rené guénon, la grande triade

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«Il Cielo copre, la Terra sostiene» dice un’antica sentenza cinese. Il cielo è la «perfezione attiva», la terra è la «perfezione passiva». «Cielo, Terra, Uomo» (Tien-ti-jen), ecco la Grande Triade che Guénon volle illuminare in questo suo ultimo libro, pubblicato nel 1946. Invece di affermare in termini generali la corrispondenza esoterica delle tradizioni, volle qui far vedere in concreto che cosa è tale corrispondenza e in quali modi essa si articola, mostrandone ogni volta un aspetto, come la faccia di un cristallo, nei brevi, magistrali capitoli di quest’opera, che appunto perciò può essere vista come la summa e il simbolo essa stessa del pensiero di Guénon. Lo yin e lo yang, la doppia spirale, il solve e coagula dell’alchimia, i numeri celesti e i numeri terrestri, i rapporti fra l’essere e il suo ambiente, l’Essenza e la Sostanza, l’autorità sacerdotale e l’autorità regale, l’Invariabile Mezzo e la Via del Mezzo, il simbolismo massonico della squadra e del compasso e quello cabbalistico della Shekinah, la ruota cosmica: ciascuno di questi temi è di immensa ricchezza. Tanto più stupefacente apparirà l’impresa che Guénon ha qui compiuto: pur facendo presagire ogni volta tutta la complessità e peculiarità di queste immagini, le ha fatte risuonare nella loro essenza, le ha rese trasparenti con poche, sobrie e decisive parole, così inanellandole in un’aurea catena, dove il vincolo è invisibile e indissolubile.

TRANSCRIPT

  • 22. Il triplice tempo

    23. La ruota cosmica

    24. Il T'riratna

    25. La Citt dei Salici

    26. La Via del Mezzo

    175

    183

    190

    196

    201

    PREMESSA

    Molti certamente capiranno, da! solo titolo diquesto studio, che esso si riferisce soprattutto al sim-bolismo della tradizione estremo-orientale, perch abbastanza comunemente noto il ruolo che in que-st'ultima svolge il ternario costituito dai termini Cielo, 'Terra, Uomo (Tien-li-jen); questo ter-nario si soliti designarlo pi particolarmente conil nome di T'riade , anche se non sempre se neafferrano con esattezza il senso e la port;lta, che nel-la presente opera ci proponiamo appunto di spie-gare, segnalando altres le corrispondenze riscontra-bili a questo proposito in altre forme tradizionali;a ci abbiamo gi dedicato un capitolo di un altrostudio" ma l'argomento merita di essere trattato conmaggiore ampiezza. anche noto che in Cina esisteuna societ segreta ", cos almeno si suole chia-marla, alla quale in Occidente stato dato questonome stesso di Triade ; e poich non i: nostraintenzione trattarne in modo specifico, sar oppor-tuno dire subito qualche parola al riguardo, cos danon dovervi poi tornare sopra nel corso della nostraesposizione.sIl vero nome di questa organinazionc l' Tir:n-/i-

    In questo. come negli altri volumi di Ren Cuuongi pubblicati presso Adelphi, si sono mantenute legrafie dei termini orientali usate dall'autore e ricor-renti in tutta la sua opera.

    I. Le Svmbolisme de la Croix, cap. XX\'1l1.2. Qualche dettaglio sull'organizzazione di cui stiamo par-lando. sul suo rituale e sui suoi simboli (in particolare suisimboli numerici di cui essa fa uso) si pu trovare nell'operadel ten. col. B. Favre su Les Socils secrtes eli Chine; questaopera scritta da un punto di vista profano, ma l'autore haperlomeno intravisto alcune cose che di solito sfuggono aisinologi e, se lontana dall'aver risolto tutti i problemi sol-levati in proposito, ha comunque il merito di averti posti inmodo abbastanza chiaro. Si veda d'altra parte anche Matgioi,La Foie rationnelle, cap. VII.

  • liouei, che potremmo tradurre con c: Societ del Cie-lo e della Terra )', fatta ogni debi ta riserva sull'usodel termine societ per i motivi da noi addottiin altra sede." da to che, pur appartenendo a un ordi-ne relativamente esterno, essa comunque lontanis-sima dal presentare tutti i caratteri specifici che ine-vitabilmente richiama questa parola nel mondo oc-cidentale moderno. Si noter come in tale denomi-nazione figurino soltanto i primi due termini dellaTriade tradizionale: questo perch, in realt, l'or-ganizzazione stessa (houei), con i suoi membri presisia collettivamente che individualmente, a fare daterzo termine, come si capir meglio da alcune con-siderazioni che dovremo svolgere.' Spesso si dice chequesta organizzazione anche conosciuta con parecchie altre denominazioni e che tra queste ve ne sonoalcune in cui menzionata espressamente l'idea delternario.s ma, a dire il vero, in ci vi un'inesat-tezza: propriamente, queste denominazioni si appli-cano soltanto a rami particolari o a emanazionitemporanee di tale organizzazione, che appaiono inquesto o in quel momento storico per poi scompa-rire quando abbiano portato a termine il compitospecifico cui erano destinati."

    3. Aperus 5m l'lnitiation, cap. XII.4. Si noti che [en significa sia uomo che umanit ; inol-tre, dal punto di vista delle applicazioni all'ordine sociale, la solidariet della razza, la cui realizzazione pratica una delle finalit contingenti che si propone l'organizzazionedi cui stiamo parlando.5. In particolare i Tre Fiumi (San-ho) e i Tre Punti(San-tien); l'uso di quest'ultimo vocabolo evidentementeuno dei motivi per cui tal uni sono stati indotti a cercaredei rapporti fra la Triade e le organizzazioni iniziaticheoccidentali come la Massoneria e il Compagnonaggio.6. Questa essenziale distinzione non dovr mai essere di-menticata da coloro che vorranno consultare il gi citatolibro del ten. col. B. Favre, dove purtroppo essa trascurata,ralch l'autore sembra considerare tutte queste denominazio-ni come semplici equivalenti; di fatto, la maggior partedei dettagli che egli fornisce a proposito della Triade

    lO

    Altrove abbiamo gi indicato quale sia la vera na-tura di tutte le organizzazioni di questo genere: 7

    dobbiamo sempre considerarle, in ultima analisi,come emanazioni della gerarchia taoista, che le hasuscitate e le dirige invisibilmente, ai fini di unaazione pi o meno esterna in cui essa non pu in-tervenire direttamente in virt del principio del non agire (wou-wei), in base al quale la sua fun-vione essenzialmente quella del motore imrnobi-le , del centro che governa il movimento di tuttele cose senza parteciparvi. Questo, naturalmente, lamaggioranza dei sinologi lo ignora, perch i lorostudi, dato il punto di vista speciale dal quale par-tono, non possono certo renderli edotti del fatto chein Estremo Oriente tutto ci che, in un qualunquegrado, appartiene a un ordine esoterico o iniziaticorientra necessariamente nel Taoismo; ma comun-que abbastanza strano che anche coloro i quali han-no individuato nelle societ segrete un qualcheinflusso taoista non siano stati in grado di andarepi in l e non ne abbiano tratto alcuna conse-guenza importante. Costoro, riscontrando in paritempo la presenza di altri elementi, e in particolaredi clementi buddistici, si sono affrettati a pronun-ciare la parola sineretismo , senza accorgersi cheessa designa qualcosa di assolutamente contrario, dann lato, allo spirito eminentemente sintetico del-la razza cinese e, dall'altro, allo spirito iniziatico dacui evidentemente procedono le organizzazioni dicui stiamo parlando, anche se, sotto questo profilo,si tratta soltanto di forme abbastanza lontane dalcentro." Certo non vogliamo dire che tutti i membri

    riguardano realmente solo una delle sue emanazioni, laHong-houei; in particolare, soltanto quest'ultima, e noncerto la T'icn-li-houci, pu essere stata fondata al pi prestoverso la fine del Seicento o l'inizio del Settecento, cio a unadata tutto sommato assai recente.7. Cfr. Aperus 5111' l'Initiation, capp. XII e XLVI.8. Cfr. Aperus Wl' l'Initiation, cap. VI.

    Il

  • di queste organizzazioni relativamente esterne deh-bano essere coscienti dcllunit fondamentale di tut-re le tradizioni: ma coloro che stanno dietro a esse(' le ispirano, nella loro qna li t di uomini veri(tchcnn-icns, l)ucsla coscienza la possiedono necessa-ri.uncntc, c ciil consente loro di introdurvi, quandole rirrosta nzc lo rendano opportuno o conveniente,cIr-uicnt i l'DI'mali propri a t rndizioni diverse."A lJucsto proposito, dobbiamo insistere un poco sul-l'utilizzazione di elementi di provenienza buddisti-ca, non tanto perch sono indubbiamente i pi nu-merosi (e ci si spiega facilmente data la grandediflusione del Buddismo in Cina e in tutto l'Estre-mo Oriente), quanto invece perch tale utilizzazio-ne ha una ragione pi profonda che la rende par-ticolarmente interessante e senza la quale, in ve-rit, forse non sarebbe avvenuta una simile diffu-sione del Buddismo. Non sarebbe difficile trovaremolteplici esempi di tale utilizzazione, ma, accan-to a quelli che di per s hanno solo un'importanza,diremmo, secondaria e che valgono appunto soprat-tutto per la loro quantit, per attirare e tr~ttene~el'attenzione dell'osservatore esterno, e per sviarla mquesto modo dalle cose che hanno un carattere piessenziale.!" ce n' almeno lino, chiarissimo, che nonverte su semplici dettagli: l'uso del simbolo del Loto bianco nella denominazione dell'altra or-ganizzazione estremo-orientale che si situa sullostesso piano della Tien-ti-houei:v In effetti Pc-lien-che o Pe-lien-tsong, nome di una scuola buddistica,

    !). Comprese talvolta anche quelle che sono pi estraneeall'Estremo Oriente, per esempio il Cristianesimo, come sipu vedere nel caso dell'associaziouc della Grande Pacc " '1'Ili),ill/!:, una delle emanazioni recenti della Pe-licn-lioucif 11l' nu-nz iour-rerno tra breve.III '.'id,-a dci presunto sinuctismo dellc sodet:', se-'-,Il"" .. ,i'I

  • lo di Kouan-yin; ed quasi superfluo far notare co-me in questo modo esso diventasse molto pi ido-neo ancora a svolgere il ruolo che abbiamo appenaindicato.Vi sono anche altri elementi di cui i pi decisi fau-tori della teoria dei prestiti non potrebbero cer-to pensare a spiegare la presenza con il sinerc-tismo , ma che, data la mancanza di qualsiasi co-noscenza iniziatica in chi ha voluto studiare le so-ciet segrete cinesi, sono rimasti per loro quasi unenigma insolubile: alludiamo a quegli elementi at-traverso i quali si instaurano somiglianze talora sor-prendenti fra queste organizzazioni e quelle ana-loghe che appartengono ad altre forme tradiziona-li. Taluni sono arrivati a ipotizzare a questo pro-posito, in particolare, un'origine comune della Triade s e della Massoneria, senza peraltro potersostenere l'ipotesi con ragioni sufficientemente so-lide, e la cosa non ha sicuramente nulla di cui cisi debba stupire; eppure non un'idea da respin-gere in modo assoluto, a patto per di intenderla inun senso completamente diverso dal loro, a pattocio di riferirla non tanto a una pi o meno re-mota origine storica, ma solo all'identit dei prin-cpi che presiedono a qualsiasi iniziazione, orien-tale o occidentale che sia; per averne la vera spie-gazione, si dovrebbe risalire molto pi indietro del-la storia, fino alla stessa Tradizione primordiale.PRiguardo a certe somiglianze che sembrano vertere

    l,\. 1'-: vero che l'iniziazione in quanto tale diveutata ne-ll"",ri" solo a partire da UII certo periodo del ciclo dellaumanit terrestre, in seguito alla degenerazione spiritualedi qllest'ultima; ma tutto ci che essa comporta costituivaIII precedellza la parte superiore della Tradizione primor-d r.th, "Ilo stesso modo in cui, analogicamente e con rife-IlItlelllo " 1111 ciclo molto pi limitato nel tempo c nello"1.11 ,''. 111110 ci'" che implicito nel Taoismo costituiva,,"".dll"II\e la l''"te superiore dell'unica tradizione che ''''.10 \.1 III FSIITIIlO Oriente prima della separazione dei.11'11 (111(' .1"l'clli esoterico c essoterico.

    Il

    su punti pi specifici, diremo soltanto che cose comel'uso del simbolismo dei numeri, per esempio, oanche quello del simbolismo "costruttivo, nonsono in alcun modo esclusive di questa o quellaforma iniziatica, ma rientrano invece nel novero diquelle che si ritrovano dovunque con semplici dif-ferenze di adattamento, perch si riferiscono a scien-ze o arti che esistono in tutte le tradizioni, e conlo stesso carattere "sacro; dunque esse apparten-gono realmente all'mbito delliniziazione in gene-rale e, di conseguenza, per quanto riguarda l'Estre-mo Oriente, esse appartengono in proprio all'm-bito del Taoismo: se gli elementi avventizi, buddi-stici o altro, sono piuttosto una "maschera, que-sti, invece, fanno davvero parte dell'essenziale.Quando parliamo del Taoismo e diciamo che que-sta o quell'altra cosa dipende da esso (cd ilcaso della maggior parte delle considerazioni chedovremo esporre nel presente studio), ci resta an-cora da precisare che tutto ci va inteso in riferi-mento allo stato attuale della tradizione estremo-orientale, perch menti troppo inclini a vedere tut-to " storicamente potrebbero essere tentate di con-cludere che si tratti di concezioni non riscontrabilianteriormente alla formazione di quello che pro-priamente si chiama Taoismo, mentre vero esat-tamente l'opposto, dato che esse sono costantemen-te presenti in tutti i documenti a noi noti dellatradizione cinese a partire dall'epoca pi remotacui sia possibile risalire, e cio a partire dall'epocadi Fo-hi. Il fatto che in realt il Taoismo non haassolutamente" innovato nell'mbito esoterico einiziatico, come non ha innovato il Confuciane-simo nell'mbito essoterico e sociale; sia l'uno chel'altro, ciascuno nel proprio ordine, sono soltan-to riadattamenti resi necessari da condizioni inseguito alle quali la tradizione, nella sua formaoriginaria, non era pi compresa in modo inte-

    15

  • grale. '4 Dopodich, una parte della tradizione an-teriore rientrava nel Taoismo e una parte nel Con-fucianesimo, e questo stato di cose si conservatofino ai nostri giorni; riferire certe concezioni alT'aoismo e certe altre al Confucianesimo non si-gnifica assolutamente attribuirle a qualcosa di pio meno paragonabile a quelli che gli Occidentalichiamerebbero dei sistemi, e in fondo nonvuoI dire altro se non che esse appartengono ri-speuivamente alla parte esoterica e alla parte esso-terica della tradizione estremo-orientale.Non riparlererno pi in modo specifico della Tien-ti-houei, salvo quando ci sar bisogno di precisarealcuni punti particolari, perch non rientra nei no-stri propositi; ma quanto diremo nel corso deI no-stro studio, oltre alla sua portata molto pi gene-rale, mostrer implicitamente su quali princpi pog-gi questa organizzazione in virt della sua stessadenominazione, e consentir di capire come, mal-grado la sua esteriori t, essa abbia un carattere real-mente iniziatico, tale da assicurare ai suoi membriuna partecipazione almeno virtuale alla tradizionetaoista, Infatti il ruolo assegnato all'uomo come ter-zo termine della Triade , a un certo livello, pro-priamente quello dell' uomo vero (ichenn-jen)e, a un altro. quello dell' uomo trascendente(cheun-jen), cos indicando i rispettivi scopi dei piccoli misteri e dei grandi misteri, ossia gliscopi di qualsiasi iniziazione. Probabilmente que-sta organizzazione, in se stessa, non di quelle chepermettono di giungervi effettivamente; ma almenoessa pu prepararvi, per quanto alla lontana, quel-li che sono qualificati , e in tal modo costituisceper loro uno dei vestiboli che possono dareaccesso alla gerarchia taoista, i cui gradi sono esat-tamente yuelli della realizzazione iniziat ica.

    11. nolo come la costituzione di qucsli due rami di-stinti dclb tradizionc estremo-orientale risalga al VI secoloa.C .. epoca iII cui vissero Lao-tseu c Confucio.

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    ,TERNARIO E TRINITA

    Prima di affrontare lo studio della Triade estremo-orientale, opportuno ba?a~ b~ne. a no~ caderenelle confusioni e nelle assimilazioni fal laci che ge-neralmente hanno corso in Occidente e che derivanosoprattutto dal fatto che in 9~alsiasi ternario trad~zionale si vuoI trovare un plU o meno esatto eqUI-valente della Trinit cristiana. E non solo un er-rore dovuto a teologi, i quali potrebbero anche es-sere scusati di voler ricondurre ~n 9uesto modo t~~to al loro particolare punto ~I vista; la cosa plUsingolare che questo erro~~ viene ~om~~sso ancheda persone estranee od ostili a oglll re hgIOne, com-preso il Cristianesimo, ma che nonostante tutto, p~rvia dell'ambiente in cui vivono, conoscono meglioquest'ultimo che non le altre forme. tradizionali(anche se ci non significa che lo capiscano ~?ltomeglio): di conseguenza, costoro ~e f.anno .pru ~meno inconsapevolmente una speCIe di termlI~e d~paragone cui riferire tutto i.l res.to. Fra tut.tI .glIesempi che si potrebbero o~nre dI. queste aS~I,mllazioni abusive, uno fra quelli che rIcorrono plU fre-quentemente riguarda la Tri.mu.rti .ind, alI~ qual~viene anzi correntemente attribuito II nome d! T'ri-nit , nome che invece, per evitare ogni possibileequivoco, indispensabile riservare esclusivamentealla concezione cristiana che esso sempre stato de-.stinato, propriamente, a designare.. In .realt, i~ en-trambi i casi si tratta s con oglll evidenza di uninsieme di tre aspetti divini, ma a questo s.i riduc~tutta la somiglianza; dal momento che gh aspt:ttlnon sono assolutamente gli stessi da una part~ edall'altra e che la loro distinzione non risponde inalcun modo allo stesso punto di vista, del tutto

    17

  • impossibile far corrispondere rispettivamente i tretermini di un ternario con quelli dell'altro.'Infatti la prima condizione perch sia pensabile laassimilazione pi o meno completa di due temal'ia.pI:'~r~en~nti a. ~orIlle .tradizionali diverse, la pos-sibilit di stabilire validamente una reciproca corri.s~ondenza fr~ termine e termine; in altre parole,bisogna che VI sia realmente fra i rispettivi terminiun rapporto di equivalenza o di similarit. Talecondizio~e ~on b~sta ~eraltro .a consentire una purae semplice identificazione del due ternari, perchpu accadere che vi sia corrispondenza fra ternarii. q~ali, pur essendo per cosi dire dello stesso tipo,SI situano tuttavia a livelli diversi: o nell'ordineprincipiale, o in quello della manifestazione, o an-che rispettivamente nell'uno e nell'altro. chiaroche lo stesso pu avvenire per ternari adottati dauna medesima tradizione; ma, in tale caso, pifacile .diffidare di un'identificazione erronea perch OVVIO che questi ternari non devono costituiredei doppioni, mentre, quando si tratta di tradizionidiverse, c'. piuttost.o la tentazione, non appena leapparenze lllcoragglllo a farlo, di stabilire equiva-lenze che nel~a sostanza possono non essere giusti-ficate. In ogm caso, l'errore non mai tanto gravecome quando consiste nell'identificare ternari cheha~no in. co~une solo il fatto di essere appuntodel ternari, CIo degli insiemi di tre termini, e dovei rapporti reciproci fra questi tre termini sonocompletamente diversi; per sapere come stiano lecose, bisogna quindi determinare innanzitutto conquale tipo di ternario abbiamo a che fare in ognisingolo caso, e questo prima ancora di cercare a

    l. Fra i diversi ternar i presenti nella tradizione ind,quello che per certi versi si potrebbe forse accostare pivalidamente alla Trinit cristiana, anche se naturalmenteil punto di vista rimane assai diverso, il ternaro diSat-Chit-Ananda (cfr. L'Homme et SOli deuenir selon leVddnta, cap. XIV).

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    quale ordine di realt :sso si. riferisca; ~e due ter-nari sono dello stesso upo, VI sar cornspondenzafra di loro e, se per di pi si situano nello stessoordine o pi esattamente allo s~esso ~i,:ello,.allo~apotr esservi. ident~t, ?e! caso m CUI identico SI~il punto di VIsta cm eSSI nspondono: o .alme~o e~U1valenza, nel caso in cui il punto dI VIsta SIa plU ?meno diverso. Proprio perch si trascuran~ l~ dI-stinzioni essenziali fra diversi tipi di te~na:I, SI ~r~riva a ogni sorta di accostame~ti ~ant~SI?SI e p~IVIdi qualsiasi valore, come quellI. d~ C~I SI c~mpIacciono in particolare gli OCCUltIStI, al. quali ba~t~trovare da qualche parte un gruppo d tr~ t.ermmIqualunque perch si. aff~ettin,? a met.terh l~ cor-rispondenza con tutti gh altn grUppI che SI tro-vano altrove e ne contengono lo stesso numero; leloro opere pullulan~ di tavole cos.titui~e in qu~st~maniera, e alcune di esse sono del ven prodigi diincoerenza e di confusione,2Come vedremo pi esaurientem~nte in seguito, l~Triade estremoorientale appartIene al genere delternari costituiti da due termini complementari eda un terzo termine che il prodotto dell'unionedei primi due o, se si vu?le, della lo~o rec~procaazione e reazione; se prendIamo come .slmboh de!l~immagini tratte dall'ambito umano, l tre terrmru

    2. Quello che diciamo in quest~ !ighe a proposito deigruppi di tre termini si pu bemsSlmo. applIcare anche .aquelli che ne contengono un n~mer? diverso, e .che spessovengono associati altrettanto arbltranamentc per Il solo fat-to che il numero dei loro termini identico e senza chevenga presa in considerazione la reale natura di. tali t~mini. Ci sono addirittura persone che, per scopnr~ COIT~spondenze immaginarie, arriva~o a! 'pu~to di ~o~tr~tre. arti-ficialmente dei raggruppament] pnvl di qualsiasi slglllficat,?tradizionale: un esempio tipico in tal senso q~e\lo diMalfatti di Montereggio il quale, nella sua Mathesis, dopoaver messo insieme i nomi di dieci principi assolutamenteeterogenei presi qua e l nella tradizione ind, ha credutodi trovarvi un equivalente delle dieci Sephiroth. della Cab-baIa ebraica.

    19

  • di un siffatto ternario potranno quindi essere rapopresentati, in modo generale, come il Padre, la Ma-dre e il Figlio.t Ora palesemente impossibile farcorrispondere questi tre termini a quelli della Tri-nit cristiana, nella quale i primi due non sono af-fatto complementari e in certo modo simmetrici, maall'opposto il secondo derivato dal primo soltan-to; in quanto al terzo, esso procede s dagli altridue, ma tale processione non assolutamente con-cepita come una generazione o una filiazione: es-sa costituisce un altro rapporto essenzialmente di-verso da questo, comunque si voglia cercare di defi-nirlo, problema che non dobbiamo esaminare inmodo pi preciso in questa sede. A favorire qual-che equivoco pu essere il fatto che due terminisono desinati anche qui come il Padre e il Figlio;ma prima di tutto il Figlio il secondo termine enon gi il terzo, e poi il terzo termine non pu inalcun modo corrispondere alla Madre se non al-tro perch, foss'anche questa l'unica ragione, essaviene dopo il Figlio e non prima di lui. veroche alcune stte cristiane pi o meno eterodossehanno inteso fare dello Spirito Santo un esserefemminile e che, in tal modo, esse hanno spessovoluto attribuirgli appunto un carattere paragona-bile a quello della Madre; ma molto probabileche, in questo, esse siano state influenzate da unafallace assimilazione della Trinit a qualche ter-nario del genere di cui abbiamo appena parlato:ci mostrerebbe come gli errori di questo tipo nonsiano esclusivamente propri dei moderni. Per dipi, e per limitarci solo a questa considerazione,il carattere femminile cos attribuito allo SpiritoSanto non concorda assolutamente con il suo ruo-lo, essenzialmente maschile e paterno, nella ge-

    3. A questo stesso tipo di temar appartengono anche leantiche triadi egizie, la pi nota delle quali quella diOsi ride, Iside e Horus,

    nerazione di Cristo; e per noi questo un rilievoimportante, perch proprio in ci, e non nella con-cezione della Trinit, possiamo trovare nel Cristia-nesimo qualcosa che in un certo senso, e con tuttele riserve sempre richieste dalla diversit dei puntidi vista, corrisponda a ternari del tipo della Triadeestremo-orientale.'Infatti, nella generazione di Cristo, 1' operazionedello Spirito Santo corrisponde propriamente al-l'attivit non agente di Purusha, ovvero del Cielo" secondo il linguaggio della tradizioneestremo-orientale; d'altra parte, la Vergine unaperfetta immagine di Prakriti, che la medesimatradizione chiama Terra;' e lo stesso Cristo identico, in modo ancora pi evidente, all' UomoUniversale s ," Cos, se vogliamo trovare una concor-danza, dovremo dire, usando i termini della teolo-gia cristiana, che la Triade non si riferisce allagenerazione del Verbo ad intra, inclusa nella con-cezione della Trinit, bens alla sua generazione adextra, ossia, secondo la tradizione ind, alla nascitadell'Auauira nel mondo manifestato.' Si tratta delresto di una cosa facilmente comprensibile, poich

    4. Osserviamo per inciso che non pare esatta la diffusaopinione secondo cui la tradizione cristiana non possiede-rebbe nessun altro ternaro oltre alla Trinit; invece pos-sibile trovarne molti altri, e qui ne abbiamo uno degliesempi pi importanti.5. Questo particolarmente manifesto nella raffigurazionesimbolica delle Vergini nere , dove il colore nero sim-bolo dcll'indstnzone della materia prima.6. Ricorderemo ancora una volta, a tale proposito, che nonintendiamo assolutamente contestare la stOl'icit di al-cuni fatti in quanto tali, ma che invece consideriamo glistessi fatti storici come simboli di una realt pi alta:solo in questa prospettiva essi presentano per noi un certointeresse.7. La madre dell'Avatara Maya, che si identifica conPrakriti; non insisteremo sull'accostamento che taluni hannovoluto fare tra i nomi di Mayd e di Maria e lo segnaliamosolo a titolo di curiosit.

    21

  • la Triade, se partiamo dalla considerazione di Pu-rusha e di Praktiti, o dci loro equivalenti, pu ef-fettivamentc situarsi solo dal lato della manifesta-zione, i cui primi due termini sono i due poli;8 cpotremmo dire che la riempie tutta intera perch,come vedremo in seguito, in essa l'U01l10 appareveramente come la sintesi dci diecimila esseri",vale a dire di tutto ci clic contenuto nell'integra-lit dell'Esistenza universale.

    8. Cfr. L'Ho m me et SOl! deuenir selon le Vedllta, cap. IV.

    22

    II

    GENERI DIVERSI DI TERNARI

    Quanto abbiamo appena detto vale gi a deter-minare il senso della Triade, e nello stesso tempomostra la necessit di stabilire una netta distin-zione fra i ternari di generi diversi; a dire il vero,questi generi possono essere moltiplicati, perch evidente che tre termini si possono raggrupparein base a rapporti assai diversi, ma noi insisteremosoltanto sui due principali, non solo perch sonoquelli che presentano il carattere pi generale, maanche perch si riferiscono in modo pi diretto al-l'argomento del nostro studio; inoltre, le osserva-zioni che dovremo fare a questo proposito ci con-sentiranno di evitare subito il grossolano errore dicoloro che hanno avuto la pretesa di trovare un dualismo nella tradizione estremo-orientale. Unodi questi due generi quello in cui il ternario co-stituito da un principio primo (almeno in sensorelativo) dal quale derivano due termini opposti, omeglio complementari, perch anche laddove l'op-posizione sussiste nelle apparenze e ha la propriaragion d'essere a un certo livello o in un certornbito, il complementarismo risponde sempre a unpunto di vista pi profondo e di conseguenza piconforme alla reale natura delle cose in questione;un ternario siffatto potr essere rappresentato daun triangolo con il vertice in alto (fig. 1).1 L'altrogenere quello in cui il ternario, come abbiamodetto in precedenza, sia costituito da due terminicomplementari e dal loro prodotto o dalla loro ri-

    1. Tra poco si vedr perch, in questa seconda figura,indichiamo i tre termini con i numeri 2-3-4 anzich con inumeri 1-2-3 come nella prima.

  • 24

    sultante: a tale genere appartiene la Triade estre-mo-orientale; in modo inverso al precedente, questoternario potr essere rappresentato da un triangolola cui base sia invece posta in alto (fig. 2). Se si

    2. Lo precisa, nelle due figure, anche il senso delle frecce,che vanno, nella prima, dal vertice superiore verso la basee, nella seconda, dalla base verso il vertice inferiore; po-tremmo anche dire che il numero 3 dci termini si scom-pone nel primo caso in l + 2 e nel secondo in 2 + l: ed chiaro che, se questi due insiemi SOllO equivalenti dalpunto di vista quantitativo, non lo S0l10 affatto dal pumadi vista qualitativo.

    !l. Oltre che, naturalmente, dei termini di tutte le altredualit pi particolari, che in fondo sono sempre soltantospecificazioni di questa, sicch in ultima analisi esse sono

    25

    Ora, prima di procedere oltre, dev'essere ben chia-ro che in una qualsiasi dottrina pu esservi dua-lismo solo se due termini opposti o complementari(concepiti allora piuttosto come opposti) fossero su-bito posti e considerati come termini ultimi e irri-ducibili, senza alcuna derivazione da un principiocomune, cosa che evidentemente esclude la consi-derazione di qualunque ternario del primo genere;in una dottrina siffatta si potrebbero perci tro-vare solo ternari del secondo genere e, dal momentoche questi, come abbiamo gi indicato, possono ri-ferirsi unicamente al l'rnbito della manifestazione,risulta subito chiaro che ogni dualismo neces-sariamente, al tempo stesso, un " naturalismo D. 1\Jail fatto di riconoscere l'esistenza di una dualit e disituarla al posto che realmente le compete non co-stituisce in alcun modo un dualismo, dato chei due termini di questa dualit procedono da ununico principio, appartenente in quanto tale a unordine superiore di realt; cosi , innanzi tutto, perquanto riguarda la prima di tutte le dualit, quel-la dell'Essenza e della Sostanza universale, generateda una polarizzazione dell'Essere o dell'Unit prin-cpiale e fra le quali si produce ogni manifestazione.Sono i due termini di questa prima dualit a es-sere designati nella tradizione ind come Purushae Prakriti e nella tradizione estremo-orientale comeil Cielo (Tien) e la Terra (Ti); ma n l'una nl'altra, come del resto nessuna tradizione ortodossa,perde di vista, nel considerarli, il principio supe-riore da cui derivano. In altre occasioni abbiamoesposto ampiamente come stanno le cose nella tra-dizione ind; in quanto alla tradizione estremo-orientale, essa accoglie non meno esplicitamente,come principio comune del Cielo e della Terra.t

    3

    4

    Fig. 2

    2

    Fig.

    raffrontano i due triangoli, il secondo appare inqualche modo come un riflesso del primo, e que-sto indica che fra i ternari corrispondenti vi ana-logia nel vero significato della parola, ossia appli-candola in senso inverso; e infatti, se partiamo dal-Ia considerazione dei due termini complementari,fra i quali vi necessariamente simmetria, vedia-mo che nel primo caso il ternario completato dalloro principio e nel secondo invece dalla loro risul-tante: cosicch i due complementari si trovano ri-spettivamente dopo e prima del termine che, appar-tenendo a un altro ordine, risulta per cos dire qua-si isolato rispetto a essi;2 ed evidente che, in en-trambi i casi, la considerazione di questo terzotermine a dare tutto il suo significato al ternarioin quanto tale.

  • quello che essa chiama il " Grande Estremo (Tai-ki), in cui entrambi sono indissolubilmente unitiallo stato "indiviso e iudistinto s ,' anterior-mente a qualsiasi differenziazione: 5 l'Essere puro,identificato in quanto tale alla "Grande Unit(Tai-i).6 Inoltre, Tai-ki, l'Essere o l'Unit trascen-dente, presuppone a sua volta un altro principio,lVou-ki, il Non Essere o lo Zero metafisico ;? ma nonvi nulla con cui quest'ultimo possa entrare in unarelazione nella quale esso venga a rappresentare ilprimo termine di un qualsiasi ternario, perch ognirelazione di questa specie possibile solo a partiredall'affermazione dell'Essere o dell'Unlt.! Cos, indefinitiva, abbiamo dapprima un ternario del pri-mo genere, formato da Tai-ki, Tien e Ti, e solodopo un ternario del secondo genere, formato daT'ien, Ti e [en : quest'ultimo che si suole desiognare come " Grande Triade lt; in tali condizioni. davvero incomprensibile che taluni abbiano po-

    tutte derivate, direttamente o indirettamente, dallo stessoprincipio.4. Tale indistinzione principiale non dev'essere confusa conl'indistinzione potenziale che solo quella della Sostanza odella materia prima.5. Sia ben chiaro che qui non si tratta assolutamente diun'anteriorit temporale, n di una successione intesa se-condo una qualsiasi modalit di durata.6. Il carattere ki quello che letteralmente designa il cul-mine di un edificio; cosi Tai-i detto simbolicamente rl-siedcre nella Stella polare, che effettivamente il cul-mine del Cielo visibile e, in quanto tale, rappresenta natu-ralmente quello dell'intero Cosmo.7. Wou-ki corrisponde, nella tradizione ind, al Brahmaneutro e supremo (Para-Brahrnas, e Tai-ki a lshwara o alBrahrna non supremo (Apara-Brahma).8. Al disopra di ogni altro principio vi ancora il Tao che,nel suo significato pi universale, insieme Non Essere eEssere, ma che peraltro non realmente diverso dal NonEssere in quanto contiene anche l'Essere, il quale a suavolta il principio primo di ogni manifestazione e si pola-rizza in Essenza e Sostanza (o Cielo e Terra) per produrreeffettivamente tale manifestazione.

    26

    tuto pretendere di attribuire un carattere dua-listico alla tradizione estremo-orientale.La considerazione di due ternari come quelli dicui abbiamo appena parlato, ternari che hannoin comune i due principi fra di loro complementari,ci porta a fare altri importanti rilievi: i due trian-goli inversi che rispettivamente li rappresentanopossono essere considerati come aventi la stessa ba-se e, se li rappresentiamo uniti da questa basecomune, vediamo in primo luogo che l'insieme deidue ternari costituisce un quaternario, perch, da-to che due termini nell'uno e nell'altro coincidono,in tutto ci sono soltanto quattro termini distinti;e poi, che l'ultimo termine di questo quaternario,situato com' sulla verticale generata dal primo e inposizione simmetrica a questo rispetto alla base,appare come il riflesso del primo termine: infatti ilpiano di riflessione rappresentato dalla base stes-sa, cio non altro che il piano intermedio su cuisi situano i due termini complementari che ven-gono generati dal primo termine e producono I'ul-timo (fig. 3).9 In fondo si tratta di una cosa facil-

    9. La figura cos formata possiede alcune propriet geo-metriche abbastanza notevoli che segnaleremo di sfuggita:i due triangoli equilateri opposti per la base si inscrivonoin due circonferenze eguali ciascuna delle quali passa peril centro dell'altra; la corda che unisce i rispettivi puntidi intersezione naturalmente la base comune dei duetriangoli, e i due archi sottesi da tale corda e delimitantila parte comune ai due cerchi formano la figura denomi-nata mandorla o vesica piscis, figura ben nota nel simbo-lismo architettonico e sigillografico del medioevo. Nellaantica Massoneria operativa inglese, il numero complessivodei gradi di queste due circonferenze, ossia 360 x 2 = 720,forniva la risposta alla domanda relativa alla lunghezzadel cable-tour; non possiamo tradurre questo termine tec-nico, in primo luogo perch non ha nessun esatto equi.valente in francese, c poi perch presenta foneticamenteun doppio senso che richiama (per assimilazione all'araboqabeltu) il reclutamento iniziatico, sicch esso esprime, po-tremmo dire, un legarne in tutti i sensi della parola.

    27

  • mente comprensibile pcrclu', (L, 1111 lato, i due com-plementari sono contcnui i i Il modo pri ncipiale nelprimo termine, cos che le loro rispctt ive nature,anche quando sembrano cout r.rric, in realt sono

    2 (-----;----1 3

    4

    Fig. 3

    solo il risultato di una differenziazione deIla na-tura di quest'ultimo; e, d'altro lato, l'ultimo ter-mine, essendo il prodotto dei due complementari,partecipa sia dell'uno che dell'altro: ci equivalea dire che esso riunisce in qualche modo in s le lo-ro due nature, cos da trovarsi l, al suo Iivello,come un'immagine del primo termine; e questorilievo ci induce a precisare ancor meglio il rap-porto che intercorre fra i vari termini.Abbiamo appena visto come i due termini estremidel quatemario, che sono nello stesso tempo, ri-spettivamente, il primo termine del primo tema-rio e l'ultimo del secondo, siano entrambi, per lo-ro natura, in qualche modo intermedi fra gli altridue, anche se per motivi inversi: in entrambi icasi, essi uniscono e conciliano in s gli elementidel complementarismo, ma l'uno in quanto prin-cipio e l'altro in quanto risultante. Per renderepercepibile tale carattere intermedio, possiamo rap-presentare i termini di ciascun ternario secondo una

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    disposizione lineare: IO nel primo caso, il primo ter-mine si situa aIlora in mezzo aIla linea che uniscegli altri due, ai quali d origine simultaneamentecon un moto centrifugo diretto nei due sensi e checostituisce queIla che possiamo chiamare la sua po-larizzazione (fig. 4); nel secondo caso, i due ter-mini complementari producono, con un moto cen-

    0 ..... 0) .,.. CVFig. 4

    0 .,.. CV ......-; CVFig. 5

    tripeto che parte sia daIl'uno che dall'altro, unarisultante che l'ultimo termine e si situa anch'essain mezzo aIla linea che li unisce (fig. 5); cos, ilprincipio e la risultante occupano entrambi unaposizione centrale rispetto ai due complementari:occorre tenerlo bene a mente in vista delle consi-derazioni che seguiranno.Bisogna ancora aggiungere qualcosa: due terminicontrari o complementari (e che nella loro realtessenziale, in ultima analisi, sono sempre comple-mentari pi che contrari) possono trovarsi, a secon-da dei casi, in opposizione orizzontale (opposizionefra destra e sinistra) o in opposizione verticale (op-posizione fra alto e basso), cos come abbiamo gi in-dicato altrove.'! Si ha opposizione orizzontale quan-

    lO. Questa figura pu essere considerala come risultantedalla proiezione di ciascuno dei triangoli precedenti su unpiano perpendicolare al suo e passante per la sua base.Il. Le Rgne de la Quantit et les Signes des Temps, cap.xxx.

    29

  • oze sensibili che servono loro da simboli.P La mani-festazione dunque si situa interamente fra questidue poli; e lo stesso vale naturalmente anche perl'Uomo, il quale non soltanto fa parte di tale ma-nifestazione, ma ne costituisce simbolicamente il cen-tro stesso e, per questo motivo, la sintetizza nellasua integralit. Cosi, l'Uomo, posto com' fra ilCielo e la Terra, dev'essere considerato prima ditutto come il prodotto o la risultante dei loro reci-proci influssi; ma poi, in virt della duplice naturache gli viene dall'uno e dall'altra, egli diventa il ter-mine mediano o ~ mediatore che li unisce e che,secondo un simbolismo sul quale torneremo ancora,costituisce per cos dire il ~ ponte" gettato fra lo-ro. Possiamo esprimere questi due punti di vistacon una semplice modifica dell'ordine ili cui so-no enumerati i termini della Triade: se li enun-ciamo nell'ordine ~ Cielo, Terra, Uomo >I, l'Uomovi appare come il Figlio del Cielo e della Terra;se invece l'enunciamo nell'ordine ~ Cielo, Uomo,Terra, egli vi appare come il Mediatore fra ilCielo e la Terra,

    do due termini situati a uno stesso grado di realtsono, potremmo dire, siunnctrici sotto ogni aspetto;l'opposizione verticale iudica invece una gerarchizza-zione fra i due termini, i quali, pur essendo ancorasimmetrici in guanto coruplcmcntari, sono per tali

    da dover essere considerati l'uno su-periore e l'altro inferiore. importan-te rilevare che, in qncstultimo caso,non si pu situare fra i duc comple-mentari, o in mezzo alla linea che liunisce, il primo termine di un terua-rio del primo gcncrc, ma solo il terzotermine di un ternario del secondo ge-nere: questo perch il principio nonpu assolutamente trovarsi a un livel-lo inferiore a quello di uno dei duetermini che ne sono derivati, ma necessariamente superiore a entrambi,mentre invece la risultante veramen-te intermedia anche sotto questo aspet-to; e quest'ultimo il caso della T'ria-de estremo-orientale, che pu esserecos disposta secondo una linea verti-cale (fig. 6).12 In effetti, l'Essenza e laSostanza universale sono rispettiva-

    F" 6 mente il polo superiore e il polo in-Ig. feriore della manifestazione, e possiamo

    dire che l'una si trovi propriamente al disopra el'altra al disotto di ogni esistenza; del resto, quan-do esse vengono designate come Cielo e Terra, cisi traduce in modo esattissimo anche nelle apparen-

    IIII,

    +IIIII

    D

    12. In questa figura, rappresentiamo il termine superiore(il Cielo) con un cerchio e il termine inferiore (la Terra)con un quadrato, cosa conforme, come vedremo, ai datidella tradizione estremo-orientale; ili quanto al terminemediano (l'Uomo), lo rappresentiamo con una croce, es-sendo quest'ultima, come abbiamo spiegato altrove, il sim-bolo dell' Uomo Universale" (cfr. Le Symbolismc de laCroix).

    13. Per questo il culmine del Cielo" (Tiell-ki), come in-dicavamo in una precedente nota, anche quello deI Cosmointero.

    30 3J

  • III

    CIELO E TERRA

    Il Cielo copre, la Terra sostiene s : la formulatradizionale che determina, con estrema concisione,i ruoli di questi due princpi complementari e de-finisce simbolicamente le loro posizioni, rispettiva-mente superiore e inferiore, rispetto ai diecimilaesseri, cio a tutto l'insieme della manifestazioneuniversale. l Sono cos indicati, da un lato, il carat-tere non agente dell'attivit del Cielo o di Fu-rusha.: e, dall'altro, la passivit della Terra o diPrakriti, che propriamente un terreno 3 o un supporto s di manifestazione 4 e, di conseguenza,anche un piano di resistenza e di arresto per le for-ze o gli influssi celesti che operano in senso discen-dente. Questo peraltro si pu applicare a un qual-siasi livello di esistenza, dato che si pu sempre par-lare, in senso relativo, di un'essenza e di una so-stanza per ogni stato di manifestazione, in quantoprincpi, relativamente a questo particolare stato,

    l. Altrove abbiamo indicato perch il numero "diecimila,sia assunto a rappresentazione simbolica dell'indefinito (LesPrincipes du Calcul infinitsimal, cap. IX). Riguardo al Cieloche "copre , ricorderemo che un identico simbolismo racchiuso nella parola greca Ouranos, equivalente del san-scrito Vanma, dalla radice uar , "coprire", come pure nellatino Caelum, derivato da caelare, "nascondere o "co-prire (cfr. Le Roi du Monde, cap. vn).2. L'" operazione dello Spirito Santo", di CIIi parlavamoiII precedenza, talora designata nel linguaggio teologicodal termine obumbratio, che in fondo esprime la medesimaidea.3. LI parola inglese ground renderebbe in modo ancorapi esatto e completo della corrispondcnte parola francesequello che vogliamo dire.4. Cfr. il significato etimologico della parola sostanza ,letteralmente "ci che sta sotto .

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    che corrispondono a quelli che sono l'Essenza e laSostanza universali per la totalit degli stati dellamanifestazione,"Nell'Universale, e visti dal lato del loro principiocomune, il Cielo e la Terra si assimilano rispetti-vamente alla perfezione attiva s (Khien) e alla perfezione passiva (Khouen), nessuna delle qua-li peraltro la Perfezione in senso assoluto perc~gi in questo vi una distinzione che necessana-mente implica una limitazione; visti dal lato dellamanifestazione, sono soltanto l'Essenza e la So-stanza che, in quanto tali, si situano a un gradominore di universalit appunto perch appaiono co-s solo rispetto alla manifestazione.s In tutti i casi,e a qualsiasi livello li consideriamo correlativamen-te, il Cielo e la Terra sono sempre rispettivamenteI1n principio attivo e un principio passivo, o, secon-do uno tra i simbolismi pi frequentemente usatia questo proposito, un principio maschile e unprincipio femminile, e tale appunto il modello delcomplcmentarismo per eccellenza. Di qui deri-vano, in modo generale, tutti gli altri loro caratteri,che sono per cos dire secondari rispetto a questo;al riguardo, tuttavia, occorre far bene attenzione acerti scambi di attributi che potrebbero ingenerarequalche equivoco e che sono peraltro abbastanzafrequenti nel simbolismo tradizionale quando sitratta delle relazioni fra principi complementari;dovremo tornare ancora su questo punto, in parti-

    5. Questo ci consentir in particolarc di capire, in seguito,come mai il ruolo di "mediatore possa realmente essereattribuito sia a ll' uomo vero che all' uomo trascendente",mentre, senza il rilievo che abbiamo fatto, sembrerebbe chedm'esse essere attribuito esclusivamente a quest'ultimo.6. Cfr. Le Symbolisme de la Croix, cap. XXIII. Il primo deidue punti di vista qui indicati propriamente metafisico,mentre il secondo piuttosto di ordine cosmologico e, piprecisamente, costituisce il punto di partenza di ogni co-smologia tradizionale.

    33

  • Fig. 7

    linee potranno essere considerate come l'altezza e labase di un triangolo i cui lati obliqui, che partonodal culmine del Cielo ", determinano effettivamen-te la misura della superficie della Terra, ossia deli-mitano il terreno" che serve di base alla mani-festazione (fig. 7).9

    7. Si veda Le Symbolisme de la Croix, cap. VI.8. Vedremo che questa perpendicolare possiede ancora al-tri significati, che corrispondono a punti di vista diversi; maper ora prendiamo in considerazione soltanto la rappresen-tazione geometrica del complcmcntarismo del Cielo e dellaTerra.9. La figura formata dalla verticale e dall'orizzontale C05disposte anche un simbolo ben noto fino ai nostri giorni

    colare a proposito dei simboli numerrci associatirispettivamente al Cielo e alla Terra. noto che, in un complementarismo i cui terminisiano considerati come attivo e passivo l'uno ri-spetto all'altro, il termine attivo in genere sim-boleggiato da una linea verticale e il termine pas-sivo da una linea orizzontale:" anche il Cielo e laTerra sono talora rappresentati conformemente aquesto simbolismo. Solo che, in tal caso, le due lineenon si attraversano, come avviene di solito, in mo-do da formare una croce, perch ovvio che il sim-bolo del Cielo dev'essere posto interamente al di-sopra di quello della Terra: sar dunque una perpendicolare avente il piede sull'orizzontale.s e le due

    Tuttavia la rappresentazione geometrica che si in-contra con maggior frequenza nella tradizione estre-mo-orientale quella che associa le forme cir-colari al Cielo e le forme quadrate alla Terra, co-me gi abbiamo spiegato altrover'? in proposito ri-corderemo soltanto che il cammino discendente delciclo della manifestazione (a tutti i gradi di mag-giore o minore estensione in cui pu essere con-siderato tale ciclo), cammino che va dal suo polosuperiore, il Cielo, al suo polo inferiore, la Terra(o ci che li rappresenta da un punto di vista

    relativo qualora si tratti solo di un ciclo particolare),pu essere considerato come avente origine dallaforma meno specificata" di tutte, la sfera, perterminare in quella che invece la pi definita,il cubo;" e potremmo anche dire che la prima diqueste due forme ha un carattere eminentemente dinamico" e la seconda un carattere eminente-mente statico, determinazioni che ancora unavolta corrispondono all'attivo e al passivo. Del re-sto possiamo in un certo modo ricollegare questarappresentazione alla precedente considerando, inquest'ultima, la linea orizzontale come la tracciadi una superficie piana, la cui parte misurata"sar un quadrato,J2 e la linea verticale come il rag-

    nella Massoneria anglosassone, per quanto sia di quelli chenon sono stati conservati dalla cosiddetta Massoneria la-tina . Nel simbolismo costruttivo in genere, la verticale rappresentata dal filo a piombo e l'orizzontale dalla livella.Allo stesso simbolismo corrisponde anche una analoga di-sposizione delle due lettere arabe ali! e ba.lO. Le Rgne de la Quantit et les Signes des T'enips,cap. xx.Il. Nella geometria tridimensionale, al cerchio corrispondenaturalmente la sfera e al quadrato il cubo.12. A questo si deve accostare il fatto che, nei simbolidi alcuni gradi massonici, l'apertura del compasso, le cuiasticelle corrispondono ai lati laterali del triangolo dellafigura 7, misura il quarto di un cerchio la cui corda sia illato del quadrato inscritto,

    \\

    \\

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    \\ ,

    \\

    \

    I

    Ii

    i,I,,

    II

    II

    I

    34 35

  • gio di una superficie emisferica, che incontri ilpiano terrestre lungo la linea dell'orizzonte. Infatti,secondo le apparenze sensibili, il Cielo e la Terrasi congiungono proprio alla loro periferia o ai loropi remoti confini, vale a dire all'orizzonte; ma bi-sogna notare che la realt simboleggiata da questeapparenze dev'essere presa in senso inverso perch,secondo questa realt, essi si uniscono invece per ilcentro.P oppure, se li consideriamo nello stato direlativa separazione necessaria affinch il Cosmo pos-sa svilupparsi in mezzo a loro, essi comunicano at-traverso l'asse che passa per questo centro 14 e cheappunto li separa e li unisce nello stesso momen-to o, in altri termini, misura la distanza fra il Cieloe la Terra, vale a dire l'estensione del Cosmo se-condo il senso verticale che contraddistingue la ge-rarchia degli stati dell'esistenza manifestata, unen-doli nel contempo l'uno all'altro attraverso tale mol-teplicit di stati, che in questa prospettiva appaionocome altrettanti gradini per i quali un essere sullavia del ritorno verso il Principio pu innalzarsidalla Terra al Cielo.1s detto ancora che il Cielo, il quale avvolge oabbraccia tutte le cose, presenta al Cosmo una fac-cia ventrale , cio interna, e la Terra, che lesostiene, presenta una faccia dorsale, cio ester-

    13. Per un'applicazione analoga del senso inverso il Pa-radiso terrestre, che anche il punto di comunicazionedel Cielo e della Terra, appare contemporaneamente situatoall'estremit del mondo (secondo il punto di vista ester-no ] e al suo centro (secondo il punto di vista interno )(si veda Le Rgne de la Quantit et les Signes des Temps,cap, XXIII).14. Questo asse naturalmente si identifica con it raggioverticale della figura precedente; ma, da questo punto divista, il raggio, invece di corrispondere al Cielo stesso, rap-presenta soltanto la direzione secondo la quale l'influssoceles te opera sulla Terra.15. Per questo, come vedremo pi avanti, l'asse verticale anche la Via del Cielo (Tien-Taos,

    36

    11a; 16 facile vederlo dalla semplice osservazione del-la figura riprodotta qui sotto, dove il Cielo e laTerra, com' naturale, sono rappresentati rispet-tivamente da un cerchio e da un quadrato concen-trici (fig. 8). Si noter come questa figura riproduca

    D

    Fig. S

    la forma delle monete cinesi, forma che peraltro in origine quella di celte tavolette rituali: 17 fra ilcontorno circolare e il quadrato vuoto che sta inmezzo, la parte piena, nella quale si inscrivono icaratteri, corrisponde evidentemente al Cosmo, incui si situano i diecimila esseri" ,18 e il fatto cheessa sia compresa fra due vuoti indica simbolica-mente che tutto ci che non si trova fra il Cielo

    I(i. Questa assimilazione riuscirebbe subito evidente in unalingua come l'arabo, dove il ventre el-ba/I! e l'internoel-Irdten, la schiena ez-zahr e l'esterno ez-zdher,Ii. Sul valore simbolico delle monete nelle civilt tradi-zionali in genere, si veda Le Rgne de la Qual!ti/ et lcsSigucs des Tcmps, cap, XVI.lH. quasi superfluo far Ilota re che i caratteri sono inomi degli esseri e che di conseguenza rappresentano questiult imi in modo assolutamente naturale, specie quando siIra Ita di una scrittura ideografica come ucl caso della lin-[,\lla cinese,

    37

  • e la Terra per ci stesso si trova al di fuori dellamanifestazione." Tuttavia, c' un punto sul qualela figura pu sembrare inesatta, e che del resto cor-risponde a una manchevolezza inerente per neces-sit a ogni rappresentazione sensibile: se si pre-stasse attenzione solo alle rispettive posizioni appa-renti del Cielo e della Terra, o meglio delle lororaffigurazioni, potrebbe sembrare che il Cielo sitrovi all'esterno e la Terra all'interno; senonch,anche in questo caso, non bisogna scordarsi di ap-plicare l'analogia in senso inverso: in realt, datutti i punti di vista, l'c: interiorit appartiene alCielo e l' c: esteriori t alla Terra, considerazioneche ritroveremo fra non molto. Del resto, anche aprendere semplicemente la figura come sta, si vedeche, relativamente al Cosmo, il Cielo e la Terra, peril fatto stesso di esserne i limiti estremi, hanno inverit una sola faccia, e che tale faccia internaper il Cielo e esterna per la Terra; se volessimoconsiderare l'altra loro faccia, dovremmo dire chequesta pu esistere solo relativamente al comuneprincipio nel quale essi si unificano e dove scompareogni distinzione fra interno ed esterno, come pureogni opposizione e perfino ogni complementarismo,per lasciar sussistere unicamente la Grande Uni-t .

    19. L'espressione Tien-hia, lcrreralmcntc sotto il Cielo , usata correntemente in cinese per designare l'insiemedel Cosmo.

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    IVc: YIN E YANG

    La tradizione estremo-orientale, nella sua parte pro-priamente cosmologica, attribuisce una capitale im-portanza ai due princpi o, se si preferisce, alledue categorie da essa designate con i nomi di)'ang e di yin: tutto ci che attivo, positivo omaschile yang, tutto ci che passivo, negativo ofemminile yin. Queste due categorie si ricollega-no simbolicamente alla luce e all'omhra: in tuttele cose, il lato luminoso yang e il lato oscuro in; ma, dato che l'uno inseparabile dall'altro,essi appaiono pi come complementari che comeopposti.' Il senso di luce e di ombra si trova fral'altro, nella sua accezione letterale, nella determina-zione dei siti geografici;2 e il senso pi generalein cui queste stesse denominazioni di yang e di yinsi estendono ai termini di ogni complementarismotrova innumerevoli applicazioni in tutte le scienzetradizionali."

    I. Non si dovrebbe perci interpretare questa distinzionetra la luce e l'ombra in termini di bene e di malecome talora avviene in altre tradizioni, per esempio nelMazdeismo.2. A prima vista pu sembrare strano che il lato yangsia il versante sud di una montagna, ma il lato nord diuna valle o la sponda nord di un fiume (mentre il lato)'in naturalmente sempre il lato opposto a questo); mabasta considerare la direzione dei raggi solari, che vengonoda Sud, per rendersi conto che effettivamente proprio illato illuminato, in tutti i casi, a venir designato come yang.3. La medicina tradizionale cinese, in particolare, in certomodo interamente basata sulla distinzione tra lo )'ang e lo)';'1: ogni malattia dovuta a uno stato di squilibrio.cio a lUI eccesso di uno di questi due termini rispettoall'altro; bisogna quindi rafforzare quest'ultimo per rista-bilire l'equilibrio, e si colpisce cosi la malattia nella sua

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  • Da quanto abbiamo gi eletto facile capire comeyang sia ci che procede dalla natura del Cielo, eyin ci che procede dalla natura della Terra, perchappunto da questo primo complementarismo delCielo e della Terra derivano tutti gli altri comple-mentarismi pi o meno particolari; e, da ci, risul-ta immediatamente chiara la ragione dell'assimila-zione di questi due termini alla luce e all'ombra.Infatti l'aspetto yang degli esseri risponde a quan-to vi in essi di essenziale o di spirituale,ed noto che nel simbolismo di tutte le tradizionilo Spirito identificato alla Luce; d'altra parte, illoro aspetto yin quello per il quale essi dipendonodalla sostanza , e quest'ultima, per via dell'o inin-telligibilit inerente alla sua indistinzione o alsuo stato di pura potenzialit, pu essere propria-mente definita come l'oscura radice di ogni esisten-za. Da questo punto di vista, e prendendo a prestitoil linguaggio aristotelico e scolastico, si pu dire an-cora che yang tutto ci che in atto e yintutto ci che in potenza, ovvero che ogni es-sere yang sotto l'aspetto in cui in atto e yinsotto l'aspetto in cui in potenza, dato che que-sti due aspetti sono necessariamente compresenti intutto ci che manifestato.Il Cielo interamente yang e la Terra interamenteyin, il che vuoI dire che l'Essenza atto puro e laSostanza potenza pura; ma soltanto essi lo sonocos allo stato puro, in quanto sono i due poli dellamanifestazione universale; in tutte le cose manife-state, lo yang non mai senza lo yin n lo y,:n sen-za lo yang, poich la loro natura partecipa sia delCielo che della Terra.' Se consideriamo specifica-

    stessa causa, anzich limitarsi a curare sintomi pi o menoesterni e superficiali come fa la medicina profana degliOccidentali moderni.1. Per questo, secondo una formula massouica, l'iniziatodeve saper scoprire la luce nelle tenebre (lo yailg nelloyin) e le tenebre nella luce (lo yin nello yallg) .

    40

    mente lo yang e lo yin sotto il loro aspetto di cle-menti maschile e femminile, potremo dire che, invirt di questa partecipazione, ogni essere in un cer-to senso e in una certa misura androgino, e chelo in modo tanto pi completo quanto pi sonoequilibrati in lui i due elementi; perci il caratte-re maschile o femminile di un essere individuale (arigore, bisognerebbe dire principalmente maschileo femminile) si pu considerare come il risulta todella predominanza dell'uno o dell'altro. In questasede sarebbe naturalmente fuori luogo incomincia-re a sviluppare tutte le conseguenze deducibili dalrilievo che abbiamo appena fatto; ma basta un po'di riflessione per intravedere senza difficolt l'im-portanza che esse possono presentare, in specie, pertutte le scienze connesse allo studio dell'uomo in-dividuale sotto i vari punti di vista in cui questopu essere affrontato.Abbiamo visto in precedenza come la Terra appaiacon la sua faccia cc dorsale e il Cielo con la SU:lfaccia ventrale : per questo lo yin ~ all'ester-110 , mentre lo yang all'interno .5 In altre pa-role, gli influssi terrestri, che sono yin, sono sensi-bili, mentre gli influssi celesti, che sono yang, sfug-gono ai sensi e possono essere clti unicamente dal-le facolt intellettuali. una delle ragioni per cui,nei testi tradizionali, lo yin viene generalmente no-minato prima dello yang, cosa che pu sembrarein contrasto con la relazione gerarchica esistentefra i principi cui essi corrispondono, ossia fra il Cie-lo e la Terra in quanto polo superiore e polo infe-riore della manifestazione; questo rovesciamentodell'ordine dei due termini complementari cara t-

    .5. Espressa in questa forma, la cosa immcdiatarucntccomprensibile pcr la mentalit estremo-orientale; ma dob-biamo ammettere che, senza le spiegazioni da noi fornitein precedenza a questo proposito, il nesso cos stabilito frale due proposizioni sarebbe tale da disorien ture singolar-mcn le la speciale logica degli Occiden tali.

    41

  • teristico di un certo punto di vista cosmologico, che anche quello del Sankhya ind ove, del pari,Prakriti figura all'inizio dell'enumerazione dei tatt-wa e Purusha alla fine. Infatti questo punto divista procede per cosi dire ., risalendo, propriocome la costruzione di un edificio comincia dallabase e finisce con la cima; esso parte dalle cosealIerrabili in modo pi immediato per dirigersi ver-so quelle pi nascoste, cio va dall'esterno all'inter-no, o dallo yin allo yang; in questo, inverso rispet-to al punto di vista metafisico che, partendo dalprincipio per arrivare alle conseguenze, va invecedall'interno all'esterno; e questa considerazione delsenso inverso mostra come i due punti di vista cor-rispondano propriamente a due diversi gradi direalt. Del resto, altrove abbiamo visto che, nellosviluppo del processo cosmogonico, le tenebre, iden-tificate al caos, sono " in principio, e che la luce,la quale ordina il caos per trame il Cosmo, dopole tenebre ;6 ancora una volta ci equivale a direche, sotto questo profilo, lo yin viene elIettivamen-te prima dello yang.7Lo yang e lo yin, considerati separatamente l'unodall'altro, hanno come simboli lineari quelle chevengono chiamate le due determinazioni (eui-i),cio il tratto intero e il tratto spezzato, che sonogli elementi dei trigrammi e degli esagrammi delloYi-king: questi ultimi rappresentano cosi tutte lecombinazioni possibili dei due termini, combina-zioni che costituiscono I'integralit del mondo mani-

    6. Aperns SlIr I'Lnitiation, cap. XLVI.7. Si pu trovare qualcosa di analogo a questo nel fattoche, in base al simbolismo della concatenazione dei cicli,gli stati inferiori dell'esistenza appaiouo come antecedentirispetto agli stati superiori; per questo la tradizione indrappresenta gli ASI/TU come anteriori ai Dua, e d'altro latofa effettuare la successione cosmogonica dd tre guna nel-l'ordine tamas, rajas, satiuia, quindi in una direzione cheva dall'oscurit alla luce (cfr. Le Symbolisme d" la Croix,cap. v, e anche L'sotrisme de Dante, cap. VI).

    42

    festato. Il primo e l'ultimo esagramma, Khien eKhouens sono formati rispettivamente da sei trattipieni e da sei tratti spezzati; essi perci rappresen-tano la pienezza dello yang, che si identifica al Cie-lo, e quella dello yin, che si identifica alla Terra;e fra questi due estremi si collocano tutti gli altricsagrammi, nei quali lo yang e lo yin si mescolanoin proporzioni diverse, e che corrispondono cosallo sviluppo di tutta la manifestazione.D'altra parte, quando sono uniti, i due termini

    Fig. 9

    stessi yang e yin sono rappresentati dal simbolochiamato proprio per questo yin-yang (fig. 9)9 e danoi gi studiato altrove dal punto di vista in cuiesso rappresenta in modo pi particolare il cir-colo del destino individuale .10 Conformemente al

    8. Come pure il primo e l'ultimo degli otto trigramm(koua), che parimenti comprendono tre tratti interi e trespezzati; ogni esagramma formato dalla sovrapposizione didue trigrammi simili o diversi, per un totale di sessanta-quattro combinazioni.9. Questa figura posta di solito al centro degli otto tr i-grammi disposti in cerchio.lO. Le Symbolisme de la Croix , cap. XXII. A tale riguardo,la parte yin e la parte yang rappresentano rispettivamentela traccia degli stati inferiori e il riflesso degli stati supe-riori rispetto a un determinato stato dell'esistenza, qualelo stato individuale umano: ci concorda perfettamente conquanto indicavamo poco fa circa il rapporto esistente frala concatenazione dei cicli e la considerazione dello yin co-me anteriore allo yang.

    13

  • simbolismo della luce e dell'ombra, la parte chiaradella figura yang, e la sua parte scura yin; e ipunti centrali, scuro nella parte chiara e chiaronella parte scura, ricordano che in realt lo yange lo yin sono inseparabili. Dal momento che lo yange lo in sono gi distinti pur essendo uniti (e ap-punto in questo la figura propriamente yin-yang), il simbolo dell' Androgino" primordiale, perchi suoi elementi sono i due princpi maschile e fem-minile; secondo un altro simbolismo tradizionaleancora pi generale, anche l' c Uovo del Mondo ,le cui due met, quando si separeranno, saranno Ti-spettivamente il Cielo e la Terra." Da un altrolato, la medesima figura, considerata come costi-tuente un tutto indivisibile.? considerazione che cor-risponde al punto di vista principiale, diventa ilsimbolo di T'ai-lei, che cos appare come la sintesidello Yl:n e dello yang, ma a patto di precisare chetale sintesi, essendo l'Unit prima, anteriore alladifferenziazione dei suoi elementi e perci assolu-tamente indipendente da questi; di fatto, si pu pro-priamente parlare di yin e di yang solo in relazioneal mondo manifestato che, in quanto tale, procedeinteramente dalle "due determinazioni. I duepunti di vista dai quali pu essere considerato ilsimbolo sono riassunti nella seguente formula: I

    II. La Igura intesa come piana corrisponde alla sezionediametrale dell' Uovo del Mondo , al li vello dello stato diesistenza rispetto al quale si considera l'Insieme della mani-festazione.12. Le due met sono delimitate da una linea sinuosa, cheindica una reciproca compenetrazione dei due clementi, men-tre se esse Iossero invece delimitate da un (1 iarnetro, si po-trebbe vcrlcrvi piuttosto una semplice giustapposizione. Vanotato che tale linea sinuosa formata da due semicir-conferenze il cui raggio pari alla met di quello dellacirconferenza che costituisce il contorno della figura e lacui lunghezza totale, di conseguenza, pari alla met diquella di detta circonferenza, sicch ciascuna delle duemet della figura compresa entro una linea di lunghezzapari a quella che comprende l'intera figura.

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    diecimila esseri sono prodotti (tsao) da Tai-i (chesi identifica con Tai-ki), e modificati (houa) dayin-yang lO, perch tutti gli esseri provengono dallaUnit principiale,13 ma le loro modificazioni nel divenire" sono dovute alle reciproche azioni ereazioni delle due determinazioni.

    13, T'ai-i il Tao "con un nome , che "la madre deidiecimila esseri (Tco-te-king, cap. 1). Il Tao "senza no-me" il Non Essere, e il Tao con un nome" l'Essere: Se si deve dare un nome al Tao (bench esso non possaessere realmente nominato), lo si chiamer (come equivalenteapprossimativo) la Grande Unit .

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  • vLA DOPPIA SPIRALE

    Crediamo non sia privo di interesse fare una di-gressione, almeno apparente, a proposito di un sim-bolo strettamente connesso con quello dello yin-yang: questo simbolo la doppia spirale (fig. l O),che ha un posto estremamente importante nell'artetradizionale dei pi svariati paesi, e in particolare

    Fig. \O

    in quella della Grecia arcaica.' Come molto giusta-mente stato detto, la doppia spirale, che puessere vista come la proiezione piana dei due emi-sferi dell'Androgino, offre l'immagine del ritmo al-terno dell'evoluzione e dell'involuzione, della na-scita e della morte, in una parola rappresenta la ma-nifestazione sotto il suo duplice aspetto .2 Questafigura, peraltro, pu essere considerata sia in unsenso macrocosmico che in un senso micro-cosmico: in virt della loro analogia, si pu sem-

    1. Naturalmente talun i, in conformit con le tendenze mo-derne, vogliono vedcrvi semplicemente un motivo deco-rativo o ornamentale ; ma dimenticano o ignorano cheogni ornamentazione ha in origine un carattere simbo-lico anche se, per una specie di sopravvivenza , le po-tuto accadere di essere ancora usata in epoche nelle qualiquesto carattere non era pi compreso.2. lie Lebasquais, Tradition hllenique et Art grec, nelletudes traditionnelles , fascicolo del dicembre 1935.

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    pre passare dall'uno all'altro di questi due punti divista mediante un'opportuna trasposizione; ma quici riferiamo direttamente soprattutto al primo, per-ch gli accostamenti di maggior rilievo che si pre-sentano sono relativi al simbolismo dell' Uovo delMondo, cui abbiamo gi fatto riferimento a pro-posito dello yin-yang. Da questo punto di vista, pos-siamo considerare le due spirali come l'indicazionedi una forza cosmica che agisce in senso inverso neidue emisferi, i quali, nella loro pi larga applica-zione, sono naturalmente le due met dell' Uovodel Mondo , mentre i punti intorno ai quali si

    l'ig. 11

    avvolgono le due spirali sono i due poli;' Si pu su-bito notare che ci si trova in stretta relazione coni due sensi di rotazione dello swastika (fig. Il), datoche questi ultimi rappresentano in ultima analisila stessa rivoluzione del mondo intorno al suo asse,ma vista rispettivamente dall'uno e dall'altro deidue poli:" e i due sensi di rotazione esprimono ef-fettivamente la duplice azione della forza cosmica

    3. La doppia spirale cosutuisce l'elemento principale dicerti talismani diffusissimi nei paesi islamici; in una delleforme pi complete, i due punti in questione sono con-trassegnati da stelle che sono i due poli; su una verticalemediana che corrisponde al piano di separazione dei dueemisferi, e rispettivamente sopra e sotto la linea che uniscele due spirali, stanno il Sole e la Luna; infine, ai quattroangoli si trovano quattro figure quadrangolari corrispon-denti ai quattro elementi, che risultano cosi identificatiai quattro angoli (arkdn) o fondamenti dci mondo.4. Cfr. Le Symbolisme de la Croix, cap. x.

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  • di cui stiamo parlando, duplice azione che in fondosi identifica sotto tutti i suoi aspetti con la dualitdello yin e dello yang. facile rendersi conto come, nel simbolo delloyin-yang, le due semicirconferenze che formano lalinea delimitante internamente le due parti chiarae scura della figura corrispondano esattamente alledue spirali, e come i loro punti centrali, scuro nellaparte chiara e chiaro nella parte scura, corrispon-dano ai due poli. Questo ci riconduce all'idea del-1' Androgino, come abbiamo indicato in prece-denza; e a tale proposito ricorderemo ancora che inrealt i due princpi yin e yang devono sempre es-sere considerati come complementari, anche se leloro rispettive azioni, nei vari mbiti della manife-stazione, appaiono esternamente contrarie. Si puquindi parlare, come facevamo poco fa, o della du-plice azione di un'unica forza, o di due forze pro-dotte dalla polarizzazione di questa e centrate suidue poli, e a loro volta producenti, con le azioni ereazioni che risultano dalla loro stessa differenzia-zione, lo sviluppo delle virtualit nascoste nell' c Uo-vo del Mondo , sviluppo che comprende tutte lemodificazioni dei diecimila esseri .5Si noti che le stesse due forze vengono ancheraffigurate in modo diverso, bench in fondo equi-valente, in altri simboli tradizionali, in particolaremediante due linee elicoidali che si avvolgono insenso inverso l'una rispetto all'altra intorno a unasse verticale, come per esempio si vede in certeforme del Brahma-danda o bastone brhmanico, che un'immagine dell' Asse del Mondo e dove que

    5. Coloro che si compiacciono di cercare punti di contattocon le scienze profane potrebbero accostare, con un'appli-cazione di ordine microcosmico , queste raffigurazioni alfenomeno della cariocinesi , punto di partenza della di-visione cellulare; ma sia chiaro che, per quanto ci riguarda,noi attribuiamo a tutti gli accostamenti di questo genereun'importanza assolutamente trascurabile.

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    sto doppio avvolgimento messo precisamente inrapporto con le due orientazioni contrarie delloswastika; nell'essere umano, queste due linee sonole due nddl o correnti sottili di destra e di sinistra,oppure positiva e negativa (idd e pingald).6 Un'altrafigura identica quella dei due serpenti del cadu-ceo, che si l'icollega poi al simbolismo generale delserpente nei suoi due opposti aspetti:" e, a tale ri-guardo, la doppia spirale pu anche essere vistacome la raffigurazione di un serpente arrotolato suse stesso in due sensi contrari: questo serpente allora un' anfesibena ,8 le cui due teste corrispondonoai due poli e che, da sola, equivale all'insieme deidue serpenti opposti del caduceo,"Tutto ci non ci allontana minimamente dallaconsiderazione dell'c Uovo del Mondo perch invarie tradizioni esso si trova frequentemente acco-stato al simbolismo del serpente; si potr ricordarea questo punto il Kneph egiziano, rappresentato

    6. Si veda L'Homme et son devenir selon le Vdnta, cap.xx. L' Asse del Mondo e l'asse dell'essere umano (rappre-sentato nel corpo dalla colonna vertebrale) sono entrambidesignati, in virt della loro corrispondenza analogica, daltermine Mru-danda.7. Cfr. Le Rgne de la Quantit et les Signes des Tcmps,cap. xxx.8. Cfr. Le Roi du Monde, cap. 111.9. Per spiegare la formazione del caduceo, si narra cheMercurio vide due serpenti che si azzuffavano (figura delcaos): egli li divise (distinzione dei contrari) con una bac-chetta (determinazione di un asse in base al quale il caossi ordiner per diventare il Cosmo), intorno alla qualeessi si arrotolarono (equilibrio delle due forze contrarie, cheagiscono simmetricamente rispetto all' Asse del Mondo ).Bisogna anche notare che il caduceo (krukeion, insegnadegli araldi) considerato l'attributo caratteristico di dueIunzioni complementari di Mercurio o Ermete: da un lato,quella di interprete o messaggero degli Di e, dall'altro,quella di psicopornpo , che conduce gli esseri attraversoi loro mutamenti di stato, oppure nei passaggi da un ciclodi esistenza a un altro; e infatti queste due funzioni corri-spondono rispettivamente ai due sensi discendente e ascen-dente delle correnti rappresentate dai due serpenti.

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  • sotto forma di un serpente che produce l'uovo conla propria bocca (immagine della produzione dellamanifestazione da parte del Verbo)," e anche, ov-viamente, il simbolo druidico dell' .. uovo di serpen-te .11 D'altra parte, spesso il serpente fatto abi-tare nelle acque, come si vede fra l'altro per i Ndganella tradizione ind, e su queste stesse acque gal-leggia pure l' .. Uovo del Mondo ; ebbene, le ac-que sono il simbolo delle possibilit, e lo sviluppodi queste ultime raffigurato dalla spirale, dondela stretta associazione che talora esiste fra la spi-rale e il simbolismo delle acque."Se 1' Uovo del Mondo" dunque, in certi casi,un .. uovo di serpente lO, in altri anche un .. uovodi cigno ;13 vogliamo alludere soprattutto al sim-bolismo di Hamsa, il veicolo di Brahrnd nella tradi-zione ind.P Accade spesso, e in modo particolarenelle figurazioni etrusche, che la doppia spirale siasormontata da un uccello; quest'ultimo evidente-mente identico a Hamsa, il cigno che cova il Brah-manda sulle Acque primordiali, il quale si identi-fica peraltro con lo .. spirito" o soffio divino"(perch Hamsa anche il soffio ) che, secondo

    lO. Cfr. Aperus SUl' l'Initiation, cap. XL\'l1.Il. noto come esso fosse rappresentato, di fatto, dalriccio di mare fossile.12. Questa associazione stata segnalata da Ananda K.Coomaraswamy nel suo studio Angel aml Ti/an (sui rapportifra i Deva e gli Asura). Nell'arte cinese, la forma della spiorale compare tra l'altro nella raffigurazione del duplicecaos , delle acque superiori e inferiori (ossia delle possi-bilit informali e formali), spesso in relazione con il sim-bolismo del Drago (cfr. Les iats nt ull iples de N/re,cap. XII).13. Del resto il cigno richiama il serpente per la formadel collo; per certi aspetti dunque quasi una combinazionefra i due simboli dell'uccello e del serpente, che spessoappaiono come opposti o come complementari.14. f~ d'altra parte noto, per quanto riguarda le altretradizioni, che il simbolismo del cigno era legato in parti-colare a quello dell'Apollo iperboreo.

    50

    l'inizio della Genesi ebraica, aleggiava sulla su-perficie delle Acque . Un'altra cosa non meno de-gna di nota il fatto che, tra i Greci, dall'uovo diLeda, generato da Zeus in forma di cigno, escanoi Dioscuri, Castore e Polluce, i quali si trovano incorrispondenza simbolica con i due emisferi, e per-ci con le due spirali ora in esame, che di conse-guenza rappresentano la loro differenziazione inquesto uovo di cigno -. cio in definitiva la di-visione dell' .. Uovo del Mondo" nelle sue due metsuperiore e inferiore." Qui per non possiamo di-lungarci ulteriormente sul simbolismo dei Dioscuri,che invero molto complesso, come quello di tuttele analoghe coppie formate da un mortale e da unimmortale, rappresentati spesso l'uno bianco e l'al-tro nero.w al pari dei due emisferi dei quali uno illuminato mentre l'altro nell'oscurit. Dire-mo soltanto che tale simbolismo, in fondo, ab-bastanza vicino a quello dei Deva e degli Asura,H lacui opposizione si trova anch'essa in rapporto conil duplice significato del serpente, a seconda chequesto si muova in una direzione ascendente op-pure discendente intorno a un asse verticale, o an-cora srotolandosi oppure arrotolandosi su ~e stesso,come nella figura della doppia spirale."

    15. Per precisare questo significato, i Dioscuri sono raf-figurali COn copricapi di forma emisferica.16. in particolare il significato dei nomi Arjuna eKrishna, che rappresentano rispettivamente fiva/ma e Para-ma/ma, ossia 1' io e il S , l'individuali t e la perso-nalit, e, in quanto tali, possono essere messi in relazioneil primo con la Terra e il secondo con il Cielo.17. Si potr accostare questo rilievo a quanto abbiamoindicato in una nota precedente a proposito della concate-nazione dei cicli.18. Cfr. lo studio gi citato di Ananda K. Coomaraswamy.Nel ben noto simbolismo della burrificazione del mare ,i Dua e gli Asura tirano in direzioni contrarie il serpentearrotolato intorno alla montagna che rappresenta 1'Assedel Mondo .

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  • Nei simboli antichi, la doppia spirale talvolta so-stituita da due insiemi di cerchi concentrici, trac-ciati intorno a due punti che rappresentano ancorai poli: sono, perlomeno in uno dei loro significatipi generali, i cerchi celesti e infernali, di cui i se-condi sono quasi un riflesso invertito dei primi;'? adessi corrispondono appunto i Deva e gli Asura. Inaltri termini, sono gli stati superiori e inferiori ri-spetto allo stato umano, o ancora i cicli susseguentie antecedenti rispetto al ciclo attuale (che in findei conti solo un altro modo di esprimere la stessacosa, facendovi intervenire un simbolismo succes-sivo -): e ci corrobora anche il significato delloyin-yang considerato come proiezione piana dell'eli-ca rappresentativa degli stati molteplici dell'Esisten-za universale.v I due simboli sono equivalenti, el'uno pu essere considerato come una semplicemodificazione dell'altro; ma la doppia spirale indicainoltre la continuit esistente tra i cicli; si potrebbeanche dire che essa rappresenta le cose sotto unaspetto dinamico", mentre i cerchi concentricile rappresentano piuttosto sotto un aspetto sta-tico .21Parlando di aspetto dinamico, naturalmente pen-siamo ancora all'azione della duplice forza cosmica,

    J9. Abbiamo gi segnalato questo rapporto in L'Esotrismede Dante.20. Si veda Le Symbolisme de la C1'Oix, cap. XXII.21. Ci non toglie, ovviamente, che il cerchio rappresentidi per s un aspetto dinamico relativamente al qua-drato, come abbiamo detto prima; la considerazione dci duepunti di vista dinamico e statico implica sempre, pro-prio per la loro correlazione, un problema di rapporti. Se,invece di considerare l'insieme della manifeslazione uni-versale, ci limitassimo a un mondo, cio allo stato coni-spandente al piano della figura supposto orizzontale, le duemet di questa rappresenterebbero rispettivamente, in ognicaso, il riflesso degli stati superiori e la traccia degli statiinferiori in tale mondo, come abbiamo gi indicato inprecedenza a proposito dello yin-yang.

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    specialmente nel suo rapporto con le fasi inverse ecomplementari di ogni manifestazione, fasi deter-minate, secondo la tradizione estremo-orientale, dal-l'alterno predominio dello yin e dello yang: evo-luzione o sviluppo, svolgimento,22 e e irrvoluzio-ne o avviluppamento, avvolgimento, o ancora ca-tabasi o cammino discendente e anabasi o cam-mino ascendente, uscita nel manifestato e rientro nelnon manifestato.P La duplice spirazione (e sinoti la significativa parentela esistente fra lo stessonome della spirale e quello dello spiritus o soffiodi cui parlavamo prima in connessione con Hamsa), 1' espirazione" e 1' aspirazione universali, dal-le quali vengono prodotte, secondo il linguaggiotaoista, le condensazioni" e le dissipazioni ri-sultanti dall'alterna azione dei due principi yin eyang o, secondo la terminologia ermetica, le coa-gulazioni e le soluzioni: per gli esseri in~ividuali, sono le nascite e le morti, quelle che Ariste-tele chiama genesis e phthora, generazione e corruzione; per i mondi, sono quelli che la tra-dizione ind definisce i giorni e le notti di Brahm,il Kalpa e il Pralaya; e, a tutti i livelli, nell'ordine macrocosmico come nell'ordine microcosmi-

    22. Sia ben chiaro che intendiamo la parola evoluzioneIlei suo senso rigorosamente etimologico, che non ha nien-te a che vedere con l'uso che ne viene fatto nelle moderneteorie progressiste l'.23. almeno singolare che Lon Daudet abbia assunto ilsimbolo della doppia spirale come schema dell'ambian-ce (Courriers des Pays-Bas : si veda la figura in Les Hor-reurs de la Guerre, e le considerazioni sull' ambiancc inMelancholiai: egli considera uno dei due poli come puntodi partenza e l'altro come punto di arrivo, sicch ilpercorso della spirale dev'essere considerato da un lato comecentrifugo e dall'altro come centripeto, cosa che appuntocorrisponde alle due fasi evolutiva" e involutiva; e quel-lo ch'egli chiama ambiance in fondo non altro che la luce astrale di Paracclso, che comporta appunto l'in-sieme delle due correnti inverse della forza cosmica di cuici stiamo occupando.

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  • co , in ogni ciclo d'esistenza si ritrovano fasi cor-rispondenti, perch esse sono l'espressione stessa del-la legge che governa tutto l'insieme della manife-stazione universale.

    54

    VI

    SOLVE" ET COAGULA

    Dato che abbiamo appena fatto riferimento alla coagulazione e alla soluzione ermetiche, esebbene ne abbiamo gi alquanto parlato in varieoccasioni, forse non sar inutile precisare ulterior-mente, al riguardo, talune nozioni che sono in rap-porto abbastanza diretto con quanto abbiamo fi-nora esposto. Infatti, la formula solve et coagula ritenuta in certo modo contenere tutto il segretodella Grande Opera ", in quanto questa ripro-duce il processo della manifestazione universale, conle sue due fasi inverse da noi poco fa indicate. Iltermine solve talora rappresentato da un segnoche mostra il Cielo e il termine coagula da un segnoche mostra la T'erra;' ci significa che essi si assimi-lano alle azioni della corrente ascendente e dellacorrente discendente della forza cosmica o, in altreparole, alle rispettive azioni dello yang e dello yin.Ogni forza di espansione yang, e ogni forza di con-trazione yin; le e condensazioni ", che dnno ori-gine ai composti individuali, procedono quindi dagliinflussi terrestri, e le dissipazioni, che ricondu-cono gli elementi di tali composti ai loro principioriginari, procedono dagli influssi celesti; sono, sevogliamo, gli effetti delle rispettive attrazioni delCielo e della Terra; ed cos che i diecimila esserisono modificati da yin e yang , dalla loro appari-

    I. Alludiamo in particolare al simbolismo dci segni del 18grado della Massoneria scozzese, e anche a quello del ritodel calumet tra gli Indiani dell'America del Nord, checomporta tre movimenti successivi riferentisi rispettivamenteal Cielo, alla Terra e all'Uomo, e traducibili con solu-ziouc , coagulazione" e assimilazionc .

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  • zione nel mondo fino al loro ritorno nel non-mani-festato.Occorre peraltro far bene attenzione al fatto chel'ordine dei due termini dipende dal punto di vistada cui ci si pone, perch in realt le due fasi com-plementari alle quali corrispondono sono al tempostesso alternanti e simultanee, e l'ordine nel qualesi presentano dipende in qualche modo dallo statoche si prende come punto di partenza. Se si partedallo stato di non manifestazione per passare aquello manifestato (punto di vista che si pu defi-nire propriamente cosmogonico ),2 per prima na-turalmente si presenter la condensazione o coagulazione; verr poi la dissipazione o so-luzione ", come movimento di ritorno verso il nonmanifestato, o almeno verso qualcosa che, a unqualsiasi livello, vi corrisponda in un senso relati-vo.! Se si partisse invece da un determinato stato dimanifestazione, si dovrebbe in primo luogo consi-derare una tendenza avente come risultato la so-luzione di quanto si trova in tale stato; e allorauna fase ulteriore di coagulazione" sarebbe il ri-torno a un altro stato di manifestazione; occorre ag-giungere peraltro che tale soluzione e tale coa-gulazione ", rispetto allo stato antecedente e allostato susseguente, possono essere in realt perfetta-mente simultanee.'D'altra parte, e questo ancora pi importante, le

    2. L'ordine di successione delle due fasi da questo puntodi vista mostra una volta di pi perch lo yin qui si trovidavanti allo yang.3. Ci trova numerose applicazioni nell'ambito delle scien-ze tradizionali; un'applicazione tra le meno elevate quellache si riferisce alla chiarnata e al congedo degli in-flussi erranti all'inizio e alla fine di un'operazione magica.4. la rnorte a uno stato e la nascita" a un altrostato, considerati come le due facce opposte e inseparabilidi una stessa modificazione dell'essere (si veda Le Symbo-lisme de la Croix, cap. XXII, e Aperus sur l'lnitiation, cap.XXVI).

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    cose si presentano in senso inverso a seconda che leconsideriamo dal punto di vista del Principio oinvece, come abbiamo appena fatto, dal punto divista della manifestazione, sicch, potremmo dire,ci che yin da un lato yang dall'altro e viceversa,anche se solo con un modo di parlare abbastanzaimproprio si pu riferire al Principio una dualitcome quella dello yin e dello yang. Infatti, comeabbiamo gi indicato altrove.! l' c espirazione" omovimento di espansione principiale a determinarela coagulazione del manifestato, e 1' aspirazio-ne o movimento di contrazione principiale a de-terminare la sua soluzione; e non cambierebbeassolutamente nulla se, invece di usare il simbo-lismo delle due fasi della respirazione, ci servissi-mo di quello del duplice movimento del cuore,Del resto si pu evitare l'impropriet di linguaggioche test segnalavamo con un rilievo abbastanzasemplice: il Cielo, in quanto polo positivo" del-la manifestazione, rappresenta in modo diretto ilPrincipio rispetto a essa," mentre la Terra, in quan-to polo negativo", non pu che presentarne unaimmagine invertita. La prospettiva" della mani-festazione riferir quindi abbastanza naturalmenteallo stesso Principio ci che realmente appartieneal Cielo, e accadr cos che il c movimento delCielo (movimento in senso puramente simbolico, chiaro: nulla di spaziale in questo) venga in uncerto modo attribuito al Principio, anche se esso necessariamente immutabile. In fondo pi esattoparlare, come facevamo poco fa, delle rispettive at-trazioni del Cielo e della Terra, attrazioni che siesercitano in senso inverso l'una rispetto all'altra:ogni attrazione genera un movimento centripeto, equindi una condensazione, alla quale corrispon-

    5. Aperus sur /'lnitiation, cap. XLVII.6. Per questa ragione Tai-ki, pur essendo superiore al Cie-lo come alla Terra e anteriore alla loro distinzione, ci apparenondimeno come il culmine del Cielo .

    57

  • der, al polo opposto, una ".dissip~zione " dete~minata da un movimento centnfugo, In modo da rrsta-bilire o meglio da mantenere l'equilibrio co:uples-sivo.? Ne consegue che ci che condensazione sotto il profilo della sostanza all'opposto ur~a dis-sipazione sotto il profilo dell'essen.za e, Inversa-mente, ci che dissipazione sotto Il profilo dellasostanza una condensazione sotto il profilo del-l'essenza; pertanto, ogni trasmutazione , ~eI sen-so ermetico del termine, consister proprIamentenel dissolvere ci che era coagulato" e, si-multaneamente, nel "coagulare" ci che era dis-solto: queste due operazioni apparentemente in-verse non sono in realt che i due aspetti comple-mentari di un'unica operazione.Per questo gli alchimisti dicono frequent:mente chela dissoluzione del corpo la fissazione dellospirito" e viceversa, dove spirito e corpo i~ defini-tiva non sono altro che l'aspetto essenziale el'aspetto sostanziale dell'essere; ci pu intender-si riferito all'alternanza delle c vite" e delle c mor-ti , nel senso pi generale di queste parole, datoche proprio questo corrisponde alle condensazio-ni e alle dissipazioni" della tradizione taoista,"sicch, potremmo dire, lo stato che vita per il co~po morte per lo spirito e viceversa; e questo Ilmotivo per cui volatilizzare (o dissolvere) il fisso efissare (o coagulare) il volatile" oppure spiri tua-lizzare il corpo e corporizzare lo spirito ",9 si di~e an-che" trarre il vivo dal morto e il morto dal VIVO ,

    7. Rilievo che si potr accostare alle considerazioni da noiesposte in Lrs Principes du Calcul infinitsimal, cap. XVII.R. Secondo i commentatori del Tao-te-king, questa alter-nanza degli stati di vita e di morte il va e vieni dellaspola sul telaio cosmico ; cfr. Le. Symbolis';le de. la Croix:cap. XIV, dove abbiamo. anche npor~ato. glI altri para~oOldegli stessi commeutatorr con la resprrazrone e con la rrvo-lnzione lunare.9. Nello stesso senso si dice anche rendere occulto il ma-n ilesto e manifesto l'occulto .

    5R

    che poi anche un'espressione coranica. IO La tra-smutazione perci implica, a un grado o a un al-tro.!' una specie di capovolgimento dei rapporti abi-tuali (vogliamo dire dei rapporti quali sono osserv~ti dal punto di vista dell'uomo comune), capovolgi-mento che, in realt, poi piuttosto un ristabili-mento dei rapporti normali; qui ci limiteremo asegnalare che la considerazione di un simile ro-vesciamento particolarmente importante dalpunto di vista della realizzazione iniziatica, ma nonpossiamo insistervi di pi, perch sarebbero neces-sari sviluppi che non possono trovar posto nel quadro del presente studio."D'altra parte, questa duplice operazione di coa-gulazione e di soluzione" corrisponde esatta-mente a quello che la tradizione cristiana chiama il potere delle chiavi; infatti, anche questo poterei: duplice, comportando sia il potere di legare" chequello di sciogliere; ora legare equivale evi-dentemente a coagulare, e sciogliere" a dis-solvere ;13 e il raffronto di vari simboli tradizionaliconferma ancora tale corrispondenza nel modo pi

    IO. Q01'l171, VI, 95; sull'alternanza delle vite e delle morti esul ritorno finale al Principio, cfr. Il, 28.11. Per capire le ragioni di questa restrizione, baster ri-farsi a quanto abbiamo spiegato nei nostri A!Jerlts sttr' l'Ini-t ia I ion, cap. XLII.12. Al suo pi alto grado, questo rovesciamento si trovaili stretto rapporto con quello che il simbolismo cabbalisticochiama lo spostamento delle luci , e anche con questodetto che la tradizione islarnica attribuisce agli awliyd: Inostri corpi sono i nostri spiriti, e i nostri spiriti sono inostri corpi (ajsamnd aruidhrul, wa arwt1lllld ajsdmnd).D'altra parte, in virt di questo stesso rovesciamento sipu dire che, nell'ordine spirituale, I' interno. ad av-volgere 1'esterno , e questo completa la giustificazione did che abbiamo detto in precedenza a proposito dei rap-porti fra il Cielo e la Terra.13. Del resto in latino si dice potestas ligaudi et soluendi;la "legatura , in senso letterale, si ritrova nell'uso magicodei nodi, cui si contrappone quello delle punte in riferi-mento alla dissoluzione ,

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  • chiaro possibile. noto che la raffigurazione plUcomune del potere in questione quella di duechiavi, una d'oro e l'altra d'argento, che si riferi-scono rispettivamente all'autorit spirituale e al po-tere temporale, o alla funzione sacerdotale e allafunzione regale, e anche, dal punto di vista inizia-tico, ai c grandi misteri e ai c piccoli misteri"(ed a quest'ultimo riguardo che, per gli antichiRomani, esse erano uno degli attributi di Giano);14alchemicamente, esse si riferiscono a operazioni ana-loghe compiute a due gradi diversi, operazioni checostituiscono rispettivamente l'c opera al bianco",corrispondente ai c piccoli misteri", e l' c opera alrosso, corrispondente ai " grandi misteri s : questedue chiavi che, secondo il linguaggio di Dante, so-no quella del c Paradiso celeste e quella del c Pa-radiso terrestre ", sono incrociate in modo da ri-chiamare la forma dello swastika. In simile caso,ciascuna delle due chiavi dev'essere consideratacome dotata, nell'ordine cui si riferisce, del du-plice potere di c aprire c di chiudere ", o di legare" e di sciogliere ;15 ma esiste anche un'al-tr