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48 Vita di Santa Teresa del Gesù Bambino Nasce ad Alençon il 2 gennaio 1873. I suoi genitori sono Louis Martin e Zélie Guérin. Dopo la morte della madre, avvenuta il 28 agosto 1877, Teresa si trasferi- sce con tutta la famiglia nella città di Lisieux, ai Buissonnets. Verso la fine del 1879 si accosta per la prima volta al sacramento della penitenza. Nel giorno di Pentecoste del 1883 ha la singolare grazia della guarigione da una grave malattia, per l'intercessione di nostra Signora delle Vittorie. Educata dalle Benedettine di Lisieux, riceve la prima comunione l'8 maggio 1884, dopo una intensa preparazione, coronata da una singolare esperienza della grazia dell'unio- ne intima con Cristo. Desiderosa di abbracciare la vita contemplativa, come le sue sorelle Paolina e Ma- ria nel Carmelo di Lisieux, ma impedita per la sua giovane età, durante un pelle- grinaggio in Italia, nell'udienza concessa dal Papa ai fedeli della diocesi di Li- sieux, il 20 novembre 1887, con filiale audacia chiede a Leone XIII di poter entra- re nel Carmelo all'età di 15 anni. Il 9 aprile del 1888 entra nel Carmelo di Lisieux ed emette la sua professione reli- giosa l'8 settembre del 1890, festa della Natività della Vergine Maria. Intraprende nel Carmelo il cammino della perfezione, tracciato dalla Madre Fondatrice, Tere- sa dAvila. Illuminata dalla Parola di Dio, provata in modo particolare dalla ma- lattia di suo padre, Louis Martin, che muore il 29 luglio del 1894, si incammina verso la santità, ispirata dalla lettura del Vangelo, insistendo sulla centralità dell'a- more. Teresa ci ha lasciato nei suoi manoscritti autobiografici non solo i ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza, ma anche il ritratto della sua anima e le sue espe- rienze più intime. Scopre e comunica alle novizie affidate alle sue cure la piccola via dell'infanzia spirituale; riceve come dono speciale di accompagnare con il sa- crificio e la preghiera due « fratelli missionari». Penetra sempre di più nel mistero della Chiesa e, attirata dall'amore di Cristo, sente crescere in sé la vocazione apo- stolica e missionaria che la spinge a trascinare tutti con sé, incontro allo Sposo divino. Il 9 giugno del 1895, nella festa della Santissima Trinità, si offre vittima di olo- causto all'Amore misericordioso di Dio. Nel frattempo redige il primo manoscrit- to autobiografico (A). Pochi mesi più tardi, durante la notte fra il giovedì ed il venerdì santo, ha una prima manifestazione della malattia che la condurrà alla morte e che accoglie come la misteriosa visita dello Sposo divino. Nello stesso tempo entra nella prova della fede che durerà fino alla sua morte e della quale offrirà una sconvolgente testimonianza nei suoi scritti. Durante il mese di settem- bre conclude il Manoscritto B. Mentre peggiora la sua salute e continua il tempo della prova, inizia il Manoscritto C; nuove grazie la conducono a una più alta per- fezione ed ella scopre nuove luci sull'estensione del suo messaggio nella Chiesa a vantaggio delle anime che seguiranno la sua via. L'8 luglio 1897 viene trasferita in infermeria. Le sue sorelle raccolgono le sue parole, mentre i dolori e le prove, sopportati con pazienza, si intensificano fino a culminare con la morte, nel pome- riggio del 30 settembre del 1897. «Io non muoio, entro nella vita», aveva scritto al missionario don Bellier. Le sue ultime parole « Dio mio, io ti amo » sono il sigillo della sua esistenza, che all'età di 24 anni si spegne per entrare, secondo il suo de- siderio, in una nuova fase di presenza apostolica in favore delle anime, nella co- munione dei Santi, per spargere una pioggia di rose sul mondo. Parrocchie di San Giovanni Battista e di Santo Stefano Dijon, Alençon, Lisieux, Chartres

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Page 1: Dijon, Alençon, Lisieux, Chartres · î í. RITORNELLI DI TAIZE’ 1. Veni Sancte Spiritus tui amoris ignem accende. Veni Sancte Spiritus, Veni Sancte Spiritus 2. Dans nos obscuité,

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Vita di Santa Teresa del Gesù Bambino

Nasce ad Alençon il 2 gennaio 1873. I suoi genitori sono Louis Martin e Zélie Guérin. Dopo la morte della madre, avvenuta il 28 agosto 1877, Teresa si trasferi-sce con tutta la famiglia nella città di Lisieux, ai Buissonnets. Verso la fine del 1879 si accosta per la prima volta al sacramento della penitenza. Nel giorno di Pentecoste del 1883 ha la singolare grazia della guarigione da una grave malattia, per l'intercessione di nostra Signora delle Vittorie. Educata dalle Benedettine di Lisieux, riceve la prima comunione l'8 maggio 1884, dopo una intensa preparazione, coronata da una singolare esperienza della grazia dell'unio-ne intima con Cristo. Desiderosa di abbracciare la vita contemplativa, come le sue sorelle Paolina e Ma-ria nel Carmelo di Lisieux, ma impedita per la sua giovane età, durante un pelle-grinaggio in Italia, nell'udienza concessa dal Papa ai fedeli della diocesi di Li-sieux, il 20 novembre 1887, con filiale audacia chiede a Leone XIII di poter entra-re nel Carmelo all'età di 15 anni. Il 9 aprile del 1888 entra nel Carmelo di Lisieux ed emette la sua professione reli-giosa l'8 settembre del 1890, festa della Natività della Vergine Maria. Intraprende nel Carmelo il cammino della perfezione, tracciato dalla Madre Fondatrice, Tere-sa d’Avila. Illuminata dalla Parola di Dio, provata in modo particolare dalla ma-lattia di suo padre, Louis Martin, che muore il 29 luglio del 1894, si incammina verso la santità, ispirata dalla lettura del Vangelo, insistendo sulla centralità dell'a-more. Teresa ci ha lasciato nei suoi manoscritti autobiografici non solo i ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza, ma anche il ritratto della sua anima e le sue espe-rienze più intime. Scopre e comunica alle novizie affidate alle sue cure la piccola via dell'infanzia spirituale; riceve come dono speciale di accompagnare con il sa-crificio e la preghiera due « fratelli missionari». Penetra sempre di più nel mistero della Chiesa e, attirata dall'amore di Cristo, sente crescere in sé la vocazione apo-stolica e missionaria che la spinge a trascinare tutti con sé, incontro allo Sposo divino. Il 9 giugno del 1895, nella festa della Santissima Trinità, si offre vittima di olo-causto all'Amore misericordioso di Dio. Nel frattempo redige il primo manoscrit-to autobiografico (A). Pochi mesi più tardi, durante la notte fra il giovedì ed il venerdì santo, ha una prima manifestazione della malattia che la condurrà alla morte e che accoglie come la misteriosa visita dello Sposo divino. Nello stesso tempo entra nella prova della fede che durerà fino alla sua morte e della quale offrirà una sconvolgente testimonianza nei suoi scritti. Durante il mese di settem-bre conclude il Manoscritto B. Mentre peggiora la sua salute e continua il tempo della prova, inizia il Manoscritto C; nuove grazie la conducono a una più alta per-fezione ed ella scopre nuove luci sull'estensione del suo messaggio nella Chiesa a vantaggio delle anime che seguiranno la sua via. L'8 luglio 1897 viene trasferita in infermeria. Le sue sorelle raccolgono le sue parole, mentre i dolori e le prove, sopportati con pazienza, si intensificano fino a culminare con la morte, nel pome-riggio del 30 settembre del 1897. «Io non muoio, entro nella vita», aveva scritto al missionario don Bellier. Le sue ultime parole « Dio mio, io ti amo » sono il sigillo della sua esistenza, che all'età di 24 anni si spegne per entrare, secondo il suo de-siderio, in una nuova fase di presenza apostolica in favore delle anime, nella co-munione dei Santi, per spargere una pioggia di rose sul mondo.

Parrocchie di San Giovanni Battista

e di Santo Stefano

Dijon, Alençon, Lisieux, Chartres

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PROGRAMMA del PELLEGRINAGGIO: 22 – 25 febbraio 2020

Sabato 22 febbraio

Ore 6.00 partenza da Aosta Tarda mattinata arrivo a Dijon ore 12.00 Messa nella Chiesa di Notre-Dame di Dijon Pranzo in un ristorante non lontano dalla chiesa Dopo pranzo partenza per Lisieux Cena durante il viaggio Arrivo in serata e pernottamento all'Ermitage Sainte Thérèse Centre Spirituel

Domenica 23 febbraio

Giornata intera ad Alençon, dove è nata Santa Teresa e dove hanno vissuto i suoi genitori, prima coppia canonizzata insieme Rientro in serata e cena all'Ermitage Sainte Thérèse Centre Spirituel

Lunedì 24 febbraio

Giornata intera a Lisieux, nei luoghi della santità di Teresa Pranzo e cena all'Ermitage Sainte Thérèse Centre Spirituel Possibile uscita dopo cena

Martedì 25 febbraio

Partenza intorno alle 7.00 per Chartres Ore 10.00 visita guidata alla Cattedrale di Chartres Pranzo al termine della visita ore 14.00 Messa in Cattedrale al termine partenza per Aosta dove si arriverà in serata

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MISTERI DEL DOLORE 1) L'agonia di Gesù nel Getsemani 2) La flagellazione di Gesù 3) L'incoronazione di spine 4) Il viaggio al Calvario di Gesù carico della croce 5) Gesù è crocifisso e muore in croce

MISTERI DELLA GLORIA 1) La risurrezione di Gesù 2) L'ascensione di Gesù al cielo 3) La discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo 4) L'Assunzione di Maria al cielo 5) L'Incoronazione di Maria Regina del cielo e della terra

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LA PREGHIERA DEL ROSARIO Il Rosario della Vergine Maria, sviluppatosi gradualmente nel se-condo Millennio al soffio dello Spirito di Dio, è preghiera amata da nu-merosi Santi e incoraggiata dal Magistero. Il Rosario, infatti, pur ca-ratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristo-logico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell'intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi in-trodurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all'e-sperienza della profondità del suo amore. Recitare il Rosario, infatti, non è altro che contemplare con Maria il volto di Cristo.

(San Giovanni Paolo II - Rosarium Virginis Mariæ 16 ottobre 2002)

Misteri della gioia Lunedì e sabato

Misteri della luce Giovedì Misteri del dolore Martedì e venerdì Misteri della gloria Mercoledì e domenica

MISTERI DELLA GIOIA 1) L'Annunciazione dell'Angelo a Maria Vergine 2) La Visita di Maria Santissima a Santa Elisabetta 3) La Nascita di Gesù nella grotta di Betlemme 4) Gesù viene presentato al Tempio da Maria e Giuseppe 5) Il Ritrovamento di Gesù nel Tempio

MISTERI DELLA LUCE 1) Il Battesimo nel Giordano 2) Le Nozze di Cana 3) L'annuncio del Regno di Dio 4) La Trasfigurazione 5) L'Eucaristia

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Con una posizione

strategica tra il nord

Europa e i paesi del

sud, la capitale borgo-

gnona fu sede di una

delle più brillanti corti

d'Europa del XIV e XV

secolo: quella dei du-

chi di Borgogna. Complesso eccezionale e testimonianza di un sontuoso

passato, il patrimonio architettonico della città d'arte e storia di Digione

è composto da superbi monumenti e da pittoresche e antiche case a gra-

ticcio. E' stato anche arricchito nel Rinascimento, così come nei secoli

XVII e XVIII, da eleganti palazzi: l'hotel d'Esterno, l'hotel Coeurderoy,

l'hotel Legouz de Gerland, l'hotel Bouhier de Lantenay, l'hotel Bouhier de

Lantenay....

Situato nel palazzo dei duchi e degli stati di Borgogna che ospita anche il

municipio di Digione, il Museo di Belle Arti ospita notevoli collezioni che

vanno dall'antichità al Medioevo, al Rinascimento fino ad arrivare al XXI

secolo. Nell'antica e grande sala di parata si possono ammirare le son-

tuose tombe dei duchi Filippo il Temerario e Giovanni Senza Paura. Risa-

lente al XV secolo, la torre di Filippo il Buono, che si affaccia sul palazzo,

alta 46 metri, vi offrirà un magnifico panorama sulla città e sui suoi din-

torni!

Numerose chiese, che abbracciano tutte le età dal Medioevo ai giorni

nostri, hanno fatto meritare a Digione il soprannome di città dai cento

campanili. La più antica, la chiesa di Notre-Dame, è un capolavoro goti-

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co, con la sua bella facciata decorata con gargolle. L'insolita civetta scolpi-

ta, che si trova su un contrafforte dell'edificio, è considerata un portafor-

tuna da accarezzare con la mano sinistra esprimendo un desiderio! All'in-

terno della chiesa si può ammirare l'antichissima statua di Nostra Signora

della Buona Speranza, una Vergine lignea dell'XI secolo, all'altezza

dell'absidiola sud.

Meritano una visita anche la cattedrale di Saint-Bénigne in stile gotico

borgognone, l'ex chiesa di Sainte-Anne trasformata in museo d'arte sa-

cra, la chiesa di Saint-Michel in stile gotico fiammeggiante, la chiesa di

Saint-Étienne il cui coro e transetto ospita il museo Rude dedicato allo

scultore Digione François Rude.

Un capolavoro di scultura medievale borgognona vi aspetta al centro

ospedaliero, nell'ex chiostro della certosa di Champmol: il Pozzo di Mosè,

base di un calvario ormai scomparso, costruito tra il 1395 e il 1405.

La Digione contemporanea si svela attraverso diversi spazi dedicati all'ar-

te: gallerie private; l'Atheneum, uno spazio espositivo; il Consortium, un

centro d' arte contemporanea.

Porta di accesso ai prestigiosi vigneti della Borgogna, e in particolare alla

Côte de Nuits, Digione è la città della senape, del pan di spezie e della

Crema di cassis (ribes nero). La sua componente gastronomica, essenzia-

le, si può apprezzare anche attraverso il famoso boeuf borguignon, le uo-

va alla salsa meurette, il prosciutto con le sue belle venature, il coq au

vin, e naturalmente i grandi vini…

Digione è anche una città verde con ben 700 ettari di parchi e giardini,

tra cui il bellissimo parco Arquebuse con il suo arboreto, roseto e giardi-

no della scienza che unisce un planetario, un museo e un giardino botani-

co dedicato alla biodiversità. Si

può anche vedere il Parc de la

Colombière, un giardino in stile

francese classificato come monu-

mento storico, con più di 6.000

alberi. 45

21. RITORNELLI DI TAIZE’ 1. Veni Sancte Spiritus tui amoris ignem accende. Veni Sancte Spiritus, Veni Sancte Spiritus 2. Dans nos obscurité, allume le feu qui ne s’éteint jamais, qui ne s’éteint jamais. 3. La ténébre n’est point ténèbre devant toi: la nuit comme le jour est lumière. 4. In manus tuas Pater, commendo spiritum meum. 5. Nada te turbe nada te espante; quien a Dios tiene nada le falta. Nada te turbe, nada te espente: solo Dios basta. 6. Dona la pace Signore a chi confida in te. Dona, dona la pace Signore, dona la pace 7. Magnificat, magnificat, magnificat anima mea Dominum. Magnificat, magnificat, magnificat anima mea. 8. Tu sei sorgente viva, tu sei fuoco, sei carità. Vieni Spirito Santo, Vieni Spirito Santo. 9. Laudate omnes gentes, Laudate Dominum. Laudate omnes gentes, laudate Dominum. 10. Mon âme se repose en paix sur Dieu seul, de Lui vient mon salut. Oui, sur Dieu seul mon âme se repose, se repose en paix. 11. Jésus le Christ, lumière intérieure, ne laisse pas mes ténèbres me parler. Jésus le Christ, lumière intérieure, donne-moi d’accueillir ton amour. 12. Ubi caritas et amor, ubi caritas Deus ibi est. 13. Fiez-vous en Lui, ne craignez pas. La paix de Dieu gardera vos cœurs. Fiez-vous en Lui. Alleluia, alleluia 14. Il Signore ti ristora, Dio non allontana.

Il Signore viene ad incontrarti, Viene ad incontrarti. 15. Misericordias Domini in aeternum cantabo.

20. JE TE SALUE Je te salue, ô Reine de mon âme, au clair matin comme au déclin du jour. Ce cri joyeux, montant comme une flamme, devient pour moi le chant de mon amour. Sur ma Vallée, étends ta main, ô Reine Immaculée du peuple valdôtain, ô Reine Immaculée du peuple valdôtain.

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19. JE VOUS SALUE, MARIE

Je vous salue, Marie, comblée de grâce. Le Seigneur est avec vous. Vous êtes bénie entre toutes les femmes, et Jésus, votre enfant, est béni. Sainte Marie, mère de Dieu, priez pour nous, pauvres pécheurs, maintenant et à l´heure de notre mort. Amen, amen, Alléluia.

16. AVE MARIA Ave Maria, Ave! Ave Maria, Ave!

Donna dell’attesa e madre di speranza, ora pro nobis. Donna del sorriso e madre del silenzio, ora pro nobis. Donna di frontiera e madre dell’ardore, ora pro nobis. Donna del riposo e madre del sentiero, ora pro nobis.

17. SALVE REGINA Salve Regina, Madre di misericordia vita dolcezza speranza nostra salve Salve Regina. A te ricorriamo esuli figli di Eva a te sospiriamo piangenti in questa valle di lacrime. Avvocata nostra volgi a noi gli occhi tuoi mostraci dopo questo esilio il frutto del tuo seno Gesù Salve Regina, Madre di Misericordia o Clemente, o Pia, o dolce Vergine Maria. Salve Regina. Salve Regina. Salve. Salve.

18. COURONNÉE D’ÉTOILES

1) Marie, Ève nouvelle et joie de ton Seigneur, tu as donné naissance à Jésus le Sauveur. Par toi nous sont ouvertes les portes du jardin. Guide-nous en chemin, Étoile du matin.

2) Tu es restée fidèle, mère au pied de la croix, soutiens notre espérance et garde notre foi. Du côté de ton Fils, tu as puisé pour nous l'eau et le sang versés qui sauvent du péché.

3) Quelle fut la joie d’Eve lorsque tu es montée plus haut que tous les Anges, plus haut que les nuées Et quelle est notre joie, douce Vierge Marie de contempler en toi la promesse de vie.

4) Ô Vierge immaculée, préservée du péché, en ton âme, en ton corps, tu entres dans les cieux. Emportée dans la gloire, sainte Reine des cieux, Tu nous accueilleras un jour auprès de Dieu.

Nous te saluons, ô toi, Notre Dame, Marie Vierge Sainte que drape le soleil, Couronnée d’étoiles, la lune est sous tes pas, en toi nous est donnée l’aurore du Salut.

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Chiesa di Notre Dame

La chiesa di Notre-Dame è un

edificio storico-religioso e uno

dei simboli della città di Digio-

ne, nella regione della Borgo-

gna, in Francia. Presenta

un'insolita facciata rettango-

lare a portico e logge ed è

considerata come un capola-

voro dell'architettura gotica, secondo lo stile borgognone. È classificata

come monumento storico di Francia dal 1840 e dal 4 luglio del 2015, in-

sieme al centro storico cittadino, è inserita nella lista dei patrimoni

dell'umanità promossa dall'UNESCO. Sul luogo ove oggi sorge la chiesa, si

trovava già prima della metà del XII secolo, all'epoca fuori della cinta mu-

raria cittadina, una semplice cappella dedicata alla Vergine. Verso il 1150

questa cappella venne riedificata in stile romanico. Nel 1220 venne ini-

ziata la costruzione dell'attuale edificio gotico in stile borgognone. L'ar-

chitetto, sconosciuto, utilizza numerose tecniche inedite, come l'uso dei

pilastri invece che degli archi rampanti per lo scarico del peso delle volte.

Ciò permetteva d'utilizzare al massimo la superficie del suolo per l'inter-

no dell'edificio. Si erge su una pianta a croce latina preceduta da un por-

tico-nartece. L'interno è diviso in tre navate da pilastri cilindrici dai gran-

di capitelli a fogliami che sorreggono le sei arcate ogivali, le gallerie del

matroneo e il cleristorio. Sulla crociera quattro poderosi pilastri a fascio

sostengono la torre nolare dotata di tiburio aperto da otto finestre su

triforio. Il transetto si presenta assai profondo e le facciate sono aperte

da cinque monofore sormontate da un grande oculo. Il coro è diviso in

quattro livelli. Un basamento ornato da arcate cieche trilobate, una serie

di grandi monofore, il triforio traforato nel '600 da sette oculi e il cleri-

storio. La chiesa venne profondamente restaurata fra il 1865 e il 1884

dall'architetto parigino Jean Charles Laisné che lo riportò all'aspetto pre-

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sunto d'origine. Abbatté gli edifici addossati, ricostruì la guglia della torre

nolare e rifece tutte le sculture de-

teriorate.

La facciata

La facciata, con elevazione a tre

ordini, è l'unica del suo genere

nell'architettura gotica francese:

una sorta di schermo che nascon-

de la disposizione architettonica

interna.

Al pianterreno è il portico, a tre fornici ogivali e volte gotiche, che condu-

ce ai tre portali della chiesa, una volta ornati da statue e sculture andate

perse nel gennaio 1794. Al di sopra del portico si aprono due gallerie che

poggiano su 17 esili colonne monolitiche dai ricchi capitelli. I tre livelli

sono divisi da tre ornati cornicioni riccamente scolpiti con alternanza di

metope e finte gargolle. La facciata è inquadrata da contrafforti culmi-

nanti con torrette scalari dalla copertura conica. Sul progetto originario,

dal corpo della facciata dovevano erigersi due torri gemelle, secondo il

tipico schema delle facciate armoniche. Tuttavia non furono mai realizza-

te e non ne restano che due tronconi. Su quello meridionale venne in-

stallato, nel 1383 lo Jacquemart, orologio con automa che batte le ore,

preso dal beffroi di Kortrijk durante l'assedio borgognone del 1382. Nel

1651 vi venne aggiunta Jacqueline; nel 1714 Jacquelinet e nel 1884 Jac-

quelinette che battono i quarti d'ora.

Le vetrate La chiesa venne munita di una preziosa serie di vetrate a par-

tire dal XIII secolo. Oggi non ne restano che 5, alle monofore del tran-

setto settentrionale, che vennero realizzate intorno al 1235. Da sinistra a

destra, le prime tre raffigurano Episodi della Vita di San Pietro e le ultime

due Episodi della Vita di Sant'Andrea. Dal 1874 al 1897, il pittore parigino

Édouard Didron realizza le nuove 58 vetrate, ispirate alle cinque originali.

La statua di Notre-Dame de Bon-Espoir

Nella cappella a destra del coro è custodita la venerata statua di Notre- 43

13. DOVE DUE O TRE Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sarò con loro, pregherò con loro, amerò con loro perché il mondo venga a te, o Padre, conoscere il tuo amore è avere vita con te.

Voi che siete luce della terra, miei amici, risplendete sempre della vera luce, perché il mondo creda nell'amore che c'è in voi, o Padre, consacrali per sempre e diano gloria a te.

Ogni beatitudine vi attende nel mio giorno se sarete uniti, se sarete pace, se sarete puri, perché voi vedrete Dio, che è Padre, in lui la vostra vita gioia piena sarà.

Voi che ora siete miei discepoli nel mondo, siate testimoni di un amore immenso, date prova di quella speranza che è in voi, Coraggio! Vi guiderò per sempre: io rimango con voi.

Spirito, che animi la Chiesa e la rinnovi, donale fortezza, fa' che sia fedele come Cristo che muore e risorge perché il Regno del Padre si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui, si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui.

14. TU SEI Tu sei la prima stella del mattino, Tu sei la nostra grande nostalgia, Tu sei il cielo chiaro dopo la paura, dopo la paura d’esserci perduti e tornerà la vita in questo mare.

Soffierà, soffierà. Il vento forte della vita, soffierà sulle vele e le gonfierà di te. Soffierà, soffierà, il vento forte della vita, soffierà sulle vele e le gonfierà di te. (bis)

Tu sei l’unico volto della pace, Tu sei speranza nelle nostre mani, Tu sei il vento nuovo sulle nostre ali, sulle nostre ali soffierà la vita e gonfierà le vele per questo mare.

15. NEL TUO SILENZIO Nel tuo silenzio accolgo il mistero venuto a vivere dentro di me. Sei tu che vieni, o forse è più vero che tu mi accogli in te, Gesù. Sorgente viva che nasce nel cuore è questo dono che abita in me. La tua presenza è un Fuoco d’Amore che avvolge l’anima mia, Gesù. Ora il tuo Spirito in me dice: “Padre”, non sono io a parlare, sei tu. Nell’infinito oceano di pace tu vivi in me, io in te, Gesù.

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11. VIENS, ESPRIT SAINT

Viens, Esprit Saint, viens en nos cœurs et envoie du haut du ciel un rayon de ta lumière. Veni Sancte Spiritus.

Viens en nous, viens père des pauvres, viens, dispensateur des dons, Viens, lumière de nos cœurs. Veni Sancte Spiritus.

Consolateur souverain, hôte très doux de nos âmes, adoucissante fraîcheur. Veni Sancte Spiritus.

Dans le labeur, le repos, dans la fièvre, la fraîcheur, dans les pleurs, le réconfort. Veni Sancte Spiritus.

Ô lumière bienheureuse, viens remplir jusqu’à l’intime le cœur de tous tes fi-dèles. Veni Sancte Spiritus.

Sans ta puissance divine, il n’est rien en aucun homme, rien qui ne soit perverti. Veni Sancte Spiritus.

Lave ce qui est souillé, baigne ce qui est aride, guéris ce qui est blessé. Veni Sancte Spiritus.

Assouplis ce qui est raide, réchauffe ce qui est froid, rends droit ce qui est faussé. Veni Sancte Spiritus.

À tous ceux qui ont la foi et qui en toi se confient, donne tes sept dons sacrés. Veni Sancte Spiritus.

Donne mérite et vertu, donne le salut final, donne la joie éternelle. Veni Sancte Spiritus.

12. ÉCOUTE LA VOIX DU SEIGNEUR

Écoute la voix du Seigneur, Prête l'oreille de ton cœur. Qui que tu sois, ton Dieu t'appelle, Qui que tu sois, il est ton Père.

Toi qui aimes la vie, Ô toi qui veux le bonheur, Réponds en fidèle ouvrier De sa très douce volonté. Réponds en fidèle ouvrier De l’Évangile et de sa paix.

Écoute la voix du Seigneur, Prête l'oreille de ton cœur. Tu entendras que Dieu fait grâce, Tu entendras l'Esprit d'audace.

Écoute la voix du Seigneur, Prête l'oreille de ton cœur. Tu entendras crier les pauvres, Tu entendras gémir ce monde.

Écoute la voix du Seigneur, Prête l'oreille de ton cœur. Tu entendras grandir l'Église, Tu entendras sa paix promise.

Écoute la voix du Seigneur, Prête l'oreille de ton cœur. Qui que tu sois, fais-toi violence, Qui que tu sois, rejoins ton frère

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Dame de Bon-Espoir. Realizzata in legno nell'XI secolo è

considerata come una delle più antiche di Francia. In origine

era seduta su un trono e teneva il Bambino sulle ginocchia.

Tuttavia, già anticamente, il trono venne rimosso e lo schie-

nale segato e sostituito da una tavola di legno. Nel XVIII se-

colo andarono perse le mani e nel 1794, durante la Rivolu-

zione francese, il Bambino. Originariamente la scultura era

dipinta con colori classici e un viso chiaro. Tuttavia, per ra-

gioni sconosciute, verso il XVI-XVII secolo fu dipinta di nero.

Nel 1945, al momento di un restauro, lo strato di nero ven-

ne tolto e mostrato la policromia d'origine. Tuttavia una leg-

gera mano di scuro venne applicata solo al viso, per non

rompere la tradizione che la vedeva ormai come una Madonna nera.

Alençon conserva la memoria di una famiglia con un destino affascinante

ed eccezionale. All’età di 26 anni, Zélie GUÉRIN incrocia Louis MARTIN

sul ponte della

Sarthe ad

Alençon e ha la

sensazione di

un presenti-

mento “è colui

che ho prepara-

to per te”. Il

matrimonio ha

luogo pochi

mesi dopo il loro incontro, il 12 luglio 1858 alle 22 presso il Palazzo Muni-

cipale di Alençon e a mezzanotte nella Chiesa di Nostra Signora. E’ il pun-

to di partenza della vita della coppia su un percorso di umanità e di cre-

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scita spirituale che conduce alla santità. La famiglia Martin si trasferisce

nel 1871 nella casa di rue St. Blaise, dove Louis aiuta sua moglie nella sua

attività. Vivono un amore senza ombre e hanno nove figli tra cui l’ultima,

la piccola Teresa (S. Teresa di Gesù bambino), che, a detta di Pio XI, è “la

grande santa dei tempi moderni”.

Teresa fa spesso riferimento alla vita familiare che conduceva ad

Alençon. “Il buon Dio mi ha dato un padre e una madre più degni del Cie-

lo che della Terra”. Louis e Zélie Martin sono testimoni di carità in un’e-

poca dalle condizioni

difficili: guerra del

1870, crisi economi-

ca. Sensibili alla si-

tuazione di ognuno,

entrano in rapporto

con tutte le persone

che incontrano, indi-

pendentemente dal-

le loro condizioni

sociali. Nell’ottobre 2008, l’inviato di Papa Benedetto XVI, il cardinale Sa-

raiva Martins, ha presieduto alla cerimonia di beatificazione dei coniugi

Louis e Zélie Martin.

Basilica di Notre-Dame di Alençon

Situata nel cuore della zona pedonale, la basílica di Notre Dame sorpren-

de il visitatore con le sue proporzioni, l’eleganza della sua navata gotica,

illuminata da 11 vetrate rinascimentali e dalla finezza delle strutture del

suo portico in stile gotico fiammeggiante.

Da vedere:

- Il fonte battesimale, e la veste battesimale di Teresa, oltre alla vetrata

del 1925.

- L’altare maggiore del 18° secolo.

- Le vetrate e il pulpito del secolo XVI e XVIII.

- Tre vetrate, nella parte posteriore del coro, rappresentano l’incorona-

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9. TU LO SAI, MIO DIO

Tu lo sai, mio Dio, che per amarti non ho che adesso (bis).

Questo pane frutto della terra benedici e con-sacralo tu. Fa’ che sia per noi il tuo corpo, ci-bo della vita eterna e nel cuore di ogni uomo resterai.

Questo vino frutto della vite benedici e consa-cralo tu fa che sia per noi il tuo sangue, fonte della vita eterna e di tutti una cosa sola tu farai.

Col creato e i frutti della terra questa vita do-niamo a te facci uno nel tuo figlio, con il fuoco del tuo amore per mostrare la via del cielo all’umanità.

8. RE DEI RE

Hai sollevato i nostri volti dalla polvere, le nostre colpe hai por-tato su di te. Signore ti sei fatto uomo in tutto come noi per amore.

Figlio dell'Altissimo, poveri tra i poveri vieni a dimorare tra noi, Dio dell'impossibile, Re di tutti i secoli, vieni nella tua maestà.

Re dei Re, i popoli ti acclamano, i cieli ti proclamano. Re dei re, luce degli uomini, re-gna col tuo amore tra noi. Oh… Ci hai riscattati dalla stretta delle tenebre perché potessimo glorificare te. Hai riversato in noi la vita del tuo Spirito per amore. (Rit.)

Tua è la Gloria per sempre. Tua è la Gloria per sempre. Gloria gloria. Gloria gloria. (Rit.)

10. LE TUE MERAVIGLIE Ora lascia o Signore che io vada in pace perché ho visto le tue meraviglie. Il tuo popolo in festa per le strade correrà a portare le tue meraviglie.

La tua presenza ha riempito d’amore le nostre vite e le nostre giornate. In te una sola anima un solo cuore siamo noi con te la luce risplende splende più chiara che mai.

La tua presenza ha inondato d’amore le nostre vite e le nostre giornate. Fra la tua gente resterai per sempre vivo in mezzo a noi fino ai confini del tempo così ci accompagnerai.

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4. SE VUOI Se vuoi puoi venire con me se vuoi lascia tutto di te se vuoi la tua sola speranza sarò se vuoi a me per sempre ti legherò.

Il Signore è il mio pastore nulla mai mi mancherà, custodirà la mia vita come bene prezioso.

Se dovessi camminare per una strada oscura io non avrò paura se tu sarai con me.

Gioia e grazia saranno mie compagne nel cammino, io vivrò con il Signore per tutta la mia vita.

5. DALL’AURORA AL TRAMONTO Dall’aurora io cerco te fino al tramonto ti chiamo ha sete solo di te, l’anima mia come terra deserta

Non mi fermerò un solo istante, sempre canterò la tua lode perché sei il mio Dio, il mio riparo, mi proteggerai all’ombra delle Tue ali.

Dall’aurora io cerco te fino al tramonto ti chiamo ha sete solo di te, l’anima mia come terra deserta

Non mi fermerò un solo un solo istante, io racconterò le tue opere perché sei il mio Dio unico bene, nulla mai potrà la notte contro di me.

3.BENEDICI, O SIGNORE Nebbia e freddo, giorni lunghi e amari mentre il seme muore. Poi il prodigio antico e sempre nuovo del primo filo d'erba. E nel vento dell'estate ondeggiano le spighe, avremo ancora pane. Benedici o Signore questa offerta che portiamo a Te facci uno come il pane che anche oggi hai dato a noi. Nei filari dopo il lungo inverno fremono le viti. La rugiada avvolge nel silenzio i primi tralci verdi. Poi i colori dell'autunno coi grappoli maturi, avremo ancora vino. Benedici o Signore questa offerta che portiamo a Te facci uno come il vino che anche oggi hai dato a noi.

6. ALLELUIA IRLANDESE Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia

Cantate al Signore con gioia grandi prodigi ha compiuto cantatelo in tutta la terra.

7. ALLELUIA Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia alleluia, alleluia, alleluia, alleluia. Questa tua parola non avrà mai fine, ha varcato i cieli e porterà il suo frutto.

9

zione della Vergine, la Beata Margherita di Lorena, duchessa di Alençon e

S. Teresa del Bambin Gesù.

- Il portico gotico-fiammeggiante.

Casa natale

Una scenografia prepara un in-

contro intimo e toccante con la

famiglia Martin, qui dove visse dal

1871 al 1877. Sono raccolti, in-

fatti, i ricordi dei genitori (Louis e

Zélie) e delle cinque figlie: Marie,

Pauline, Leonie, Céline e Thérèse.

L’allestimento cattura l’attenzione

in ogni modo, così che ogni mo-

mento trascorso in questo luogo crea una vera emozione. L’interesse

della visita della Casa, oggi, è la misura dell’autenticità e dell’intensità

dell’incontro con una famiglia che ha vissuto nel diciannovesimo secolo

nella fede cristiana.

Cinque spazi di accoglienza:

- La sala di accoglienza offre informazioni sull’origine della famiglia, il

contesto di vita ad Alençon i luoghi frequentati, con foto, genealogia,

storia familiare, disegni esplicativi.

- Una galleria permette un primo approccio, più intimo, con la famiglia,

gli oggetti personali.

- Nell’auditorio, un filmato illustra i ricordi di Zélie, ci fa vivere la vita

quotidiana di questa famiglia, le loro difficoltà, le loro gioie, i dolori, le

preoccupazioni.

- La casa: In ogni spazio del piano terreno, i mobili e gli oggetti sono mes-

si in risalto da effetti di luce e suono. Al primo piano, si scoprono le stan-

ze delle figlie più grandi, degli amici e la camera dei genitori (stanza nata-

le di Teresa) che si apre sulla cappella.

- La cappella costruita fra il 1925 e il 1928 evoca con sculture e disegni la

vita di Santa Teresa. Il nuovo altare e il reliquiario dei beati Zélie e Louis

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Martin e della figlia Teresa sono creazioni contemporanee.

Da vedere inoltre Il museo di Belle Arti e del Pizzo: il pizzo al punto di Alençon è una tradi-

zione unica al mondo.

La città di Lisieux è conosciuta nel mondo grazie a Thérèse Martin, più cono-

sciuta con il nome di Santa Teresa del Bambin Gesù. Lisieux è considerata

come la seconda città meta di pellegrinaggio in Francia (dopo Lourdes) con

circa un milione di visitatori all'anno. La Basilica di Santa Teresa di Lisieux,

costruita in suo onore, custodisce le reliquie della Santa. In seguito alla bea-

tificazione nel 2008, la cripta custodisce le reliquie dei Santi Louis e Zélie

Martin, genitori di Santa Teresa di Lisieux, canonizzati nel 2015.

Con la sua lunga e ricca storia, Lisieux conserva numerose testimonianze dei

fasti del passato. Dalla nascita della Normandia fino alla Rivoluzione France-

se, Lisieux è stata la sede del vescovato.

A quell'epoca, la città era amministrata da vescovi-conti che plasmarono la

città in quei secoli. Di quel periodo rimane tutto il quartiere, chiamato

"Quartier Canonal", nel quale si può ancora oggi ammirare la Cattedrale

(une delle prime cattedrali di stile gotico normanno), il Palazzo Episcopale,

l'hôtel du Haut Doyenné, il Giardino del Vescovo, le canoniche…

La Basilica L’idea di costruire una basilica a Lisieux in onore di colei che stava per essere

canonizzata nel 1925 incontrò molte opposizioni nel clero del luogo. La città

possedeva già parecchi edifici religiosi; si pensava d’altra parte che la devo-

zione a Teresa, favorita dalla pietà dei soldati di trincea durante la guerra

1914-1918, sarebbe stata di breve durata.

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2. VIENI SPIRITO

Invochiamo la tua presenza, vieni Signor. Invochiamo la tua presenza, scendi su di noi. Vieni consolatore e dona pace e umiltà. Acqua viva d'amore questo cuo-re apriamo a Te.

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi! (bis) Vieni su noi, Maranathà, vieni su noi Spirito! Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi! (bis) Scendi su di noi.

Invochiamo la tua presenza, vieni Signor. Invochiamo la tua presenza, scendi su di noi. Vieni luce dei cuori, dona forza e fedeltà. Fuoco eterno d’amore questa vita offriamo a Te.

1. Christ aujourd’hui nous appelle, Christ aujourd’hui nous envoie! Vive le Seigneur qui nous aime, Dieu nous donne sa joie. (bis)

1. Ses chemins vous conduisent vers la vie. Partez loin, l’aventure est infinie! Vous serez ses témoins, vous qu’il nomme ses amis! 2. Ses chemins sont amour et vérité. Le bon grain, Dieu lui-même l’a semé. Vous serez ses témoins, la parole va germer. 3. Ses chemins vous libèrent de la peur; Dieu soutient les disciples du Sauveur. Vous serez ses témoins, sur les pas du Serviteur. 4. Ses chemins vous entraînent vers la croix; le Dieu saint est présent au Gol-gotha. Vous serez ses témoins, jour de Pâques brillera. 5. Ses chemins vous appellent à tout quitter. Pèlerins, que l’Esprit soit votre paix! Vous serez ses témoins, dans son Peuple à réveiller. 6. Ses chemins vous apprennent à par-tager. Le vrai pain chaque jour vous est donné. Vous serez ses témoins, Dieu prépare son Banquet.

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Cantico di Simeone

Ora lascia, o Signore,

che il tuo servo vada in pace

secondo la tua parola;

perché i miei occhi

han visto la tua salvezza

preparata da te

davanti a tutti i popoli,

luce per illuminare le genti

e gloria del tuo popolo Israele.

Preghiera della Sera Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio per avermi creato, Fatto cristiano e conservato in questo giorno. Perdonami il male oggi commesso, E se qualche bene ho compiuto, accettalo. Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli. La tua grazia sia sempre con me E con tutti i miei cari. Amen

Cantico di Maria

L'anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva.

D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente

e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia

si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,

ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

11

Tutte queste

obiezioni non

hanno ferma-

to il vescovo

allora in cari-

ca, Mons. Le-

monnier. Fin

dal 1925, in-

caricò un ar-

chitetto di

Parigi di pre-

disporre un

progetto preliminare. Ma la basilica proposta suscitò numerose critiche.

Si trovavano le dimensioni esigue e si stimava che, per la Santa più amata

del mondo, occorresse una basilica più bella possibile.

Si chiese allora la stesura di un nuovo progetto all’architetto di fama in-

ternazionale: Luigi Maria Cordonnier della Francia del nord.

Papa Pio XI considerò Teresa, che canonizzò il 17 maggio 1925, la Stella

del suo pontificato. Desiderava ardentemente la costruzione a Lisieux di

un santuario. Il desiderio del Papa contribuì a ridimensionare le opposi-

zioni locali e il 21 settembre 1927, Mons. Lemonnier approvava il pro-

getto di Cordonnier. Mons. Suhard, successo a Mons. Lemonnier qualche

mese più tardi, confermò la decisione del suo predecessore e i primi la-

vori iniziarono nel 1929.

Il 30 settembre 1929, i lavori preliminari erano sufficientemente avanzati

affinchè si potesse posare la prima pietra dell’edificio. Da allora, la co-

struzione proseguì con ritmo accelerato. Nel novembre 1929, Pio XI fece

sapere a Mons. Suhard che bisognava realizzarla «molto grande, molto

bella ed il più velocemente possibile!»

Superficie totale: 4.500 m2; altezza della cupola: 90 m; lunghezza della

basilica: 104 m

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L’11 luglio 1937, al termine dell’undicesimo Congresso Eucaristico Nazio-

nale, il Cardinal Pacelli, futuro Pio XII, benedì solennemente la basilica.

La basilica non ha subìto gravi danni per i bombardamenti del giugno

1944 e gli ultimi lavori (vetrate e mosaici) sono continuati fino all’11 lu-

glio 1954, giorno in cui ebbe luogo la consacrazione del santuario da par-

te di Mons. Martin, arcivescovo di Rouen, sotto la presidenza del Cardi-

nale Feltin, legato del Papa.

La Basilica superiore Nei giorni di grande affluenza, 3.000 pellegrini possono sedersi sui banchi

della basilica e seguire senza difficoltà le cerimonie che si svolgono nel

santuario: nessuna colonna ne impedisce lo sguardo. Negli altri giorni, i

pellegrini amano ammirare i mosaici e le vetrate che sono stati realizzati

negli ateliers di Pietro Gaudin (1908-1973), un artista formatosi negli ate-

liers di arte sacra diretti da Maurizio Denis e Giorgio Desvallières. Alla

loro scuola, Pietro Gaudin ha ritrovato la grande tradizione dei mastri

vetrai del Medioevo: giocare con il colore delle vetrate per creare una

luce che favorisca il raccoglimento… E’ sufficiente un po’ di sole affinchè

le vetrate di Pietro Gaudin diano alla basilica un’atmosfera particolar-

mente suggestiva. Nondimeno, sotto l’influenza del Reverendo Germain,

primo rettore del santuario, l’artista non cedette per niente alla sua pre-

dilezione per l’arte astratta: senza fare delle sue vetrate dei quadri di ve-

tro (come le vetrate del XIX secolo), egli concepì un progetto figurativo,

dando a tutti i pellegrini la possibilità di scoprire, attraverso la sua opera,

l’essenziale del messaggio di Teresa.

La Cripta

La cripta è interamente ricoperta di marmo e di mosaici.

Nel 1958, la decorazione della cripta fu completata con la posa di cinque

mosaici che rappresentano le tappe importanti della vita di Teresa: il

battesimo di Maria Francesca Teresa Martin nella chiesa di Notre-Dame

ad Alençon il 4 gennaio 1873; la prima comunione di Teresa all’abbazia

benedettina di Lisieux l’8 maggio 1884; la guarigione miracolosa di Tere-

sa ai Buissonnets nella festa di Pentecoste il 13 maggio 1883; la profes-

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Benedetto il Signore, Dio di Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti di un tempo, salvezza dai nostri nemici e dalle mani di quanti ci odiano; così Egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua Santa Alleanza, del giuramento fatto ad Abramo nostro padre di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore in santità e giustizia al suo cospetto per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge, per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace.

Preghiera del Mattino Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, Fatto cristiano e conservato in questa notte. Ti offro le azioni della giornata: Fa’ che siano tutte secondo la tua santa volontà Per la maggior tua gloria. Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me E con tutti i miei cari. Amen

Cantico di Zaccaria

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V/. L'angelo del Signore portò l'annuncio a Maria,

R/. ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.

Ave, o Maria, piena di grazia...

V/. "Ecco sono la serva del Signore."

R/. "Avvenga in me secondo la tua parola."

Ave Maria, piena di grazia...

V/. E il verbo si fece carne.

R/. E venne ad abitare in mezzo a noi.

Ave Maria, piena di grazia...

V/. Prega per noi santa madre di Dio.

R/. Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo. Preghiamo: infondi nel nostro

spirito, la tua grazia, o Padre,

tu, che nell'annuncio dell'an-

gelo ci hai rivelato l'incarna-

zione del tuo Figlio, per la

sua passione e la sua croce

guidaci alla gloria della risur-

rezione. Per Cristo nostro Si-

gnore.

Amen.

Tre Gloria.

L’Eterno riposo

Angelus

13

sione di Teresa l’ 8

settembre 1890; la

morte di Teresa il

30 settembre 1897.

Nella cripta si trova

il Reliquiario dei

Beati Luigi e Zelia

Martin, genitori di

santa Teresa.

La Cappella dell’a-

dorazione

È luogo di raccoglimento per adorare, pregare, ringraziare. Vi si accede

dalla Cripta. Il muro di destra è lo stesso della cripta le cui arcate di grani-

to ci ricordano che siamo sempre in Basilica; i banchi sono quelli che era-

no nella chiesa del Carmelo; al di sopra del tabernacolo: l’icona della Tri-

nità.

Il campanile

Tuttora incompiuto, accoglie 51 campane. Il concerto delle campane a

distesa è composto da 6 campane. Sulla più grande, il campanone (9.000

kg), è inciso il motto in bronzo: «Io suono la chiamata dei popoli all’unità

nell’Amore». Alcuni ritornelli di canti sono suonati alle ore e mezz’ore e

cambiano secondo i periodi liturgici.

Il carillon della Basilica di Lisieux, interamente cromatico (cioè che proce-

de ad intervalli di semitoni) e di un’alta qualità sonora, figura ormai, con

le sue 45 campane, tra i più belli d’Europa.

Il Carmelo di Lisieux

Origine dell’Ordine del Carmelo Sul Monte Carmelo, in Terra Santa, vicino all’attuale città di Haifa, si tro-vano delle grotte in cui vissero degli eremiti secondo la tradizione spiri-tuale del Profeta Elia. Nel XIII secolo, alcuni eremiti si riunirono come «fratelli della Vergine Maria» con una regola comune. Il Carmelo era na-

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to. Nel XVI secolo, in Spagna, Teresa d’Avila e Giovanni della Croce riforma-rono profondamente il carmelo, semplificandolo e orientandolo alla pre-ghiera contemplativa, al lavoro nella solitudine di una stretta clausura, alla vita comunitaria. Piccoli «deserti» che pregavano per la salvezza del mon-do. Il Carmelo di Lisieux fu fondato nel 1838. Quando Teresa Martin vi entrò, il 9 aprile 1888, vi si trovavano ventisei suore (età media 47 anni). A quel tempo, le carmelitane pregavano nel coro sei ore e mezza, di cui due di meditazione. Si lavorava per vivere (poveramente) ed erano previste due ore di ricreazione comune. I digiuni erano severi. In inverno ci si alzava alle ore 5.45. Ci si coricava alle ore 23. Fu in un Carmelo autenticamente missionario che entrò la futura «patrona delle missioni». Infatti, nel 1861, il Carmelo di Lisieux aveva fondato a Sai-gon (l’odierna Hô Chi Minh) il primo Carmelo dell’Estremo Oriente. Il seme partito da Lisieux divenne fecondo, poichè parecchi carmeli sorsero presto in Estremo Oriente. Da Saigon nacquero: Hanoi (Vietnam), Phnom-Penh (Cambogia) e, da essi, successivamente: Hué (Vietnam), Bui-Chu (Vietnam), Ilo-Ilo (Filippine), Bangkok (Thailandia), Manila (Filippine), Thanh-Hoa (Vietnam), Yunnan-Pu (Cina) e Singapore (Singapore). Fu in quest’atmosfera missionaria che Teresa ha vissuto. Se nel 1896 non si fosse ammalata, sarebbe certamente partita per il Tonchino (= regione settentrionale del Vietnam). Teresa Martin era entrata al Carmelo di Li-sieux che dove-va essere, per lei, «il deserto in cui il Buon Dio voleva che lei si nascon-desse», ci veni-va per «salvare le anime e so-prattutto per

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In ascolto di Santa Teresa:

Madre mia, quando capii che mi era impossibile far qualcosa con le mie forze, il compito datomi da lei non mi parve più difficile, sentii che la sola cosa necessaria era di unirmi sempre più intimamente col Signore, e «il resto mi verrà dato per soprappiù». In realtà, la mia speranza non è stata mai delusa, il buon Dio si è degnato di colmare la mia piccola mano quan-te volte ciò è stato necessario per nutrire l'anima delle mie sorelle. Le con-fesso, Madre cara, che se mi fossi appoggiata sia pur pochissimo alle mie proprie forze, avrei ben presto reso le armi. Da lontano pare tutto rosa far del bene alle anime, far loro amare Dio più e meglio; insomma, modellarle secondo le nostre vedute e secondo i nostri pensieri personali. Da vicino, è tutto il contrario, la tinta rosa è scomparsa, si sente che far del bene è tanto impossibile senza il soccorso del Signore quanto far brillare il sole in pie-na notte. Si sente che bisogna assolutamente dimenticare i propri gusti, i nostri concetti personali, e guidare le anime sul cammino che Gesù ha tracciato loro, senza tentare di farle camminare sulla nostra via. Lei lo sa, Madre, ho sempre desiderato essere una santa ma ahimé! ho sempre constatato, quando mi sono confrontata con i santi, che tra loro e me c'è la stessa differenza che esiste tra una montagna la cui vetta si perde nei cieli e il granello di sabbia oscuro calpestato sotto i piedi dei passanti. Invece di scoraggiarmi mi sono detta: il Buon Dio non potrebbe ispirare desideri irrealizzabili: quindi nonostante la mia piccolezza posso aspirare alla santità; crescere, mi è impossibile, mi devo sopportare per quello che sono con tutte le mie imperfezioni, ma voglio cercare il modo di andare in Cielo per una via bella dritta, molto corta, una piccola via tutta nuova. Sia-mo in un secolo di invenzioni, ora non vale più la pena di salire i gradini di una scala, dai ricchi un ascensore la sostituisce vantaggiosamente. Vor-rei trovare anch'io un ascensore per innalzarmi fino a Gesù, perché sono troppo piccola per salire la dura scala della perfezione. Allora ho cercato nei libri santi l'indicazione dell'ascensore oggetto del mio desiderio e ho letto queste parole uscite dalla bocca della Sapienza Eterna: Se qualcuno è piccolissimo, venga a me. Allora sono venuta intuendo di aver trovato ciò che cercavo; e volendo sapere, o mio Dio! ciò che faresti al piccolissimo che rispondesse alla tua chiamata ho continuato le mie ricerche ed ecco quello che ho trovato: “Come una madre accarezza il figlio, così io vi con-solerò, vi porterò in braccio e vi cullerò sulle mie ginocchia!” Ah! mai pa-role più tenere, più melodiose, hanno rallegrato la mia anima: l'ascensore che mi deve innalzare fino al Cielo, sono le tue braccia, o Gesù! Per que-sto non ho bisogno di crescere, anzi bisogna che io resti piccola, che lo diventi sempre di più.

Storia di un'anima: Manoscritto C

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Vespri INNO

SALMO 124 Il Signore custodisce il suo popolo Chi confida nel Signore è come il monte Sion: * non vacilla, è stabile per sempre. I monti cingono Gerusalemme: † il Signore è intorno al suo popolo, * ora e sempre. Egli non lascerà pesare lo scettro degli empi * sul possesso dei giusti, perché i giusti non stendano le mani * a compiere il male. La tua bontà, Signore, sia con i buoni * e con i retti di cuore. Quelli che vanno per sentieri tortuosi † il Signore li accomuni alla sorte dei malvagi: * Pace su Israele!

SALMO 130 Confidare in Dio come il bimbo nella madre Signore, non si inorgoglisce il mio cuore * e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, * superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno † come bimbo svezzato in braccio a sua madre, * come un bimbo svezzato è l’anima mia. Speri Israele nel Signore, * ora e sempre.

LETTURA Mc 9,30-37

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva lo-ro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccide-ranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capi-vano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

CANTICO DI MARIA (pag. 38), PADRE NOSTRO...

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pregare per i sacerdoti». Il Carmelo di Lisieux festeggiava in quell’anno i cinquant’anni di fondazione. La Chiesa del Carmelo Appena superata la soglia della chiesa del Carmelo, il pellegrino si trova in comunione con Santa Teresa, che qui visse dal 9 aprile 1888 al 30 settembre 1897. Se vuole, può anche unirsi alla preghiera comunitaria delle carmelitane. La chiesa è la stessa che ha visto Teresa, anche se nel tempo ha subito alcune modifiche: come per esempio l’aggiunta, nel 1923, della cappella del Reliquiario e della navata laterale. Nella cappella del Reliquiario, il pellegrino può venerare i resti mortali della Santa: qualche osso è inserito nella statua che rappresenta Teresa sul suo letto di morte; la maggior parte delle reliquie è rinchiusa nel cofa-netto posto sotto il Reliquiario. L’ultima domenica di settembre le reli-quie vengono condotte processionalmente attraverso la città. Al di sopra del Reliquiario si trova la statua della Vergine Maria, la stessa che il 13 maggio 1883 ai Buissonnets, guarì la piccola Teresa con il «suo incantevole sorriso». I Buissonnets Nel novembre 1877, poco dopo il decesso della signora Martin, la fami-glia si stabilisce a Lisieux in questa casa presa in affitto, che si trova un po’ fuori dalla città, sulla strada per Pont-l’Evêque, nel vicolo «Chemin du Paradis». Teresa Martin vi passerà undici anni della sua vita fino all’en-trata in Carmelo. La prima impressione che colpisce il pellegrino, entrando ai Buissonnets, è un’atmosfera di calma e di pace. In questo clima sereno, egli immagina spontaneamente una Teresa felice di vivere, circondata dall’affetto del papà e delle sorelle. Teresa stessa, raccontando i suoi ricordi d’infanzia, conferma come la sua vita ai Buissonnets fosse «veramente felice». Senza dimenticare co-munque ciò che Teresa scrisse parlando del periodo della sua vita che va «dai quattro anni e mezzo fino ai quattordici»: quello fu «il più doloroso della mia esistenza». In effetti, fu ai Buissonnets che venne privata della presenza, per la loro

entrata al Carmelo, delle due sorelle maggiori che le avevano fatto da

seconda mamma dopo la morte della signora Martin.

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Nondimeno questa dimora circondata da alberi fu «il dolce nido d’infan-

zia» della piccola Teresa. Guardando le diverse stanze, possiamo immagi-

nare qualche episodio della sua infanzia e della sua adolescenza: il cami-

netto della cucina ricorda la grande grazia del Natale 1886; la sala da

pranzo in cui si consumò l’ultimo pasto di Teresa, prima della sua entrata

al Carmelo; la camera della sorella Maria in cui, la domenica del 13 mag-

gio 1883, Teresa fu guarita dalla Vergine Maria; la camera dove sono

esposti i suoi giochi.

La statua del giardino ci riporta al coraggio che ebbe, il 29 maggio 1887,

festa di Pentecoste, di chiedere a suo padre il permesso di entrare al Car-

melo il più presto possibile.

La Cattedrale Saint-Pierre

Si deve al vescovo Arnoult, amico del

re Luigi VI e consigliere del duca di

Normandia, la costruzione dell’attua-

le cattedrale. La iniziò nel 1149, di

ritorno dalla seconda crociata in cui

accompagnava il Re di Francia.

La Cattedrale subì nel tempo parec-

chie vicissitudini: fu parzialmente di-

strutta da un incendio nel 1226; la

torre settentrionale crollò nel 1554;

nel 1793, le campane furono fuse e la

cattedrale divenne sede delle feste

nel periodo della Rivoluzione. Resa di

nuovo al culto nel 1802, fu risparmia-

ta, come l’insieme dell’antico palazzo

episcopale (l’attuale palazzo di giusti-

zia) dai bombardamenti del 1944.

La storia ci dice che la sede episcopale di Lisieux fu occupata, dal 1432 al

1442, da Mons. Pierre Cauchon, collaboratore degli inglesi che in quel

33

In ascolto di Santa Teresa:

Per molto tempo mi sono chiesta perché il buon Dio avesse delle preferenze, perché non tutte le anime ricevessero grazie in ugual misura (…). Gesù si è degnato di istruirmi su questo mistero: mi ha messo davanti agli occhi il libro della natura e ho capito che tutti i fiori che ha creato sono belli, che lo splen-dore della rosa e il candore del giglio non tolgono il profumo alla piccola vio-letta o la semplicità incantevole alla pratolina… Ho capito che, se tutti i fiori piccoli volessero essere rose, la natura perderebbe il suo manto primaverile, i campi non sarebbero più smaltati di fiorellini … Così avviene nel mondo del-le anime che è il giardino di Gesù. Egli ha voluto creare i grandi santi che possono essere paragonati al giglio e alle rose, ma ne ha creati anche di più piccoli e questi devono accontentarsi di essere delle pratoline o delle violette destinate a rallegrare lo sguardo del buon Dio quando Egli lo abbassa verso terra: la perfezione consiste nel fare la sua volontà, nell'essere ciò che Egli vuole che noi siamo. Storia di un'anima: Manoscritto A Come è grande la potenza della preghiera! La si direbbe una regina che ha in ogni momento libero accesso presso il re e che può ottenere tutto ciò che chie-de. Non è affatto necessario per essere esaudite leggere in un libro una bella formula composta per la circostanza; se così fosse, ahimè! come sarei da com-patire! A parte l'Ufficio divino, che sono indegnissima di recitare, non ho il coraggio di sforzarmi a cercare nei libri le belle preghiere: ciò mi fa male alla testa, ce ne sono tante! E poi sono tutte belle, le une più delle altre. Non ce la farei a dirle tutte, e, non sapendo quale scegliere, faccio come i bimbi che non sanno leggere, dico molto semplicemente al buon Dio quello che gli voglio dire, senza far belle frasi, e sempre mi capisce. Per me la preghiera è uno slan-cio del cuore, è un semplice sguardo gettato verso il Cielo, è un grido di grati-tudine e di amore nella prova come nella gioia, insomma è qualche cosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l'anima e mi unisce a Gesù.

Storia di un'anima: Manoscritto A Cara Celinetta, avrei voluto poter rispondere prima alla sua lettera che m'ha recato tanta gioia; la quaresima me l'ha impedito, ma è venuto finalmente il tempo pasquale, e ora posso dire alla cara cuginetta quanto vivamente parteci-po alla sua felicità. La grande pace che prova è per me un segno manifestissi-mo della volontà del buon Dio, perché è lui solo che può riversarla nella sua anima e la gioia che gusta sotto il suo sguardo divino non può venire che da lui. Cara Celina, non posso testimoniarle il mio affetto come farei se fossi an-cora nel mondo, ma non è per questo meno vivo; anzi, sento che nella solitu-dine, le sarò più utile che se avessi la consolazione di esserle vicina. Le grate del Carmelo non sono fatte per separare i cuori che si amano in Gesù; servono piuttosto a rendere più forti i vincoli che li uniscono. (26 marzo 1894)

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32

SALMO 66 Tutti i popoli glorifichino il Signore Dio abbia pietà di noi e ci benedica, * su di noi faccia splendere il suo volto perché si conosca sulla terra la tua via, * fra tutte le genti la tua salvezza. Ti lodino i popoli, Dio, oppure Laudate omnes gentes, Laudate Dominum.

ti lodino i popoli tutti. Laudate omnes gentes, laudate Dominum. Esultino le genti e si rallegrino, † perché giudichi i popoli con giustizia, * governi le nazioni sulla terra.

La terra ha dato il suo frutto. * Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio * e lo temano tutti i confini della terra.

LETTURA Gc 4,1-10

Fratelli miei, da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, sie-te invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non ave-te perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni. Gente infedele! Non sapete che l’amore per il mondo è nemico di Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O for-se pensate che invano la Scrittura dichiari: «Fino alla gelosia ci ama lo Spirito, che egli ha fatto abitare in noi»? Anzi, ci concede la grazia più grande; per questo dice: «Dio resiste ai superbi, agli umili invece dà la sua grazia». Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi. Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Peccatori, purificate le vostre mani; uomini dall’animo indeciso, santificate i vostri cuori. Rico-noscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza. Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.

INNO

Martedì 25 febbraio Lodi mattutine

CANTICO DI ZACCARIA (pag. 37 ), PADRE NOSTRO… 17

tempo occupavano la zona; lo stesso che l’anno precedente, nel 1431,

aveva fatto condannare Giovanna d’Arco al rogo come eretica.

Ma il pellegrino di Lisieux è attirato da un altro motivo: la cattedrale fu il

luogo in cui Teresa partecipò alla vita della Chiesa durante la sua giovi-

nezza. Qui, infatti, Teresa ha partecipato all’Eucaristia per più di dieci an-

ni con il papà e le sorelle. Nel deambulatorio (= corridoio intorno al coro)

sud, una statua moderna di Lambert-Rucky ricorda il posto in cui Teresa

assisteva alla messa solenne domenicale. Durante la settimana, invece

assisteva alla messa nella cappella absidale, edificata da Pierre Cauchon.

Nel deambulatorio settentrionale, vicino al portale, si trova la cappella in

cui don Ducellier, allora vicario, ascoltò la prima confessione di Teresa.

Capitale della Beauce, Chartres è famosa per la cattedrale di Notre-Dame,

edificio religioso riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità.

Eretta su un promontorio che sovrasta il fiume Eure, la cattedrale di Char-

tres rappresenta un capolavoro di arte gotica. Questo importante luogo di

pellegrinaggio, splendidamente conservato e dall'architettura armoniosa

grazie alla rapidità con cui fu completato, figura tra le più grandi cattedrali

gotiche di tutta la Francia. Le facciate, ornate da migliaia di sculture, e in

particolare il portale reale, non possono che suscitare l'ammirazione gene-

rale. L'incanto prosegue all'interno dell'edificio. Infatti, la cattedrale custo-

disce importanti vetrate antiche del XII e XIII secolo, nonché il magnifico

recinto di un coro.

Cattedrale di Chartres

La cattedrale Notre-Dame di Chartres è il principale luogo di culto cattolico

di Chartres, nel dipartimento dell'Eure-et-Loir, nel nordovest della Francia,

basilica minore (dal 1908) e sede vescovile dell'omonima diocesi.

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La figura più importante nella sto-

ria di questa diocesi fu il vescovo

Fulberto, teologo scolastico rico-

nosciuto in tutta Europa, che co-

minciò nell'XI secolo la costruzio-

ne della cattedrale sull'area pre-

cedentemente occupata da un

antico santuario pagano.

Grande luogo di pellegrinaggi,

principalmente grazie al rinnova-

to interesse per il cammino di

Santiago di Compostela di cui

Chartres è una tappa per i pelle-

grini che vengono per la via di

Parigi, questa cattedrale e le sue torri dominano la città e la circostante

piana della Beauce, risultando visibili da molte decine di chilometri di

distanza.

La cattedrale è classificata dal 1862 come monumento storico di Francia

e nel 1979 l'UNESCO l'ha dichiarata Patrimonio culturale dell'Umanità.

L'edificio costruito dal vescovo Fulberto fu distrutto nel 1194 a causa di

un incendio e immediatamente si cominciarono i lavori di ricostruzione,

che durarono circa 60 anni. L'aggiunta più importante è la torre a nor-

dest, la Clocher Neuf, conclusa nel 1513.

La cattedrale è stata costruita da operai specializzati, chiamati compa-

gnons, riuniti in confraternite. In questo periodo, esistevano tre confra-

ternite: i Bambini di Padre Soubise, i Bambini del Maestro Jacques, e i

Bambini di Salomone legati all'Ordine del Tempio. Questi ultimi hanno

lasciato incisi, sulle pietre o sulle travi, dei segni che sono le loro firme.

Le tracce principali dei piani costruttivi, basate sul sistema di numerazio-

ne duodecimale, furono messe in pratica direttamente dagli operai gra-

zie alla corda a tredici nodi, uno degli strumenti dei compagnons.

31

In ascolto di Santa Teresa: Lunedì 9 aprile (1888), giorno nel quale il Carmelo celebrava la festa dell'Annunciazione, rimandata a causa della quaresima, fu scelto come data del mio ingresso. La sera avanti tutta la famiglia era riunita intorno alla tavo-la alla quale io sedevo per l'ultima volta. Ah, come sono lancinanti quelle riunioni intime! Quando si vorrebbe vedersi dimenticate, ci vengono prodi-gate le carezze, le parole più tenere, che ci fanno sentire il sacrificio della separazione. Papà non diceva quasi nulla, ma il suo sguardo si fissava su me con amore. La zia piangeva di quando in quando, e lo zio mi usava mille pre-mure affettuose.(…) La mattina del gran giorno, dopo aver dato un ultimo sguardo ai Buissonnets, nido grazioso della mia infanzia che non avrei rivisto mai più, partii al braccio del mio caro Re per salire la montagna del Carme-lo... Come la vigilia, tutta la famiglia si trovò riunita per ascoltare la santa Messa e ricevere la Comunione. Appena Gesù discese nel cuore dei miei ca-ri, intorno a me non intesi altro che singhiozzi, io sola non piansi, ma il cuore mi batteva con tanta violenza che mi parve impossibile fare un passo quando ci accennarono di avviarci verso la porta conventuale; mi mossi, tuttavia, pur domandandomi se non sarei morta, tanto mi martellava il cuore. Che mo-mento fu quello! Bisogna esserci passati per sapere che cos'è. La mia emozione non si tradì all'esterno: dopo avere abbracciato tutti i miei cari, m'inginocchiai dinanzi al mio incomparabile Padre, chiedendogli la be-nedizione; per darmela, si mise egli stesso in ginocchio e mi benedisse pian-gendo. Fu uno spettacolo che dovette far sorridere gli angeli, quel vegliardo il quale presentava al Signore la figlia ancora nella primavera della vita. (…) Ah! ero pienamente ricompensata di tutte le mie prove. Con quale gioia pro-fonda ripetevo queste parole: «Per sempre, sono qui per sempre!...». Felicità non effimera, che non sarebbe svanita con «le illusioni dei primi giorni». Le illusioni... Dio mi ha fatto la grazia di non averne entrando nel Carmelo; ho trovato la vita religiosa tal quale me l'ero figurata, nessun sacri-ficio mi ha meravigliata, eppure, Madre mia cara, lei lo sa, i miei primi passi hanno incontrato più spine che rose! Sì, la sofferenza mi ha teso le braccia, e mi ci sono gettata con amore. Quello che venivo a fare nel Carmelo lo di-chiarai ai piedi di Gesù Ostia, nell'esame che precedette la mia professione: «Sono venuta per salvare le anime, e soprattutto a pregare per i sacerdoti». Quando si vuole conseguire uno scopo, occorre prendere i mezzi adeguati: Gesù mi fece capire che voleva darmi delle anime per mezzo della croce e la mia attrattiva per il dolore crebbe in proporzione con la sofferenza. Per cin-que anni quella fu la mia strada; ma al difuori niente rivelava il mio patire, tanto più doloroso in quanto lo conoscevo io sola. Ah, quali sorprese avre-mo, alla fine del mondo, leggendo la storia delle anime! Quanti stupiranno vedendo per quale via è stata condotta l'anima mia!

Storia di un'anima: Manoscritto A

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Beato chi trova in te la sua forza * e decide nel suo cuore il santo viaggio. Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente, * anche la prima pioggia l’ammanta di benedizioni. Cresce lungo il cammino il suo vigore, * finché compare davanti a Dio in Sion. Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera, * porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe. Vedi, Dio, nostro scudo, *guarda il volto del tuo consacrato. Per me un giorno nei tuoi atri * è più che mille altrove, stare sulla soglia della casa del mio Dio * è meglio che abitare nelle tende degli empi. Poiché sole e scudo è il Signore Dio; † il Signore concede grazia e gloria, * non rifiuta il bene a chi cammina con rettitudine. Signore degli eserciti, *beato l’uomo che in te confida.

LETTURA Is 66, 10-14c Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia con essa voi tutti che avete partecipato al suo lutto. Così succhierete al suo petto e vi sazierete delle sue consolazioni; succhierete, deliziandovi, all'abbondanza del suo seno. Poiché così dice il Signore: «Ecco io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la prosperità; come un torrente in piena la ricchezza dei popoli; i suoi bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezza-ti. Come una madre consola un figlio così io vi consolerò; in Gerusalem-me sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saranno rigogliose come erba fresca. La mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi». CANTICO DI ZACCARIA, (pagina 37) PADRE NOSTRO...

19

Enrico IV fu l'unico Re di Francia consacrato in questa cattedrale e non a

Reims secondo la tradizione. Parigi era in effetti retta dai cattolici, che si

opponevano al re a causa della sua religione protestante. In quest'occa-

sione il monarca avrebbe pronunciato la celebre frase: «Parigi vale bene

una messa». Egli si convertì al cattolicesimo e fu consacrato re di Francia;

da allora i protestanti si arresero progressivamente.

La facciata principale della cattedrale è rivolta a ovest.

Il prospetto è incorniciato tra due torri. La più antica è quella di sinistra,

iniziata nel 1134 e completata nel 1516 con la realizzazione dell'elaborata

cuspide in gotico flamboyant, opera di Jehan de Beauce, in seguito alla

distruzione di quella in legno della fine del XII secolo, andata distrutta in

un incendio nel 1506; ospita un concerto di sette campane fuse nel 1845

a eccezione di quella denominata Timbre, risalente al 1520. La torre di

destra fu invece costruita tra il 1142 e il 1170, probabilmente inspirandosi

al campanile della chiesa abbaziale della Santissima Trinità a Vendôme.

Al centro della facciata, in basso, si apre il cosiddetto portail royal, costi-

tuito da tre ingressi affiancati, ornato da 24 grandi statue (oggi ne restano

19) e più di 300 figure che formano una decorazione in armonia con l'ar-

chitettura della cattedrale. La decorazione dietro le statue presenta anco-

ra influenze dello stile romanico precedente: intrecci, colonnine e foglie

d'acanto testimoniano gli influssi dell'arte meridionale. Grandioso esem-

pio di arte gotica, il portale presenta temi metafisici, episodi della vita di

Cristo (arcata di destra, con la nascita di Gesù), ma anche i mestieri legati

alle stagioni e ai segni dello zodiaco. Si trovano varie figure favolose tratte

dai bestiari medievali, come nel caso delle raffigurazioni a destra della

torre (facendo il giro dell'edificio sulla destra) ove troviamo un asino che

suona la viola e una scrofa che fila. Il linguaggio figurativo è innovato ri-

spetto allo schema chiuso del romanico, in quanto si tratta di una rappre-

sentazione continua in cui le scene si succedono una dopo l'altra seguen-

do il filo della narrazione, come in un procedimento cinematografico.

Il portale della facciata settentrionale del transetto, anch'esso costituito

da tre ingressi, è chiamato "portale dell'Alleanza" e venne scolpito tra

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1205 e il 1210. Il ciclo iconografico presenta alcune scene dell'Antico Te-

stamento e della vita della vergine Maria: in quello di sinistra vi sono l'Annun-

ciazione (statue di sinistra), la Visitazione (statue di destra) e la Nascita di Gesù

(lunetta); in quello centrale Eliseo ed Elia (alle estremità), Melchisedec, Abramo, Mosè,

Samuele e Davide (statue di sinistra), Isaia, Geremia, Simeone, Giovanni Battista e Pie-

tro (statue di destra), la Dormitio Virginis (architrave) e Incoronazione di Maria

(lunetta); in quello di destra Sansone, la Regina di Saba e Salomone (statue di destra),

Gesù figlio di Sirach, Giuditta e Gedeone (statue di destra), Giobbe (architrave) e il Giu-

dizio di Salomone (lunetta).

Il portale della facciata meridionale ha una struttura analoga a quello

del prospetto nord, con tre ingressi aggettanti: quello centrale presenta nella

lunetta una raffigurazione del Giudizio universale e nella strombatura le statue di dieci

degli Apostoli; quello di sinistra è dedicato ai santi martiri (statue della strombatura), in

particolare a santo Stefano (lunetta), mentre quello di destra ai confessori, con scene

emblematiche della vita di San Nicola e San Martino nella lunetta.

Interno

La cattedrale presenta una struttura a croce latina con tre navate di sei

campate, tripartizione presente anche nei due bracci del transetto (di tre

campate ciascuno) e nel coro (di quattro campate), con le navatelle che

si ricongiungono intorno all'abside semicircolare formando un deambu-

latorio con cappelle radiali. Le navate laterali, che come quella mediana

presentano volte a crociera, sono separate da arcate ogivali poggianti su

pilastri polistili e sormontate da un triforio.

Il labirinto di Chartres, opera del XII secolo, è una figura geometrica cir-

colare inscritta in larghezza sul pavimento della navata centrale. Rappre-

senta un percorso continuo lungo 261,5 m che va dall'esterno all'interno

del cerchio, con una successione di curve e archi di cerchi concentrici.

Una delle sue particolarità è che i percorsi, sia dal centro che dal perime-

tro, presentano la stessa successione di curve e archi.

È un labirinto unicursale con una sola via d’uscita, una sorta di percorso

salvifico, motivato dall'anelito alla trascendenza, e articolato nel discer-

nere il bene e dal male. Alcuni pensano che il labirinto rappresenti un

cammino simbolico che porta l'uomo dalla terra a Dio e che il centro del

29

Alleluia Rallegriamoci ed esultiamo, * rendiamo a lui gloria.

Alleluia Sono giunte le nozze dell'Agnello; * la sua sposa è pronta.

Gloria al Padre e al Figlio…

LETTURA Mt 5,38-48 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemi-co”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perse-guitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. In-fatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fan-no così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dun-que, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

CANTICO DI MARIA (pagina 38) PADRE NOSTRO…

SALMO 83 Desiderio del tempio del Signore Quanto sono amabili le tue dimore, * Signore degli eserciti! L’anima mia languisce * e brama gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne * esultano nel Dio vivente. Anche il passero trova la casa, *

la rondine il nido, dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, * mio re e mio Dio. Beato chi abita la tua casa: * sempre canta le tue lodi!

Lunedì 24 febbraio Lodi mattutine INNO

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talvolta strani, come lo prova questo passo di una lettera di Mamma: «La bambina è una birichina senza eguali, mi ha carezzata augurandomi la morte: "Oh, come vorrei che tu morissi, povera Mammina mia!..."; la si rimproverava e lei mi fa: "Ma è perché tu possa andare in Cielo, giacché tu dici che bisogna morire per andarci!". E in modo simile augura la mor-te al Babbo, quand'è nei suoi trasporti d'amore». (…) Il rito commovente della Estrema Unzione mi si impresse nell'anima, ve-do ancora il posto mio accanto a Celina, eravamo tutte e cinque per ordine d'età e c'era il caro povero Babbo: singhiozzava. Il giorno stesso, o l'indomani, del transito di Mamma egli mi prese tra le braccia e mi disse: «Vieni a dare un ultimo bacio alla tua povera Mam-ma»; senza dir nulla accostai le labbra alla fronte di mia Madre tanto ama-ta. Non ricordo d'aver pianto molto, non parlavo con nessuno dei senti-menti profondi che provavo. Guardavo e ascoltavo... nessuno aveva tem-po per occuparsi di me, perciò vedevo bene le cose che avrebbero voluto nascondermi; una volta mi trovai di fronte al coperchio della bara; mi fer-mai lungamente ad osservarlo, non ne avevo mai visti, e tuttavia capivo... Ero tanto piccina che, nonostante la statura non alta di Mamma, ero co-stretta ad alzar la testa per vedere la parte superiore, e mi pareva tanto grande. tanto triste... Quindici anni dopo mi trovai dinanzi a un'altra bara, di Madre Genoveffa, era uguale a quella di Mamma e io mi credetti anco-ra ai giorni dell'infanzia! Tutti i ricordi sciamarono in folla, era pur la stessa Teresina di allora che guardava, ma nel frattempo era cresciuta e la bara le pareva piccola; non occorreva più sollevare la testa per vederla. Ora alzava il viso soltanto per contemplare il Cielo che le appariva pieno di gioia, perché tutte le sofferenze di lei erano finite e l'inverno dell'anima sua era passato per sempre. Storia di un'anima: Manoscritto A

INNO

CANTICO Ap 19, 1-7 Le nozze dell'Agnello

Alleluia Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio; * veri e giusti sono i suoi giudizi.

Alleluia Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servi, * voi che lo temete, piccoli e grandi.

Alleluia Ha preso possesso del suo regno il Signore, * il nostro Dio, l'Onnipotente.

Vespri

21

la figura rappresenti appunto la città di Dio, altri pensano (seguendo la

corrente catara) che sia un Sancta Sanctorum, un percorso che permette

il cammino interiore per giungere a Dio attraverso la preghiera e che cul-

mina proprio nella rosa a sei petali che alcuni credono essere l'emblema

della preghiera del Padre nostro. Il percorso del labirinto non consiste so-

lo nell'andare verso il centro, ma anche nel ripartire da lì. Il pellegrino è

invitato a seguire la linea

tracciata davanti a lui, in

modo da salire verso il coro

della cattedrale, verso

oriente, cioè la luce

(evitando così un viaggio,

spesso pericoloso, verso i

luoghi di pellegrinaggio). Il

labirinto ha un'area pari a quella del rosone centrale e il giorno del solsti-

zio d'estate (20 o 21 giugno), all'ora che corrisponde al mezzogiorno e

attualmente si colloca intorno alle 14, un raggio di sole filtra da un foro

della vetrata di Sant'Apollinare, nella navata laterale occidentale, illumi-

nando una lastra di pietra più bianca e posta di sbieco rispetto alle altre

che formano il pavimento; su questa, il raggio si posa su di uno sbalzo me-

tallico leggermente dorato, fissato forando la pietra.

La reliquia del velo della Vergine

Si tratta di una reliquia molto importante che fu offerta nell'876 alla catte-

drale da Carlo il Calvo, imperatore del Sacro Romano Impero. Secondo la

tradizione, questo velo è la camicia che portava Maria al momento

dell'Annunciazione, quando concepì il Verbo. Questa importante reliquia

fu meta di numerosi pellegrinaggi. Durante l'incendio della vecchia chiesa,

nel 1194, si credette che la reliquia fosse andata perduta ma venne ritro-

vata intatta: questo fu interpretato come il fatto che la vergine Maria de-

siderava una chiesa più grande per la sua reliquia e così si spiegano l'entu-

siasmo e la rapidità con cui la nuova cattedrale fu costruita.

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Vetrate

La cattedrale di Chartres

possiede ad oggi le vetra-

te più importanti risalenti

al XIII secolo, che presen-

tano un colore blu parti-

colare e inimitabile (è

noto anche come "blu di

Chartres"). Comprese le

rosette, le 176 vetrate

coprono una superficie di 2600 m². Raffigurano principalmente santi e per-

sonaggi biblici: Noè, Giuseppe, il buon samaritano, il figliol prodigo, ma an-

che episodi della leggenda aurea di Jacopo da Varazze. Certe vetrate del XII

secolo sono ancora presenti nell'edificio, essendosi salvate dall'incendio

del 1194, che portò al rifacimento gotico della cattedrale: le più antiche

risalgono all'epoca dell'abate Suger, verso il 1140, e sono tra le più antiche

vetrate del mondo ancora in situ. Una delle più famose vetrate della catte-

drale, la cosiddetta Notre-Dame de la Belle Verrière (Nostra Signora della

Bella Vetrata), che rappresenta una Madonna col Bambino circondata da

angeli, è stata realizzata verso il 1180.

I principali pellegrinaggi

Dal tempo della sua costruzione, la cattedrale di Chartres è un importante

luogo di pellegrinaggio per i cattolici francesi. Questo spiega la grandezza

del deambulatorio che permette il passaggio dei fedeli attorno al coro.

Nel corso del XX secolo i pellegrinaggi a Chartres hanno conosciuto un nuo-

vo slancio al seguito dello scrittore Charles Péguy che si recò a piedi da Pa-

rigi a Chartres nel 1912, realizzando un voto fatto al capezzale del figlio ma-

lato. Dopo la morte di Péguy nel 1914, alcuni suoi amici rifecero la strada

meditando i suoi poemi, iniziando un vasto movimento di pellegrinaggi a

Chartres. Chartres è anche una tappa importante per i pellegrini prove-

nienti dal nord Europa e diretti a Santiago di Compostela, che percorrono la

strada tra Parigi e Tours.

27

fuoco e grandine, neve e nebbia, * vento di bufera che obbedisce alla sua parola, monti e voi tutte, colline, * alberi da frutto e tutti voi, cedri, voi fiere e tutte le bestie, * rettili e uccelli alati. I re della terra e i popoli tutti, * i governanti e i giudici della terra, i giovani e le fanciulle, † i vecchi insieme ai bambini * lodino il nome del Signore: perché solo il suo nome è sublime, † la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli. * Egli ha sollevato la potenza del suo popolo. È canto di lode per tutti i suoi fedeli, * per i figli di Israele, popolo che egli ama.

LETTURA 1 Cor 3,16-23

Fratelli, non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi. Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di que-sto mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: «Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia». E ancora: «Il Signore sa che i pro-getti dei sapienti sono vani». Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.

CANTICO DI ZACCARIA (pagina 37), PADRE NOSTRO...

In ascolto di Santa Teresa: Per tutta la mia vita è piaciuto a Dio circondarmi d'amore, i primi ricordi sono sorrisi e carezze tenerissime: ma, se egli mi aveva messo intorno tan-to amore, me ne aveva posto anche nel cuore, creandolo amante e sensibi-le; così amavo grandemente Papà e Mamma e dimostravo il mio affetto in mille modi, perché ero molto espansiva. Soltanto i mezzi che usavo erano

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Solleva l'indigente dalla polvere, * dall'immondizia rialza il povero, per farlo sedere tra i principi, * tra i principi del suo popolo. Fa abitare la sterile nella sua casa * quale madre gioiosa di figli.

LETTURA Lv 19,1-2.17-18 Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera aperta-mente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore”».

CANTICO DI MARIA (pagina 38) PADRE NOSTRO…

SALMO 148 Glorificazione di Dio Signore e Creatore Lodate il Signore dai cieli, * lodatelo nell’alto dei cieli. Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, * lodatelo, voi tutte, sue schiere. Lodatelo, sole e luna, * lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. Lodatelo, cieli dei cieli, * voi acque al di sopra dei cieli. Lodino tutti il nome del Signore, * perché egli disse e furono creati. Li ha stabiliti per sempre, * ha posto una legge che non passa. Lodate il Signore dalla terra, * mostri marini e voi tutti abissi,

Domenica 23 febbraio

Settima domenica del Tempo ordinario A

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SALMO 62, 2-9 L'anima assetata del Signore O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, * di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, * come terra deserta, arida, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho cercato, * per contemplare la tua potenza e la tua gloria. Poiché la tua grazia vale più della vita, * le mie labbra diranno la tua lode. Così ti benedirò finché io viva, * nel tuo nome alzerò le mie mani. Mi sazierò come a lauto convito, * e con voci di gioia ti loderà la mia bocca. Nel mio giaciglio di te mi ricordo, * penso a te nelle veglie notturne, tu sei stato il mio aiuto; * esulto di gioia all’ombra delle tue ali.

Sabato 22 aprile

INNO Lodi mattutine

CATTEDRA DI SAN PIETRO APOSTOLO – festa

A te si stringe * l’anima mia. La forza della tua destra * mi sostiene.

Le lodi di Dio sulla loro bocca * e la spada a due tagli nelle loro mani, per compiere la vendetta tra i popoli * e punire le genti; per stringere in catene i loro capi, i loro nobili in ceppi di ferro; per eseguire su di essi * il giudizio già scritto: questa è la gloria * per tutti i suoi fedeli.

SALMO 149 Festa degli amici di Dio

Cantate al Signore un canto nuovo; * la sua lode nell’assemblea dei fedeli. Gioisca Israele nel suo Creatore, * esultino nel loro Re i figli di Sion. Lodino il suo nome con danze, * con timpani e cetre gli cantino inni. Il Signore ama il suo popolo, * incorona gli umili di vittoria. Esultino i fedeli nella gloria, * sorgano lieti dai loro giacigli.

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LETTURA Mt 16,13-19

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Rispose-ro: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pie-tro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivela-to, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». CANTICO DI ZACCARIA (pagina 37) PADRE NOSTRO...

In ascolto di Santa Teresa: Quando il Signore aveva comandato al suo popolo di amare il prossimo come se stesso, non era venuto ancora sulla terra; così, sapendo bene a qual punto si ami la propria persona, non poteva chiedere alle sue creature un amore più grande per il prossimo. Ma quando Gesù dà ai suoi apostoli un comandamento nuovo, il comandamento proprio suo, come dirà altrove, non parla di amare il prossimo come se stessi, bensì di amarlo come lui, Gesù, l'ha amato, come l'a-merà fino alla consumazione dei secoli. Signore, so che voi non comandate alcunché d'impossibile, conoscete meglio di me la mia debolezza, la mia im-perfezione, voi sapete bene che mai potrei amare le mie sorelle come le amate voi, se voi stesso, o mio Gesù, non le amaste ancora in me. E perché voi vole-vate concedermi questa grazia, che avete fatto un comandamento nuovo. Oh, come l'amo, il vostro comandamento, poiché mi dà la sicurezza che la volontà vostra è di amare in me tutti coloro che voi mi comandate di amare. Sì, lo sen-to, quando sono caritatevole è Gesù solo che agisce in me, più sono unita con lui, più amo anche tutte le mie sorelle. Quando voglio aumentare in me que-st'amore, soprattutto quando il demonio cerca di mettermi davanti agli occhi dell'anima i difetti di quella o quell'altra sorella che mi è meno simpatica, mi affretto a cercare le sue virtù, i suoi buoni desideri; mi dico che, se l'ho vista cadere una volta, ella può bene avere riportato un gran numero di vittorie che nasconde per umiltà, e perfino ciò che mi pareva un errore può benissimo es-sere, a causa dell'intenzione, un atto di virtù. (…) C'è in comunità una consorella la quale ha il talento di dispiacermi in tutte le cose, le sue maniere, le sue parole, il suo carattere mi sembrano molto sgrade-voli. Tuttavia è una santa religiosa che deve essere graditissima al Signore,

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SALMO 112 Lodate il nome del Signore Lodate, servi del Signore, * lodate il nome del Signore. Sia benedetto il nome del Signore, * ora e sempre. Dal sorgere del sole al suo tramonto * sia lodato il nome del Signore. Su tutti i popoli eccelso è il Signore, * più alta dei cieli è la sua gloria. Chi è pari al Signore nostro Dio che siede nell'alto * e si china a guardare nei cieli e sulla terra?

perciò io, non volendo cedere all'antipatia naturale che provavo, mi son det-ta che la carità non deve consistere nei sentimenti, bensì nelle opere; allora mi sono dedicata a fare per questa consorella ciò che avrei fatto per la perso-na più cara. Ogni volta che la incontravo, pregavo il buon Dio per lei, of-frendogli tutte le sue virtù e i suoi meriti. Sentivo che ciò era bene accetto a Gesù, perché non c’è artista al quale non piaccia ricevere lodi per le sue opere, e Gesù, l'artista delle anime, è felice quando non ci si ferma all'ester-no, e invece, penetrando fino al santuario intimo che egli si è scelto come dimora, se ne ammira la bellezza. Non mi contentavo di pregar molto per la sorella che mi suscitava tanti conflitti interni, cercavo di farle tutti i favori possibili, e quando avevo la tentazione di risponderle sgarbatamente, mi li-mitavo a farle il più amabile dei miei sorrisi, e cercavo di stornare la conver-sazione perché è detto nell'Imitazione: «E meglio lasciar ciascuno nel suo sentimento piuttosto che fermarsi a contestare» Spesso anche, quando non ero in ricreazione (voglio dire durante le ore di lavoro), avendo a che fare per ufficio con questa consorella, quando i miei contrasti intimi erano trop-po violenti, fuggivo come un disertore. Poiché ignorava assolutamente quel-lo che sentivo per lei, mai ha supposto i motivi della mia condotta, e rimane persuasa che il suo carattere mi è piacevole. Un giorno in ricreazione mi ha detto press'a poco queste parole, tutta contenta: «Mi potrebbe dire, suor Te-resa di Gesù Bambino, che cosa l'attira verso me, perché ogni volta che mi guarda, la vedo sorridere?». Ah, quello che mi attirava, era Gesù nascosto in fondo all'anima di lei... Gesù che rende dolce quello che c'è di più amaro. Le risposi che le sorridevo perché ero contenta di vederla (beninteso non ag-giunsi che era dal punto di vista spirituale).

Storia di un'anima: Manoscritto C

Vespri INNO