fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 albertoni,op. cit.,...

26
Fiefs et feodalite dans l'Europe meridionale (Italie, France du Midi, Peninsule iberique) du X"au Xlfl' siede

Upload: others

Post on 12-Mar-2021

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

Fiefs et feodalite

dans l'Europe meridionale

(Italie, France du Midi, Peninsule iberique)

du X"au Xlfl' siede

Page 2: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della
Page 3: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

Fiefs et ftodaliti dans l'Europe meridional«, 2002, pp. 93-116.

Profilo di una vassallitä episcopale alpina :il vescovato di Trento daI XII

alla fine del XIV secolo

Marco BETIOm·Gian Maria VARANINI"

L'assetto territoriale delle Alpi orientali e imperniato, nel medioevo, su unatipologia istituzionale relativamente originale, pur se tutt'altro ehe priva diriscontri in altri ambiti geografici (ad esempio nel regno tedesco)' : ilprincipatoecclesiastico, in piu casi collocato a cavallo dello spartiacque alpino e in zoneinteretniche, ove convivono - soggetti ad una medesima autoritä - popolazionidi tradizione latina, tedesca, slava. Nell'assetto sociale ed economicodell'arcivescovato di Salisburgo, del patriarcato di Aquileia, dei principati ves-coviIi di Bressanone, Coira e Trento - tutte formazioni politico-territoriali as-sestatesi nei secoli centrali del medioevo, e soprattutto in connessione con la'politica di passo' degli imperatori tedeschi dei seeoli XI e XII - non maneanoelementi strutturali comunf : debolezza dell'impianto urbano, lentezza delletrasformazioni economiche (almeno fino all'apertura delle Alpi al traffico e alIavalorizzazione delle risorse tipicamente alpine, come illegname e soprattutto leminiere) e conseguente conservatorismo degli assetti sociali. Nel contesto corn-parativo di questo convegno, l'esame pur rapido delle caratteristiche di fondodel sistema di relazioni feudo-vassallatiehe ehe si viene definendo in una diqueste formazioni politico-territoriali - con il grave ritardo della produzionedocumentaria e con la conseguente difficoltä di analizzare le origini del feno-meno, ma nel contempo con la capacitä di durare, duttilmente trasformandosi,del sistema medesimo - pub dunque avere un significato che va al di la del sin-golo case study.

Universit! di Trento... Universitll di Trento.

Per un quadro d'insieme v. P. Cammarosano,« L'organizzazione dei poteri territoriali nell'arcoalpino It, in L'organizzazione dei ierritorio in ltalia e Gennania : secoli XIII-XIV, a cura di G. ChittolinieO. Willoweit, Bologna, 1994, pp. 71-80.

I Sui principati ecclesiastici delle Alpi orientali si rimanda qui ai contributi contenuti in 1 poteritemporali dei vescovi in Italia t Gennania nel Mediaeva, a cura di C. G. Mor e H. Schmidinger. Bolo-gna, 1979. Per le zone soggette al patriarca di Aquileia si veda P. Cammarosano, F. De Vitt,D. Degrassi, Storia della societa friulana. 11Medioevo, Udine, 1988.

Page 4: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

94 Marco BETI01TI & Gian Maria VARANINI

1. Le difflcoltä di un discorso sulle origini del feudo nell'area trentina : 10 sta-to delle fonti

Divenuto vescovo di Trento ne11363, il conte carinziano Alberto di Orten-burg affidö al suo Lehnregister la puntuale conservazione delle investiture feu-dali concesse nel corso del suo lungo episcopato. E, come si vedrä meglio in se-guito, il segno di un impiego consapevole del contratto feudo-vassallatico comestrumento di governo; ed e, dal punto di vista documentario, l'avvio di unapresseehe costante attivitä di registrazione ehe avrebbe trovato nei primi de-cenni del Cinquecento un ideale coronamento. Fu nel1536 infatti ehe ilveseovoBemardo Cles ordinö la copiatura dei precedenti Libri FeudaIi nel cosiddetto Co-dice Clesiano : 11 volumi membranacei di ottima fattura dal punto di vista codi-cologico, ma sovente poeo fedeli agli originali.

Nel panorama documentario trentino, la relativa abbondanza di fonti« feudali » tardomedievali contrasta drammaticamente con la situazione nonsolo dell' alto ma anehe del pieno medioevo. L'individuazione del periodo in cuisi affermö nel contesto trentino un sistema di relazioni feudo-vassallatiehe e re-sa problematica proprio dalla carenza di fonti documentarie nel periodo prece-dente la meta del secolo xn. Tale carenza va ricondotta alla tardiva affermazionedi solide istituzioni autoctone : fu infatti soltanto dopo la concessione dei diritticomitali al vescovo di Trento nel1027 ehe, molto lentamente, l'episcopio ed ilcapitolo della cattedrale si affermarono come centri di produzione documenta-ria ; ne va dimenticata la totale assenza nel medioevo trentino di insediamentimonastici, altrove in Italia (e non solo in Italia) grandi protagonisti della produ-zione e conservazione documentaria prima del secolo XII3•

A partire dai governi dei vescovi di Trento Altemanno (1124-1149) e Adel-preto (1156-1172) dunque, quando appunto la documentazione si fa meno ava-ra, le istituzioni feudali emergono giä formate e mature, senza ehe sia possibiledefinirne le dinamiehe di sviluppo, se non per forza di ipotesi sulla base degliesiti finali di tale processo alia meta del secolo XI~. Appaiono solo verosimili,ma in nessun modo documentabili con sicurezza, le rapide considerazionid'insieme - basate su generalizzazioni di larga massima - ehe sono talvoltacomparse in autorevoli sintesi, a proposito della precocitä della diffusione edelconsolidamento di rapporti feudo-vassallatici nel principato vescovile di Tren-to.5 Nella vicina area brissinese, pure piu ricca di fonti6, la comparsa di rapporti

3 Per un panorama della documentazione trentina fra alto e pieno medioevo v. G. M. Varanini,.. Le fonti per la storia locale in eta medievale e moderna: omogeneitä e searti fra ileaso trentinoed altri eontesti », in Le vesti del ricordo (Atti del eonvegno. Trento, Palazzo Geremia, 3-4 dicem-bre 1996), a cura di R. Taiani, Trento, 1998, pp. 30-32.

4 F. Cusin,l primi due secoli del Principato ecclesiastico di Trento, Urbino, 1938, pp. 30 e sgg.5 Cfr. ad esempio H. Mitteis, Lehenrecht und Staatsgewalt. Untersuchungen zur Mittelalterlichen Ver-

fassungsgeschichte, Weimar, 1958, p. 433 (citato da M. Bellabarba, .. 'Jus feudale irideniinum', Dot-trina giuridica e governo territoriale del principe vescovo [ohannes Hinderbach [1465-1486] 10, in11principe vescovo Johannes Hinderbach [1465-14861 fra tardo Medioevo e Umanesimo, Atti del Con-

Page 5: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

Profilo di una tiassallita episcopale alpina 95

vassallatici si pUDfar risalire agli ultimissimi anni del secolo x, e, con maggiorefrequenza, agli anni Venti del secolo XI, parallelamente a quanto accadenell'area germanica occidentale'. Come a Bressanone, anche nell'arcivescovatodi Salisburgo l'apparizione di milites, cioe di liberi vassalli, risale alla primameta del secolo xfl, ed in entrambi i principati tale fenomeno si intreccia signifi-cativamente con l'emergere dei ministeriali all'interno della familia vescovile.Per qual ehe riguarda il principato vescovile di Trento, un famoso falso, la eo-siddetta Lettera di san Vigilic1, risalente al tempo del vescovo Udalrico II (1022-1055), potrebbe riportare al medesimo periodo l'affermazione di strutture feu-dali: riproducendo infatti ildocumento con cui ilvescovo Odascalco alIa metadel secolo IX assegnava a Reginaldo di Fornace le decime della pieve di Caldaro,gli estensori della Lettera inserirono il termine pheudum, tipico del loro tempoma eertamente estraneo alla concessione originale",

Il processo di riorganizzazione del territorio ehe viene appunto avviato nellaseconda meta del secolo XII utilizza la concessione feudale come strumento dieonferimento dei eastelli e quindi di controllo sulla vassallitä, Al culmine di taleprocesso sta il vescovato di Federico Wanga (1207-1218), ehe segna un periododi restaurazione politica, economica e amministrativa e ehe vede nella stesuradel Codex Wangianus, il cartulario ehe raccoglie i diritti della sede episcopale, ilsuo momento piu alto ed illuogo in cui il contratto feudale si afferma comestrumento di governo a tutti i livelli della societä, E questa fase, e la trasforma-zione suecessiva, ehe sarä rapidamente documentata in queste note.

2. Tra XI e XIII seeolo : la eostruzione del rsistema feudale'

La condizione delle fonti dunque non permette di delineare l'evoluzione is-tituzionale ehe segue la concessione imperiale del 1027, ma e evidente ehe ameta del seeolo XII i processi di potenziamento della presenza pubblicistica epatrimoniale dei vescovi, ehe si possono almeno in parte definire per ilvicino e'parallelo' episcopato di Bressanone, sono gia avvenuti. L'inglobamento dellaproprieta fondiaria laica entro quella ecc1esiastica avvenuto fra VIII e IX secoloeonsolido ilpotere dei vescovi brissinesi - ed anehe trentini, almeno per quelehe si pUD dedurre dalla frarnrnentaria documentazione relativa alla valledell' Adige e alia conca di Bolzano - sui territorio. Ana base stava un tipo di or-

vegno promosso dalla Biblioteca Comunale di Trento, 2-6 ottobre 1989, a cura di I. Rogger eM.Bellabarba, Bologna 1992, p.149).

6 Non vi e per ilTrentino nulla di paragonabile ai Libri traditionum (inizio x-inizio XIV secolo) delvescovato di Bressanone su cui si basa l'eloquente ricostruzione di Giuseppe Albertoni(G. Albertoni, Lt terre del vescovo. Potere e societll nel Tirolo medievale (secoli IX-X!), Torino, 1996,

7 ~~~'op, cii., pp. 233-237. F. L Ganshof, ehe cos'e il feudalesimo?, Torino, 1989, pp. 119, 123.• J. B. Freed,« Nobles, Ministerials, and Knights in the Archdiocese of Salzburg », in Speculum, a.

LXD (1987), pp. 581-584.9 Vescovo di Trento nel IV secolo.10 Albertoni, op. cit., pp. 112-113.

Page 6: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

96 Marco BEITom &Gian Maria VARANINI

ganizzazione agraria basata perlopiü su piccole aziende e appezzamenti sparsi,acquisiti attraverso un accumulo mirato di singole unitä produttive destinate aduna gestione indiretta". Nel secolo XI su questa base fondiaria si inseri ilpro-getto di costruzione di una signoria territoriale, le cui avvisaglie andrebbero ri-cercate nella comparsa di nuove figure - rninisteriali, censuali, coloni e rustici-cui a diversi gradi si demandava la cura di un complesso di nuclei fondiari,spesso fortificati, avviati ad essere omogeneizzati dalla « soggezione di tutti, li-beri 0 servi, a un unico dominus, ilvescovo >P.A quel punto, inseriti dentro unquadro di fedeltä imperiale soggetto soltanto ad a1cune oscillazioni", che ga-rann loro la concessione regia, ivescovi trentini - ed anche quelli di Bressanone,seppure in una posizione politica piu complessa, almeno in corrispondenzadella lotta fra Enrico IV e Gregorio vn» - da un lato sfruttarono la natura pub-blica della loro giurisdizione frenando la costruzione di castelli e quindi la for-mazione di concorrenti signorie locali", dall'altro si valsero proprio deUa loroposizione di signori territoriali per soggiogare una aristocrazia e una proprietälaica debole 0 assente e venire a patti con gli organismi comunitari. Ed e inquesta fase ehe si avvalsero dei rapporti feudo-vassallatici.

Come detto, nell'ambito trentino del secolo XII di questo processo si vedonosoltanto gli esiti finali". Nella seconda meta del secolo la giurisdizione del ves-covo di Trento si accinge a completare la sua evoluzione verso una configura-zione locale di signoria rurale", giocata appunto su un doppio registro : i1pos-

11 Albertoni, op. cit., pp. 103-114.12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. .13 Per le connessioni tra i diplomi del1027 e la fedeltä dei vescovi della parte veneta della provin-

cia aquileiese al partito imperiale durante e dopo la sollevazione di Arduino d'Ivrea e per i lororapporti con i vescovi dell'area germanica sotto Enrico ITe Corrado IT,v. H. Rogger, Monumentaliturgica Ecclesiae Trideniinae saeculo XIII antiquiora, vol. I (Testimonia ehronographica ex codici-bus liturgicis), Trento, 1983, pp. 19-21 (per un parallelo con una diocesi prealpina, quella diTreviso, appartenente ad un ambito territoriale segnato dalla presenza di vescovi, efr. anehe D.Rando, .. 11 particolarismo e la prima eta comunale », in Rando, Religione e polilica nella Marca.Studi su Treviso e sui suo territorio nei secali XI-XV, vol. I (Societil e istituzioni), Verona, 1996, pp. 25-31) i cfr, per le esitazioni del vescovo di Trento durante la prima Lega lombarda, A. Castagnetti," Le comunitä delIa regione gardense Erapotere centraIe, governi cittadini e autonomie neI me-dioevo (secoli VßI-XIV)", in Un lago, una civilta: il Garda, vol. I, a cura di G. Borelli, Verona, 1983,~Q .

14 Albertoni, op. cit., pp. 215-225.15 In questo Castagnetti, op. cit., pp. 78-79, vede un parallelo con la Romania soggetta

all'arcivescovo di Ravenna.16 Si veda la ricostruzione di B. Andreolli, .. Proprietä fondiaria e societä rurale nel Trentino dei

secoli vm-xr », in Atti dell'Accademia roueretana degli Agiati, s.lV, vol. XXVI A (1986) (Congresso:.. La regione Trentino-Alto Adige nel medioevo », Rovereto, 14-15 settembre 1984, vol.II),pp. 189-200, dove perl» il contraltare della grande proprietä signorile - ehe l! solo ecc1esiastica _e " l'orgogliosa tradizione di libertä delle nostre comunltä montanare e valligiane ...

17 Castagnetti, op. cit., p. 80 i Idem, '" 11 potere sui contadini. Dalla signoria fondiaria alIa signoriaterritoriale: comunitä rurali e comuni cittadini », in Le campagne italiane prima e dopa il Mille, acura di B. Andreolli, V. Fumagalli, M. Montanari, Bologna, 1985, p. 240, ehe riprende la mono-grafia Le camunita rurali dalla soggezione signorile alla giurisdizione del comune cittadino, Verona,

Page 7: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

Profilo di una vassallita episcopale alpina 97

sesso fondiario e la titolaritä giurisdizionale. I segni dell'avvenuta trasforma-zione sono nell'organizzazione fondiaria: una grande proprietä soprattutto ee-clesiastiea smembrata in poderi dati ad affittuari eoltivatori e non eoltivatori egestita mediante una contrattualistica agraria in cui il collegamento tra pro-prietä eminente e lavoro contadino « non e diretto, dal momento ehe tra le duerealtä si eolloca spesso iltramite di una contrattualistica intermedia, di cui sonodestinatari gli esponenti di una nobiltä minore di origine ministeriale, che con-trollava le gestioni loeali sulla base di documenti di investitura, ehe procurava-no alla proprietä eminente tutta una serie di fastidiose preoeeupazioni, deter-minate dalla stessa natura della eontrattualistica agraria alto e pienomedievale »18; nell'acquisizione di nevralgici allodi come nel caso dei signori diEgna e di Bozone di Stenico. Ad una gestione delegata dell'autoritä pubblicaehe aveva eoinvolto e « ereato » neI corso del seeolo XI le stirpi eomitali di Ap-piano, Greifenstein, Tirolo e Flavon radicandole in un definito ambito territo-riale19, segui una gestione della regione sottoposta alla signoria veseovile basatasull' « estensione sistematica della feudalitä », in modo da « rendere piu effi-ciente l'azione di govemo dei vescovi e... ridurre quanto piu possibile le isoledi potere aneora esistenti entro l'ambito del principato »20: un'operazioneovviamente non indolore di cui i1vescovo Adelpreto, trucidato da AldrighettodiCastelbareo nelll72, feee le spese.

Tenuto in debito conto l'effetto deformante ehe pub essere causa to dalle ea-renze della documentazione, in questa fase di affermazione del potere vescovilesul territorio si pub dunque ipotizzare ehe « a differenza di quanto era avve-nuto nell'Italia settentrionale di tradizione longobardo-franea, ove i1 fenomenodell'ineastellamento aveva accompagnato e offerto le basi all'evoluzione versoforme signorili delle strutture politiche e sociali del contado in un periodo ante-riore ... neI Trentino, proprio perehe l'autoritä pubblica fu piu a lungo mante-nuta dal vescovo-conte », l'ineastellamento si svolse appunto per iniziativa delsignore eec1esiastico- dominus quindi di una eostruzione politieo-territoriale si-gnorile ma tendenzialmente pubblica", Tale fenomeno avvenne nell'ambito diun processo generale « ehe pub offrire - e a volte offre - un supporto ulteriore

1983. Tale configurazione si pub estendere a maggior ragione anche all'episcopato feltrino (v.U. pistoia la cura di], La valle di Primiero net Medioevo. Cli statuti del 1367 e altri documenti ineäiti,Venezia, 1992, p. 21).

18 B. Andreolli, .. Gestione della proprietä fondiaria, contratti agrari e coltivazioni nel territorio diBolzano durante il XIII secolo », in Bozen: von den Anfongen bis zur Schleifung der Stadt-mauernlBolzano: dalle origini alia distruzione delle mura (Atti del convegno, CasteI Mareccio, aprile1989), Bolzano, 1991, p. 237.

19 Sulla funzione delegata dei conti nel principato trentino (<< conti vassalli, viceconti del vesco-vo ») v. I.Rogger, .. I principati ecclesiastici di Trento e Bressanone dalle origini alIa secolariz-zazione de11236 It, in I pottri temporali dei vescovi, op. cit., pp. 197-199; sui meccanismi di radi-camento v. F. Cagol, Circoscrizioni pubbliche t pottri comitali in Trentino e Tirolo nell'epoca carolingiae post-carolingia, tesi di laurea, universitä di Verona, a. a. 1987-88, pp. 249 sgg.

21 Rogger, op. cit., p. 206.21 G. Sergi, I confini dei potere. Marche e signoriefra due regni medievali, Torino, 1995, p. 271.

Page 8: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

98 Marco BETIorn & Gian MariaVARANINI

alle autonomie locali, ma ehe di Il a poco sarä piegato ed utilizzato soprattuttoper l'affermazione di strutture signorili » ; da! ehe si deduce « ilritardo con cuila diffusione dei eastelli e la formazione delle signorie rurali divengono feno-meni generalizzati »22.

Pur accogliendo dunque questa ipotesi di un « ritardo » nello svolgimentoistituzionale del principato, va detto ehe il dispiegamento del regime feudalecome « normale elemento costitutivo » dello 'statoJ23 avvenne sostanzialmentesenza scosse fino al periodo di governo del vescovo Wanga, che di tale processofu appunto uno dei principali fautori.

3. Tra XII e XIII secolo : la curia dei vassalli vescovili

Nella documentazione trentina la curia vassalIorum episcopale e presente apartire dagli anni Quaranta del secolo XII, e precisamente dal 1144 quando ilvescovo Altemanno decise a favore della comunitä di Arco una contesa con lacomunitä di Riva del Garda per questioni confinarie" : il formulario denota inquesto caso le funzioni consultive svolte dalla curia Tridenti nella definizionedella causa. Tale istituto, ehe ebbe un ruolo determinante nel processo di aggre-gazione della nobiltä trentina, accompagna dunque sin dall'inizio la generaliz-zazione del sistema feudale. D'Arsio, da Madruzzo, da Stenico, da Mezzo, daLivo, da Gardumo, da Zuclo, da Castelnuovo, da Telve, da Borgonuovo, daPorta, da Cagnö, da Firmian, da Egna, da Seiano e da Flavon, per citare solo al-cune famiglie dell'aristocrazia trentina, compaiono ripetutamente in seno allacuria tra il 1144 appunto e quella che fu probabilmente l'ultima assemblea deivassalli, tenutasi nel novembre del 1236 davanti al podestä imperiale Wibotoper decidere la lite tra ilvescovo Aldrighetto e Nicolö di Stenico25•

Per comprendere quale tipo di composizione tale assemblea assunse, pub es-sere utile confrontare la lista dei ribelli antivescovili graziati ne11210, a seguitodella loro professione di obbedienza, con quella dei membri della curia cui ilvescovo Wanga affidö la definizione delle modalitä di giudizio" : la societas deifuoriusciti, ehe nel1208 si era macchiata di varie violenze e razzie, era costituitada un gruppo che raccoglieva soprattutto gli esponenti di certa nobiltä « di tra-

12 Castagnetti, op. cit.,pp. 80-81.D G. Chittolini, cc Signorie rurali e feudi alia fine del medioevo », in Storia d'ltalia, diretta da

G. Galasso, vol. IV (Comuni e Signorie: istituzioni, societä e lotte per l'egemonia), Torino, 1981,pp. 645-646.

:11 Tiroler Urkundenbuch, 1. Abteilung. I. Band, bearbeitet von F. Huter, Innsbruck, 1937, n. 217(Appendice documentaria, n, 1).

l5 Die Südtiroler Notariats-Imbreviaturen des 13. Jahrhunderts, I. Teil, herausgegeben von H. v. Volte-lini, Innsbruck, 1899, n. 518. NeI1236, come si vedrä in seguito, I'imperatore Federico II sospeseipoteri temporali dei vescovi di Trento ponendo a capo del principato propri plenipotenziari.

1I Codex Wangianus. Urkundenbuch des Hoschstiftes Trient, begonnen unter Friedrich von Wangen, Bis-chofe von Trient und Kaiser Friedrich's 11. Reichsvicar für Italien. Fortgesetz von seinen Nachfolgern,herausgegeben von R. Kink, Wien, 1852, n. 85; Tiroler Ilrkundenbuch, I. Abteilung, 11. Band,bearbeitet von F. Huter, Innsbruck, 1949, n. 605.

Page 9: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

Profilo di una vassallita episcopale alpina 99

dizione cittadina » legata al mondo degli affari 0 a110sfruttamento minerario.Al gruppo di giudici feudali incaricati di decidere la sorte dei ribelli appartene-vano d'altronde sia esponenti della nobiltä incaste11ata sia personaggi prove-nienti proprio da quella « aristocrazia » degli affari donde venivano aleuni deirivoltosi portati in giudizio". Quindi la curia vassallorum riconferma la funzionedi « contenitore » svolta nei confronti del ceto aristocratico, una funzione con-divisa con la macinaia vescovile ehe proprio fra secondo e terzo decennio del se-colo XIII esaurl ilcompito di produrre un live11amento tra ministeriali di origi-naria condizione servile e vassalli liberi", Nel secondo decennio del Duecentodunque « la riorganizzazione del potere vescovile venne attuata 'con criterifeudali intorno al gruppo corporativo della ministerialitä vescovile' »29, cheaveva raggiunto, almeno per ilmomento, una definita identitä.

Oltre ehe alla risoluzione di vertenze giudiziarie tra ilvescovo ed i vassalli 0tra singoli vassalli,la curia era preposta all'emissione di sentenze inmateria didiritto feudale: e significativo il pronunciamento del Iuglio del 1208 quandol'assemblea riconobbe ai signori di Terlago ilpossesso dei diritti feudali sugliuomini di un villaggio vicino i quali, sostenuti daI vescovo Wanga, dichiarava-no di essere condicionales dell'episcopio e come tali non infeudati ad alcuno",Importanti sono poi altre disposizioni prese riguardo a questioni ehe eoneerne-vano ildiritto feudale. Cosi ad esempio nel1209 Nicolö di Egna stabili ehe homopotest de suo [amulo [acere quicquid velit sicuti de feudo suo et si non adtendei eius pre-cepia quod potest eum capere per personam, seguito nel '13 da Briano di Castelbareoehe sempre davanti a11acuria definl il destino dei beni dell'homo de familia eheabbandona ilmanso senza l'autorizzazione del suo dominus", Nel'20 aneoraNicolö di Egna sand ehe si aliquis vasallus vendit feodum totum vel partem alicuiquod tenet ab alliquo domino sine licencia et parabulla domini per alodium, quod domi-nus bene potest se intromittere de ilia feodo quod venditum est et ilIud feodum quod estvenditum totum vel pariem quantum venditum est per alodium ad dominum debeat ve-nire et ei apertum esse äeoeat". Nel 1224 i vassalli stabilirono inoltre l'inalie-

11 Si confronti, sebbene antecedente di due secoli, la composizione della curia cremonese in Me-nant, op. cit., pp. 306-309, con quella di Asti in R. Bordone, .. Le sviluppo delle relazioni perso-nali nell'aristocrazia rurale del Regno italico », in Structures feodales, cp. cit., p. 246.

:11 Mi permetto di rimandare per questi temi a M. Bettotti, La nobiltll trentina nel Medioevo (meta XII-

meta XIV seeolo), tesi di dottorato di ricerca, universitä di Venezia, a. a. 1993-94, pp. 29-33.:19 E. Curzel, 11Olpitolo della cattedrale di Trento dal XII secolo al1348, tesi di dottorato di ricerea, uni-

versita cattolica di Milano, a. a. 1994-95, pp. 58-59.:I) Archivio di Stato di Trento, Archivio Principesco-Vescovile (d'ora in poi ASTN), Sezione latina,

e.3 n. 7 e Tiroler Urkundenbuch, op. cit., 11.Band, n, 581.31 Tirolet Urkundenbuch, op. cit., n. Band, nn. 593, 640, F. Leonardelli, Economia e terriiorio in area

trentina tra XII e X11I secolo (suI/a base di 155 documenti trascritti t! pubblicati), tesi di laurea, univer-sita di Padova, a. a. 1976-77, n. 97.

3Z ASTN, Sezione latina, c. 3 n. 15.

Page 10: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

100 Marco BE'ITOTIl& Gian MariaVARANINI

nabilitä del feudo condizionale senza il consenso del dominus", La curia dunque,oltre a svolgere la funzione 'sociale' di cui si e detto, mostra precise cornpetenzeamministrative che la inseriscono in un sistema di poteri ben strutturato.Dell'assestamento di questo sistema di poteri, fa parte anche la concessione infeudo - attribuibile al1163 - dell'amrninistrazione della giustizia in ambito pe-nale, ehe i principi vescovi di Trento affidano ad una famiglia di giudici verone-si, i de la Bella i costoro detengono ininterrottamente questo feudo sino all22534•

L'afferrnazione di un sistema feudale nel vescovato aveva tratto vantaggioanche dal mancato sviluppo a Trento, e altrove nel principato, di forti istituzionicittadine. In tal senso Trento si configura come un centro urbano « attenuato»,o meglio come una « capitale non urbana », alla stregua di Torino 0, forse conmaggiori sorniglianze, di Chambery", e di altre capitali del mondo tedesco=,Come detto all'inizio di questo eontributo, il principato trentino si colloca den-tro illungo arco delle regioni alpine, aree in gran parte storiograficamente ac-eomunate dai concetti « di carenza, di anomalia 0 di perifericitä », in quanto« non condizionate da un potenziamento urbano » poiche sono « zone in cuinon [e) una cittä a costituire orientamento di un sistema di relazioni per unamolteplicitä di insediamenti minori »37. Una 'diversitä' questa ehe ovviamentenon deve essere letta come 'earenza' 0 'incompiutezza di sviluppo' ma appuntocome 'anomalia' e 'perifericitä' rispetto ad un modello 'lombardo' prevalente, enon rispetto ad un modello « europeo »38.

Nella porzione delle Alpi centro-orientali articolata fra i due principati diTrento e Bressanone e la contea del Tirolo, Trento era I'unica cittä ad aver inin-

31 Tiroler Urkundenbuch, op. cit., n. Band, n. 838; v. anche Ibidem, n. 801 e F. Coradello, Vassallita erendite nel Principato di Trento tra 1220 e 1250 (sulla base di 124 äocumenti trascritti e pubblicati), tesidi laurea, universitä di Padova, a. a. 1980-81, n. 38.

31 Una informazione puntuale anche suI caso trentino e un riferimento comparativo inH. Lieberich, .. Zur feudalisierung der Gerichtsbarkeit in Bayern ,., in Zeitschrift der Savigny-Stiftung ftl Rechtsgeschichte, G.A., a. 71 (1954), p. 296 (citato da Bellabarba, «Jus feudale tridenti-num. Dottrina giuridica e govemo territoriale », op. cit., p. 149 nota 10); Rogger, "I principatiecclesiastici .., op. cit., pp. 209-210.

J5 A. Barbero e G. Castelnuovo, .. Govemare un ducato. L'amministrazione sabauda nel tardoMedioevo .., in Studi Storid, a. xv (1992), p. 476; A. Barbero, Un'oligarchia urbana. Politica ed eco-nomia a Torino fra Tre e Quattrocento, Roma, 1995, p. 9.

3Ii Per raffronti con la realtä delle cittä austriache v. M. Bellabarba, oe Legislazione statutaria citta-dina e rurale nel Principato vescovile di Trento (sec. xv) If, in 1948-1988 L'autonomia trentina.Origini ed evoluzione fra storia e diritto (Atti sessione storica, Trento, Castello del Buonconsiglio,20-21 maggio 1988), a cura di P. Schiera, Trento, 1988, pp. 24-27.

'1l P. Guglielmotti, .. Territori senza cittä, Riorganizzazioni duecentesche del paesaggio politico nelPiemonte meridionale », in Quaderni storici; a. XXX (1995), p. 766; G. Chittolini, .. Principe e eo-munitä alpine ». in Idem, Citta, comunitä t feudi negli stati dell'Italia centro-settentrionale (XIV-XVI secolo), Milano, 1996, p. 144.

II G. Chittolini, .. Premessa .., in Idem, Cilta, comunita, op. cit., p. xm nota 10.

Page 11: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

Profilo di una vassallita episcopate alpina 101

terrottamente perpetuato funzioni urbane sin dall'etä romana", e ciö aveva in-dubbiamente collegato alIa sua presenza 10 sviluppo di un « processo di identi-ficazione territoriale» ehe tuttavia mai si tradusse in azione di disciplinamentodi un 'contado=": la mancanza di tale ruolo istituzionale non sottrasse perö allacittä, ehe era pur sempre la sede di un govemo, una capacitä di attrazione ehe siesercitö invariata nei confronti dei ceti aristocratici almeno fino ai primi decennidel Quattrocento", La messa in crisi ed il superamento del potere vescovile at-tuata altrove dallo sviluppo del comune cittadino, fu qui determinata da fattoripolitici esterni. n 12 agosto del 1236 l'imperatore Federico II tolse al vescovoAldrighetto ogni potere sui diritti temporali della Chiesa di Trento, sottopo-nendo ilprincipato all'autoritä di propri podestä, soggetti, dopo la morte di Fe-derico, al controllo di Ezzelino da Romanof : in quello stesso anno, e la coinci-denza e significativa, le fonti registrano, come detto nel precedente paragrafo,I'ultima riunione della curia vassallorum episcopale.

Proprio a partire dal 1236 il consilium cittadino sviluppa funzioni per cosldire supplenti della vecchia assemblea feudale. Nel maggio di quell'anno e alconsiglio della cittä ehe ilpodestä imperiale Wiboto presenta il decreto impe-riale con cui Federico II consegna ildistrictus vescovile nelle mani del suo fun-zionario'". Dal documento si ricava per ilconsilium una composizione del tuttosimile a quella delIa vecchia curia. Quasi soltanto domini cittadini erano inveceriuniti nella seduta del consiglio ehe nel gennaio del 1254 invest! il podestä im-periale della domus nova del Malconsiglio, mentre nel '77, quando il vescovoEgnone con l'ausilio di a1cuni suoi consiglieri restitul ai da Pergine ilpalatiumavito, il consiglio cittadino sembrö recuperare la sua composizione mista", Vaaffermata probabilmente l'esistenza di due livelli consigliari, uno comunitario epreposto alIa gestione degli affari cittadini, l'altro invece, forse dopo il decretoepiscopale del 1259 con cui si avocava ad civitatem et curiam Tridentil'amministrazione della giustizia nel territorio trentino, incaricato di affiancareilvescovo nello svolgimento delle sue funzioni".

~ M. Bellabarba,« Rovereto in eta veneziana. Da borgo signorile a societä dttadina .., in Atti dellaAccademia Roveretana degli Agiati, a. a. ccxxxvrn (1988), s. VI, vol. 28, f. A (Convegno n Trenti-no in eta veneziana; Rovereto, 18-20 maggio 1989), pp. 287-288.

Cl S. Bortolami, .. Frontiere politiche e frontiere religiose nell'Italia comunale: ilcaso delle Vene-zie .., in Castrum 4 : Frontiere et peuplemeni dans le monde mediterranien au Moyen Age (Actes ducolloque d'Erice-Trapani, 18-25 septembre 1988), a cura di J.-M. Poisson, Rome-Madrid, 1992,pp. 215-217.

41 Per una recente puntualizzazione sull'evoluzione istituzionale della cittä di Trento dalla metadel secolo XII al primo Duecento v. G. M. Varanini, «Appunti sulle istituzioni comunali diTrento fra XII e xm secolo .., in Storia del Trentino, a cura di L.De Finis, Trento, 1996, pp. 99-116.

4Z Le motivazioni del provvedimento sono spiegate da J. Riedmann, « Crisi istituzionale agli alboridello Stato moderno (1236-1256) .., in Storia del Trentino, op. cit., pp. 127-132.

Cl F. Grispini, Note sulle imbreoiaiure dei notai del secolo XIII Uberto di Trento e Giacomo di Bolzano,Spoleto, 1966, p. 8 nota 3.

4f ASTN, Sezione latina, Miscellanea I n. 34 ; Codex Wangianus, op. cit., n. 206.oll Die Südtiroler Notariats-lmbreoiaturen des dreizehnten Jahrhunderts, 11.Teil, herausgegeben von

H. v. Voltelini und F. Huter, Innsbruck, 1951, n. 582. SuI decreto del 1259 v. H. v. Voltelini, Gli

Page 12: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

102 Mareo BETIorn &Gian MariaVARANINI

Tuttavia questo dualismo e sterile: da esso non nasce nulla ehe sia parago-nabile all'esperienza comunale italiana, la 'vocazione comunitaria' di Trento eperduta. La irrisolvibile ambiguitä dell'organizzazione costituzionale trentina-una doppia sovranitä spartita tra veseovo e cittä -, ehe questa eondizione due-centesca precocemente testimonia, non si scioglie neppure con 10 sviluppo distrutture comunali al principio del seeolo xv. L'aristocrazia definitasi al princi-pio del Duecento insieme con l'organizzazione feudale del principato nonavrebbe infatti trovato nei decenni successivi la possibilitä di consolidare lapropria identitä, oscillando tra i diversi referenti politici ehe di volta in voltaseppero approfittare della crescente debolezza del potere episcopale senza perömai riuscire a scalzarlo del tutto. « La fragilitä del tessuto produttivo locale el'osmosi dei suoi abitanti con la curia episcopalis, [genera] un groviglio di ob-blighi d'ufficio e di fedeltä vassallatiche nel quale le linee dell'amministrazionecittadina e delle temporalitä episcopali spesso combaciavano »46. La sostanzialeindifferenziazione tra territorio e cittä, tra aristocrazia del territorio e aristocra-zia consolare va ricercata appunto nella permanenza dell'autoritä vescovile ehe,pur debole, continua a dettare le proprie condizioni. Curia e masnada episco-pale avevano agito come livellatori sociali e la 'mediocritä' delle istituzioni eo-munali del primo Quattrocento instaurö una « simbiosi politica » tra il comunetrentino ed il vero signore cittadino ehe restava ilvescovo",

4.Mainardo 11conte di Tirolo e« l'esproprio» della vassallitä trentina

Nel giugno del 1276Ezzelino di Egna, ehe, nel bene e nel male, era stato unodei protagonisti della difficile fase ezzeliniana della storia del principato, giuröfedeltä aI conte del Tirolo Mainardo Il, segno della forza di attrazione chequesto importante protagonista della storia delle Alpi orientali seppe eserdtareanehe nei confronti di una stirpe di provata fede vescovile", .

Al principio del 1258 la morte di Mainardo I di Tirolo-Gorizia aveva conse-gnato ai suoi figli Mainardo Il ed Alberto l'avvocazia ed i feudi antichi ehe il

antichi Statuti di Trento, Rovereto (TN), 1989 red. orig. Die ältesten Statuten der Stadt und des Bist-hums Trient, Wien, 1902), p. 81; a p. 87,10 studioso tirolese conferma la corrispondenza tra lefunzioni del consiglio di Trento e quelle del consiglio principesco territoriale ehe si trova neiterritori tedeschi in quegli stessi anni ; v. anche M. Bellabarba, .. Legislazione statutaria cittadinae rurale nel Principato vescovile di Trento (sec. xv) », in 1948-1988 L'autonomia trentina. Originied evoluzione fra storia e diritto, Atti sessione storica (Trento, Castello del Buonconsiglio, 20-21 maggio 1988), a cura di P. Schiera, Trento, 1988, p. 23.

46 M. Bellabarba, La giustizia ai confini. Il principato vescovile di Trento agli inizi dell'etlt moderna, Bolo-gna, 1996, p. 207.

41 Ibidem, pp. 208-209.411 Urkunden zur Geschichte von Österreich, Steiermark, Kärnten, Krain, Görz, Triest, lstrien, Tirol. Aus

den Jahren 1246-1300, herausgegeben von J. Chrnel, Wien 1849, pp. 179-180, n. X. Su Mainardo ß(1238-1295), conte di Tirolo e Gorizia, duca di Carinzia e fondatore del Tirolo si vedano almeno icontributi pubblicati in 11 sogno di un principe. Mainardo 11e la nasciia del Tirolo (Mostra storica delTirolo. Castel Tirolo - Abbazia di Stams, 13 maggio-31 ottobre 1995), Milano, 1995.

Page 13: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

Profilo di una vassallita episcopale alpina 103

loro padre aveva conseguito dall'episcopio trentino due anni prima", Il periodotra il 1259 ed il 1271 vede dunque il realizzarsi di un'opera di riordinodell'Herrschaftkomplex ehe dopo la fusione tra le stirpi di Gorizia e Tirolo si es-tendeva dalla Venosta all'Istria'", Inparticolare la divisione patrimoniale tra idue fratelli avvenuta nel marzo de11271 e la conseguente 'ritirata' di MainardoII dai territori friulano-istriani permisero a quest'ultimo di concentrare la pro-pria attenzione sulla regione tra Adige, Isarco ed Inn, grazie anche alla stan-chezza del vescovo di Trento Egnone, incapace ormai di opporre resistenzeall'avanzata del conte".

L'avvento di Mainardo 11provocö un vero terremoto all'interno dei vecchiassetti della vassallitä vescovile trentina. La frenetica attlvitä di acquisizione dibenefici vescovili, ottenuti dal conte per compravendita 0 per usurpazione, e laloro reinfeudazione sovente agli stessi concessionari ex vescovili, seguendo cosile linee di un preciso disegno di 'mediatizzazione', scardina le maglie di unafeudalitä ehe i difficili anni seguiti alla morte del Wanga e al periodo ezzelinia-no avevano glä fortemente logorato. Sin dai primi anni Ottanta la forza delconte e tale da creare alcune situazioni di grande rilevanza dal punto di vistadel comportamento feudale. Nel maggio del 1280 Rodolfo di Firmian ottienedal vescovo Enrico la conferma dei feudi retti e antichi, ma nel prestare giura-mento, prout ius consimilis feudi postulat et requirit, preserva sia il diritto del ves-covo, quod dicit ipsum suum diensmannum l= Dienstmann, ministerialis] esse et suiepiscopatus, sia del conte siquid haberet in eundem dominum Rodulfum i e quattroanni dopo, quando Adelpreto di Cembra, figlio del ministerialis vescovile Pelle-grino, riceve da Mainardo l'investitura dei feudi ehe suo padre aveva possedutonel vescovato, egli giura fedeltä al conte contra omnes personas et homines, senzaa1cun riferimento ad una dipendenza episcopale ritenuta evidentemente ormaisuperata52• L'affermazione del potere feudale di Mainardo 11fu tale ehe nel1293una curia riunita a Bolzano e comprendente tra gli altri numerosi membri dellefamiglie di Firmian e Weineck, antichi ministeriali vescovili, impose, per laudumdi Alberto di Firmian e di Federico di Trewenstein, quod prima die in legali seugenerali iudicio loo.] omnes nobiles magnates et ministeriales residentiam habentes inplebe Bolzani et plebe Chelre et similiter domini de Wanga et de Firmlano, licet non sint

IB J. Kögl, La sovranitll dei vescovi di Trento e di Bressanone. Diritti derivanti a! clero diocesano dalla suasoppressione, Trento, 1964, pp. 51-52.

5J J. Riedmann, Die Beziehungen der Grafen und Landesfürsten von Tiro! zu Italien bis zum Jahre 1335,Wien, 1977, p. 57; v. anche C. Haidacher, Die älteren Tiroler Rechnungsbücher (IC. 277, MC. 8).Analyse und Edition, Innsbruck, 1993.

51 Ibidem, pp. 67, 83.5Z ASTN, Sezione latina, c. 57 n, 2, Die Regesten der Grafen von Tiro! und Görz, Herzoge von Kärnten,

11. Band (Die Regesten Meinhards 11. (I.) 1271-1295), bearbeitet und herausgegeben vonH. Wiesflecker, Innsbruck, 1952, n. 282; Tiroler Landesarchiv Innsbruck (d'ora in poi TLA), Ur-kundenreihe 11,251, Die Regesten, op. cit., n. 408.

Page 14: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

104 Marco BETIorn & Gian Maria VARANINI

residentes in dictis plebibus Bozani et Chelre, siano tenuti a comparire e rendere ra-gione a chi la richieda 10roS3•

NeI1289 il nuovo vescovo, il francescano Filippo Bonacolsi, succede ad Enri-eo senza prendere di fatto possesso del vescovato. La sua ricerca di appoggi aMantova presso suo fratello Guido, a Verona presso i della Scala in conflitto coiTirolo, e presso i d' Arco disegna nel'98 - Mainardo e ormai morto da tre anni -un nuovo schieramento antivescovile che riunisce Tirolo e Castelbarco'", Lapace venne conclusa in tre fasi tra ildicembre deI1301 ed il febbraio del 1303.

5. Il potere vescovile neI Trecento: una vassallitä innocua ?

Nel 1304 divenne vescovo di Trento il veneziano Bartolomeo Querini, eheentrö in cittä nel dicembre del 1306. Ne11307, l'anno stesso della sua morte, ilvescovo avviö la compilazione del suo Liber Feudalis, la raccolta cioe delle in-vestiture dal marzo al giugno di quell'anno", Per quanto la definizione di Le-henbuch sembri oggi non del tutto appropriata56, i1 registro ha una grande im-portanza in quanto segna la ripresa,« dopo lunga interruzione », del «govemotemporale dei vescovi »57, ed il rientro di molte famiglie nel novero della vas-sallitä episcopale. In realtä le investiture delliber ci sono documentate forte-mente imbreviate, omettono spesso la descrizione del beneficio concesso e 50-prattutto le formule di giuramento. Anche le investiture in mundumesplicitamente ricavate dalle imbreviature del registro vescovile non consento-no di andare oltre una certa omogeneitä formulare ; si tratta di conferme perlo-piu di feudi antichi e retti giä detenuti dagli antenati del concessionario, seu quead eum alias iuste devoluta sunt vel legitime spectant, seguite dal giuramento di es-sere fldelis vassallus e di conservare la persona del vescovo e difenderlo da ognimacchinazione, e dall'ordine vescovile di notificare i feudi posseduti per publi-cum insirumentum entro 30 giorni58• Raramente perö e rimasta documentazione

5) Ausgewählte Urkunden zur Verfassungsgeschichte der deutsch-österreichischen Erblande im Mittelalter,herausgegeben von E. v. Schwind und A. Dopsch, Innsbruck, 1895 [ristampa Aalen, 1968], n. 76,Die Regesten, op. cit., n, 807 (Appendice documentaria, n. 4).

~ Sui Bonacolsi v. I,WaIter, .. Bonacolsi, FiIippo », in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XI,Roma, 1969, pp. 472-473.

lI5 ASTN, Sezione latina, c. 22 n. 4.~ 11« Quatemus rogacionum ,. del notaio Bongiovanni di Bonandrea (1308-1320), a cura di D. Rando e

M. Motter, Bologna, 1997, pp. 12-15. La definizione di Lehenbuch per il registro queriniano risalea11532, quando iIvescovo Bemardo Cles ordinö it riordino dell'archivio episcopale; ma «nelJinguaggio dei eontemporanei, iIregistro non era altro ehe un quaternus di imbreviature del no-taio Bongiovanni ,. (Ibidem, p. 15).

sr Voltelini, op. cit., p. 88.S ASTN, Sezione latina, c. 59 conserva numerose di queste investiture redatte sia dal notaio Bon-

giovanni di Bonandrea, estensore del Liber queriniano, sia da altri notai ehe fanno preciso rife-rimento alle imbreviature tratte da! quatemus di Bongiovanni. Altre investiture sono neIJa c. 62.

Page 15: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

Profilo di una vassallita episcopale alpina 105

della notificacio feudorum e ancor piu raro e Il caso di una investitura ehe registripuntualmente la consistenza del beneficio nel corpo del teste",

Nella prima meta del secolo XIV l'area trentino-tirolese fu al centro delIaeompetizione tra i grandi potentati europei - Lussemburgo, Brandeburgo, As-burgo - impegnati a eontendersi l'ereditä dei conti di Tirolo. Gli seontri, ehe vi-dero schierato in prima linea anche ilvescovo di Trento Nicolö da Bmo (1338-1347),ebbero effetti dirompenti sugli equilibri interni alIa vassallitä del territo-rio.

AlIa fine di questo periodo tormentato, l'elezione di Alberto conte di Orten-burg (1363-1390)alIa sede trentina fu strettamente legata al passaggio agli As-burgo della sovranitä sulla eontea tirolese. Sui vescovo earinziano grava perclöla responsabilita di aver conc1usocon ilduca Rodolfo IV d'Asburgo gli aceordidel18 settembre del 1363- tradizionalmente definiti « compattate », poi rinno-vati nel1365 con i fratelli del duca defunto -, conseguenza obbligata del pattostabilito con i1duca Alberto II nell357 in cambio dell'appoggio dato alla suacandidatura alla sede trentina, e sanzione di una « dipendenza quasi assolutadei vescovi dai principi del Tirolo in quasi tutte le sfere del potere temporale »f:IJ.La asserita acquiescenza dell'Ortenburg al potere asburgico trovö in realtä unasua precoce soluzione nelIa revisione del trattato federativo del '65, meno op-pressivo rispetto a quello del '63, e si spiega d'altronde con la necessitä per i1vescovo di conservare un sostegno di fronte alla rapida evoluzione delle vi-cende delle signorie padane e quindi dei loro riflessi nelIa porzione meridionaledel principato". Una posizione indubbiamente complessa ehe tuttavia ha in-dotto la storiografia a glissare sulla figura di questo vescovo, ritenuto sempli-

51 Nel marzo del 1316 Guglielmo figlio del defunto dominus Bondo di Riva presenta un publicuminstrumentum redatto sulla base di una notificacio feudorum del17 dicembre 1301 ehe riporta laconsistenza del feudo detenuto (ASTN, Sezione latina, c. 62 n. 21e); nell'aprile deUo stesso annoi domini Giacomo ed Enrico di Castel Termeno ottemperano alloro obbligo e mettono per is-critto il feudo di cui sono stati investiti (Ibidem, c. 61 nn, 44, 45). Nell'investitura concessaneU'aprile del 1307 al nobilis Guglielmo di Castelbareo i feudi appaiono minutamente elencati(C. Ausserer, Regesti castrobarcensi dell'archivio dei conti Trapp, Trento, 1928, n. 10).

(j) CEr.A. Jäger, .. Die Genesis der Landstände Tirols von dem Ende des 13. Jahrhunderts bis zumTode des Herzogs Friedrich mit der leeren Tasche 1439 ,., in Idem, Geschichte der LandständischenVerfassung Tiro/s, Band 2, Teil1, Aalen, 1970 led. orig. Innsbruck, 1882], pp. 128, 155; F. Cusin, 11confine orientale d'Italia nella politica europea del XIV e xv seeolo, Trieste, 1977 led. or. Milano, 1937],p. 58 ; J. Riedmann, .. Das Mittelalter ,., in Geschichte des Landes Tirol, I. Band, Bozen, 1985, p. 429.Per un'analisi delle .. compattate » nelle due redazioni del 1363 edel 1365 si veda il vecehioKögl, op. cit., pp. 110-119; e da ultimo K. Brandstätter, Vescovi, citta e signori. Rivolte cittadine aTrento (1435-1437), Trento, 1995, pp. 22-25, e Idem, .. Regime di compattate (1363-1486) », in Sto-ria del Trentino, op. cit., pp. 177-192; per una disamina del significato del termine .. compattate ,.v. J. Riedmann, Rapporti del principato vescovile di Trento con il conte del Tirolo : le cosiddette compat-tate del 1468, in 11principe vescovo Johannes Hinderbach (1465-1486), op. eil. (sopra, nota 34),pp. 12D-123.

61 V. Riedmann, Das Mittelalter, op. cit., p.437. Sui ruolo dei conti di Ortenburg nel quadrodeU'Italia orientale tardotrecentesca v. Cusin, 11confine orieniale, op, cit., pp. 116-117.

Page 16: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

106 Marco BETIom &Gian MariaVARANINI

cemente l'artefice di 27 anni di governo all'insegna di amiehevoli relazioni conilpotere ducale".

Illungo governo dell'Ortenburg fu in realtä sorretto da un' evidente volontädi garantire una ordinata amministrazione del principato, ehe passa di necessitäattraverso una rivitalizzazione delle strutture vassallatiehe ed un rinnovatorapporto con la realtä territoriale del principato ehe nei decenni precedenti ave-va subito pesanti limitazioni. Di fatto la politica di restaurazione del poteretemporale vescoviIe che la storiografia riconosce al suo successore Giorgio diLiechtenstein''' ha un precedente ineliminabiIe nell'azione delI'Ortenburg

Due mesi dopo la firma delle « compattate », il nuovo vescovo apre infatti laserie delle investiture ehe compongono iI suo Lehnregister64 ; tra il 1367ed il '71viene curata la stesura di un Liber censualis seu censuum et afictuum debitorumepiscopatui et Ecclesie Tridentine ac locationum et investiturarum perpetualium facta-rum de censibus et afictibus recipiendis ab infrascriptis person is contentis in infrascrip-tis instrumentis'" i dal1383 al1388la cancelleria vescovile aggiorna un Liber ins-trumentorum spectancium ad dominum episcopum Tridentinum et eius episcopatum etEcclesiam Tridentinam66 ; infine nel1387 viene conc1usa la stesura di un Liber col-lectarum affictuum provencium et decimarum reverendissimi in Christo patris et domi-ni domini Alberti Dei gratia episcopi Trideniini et incliti comitis in Ortenburg67•

Sebbene l' assenza dei registri feudali successivi a quello del Querini impediscauna adeguata comparazione, e difficile pensare ehe la conservazione di tantainsolita, per iI Trentino, dovizia di documentazione amministrativa sia dovutasoltanto al caso e non piuttosto ad una precisa volontä restauratrice del vescovocarinziano.

Del resto, pur ammettendo che la prospettiva risulta falsata dalla« mancanza » dei registri precedenti'", dal confronto con il Liber queriniano ri-sulta evidente l'intento dell'Ortenburg di recuperare e rivalutare l'impiegodella concessione feudale come strumento di governo, pur in una situazione so-dale e politica diversa rispetto a quella in cui si trovö ad operare brevemente ilvescovo veneziano sessant'anni prima. La vicinanza di «stati regionali » inforte espansione - i domini asburgici, la Repubblica di Venezia, ildominio vis-conteo - esercita violente tensioni centrifughe suI prindpato ed e evidente per-ciö la necessitä per l'Ortenburg, cosl come per il suo successore Giorgio diLiechtenstein (1390-1419),di stringere per quanto possibile le maglie di una

51 CEr. Jäger, op. cit., p. 215.61 Cfr. M. WeIber, "Signorie 'di confine'? n ruolo delle grandi famiglie nel territorio tridentino

meridionale It, in Atti della Accademia Roveretana degli Agiati, a. 238 (1988), s, VI, v. 28 (A), 1990,pp. 239 e sgg.

61 ASlN, Sezione latina, c. 22 n. 1.III ASTN, Sezione latina, c. 64 n. 189.(6 ASTN, Sezione latina, c. 22 n. 2.f9 ASlN, Sezione latina, c. 28 n. 22-• F. Ghetta,« Documenti per la storia della chiesa edel prindpato tridentino nell'archivio di stato

di Trento ,., in Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina (Atti del convegno. Trento,17-18 maggio 1991), Trento, 1995, pp. 113-114.

Page 17: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

Profilo di una vassallita episcopale alpina 107

vassallitä giä fortemente scollata dagli eventi avvenuti nella prima meta deiTrecento.

Se il registro del Querini, come detto, si presenta come un elenco di con-ferme di investiture il cui contenuto non e quasi mai specificato, ilLehnregisterdell'Ortenburg invece annota laddove possibile il contenuto delle investiture,registra numerose notifiche scritte, e progressivamente sempre piu attento alloius devolutionis in assenza di eredi di sesso maschile e al rispetto dei termini fis-sati per la richiesta di rinnovo delle investiture.

Le investiture, ehe si susseguono in ordine grosso modo cronologico, sonoredatte nella stragrande maggioranza nel castello del Buonconsiglio ; la primain ordine cronologico (20 settembre 1363)viene stesa invece a Trento in hospicionostro habito in domu heredum quondam prudentis viri domini Tridentini iudicis deToculis de Leudro, altre due risalenti al maggio del 1375 vengono redatte nelcastello di Ortenburg (cost come un coevo Exemplum privilegii absolueionis fratri-bus de Lodrono), una del '76 ha luogo a Bolzano, una del'78 a Cavalese, alcunetra 1'81, 1'83ed i primi di settembre dell'8S avvengono a Tuenno, nella casa diAndrea figlio di Tomeo, riguardando beneficiari delle valli del Noee, e nel cas-tello di Sporo-Rovina. La prima delle investiture registrate riguarda ilnobilis etsapiens vir Ebelle di Cles ehe ad rectum et honorabillem feudum viene investito deifeudi antichi, nuovi e di quelli da poeo aequistati, vale a dire di alcune porzionidel castelIo di Cles e di alcune deeime ehe insieme costituiscono ilnucleo feu-dale dei suoi antenati; quindi di alcune porzioni decimali ehe dichiara, insiru-mentum alIa mano, di aver comprato dagli eredi del defunto dominus Nicolö diFlavon edel defunto Bisoto di Rumo. L'investitura, chiusa dalla usuale formuladi giuramento, costituisce un primo esempio del tipo di atti contenuti nel Regis-ter vescovile. Questa stessa investitura e seguita da aleuni esempi di pure esemplici conferme di feuda aniiqua et recta ehe divengono rapidamente assai rareneI registro dalI'Ortenburg, ma ehe sono iltipo prevalente nellibro queriniano.

I primi easi di notifica seritta distinta dall'atto di investitura riguardano leconcessioni fatte nel1365 ad Aneio di Malosco pro se et casallo suo e a Francescodi Cagnö. ma sempre plü spesso il testo dell'investitura contiene glä un parti-colareggiato resoeonto della consistenza del beneficio. Di contro in aleuni casialla richiesta di manifestatio non corrisponde neI registro alcun atto e solo in dueoecasioni di tale maneanza si trova giustificazione : per Enrico de TUTTidi BoI-zano, ehe riceve i feudi antichi e retti anehe a norne dei suoi nipoti, si riporta ladausola :Nominatim eorum feuda in scriptis tradere adquisiti non valuerunt eo quodeorum antiqua instrumenta in quodam castro sunt combusta ; per Matteo e GiovanniNiederhaus di Bolzano vale la nota piu importante : Nominatim eorum feuda inscriptis tradere requisiti non valuerunt eo quod non plene potuerunt seire quod interalia ipsorum bona propria tenent in feudum.

Dunque, per quanto l'intervento del vescovo debba scontrarsi spesso conuna situazione socio-politiea ormai acquisita (ad esempio nelle aree meridionalidominio dei Castelbarco, dei d' Areo e dei Lodrone), in talune zone (soprattuttonella valli del Noee e nella valle dell'Adige) I'operato dell'Ortenburg riesce a

Page 18: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

108 Marco BETIorn & Gian Maria VARANINI

raggiungere risultati rilevanti, anticipando un intento 'regolativo' ehe conmaggiore incidenza, finche gli sarä possibile, troverä realizzazione con il suosuccessore. n rapporto feudo-vassallatico tra il principe vescovo e i suoi vassalliresta dunque la spina dorsale ehe continua a reggere ilsistema amministrativoepiscopale, sia pure in una condizione di subordinazione politica.

6. Conclusioni prime e seconde

Le pesanti carenze documentarie impediscono dunque, come si e visto, disap ere quando si affermi nel territorio trentino un sistema di relazioni feudo-vassallatiche ehe peraltro, al tempo in cui viene avviato ilprocesso di incastel-lamento, si dimostra giä abbastanza consolidato.

Un « regime feudale» maturo presiede in ogni caso all'organizzazione delpotere vescoviIe fra la seconda meta del secolo XII ed il secondo decennio delDuecento, strutturando di fatto la societä delle vallate montane trentine. E perquesto allora che, sebbene in un quadro di inarrestabile decadenza del poterevescovile, I'impiego del contratto feudale e la riorganizzazione di istituzionifeudali riemerge in concomitanza con l'avvento di forti personalitä di governo:Mainardo 11conte di Tirolo alIa fine del secolo XIII, e aleuni vescovi trecenteschi- Bartolomeo Querini e Alberto di Ortenburg, ma anehe Enrico da Metz (1310-1336)e Nicolö da Bmo - ehe, pur all'interno di un quadro politico difficile e se-gnato da una sostanziale subordinazione a poteri esterni, seppero ritagliarsi ef-ficaci spazi di azione.

Ciö per quanto conceme i secoli Xll-XN, ehe costituiscono i limiti cronologicidi questa comunicazione. Si imp one tuttavia anche un'altra serie di considera-zioni conclusive. Una valutazione di lungo periodo, ehe si spingesse anche al dila - molto al di la - dei limiti cronologici imposti a questo contributo, potrebbeinfatti mostrare come le relazioni feudo-vassallatiche abbiano mantenuto perlunghissimo tempo, nel particolare contesto politico ed istituzionale del princi-pato vescovile di Trento, una loro duttile funzionalitä, Per buona parte dell'etämoderna il rapporto feudale si rivelö uno strumento adeguato per raccordare lediverse couches della societä trentina (i nobiles gentiles, cioe la piccolissima no-biltä rurale; ma anche e soprattutto le famiglie signorili) con i poteri politico-territoriali: si trattasse di un principe vescovo ormai deprivato della sua auto-nomia politica, oppure - e questo accade sempre piu frequentemente per la no-biltä trentina a partire dal Trecento, e poi soprattutto nel Quattrocento - si trat-tasse degli Absburgo. In questo secondo caso, il rapporto feudo-vassallaticopermette alIa nobiltä trentina di inserirsi nei quadri della nobiltä tirolese, ehedal canto suo e presente sempre piu frequentemente anche nel territorio trenti-no, grazie appunto ad infeudazioni di Herrschaften. In sostanza le relazioni feu-do-vassallatiche restano per un lasso di tempo abbastanza lungo una materiaviva; e ben si comprende come ad un principe vescovo di larga e solida prepa-razione giuridica, come Johannes Hinderbach (1465-1486),ben consapevole del

Page 19: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

Profilo di una uasealliti: episcopale alpina 109

rapporto di dipendenza politica ehe il principato trentino aveva nei confrontidell'impero, ma nello stesso tempo fortemente conscio delle proprie prerogativedi dominus feudale « stesse molto a ruore .. .la compilazione di uno ius feudale tri-dentinum poco 0 nulla confuso con le statuizioni usate nei territori stranieri »,Non a caso 10 Hinderbach interviene di suo pugno nei libri feudales conservatinel suo archivio, passa in rassegna i feuda recta et antiqua, annota, discute, pone aconfronto le prassi locali con le norme astratte delle Consuetudines [eudorum, an-ehe se solo molto parzialmente la sua dottrina feudale, ilsuo accanito rifarsi aimodelli del passato, si trasforma in prassi di governo. Del resto, il caso trentinonon era isolato, perehe ovunque in Europa il progressivo effacement delle fidelita-tes personali fra dominus e vassalli, il fastidio ehe nobili consapevoli di se senti-vano e manifestavano per l'omaggio, ilbacio, l'immixtio manuum, poneva deiproblemi rendeva necessario il ricorso a nuove forme ehe esprimessero la per-sistente validitä di un rapporto politico, ehe era ancora perfettamente funzio-nale". 11tentativo di Hinderbach di rivitalizzare i rapporti feudo-vassallaticiebbe un certo successo in riferimento alIa minore nobiltä rurale, i cosiddetti no-biles gentiles: queste famiglie (titolari ad esempio di feudi decimali, 0 di modesticomplessi di veni locali) furono legate ad una piu stabile fedeltä al principe ves-covo, mentre l'aristocrazia signorile di piu alta caratura, quella ehe possedevaed esercitava diritti giurisdizionali, si collegava all'Impero". E ovviamente, ilproblema delle scelte da farsi rispetto ad un complesso di relazioni socio-politiche ehe non aveva cessato di complicarsi e di articolarsi si pone anche per isuccessori dello Hinderbach, da Udalrico di Frundsberg ehe prese ilsuo postonel1489, fino a Bernardo Clesio e ai suoi successori" .

NeI caso trentino, insomma,I'analisi 'tecnica' dei rapporti feudo-vassallatici-limpidamente leggibile negli aurei decenni a cavallo fra XII e XIII secolo, quan-do gli episcopati dei vescovi legati agli imperatori svevi (su tutti Federico Wan-ga) - si intreccia in modo inestricabile, in modo da non poteme prescindere, coni1 quadro politico ed istituzionale ehe si assesta a partire dal Trecento e ehe edestinato ad una Iunghissima durata. E un termine di confronto significativoper questa evoluzione di Iungo periodo va individuato nell'evoluzione delsis-tema delle relazioni feudo-vassallatiche in un altro principato ecclesiastico delversante meridionale delle Alpi, quello del principato di Aquileia. Anche questaformazione politica e sottoposta nel corso del Trecento ad una'devitalizzazione' politica, ehe lascia tuttavia largamente intatto un assetto 50-

BI Seguiamo qui illimpido saggio di Bellabarba, « 'JUSfeudale tridentinum', Dottrina giuridica ..... ,cp. cit., pp. 164-166,ehe suI punto specifico dell'aggiustamento tre-quattrocentesco dei formula-ri feudali in relazione al nuovo contesto istituzionale dello stato territoriale rinvia - anche perqualche riferimento al caso trentino - a H. Patze, «Neue Typen des Geschäftsschriftgutes im 14.Jahrhundert .., in Das Deutsche Territorialstaat im 14. Jahrhundert, a cura di H. Patze, Sigmaringen1970, pp. 41-42.

:Ill Bellabarba, .. 'Jus feudale tridentinum', Dottrina giuridica ..... , op. cit., pp. 166-167.71 Ampi riferimenti a questi temi in Bellabarba, La giustizia ai confini,op. cit., pp. 220 e ss.

(Frundsberg) e passim.

Page 20: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

110 Mareo Brrrom & Gian Maria VARANINI

dale e politico impemiato suIle relazioni feudo-vassallatiche cui e sotteso unimpianto signorile. Non e questa la sede per apprafondire le earatteristiche delceta 'feudale' friulano, certamente piu ornogeneo di quello presente nel princi-pato vescovile di Trento ; ma anehe in quella regione equilibri politici ed istitu-zionali ehe non possono prescindere dalle relazioni feudo-vassallatiche sonodestinati ad una lunga vitalitä, ben dentro l'etä moderna ivi segnata dalla sag-geziane politica alIa repubblica di Venezia/',

12 Per gli assetti politici ed istituzionali del Friuli tardomedievale, basti qui rinviare a P. Camma-rosano, .. L'alto medioevo: verso la formazione regionale», in Storia della societa friulana, op. eit.,pp. 9-155 i a1cuni cenni comparativi anche in G.M. Varanini,« Processi di organizzazione terri-toriale nell'Italia nord-orientale fra la fine del XII secolo e gli inizi del XIV,., in Die FriesacherMünze in Alpen-Adria-Raum (Friesacher Sommerakademie 1992), a cura di R Haertel, Graz 1996,pp. 185 ss. Per il Friuli in eta modema, err. I'eccellente sintesi di G. Trebbi, 11 Friuli dal1420 al1797. La storia politica e sociale, Udine-Tricesimo, 1998, con rinvio alle importanti discussioni re-centi (ricerche di Muir, Bianco, ecc.).

Page 21: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

Profilo di una uassallita episcopale alpina 111

Appendice documentaria

11primo dei documenti presentati rende conto della prima apparizione della curiavescovile trentina nelll44 e delle funzioni svolte in una causa confinaria fra le comunitädi Arco e Riva del Garda.

11secondo ed il terzo esemplificano alcune delle modalitä piu usuali relative alla con-cessione feudale nel vescovato nei decenni fra XII e XIII secolo. La carta dei castello diStenico (doe. 2) con particolare accuratezza precisa le modalitä - anche concrete - delrapporto fra i1 vescovo e colui ehe e titolare del diritto-dovere di custodire un castelloparticolarmente importante. L'investitura del castello di Bosco(doe. 3) fa riferimento alIacessione al vescovo di beni e diritti su un castello ehe si possiedono in piena proprietä(come bene allodiale) per riottenerli in feudo: e uno dei modi attraverso cui si assestanoi rapporti di potere nel territorio dei principato vescovile di Trento fra XII e XIII secolo. Inquesto senso, chi ha nel villaggio una posizione socialmente eminente la vede rico-nosciuta e « ratificata » dall'autoritä principesca mediante il rapporto vassallatico. Danotare l'uso di « termini-spia» come maioriaedistrictus.

L'ultimo documento (doe. 4) da invece un'idea della forte capacitä di attrazione eser-citata dal conte del Tirolo Mainardo IT,in una fase ormai avanzata del processo di espan-sione nelle terre del principato, anche nei confronti dei vassalli vescovili.

1.La curia vassallorum nell144

Anno ab incamatione Domini nostri Iesu Christi millesimo centesimo XLllIIVIIIdieexeunte mense novembris indictione VII.

In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti amen. Ego Altemanus Tridentine Ecclesieepiscopus cognoscens lites et controvbersias que vertuntur et sunt inter Riprandum Cal-zabusam sindicum communitatis Rippe et nomine illius communitatis ex una parte etinter Ioannem de Paulo sindicum universitatis site apud castrum Arehi et nomine illiusuniversitatis ex altera, que controversie et lites tales sunt. Videlicet quod Riprandus Cal-zabusa sindicus communitatis Rippe et nomine illius dicit Ioanni de Paulo sindico uni-versitatis posite apud castrum Archi et illi universitati quod a Bova usque ad Sarcham eta Sarcha in zusum usque ad lacum montem et planum usque ad summitatem montisBrioni est de plebatu Rippe et est illius communitatis ; item suprascriptus Riprandussindieus Rippe et nomine illius communitatis dieti Ioanni sindieo universitatis positeapud castrum Archi et illi universitati quod a Brazolo versus Rippam usque ad villamPassironi planum et usque ad viam que vadit Rippam que villa est iuxta ecclesiam SanctiGeorgii est de plebatu Rippe et est illius communitatis. Ex altera parte Ioannes de Paulosindicus universitatis site apud castrum Arci et nomine illius universitatis sic respondetet dicit quod a Bova in zusum usque ad Sarcham et a Sarcha usque ad lacum montem etplanum usque ad summitatem Brioni Gredacium et Ufanum non est de plebatu Rippenee ad universitatem Rippe pertinet, sed dicit quod est de plebatu Arci et est universtatissite apud castrum Arci, excepto eo quod dominus episcopus Tridentinus et domini Arciet dominus Coradus de Seiano inter predictos confines habent; item suprascriptus Ioan-

Page 22: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

112 Marco BETIorn & Gian Maria VARANINI

nes sindicus universitatis site apud castrum Arci et nomine illius universitatis sic res-pondet et dicit quod a Brazolo versus Rippam usque ad villam Passironi planum et si-cuti via que vadit Rippam non est de plebatu Rippe nee est eius universitatis, sed dicitquod est de plebatu Ard et est universitatis site apud castrum Ard i item allegat et dicitIoannes sindicus universitatis site apud castrum Arci Riprando Calzabuse sindico eo-rnunitatis Rippe et illi communitati quod a villa per planum in zusum usque ad lacum etsicuti vadit via que vadit Rippam habet universitas sita apud castrum Ard et hominesillius universitatis ius pasculandi et pasculare debere et pasculum habere ibi per XXXannos per XLper L per LXannos et per tarn longissimum tempus de quo non extat adrnernoriam horninurn cum hominibus universitatis Rippe et sine illis exeeptis in Iodsclausis, et ideo dicit se nee eius universitatem non debere inquietari de suprascripto pas-cuo a suprascripto Riprando sindico nee ab eius universitate Rippe. Ad quod Riprandussindicus universitatis Rippe et illius nomine dicit quod universitas sita apud castrumArci et homines Illius universiatis habuere ibi pasculatum cum hominibus Rippe et sineillis per multa tempora quiete i sed dicit quod ideo pasculare non debeant nec ius pas-culandi habere. Unde per illas rationes et allegationes et confessiones quas habeo visas etauditas et per testes multos ab utraque parte productos, habito consilio multorum vas-sallorum curie Tridenti et aliorum plurium sapientum, absolvo Ioannem de Paulo sindi-cum universitatis Ard site apud castrum et ipsam universitatem a petitione RiprandiCalzabuse sindici universitatis Rippe et ab ipsa universitate quam faciebat de Lifano etGredazio a Bova usque ad Sarcharn et a Sarcha usque ad lacum et usque ad summitaternBrioni, salvis tarnen rationibus episcopatus Tridenti et dominorum Arci et domini Con-radi de Seiano et pronuncio illud esse de plebatu Arci i item absolvo prefatum Ioannemsindicurn universitatis site apud castrum Arci a petitione Riprandi Calzabuse sindidRippe et ab ilIa universitate quam fadebat a Brazolo versus Ripparn in zusum usque advillam Passironi que est apud ecc1esiamSancti Georgii et usque ad viam que vadit Rip-parn et pronuncio iIlurn esse de plebatu Arci i item pronuncio suprascriptum Ioannemde PauIo sindicum universitatis site apud castrum Arci et ipsarn universitatem habereius pasculandi et debere pasculare a villa Passironi in zusum usque ad lacum et usquead viam que vadit Rippam exceptis in Iods c1ausis, et condernno suprascriptum Ripran-dum sindicurn universitatis Rippe et ipsarn universitatem ne amplius inquietent supras-criptum Ioannern sindicum universitatis site apud castrum Arci nee ipsam universitaternde omnibus suprascriptis nee de aliquo illorum.

Actum est hoc in dvitate Tridenti in palatio episcopali, in presentia cornitis Adelpretide Tirolo, Iordani de Formar, Coradi de Seiano, Federici et Adelpreti de Bulzano, Periliide Livo, Vitalis de CIesio, Girardi de Vezano, Bubulci de PIanis, Riprandi de Perzino,Garbogni de Po, Crescendoni de Pradaia, Vamberti prepositi, Ottonis Mezzecanis cano-nid, Gislodi de Caveteno, Alberti de Archo, Curitii Barbablanche, VaIda de Traia, AIbertide Bolognano, Ioannis de Lamo, Oliveri de Caneva, Agmulfi de Fontana, Sulli de Villa-zano, Addefredi gastaldi, rogatorum testium.

Ego Albertus notarius sacri palacii rogatus huic sententie interfui et iussu dominiAltemani episcopi hanc sententiam sicuti earn dedit in scriptis perpetuavi et in supras-criptam formam reduxi et scripsi.

Fonte: B. Bonelli, Notizie istorico-critiche intorno al B. M. Adelpreto Vescovo e Comprotettore dellaChiesa di Trento, vol. n,Trento 1761, pp. 389-391, n. XX.

Page 23: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

Profilo di una vassallitil episcopale alpina 113

2. 11castelIo di Stenico (1163)

Anno dominice nativitatis MCLXm, indietione Xl, die iovis mense aprilis Vll kalen-das madii. InPressano supra eastrum in ecclesia. (In) presentia bonorum hominum, quo-rum nomina hie subter leguntur. Hi sunt : Henricus iudex et assessor domini Alberti ve-nerabilis Tridentini episcopi, et magister Romanus, et comes Arpo de Flaunne, Albertusde Livo, et Contolinus de Cleise, Artoieus de Banzano, Otto Blanco, et Aieardus deFlaunne, Ferreto de lsei, Gotfredus de Avezano.

Ibique in eorum prefentia suprascriptus venerandus episcopus per bergamenam,quam sua manu tenebat, custodiam unius domus, quam iam dictus episeopus supraeastrum de Stinigo edificari fecit, Bozzoni de prefato vieo Stinigo feudo tradidit. Ea vi-delicet eondicione, quo si werra apparuerit episcopo et episcopus voluerit suos in eadomo esse, donee werra duraverit, suprascriptus Bozzo, si episcopo placuerit, debet des-cendere et in alia domo permanere, et quando werra pacificata fuerit, eadem domus incustodia suprascripti Bozzonis permaneat. In pace quoque, quodenscunque supras-criptus episcopus in ea esse voluerit, Bozzo similiter descend ere debet, et episeopo rece-dente, Bozzo item in custodia persistat. Hec enim investitura (facta est) Odoni suo fratriin persona eius Bozzonis, qui supra. Domo edifieata, suprascripti germani debent earntegmine et necessariis, propriis expensis, retinere.

Ego Malewarnitus Alberti, Tridentini venerabilis episcopi, duds, marchionis et eo-mitis notarius, interfui et hoc breve recordadonis modo eonscripsi ac dedi gracia Dei.

Anno domini MCCXV, indicione rn, die veneris rn exeunte madio.Ego Ercetus domini Friderici Romanorum imperatoris notarius autenticum huius vi-

di, legi et exemplavi et me subscripsi, et meum signum apposui.

Fonte: Codex Wangianus. Urkundenbuch des Haschstiftes Trient, begonnen unter Friedrich von Wan-gen, Bischofe von Trient und Kaiser Friedrich's Reichsvicar für Italien,fortgesetzen von seinen Nachfolgern,hg. v. Rudolf Kink, Wien 1852 (Fontes rerum austriacarum. Oesterreichischen Geschichts-Quellen,zweite Abtheilung. Diplomataria et acta, V. Band), pp. 32-34, n. 9.

3. L'investitura del eastello di Boseo a Pietro di Civezzano e a suo fratello (1187)

In nomine Domini. Breve recordacionis pro futurorum temporum memoria retinen-da.

Petrus, filius quondam Riprandi de Civizano, per se et per suum germanum perfustem, quem in sua manu tenebat, resignavit et refutacionem inrevocabilem fecit inmanum domini et illustris Alberti, Tridentine sed is venerabilis episcopi, nominativedomum suam et totum et quidquid sibi et fratri pertinebat in castro de Busco, vel hucus-que sive per allodium, vel per commune seu quacunque occasione vel aliquo modo per-tinebat, sibi et suis in episeopatu successoribus a modo in antea habendam et tenendamsine tenore in perpetuum. Ibidem prememoratus dominus episcopus investivit ad rec-tum feodum eundem prefatum Petrum, sumentem investituram per se et suum fratrem,de eadem suprascripta domo, quam resignaverat, ut superius, que et fuerat quondampatris sui, et de platea, quam ipse et consortes illius eastri hucusque tenuerant per eo-munem, et de casali, in quo ipsi turrem erant edifieaturi, et de dominio et maioria etdistricto ipsius castri de Busco, ad rectum feodum in perpetuum habendum ipsis et eo-rum heredibus. Et si Trevisanus, lordanus, Odolricus et eeteri habitatores illius eastri suacasalia ab episcopo detinere voluerint, detineant. Sin autem noluerint, in episeopum re-

Page 24: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

114 Marco BETIOTn & Gian Maria VARANINI

maneant i ita tamen ut non habeat potestatem dandi ea alicui, nisi ipsius Petri consilio.Quodsi filia quondam Otolini tenuerit Zucollnum per maritum et voluerit tenere suumcasale ab episcopo, teneat, faciente tamen Zucolino iuramentum castri et stando ad dis-trictum castri sub Petro. Si vero ipsa Zucolinum tenere noluerit, eius casale sit feodumPetri et fratris, faeientibus eeiam omnibus habitatoribus illius castri sacramenta et ea, quepertinent in castro sub districto et dominio Petri et fratris. Et debeat esse et sit illud cas-trum de Busco apertum omni tempore tam in pace quam in werra prefato domino epis-copo et suis in episcopatu successoribus contra et adversum omnes homines i hoc tarnenexcepto, quod si sibi ipsis, videlicet Petro et fratri, werram facere vellet, tunc aperiredistricti non teneantur. Quod si episcopus prescriptum castrum intrare vult vel intrat insuprascripta domo Petri, eius pars esse debeat i sin autem milites vel pedites imponetpro werra faeienda, sint in castro, sed non in domo Petri i ita tarnen ut non debeant Petroinferre ius de maioria et districto castri, sed sub eiusdem dominio sint in castro. Perma-nente autem episcopo in castro maioria et dominium castri suum esse debeat, eo veroexeunte Petrus in suo dominio et districto castri, ut antea, remaneat. Que omnia supras-cripta dominus episcopus adversus Petrum et fratrem et suos successores sub pena Cmarcarum inconvulsa, rata et iIlibata semper habere et conservare promisit cum stipula-eione, investitura, ut superius legitur, facta in sua firmitate et stabilitate permanente. Econverso Petrus per se et fratrem et eorum heredes adversus prefatum dominum epis-copum et eius successores suprascripta omnia rata et incorrupta promisit conservare,subnexa stipulacione, quod si non facerent, a iure suo et a iure supracripte investiturecadant, investitura, ut superius memoratur facta, nullius permanente momenti i quia sicinter eos convenit.

Actum in civitate Tridenti, in camera prememorati domini episcopi, in presentia Fe-driei et Odolrici de Arcu, Otolini de Telvo, Bozonis de Stenego, Iacobini de Yvano, Man-fredini de Tunno, et domini Conradi de Bisino, decani et vicedomini de Tridento.

Anno dominice nativitatis millesimo centesimo octuagesimo septimo, die iovis terciodecimo exeunte mense iunii, indictione quinta.

Ego Albertus, domini Fedrici imperatoris invictissimi notarius, vocatus interfui et existis omnibus unius tenoris duo brevia scripsi et etiam plura.

Fonte: Codex Wangianus. Urkundenbuch des Hoschstiftes Trient, begonnen unter Friedrich von Wan-gen, Bischofe von Trient und Kaiser Friedrich's Reichsvicar für Italien,[ortgesetzen von seinen Nachfolgern,hg. v. Rudolf Kink, Wien 1852 (Fontes rerum austriacarum. Oesterreichischen Geschichts-Quellen,zweite Abtheilung. Diplomataria et acta, V. Band),pp. 67-70, n. 26.

4. La curia di Mainardo 11nel1293

Anno Domini MCCXCm, indictione sexta, die lunae, quarto intrante maio, Bozaniante novum hospitale Sancti Spiritus ubi regitur iudicium, in presentia honestorum etdiscretorum virorum dominorum Albrechti, Altomi, Dietonis, Cungeli, Wilielmi, Harin-gi, omnium de castro Firmiani, Amoldi et Reinprechti de Vuinechk, Heinrici de Gol-deck; Nicolai de Meringa, Friderici de Treuenstain, Gerhardi Latini de Boziano, HenridLengenstainer, Prantohi Prantesi, Albeonis ex burgo novo Boccensi, Ottonis de SanctoIngenuino, Rainoldi et eius fratris Concelini, Alrici Glumagi, Henrici Coronis, loannisquondam domini Habraham, Guntheri Mezi de Bocdano, Hugolini quondam Herbardide Bozen, Vigilü notarii atque BeIlini notarii de Tridento, et aliorum quam plurium fide-dignorum testium.

Page 25: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

Profilo di una tassalliti: episcopale alpina 115

Coram viro discreto domino Geroldo iudice in Gless constituto per magnificum prin-cipem dominum Meinhardum Dei gratia Carinthiae ducem comitem Tyrolis et GoritiaeAquilegiensis Tridentinensis [sic] et Brixinensis ecclesiarum advocatum, sedens in ge-nerali iudicio et rationem fadens loco vice ac nomine praefati domini ducis Carinthiae,sicuti ibidem coram dictis testibus literis patentibus memorati domini ducis suo sigilloroboratis lucide demonstratur, fuit obtentum et approbatum per legales et iustas senten-tias et lauda honestorum virorum dominorum suprascriptorum Albrechti de Firmiano etFriderici Trevenstain; et quae sententie et lauda per eos data dicta et sententiata, proutinferius visum fuerit lucide contineri, per omnes astantes iudicio, qui super fuerint apraedico domino Geraldo iudice requisiti et interrogati fuerunt confirmatae obtentae etapprobatae. Videlicet quod prima die in legali seu generali iudicio eum per viatorem seupraeconem pub lice in ecclesia parochiali plebis Sanctae Mariae in Bozano ipsum ludi-cium generale fuerit denunciatum, quod tunc prima die omnes nobiles magnates et mi-nisteriales residentiam habentes in plebe Bozani et plebe Chelre et similiter domini deWanga et de Firmiano licet non sint residentes in diectis plebibus Bozani et Chelrecausam de iure et antiqua consuetudine tenentur prima die sicuti alii nobiles et ministe-riales sine aliquo praecepto aut citatione comparere et rationem omnibus impetentibuseos iustitiam facere tenentur complimenti. Et simili modo, quod burgenses et cultores etalii homines et personae in dictis plebibus residentiam habentes omnes prima die etiamsine denunciatione aliqua eis facta debent cmparere. Sed ipsi burgenses et cultores prodebitis et possessionibus eorum non tenentur in generali iudicio stare prima, sed so-lummodo astare prima die, et etiam aliis sequentibus duobus diebus dicto domino ducisuisque haeredibus et eorum substituto, qui vices suas et suorum haeredum in dicto ge-nerali iudicio gessit. Et si quis praedictorum non comparuerit prima die sine praeceptohaec est poena eis imposita ex antiqua, videlicet quod nobiles et ministeriales quinqua-ginta libras parvulorum denariorum dicto domino duci solvere sint astricti quilibet ipso-rum qui non comparuerunt, burgenses vero libras parvulorum XXV,rustici et cultoresIibras parvulorum quinque. Et quicquid prima die perfectum aut inceptum coram domi-no duce vel eius vicario non fuerit, hoc aliis duobus sequentibus diebus debet audiri etterminari ex iure sicuti prima die, hoc solo excepto, quod prima die non debent citari,sed sine aliqua etiam citatione tenentur comparere ac etiam respondere, sed sequentibusduobus diebus, si quis eos impetere voluerit, debent citari. Et quod memoratus dominusdux habet potestatem liberam, hoc generale iudicium constituendi duabus vicibus in an-nos videlicet infra festum sancti Martini et nativitatem Domini nostri Iesu Christi, et si-militer in mense maü omni anno. Et quicunque alterum occiderit iIle idem etiam occididebet et personam mutare, hoc salvo, si ad gratiam proximorum et parentum illorum velillius qui interfectus fuerit pervenerit, personam mutare non debet. Sed nichilominusgratiam domini ducis acquirere debet, prout melius poterit.ltem pro vulneribus sic fuitobtentum et sententiatum, videlicet quod pro quolibet simplici vulnere de quo sanguisemanavit, reus solvere debeat dicto domino dud libras parvulorum XXVet vulneratosimiliter XXVlibras parvulorum, tali etiam conditione imposita, videlicet quod, si peraliquod vulnus factum in membris, iIle qui vulneratus fuerit, contractus aut assidratusfuerit, quod vulgariter dicitur leme, ille idem qui hoc fecerit, pari poena in membris pu-niatur, si ad gratiam illius qui sic in membro vulneratus fuerit, et amicorum suorum etdomini duds praedicti pervenire non poterit. Et quod pro amissione cuiuslibet membri,ille quidem reus consimile membrum perdere debet, nisi tunc gratiam illius qui mem-brum perdidit, et domini ducis praedicti ut permittitur acquirere poterit. Insuper quod.memoratus dominus dux liberam habet potestatem et ex antiquo habuit ipse et eius

Page 26: Fiefs et feodalite · 2013. 5. 21. · 11 Albertoni, op.cit.,pp. 103-114. 12 Albertoni,op. cit., pp. 253-268. . 13 Per leconnessioni tra idiplomi del1027 elafedeltä dei vescovi della

116 Marco BETIorn & Gian Maria VARANINI

praedecessores, quod in legali iudicio et etiam quandocunque voluerit in anno absquegenerali iudicio de mensuris omnibus cuiuscunque generis fuerint, et similiter de male-ficiis quocunque nomine dici possunt, ipse et eius vicarius plenam potest et debet facereiustitiam. Et haec omnia superius dicta et sententiata dixerunt sententiaverunt infras-cripti domini Albertus de Firmiano et Fridericus de Trevenstain in eorum fidelitate ; etdixerunt etiam, quod hoc semper in vita eorum audiverunt ex antiquo et quod etiamaliis temporibus, ipsis praesentibus, coram iudicio sic pluribus vicibus sit obtentum etsententiatum approbatum et per laudum curiae et astantium iudicio confirmatum. Etsimiliter quod ipse dominus dux unum vicarium loco sui in dicto generali iudicio Cons-tituere potest, quandocumque voluerit et quandocunque personaliter interesse non pote-rit.

Ego Ottolinus domini Henrici episcopi Tridentini et sacri palatii notarius praedictisomnibus interfui rogatus et pub lice scripsi.

Fonte: Ausgewählte Urkunden zur Verfassungsgeschichte der deutsch-österreichischen Erblande imMittelalter, hg. v. E. von Schwind und A. Dopsch, Innsbruck 1895, pp. 146-148, n. 76.