agorà no. 1 - padri barnabiti

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    AgorLa vita di ogni uomo scandita daltempo che con un ritmo inesorabileriempie la propria esistenza. Leesperienze che quotidianamenteaccumuliamo arricchiscono di sensoe significato il passare dei giorni: nelcammino tra la nascita e la morte,siamo tutti cercatori della felicit. Ilperiodico informativo della missione

    dei PP. Barnabiti in Albania, al suoprimo numero, vuole essere un luogodove raccogliere, senza troppepretese, tutte quelle esperienze disenso che la missione fa vivere aisuoi protagonisti. L Agor, allora, sipone il semplice obiettivo dicomunicarvi la gioia di unaesperienza vissuta in profondit nellaquo t id ian i t d i una r ea l t missionaria. Lannuncio del Vangelo

    di Ges unavventura straordinarianella misura in cui siamo capaci dimetterci in ascolto della sua Parolache si fa Carne e che abbracciapienamente ogni realt umana acominciare dagli ultimi. il misterodellincarnazione che si rinnovaancora oggi e che ci invita a viverequesta realt e questo tempo comeun tempo salvifico.

    Periodico informativo della Missione

    dei PP. Barnabiti in Albania

    Gennaio 2010 Anno I numero 1

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    LaMissionediMilotLa

    presenza

    dei

    PP.

    Barnabiti

    in

    Albania

    La Chiesa oggi

    listruzione dei ragazzi sono presenti lescuole ad ogni livello eccetto quellouniversitario.

    A Milot convivono con reciprocatolleranza cattolici e musulmani: icattolici sono circa il 50% dellapopolazione, l altra met sono

    musulmani, in quanto non presente laconfessione ortodossa. I musulmani nonhanno un loro luogo di culto e nessunag u i d a r e l i g i o s a u f f i c i a l e , m amantengono alcune loro tradizioni ealcune feste.

    I Villaggi:i principali villaggi sono: Fush-Milot,

    che conta circa 5000 abitanti, ma in fasedi continua espansione. Sono presentimolti musulmani. Gallat con circa 400

    abitanti, quasi totalmente cattolici.Malbardh, con circa 1300 abitanti, quasitotalmente musulmani; Shullaz, concirca 1200 abitanti, con presenzareligiosa mista; Shet e Skuraj con circa

    800 abitanti, in maggioranza cattolica,Shkopet e Ferr-Shkopet, con circa 250abitanti, tutti cattolici; Gernac, con 340abitanti; Vinjoll con 400 abitanti, tuttimusulmani. La missione globalmente siestende per un raggio di circa 20 Km da

    Milot: La cittadina di Milot conta

    circa 5000 abitanti ed situatalungo la strada che congiungeTirana a Scutari, proprio allaltezzadella deviazione stradale perunaltra grande citt che Burrel.La nostra cittadina si colloca aipiedi dei Balcani e sulla riva diuno dei maggiori fiumidellAlbania: il fiume Mati.Poco distante da Milot passanole superstrade che colleganoTirana con Scutari e lAlbaniacon il Kossovo.

    Sotto il profilo economico nonsono presenti attivit industrialie la popolazione viveprevalentemente di pastorizia eagricoltura a livello familiare e dipiccolo commercio. Il livello socioeconomico certamente pi elevatodi quello dei villaggi interni ai

    Balcani, ma risente comunque digrossi problemi di povert. La curasanitaria degli abitanti affidata adun piccolo ambulatorio e per

    Dal 1996 iP a d r iB a r n a b i t isvolgono laloro missionein Albanianella cittadina

    di Milot. Maessa comprendeanche alcuniv i l l a g g idislocati nella

    pianura e sullemontagne. La Chiesa nel 1996

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    Milot. I villaggi regolarmente assistiti sonoFush-Milot, Skuraj, Gallat, Ferre-Shkopet eMalbardh. I villaggi, inizialmente sprovvisti diqualunque struttura di culto, fatta eccezione

    per Gallat, possiedono tutti una chiesetta danoi costruite in questi anni.

    La pastorale parrocchiale.

    La cura pastorale della parrocchia comprendeMilot e altri quattro villaggi (Fush-Milot, Ferr-Shkopet, Skuraj e Gallat) dei quali tre sonosituati sulla montagna. A Milot, nel corso deglianni sono stati ultimati i lavori di recinzione delterritorio, stata completata la costruzione delcentro parrocchiale, stata restaurata la Chiesa

    (vedi foto) nella suaparte interna edesterna ed infine stato realizzato unoratorio fornito dicampetti da calcio,pallavolo e basket.Con la realizzazionedelle strutture lapastorale si ormaicollaudata nei suoi

    ritmi abituali.Il nuovo centroparrocchiale, conlannesso oratorio,costituisce unospazio ideale per losvolgimento delleattivit formative ericreative. Inoltre la realizzazione delle nuovestrutture ha favorito, in questultimo periodo

    un notevole afflusso di bambini negli spazidella parrocchia. Parallelamente alla catechesivengono svolte anche altre attivit come corsidi italiano, corso di informatica e attivit afavore degli insegnanti della zona per lutilizzodellinformatica nella didattica scolastica.

    Impegno caritativo

    Da sempre allattivit pastorale sacramentale si cercato di abbinare unattivit caritativa. laspetto che richiede unattenzione particolare.

    Tutta la Chiesa albanese, a differenza dei primianni di emergenza, sta ridimensionando la suaazione attraverso degli interventi pi mirati afavore dei pi bisognosi. La recente crisi

    economica e la diminuzione delle rimesse da partedegli emigranti, ha aggravato la situazione giprecaria di tante famiglie povere. La nostraparrocchia cerca di alleviare tante situazioni

    difficili grazie alla generosit di alcune famigliegrazie alla generosit di persone che dallesterohanno preso a cuore il bene di questa gente.

    Impegno sociale e formativo.

    Se risulta valido limpegno pastorale e necessarioquello caritativo, urgente si rivela limpegnosociale in modo particolare nellambito educativo eformativo. La vera carit che possiamo offrireallAlbania, ai nostri giovani, ai nostri bambini, proprio quella educativa e formativa: e chi pi di

    noi barnabiti puessere adatto? ladirezione verso laquale la comunit stadirigendo i propriimpegni futuri. NelCentro Parrocchialedi Milot stataavviata una scuola disostegno scolasticopomeridiano per i

    ragazzi di scuolamedia. Il progettoprevede lassunzionedi 4/5 insegnanti chedevono seguire iragazzi, suddivisi inpiccoli gruppetti, perquattro o cinque

    giorni alla settimana. Questi insegnanti verrannocoadiuvati da altrettanti animatori che avranno loscopo di curare laspetto creativo dei ragazzi,attraverso la realizzazione di alcuni laboratori(lingua, informatica, musica, attivit manuali ecc.).Nel centro parrocchiale verr allestita anche unabiblioteca aperta a tutti i ragazzi della zona.Unitamente alle attivit gi esistenti, il progettopotrebbe dare un notevole impulso nel rendere ilnostro centro un punto di riferimento educativo eculturale della citt. Si sta inoltre improntando unprogetto per la creazione di alcune borse di studioche d la possibilit ai ragazzi pi meritevoli dicompletare i loro studi in ambienti e scuole piqualificate.

    Incontro formativo con i ragazzi

    Pagina 3Agor

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    Vuoiesseremioamico?Campoestivo09

    3 15 agosto 2009: kampi veror Ado t jesh miku im? Giunta alla sua decimaedizione, anche questanno stataorganizzata una delle attivit principalidella realt parrocchiale: il campo estivo.Tema conduttore Il Piccolo Principe.Protagonisti principali, i bambini e la loro

    allegria. Il campo estivo, nato comeattivit di intrattenimento educativo per ibambini albanesi, divenuto nel tempounoccasione importante per farincontrare la realt dei volontari italianicon quella albanese, e per realizzareinsieme non solo attivit ludiche ericreative ai fini dello svolgimento delcampo stesso, ma soprattutto per creareuna collaborazione che maturi nel tempo,attraverso la mediazione da parte dei

    padri e delle suore responsabili dellamissione stessa.

    Seguendo le radici dellattivit oratorianadei padri barnabiti, ogni estate siorganizza un campo di circa duesettimane, in cui si offre ai bambini inparticolare, e alle loro famiglie,lopportunit di vivere la parrocchia inmodo diverso e sempre nuovo. Per questoviene scelto e proposto un tema, chediventa leitmotiv dellintero campo,guidato dai padri missionari con laiuto dialcuni giovani italiani e albanesi che per15 giorni vestono i panni di animatori.Nello specifico si tratta di organizzareuna serie di attivit per intrattenere igiovani albanesi. Dalle 8.30 fino alle 13.00,divisi per gruppi, i bambini sono invitatia partecipare a momenti di riflessionesulla storia narrata attraverso i disegni, aigiochi di squadra, e ai laboratori artistici.Si adottano quindi modalit semplici edintuitive per trasmettere loro i messaggiessenziali messi in risalto nella storia, eaiutarli a concretizzarli nella loro

    quotidianit. Di fatto, il Kampiveror, considerata unattivitcollaudata, ma che si rinnova e si

    arricchisce di anno in anno, siagrazie allimpegno costante dialcuni volontari, sia per la volontdi rendere questo momento semprepi ricco. Da questestate, infatti,visto anche il numero dei volontariitaliani accorsi per loccasione (pidi venti, dai 15 ai 60 anni circa), si deciso di adottare una modalitoperativa improntata ad unamigliore gestione delle risorse e del

    tempo.Come per dire che non ci siaccontenta solo di far divertire, masi punta certamente ad unmiglioramento della struttura e allacrescita non solo individuale, masoprattutto della missione e di chi,negli anni, ha iniziato a sentirsiparte integrante della stessa.

    Pertanto, il campo estivo

    diventato per alcuni volontariitaliani, un appuntamentoimperdibile, da condividere e

    Il Campo estivonon solo ilc o l l a b o r a r einsieme perraggiungere uno b i e t t i v ocomune, maa n c h e l a

    tenerezza deglisguardi curiosie divertiti deibambini, chenon aspettanoaltro che questoappuntamento.

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    soprattutto occasione per mettersi alla prova.Lo stesso, si offre a chi non ha mai vissutounesperienza simile ed desideroso didedicare parte delle proprie vacanze adunesperienza altra, ovvero improntata aconoscere una nuova e affascinante realt,capace di donarepi di quanto lestesse parolepossano descrivere.Questo perchmolto spesso non lessere animatorivolontari a dare ilgiusto sprone perarricchire gli altri,ma la missionealbanese e tutti ivalori di cui siconnota a fare ladifferenza e arendere unica questa esperienza.

    Eppure, il Kampi veror non solo ilcollaborare insieme per raggiungere unobiettivo comune, ma anche la tenerezza deglisguardi curiosi e divertiti dei bambini, chenon aspettano altro che questo appuntamentoe che lo ricordano quasi con benevolaossessione gli altri 11 mesi dellanno. untuffo nel nostro Adriatico, visto per da

    unaltra terra, tanto diversa quanto simile allanostra. In particolare, una piccola equotidiana sfida che aguzza lingegno con

    tante attivit di ogni genere, e offrelopportunit di far crescere i bambinicon esempi certamente importanti.

    Questanno poi, il Kampi veror statoanche occasione, una volta di pi, dicrescita collettiva, in particolare per iparrocchiani di Milot. Il 13 agosto stato rinominato con una celebrazioneil Centro Agor, oggi invece CentroEmanuel, in onore di un giovaneprematuramente scomparso allaffettodei suoi cari e della collettivit. Questoforse, come segno ancora pi tangibile,della volont di combattere le forme

    diverse di violenza e di educare igiovani, fin da piccoli, allo stareinsieme. E questo scopo si pone

    proprio alla base del lavoro dei padri e delle suorea Milot, che con fatica e amore ogni giornoaffrontano insieme le tante altre difficolt di unaterra che cerca di scrollarsi di dosso un passatogravoso. Eppure, i risultati cominciano a farsi

    vedere. Negli anni, si infatti riscontrato ilcambiamento graduale dei

    pi piccoli in rapporto allediverse attivit, la lorocrescita personale espirituale, la loropartecipazione sempre picostante cos come la lorodisponibilit a collaborareper la realizzazione delcampo scuola.

    Sono proprio questi risultatiche motivano i padri e lesuore angeliche ad andare

    avanti e soprattutto ad impegnarsi per farconoscere la realt di questa missione. E allostesso tempo, che spingono molti volontari italiania voler tornare, a collaborare e a sostenere lastessa come se si trattasse della propria famiglia.Perch di fatto, la magia di questa missione proprio la capacit di sentirsi in un luogofamiliare dove possibile, una volta di pi,contribuire per uno scopo pi grande, anche dellastessa volont.

    Gaia e p. Giovanni G.

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    AncheinovizibarnabitiinAlbaniaUnavisitachehalasciatoilsegno

    Nellanno di noviziato il p. Maestro, in accordocon tutta la comunit ci ha fatto vivereunesperienza bellissima lAlbania! Devo direche come mio solito ero un po titubante apartire. Ma sapevo di trovare p.Giovanni Peragine, e quindi, unavolta arrivati al porto, il suoabbraccio ci ha avvolti come unpadre. E lavventura iniziata!Arrivati alla parrocchia e visto

    tutto il complesso, mi sonomeravigliato. E proprio vero, ibarnabiti si fanno proprio onore!Secondo i racconti dei padri, aquanto pare, la realizzazione dellamissione sembra essere stataunavventura, ricchissima e contante soddisfazioni. E chiaro che irapporti con la gente sono natipiano piano, ma da quello che ho visto e sentito,i nostri padri hanno fatto un lavorostraordinario. I padri sono portati su piattid a r g e n t o equesto per meun vanto. Le coseche mi hannocolpito sono statetante: i bambini,lospitalit daparte della gente Un giorno eroin giardino chep r o v a v o a dimparare il PadreNostro, allora siavvicina unabimba di circa 5anni e comincia adire con me lapreghiera. Pocodopo passa p. Giovanni, ci guarda e ci dice: non possibile! Una bimba musulmana che insegna

    il Padre Nostro ad un cristiano! Solo a Milot sivedono certe cose! Mi hanno segnato i volti dianziani, ancora spaventati dal vecchio regime,ho letto nei loro volti tanta paura, per anche

    tanto affetto per i missionari. Abbiamo pregatoin certi locali disastrati privi di ogni norma, conmucche che pascolavano da tutte le parti. S, stata veramente unesperienza emozionante! Mi

    piaciuta la semplicit dei ragazziche andavano a prendere lacquaalla fonte, che si divertivano conpoco, che non hanno quello chepossiedono i nostri giovani, masono felici ugualmente. Mi ha

    affascinato la compresenza piche pacifica di cristiani emusulmani. Mi sembra che qui,pi che altrove, sia possibileportare avanti una crescita nellafede salvaguardando il dialogo ela convivenza fra le due religioni.E la prima esperienza che mi

    capitata dove ho potuto assisteread una singola opera portata avanti, seppur contutte le difficolt, da alcuni padri barnabiti incollaborazione stretta con alcune suore

    angeliche. Si trattadi una realt chemi piacerebbem o l t o v e d e r em i g l i o r a t a em a g g i o r m e n t ediffusa, sia l aMilot, sia in altrecomunit.

    Per riassumere, stata per meu n e s p e r i e n z amolto fruttuosa ecoinvolgente alivello personale.Trovo difficiler i u s c i r e a d

    esprimere tutta la ricchezza che porta con s.Credo valga la pena provarla in prima personaper potersi rendere conto del lavoro fatto fino ad

    ora, delle difficolt che le sono proprie e deipossibili frutti che potrebbe concedere in futuro.

    Massimiliano e Stefano

    Ipadrisonoportatisupiatti dargento equesto per me unvanto. Mi hannosegnato

    i

    volti

    di

    anziani , ancoraspaventati dalvecchioregime. Ho letto neilorovoltitantapaura,per anche tantoaf fet to per imissionari.

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    GlialunnidelloZaccarianellaterradelleaquileperunaesperienzaindimenticabile

    Il 1 agosto il nostro gruppo di volontarizaccarini, composto da Padre Giovanni G.,Francesco, Cesare, Lucrezia,Alessandro, Roberto e me, partito per Tirana, per poiarrivare a Milot, villaggio anord della capitale albanese.Cos iniziata la nostrafantastica ed indimenticabileavventura in una terra a noi

    sconosciuta. Nella comunitdove siamo stati ospitati,abbiamo subito fattoconoscenza e amicizia conaltri ragazzi italiani, con deipadri barnabiti e con unasuora. In seguito con glianimatori albanesi. Neiquindici giorni in cui siamostati l, il nostro servizio consistito nellanimazione del

    campo estivo a cui hanno partecipato moltibambini e ragazzi. Gli animatori localiconoscono la nostra lingua, quindi non statodifficile relazionarsi con loro, anzi direi che cisiamo legati molto gli uni con gli altri, tanto cheal momento della partenza alcuni di noi non

    hanno saputo trattenersi dai lunghi abbracci e dalpianto. Limpressione che ho avuto, vivendo in

    quella comunit, conversando,ridendo e scherzando con tutti,italiani e albanesi, stata bellissima.La cosa straordinaria che cisentivamo a casa, nonostantefossimo in terra straniera : mi vienela nostalgia e mi commuovo ancoraquando ripenso a quel climadaccoglienza, di condivisione e difraternit; alle risate in compagnia,ai bimbi che mi correvano incontroguardandomi con quegli occhionilimpidi. Penso che abbia fatto beneal cuore di tutti trovare tanti voltiamici, tanti sorrisi, tanta speranza inquella gente che, pur non avendomolto, possiede un gran dono: lasemplicit. Sono stata colpita dallastraordinaria spontaneit, perch

    essi non ci hanno mai considerato estranei, ma cihanno accolto benevolmente, non prendendo maile distanze da noi, ma anzi mostrandosi calorosi eamichevoli. Grazie Albania, grazie bimbi e ragazzidi Milot, perch ci avete donato tanto e noi viabbiamo lasciato il nostro cuore.. Silvia

    loro tradizioni.Ci ha permesso di offrire iltempo delle nostre vacanzeestive, tempo trascorsolavorando per gli altri e con glialtri; i giorni spesi a servizio deibambini di Milot insieme adaltri volontari non sono daconsiderare come unoccasione

    mancata per riposarsi, ma comeuna possibilit per arricchirsiumanamente; ci ha dato lapossibilit di fare vita di

    Questa esperienza, ripetutanegli anni, ci ha dato lapossibilit di sperimentare ilservizio in modo piprofondo e ci ha arricchitoumanamente per questimotivi: ci ha fatti incontrare econfrontare con una culturadiversa dalla nostra, la

    cultura albanese; i pregiudizinei confronti degli albanesisono dovuti allignoranzarispetto alla loro storia e alle

    comunit con persone nuove;durante i campi estivi a cuiabbiamo partecipato si semprecreato un clima di amicizia contutti gli altri volontari italiani egli animatori albanesi, leesperienze di lavoro, ma anchedi divertimento vissute insiemehanno fatto nascere una

    conoscenza che si sviluppatanel tempo anche una voltatornati a casa.

    Alessandra e Luca

    AlessandraeLuca,raccontanolaloroavventurachesiripetegidamoltianni.

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    Il 27 Maggio del 2007, quando sono arrivatoper la prima volta in Albania, allaeroportocera ad aspettarmi P. Giovanni Peragineaccompagnato da 8 ministranti. Arrivati inParrocchia, davanti alla Chiesa, abbiamo fattosubito una foto ricordo. Nel guardare oggiquella fotografia devo purtroppo constatareche tra gli 8 ministranti, uno non si trova pi inmezzo a noi. in cielo e intercede per noi:Emanuele. Emanuele ha incominciato afrequentare la Parrocchia quando aveva 6 o 7anni. Era un bambino timido, un po chiuso eparlava poco, tanto che si pensava che avessequalche problema nel parlare. Ma col tempo ilgioco e il contatto con i suoi coetanei lo ha resoun bambino uguale a tutti gli altri. Quando poiha iniziato a prepararsi alla Prima Comunionepass a far parte anche del gruppo deiministranti.

    La vita di Emanuele si pu paragonare ad unapiccola pianta che trovava nellambiente dellaParrocchia un terreno fertile, e dove potevacrescere in sapienza, in et e grazia. La sua erauna presenza assidua sia alle attivit in oratoriosia alle funzioni liturgiche. Allinizio del 2008 si

    creato in Parrocchia un gruppo di riflessione eformazione per gli adolescenti che volessero fareun cammino pi impegnativo. Emanuele nonera stato incluso inizialmente a causa della suaet, ma dopo tanta sua insistenza entrato, e daallora non ricordo che mai sia mancato ai variappuntamenti. Ha conservato il suo carattere unpo timido, ma buono era il suo rapporto con icompagni, come anche la sua partecipazione alleattivit organizzate in Parrocchia che facevavolentieri e con entusiasmo, come lo dimostrano

    le diverse fotografie del Campo Scuola 2008,dove lui presente attivamente e ogni giorno neidiversi giochi. Purtroppo quelle sono le sueultime fotografie. Sono state fatte nelle primedue settimane del mese di agosto, perch duesettimane dopo succede la tragedia. Era il 29 diagosto, giorno del martirio di San GiovanniBattista. Dopo le attivit in Oratorio, Emanueleera rimasto in Chiesa per aiutare P. Giovanni a

    P. Luiz ci racconta la suatoccante testimonianza suunodei ragazzi che per tanti anniha condiviso la nostraesperienzadivitaparrocchiale,echeoranonpifisicamentecon noi. Lui ci protegge dalcielo!

    EmanueleUnascintilladiDioinmezzoanoi!

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    mettere a posto delle cose per la celebrazionedel giorno seguente. Finito tutto andato acasa sua, dove i genitori lo aspettavano per

    andare alla festa di un matrimonio. Per strada,scherzando con un suo amico di classe, cheaveva con se una pistola, accidentalmente partito un colpo che lo ha colpito mortalmente.

    Posso dire che quel colpo non ha colpito amorte solo Emanuel, ma tutti coloro che loconoscevano e non esagerato affermare, tuttala cittadina di Milot, perch la sua famiglia stata sempre stimata e ben voluta da tutti.Sono stati veramente giorni di pianti e ancora

    oggi si prova commozione al pensarci. Il 29agosto scorso, durante il campo scuola, inParrocchia abbiamo ricordato Emanuele ad unanno dalla sua scomparsa (non voglio diremorte, poich lui vivo). Abbiamo celebrato lamessa e in seguito abbiamo intitolato adEmanuele il Centro Parrocchiale. E stato unmomento molto commovente per tutti, piccolie grandi. E bello ricordare Emanuele nella suasemplicit e nella sua vitalit. Il calcio era ilsuo sport preferito. Partecipava sempre alle

    partite e tifava con passione per le sue squadredel cuore. Ma c un aspetto importante da

    sottolineare: nel gioco era leale e pacifico. Io chesono sempre presente quando giocano i ragazzi,posso affermare di non averlo mai visto

    b i s t i c c i a r e c o nqualcuno e neanchepronunciare parolecattive. In questo uncaso quasi unico diquesta realt, perch,purtroppo, contrario il modo di fare dei suoicoetanei. Era un amicoleale. Un fatto ce loconferma: una volta,

    insieme ad un amico,ha fatto uno scherzo alcustode della chiesa. Ioallora li richiamai e luiprontamente ha dettoche era stato soltantolui a farlo, scagionandocos il suo amico. Estato perseverante negliimpegni assunti nellac a t e c h e s i , c o m e

    ministrante e nel gruppo degli adolescenti.Cresceva, superando se stesso e quelli chesembravano dei limiti. La sua vita si snodava trafamiglia, scuola e Parrocchia. Il gruppo diadolescenti, di cui faceva parte (oggi chiamatoGruppo Emanuel) continua a radunarsi unavolta alla settimana. In questi raduni, al centro,mettiamo sempre la Bibbia e Ges Crocifisso e aipiedi della croce una foto ricordo di Emanuele,vestito da giocatore e tutto sorridente. Ci faricordare che la vita in qualche modo unapartita che esige lealt, perseveranza e fedelt aquello che si crede e che bisogna parteciparvicon gioia. Emanuele continua a dire ai suoicompagni: su, coraggio, andate avanti, perchpotete farcela, come io ce lho fatta e adesso tifoe intercedo per voi. Ringraziamo il Signoreperch ci ha dato Emanuele. Un nome che unimpegno e una responsabilit per chi ci pensa:Dio con noi. Emanuele, a sua volta, stato unascintilla di Dio.

    P. Luiz Carlos

    CerimoniadelladedicazionedelCentroEmanuel

    Pagina 9Agor

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    SanNicolaPatronodellaParrocchia

    LavitadelSanto

    La devozione al santo venutodalloriente molto diffusatra la popolazione albanese.In molte zone, infatti, sitrovano siti antichi atestimonianza di questoantico culto al santo. La

    Parrocchia di Milot dedicataproprio al santo di Mira. Inquesti anni della presenza deiPP. Barnabiti a Milot, laChiesa stata rinnovatacercando di dare un impulsoalla venerazione del Santo. Il9 Maggio 1999, in una solennecelebrazione eucaristica, stata accolta nella nostraParrocchia la Manna di san

    Nicola, generosamente

    donataci dal rettore dellabasilica di Bari. In quellacircostanza Mons. RrokMirdita, Arcivescovo delladiocesi Durazzo-Tirana,attraverso un decreto hainnalzato la nostra Parrocchia

    a Santuario diocesano di sanNicola. In occasione dellafesta liturgica del 6 Dicembree quella del 9 Maggio, i fedelihanno la possibilit divenerare il santo e ricevere laspeciale benedizione con laManna. Ogni Mercoleddella settimana, dopo la santamessa si recita davanti allafigura la preghiera di san

    Nicola.

    strappa miracolosamente treufficiali al supplizio; preservaMira da una carestia; compiealtri portenti ... Pu trattarsi di

    fatti autentici, abbelliti dascrittori entusiasti. Forse pergli ufficiali ha solamenteo t t e n u t o l a g r a z i adallimperatore Costantino (alquale chieder anche sgravidimposta per Mira); e controla carestia pu aver solamenteorganizzato rifornimentitempestivi. Ma si racconta pureche abbia placato una tempesta

    in mare, e resuscitato tregiovani uccisi da un oster a p i n a t o r e . . . U nPassionarium del VI secolo

    La sua fama universale,documentata da chiese eopere darte, da istituzionie tradizioni legate al suo

    nome. Ma sulla sua vita lenotiz ie certe sonop o c h i s s i m e . N a t oprobabilmente a Ptara diLicia, in Asia Minore(attuale Turchia), poistato eletto vescovo diMira, nella stessa Licia. Equi, dicono alcuneleggende, compie unmiracolo dopo laltro.

    C o m e a c c a d e a l l epersonalit forti, quasiogni suo gesto trasfigurato in prodigio:

    dice che ha sofferto per la fedenelle ultime persecuzioniantecedenti Costantino, e che intervenuto nel 325 al Concilio

    di Nicea.Nicola muore il 6 dicembre diun anno incerto e il suo culto sidiffonde dapprima in AsiaMinore (25 chiese dedicate a luia Costantinopoli nel VI secolo).Ci sono pellegrinaggi alla suatomba, posta fuori dellabitatodi Mira. Moltissimi scritti ingreco e in latino lo fanno via viaconoscere nel mondo bizantino-

    s l a v o e i n O c c i d e n t e ,cominciando da Roma e dal SuddItalia, soggetto a Bisanzio.Ma oltre sette secoli dopo la sua

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    Diventaanche tu amico

    della nostra missione!

    Attraverso

    la tua preghiera,

    la tua collaborazione

    la tua partecipazione:

    adotta un bambino

    sostieni una borsa di studioper uno studente

    adotta un progetto della

    missione

    C/CPOSTALEN 12401741

    PROV. NAPOLETANACHIERICIREG. BARNABITI

    MISSIONE ALBANIA

    PERINFORMAZIONI:

    [email protected]

    morte, quando in Puglia subentrato il dominio normanno,Nicola di Mira diventa Nicola diBari. Sessantadue marinai baresi,

    sbarcati nellAsia Minore gisoggetta ai Turchi, arrivano als e p o l c r o d i N i c o l a esimpadroniscono dei suoi resti, cheil 9 maggio 1087 giungono a Bariaccolti in trionfo: ora la citt ha unsuo patrono.Dopo la collocazione provvisoria inuna chiesa cittadina, il 29 settembre1089 esse trovano sistemazionedefinitiva nella cripta, gi pronta,

    della basilica che si sta innalzando insuo onore. E il Papa in persona,Urbano II, a deporle sotto laltare.Nel 1098 lo stesso Urbano II presiedenella basilica un concilio di vescovi,tra i quali alcuni greci dellItaliasettentrionale: c gi stato lo scismadOriente.Alla fine del XX secolo la basilica,affidata da Pio XII ai domenicani, luogo dincontro tra le ChiesedOriente e dOccidente, e sededellIstituto di Teologia EcumenicaSan Nicola.Nell'iconografia San Nicola facilmente riconoscibile perch tienein mano tre sacchetti (talvoltariassunti in uno solo) di moneted'oro, spesso resi pi visibili sottoforma d i t re pa l le d 'oro .Racconta la leggenda che nella cittdove si trovava il vescovo Nicola, unpadre, non avendo i soldi percostituire la dote alle sue tre figlie efarle cos sposare convenientemente,avesse deciso di mandarle aprostituirsi. Nicola, venuto aconoscenza di questa idea, forn tresacchetti di monete d'oro checostituirono quindi la dote dellefanciulle, salvandone la purezza.

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  • 8/3/2019 Agor no. 1 - Padri Barnabiti

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    La Missione

    dei PP. Barnabiti

    in Albania...

    ...nel segno della speranza

    evangelizzazione

    formazione

    educazione carit