari a cavallo del pranzo, risulta più faticoso e in alcuni casi non salutare. Oggi molte pa-lestre sono dotate di sistemi di climatizzazione dell’aria che consentono la gestione ottimale dell’ambiente sot-

in scienze motorie), spesso con la possibilità di trovare

Verona può essere considerata una città ideale per fare

andare in bicicletta o per correre e camminare, che con-sentono di trovare tamperature inferiori per la presenza della vegetazione rispetto al centro città, che per la pos-

dell’acqua aumentano la ventilazione e abbassano di qualche grado la temperatura.Nel periodo estivo si suggerisce di correre all’aperto al mattino oppure la sera, evitando la pausa pranzo. Se per motivi di tempo ci si può allenare solo nella pausa pranzo è meglio preferire la bicicletta, che consente di

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to fondamentale per chi fa attività motoria è l’idratazio-ne che deve essere sempre ottimale anche utilizzando integratori idrosalini. Sudare è sicuramente il modo più naturale che ha il nostro corpo per disperdere il calore,

ma le riserve disponibili di acqua devono essere sempre adeguate.Un ultimo suggerimento è quello di dotarsi di cardiofre-quenzimetro (strumento facilmente reperibile) che così consente allo sportivo di monitorare la frequenza car-diaca, ovvero i “giri del proprio motore”.

Giorgio Pasetto Info: www.www.centrobernstein.it

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Lo sci veronese festeggia un 2012 da incorniciareParticolarmente significativa è stata la presenza del vicepresidente della FISI nazionale Alberto Piccin

Dal punto di vista agonistico anche in questa sta-gione invernale 2011/2012 gli atleti veronesi si sono ben comportati conquistando risultati di

prestigio in campo internazionale, nazionale e regiona-le sia nello sci nordico che nello sci alpino.Sabato 12 maggio si è svolta presso il Cinema Teatro Val-pantena di Grezzana, la Festa dello sci veronese 2012, tradizionale passerella per rendere omaggio a sciatori e fondisti scaligeri protagonisti della stagione appena conclusa. A fare gli onori di casa è stato il presidente della FISI per la circoscrizione di Verona Roberto Lazzarini, che ha avuto parole di elogio e ringraziamento per tutto il movimento. Particolarmente significativa, è stata la presenza del vicepresidente della FISI nazionale Alberto Piccin, che si è complimentato con i nostri ragazzi e ha portato il saluto del neo eletto presidente federale Flavio Roda. Prima delle premiazioni dei vincitori di ogni categoria delle gare circoscrizionali e dei campioni provinciali di sci alpino e sci nordico è stata consegnata una targa di riconoscenza agli atleti, ai dirigenti sportivi e sci club per i prestigiosi ed importanti risultati agonistici otte-nuti nella stagione invernale 2011-2012. Per quanto concerne lo sci nordico, nelle categorie ra-gazzi, allievi, aspiranti e junior lo Sci Club Bosco l’ha fat-ta da padrone. Il “bottino” consiste in 13 medaglie d’oro, 13 d’argento e 5 di bronzo che hanno permesso di posizionare lo Sci Club Bosco per due volte al terzo posto nella classifica

a punti nei campionati regionali, ma soprattutto di ot-tenere uno splendido primo posto assoluto come so-cietà sulle nevi di casa. I risultati di maggior prestigio sono stati : due ori, un argento ed un bronzo di Debora Roncari ai Campionati Italiani Juniores, due argenti di Valentini Giada ai Campionati Italiani Aspiranti ed un bronzo di Corbellari Francesca ai Campionati Italiani Allievi.Nella finale nazionale Lattebusche per le categorie Baby e Cuccioli sono giunti ottimi piazzamenti: nei Baby Femminile 5° posto per Mariasole Cona (S.c. Bosco) e 11° posto per Anna Scardoni (S.c. Roverè), nei Baby Ma-schile 2° posto per Enrico Pasquali e 4° posto per Mar-co Erbisti (S.c. Roverè), nei Cuccioli Femminile 6° posto di Lara Massella(S.c.Roverè). Infine nei Cuccioli Ma-schile 5° posto per Mattia Tanara, 6° posto di Christian Roncari,entrambi dello S.c. Bosco, e 9° posto per Pietro Pomari dello S.C. Roverè.Nella Classifica Finale per Società del Trofeo LATTEBU-SCHE lo S.C. Roverè ha ottenuto uno splendido secon-do posto assoluto. A coronamento di tutta la stagione è arrivato il 2^ po-sto nella classifica assoluta di Coppa Europa di Lucia Scardoni, entrata in pianta stabile nella squadra azzur-ra di Coppa del Mondo.La stagione dello sci alpino è stata ricca di soddisfazio-ni per gli atleti del Comitato Provinciale di Verona, in modo particolare nella difficile categoria Giovani grazie ai portacolori dello S.C. GORETEX DRAGO.L’affermazione del sodalizio di Borgo Roma tra i maschi del Veneto è stata premiata con la conquista della Cop-

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pa Veneto Aspiranti di Pietro Cipriani, seguito da Mas-similiano Boselli al secondo posto e da Tiberio Guidolin al quarto. Con solo 7 atleti al cancelletto di partenza lo S.C. GORE-TEX DRAGO si è piazzato al terzo posto nella classifica per società Coppa Veneto Giovani. Prestigiosi risultati che, a dimostrazione dell’ ottima preparazione del gruppo allenato da l’ex azzurro Wal-ter Girardi, sono proseguiti nei Campionati Italiani Aspi-ranti con le bellissime medaglie d’argento di Pietro CI-PRIANI in discesa libera, e Tiberio Guidolin in gigante a soli 36 centesimi dall’oro grazie al miglior tempo nella seconda manche che lo ha visto rimontare dalla settima posizione. In Slalom Speciale e SuperGigante sono arrivati due po-sitivi ottavi posti per MassimilianoBoselli. Nella categoria Ragazzi registriamo gli acuti nei Cam-pionati Regionali con la vittoria nello Slalom del neo campione regionale Giacomo Stizzoli (U.S. Grezzana) e brillanti piazzamenti per Michele Gasparini (S.C. Am-brosiano) e Tommaso Boselli(Gore-Tex Drago), che han-no permesso anche a loro la qualificazione ai Campio-nati Italiani di categoriaMichele Gasparini (S.C. Ambrosiano) ha inoltre ottenu-to un’ importante qualificazione anche alla fase nazio-nale del Trofeo Topolino (fase Regionale organizzata dal dove è risultato il migliore dei Veneti).

Nella categoria Baby e Cuccioli nella Finale Interregio-nale del Trofeo LATTEBUSCHE medaglia d’oro di Gaia Palmara (C.A. Edelweiss) ed ottimi piazzamenti per Giovanni Franchi (C.A. Edelweiss) e per Martina Erbisti (U.S. Grezzana). Per la categoria Master il G.A.O. Verona nella Fase Re-gionale si è classificato al quarto posto assoluto, con i suoi atleti di spicco Alberto Gamba e Maria Letizia Zor-nitta sul podio.Ad incorniciare la stagione sci ci ha pensato Enrica Ci-priani con la conquista della Coppa Europa di SuperGi-gante, storica vittoria che dà lustro, linfa ed entusia-smo a tutto il movimento di casa nostra in vista della prossima stagione.

Lorenzo Fabiano

l’iniziativa sdp

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Davide, per prima cosa racconta ai lettori di Sportdipiù cos’è per te il karting?Il karting per me è stile di vita perché mi ha inse-

gnato a saper controllare le emozioni, a guidare ad oltre

è sempre al limite dell’aderenza, percorrendo giri su giri, in un circuito per cercare di andare sempre più forte, per migliorare sempre senza accontentarsi mai. Perché que-

che trova appagamento in una sorta di puro esibizioni-smo in pista, ovvero un pilota si esalta e dà il meglio di sé perché vuole divertirsi e far divertire il pubblico. La guida del pilota è come un’esibizione in cui la continua ricerca della perfezione scatena la grinta e fa emergere il talento.Poi l’incidente e l’assenza dalle gare. Per quanti anni?Troppi, davvero troppi! Per ben 15 lunghi anni sono stato

assente dalle gare di kart a causa di un incidente occorso-mi all’età di 19 anni (non in gara nd.r.) proprio quando sta-vo per fare il fatidico “salto di qualità” e passare al livello professionistico. Un imprevisto che mi ha letteralmente scaraventato in un baratro da cui pensavo non di uscirne mai più! Infatti oltre alla lesione al plesso brachiale che mi ha provocato la paralisi di tutta la parte destra del busto (pettorale, dorsale, braccio e mano), sono caduto in uno

-ché vedevo infrangersi quel sogno che mi portavo dentro

E invece?La mia voglia di ritornare a praticare lo sport che ho sempre amato ha avuto il sopravvento! L’anno scorso nei primi giorni di maggio ad una cena tra amici kartisti

Davide Padovani: quando lo sport diventa medicina dell’animaIntervista a Davide Padovani, pilota del Team RTC Sport & immagine. Con lui scopriamo che anche nella realtà,

come nelle favole, si può vivere “per sempre felici e contenti”…

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mi dicono che un ragazzo con un braccio solo ha vinto il campionato italiano kart 100 prodriver (monomarcia). In quel momento, dentro di me, è scoccata la scintilla che ha riacceso la mia speranza e mi ha fatto letteralmente tornare a vivere. Da quel giorno ora dopo ora, ho iniziato a maturare la volontà di provare a vincere la depressione, la cosiddetta “bestia nera”. E così, dopo circa un mese, decido di provare a risalire su un kart: è il 30 giugno 2011 e per me è stata un’emozione indescrivibile. E com’è andata?Da quel giorno eseguii altri 3 test nel mese di luglio per

alla schiena e al braccio sinistro mi costrinsero a desistere. Capii che il problema nasceva dal fatto che ero sovrappe-so e senza la preparazione atletica adatta. Iniziai quindi

quando, grazie al mio carissimo amico Alessandro Zanoni della R.T.C. ritorno in pista, alla guida di un kart 125 a mar-ce con l’innovativo cambio elettronico al volante della “Powershift”. Il test è buono a tal punto che ci accordia-mo per disputare assieme la stagione 2012 del campiona-to italiano Kart grandprix nella categoria Kz.”I test sono andati bene, ma la gara è un’altra cosa…Il 26 febbraio 2012 arriva il debutto. Primo Round a Castel-letto di Branduzzo (PV) e…centriamo la vittoria! L’emo-

zione che io assieme a tutto il team abbiamo provato è stata incredibile, un’euforia totale con abbracci, pianti, urla di gioia... Per me è stata come una liberazione! Ero riuscito ad ottenere il primo dei miei obiettivi, quello di tornare ad essere vincente nello sport che più amo!”Questo sport è uno sport per tutti o bisogna avere alcu-

Credo che questo sport per essere praticato debba non solo piacere ma coinvolgere totalmente perché que-sto perché è uno sport duro al contrario di quello chela maggior parte della gente pensa. Chi si avvicina al karting deve avere tanta passione. Detto ciò bisogna distinguere il pilota appassionato dal pilota vero. Infatti c’è una so-

vive questo sport come un semplice modo di divertirsi senza avere particolari doti di guida, il secondo vive ogni istante del week-end di gara molto intensamente, lavo-rando duro per ottenere il massimo. Il pilota vero deve essere in primis un ottimo collaudatore, avere un buon stile di guida, saper gestire la velocità, essere motivato e determinato nel massimo della concentrazione, capace di gestire le emozioni e sempre in possesso della lucidità ne-cessaria per agire in millesimi di secondo! Questo è il vero pilota, quello da battere. Il pilota con la “P” maiuscola.La P maiuscola come Padovani.

Mirko Simonaio

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Letizia titolare a Verona di Omeoenergetica Istitute

e dall’arte.Nata a Venezia, in una città ricca di storia e culturalmen-te stimolante, dopo gli studi alla Scuola d’arte inizia a lavorare nel mondo della cosmesi.“Ho avuto la fortuna di girare il nostro Paese lavorando per un importante brand francese, un’azienda cosme-tica di altissimo livello. Per quindici anni ho cercato di apprendere il più possibile, tentando di carpire nozioni che mi rendessero sempre più preparata. M’immagina-vo critica d’arte, ed invece sono diventata un’attenta osservatrice e ora cerco di migliorare la bellezza dei miei clienti.”Da Piazza San Marco alla città degli Scaligeri, con il pas-sare degli anni, Letizia diventa moglie, mamma e donna in carriera.

fare, non ho avuto dubbi, volevo creare qualcosa che fosse solo mio, da qui l’idea di aprire a Verona un istituto di bellezza. Ho fatto tutto da sola, ho visto la location e me ne sono innamorata. Questa città è bella da togliere

questa giovane donna stupisce.“è ovvio che ho avuto l’appoggio della mia famiglia, sono stati loro a capire quanto entusiasmo avessi, non è stato facile, ma sono ottimista.”Dalla determinazione di Letizia nasce nel cuore di Vero-na, assieme al prestigioso salone Rossano Ferretti, Ome-onergetica Istitute, che inaugurato solo un mese fa, ha già fatto breccia nel cuore dei veronesi.Specializzato nel ringiovanimento del viso e del corpo e nella cura e prevenzione di qualsiasi problema esteti-co, Omeoenergetica Institute ha un concept innovativo, che va oltre il risultato estetico. “Qui la bellezza non è il

Omeoenergetica Istitute Elle Effe,il benessere che mantiene giovani! Specializzato nel ringiovanimento del viso e del corpo e nella cura e prevenzione di qualsiasi problema

Omeoenergetica Institute ha un concept innovativo, che va oltre il risultato estetico

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traguardo da raggiungere, ma l’inizio di un’esperienza unica in cui ogni cliente ritrova oltre alla forma, una con-dizione di benessere e vitalità del tutto nuove”.Unibell, società specializzata nell’estetica detentrice di Omeoenergetica, è anche specializzata nella remise en forme dell’atleta. Con il marchio Human Tecar ha svilup-pato metodologie che consentono la prevenzione e il recupero da patologie osteoarticolari e muscolari, acute e croniche, in tempi rapidi. Da qui l’originale approccio al mondo dell’estetica e la fondamentale convinzione per cui non può esserci la vera bellezza senza la conoscenza approfondita dei meccanismi che presiedono l’equili-brio generale del corpo. “Omeoenergetica considera l’organismo nella sua to-talità, e per curare l’inestetismo parte dalle cause che l’hanno generato, rilanciando i meccanismi che si sono rallentati col tempo. Risveglia le energie nascoste, sti-mola in profondità i processi di ringiovanimento e aiuta a ritrovare un benessere che parte da dentro e che si

e armonioso.”È la Specialista di Omeoenergetica, che con la sua com-petenza ed esperienza si serve di speciali tecniche ma-nuali, tecnologie avanzate e prodotti cosmetici molto funzionali utilizzati sinergicamente per trattamenti per-sonalizzati, che danno risultati in tempi rapidi e duraturi nel tempo.

-disfatte dei risultati estetici, ma soprattutto contente di aver ritrovato quella vitalità e voglia di muoversi che a causa di uno stile di vita stressante vengono spesso a mancare.”

Alessandra Rutili

Info: Via Diaz, 2 Verona - Tel. 045 80 13 457

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La Compagnia del Fildefer nasce nel 1975 grazie all’entusiasmo di alcuni giovani impegnati nell’at-tività parrocchiale a Bovolone.

Il primo spettacolo, fatto di sketch e canzoni, viene messo in scena l’undici febbraio di quell’anno dopo una giornata intera dedicata ad animare il paese con vari giochi.In quel frangente la Pro Loco di Bovolone si accorse di questo gruppo di giovani e decise tramite il presidente Dott. Roncolato di sostenere i loro sforzi.Di seguito la Compagnia riuscì a organizzare per il pae-

Carnevale bovolonese che ancora oggi attira tantissimi grandi e piccini.

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ca interamente alla realizzazione di quella che si può

ferma...”.Il successo è immediato e da lì a poco le commedie del Fildefer, tutte opere originali scritte e interpretate dai componenti della compagnia, diventano una tradizio-ne del carnevale a Bovolone.L’ultima della serie, “Bar lume”, ha fatto registrare il tutto esaurito per 4 serate consecutive (18-21 febbraio 2012) facendo divertire e sorridere più di 1.300 perso-ne, confermando ancora una volta quello che è e rimar-rà l’intento della Compagnia del Fildefer: vedere dei volti felici e contenti per i quali valga la pena dedicare il proprio tempo in ore di prove e impegno.Attualmente la Compagnia del Fildefer consta di circa 40 elementi e, oltre alla realizzazione del Concorso Te-atrale, sta lavorando al musical “Rachel” (con prota-gonisti circa 50 adolescenti) e a 2 laboratori di teatro impegnato diretti da Enzo Bazzani.Il Concorso Teatrale “Cittadini Illustri” dedicato al Dott. Albino Roncolato (V° Edizione) è un evento ideato e or-ganizzato dalla Compagnia Teatrale del Fildefer presso il Teatro Astra di Bovolone.Lo scopo principale è quello di far conoscere e pro-muovere la cultura teatrale e le tradizioni locali del

nostro territorio. A partire dal 2012 la compagnia vuole dare alla manifestazione anche uno scopo be-nefico, prevedendo di devolvere parte degli incassi in beneficienza alla Fondazione per la ricerca sulla Fi-brosi Cistica (Delegazione di Verona) e la Lega Italiana Fibrosi Cistica (Associazione Veneta). Queste strutture, rispettivamente responsabili del finanziamento della ricerca scientifica e del migliora-mento dell’assistenza del Centro Regionale Veneto di cura, sono Charity partners di tutta l’iniziativa e insie-me concorrono al sostegno di un progetto di ricerca sulla Fibrosi Cistica. Il Concorso si è distinto negli anni per l’elevata qualità artistica e ha registrato una nu-merosa partecipazione di compagnie teatrali, acqui-sendo un carattere nazionale (hanno fatto richiesta di partecipazione all’edizione 2011 oltre 80 compagnie teatrali provenienti dall’intero territorio nazionale).Il pubblico intervenuto in misura sempre maggiore ha compreso l’importanza della manifestazione e anche nell’ultima edizione ha riempito il teatro per tutte le serate in cartellone compresa la cerimonia di premia-zione. Nella IV° edizione (2011) il teatro Astra ha accolto, con nostra grande soddisfazione, più di mille e quattro-cento persone che hanno potuto gustare le pregiatis-sime performance delle compagnie teatrali seleziona-te. Il Concorso inoltre si è rivelato negli anni un’ottima occasione promozionale per il territorio grazie anche all’apprezzato momento di ristoro, costituito da un risotto a tema, che il Fildefer offre agli intervenuti al termine della serata. Per questi motivi quest’anno ab-biamo deciso come Compagnia del Fildefer di dare alla manifestazione una promozione adeguata preveden-do il coinvolgimento di televisione, radio, network pro-mozionali, stampa, social network, eventi correlati. Il programma che ci siamo prefissi riteniamo possa consentirci di arrivare a circa 1.600.000 persone.

Vladimir Castellini

Info:

La Compagnia Fildefer in scena contro la fibrosi cisticaAttualmente la Compagnia del Fildefer consta di circa 40 elementi e, oltre alla realizzazione del Concorso Teatrale,

sta lavorando al musical “Rachel” e a 2 laboratori di teatro impegnato diretti da Enzo Bazzani

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I PROTAGONISTI DELLA FILDEFERDott. Albino Roncolato: grazie a lui nel 1972 nacque la Pro Loco di Bovolone, di cui fu Presidente. Fu in questo periodo che contribuì, da grande appassionato di teatro, alla crescita artistica e numerica della “Compagnia del Filde-fer” (nata nel 1975), la quale sentendo il dovere e il bisogno, a distanza di tempo, di doverlo ancora ringraziare, ha dedicato a lui questo concorso.”

: è il Direttore Artistico del Concorso. Fondatore e tutt’ora membro della Compagnia del Fil de Fer, Enzo Bazzani è allo stesso tempo autore e regista di oltre 30 commedie originali. La sua esperienza si basa su una grande preparazione maturata in molti palcoscenici italiani (corsi di formazione e direzione di la-boratori) e su una spiccata sensibilità che gli consente di cogliere negli attori quelle doti che possono regalare al pubblico un’emo-zione. Molto presente anche nella formazione e nella promozione teatrale dentro e fuori Bovolone, Enzo Bazzani è una persona attivissima nelle attività sociali e sicura garanzia di alta qualità artistica per l’evento.

Enzo Bazzani, Vladimir Castellini, Davide Avanzo, Marco Moretti, Benedetta Chiaramonte, Giovanni Lovato, Fabio Milani, Antonio

Sono passati dalla Fildefer Stefano Cantiero (presentatore televisivo), Franco Cappa (attore televisivo e teatrale), Serena Carletti (presentatrice televisiva), Maurizio Garavaso (speaker radiofonico).

Paolo Valerio (Direttore artistico del Teatro Stabile di Verona) - Presidente di Giuria, Michele Ghionna (attore professionista) - Giurato, Giuliano Zanetti (professore di lettere) - Giurato, Paolo Corsi (autore, attore e critico teatrale) - Giurato, Enzo Bazzani (direttore artistico della Compagnia Teatrale del Fildefer di Bovolone) - Giurato

Com

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ll hma nell avere occhihchi nuovillllllllllllllllll hhima nell avere occhi nmama nenelllellllllllllllll avevererere ococccchhchihihi nunuovinuuonuouovivi

autori delle citazioni in ordine di pagine:

Galileo Galilei astronomo italianoDavid Linch regista statunitensePier Paolo Pasolini regista e scrittore italianoWilliam Shakespeare drammaturgo ingleseMarcel Proust scrittore francese

L’Arena28 maggio 2011

BOVOLONE. Una settantina di ragazzi si ritroveranno

domani per publicizzare un musical intitolato

«Prodigal Son»

«Flashmob», ballo tra la folla dopo la messa

18 novembre 2010

Spettacolo al «Salieri» Gli incassi devoluti a chi ha perduto tutto

La Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica (Delegazione di Verona) e la Lega Italiana Fibrosi Cistica (Associazione Veneta) - strutture rispettivamente responsabili del finanziamento della ricerca scientifica e del miglioramento dell’assistenza del Centro Regionale Veneto di cura - sono Charity partners di questa iniziativa e insieme concorrono al sostegno di un progetto di ricerca sulla fibrosi cistica.

info e comunicazioni:Vladimir Castellini 348 3395278Enzo Bazzani 345 4341174Davide Avanzo 348 0839329Indirizzo mail [email protected]

per info della Compagnia e del concorso seguiteci su:www.fildefer.it

oppure cercate su ricerca: Compagnia Teatrale del Fildefer

Concorso Teatrale Cittadini Illustri

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S -

-busivismo professionale.Il Ministero della Salute e le Regioni hanno avviato con il coinvolgimento dei rappresentanti professionali dei lau-

trattativa, che nell’ultima riunione del 31 maggio scorso a Roma ha visto la condivisione a maggioranza dei pre-

Coordinamento delle Regioni.Lo scopo di questo tavolo di trattativa è stato quello di “meglio delineare” l’ambito di competenza professiona-

facile separe, una sorta di “zona grigia”.

in scienze motorie ed è una attività che non rientra nelle prestazioni sanitarie prettamente dette, ma ha il compi-to di ricondizionare, combattere l’immobilità, favorire la socializzazione e promuovere stili di vita più corretti, in sintesi migliorare la salute delle persone.L’obiettivo, dunque, del dottore in scienze motorie è promuovere l’attività motoria, sia per la prevenzione di problemi di salute, sia per il mantenimento di uno stato di salute buono, che per riadattare la persona alle pro-prie necessità e aspettative motorie e sociali.Nel farlo occorre però tenere in considerazione dei bi-sogni di movimento delle diverse categorie di persone, alcune delle quali, evidenzia il Tavolo tecnico Ministero-Regioni, necessitano di un trattamento riabilitativo (sa-nitario). “Non è possibile – chiarisce il Tavolo – costrui-re percorsi standardizzati per persone con esiti di ictus cerebrali, ad esempio. Perciò in una prima fase spetterà

DMSA contro la “zona grigia”L’obiettivo del dottore in scienze motorie è promuovere l’attività motoria, sia per la prevenzione di problemi di

salute, sia per il mantenimento di un buono stato di salute

in seconda fase spetterà al dottore in scienze motorie

-

attività sanitaria, infatti è facile capire che la presa in carico sanitaria non può essere prolungata oltre misu-ra, infatti esistono occasioni, periodi, necessità e luoghi dell’intervento sanitario, dopo di che ogni persona deve

adattata (AFA).-

terapista, quando invece una persona anche con diversa -

za passa al dottore in scienze motorie.Nell’ottica di queste scelte programmatiche il Tavolo propone l’utilizzo del laureato in scienze motorie nel

-mento e terapia” che il Ministero della Salute sta già sperimentando in diversi contesti territoriali. In pratica,

-sico secondo le modalità organizzative che prevedono

L’auspicio del Tavolo è che programmi di questo tipo

rete di strutture per la “somministrazione” dell’attivi-

(palestre o strutture, pubbliche o private) contraddistin-te da una gestione qualitativa e dirette da un dottore in scienze motorie (laureato in scienze motorie o diploma-to ISEF).Si darebbe così vita ad un circuto virtuoso regionale di

con azioni formative, condivisione di valori etici e un si-stema di valutazione qualitativa.

-tre a portare ad una “pace professionale” tra i dottori

il nostro sistema di tutela della salute che dovrà neces-sariamente andare oltre all’intervento prettamente sa-nitario.

Giorgio Pasetto segretario nazionale DMSA

Info: www.dmsa.it - [email protected]

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Psicomotricità e il rilassamentoRilassamento oggi indica distensione, decontrazione muscolare che equivale a distensione psichica

Il tono muscolare e la funzione tonica sono elementi fondamentali sia nell’intervento psicomotorio sia nelle tecniche di rilassamento. Analizziamo, in questa secon-

da parte dell’articolo (prima parte sul numero di maggio-giugno), alcune tematiche.

Cos’è il rilassamentoIl termine “rilassamento” è entrato a far parte del linguag-

va dal ripristino di un generale stato di benessere, alla pura

tensione psichica ad un semplicistico mettersi in libertà, riposarsi.Il termine rilassamento è molto antico e si può dire che, al-meno in medicina, è sempre stato usato.Ai termini latini relaxatio, relaxare, laxare, e dei loro equi-valenti greci, fa da riscontro il termine antico alto tedesco lazon: diventare stanco, che ricompare nel latino laxus e, preceduto da re (tornare indietro), ci aiuta a comprendere l’idea di fondo contenuta in relaxare: “tornare indietro da uno stato di stanchezza”, “ritornare ad uno stato di equili-brato benessere”.Il “Rilassamento” oggi indica distensione, decontrazione muscolare che equivale a distensione psichica.

-sce a metodi e tecniche di Rilassamento che hanno carat-teristiche individuabili e precise. Il “metodo” esprime un

-nica” è più legata ad un’utilizzazione pratica, immediata.I metodi e le tecniche di Rilassamento attuali fanno riferi-mento prevalentemente a tre aree culturali sviluppatesi tra

a) la corrente psicosomatica; b) la corrente esoterica-orientalista; c) la corrente delle tecniche del corpo, vicina al teatro, alla danza, alle ginnastiche dolci.

-sico, altre più su quello psichico; alcune sono “passive” (la distensione dipende da farmaci, massaggi, etc.) e il paziente è totalmente dipendente; altre sono costituite da elementi passivi e attivi e il conduttore insegna al pa-ziente a rilassarsi.Nella prefazione del libro “Il rilassamento” di G.Lemarie si legge: “Ciò che accomuna tutte queste tecniche è la loro azione sul corpo e la loro tendenza a ottenere una disten-sione”. In ogni tecnica è essenziale partire da una visione globale della persona e riferirsi a un corpo reale, presente.

Il rilassamento terapeuticoÈ il rilassamento che agisce più in profondità e coinvolge la

Ci sono metodi a prevalente sfondo psicoterapeutico che si propongono di attuare una sintesi tra l’esperienza corpo-rea ed il vissuto del soggetto: in questo ambito troviamo il primo ciclo del Training Autogeno di Schultz, il metodo di G.B. Soubiran, il Rilassamento di Bergès e Bounes.Ci sono anche altri metodi terapeutici, a prevalente sfondo psicoanalitico, che utilizzano il dato corporeo per leggerlo nel contesto dell’immaginario, del fantasmatico e dell’in-vestimento del sé: rientrano in questo ambito il metodo di J.De Ajuriaguerra e al metodo Sapir.Il rilassamento terapeutico è considerato un approccio a mediazione corporea in quanto il rapporto con l’altro non è solo verbale, ma anche tonico e corporeo.

-cato da una psicoterapia o da altre terapie, in altri diventa esso stesso una vera e propria psicoterapia.È certo, comunque, che elementi psicoterapici sono sem-pre presenti nel rilassamento.Obiettivo comune a molti metodi di rilassamento terapeuti-co è quello di consentire, oltre al raggiungimento della de-contrazione muscolare, il crearsi di un’interdipendenza tra il pensiero e l’azione, fra la rappresentazione mentale del corpo ed il suo vissuto emotivo, immaginario.Il rilassamento favorisce, perciò, il recupero del pensiero

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l’altro. Le situazioni di immobilità del rilassamento, riducen-do il tono, fanno emergere il corpo fantasmatico: la mente può pensare ma non agire attraverso il movimento reale, il soggetto può vivere le sue tensioni ma non può metterle in atto. Il rilassamento, inoltre, dà la possibilità di rappresentarsi il movimento anticipatamente: nella libertà del pensiero ipotetico il soggetto può fare tutti i progetti motori che desidera, accorgendosi che ci sono tanti modi di immagina-re l’azione, mentre molto spesso ci sente legati a una sola possibilità.

Il rilassamento del bambino

riferimento corporeo è nel movimento e il cui vissuto è es-senzialmente motorio.Il rilassamento del bambino è una pratica abbastanza re-cente: le prime pubblicazioni sull’argomento risalgono al 1958-60.La maggior parte delle tecniche derivano dal Training Auto-geno di Schultz e tendono ad ottenere uno stato di risolu-zione tonica all’interno della relazione con il terapista.Altre tecniche si ispirano al metodo Jacobson e, attraverso una concentrazione attiva sulla contrazione-decontrazione del muscolo, si pongono l’obiettivo di ottenere una disten-sione muscolare in vista di una “inibizione corticale”.Ci sono anche alcune tecniche che, studiate per gli adulti, possono essere applicate anche al bambino.Si possono individuare quattro tecniche di rilassamento elaborate dagli autori appositamente per il bambino: De Ajuriaguerra (Rieducazione psicotonica), Soubiran (Rilassa-mento Psicosomatico e psicomotorio), Wintrebert, Bergès. Ogni tecnica può essere più o meno indicata per determinati

-te utilizzato, nel bambino, nei casi di patologie psicomotorie come instabilità, debilità motrice, inibizione, impaccio, stati tensionali, paratonia, tic, balbuzie, etc., negli stati nevrotici, nelle crisi di angoscia, nei disturbi psicosomatici (asma, ecze-

Pur nella diversità, tutte queste tecniche permettono al bambino, in modo più o meno autonomo, di fare su di sé

tensione e distensione e di recuperare o di far evolvere il rapporto con il proprio corpo.Bisogna tenere presente che nel rilassamento è il corpo del bambino che parla: questo corpo esiste, ha una sua consi-stenza, una sua storia.Come per il rilassamento anche per la psicomotricità è il corpo del bambino (o del soggetto in generale) che par-la; gli interventi attuati dalla stessa, abbinata alle tecniche di rilassamento alimentano lo sviluppo e la crescita di cia-scuno; ci possono mettere oltremodo nella condizione di ri-scoprire particolari o situazioni, sensazioni, percezioni corporee spesso nascoste o sopite. La Psicomotricità si avvale dell’ osservazione del sogget-to; sia nei suoi aspetti teorici che nella sua prassi operati-va, sottolinea l’importanza dell’esperienza corporea come base dello sviluppo dell’identità individuale, familiare, so-ciale, istituzionale, come espressione della vita emozionale, della strutturazione dei processi cognitivi, come organizza-tore della motricità funzionale, comunicativa e relazionale, come regolatrice primaria di ogni comportamento.

Emanuela Caliari: psicomotricista - formatore AIFP

Marco Trettene: psicomotricista

Rispettivamente Presidente Nazionale e socio della FIPm

Info: -

Centro di psicomotricità e rilassamento Lo spazio creativo

atte a far conoscere la professione dello psicomotricista nell’ambito del territorio nazionale; ottenere il riconoscimento giuridico del ruolo professionale dello psicomotricista; costituire, attraverso i suoi organi e le sue iniziative il punto di riferimento delle istanze degli psicomotricisti

della professione; gestire l’Albo degli Psicomotricisti, controllando titoli ed aggiornamenti per salvaguardare l’utenza.

BIBLIOGRAFIA

BERGES J., BOUNES M., Il rilassamento terapeutico nel bambino, Mas-

BOSCAINI F., Elementi di psicomotricità, Lib. Universitaria Ed., Verona,

BOSCAINI F., I disturbi psicomotori come disturbi della comunicazione,

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A San Felice Extra c’è un parco...Campione d’Italia!Lo spazio verde sarà a disposizione della popolazione e ricorderà l’impresa storica dell’Hellas Verona del 1985

I l Sindaco Flavio Tosi e gli assessore ai Giardini Luigi Pisa e allo Sport Marco Giorlo hanno partecipato lo scorso 8 giugno all’inaugurazione del nuovo parco

urbano dedicato al “Verona Campione d’Italia”, realiz-zato in via Belvedere nell’area antistante la chiesa di San Felice Extra. Presenti anche l’assessore alle Politi-che giovanili Alberto Benetti, l’ex presidente della 6ª Circoscrizione Mauro Spada oltre ad alcuni consiglieri comunali e a numerosi esponenti dell’Hellas Verona campione d’Italia.L’intervento ha interessato uno spazio di 12 mila metri quadrati ed ha avuto un costo complessivo di 350 mila euro.“Finalmente anche il territorio di San Felice Extra può disporre di una vasta area verde, utilizzabile anche dai più piccoli – ha commentato Tosi – un segno di dove-rosa attenzione nei confronti di una zona della città cresciuta rapidamente nella parte abitativa, alla quale ora si stanno affiancando finalmente diversi servizi”. “Questa grande area, fino a pochi mesi fa inuti-lizzata – ha detto Pisa – è ora un parco a disposi-zione degli abitanti del quartiere e delle zone vici-ne. Mi auguro che, come avvenuto per parco San Giacomo e altri giardini della città, diventi un im-portante punto di riferimento e luogo di aggrega-zione sociale per gli abitanti di San Felice Extra”. “Questi spazi verdi ricorderanno l’impresa storica dell’Hellas campione d’Italia concretizzatasi il 12 mag-gio 1985 – ha aggiunto Giorlo – un evento ormai lontano nel tempo, ma sempre vivo nel cuore di tutti i veronesi”. Il progetto ha riguardato: la realizzazione di due ram-pe di accesso all’area per consentire alle persone disa-bili l’ingresso in autonomia al parco; la realizzazione di percorsi interni in “macadam” e di aree sosta con panchine ed elementi di arredo; la piantumazione di 122 piante ad alto fusto e di 250 arbusti, con preferen-za per le specie autoctone tipiche della vegetazione della pianura e della collina veronese; la realizzazione dell’impianto di illuminazione con lampioni a led a bas-so consumo energetico e dell’impianto di irrigazione automatico; la creazione di un’area giochi attrezzata per bambini.L’area è stata predisposta per un futuro impianto di videosorveglianza.

diocesi veronaufficio scolastico veronasdpsdp

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