osse rvatorio paolino - barnabiti...2020/01/09  · lo gnosticismo, soprattutto negli studi di a....

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Eco dei Barnabiti 2/2017 37 stian Baur (1792-1860), fondatore della Scuola di Tübingen. La gnosi cristiana si rivela, stando a Baur, la prima filosofia della religio- ne cristiana che, nella sua lunga evo- luzione storica, arriva fino alla gnosi hegeliana. La gnosi è per Baur un fe- nomeno religioso che si propone di rispondere all’interrogativo tradizio- nale: da dove sorge il male? Essa pre- senta quattro caratteristiche fonda- mentali: è un fenomeno non cristiano e precristiano, di origine orientale, di natura filosofica, di forma mitica. Baur per primo riconosce la natura sincretistica della gnosi utilizzando le ca- tegorie dialettiche hege- liane: le religioni della natura (pagane) sarebbe- ro il momento oggettivo (tesi); il monoteismo giu- daico sarebbe quello sog- gettivo (antitesi); il cristia- nesimo rappresenterebbe la conciliazione degli op- posti (sintesi), che sboc- cerebbe infine nella gno- si, quale religione giunta all’autocoscienza sul pia- no filosofico. Non solo; ma Baur riconosce il po- sto fondamentale occu- pato nella gnosi dal dua- lismo (la copresenza ori- ginaria dei due principi: del bene e del male), si- tua la sua origine nel- l’Asia orientale superiore (religioni iraniche); infi- ne, come nel movimento gnostico, pone la salvez- za nella conoscenza (fi- losofica) che l’uomo può raggiungere con le sue sole forze. Schmithals ne accenna nell’Introduzio- ne (pp. 17 ss.). Nella seconda metà dell’Ottocen- to, in reazione alla Scuola di Tübin- gen, in Germania si ritorna allo stu- dio sistematico delle fonti eresiolo- giche dei Padri della Chiesa. Lo gnosticismo, soprattutto negli studi di A. Harnack (1886), viene definito co- me eresia cristiana. Per usare le sue parole, la gnosi sarebbe l’acuta seco- larizzazione del cristianesimo opera- ta da pensatori filosofi di formazione ellenistica influenzati dal platonismo. Basilide e Valentino, aspramente combattuti da Ireneo, sarebbero, per Harnack, i primi teologi cristiani, che cercarono di attualizzare il cristiane- simo utilizzando schemi filosofici co- muni e diffusi nella loro epoca. All’inizio del Novecento, con l’av- vento della Scuola della storia delle re- ligioni (Religionsgeschichtliche Schule), ancora una volta si ha un capovolgi- mento di prospettiva. Bousset e Reit- zenstein, parlano di una gnosi come di una particolare forma di conoscen- za che di per sé trasforma colui che la possiede. Riconoscono una origine orientale del fenomeno, che poi si è a poco a poco diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, intaccando coi suoi miti forme religiose che nulla avevano a che fare con esso, come il giudai- smo e il cristianesimo. Per questa scuola, nella gnosi, più che di singoli pensatori, si tratterebbe di trasmissione di forme collettive di tradizioni miti- che (Schmithals, pp. 18-21). Sempre in Germania, nel 1934, ad opera di Hans Jonas (1903-1993), di- scepolo di Heidegger e Bultmann, uscì l’opera destinata ad essere per decenni il punto di riferimento degli Osservatorio paolino WALTER SCHMITHALS NUOVO TESTAMENTO E GNOSI Il teologo evangelico tedesco Wal- ter Schmithals (1923-2009) si era fatto conoscere in Italia con diverse opere tradotte dalla Queriniana di Brescia; ma soprattutto con la Introduzione al- la Lettera ai Romani (Lindau, 1990, 2.a ed. Lindau, 2008). Il testo di cui parliamo, Nuovo Testamento e Gnosi, è una rielaborazione (2008) di quello pubblicato la prima volta a Darmstadt nel 1984. In questa presentazione sa- rà privilegiata la parte riguardante l’apostolo Paolo, ossia il corpus pauli- num (pp. 38-148), tralasciando le al- tre sezioni riguardanti il corpus johan- neum, la tradizione sinottica e gli altri scritti del Nuovo Testamento. UNA PANORAMICA STORICA SULLA GNOSI Partiamo dalla questione termino- logica. Si deve allo studioso tedesco di storia delle religioni Kurt Rudolph l’espressione pendolo interpretativo a riguardo del fenomeno della gnosi. Egli ha proposto (1990) di indicare con il termine gnosi la complessità di quel fenomeno religioso sviluppatosi nel II secolo dell’era volgare e non ri- conducibile nell’alveo del cristianesi- mo; e con il termine gnosticismo, quella variante eretica determinatasi all’interno della chiesa cristiana e contro la quale hanno combattuto i grandi Padri della chiesa del II e III secolo, quali Ireneo, Ippolito, Cle- mente Alessandrino, Origene. Sono state proprio le citazioni riportate dai Padri nella loro polemica antignosti- ca a costituire il materiale su cui ri- costruire in un primo momento la comprensione della gnosi. Una svolta determinante si ha a me- tà Ottocento con l’opera “La Gnosi cristiana” (1835) di Ferdinand Chri-

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  • Eco dei Barnabiti 2/2017 37

    OSSERVATORIO PAOLINO

    stian Baur (1792-1860), fondatoredella Scuola di Tübingen.

    La gnosi cristiana si rivela, stando aBaur, la prima filosofia della religio-ne cristiana che, nella sua lunga evo-luzione storica, arriva fino alla gnosihegeliana. La gnosi è per Baur un fe-nomeno religioso che si propone dirispondere all’interrogativo tradizio-nale: da dove sorge il male? Essa pre-senta quattro caratteristiche fonda-mentali: è un fenomeno non cristianoe precristiano, di origine orientale, dinatura filosofica, di forma mitica. Baurper primo riconosce lanatura sincretistica dellagnosi utilizzando le ca-tegorie dialettiche hege-liane: le religioni dellanatura (pagane) sarebbe-ro il momento oggettivo(tesi); il monoteismo giu-daico sarebbe quello sog-gettivo (antitesi); il cristia-nesimo rappresenterebbela conciliazione degli op-posti (sintesi), che sboc-cerebbe infine nella gno-si, quale religione giuntaall’autocoscienza sul pia-no filosofico. Non solo;ma Baur riconosce il po-sto fondamentale occu-pato nella gnosi dal dua-lismo (la copresenza ori-ginaria dei due principi:del bene e del male), si-tua la sua origine nel-l’Asia orientale superiore(religioni iraniche); infi-ne, come nel movimentognostico, pone la salvez-za nella conoscenza (fi-losofica) che l’uomo puòraggiungere con le suesole forze. Schmithals neaccenna nell’Introduzio-ne (pp. 17 ss.).

    Nella seconda metà dell’Ottocen-to, in reazione alla Scuola di Tübin-gen, in Germania si ritorna allo stu-dio sistematico delle fonti eresiolo-giche dei Padri della Chiesa. Lognosticismo, soprattutto negli studi diA. Harnack (1886), viene definito co-me eresia cristiana. Per usare le sueparole, la gnosi sarebbe l’acuta seco-larizzazione del cristianesimo opera-ta da pensatori filosofi di formazioneellenistica influenzati dal platonismo.Basilide e Valentino, aspramentecombattuti da Ireneo, sarebbero, per

    Harnack, i primi teologi cristiani, checercarono di attualizzare il cristiane-simo utilizzando schemi filosofici co-muni e diffusi nella loro epoca.

    All’inizio del Novecento, con l’av-vento della Scuola della storia delle re-ligioni (Religionsgeschichtliche Schule),ancora una volta si ha un capovolgi-mento di prospettiva. Bousset e Reit-zenstein, parlano di una gnosi comedi una particolare forma di conoscen-za che di per sé trasforma colui che lapossiede. Riconoscono una origineorientale del fenomeno, che poi si è a

    poco a poco diffuso in tutto il bacinodel Mediterraneo, intaccando coi suoimiti forme religiose che nulla avevanoa che fare con esso, come il giudai-smo e il cristianesimo. Per questascuola, nella gnosi, più che di singolipensatori, si tratterebbe di trasmissionedi forme collettive di tradizioni miti-che (Schmithals, pp. 18-21).

    Sempre in Germania, nel 1934, adopera di Hans Jonas (1903-1993), di-scepolo di Heidegger e Bultmann,uscì l’opera destinata ad essere perdecenni il punto di riferimento degli

    Osservatorio paolino

    WALTER SCHMITHALSNUOVO TESTAMENTO E GNOSI

    Il teologo evangelico tedesco Wal-ter Schmithals (1923-2009) si era fattoconoscere in Italia con diverse operetradotte dalla Queriniana di Brescia;ma soprattutto con la Introduzione al-la Lettera ai Romani (Lindau, 1990,2.a ed. Lindau, 2008). Il testo di cuiparliamo, Nuovo Testamento e Gnosi,è una rielaborazione (2008) di quellopubblicato la prima volta a Darmstadtnel 1984. In questa presentazione sa-rà privilegiata la parte riguardantel’apostolo Paolo, ossia il corpus pauli-num (pp. 38-148), tralasciando le al-tre sezioni riguardanti il corpus johan-neum, la tradizione sinottica e gli altriscritti del Nuovo Testamento.

    UNA PANORAMICA STORICASULLA GNOSI

    Partiamo dalla questione termino-logica. Si deve allo studioso tedescodi storia delle religioni Kurt Rudolphl’espressione pendolo interpretativo ariguardo del fenomeno della gnosi.Egli ha proposto (1990) di indicarecon il termine gnosi la complessità diquel fenomeno religioso sviluppatosinel II secolo dell’era volgare e non ri-conducibile nell’alveo del cristianesi-mo; e con il termine gnosticismo,quella variante eretica determinatasiall’interno della chiesa cristiana econtro la quale hanno combattuto igrandi Padri della chiesa del II e IIIsecolo, quali Ireneo, Ippolito, Cle-mente Alessandrino, Origene. Sonostate proprio le citazioni riportate daiPadri nella loro polemica antignosti-ca a costituire il materiale su cui ri-costruire in un primo momento lacomprensione della gnosi.

    Una svolta determinante si ha a me-tà Ottocento con l’opera “La Gnosicristiana” (1835) di Ferdinand Chri-

  • studi sulla gnosi: Gnosi e spirito tar-do-antico. In quest’opera, Jonas indi-viduava nell’indagine sulla gnosi lachiave per una interpretazione com-plessiva della tarda antichità. Per Jo-nas, la gnosi non era un fenomenosincretistico, né aveva a che fare conreligioni già consolidate quali il giu-daismo e il cristianesimo, ma posse-deva un’intrinseca unità costituita daun preciso atteggiamento esistenzialenei confronti di sé e del mondo. Talevisione originale e alternativa consi-steva nell’opposizione e nel rifiutodel mondo, nel dualismo che ne staa fondamento, nella ricerca dell’au-tentico Dio e nel ritorno ad esso. So-no queste le coordinate intorno a cuisi muove la gnosi, ed esse corrispon-dono a uno stato esistenziale di an-goscia e di abbandono in un mondoconsiderato ostile a malvagio, estra-neo alla vera natura dell’uomo e dacui solo la fuga nell’aldilà può costi-tuire una liberazione. L’atteggiamentodi fondo degli gnostici, come descrit-to da Jonas, è la sensazione dell’esse-re umano di vivere in un mondoestraneo, in cui è costretto al timore.

    La vera vita è ultraterrena.Perciò lo gnostico anela auna redenzione che lo li-beri dal mondo e dal cor-po. Concetti tipicamen-te gnostici sono quindi,ad esempio: paura, erra-re, nostalgia; stordimen-to, sonno, ebbrezza; ca-duta, sprofondare, car-cere; tenebra, estraneità,mescolanza (Schmithals,p. 8).

    Quanto questo potesseessere il risultato dell’ana-lisi delle fonti e non inve-ce una rappresentazionedella visione di Jonas delmondo a lui contempora-neo, uscito distrutto nellesue radici e nei suoi pre-supposti dalle maceriedella prima guerra mon-diale e dall’affacciarsi del-la dittatura hitleriana, èstato un forte argomentoper gli oppositori della si-stemazione filosofica delfenomeno gnostico offer-to da Jonas.

    Nel 1945 nell’alto Egit-to, nella lo-calità di Nag

    Hammadi, si verificò unfatto cruciale per la cono-scenza del cristianesimoantico e per il fenomenodella gnosi. Un uomo dinome ‘Ali al Samman sta-va cercando un fertiliz-zante naturale chiamatosabakh, quando si imbat-té in un orcio di terracot-ta color rosso che conte-neva una dozzina di co-dici, accuratamente scrittiin copto, ultimo stadioevolutivo della lingua par-lata dagli antichi Egizi. Sitrattava di codici di unabiblioteca cristiana delIV secolo dell’e.v. Solonegli ultimi anni del No-vecento è stato possibileavere un’edizione criticadi questi codici e la lorotraduzione in inglese, adopera di James M. Ro-binson (1988, 1998 4.aed.) e successivamentedi Marvin Meyer (ed.,2007). In italiano è appar-

    sa recentemente (2014) una esaurienteIntroduzione della studiosa statuniten-se Nicola Denzey Lewis: I manoscrittidi Nag Hammadi – Una bibliotecagnostica del IV secolo (Carocci edito-re), che consiglio caldamente. Questoha permesso di riconsiderare sia la vi-sione data dagli eresiologi circa ilmondo della gnosi come eresia cristia-na, sia la visione filosofica di stampoesistenzialista data da H. Jonas, e fare iconti con i testi coevi a questo impor-tante movimento di pensiero dell’epo-ca tardo antica.

    Oggi, non ostante l’appello a unavisione unitaria scaturita dal famosoCongresso di Messina (1966), cheall’epoca riunì i più eminenti studiosidella gnosi a livello internazionale(vedi box), si è in presenza di mappevariegate del fenomeno gnostico, incui predominano istanze settoriali especialistiche. I testi a disposizionehanno tuttavia costretto a una profon-da revisione interpretativa della gnosi.

    IL CORPUS PAULINUM

    Ricordiamo che il corpus paulinum(cioè gli scritti di Paolo) nel Nuovo

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    OSSERVATORIO PAOLINO

  • Testamento comprendono 14 lettere.Di queste, Ad Ebrei ha un ruolo parti-colare, perché non pretende di esserestata scritta da Paolo. Anche perquanto riguarda temi gnostici, even-tualmente presenti, va trattata a parte.La prima lettera e la seconda lettera aTimoteo e la lettera a Tito, le cosid-dette lettere pastorali; e le lettere agliEfesini, ai Colossesi, a Filemone, co-stituiscono due raccolte originaria-mente autonome. Le restanti sette let-tere paoline principali (ai Romani, pri-ma e seconda ai Corinti, ai Galati,prima e seconda ai Tessalonicesi) van-no considerate come il nucleo ori-ginario degli scritti paolini e perciòè bene interpretarle in maniera uni-taria, anche riguardo alla presenzadi eventuali elementi di gnosticismo.

    Essenziale risulta, per Schmithals,la questione degli avversari controcui in queste lettere continuamentePaolo polemizza, circa il surrettizioinquinamento della sua opera dievangelizzazione. Per F. C. Baur e isuoi discepoli della Scuola di Tübin-gen (1831, 1845) i contrasti tra i giu-deocristiani legalisti (giudaizzanti) e icristiani di origine pagana liberi dallaLegge, o tra petrini e paolini, nasconoa causa dei giudaizzanti. Nelle lettereautentiche sono quest’ultimi i veri eunici avversari (p. 39). Ma gli studipiù recenti, attraverso un’analisi piùapprofondita, riconoscono che, a par-

    tire dal terzo viaggio missionario del-l’Apostolo (a metà circa degli anni 50e.v.), si possono riconoscere tra gliavversari combattuti da Paolo, missio-ni gnostiche alternative all’evangeliz-

    zazione paolina (p.46). Gli esempipiù significativi portati da Schmithalssono gli accenni di Paolo contro gliamanti della sapienza (sophìa) di pa-rola (1Cor. 1, 17) che rendono vanala croce di Cristo. O contro la scien-za (gnosis) che riempie di orgoglio(p. 51). Come pure la polemica con-tro i negatori della resurrezione, cheveicolerebbero una concezione dua-listica, tipica dello gnosticismo, perla quale solo l’elemento spirituale havera importanza (ib.).

    ELEMENTI GNOSTICINELLA TEOLOGIA DI PAOLO

    Sulla scorta dello studio di K. Ru-dolph (La gnosi. Natura e storia di unareligione tardoantica, Paideia, Brescia,2000. Ed. or. 1977, 1980 2.a ed),Schmitals – ed è la parte più interes-sante del saggio – tratteggia tre ambi-ti presenti nella teologia paolina, neiquali si possono ravvisare linguaggi oidee provenienti dalla sensibilitàgnostica (pp. 77-104).

    1) Il dualismo antropologico. In mol-ti passi delle lettere paoline ai Roma-

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    OSSERVATORIO PAOLINO

    LA DEFINIZIONE DI MESSINA (1966)

    L’idea chiave di questa definizione, fatta da studiosi per studiosi, è chela gnosi sia caratterizzata da un particolare mito: gli esseri umani hannoin loro una particella divina proveniente dai mondi superiori che hannodimenticato di possedere. Quando questa particella o scintilla divinaviene risvegliata, essi possono riconoscere la loro origine in quei mondisuperiori.

    Ma ecco la definizione: “Lo gnosticismo è un insieme coerente dicaratteri che si possono sintetizzare nell’idea della presenza nell’uomodi una scintilla divina proveniente dal mondo divino, una scintilla cadutain questo mondo e in balìa della sorte, della nascita e della morte e biso-gnosa di essere risvegliata dal corrispondente divino del sé al fine di ritro-vare in ultima analisi l’integrità. Rispetto ad altre concezioni della disgre-gazione del divino, tale idea è ontologicamente fondata sulla concezionedi un movimento discendente del divino, la cui estremità periferica (spessochiamata Sophia = Sapienza o Ennoia = Pensiero) deve sottomettersi aldestino di entrare in crisi e produrre – anche se soltanto indirettamente –il mondo attuale, rispetto al quale essa non può voltare le spalle in quantole è necessario per recuperare lo pneuma; una concezione dualistica chesi staglia su un retroterra monistico, espressa in un duplice movimento didisgregazione e reintegrazione”.

    I TRATTI DELLA GNOSI ANTICASECONDO CHRISTOPH MARKSCHIES (2003)

    1) Il fare esperienza di un dio assolutamente trascendente, lontano,supremo.

    2) Il postulare (conseguentemente a tale esperienza) l’esistenza di ulteriorifigure divine o la divisione delle figure esistenti in altre, più vicine agliesseri umani che al dio supremo e lontano.

    3) Il reputare il mondo come il frutto di un atto empio e il fare esperienza,da parte dello gnostico, di una condizione di alienazione dal mondo stesso.

    4) Il postulare l’esistenza di un distinto dio creatore o “assistente”; nellatradizione platonica questi è un “artigiano” (il termine greco è “demiurgo”)e nei testi gnostici è caratterizzato come ignorante o come malvagio.

    5) Lo spiegare tale stato delle cose mediante un dramma mitologicosecondo il quale un elemento divino, caduto dalla propria sfera in unmondo malvagio, è presente in uno stato latente all’interno di una certacategoria di esseri umani come una scintilla divina, e può essere liberato.

    6) La conoscenza (gnosi) di questo stato, in ogni caso, può essere ottenutasoltanto per mezzo di un redentore proveniente dall’altro mondo, unredentore che discende da una sfera più alta e vi ritorna.

    7) La redenzione degli esseri umani attraverso la presa di coscienzadella presenza di Dio (o della scintilla divina) in loro.

    8) Una tendenza dualistica variamente declinata, che si può esprimereall’interno del concetto stesso di Dio, nella contrapposizione di spirito emateria o nella concezione dell’essere umano quale composto di corpo eanima (C. Markschies, Gnosis: An Introduction, T & T Clark, London 2003,pp. 16-17).

  • ni, ai Galati, incontriamo la contrap-posizione sarks (carne) / pneuma (spi-rito). Altrove, come in prima ai Co-rinti 3 la contrapposizione sarkikòsànthro-pos (uomo di carne) / pneu-matikòs (spirituale). Altrove, come inprima ai Corinti 15, si contrapponepsyché (anima naturale) / pnèuma(spirito). In tutto l’Antico Testamentoqueste coppie di concetti sono riferitiall’integrità dell’uomo; e sono buoni,opera di Dio. La coesistenza nell’es-sere umano, come creatura di Dio, dicorpo e anima, carne e spirito, si tra-sformò in una contrapposizione duali-stica (p. 79). Paolo quindi non puòaver utilizzato questa contrapposizio-ne facendo riferimento al linguaggiobiblico ebraico. Probabilmente, undualismo gnostico già esistente mettea disposizione dell’ebraismo ellenisti-co (Filone di Alessandria) o del cri-stianesimo degli strumenti espressivi esi pone quindi la questione di qualeimportanza ermeneutica vada attribui-ta alla ripresa di questi ultimi (p. 89).Questa era la tesi già sostenuta daReitzenstein (1927) e ripresa recente-mente da Winter (1975) (pp. 90-91).

    2) La cristologia della preesistenza(il mito del Redentore). Nel cristiane-simo delle origini, e in Paolo soprat-tutto (ai Romani 8, 3; e in molti altri

    passi delle sue lettere), si trova laconcezione che Gesù sia stato inviatosulla terra dal cielo, e che perciò pre-esistesse in cielo prima della sua esi-stenza terrena. Orbene, questa è unadelle grandi linee di pensiero del si-stema gnostico. Nella gnosi la perdi-zione dell’essere umano è concepitain maniera radicale ed universale, co-sicché la redenzione non può veniredal mondo. Redenzione significa re-denzione dal mondo; viene – qualun-que via segua e chiunque ne sia il tra-mite – dall’esterno del mondo (p. 98).Ma a questa conclusione Schmithalssi oppone energicamente (ib.).

    3) La “mistica di Cristo”. In Paolo siincontra un tipico campo semanticospesso riassunto sotto la voce “dottrinamistica della redenzione” o “mistica diCristo”. Vivere in Cristo, rivestirsi diCristo, “non sono più io che vivo, èCristo che vive in me” (Lettera ai Galati2, 20). La scuola storico-religiosa colle-gò decisamente la “mistica di Cristo”paolina con la figura antropogonica diun “uomo primordiale” o “uomo cele-ste”, che sta alla base del mito gnosti-co della caduta e della redenzione edel pneuma e senza la quale la “misti-ca di Cristo” non sarebbe comprensi-bile (p. 102). Soprattutto Bultmann e isuoi discepoli ripresero gli impulsi del-

    la scuola storico-religiosa e intesero la“mistica di Cristo” di Paolo come una“storicizzazione” del mito gnosticodella redenzione, che parte dal pre-supposto dell’unità di tutti gli pneuma-tici nell’”uomo superiore” (ib.). Schmi-thals invita alla prudenza e sfuma dimolto, nella discussione, alcune con-clusioni affrettate.

    CONCLUSIONE

    Alle pagine 239-243 del volumeanalizzato troviamo alcuni risultati,dopo le analisi serrate. Per Paolo,Schmithals ipotizza il seguente pro-cesso storico-religioso: dalla biografiae dall’eredità letteraria di Paolo sipuò ricavare con certezza che egli,prima della conversione, combattevaun cristianesimo universalista (liberodalla Legge). Venne convertito pro-prio a questo cristianesimo e ad essodeve i tratti gnosticizzanti del suo lin-guaggio e delle sue concezioni teolo-giche. Tale cristianesimo universalistalibero dalla Legge dovrebbe esserenato da un incontro del cristianesimoprimitivo palestinese con una gnosiebraica, probabilmente originariadella Samaria. (…) Se nel quadrodella storia a noi conosciuta si cercaun teologo autorevole che rappresen-tasse tale cristianesimo universalistaall’origine, si può menzionare soltan-to Stefano… (…) Soltanto nel II seco-lo, e definitivamente con la costitu-zione del canone, le diverse tradizio-ni protocristiane confluirono l’unanell’altra, escludendo definitivamentela gnosi (pp. 241-243).

    Il testo di Schmithals ha il pregio distimolare la riflessione, ma la suascrittura si presenta molto elaborata eostica, interrotta com’è dalle paren-tesi corpose coi continui richiami adautori e opere con relative citazioni enumeri delle pagine. Questo impedi-sce una lettura scorrevole e limital’uso del testo agli studiosi specializ-zati in queste ricerche.

    Giuseppe Cagnetta

    Abbiamo parlato di:

    Walter Schmithals, Nuovo Testa-mento e Gnosi (Giornale di Teologia335, Editrice Queriniana Brescia, 2008,pp. 312, € 24.00).

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    OSSERVATORIO PAOLINO

    Paolo. Mosaico (sec. V). Ravenna, Battistero deglio Ortodossi o BattisteroNeoniano