ravasi-padri - rebecca libri · 2017. 10. 28. · gianfranco ravasi, nato nel 1942 a mera-te e...

21
PADRI MADRI FIGLI

Upload: others

Post on 26-Jan-2021

1 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

  • 9 788821 599576€ 16,00

    22H

    345

    PADRIMADRIFIGLI

    La Bibbia è molto spesso un racconto di famiglie, confermando la sua qua-lità “incarnata”, ovvero la caratteristica di

    presentare una religione fortemente inse-

    diata nella storia. Le famiglie non incon-

    trano Dio, se non raramente, in grandiose

    epifanie, bensì nelle loro case, nelle vicende

    quotidiane, nel sorriso e nelle lacrime, negli

    atti di amore, talora anche riconoscendo la

    meschinità di egoismi e colpe. Sulla grande

    galleria di ritratti proposti dall’Autore aleg-

    gia un Padre «ricco di misericordia» e giu-

    sto. Così questo volume rivela che, anche

    per quanto riguarda la famiglia, la Bibbia

    è il libro della pazienza e della misericor-

    dia di Dio.

    GIANFRANCO RAVASI, nato nel 1942 a Mera-te e ordinato sacerdote nel 1966, è stato per molti anni prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambro-siana di Milano. Nel settembre 2007, dopo essere stato nominato da Benedetto XVI presidente del Pontifi cio Consiglio della Cultura e delle Pontifi -cie Commissioni per i Beni Culturali della Chiesa e di Archeologia Sacra, è stato ordinato arcivescovo titolare di Villamagna di Proconsolare. A lungo do-cente di esegesi dell’Antico Testamento nella Fa-coltà Teologica dell’Italia settentrionale e di ebrai-co nel Seminario arcivescovile milanese, nel 2010 è stato creato cardinale da papa Benedetto XVI. Collabora con i quotidiani L’Osservatore Romano, Il Sole 24 Ore, Avvenire, con il settimanale Fami-glia Cristiana e con il mensile Jesus.

    Tra le sue più recenti pubblicazioni con Edizio-ni San Paolo ricordiamo: Chi oserà dire: io credo?, Sulle tracce di un incontro e Fino a quando, Signo-re? (2013); Ride Colui che sta nei cieli, Il viaggio di Abramo, I Comandamenti e Giuseppe (2014); Cin-que minuti con Cristo, Cantico dei Cantici degli spo-si e Maria (2015).

    LE FAMIGLIEINCONTRANO DIONELLE LORO CASE,

    NELLE VICENDE QUOTIDIANE,NEL SORRISO

    E NELLE LACRIME,NEGLI ATTI DI AMORE.

    In copertina:Abramo scaccia Agar e IsmaeleGianfrancesco Barbieri, detto Guercino (1591-1666)Pinacoteca di Brera, MilanoFoto Scala, Firenze su concessione Ministero Beni e Attività Culturali

    Progetto grafi co: Angelo Zenzalari

    FOTO

    G. G

    IULI

    AN

    I - P

    ER

    IOD

    ICI S

    AN

    PA

    OLO

    GIA

    NFR

    AN

    CO

    RAV

    ASI

    PA

    DR

    I M

    AD

    RI

    FIG

    LI

    Ravasi_135x210_sovradef.indd 1 18/10/16 15.10

  • Ravasi-Padri.....indd 2 12/10/16 16:31

  • Gianfranco Ravasi

    PADRI MADRI FIGLI

    Storie di famiglie nella Bibbia

    Ravasi-Padri.....indd 3 12/10/16 16:31

  • © EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2016 Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano)

    ISBN 978-88-215-9957-6

    Ravasi-Padri.....indd 4 12/10/16 16:31

  • 5

    INTRODUZIONE

    Questo libro vuole intrecciare il tema familiare con quello della misericordia, ponendosi a suggello di due importanti eventi ecclesiali. Da un lato, il lungo percor-so sinodale che ha visto la Chiesa cattolica interrogarsi sul tema della famiglia, della sua bellezza e delle sue diffi coltà, che ha avuto come approdo la grandiosa esor-tazione apostolica Amoris laetitia promulgata da papa Francesco il 19 marzo 2016. Dall’altro, l’anno giubila-re straordinario aperto da papa Francesco l’8 dicembre 2015 e concluso solennemente il 20 novembre 2016.

    L’itinerario che ora proponiamo è di taglio biblico, convinti che la Sacra Scrittura è per il credente «fi acco-la per i passi nel cammino della vita» (Salmo 119,105) e per tutti “il grande codice” della nostra civiltà, cioè il riferimento morale, culturale e sociale dell’intera comunità umana, come una stella polare. Ora, la Bib-bia ci offre una sorta di galleria di immagini familiari, temi, coppie, generazioni, fi gure esemplari legati a un determinato mondo socio-culturale ma che rifl ettono le costanti vicende dell’umanità. Un’umanità che – sia pure all’interno di un’evoluzione che registra spesso

    Ravasi-Padri.....indd 5 12/10/16 16:31

  • PADRI MADRI FIGLI

    6

    derive e deviazioni – presenta un dato costante indi-scusso, così formulato nel 1952 da un celebre antropo-logo francese non credente, Claude Lévi-Strauss: «La famiglia come unione più o meno durevole, socialmen-te approvata, di un uomo, di una donna e dei loro fi gli, è un fenomeno universale, reperibile in ogni e qualunque tipo di società». Certo, oggi assistiamo a forti scosse; si pensi solo alla questione delle unioni tra persone dello stesso sesso o a quelle legate alla teoria del gender. Così come affi orano con maggior forza rispetto al pas-sato le pulsioni a disgregarsi sia nella coppia, sia nella stessa struttura familiare.

    Tuttavia la famiglia, nella sua tipologia tradiziona-le, permane come un soggetto di riferimento, come un campo fertile ove non attecchisce solo la zizzania ma anche il grano dell’amore, dell’impegno religioso e sociale, della vita. Come già affermava il Concilio nella Gaudium et Spes (n. 48) e nella Apostolicam actuosi-tatem (n. 11), «l’intima comunione di vita e di amore della famiglia... costituisce la prima e vitale cellula del-la società». La stessa Bibbia è molto spesso una sto-ria di famiglie. Anzi, come vedremo nel nostro viag-gio testuale, l’avvio assoluto della Sacra Scrittura nella Genesi è occupato proprio dall’entrata in scena della coppia uomo e donna, «immagine e somiglianza» dello stesso Creatore; il suggello fi nale con le ultime pagine dell’Apocalisse avrà al suo vertice supremo le nozze della Sposa Gerusalemme e dell’Agnello Cristo.

    Vogliamo, quindi, indicare la mappa del nostro itine-rario. Esso inizia con un dittico tematico ove, attraver-so due tavole ideali, descriviamo in sintesi la duplice

    Ravasi-Padri.....indd 6 12/10/16 16:31

  • INTRODUZIONE

    7

    componente che guiderà il nostro percorso biblico, cioè la famiglia e la misericordia. Seguirà una seconda par-te, anch’essa a dittico, ove si succedono prima l’Antico Testamento e poi il Nuovo: in una selezione accurata di pagine bibliche mostreremo in concreto l’intrecciarsi dei due temi della famiglia e della misericordia. Entria-mo, allora, in questo orizzonte ove luce e tenebre coesi-stono e si scontrano, come accade nella stessa vicenda umana, sia personale sia familiare, perché la parola di Dio è “incarnata” nella storia e non è un’astratta colle-zione di teoremi teologici che ci fanno decollare dalla polvere della terra verso cieli mitici o misticheggianti.

    Ravasi-Padri.....indd 7 12/10/16 16:31

  • Ravasi-Padri.....indd 8 12/10/16 16:31

  • Prima parte

    LA CASA E LA MISERICORDIA

    Ravasi-Padri.....indd 9 12/10/16 16:31

  • Ravasi-Padri.....indd 10 12/10/16 16:31

  • 11

    LA CASA DELLA FAMIGLIA

    Parole come esseri viventi

    «La parola – lo si sappia – è un essere vivente»; così ammoniva lo scrittore francese Victor Hugo. Anche se ai nostri giorni le parole sperimentano una paradossale oscillazione tra la bulimia delle chiacchiere (chi non conosce la chat-line e il talk-show?) e l’anoressia del linguaggio informatico e dei cellulari (il tweet fatto di frasi di soli 140 caratteri), esse sono sempre espressio-ne della realtà e della vita e hanno una loro potenza che può essere anche distruttrice (per esempio, la “mac-china del fango” nella comunicazione di massa). Alle soglie del nostro itinerario nel mondo della famiglia, lasciandoci guidare dalla Bibbia partiremo proprio da alcuni vocaboli delle due lingue principali in cui è stata scritta, l’ebraico e il greco.

    A prima vista esiste un termine ebraico specifi co per designare la “famiglia”: mishpahâ, che ricorre ben 300 volte nell’Antico Testamento. Ma se si va a verifi care su un dizionario ebraico biblico, si scopre che signifi -cativamente il suo valore s’allarga fi no a comprendere

    Ravasi-Padri.....indd 11 12/10/16 16:31

  • PADRI MADRI FIGLI

    12

    il clan, la parentela, la discendenza, la tribù e persino l’etnia a cui si appartiene. Ne deriva che la famiglia biblica, pur sorgendo da un nucleo costitutivo, la cop-pia, non è “nucleare” né è una monade chiusa in se stes-sa, ma ha un’energia vitale che si ramifi ca in relazione con la società.

    È un po’ per questo che l’altro vocabolo fondamen-tale in quest’ambito è bayit/bêt, presente ben 2092 volte ma con un ventaglio di signifi cati che va dalla “casa” materiale e si allarga fi no alla “famiglia” da essa ospitata, alla sua discendenza e allo stesso popolo (la “casa di Israele/Giuda”). Una cosa identica accade nel Nuovo Testamento, ove i due vocaboli paralleli óikos/oikía risuonano ben 207 volte, accompagnati da uno sciame di circa 40 termini derivati; anche qui il signi-fi cato è innanzitutto “casa” ma comprende chi abita in essa, cioè la famiglia. Un famoso scrittore argenti-no caro a papa Francesco che lo conobbe, Jorge Luis Borges, affermava che «ogni casa è un candelabro sul quale ardono in fi amme appartate le vite». Ed è proprio una parte di questa frase che il papa ha citato nella sua esortazione apostolica Amoris laetitia (n. 8).

    Effettivamente si può immaginare – camminando come faceva Borges per le strade della sua capitale (il libro da cui è tratto il verso citato s’intitola Fervore a Buenos Aires) – che le mura dei palazzi nascondano al proprio interno tante fi amme, cioè vite isolate nelle loro solitudini o nei loro drammi, famiglie unite nell’amo-re o scavate dalle divisioni, benestanti oppure curve sotto l’incubo della povertà o dell’assenza di lavoro. La Bibbia, però, ci ricorda che dovremmo spezzare

    Ravasi-Padri.....indd 12 12/10/16 16:31

  • LA CASA DELLA FAMIGLIA

    13

    questo isolamento e aprire la solitudine a un contatto, a una comunione, a un incontro. È suggestivo che le case del passato avessero le porte aperte sul cortile ove ci si incrociava, si dialogava, persino si mormorava. Ora, invece, l’emblema dei nostri condomini anonimi è la porta blindata che separa totalmente dall’esterno, al punto che una persona sola può anche morire e forse per settimane neppure il vicino di pianerottolo se ne accorgerebbe.

    Il vocabolario biblico della famiglia ci spinge, per-ciò, a impedire che ci si isoli nella paura talora legitti-ma, nella solitudine, nell’indifferenza reciproca. «Guai a chi è solo – ammonisce Qohelet/Ecclesiaste (4,10) –, se cade, non ha nessuno che lo rialzi». Nell’isolamento c’è anche il rischio di cadere nell’egoismo, come bru-talmente esclamava lo scrittore francese André Gide: «Famiglie, vi odio! Focolari chiusi, porte serrate, gelo-so possesso della felicità!» Ritrovare la vocazione della famiglia a essere la cellula di un corpo più vasto, un orizzonte aperto che accoglie e si espande è lo spirito di base che guida la vera comunità familiare, che ora noi cercheremo di ricostruire nella sua struttura fondamen-tale proprio attraverso il simbolo della “casa” e delle sue componenti: le fondamenta, le pareti, le stanze.

    Le fondamenta della “casa”-famiglia

    Come abbiamo detto, per il cristiano rimane sempre capitale il riferimento alla Sacra Scrittura, che non è solo la guida della nostra fede ma anche l’anima della

    Ravasi-Padri.....indd 13 12/10/16 16:31

  • PADRI MADRI FIGLI

    14

    nostra cultura. Papa Francesco, in apertura alla cita-ta Amoris laetitia, ha riservato ampio spazio al profi lo biblico della famiglia (cap. I, «Alla luce della Parola», nn. 8-30), basandosi soprattutto sul Salmo 128/127; in fi ligrana, in molte altre pagine si intuisce la presenza del messaggio della Bibbia. Noi ora, come abbiamo annunciato, sceglieremo il simbolo della casa per illu-strare la struttura biblica fondamentale della famiglia.

    La “casa” in molte lingue non è soltanto l’edifi cio di mattoni, pietra e cemento o la capanna o la tenda in cui si dimora (e la mancanza di una casa è un elemento drammatico di dispersione esistenziale), ma è anche chi vi abita, è il “casato” fatto di persone vive e di gene-razioni. Anzi, talora la “casa” per eccellenza è persino il tempio, residenza terrestre di Dio. Suggestivo, al ri-guardo, è il gioco allusivo che regge l’oracolo del pro-feta Natan: al re Davide che vuole erigere una “casa” (bayit) al Signore, ossia un tempio in Gerusalemme, Dio replica affermando che sarà lui stesso a edifi care per il re una “casa” (bayit), cioè una discendenza fami-liare, quindi un “casato” che aprirà una storia destinata ad approdare al Messia (2Samuele 7). La “casa” sim-bolica a cui ora ci riferiamo partecipa di questa visione esistenziale.

    La “casa” è, perciò, un emblema vivo e vivente che vede – come si è già detto – nella creatura umana non una realtà chiusa in se stessa, ma una cellula in rela-zione con un corpo più vasto, un orizzonte aperto che accoglie e si espande. Inoltre, come abbiamo appena indicato, dobbiamo ricordare che la “casa”-famiglia è anche un’analogia per defi nire il tempio ove si raduna

    Ravasi-Padri.....indd 14 12/10/16 16:31

  • LA CASA DELLA FAMIGLIA

    15

    la famiglia che ha per padre Dio. Nel Nuovo Testamen-to, poi, entra in scena la kat’oíkon ekklesía, l’ecclesia domestica, ove lo spazio vitale di una famiglia si può trasformare in sede dell’eucaristia, della presenza di Cristo assiso alla stessa mensa (1Corinzi 16,19; Roma-ni 16,5; Colossesi 4,15; Filemone 2). Indimenticabile è la scena dipinta dall’Apocalisse: «Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la por-ta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (3,20).

    Iniziamo, allora, a far sorgere questa “casa” simbo-lica e vivente. È necessario partire dalle solide fonda-menta gettate sulla roccia (cfr. Matteo 7,24-25). La base è ovviamente costituita dalla coppia, radice dalla quale si leva il tronco della famiglia. Non è possibile né ne-cessario defi nire ora questo fondamento attraverso una completa rifl essione sul matrimonio cristiano. Ci accon-tenteremo di rimandare a un testo biblico che è l’avvio stesso delle Scritture e, quindi, della creazione. Esso è desunto da quella pagina che contiene il progetto che il Creatore ha accarezzato come suo ideale e che ha pro-posto alla libertà della creatura umana. Questo disegno primordiale emerge nel cap. 2 della Genesi e si affi da a una serie di termini ebraici che cercheremo di spiegare. Ora ne selezioneremo solo tre.

    La prima parola è ‘ezer, letteralmente “aiuto” offerto nel momento più critico, capace di essere risolutivo. Nel nostro caso c’è un incubo che sta attanagliando l’uomo appena uscito dalle mani di Dio: la solitudine-isola-mento che spegne la vitalità e il desiderio di dialogo della persona. «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un ‘ezer che gli corrisponda», esclama infatti il

    Ravasi-Padri.....indd 15 12/10/16 16:31

  • PADRI MADRI FIGLI

    16

    Creatore (Genesi 2,18). Come è noto, per l’uomo non è suffi ciente avere accanto gli animali, che sono pure una presenza nell’orizzonte terrestre: «l’uomo non trovò in essi un aiuto (‘ezer) che gli corrispondesse» (2,20), cioè un aiuto vivo e personale, un alleato nei cui occhi potesse fi ssare i propri, anche in un dialogo silenzioso.

    La formula «aiuto che gli corrisponda» (o «simile»), in realtà, nel suo signifi cato di base suona letteralmente così: «come di fronte» (ke-negdô, in ebraico). È appun-to quella parità di sguardi a cui si accennava. Finora l’uomo ha guardato verso l’alto, cioè verso quel Dio che gli ha infuso il respiro vitale, lo ha insignito della libertà collocandolo all’ombra dell’«albero della conoscenza del bene e del male». L’uomo ha poi guardato in basso, verso quegli animali che si rivolgevano a lui in attesa di ricevere un nome (Genesi 2,19-20). Ora, invece, cerca un volto davanti a sé, un “tu”, «il primo dei beni, un aiu-to adatto a lui e una colonna d’appoggio», come dice il sapiente biblico detto Siracide (36,26). O, come meglio esclama la donna del Cantico dei Cantici, un essere col quale è possibile comporre una piena reciprocità di donazione: «Il mio amato è mio e io sono sua... Io sono del mio amato e il mio amato è mio» (2,16; 6,3: l’origi-nale ebraico è musicalmente rimato e ritmato sui suoni –ô– e –î–, che denotano i due pronomi interpersonali, “lui” e “io”, «dôdî lî wa’anî lô... ’anî ledodî wedodî lî»).

    Dopo “aiuto corrispondente”, passiamo al secondo vocabolo che in questo caso è simbolico: la “costola” sulla quale sono state ricamate tante ironie antifemmi-nili. L’intervento divino creativo avviene all’interno di

    Ravasi-Padri.....indd 16 12/10/16 16:31

  • LA CASA DELLA FAMIGLIA

    17

    un “sonno”, che nella Bibbia è segno di un’esperienza trascendente, è la sede delle rivelazioni e delle visioni. Ebbene, lo svelamento del valore di quell’azione divi-na ha luogo al risveglio, quando l’uomo intona il canto d’amore che verrà declinato nella storia in infi nite for-me e formule differenti: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne» (2,23).

    Carne e ossa sono le componenti strutturali del cor-po umano che, nella concezione biblica, è il segno della persona nella sua pienezza comunicativa (non abbiamo un corpo ma siamo un corpo). Si spiega, così, il simbo-lo della “costola”; essa indica la piena parità strutturale e costitutiva tra uomo e donna. Non per nulla, nell’an-tica lingua sumerica ti designa sia la “costola” sia la “vita” trasmessa dalla donna. Questo ci conduce spon-taneamente all’ideale commento successivo: «L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno un’unica carne» (Genesi 2,24). Quest’ulti-ma espressione delinea l’amore fi sico e spirituale della coppia e forse anche il fi glio che nascerà dai due e che porterà in sé, geneticamente e umanamente, le identità dei genitori.

    Possiamo, allora, concludere il disegno delle fonda-menta della “casa”-famiglia con il terzo e ultimo termi-ne ebraico molto signifi cativo: la donna «la si chiamerà ’isshah, perché da ’ish [l’uomo] è stata tratta» (2,23). Non c’è bisogno di spiegare come l’autore sacro abbia voluto ricordarci che queste due persone che costitui-scono la coppia sono uguali nella loro dignità radicale, ma differenti nella loro identità individuale: ’ish è l’uo-mo nella sua realtà specifi ca e ’isshah è lo stesso termine

    Ravasi-Padri.....indd 17 12/10/16 16:31

  • PADRI MADRI FIGLI

    18

    ma al femminile, svelando così come la donna e l’uomo siano entrambi persone umane, pur nella diversità dei loro generi sessuali. La pienezza dell’umanità è in que-sta uguaglianza fatta di reciprocità necessaria, dialogica e complementare. La persona umana è, quindi, “duale” ed è così che realizza la sua autentica “identità”.

    A suggello facciamo risuonare un appello intenso del Talmud, la grande raccolta delle tradizioni religiose giudaiche: «State molto attenti a far piangere una don-na perché Dio conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fi anco per essere uguale, un po’ più in basso del braccio per essere protetta, e dal lato del cuore per esse-re amata». Questa unità d’amore riceve, infatti, un sug-gello che l’apostolo Paolo chiama “mistero” (Efesini 5,32) e la teologia “sacramento”. In modo illuminante il teologo Dietrich Bonhoeffer, morto martire, impicca-to dai nazisti nel 1945, così aveva commentato questo trapasso dal naturale al soprannaturale: «Il matrimo-nio cristiano è più del vostro amore reciproco... Fin-ché siete voi soli ad amarvi, il vostro sguardo si limita nel riquadro isolato della vostra coppia. Entrando nel matrimonio siete invece un anello della catena di gene-razioni che Dio chiama al suo regno».

    Le pareti di pietre vive

    Quando san Pietro nella sua Prima lettera tratteggia «l’edifi cio spirituale» della comunità ecclesiale, descri-

    Ravasi-Padri.....indd 18 12/10/16 16:31

  • LA CASA DELLA FAMIGLIA

    19

    ve le sue ideali pareti come costituite da «pietre vive», che s’aggregano attorno alla «pietra viva» fondamen-tale che è Cristo (2,4-5). Raccogliamo questa simbo-logia e la applichiamo alla casa simbolica che stiamo presentando. Ebbene, quali sono le “pietre vive” che compongono le pareti della famiglia innalzandola ver-so l’alto, l’oltre, il futuro? Sono i fi gli. È curioso notare che, statisticamente parlando, la parola che ricorre più volte nell’Antico Testamento – al di là delle congiun-zioni, degli articoli, delle preposizioni e degli avverbi, e dopo il nome divino Yhwh (6828 volte) – è il vocabo-lo ben, “fi glio”, che risuona per 4929 volte!

    Il legame di ben con la casa risulta diretto e intimo se si tiene conto che questo vocabolo è legato al verbo “costruire, edifi care” che in ebraico è banah. La rap-presentazione più incisiva di questo vincolo stretto è nel Salmo 127: «Se il Signore non costruisce (banah) la casa, invano vi faticano i costruttori... Ecco eredità del Signore sono i fi gli (ben), è un suo premio il frutto del grembo. Come frecce in mano a un guerriero sono i fi gli (ben) avuti in giovinezza. Beato l’uomo che ne ha colma la faretra: non sarà umiliato quando verrà alla porta a trattare coi suoi nemici». Certamente il Salmo rifl ette una società di stampo agricolo, ove le braccia erano decisive per il lavoro nei campi e per gli scontri tribali. La scena fi nale è tipicamente orientale: il padre, simile a uno sceicco, attorniato dalla sua folta e vigo-rosa prole, quasi fosse una guardia del corpo, incute timore quando si presenta alla porta davanti ai suoi avversari. Già nella Sapienza di Ani, un testo egizio del XIII sec. a.C., si leggeva: «L’uomo i cui fi gli sono

    Ravasi-Padri.....indd 19 12/10/16 16:31

  • PADRI MADRI FIGLI

    20

    numerosi è salutato rispettosamente e temuto a causa dei suoi fi gli». La pienezza della famiglia è tendenzial-mente affi data alla discendenza.

    Tuttavia, per approfondire questo tema in chiave teologica, ritorniamo ancora «in principio», come dice Gesù (Matteo 19,4), cioè alla Genesi, a un passo del primo racconto della creazione posto proprio in aper-tura della Bibbia. Là si legge questa frase: «Dio creò l’uomo a sua immagine, / a immagine di Dio lo creò / maschio e femmina li creò» (1,27). Il parallelismo delle frasi, caratteristico della letteratura biblica, rivela che “immagine di Dio” ha come parallelo esplicati-vo proprio la coppia “maschio e femmina”. Dio, allo-ra, è sessuato e accanto a lui si asside una compagna divina, come accadeva all’Ishtar-Astarte babilonese? Ovviamente no, sapendo con quanta nettezza la Bib-bia rifi uti come idolatrica questa concezione diffusa tra gli antichi indigeni Cananei della Terrasanta. Dio resta trascendente, ma è creatore e la fecondità della coppia umana è “immagine” viva ed effi cace dell’atto creativo divino, ne è un segno visibile; la coppia che genera è la vera “statua” (non quella di pietra o d’oro che il Decalogo proibisce) che raffi gura il Dio creatore e salvatore.

    L’amore fecondo è, perciò, il simbolo della realtà intima di Dio e proprio per questo il racconto della Genesi, secondo la cosiddetta “Tradizione Sacerdota-le”, è tutto scandito sulle sequenze genealogiche che a noi sembrano noiose e inutili (1,28; 2,4; 9,1.7; 10; 17,2.16; 25,11; 28,3; 35,9.11; 47,27; 48,3-4). In realtà il loro valore è rilevante: la capacità di generare della

    Ravasi-Padri.....indd 20 12/10/16 16:31

  • LA CASA DELLA FAMIGLIA

    21

    coppia umana è la via sulla quale si snoda la storia della salvezza. Possiamo, così, ripetere che l’intera Bibbia è per molti versi un’ininterrotta storia di famiglie. Notia-mo, però, che accanto all’“immagine” si parla anche di “somiglianza”; è un modo per sottolineare la non-identità totale fra divinità e umanità. Esiste una distan-za marcata proprio da questo secondo vocabolo: «Fac-ciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza» (1,26). Il mistero di Dio ci trascende, ci precede e ci eccede.

    Sta di fatto, però, che la relazione generativa umana diverrà l’analogia illuminante per scoprire il mistero di Dio; fondamentale, al riguardo, è la visione trinitaria cristiana che introduce in Dio un Padre, un Figlio e lo Spirito d’amore. Dio-Trinità è comunione di amore e la famiglia ne è il rifl esso vivente. E come i tre umani, uomo-donna-fi glio, sono “una cosa sola”, così Padre-Figlio-Spirito sono un unico Dio. Le parole di san Gio-vanni Paolo II, pronunciate il 28 gennaio 1979, durante la Messa a Puebla, in Messico, sono illuminanti: «Il nostro Dio nel suo mistero più intimo non è una soli-tudine, ma una famiglia, dal momento che ci sono in lui la paternità, la fi liazione e l’essenza della famiglia che è l’amore. Quest’amore, nella famiglia divina, è lo Spirito Santo». Così, il tema della famiglia non è affat-to estraneo all’essenza divina. Questa analogia, come è noto, viene poi declinata in connessione a Cristo e alla Chiesa da parte di san Paolo, quando in un celebre pas-so della Lettera agli Efesini, proposto nel Lezionario del matrimonio cristiano (5,21-33), parla del “mistero” dell’unione nuziale.

    Ravasi-Padri.....indd 21 12/10/16 16:31