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Testi di riferimento: - A. Carandini, Storie della Terra. Manuale di Scavo archeologico, De Donato 1981 (Einaudi 1991, 1996) - Ph. Barker, Tecniche dello scavo archeologico, Longanesi Milano 1981 (ristampato più volte) E.C. Harris, Principi di stratigrafia archeologica, NIS, Roma 1983 (ristampato più volte) I primi scavi Thomas Jefferson (1743-1826) e gli scavi dei tumuli funerari in Virginia nel 1784 (USA) L’importanza della geologia nella definizione della disciplina James Hutton (1726-1797) Theory of the Earth, 1785 Lo sviluppo delle tecniche di ricerca sul campo Augustus Lane-Fox Pitt-Rivers (1825-1900) e gli scavi di Cranborne Chase dal 1887 al 1898 confluiti in una pubblicazione in 4 volumi: Excavations in Cranborne Chase I caratteri salienti dell’archeologia di Pitt-Rivers - Attenzione alla stratigrafia - Identificazione del contesto dei manufatti - Scavo totale del sito - Eccellente pubblicazione finale dei risultati Lo sviluppo delle tecniche di ricerca sul campo:un pionere in Italia

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Page 1: Web viewUn carotaggio manuale può sueprare ii 2 metri al di sotto del piano di campagna. dal vocabolario: ... In uno scavo del genere muta non il metodo,

Testi di riferimento:

- A. Carandini, Storie della Terra. Manuale di Scavo archeologico, De Donato 1981 (Einaudi 1991, 1996)

- Ph. Barker, Tecniche dello scavo archeologico, Longanesi Milano 1981 (ristampato più volte)

E.C. Harris, Principi di stratigrafia archeologica, NIS, Roma 1983 (ristampato più volte)

I primi scavi

Thomas Jefferson (1743-1826) e gli scavi dei tumuli funerari in Virginia nel 1784 (USA)

L’importanza della geologia nella definizione della disciplina

James Hutton (1726-1797)

Theory of the Earth, 1785

Lo sviluppo delle tecniche di ricerca sul campo

Augustus Lane-Fox Pitt-Rivers (1825-1900) e gli scavi di Cranborne Chase dal 1887 al 1898

confluiti in una pubblicazione in 4 volumi:

Excavations in Cranborne Chase

I caratteri salienti dell’archeologia di Pitt-Rivers

- Attenzione alla stratigrafia

- Identificazione del contesto dei manufatti

- Scavo totale del sito

- Eccellente pubblicazione finale dei risultati

Lo sviluppo delle tecniche di ricerca sul campo:un pionere in Italia

Giacomo Boni e lo scavo del Foro Romano (1898-1911)

Giacomo Boni, Il metodo negli scavi archeologici, in Nuova antologia, fasc. 16, luglio 1901

Lo sviluppo delle tecniche di ricerca sul campo Mortimer Wheeler (1890-1976)

Archaeology from the Earth, London 1954

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Lo sviluppo delle tecniche di ricerca sul campo

Luigi Bernabò Brea e l’edizione dello scavo della Caverna delle Arene Candide in Liguria (1940-42 edito nel 1946 e 1956 in 2 volumi)

Nino Lamboglia (un post-wheeleriano ante litteram) e lo scavo di Albintimilium (Ventimiglia) del 1939-40 edito nel 1950

Il primo manuale di scavo in lingua italiana Kathleen Kenyon, Introduzione all’Archeologia, 1966

Traduzione di un volume del 1961 Beginning in Archaeology

Il superamento del metodo Wheeler-L’importanza assegnata alle planimetrie

Lo scavo open area Martin Biddle e lo scavo medioevale di Winchester (1960-1970)

Metres, areas and robbing (1969) articolo in cui si esprimono i fondamenti dello scavo per grandi aree

Philip Barker, Techniques of Archaeological Excavations, 1977 Tradotto in Italia con il titolo:

Tecniche dello scavo archeologico, Milano 1981

Lo studio dei sistemi di registrazione

Edward Harris, Principi di stratigrafia archeologica, Roma 1983 (trad. dell’originale del 1979)

primo manuale di un archeologo italiano

Andrea Carandini, Storie dalla terra, Bari 1981

Unità Stratigrafica = azione

Attività

Gruppi di Attività/Fase

Periodo/ Avvenimenti

Unità Stratigrafica Azione basilare materialmente riconoscibile e riconosciuta

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I rapporti stratigrafici

Contemporaneità = ‘Uguale’ ‘Si lega a’

Successione = ‘Copre / coperto da’ Si appoggia a / gli si appoggia ‘Taglia / tagliato da’‘Riempie / riempito da’

Tempo di formazione e Tempo di vita di uno strato

Il tempo della formazione di uno strato è posteriore alla superficie dello strato più tardo fra quelli che esso copre e anteriore alla sua propria superficie.

Il tempo della vita di uno strato è posteriore alla sua superficie e anteriore all’inizio della formazione del volume dello strato più antico fra quelli che fisicamente lo coprono.

La natura e l’uomo oltre a depositare e accumulare

Erodono

Consumano

Sbancano

Spoliano

Distruggono

La legge della successione stratigrafica (Harris 1979)

Il rapporto essenziale di una qualunque unità stratigrafica con quelle più antiche o con quelle più recenti è nel primo caso il rapporto fra l’unità stratigrafica in questione e l’unità stratigrafica più tarda di tutte quelle più antiche, nel secondo caso il rapporto fra l’unità stratigrafica più antica di tutte quelle più recenti

Questa legge consente di passare dalla stratigrafia al diagramma stratigrafico in maniera corretta e semplificata

Le regole necessarie per costruire un diagramma stratigrafico sono le seguenti:

1.      La relazione stratigrafica fra due unità è espressa da linee di collegamento fra i loro due numeri. Tale relazione si coglie solo dall’alto verso il basso.

2.      I collegamenti ad H sono equivoci.

3.      Devono esprimersi solo i rapporti essenziali tra le unità scartando linee di collegamento ridondanti. Ciò si ottiene applicando rigorosamente la legge della successione stratigrafica.

4.      Nel costruire i diagrammi occorre studiare la disposizione più conveniente dei diversi rami per evitare inutili incroci di linee. Se non è possibile si farà uso di “ponti” per superare la bidimensionalità della rappresentazione. ‘

Per oltre due secoli l’archeologia ha avuto come obiettivo primario la conoscenza della produzione artistica e monumentale del mondo antico.

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L’attenzione degli archeologi oggi è volta a comprendere i processi di trasformazione culturale e le ragioni di quei mutamenti

Uno degli obiettivi concreti del lavoro archeologico è quello di accrescere la conoscenza collettiva sia attraverso l’analisi stratigrafica, strumento imprescindibile di conoscenza anche storica, sia attraverso le analisi di laboratorio dei residui organici e inorganici rintracciabili nei contesti materiali.

Come nessuna altra disciplina l’archeologia concilia il lavoro intellettuale con quello manuale

La necessità dell’archeologia di confrontarsi con la dimensione politica e sociale contemporanea

- Formazione

- Comunicazione

- Messa a punto di strategie di intervento compatibili con lo sviluppo urbanistico e la trasformazione dei paesaggi

- Archeologia preventiva

FORMAZIONE

La formazione universitaria non può più identificarsi – come accadeva un tempo - con un curriculum in cui la cultura figurativa costituisce l’intera disciplina archeologica

COMUNICAZIONE

La necessità di mettere a punto strumenti di sintesi per un pubblico più ampio rispetto alla stretta cerchia degli specialisti e la necessità di realizzare musei, parchi archeologici facilmente fruibili e comprensibili anche con l’ausilio di prodotti multimediali

MESSA A PUNTO DI STRATEGIE

Il lavoro di scavo è un momento centrale, ma non esclusivo, di un lungo processo conoscitivo a scala territoriale che si attua dopo aver valutato gradualità ed estensione degli interventi sulla base di strategie in grado di ottimizzare il valore del campione analizzato in relazione alle domande cui si intende dare risposte

L’archeologia del paesaggio (o dei paesaggi) è la ricerca della dimensione storica dello spazio.

Il Paesaggio è al tempo stesso contenitore di storia e prodotto di processi storici

recentemente l’Archeologia dei Paesaggi è stata definita anche:

lo studio dei sistemi complessi che hanno una base territoriale sulla quale le varie comunità, nello scorrere del tempo, si insediano e costruiscono le loro strategie di sopravvivenza e di sviluppo interagendo e/o manipolando l’ambiente circostante… (F. D’Andria, Dibattito, in Atti Taranto 2002)

Le dimensioni del paesaggio:

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Non visibile :la rappresentazione mentale di un territorio(valori ideologici, sacrali, rituali, ecc.)

Visibile: Sito / Non Sito

Definizione di Sito

Il sito archeologico costituisce l’unità elementare di documentazione dei resti archeologici di un paesaggio ed ha una funzione simile a quella dell’unità stratigrafica rintracciata nello scavo.

Esso viene generalmente riconosciuto sulla base della concentrazione di materiali rinvenuti in una determinata area

Definizioni di Non Sito

Il non sito è generalmente un’area in cui sono presenti in dispersione manufatti antichi ; essa è dunque caratterizzata da scarsa densità di materiali archeologici

Siteless surveys

Ricognizioni senza siti

Le fonti per lo studio del paesaggio antico:

LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA

La più fruttuosa tecnica di acquisizione di nuovi documenti archeologici

Formazione del metodo

(dagli umanisti del Quattrocento ad oggi)

asistematica e sistematica

- Organizzazione della squadra di ricognitori

- Distanze dei ricognitori

- Individuazione di un sito o di una concentrazione di materiali

- Campionamento (manufatti ma anche risorse naturali e dei minerali: pietra, argilla)

La documentazione di dettaglio: schede , disegni, fotografie

LA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA

Schedatura del sito

- Situazione geografica

- Relazione con la situazione geologica, pedologica, idrologica, con la viabilità antica e moderna e con il paesaggio circostante

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- Descrizione del ritrovamento: dimensioni, caratteristiche

- Raccolta dei reperti

IL TELERILEVAMENTO

- Da piattaforma satellitare, aerea, terrestre

TIPI DI RICOGNIZIONE INDIRETTA:

Lo studio delle fotografie aere. Non invasive.

Le fotografie aeree possono essere:

ad assetto obliquo(utili per l’individuazione dei siti)

e ad assetto verticale o zenitale (utili per la realizzazione di piante e mappe)

LE PROSPEZIONI NEL SOTTOSUOLO

Le prospezioni geofisiche: il metodo della resistività elettrica e i metodi magnetici non invasive perché non c’è manipolazione del territorio-

I sondaggi meccanici con aste e trivelle.

Queste operazioni sono il frutto della collaborazione di specialisti diversi.

Es. di mappa di anomalie delle indagini geoelettriche ,notiamo diversi colori. Ci danno la presenza assenza, solidi, vuoti, presenza ad es di rete stradale, di strutture.

LA PROSPEZIONE GEOFISICA

TECNICHE DI PROSPEZIONE SUDDIVISIBILI IN 2 GRUPPI:

ATTIVI: si energizza il terreno, misure, variazioni di grandezze fisiche , manufatti, muro..

PASSIVI: si misurano variazioni di grandezze fisiche intrinseche del terreno senza energizzarlo.

Fonti di disturbo : disomogeneità terreno e disturbi ambientali per l’influenza dell’antropizzazione.

Tutti i metodi geofisici misurano le variazioni di grandezze fisiche del terreno, impiegare i metodi insieme è consigliabile. Le operazioni geofisiche calibrano la fotografia aerea, ciò che facciamo sospesi sul terreno.

Resistività elettrica

Dati sulle anomalie del terreno, ad esempio strutture murarie-

Parametro: resistività apparente del terreno, difficoltà con la quale corrente elettrica attraversa il suolo.-inverso della resistività è la conduttività elettrica. Se il suolo è asciutto, pietroso, resistività è alta, se umido

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è bassa. Si fa passare corrente alternata di debole intensità e frequenza conosciuta, sempre stessa frequenza.

Strumentazione:

potenziometro per misurare tensioni;

milliamperometro

sorgente di energia e batteria

LE PROSPEZIONI MAGNETICHE

ASSOCIATE ALLE INDAGINI GEOELETTRICHE CI SONO QUELLE MAGNETICHE.

SI BASANO sulla misura dell’intensità del campo magnetico del terreno da esplorare. Ogni struttura archeologica da luogo a variazioni magnetiche nel terreno riconoscibili anche a distanza di millenni.

DIVERSITà DEL MAGNETISMO DEL SUOLO.

Magnetometro composto da : un rivelatore e un apparecchio misuratore. Il magnetismo terrestre ha valore costante, ogni variazione corrisponde alla manipolazione.

Col magnetometro ad esempio individuiamo sedi di attività artigianale. Misurazioni veloci, risultati su diagramma.

Pianta grecia:indagine geoelettrica e magnetica sovrapposte-

Rosso non sempre struttura muraria, dipende dal terreno.

Da vocabolario:

LA DIAGNOSTICA ARCHEOLOGICA:

comprende tutte le procedure necessarie ad un’indagine non distruttiva, o parzialmente, di un sito archeologico.

La diagnostica archeologica si colloca in una fase tra RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA E SCAVO.

In previsione di uno scavo la diagnostica a. offre la possibilità di programmare l’intervento, di delineare la strategia di scavo, i tempi, i luoghi.

Procedure diagnostiche:

immagini satellitari, immagini aerofotografiche: si può fare esame di coppie di aerofotogrammi anche provenienti da diverse epoche per individuare anomalie, oppure un altro uso prevede la trasformazione della fotografia aerea in cartografia ausiliaria attraverso un foto restitutore analogico, oppure si elabora informaticamente l’immagine aerofotografica allo scopo di evidenziare anomalie, la foto interpretazione resta la migliore procedura di partenza per lo studio degli insediamenti d’altura. Essa consente di individuare gli orientamenti degli edifici anche in casi in cui le sommità siano coperte da vegetazione. Lo

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studio della foto può essere paragonato alla radiologia per un medico, unico svantaggio in italia è il loro costo alto.

Fotografie riprese da pallone: pallone gonfiato con elio con supporto capace di alloggiare una macchina di piccolo formato, collegata mediante cavo a terra che trasmette l’impulso elettrico necessario allo scatto quando desidera l’operatore riprendere una certa immagine. H 70 80 mt. Utile per documentare aree di forte densità di ritrovamenti archeologici.

Ricerche geofisiche. O geognostiche. Procedure di prospezione del suolo allo scopo di individuare frequentazioni del passato sepolte e invisibili in superficie. Auspicabile collaborazione tra archeologo e geofisico.

I metodi geofisici consentono di determinare le proprietà fisiche dei suoli e delle rocce.

Prospezione geoelettrica: metodo più diffuso, metodo attivo, perché comporta l’emissione di un segnale, elettrico o elettromagnetico, da parte di un’apparecchiatura in grado di ricevere dal terreno un segnale di ritorno, Resisitività elettrica del sottosuolo.

Si basa quindi sulle proprietà elettriche del terreno, buono o cattivo conduttore, a seconda delle componenti naturali e o antropiche sepolte.

Suolo argilloso per umidità avrà resistività bassa perché acqua è buon conduttore elettrico.

Prospezione geomagnetica: metodo detto passivo, in quanto non energizza il terreno, si basa sulle variazioni in positivo o negativo , che certi fattori inducono sul geomagnetismo di una certa zona in un periodo. Dunque la prospezione geomagnetica consente la localizzazione di corpi dotati di magnetizzazione. Ad esempio i metalli, fornaci, focolari, per le fasi di riscaldamento passate. Questi fenomeni provocano anomalie positive, superiori al valore medio di campo geomagnetico di quella zona.

Per i due tipi di prospezioni i dati sono tradotti in una mappa che documenta la posizione e intensità delle anomalie.

Prospezione elettro magnetica: si basa sulla combinazione dei principi relativi alle prospezioni elettriche e quelle magnetiche. Ricordiamo il metal detector.

Georadar= il principale progresso degli ultimi anni. Alto costo, si presta soprattutto alla diagnostica archeologica condotta in ambito urbano, dove resistivi metri, magnetometri son disturbati dalla presenza di condutture elettriche e idriche o dal traffico automobilistico.

Ricerche con prelievi di suolo. Si entra nell’ambito di indagini parzialmente distruttive,

il carotaggio o trivellazione consiste nella perforazione verticale del terreno effettuata manualmente col carotiere, munito di punte cave, larghe non più di 10 cm, che si conficcano nel suolo. La punta cava si riempie via via del terreno dello strato che la punta attraversa dall’alto in basso, così si procede al prelievo delle parti di stratificazione depolta e all’esame di questa. Un carotaggio manuale può sueprare ii 2 metri al di sotto del piano di campagna.

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dal vocabolario:

RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA

Il termine comprende le tecniche e le applicazioni necessarie alla individuazione di insediamenti archeologici abbandonati, di periodi cronologici diversi, che abbiano lasciato sul terreno tracce variamente consistenti. È uno strumento fondamentale per la ricostruzione dei paesaggi del passato ormai scomparsi o esistenti allo stato di fossili. È una metodologia che ha nella analisi diacronica la sua ragione d’essere. È concepita come aspetto applicativo di una disciplina più generale denominata landscape archaeology corrispondente all’archeologia dei paesaggi.

Indica nella sua accezione più banale una ispezione diretta di porzioni ben definite di territorio.

SE MANUFATTI SONO VISIBILI NEI CAMPI COLTIVATI

Ricognitori si muovono in squadre, camminano nei campi, attraversano i campi per linee parallele a intervalli regolari tra 10 e 20 m. quando è rinvenuto un sito i ricognitori abbandonano temporaneamente la marcia nel campo per linee parallele e documentano in dettaglio, con foto, schede e disegni.

Precisare la situazione geologica, pedologica, idrologica con la viabilità, odierna e antica, Deve essere descritto il ritrovamento in sé, come si presenta, dimensioni, caratteristiche,, Raccolta reperti, anche iscrizioni, monete,vetri etc

SITI CON STRUTTURE IN ELEVATO E TRACCE MACROSCOPICHE

Altri tipi di ricognizione

Ossia diagnostica archeologica

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Cronologia basata sulla ceramica in una US o in un gruppo di Us

Per datare le diverse fasi di vita di un sito indagato con lo scavo archeologico, l’unico mezzo a nostra disposizione è dato dai materiali rinvenuti, composti soprattutto da ceramica. Questo per due motivi:

1)La ceramica è un materiale resistentissimo dunque almeno a livello di frammenti si conserva sino a oggi più o meno nello stato in cui è stato deposto. Più o meno perché eventi post-deposizionali possono modificare l’aspetto delle ceramiche.

2) il vasellame ceramico prodotto in un numero alto di esemplari, si presta ad un’analisi tipologica e a una seriazione cronologica, dandoci una quantità di fossili guida.

Ovvio che i materiali ci provengono dalle us positive ma nell’analisi delle ceramiche si devono tenere presenti entrambi i tipi di us. Le negative sono testimonianza di un’azione di asporto, crollo di un muro, il consumarsi di una strada, di un pavimento, il taglio di una buca, uno sbancamento. Queste us possono dunque indicare soluzione di continuità nella stratificazione di un sito, che influenza anche la facies ceramica che esaminiamo.

Una US non può essersi costituita anteriormente alla data di fabbricazione del pezzo più tardo in essa contenuto.

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Se in una us abbiamo materiali che giungono fino al 250 d c ovviamente l’us non può essersi formata e chiusa prima di quella data.

Però un coccio non fa primavera, esistono circostanze che possono introdurre materiali più recenti in strati formatisi precedentemente, questo avviene per vari fattori, una pianta o un cespuglio con le loro radici si introducono nel terreno attraverso strati diversi e possono o trascinare frammenti o, dopo la loro morte, creare vuoti che si riempiono. Altro elemento perturbatore è dato dall’attività dei lombrichi, vermi, topi..

Scavando tane, gallerie possono trasportare cocci o creare vuoti che si riempiono di terriccio che proviene da strati più alti e più tardi quindi. Non dimentichiamo che qualche frammento possa cadere dall’alto o dalle pareti non ben compattate. Questo non si dovrebbe verificare ma può accadere nonostante l’attenzione che vi si pone. Come fare per riconoscere e una intrusione di questo tipo in una US? Non è facile dirlo.

Se i materiali non sono stati ancora lavati si può riconoscere il pezzo caduto dal terreno superficiale alto, che ha aspetto diverso dai frammenti che hanno giaciuto in terra umida.

Modi di analisi di contesti ceramici per ricavare una cronologia quanto più attendibile possibile.

1) Primo indizio è la presenza nel contesto della classe ceramica più tarda;2) Individuazione delle forme, dall’esame dei frammenti di una classe, fatto dopo eventuali attacchi

tra cocci. Per individuare la forma ci si basa sugli orli o altre parti caratterizzanti la foggia vascolare.3) Identificate le forme possiamo indicare il termine post quem la us si è formata. Ma di quanto post?

Eventuali approfondimenti.4) L’esame della ceramica deve essere condotto in modo coerente, sia all’interno della singola us che

in rapporto alle altre, questo soprattutto quando ci troviamo di fronte a contesti ravvicinati nel tempo e hanno tipi e forme ceramiche con periodo di vita e uso lungo nel tempo. È noto infatti che vasi afferenti a una certa produzione che termina in un dato momento possono proseguire ad essere usati almeno per una generazione.

MODO DI QUANTIFICARE LE CERAMIche

1) Pesatura dei frammenti ha valore solo all’interno d una stessa classe distinguendo anche le forme vascolari possibilmente. Se in due us diverse troviamo differente numero di frammenti di una certa foggia ma il peso dei fr è simile, si ipotizza che il numero dei vasi fosse simile e che in un caso ci sia stata maggiore frammentazione;

2) Altro calcolo è quello della percentuale di circonferenza degli orli, per comparare anche classi differenti di vasi. Ogni frammento di orlo viene misurato sulla scala delle circonferenze per vedere quanta percentuale di orlo contenga. così calcoliamo il numero massimo di individui ( numero di fr di orlo non combacianti) e il numero minimo(somma percentuali di circonferenza). Se abbiamo 12 fr di orlo che costituiscono il 180% di una circonferenza avremo un numero massimo di 12, numero frammenti, potendo appartenere ognuno ad un vaso diverso, e numero minimo di due, essendo 100 %, un intero e più 80% parte di un altro vaso.se però fr appartengono a vasi di ciconf diversa è evidente che non possono essere di uno stesso vaso quindi 12 diventa numero minimo.

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Cap 10

I RESIDUI NELLA STRATIFICAZIONE ARCHEOLOGICA

LE US POSSONO contenere parti di oggetti non coevi alla formazione dello strato.

Manufatto in giacitura secondaria perchè il suo ingresso nella stratificazione in cui viene rinvenuto è posteriore al momento terminale della sua vita. La sua vita infatti non si esaurisce né con il periodo di produzione della classe a cui appartiene né con l’esaurirsi della sua funzione. Solo quando diviene uno scarto o nel senso di strutture edilizie, viene abbandonato e si degrada, può essere considerato realmente un residuo.

Riutilizzo prevede stessa funzione, per anfora ad esempio, contenitore, di vino poi di acqua.

Rifunzionalizzazione = anfora utilizzata per contenere sepoltura o per creare canalizzazione. In quest’ultimo caso è legittimo considerarle residui solo perché hanno perso la funzione originaria o poiché sono in uso contestualmente al piano dovremmo considerarle in fase con esso?? Ci sono due sfere distinte. Residuo rispetto alla produzione e il residuo rispetto alla posizione stratigrafica. Un oggetto può essere residuo rispetto alla sua data di produzione ma strati graficamente in fase. Ma essendo in fase non può essere definito residuo.

Lo studio dei materiali residui ci da indicazioni su:

1)modo di formazione dello strato; es fr di intonaco non combacianti____ deposito di crollo o demolizione edificio o ceramiche da mensa, resti archeozoologici_____us con materiali provenienti da immondezzaio ;

2) info sulle vicende del sito; 3) info su produttività, scambi e consumi della ceramica soprattutto.

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LO SCAVO URBANO

Si intende scavo archeologico effettuato in un tessuto urbano moderno, vivo e vitale. È un intervento che si rende necessario a seguito di lavori per l’esecuzione di opere edilizie o di infrastrutture urbane. È necessario ricorrere a strategie operative che consentano di raggiungere il nostro scopo di ottimale conoscenza scientifica e completa documentazione delle evidenze ma che non vadano ad incidere sulla realtà, appesantendo i costi delle opere pubbliche, in quanto il nostro obiettivo, ricavare conoscenza archeologica di ciò che indaghiamo, è uno dei tanti che devono essere raggiunti con l’esecuzione dell’opera.

La definizione di area a rischio archeologico è basata sulle risultanze di precedenti ritrovamenti ed indagini conoscitive preliminari, carotaggi, sondaggi esplorativi, può indirizzare determinate attività edilizie al di fuori di una determinata zona o portare alla previsione di uno scavo, risanamento, con relative somme da impiegare.

L’archeologia urbana è affascinante, ci da il senso di cntinuità dal passato a oggi con tutte le soluzioni, evoluzioni, modifiche….

Nello scavo urbano assume particolare importanza nello studio dei materiali l’esame dei residui, proprio per la presenza di estese us negative, queste possono aver fatto sparire resti di interi periodi, ma i riempimenti, le colmate effettuate con materiali di risulta possono riportarci la testimonianza, anche se

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decontestualizzata, delle fasi la cui stratificazione è stata ormai asportata e non è , almeno in quel settore, più verificabile.

12 LO SCAVO DI UNA NECROPOLI

In uno scavo del genere muta non il metodo, sempre stratigrafico, ma la strategia, ciò il modo di affrontare le situazioni sul terreno, senza dimenticare che proprio le situazioni che andiamo scoprendo possono modificare le nostre decisioni strategiche, indirizzandoci verso condotte operative diverse.

Tutto questo varia a seconda della necropoli che andiamo a scavare.

Ad esempio lo scavo di una necropoli proto storica mira a darci indicazioni sulla struttura sociale della comunità di cui la necropoli è emanazione, quindi le classi sociali, il sesso, i gruppi familiari. In ambito storico molte di queste cose son già note,quindi si punterà di più sui rituali, sull’analisi della composizione dei corredi, per individuare livelli di ricchezza etc.

Con necropoli indichiamo una area di terreno destinata alla sepoltura. Esistono pero tipologie tombali differenti. Tombe a fossa rivestite di lastre, a fossa con sarcofago, alla cappuccina, a cupa, a enchytrismos in anfora o in dolio, incinerato in urna o brocca o contenitore, incinerato sul posto e ricoperto, a mausoleo, a camera sepolcrale ipogeica con inumazioni e incinerazioni.

Bisogna affrontare il problema della localizzazione della necropoli, essa dipende dalla presenza di individui che vivono in uno spazio prossimo alla necropoli stessa, evidente che non appare funzionale lo spostarsi km per seppellire defunti, ma ci son diversi tipi di funzionalità-

La moneta in una realtà tombale deve essere considerata solo un termine post quem.

Le sepolture si dispongono in stratigrafia orizzontale per cui mancano dati di cronologia relativa. Se ad esempio in una tomba abbiamo elementi , al più tardi, datati all’inizio del 2oo d c non sappiamo quanto tempo dopo la tomba si sia realizzata.

Individuata la necropoli occorrerà effettuare indagini con georadar o con resistività elettrica per individuare l’estensione dell’area da indagare.

Tombe a fossa

1)DELIMITARE copertura o profilo fossa scavata nel terreno, messa in pianta quotata e documentaz fotografica.

2)Si asporta copertura e si inizia a scavare terra che riempie la fossa.

3)Si parte da lato breve procedendo lentamente, stando col corpo fuori alla tomba.

4)Oggetto o frammento numerato e posizionato nella pianta particolare di dettaglio della tomba, definendo l’ubicazione con 3 coordinate, 2 in orizzontale( collocando 2 rotelle metriche in bolla ad angolo retto poste su due lati della tomba, da cui prendere le misure in orizzontale) e una in verticale corrispondente al punto è più alto del bordo della fossa. Si ha costruzione tridimensionale dello stato di fatto in cui la sepoltura è stata rinvenuta. METTERE IN PIANTA L’OGGETTO-

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5) PROCEDERE ASPORTANDO TERRA SENZA TOGLIERE L’OGGETTO FIN QUANDO NON è COMPLETAMENTE SCOPERTO. FOTOGRAFIA E TOGLIERE PEZZO.

Vasi vuotati in laboratorio per evitare intrusioni.

Notare dello scheletro tutto, posizione testa, arti, ossa presenti e mancanti. Scheda antropologica dove si possono segnare con matita in assenza di un antropologo. Far attenzione se sotto scheletro vi siano pietre, potrebbero essere calcoli o formatesi in altri organi, analisi medica ci darà indicazioni su eventuali patologie.

Freccia deve indicare orientamento cranio.

TOMBE A ENCHYTRISMOS

Consistono in sepolture entro anfore o grandi dolia. Questi posizionati poi in una fossa scavata nella terra-

Assegnare un numero di us al contenitore us positiva perché riempimento di us negativa, il taglio--

TOMBE A INCINERAZIONE

Cinerario. Posto in fossa o in un altro contenitore. A volte defunto e corredo bruciati insieme.

TOMBE A CAMERA

Se in una roccia deve essere indicata con una us negativa, oppure costruita, procedura registrazione strutture. USM.

Più deposizioni. Esperto di problemi statici, mai correre rischi. Lavorare da sopra, anche in ginocchia, illuminazione meglio se con piccolo generatore.