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Public cible 3 e , 2 de / Écouter, Parler : A2 Séquence 1 Il linguaggio dei gesti Le langage des gestes est-il vraiment universel ? Les Italiens communiquent beaucoup avec les gestes mais ils doivent faire attention quand ils se trouvent face à un étranger car la signification d’un même geste peut varier d’un pays à l’autre. Script Voce femminile, fuori campo: No, no, no, no, no, no! Per carità! L’attore Carlo Verdone: No, eh, Silvia non c’è, no. È… uscita. È… partita. Insomma, non ci sta. Voce femminile, fuori campo: Via, via, via! La giornalista, fuori campo: Può facilmente prestarsi a equivoci. A noi italiani però gesticolare piace tanto. Si potrebbe fare un intero discorso di senso compiuto soltanto con i gesti delle mani. Pensateci! Ma è davvero un linguaggio universale quello dei gesti? Già solo come si conta: uno, due, tre, da noi in Europa è così. Ma in America e nei paesi anglosassoni è al contrario. Loro partono dal mignolo. In Cina poi è davvero un altro mondo. Fino a cinque tutto bene ma il sei è lo stesso gesto che da noi si usa per dire “telefonami”, lo stesso gesto che Ronaldino usa per esultare dopo un gol. E proprio le esultanze tutte le migliori sono proprio gesti, alcune davvero molto esplicite, altre solo molto coreografiche. Torniamo in Cina. Il numero sette si fa così. Da noi significa invece “Ma che stai dicendo!”. Ma se vi trovate in un paese arabo, state attenti, lo stesso identico gesto significa “Aspetta!”, che per noi si fa invece con la mano aperta. E se poi si apre e si chiude la mano in quella stessa posizione, i significati sono almeno due: “Paura, eh?” oppure “È pieno di gente”. Bastano soltanto due dita per dire tantissime cose. Due innanzitutto, ma anche “Ti sparo” oppure oscillando, il significato cambia in “Non va”, “Non c’è niente da fare”, “Non c’è nessuno”. E usando entrambe le mani, beh, questo è chiaro per tutti, vero? E poi c’è il classico “Vittoria!” o “Dov’è il bagno?”, a seconda del contesto. Ma se la mano è rivolta verso se stessi è un gesto volgare in Gran Bretagna, Irlanda e Nuova Zelanda. Per indicare qualcuno, noi usiamo l’indice. Meglio evitarlo in Estremo Oriente e usare tutta la mano, esattamente il contrario che da noi. Occorre fare attenzione perché spesso cambiando paese e cambiando cultura si rischiano figuracce epocali, anche con i gesti che a noi sembrano del tutto ovvi e banali. Il pollice in su, ad esempio: “Autostop” in tutto il mondo, ma anche “Tutto bene!”, non in Iran, Afghanistan e Iraq, dove invece è un insulto. Poi ci sono quei gesti quotidiani dal “Vado a fare due passi” al “Ci facciamo due spaghetti” e ancora “Buona fortuna” e “Ehi, sapessi!” e poi “Vattene!” o “Vieni qua!”, senza i quali come faremmo noi italiani, molto più di altri. Perché, ci avete mai pensato, solo per dire “Ciao!”, quanti gesti ci sono? Italien / Collège, Lycée – post-bac / nº 23 / janvier-mars 2012 3

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Page 1: Il linguaggio dei gesti - cdn.reseau-canope.fr · avec les gestes mais ils doivent faire attention quand ils se trouvent face à un étranger car la signification d’un même geste

Public cible 3e, 2de / Écouter, Parler : A2Séquence 1

Il linguaggio dei gesti

Le langage des gestes est-il vraiment universel ? Les Italiens communiquent beaucoup avec les gestes mais ils doivent faire attention quand ils se trouvent face à un étranger car la signification d’un même geste peut varier d’un pays à l’autre.

ScriptVoce femminile, fuori campo: No, no, no, no, no, no! Per carità!

L’attore Carlo Verdone: No, eh, Silvia non c’è, no. È… uscita. È… partita. Insomma, non ci sta.

Voce femminile, fuori campo: Via, via, via!

La giornalista, fuori campo: Può facilmente prestarsi a equivoci. A noi italiani però gesticolare piace tanto. Si potrebbe fare un intero discorso di senso compiuto soltanto con i gesti delle mani. Pensateci! Ma è davvero un linguaggio universale quello dei gesti? Già solo come si conta: uno, due, tre, da noi in Europa è così. Ma in America e nei paesi anglosassoni è al contrario. Loro partono dal mignolo. In Cina poi è davvero un altro mondo. Fino a cinque tutto bene ma il sei è lo stesso gesto che da noi si usa per dire “telefonami”, lo stesso gesto che Ronaldino usa per esultare dopo un gol. E proprio le esultanze tutte le migliori sono proprio gesti, alcune davvero molto esplicite, altre solo molto coreografiche.

Torniamo in Cina. Il numero sette si fa così. Da noi significa invece “Ma che stai dicendo!”. Ma se vi trovate in un paese arabo, state attenti, lo stesso identico gesto significa “Aspetta!”, che per noi si fa invece con la mano aperta. E se poi si apre e si chiude la mano in quella stessa posizione, i significati sono almeno due: “Paura, eh?” oppure “È pieno di gente”.

Bastano soltanto due dita per dire tantissime cose. Due innanzitutto, ma anche “Ti sparo” oppure oscillando, il significato cambia in “Non va”, “Non c’è niente da fare”, “Non c’è nessuno”. E usando entrambe le mani, beh, questo è chiaro per tutti, vero?

E poi c’è il classico “Vittoria!” o “Dov’è il bagno?”, a seconda del contesto. Ma se la mano è rivolta verso se stessi è un gesto volgare in Gran Bretagna, Irlanda e Nuova Zelanda. Per indicare qualcuno, noi usiamo l’indice. Meglio evitarlo in Estremo Oriente e usare tutta la mano, esattamente il contrario che da noi.

Occorre fare attenzione perché spesso cambiando paese e cambiando cultura si rischiano figuracce epocali, anche con i gesti che a noi sembrano del tutto ovvi e banali. Il pollice in su, ad esempio: “Autostop” in tutto il mondo, ma anche “Tutto bene!”, non in Iran, Afghanistan e Iraq, dove invece è un insulto.

Poi ci sono quei gesti quotidiani dal “Vado a fare due passi” al “Ci facciamo due spaghetti” e ancora “Buona fortuna” e “Ehi, sapessi!” e poi “Vattene!” o “Vieni qua!”, senza i quali come faremmo noi italiani, molto più di altri. Perché, ci avete mai pensato, solo per dire “Ciao!”, quanti gesti ci sono?

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Objectifs et démarche pédagogique

Liens avec le programme du collège palier 1 : la vie quotidienne et le cadre de vie Ø la gestualité.

Liens avec le programme de 2de : l’art de vivre ensemble Ø singularités.

CECRLPeut suivre les rubriques du journal télévisé ou de documents télévisés présentés assez lentement et clairement en langue standard, même si tous les détails ne sont pas compris. – Écouter, A2Peut décrire ou présenter simplement des gens, des conditions de vie, des activités quotidiennes, ce qu’on aime ou pas, par de courtes séries d’expressions ou de phrases non articulées. – Parler, A2

Contenu lexical Ø Les gestes : i gesti, gesticolare, le mani, la mano aperta, chiudere la mano, le dita, la mano rivolta verso se

stessi, il pollice in su, il mignolo. Ø Les pays : l’America, i paesi anglosassoni, la Cina, Gran Bretagna, Irlanda, Nuova Zelanda, il Medio Oriente,

Iran, Afghanistan, Iraq. Ø Le langage : il linguaggio, il significato, dire, fare un discorso. Ø Les doigts : le dita, il pollice, il mignolo.

Contenu grammatical Ø Pluriels : le mani, le dita. Ø La traduction de « aimer » : agli italiani piace gesticolare. Ø La traduction de « il faut » : occorre fare attenzione. Ø L’impératif : telefonami, aspetta. Ø La traduction de « on » : si conta, si usa, si fa con la mano aperta.

Démarche possible Ø Anticipation

Avant de distribuer la fiche d’activités, visionner la séquence sans le son et laisser la classe réagir spontanément et émettre des hypothèses sur le sujet du reportage.

Ø Compréhension globale de l’oralMontrer la séquence avec le son, pour préciser, compléter ou éventuellement corriger ce qui a été proposé. Faire une mise en commun de ce que les élèves ont compris.

Ø Compréhension globale de l’oral : activité 1Distribuer la fiche d’activités et travailler sur la compréhension globale du reportage.

Ø Compréhension orale : activité 2Visionner à nouveau la totalité du reportage, en ménageant des pauses fréquentes. Vérifier la compréhension des items avant de réaliser l’exercice. On peut demander aux élèves de justifier oralement leurs réponses.

Ø ExpressionPour compléter ces activités, on propose un travail sur le lexique. Les élèves doivent retrouver les intrus dans des listes de mots. On peut leur demander de justifier oralement leur choix.

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Compléments

Manuels Ø Orizzonti italiani 2, Il corpo parla, p. 24. Ø Piacere! Niveau 2, Le mani parlano, p. 36-37.

Internet Ø Le dessinateur Alfredo Cassano a créé une bande dessinée pour expliquer les gestes italiens aux étrangers.

On retrouve trois de ses planches sur le site http://www.welovemercuri.com/2011/02/i_gesti_degli_italiani.html

Ø Un jeu pour associer quelques gestes typiques aux expressions correspondantes : http://www.impariamoitaliano.com/quiz/gesti04.htm

Ø Une vidéo de Scudit avec la traduction des gestes : http://www.scudit.net/mdgesti.htm

Corrigé des activités

1. Comprensione globale

a) Sì, agli italiani piace tanto gesticolare.

b) No, il linguaggio dei gesti non è universale. Certi gesti non hanno lo stesso significato in tutti i paesi.

2. Rispondi con “Vero” o “Falso”.

a) Falso. In Italia si conta partendo dal pollice. Nei paesi anglosassoni, si parte dal mignolo.

b) Vero.

c) Falso. Il gesto usato in Cina per dire “sette” significa “Ma che stai dicendo!” in Italia e “Aspetta!” nei paesi arabi.

d) Vero.

e) Vero.

f) Falso. Il gesto che indica “Vittoria!” fatto con la mano rivolta verso se stessi è un gesto volgare in Gran Bretagna, Irlanda e Nuova Zelanda.

g) Vero.

h) Vero.

i) Vero.

3. Lessico

Trova un intruso in ogni gruppo di parole.

ManoDitoPolliceNienteMignolo

DiscorsoQuotidianoLinguaggioDireSignificare

ChiudereGesticolareGestoAprireTelefonare

Niente Quotidiano Telefonare

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Fich

e d’

acti

vité

s Nom : Classe : Date :

Il linguaggio dei gestiSéquence 1

1. Comprensione globale

a) Agli italiani piace gesticolare?

...............................................................................................................................................................

b) Il linguaggio dei gesti è universale? Perché?

...............................................................................................................................................................

...............................................................................................................................................................

2. Rispondi con “Vero” o “Falso”.

Vero Falso

a) In Italia, per contare, si parte dal mignolo, come nei paesi anglosassoni.

b) Il gesto che si usa in Cina per dire “sei” significa “Telefonami!” in Italia.

c) Il gesto usato in Cina per dire “sette” significa “Ma che stai dicendo!” nei paesi arabi e”Aspetta!” in Italia.

d) “Aspetta”, in Italia, si fa con la mano aperta.

e) Lo stesso gesto, in Italia, significa “Paura, eh?” oppure “È pieno di gente”.

f) Il gesto che indica “Vittoria!” fatto con la mano rivolta verso se stessi è un gestovolgare in Italia.

g) Per indicare qualcuno, gli italiani usano l’indice ma in Estremo Oriente si usa tutta la mano.

h) Il pollice in su significa “Autostop” e “Tutto bene!” in tutto il mondo ma in Iran,Afghanistan e Iraq è un insulto.

i) In Italia, ci sono tanti gesti per dire “Ciao!”.

3. Lessico

Trova un intruso in ogni gruppo di parole.

ManoDitoPolliceNienteMignolo

DiscorsoQuotidianoLinguaggioDireSignificare

ChiudereGesticolareGestoAprireTelefonare

…………………………………… …………………………………… ……………………………………

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