sacha naspini, noir desir nè vincitori nè vinti, perdisa pop, 2010

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  • 7/25/2019 Sacha Naspini, Noir Desir N Vincitori N Vinti, Perdisa Pop, 2010

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    Sacha Naspini, Noir Desir - N vincitori n vinti, Perdisa Pop, 2010

    Noir Dsir di Sacha Naspini la storia di Sacha Naspini che scrive un libro sui Noir Dsir. Si potrebbe non essere d'accordo con

    questa interpretazione, imputarle un vizio di estrema sintesi o dire che completamente fuori tema. Ma essa si basa su quanto

    dichiarato dal Naspini stesso in apertura: il lettore non avr di fronte a s un romanzo, n un saggio. I Noir Dsir sono ?un gruppo

    anomalo?, dunque anomalo sar pure il libro che porta il loro nome. Uno scrittore di poco pi di trent'anni ? un onesto toscanaccio

    che ama scrivere le storie come gli piacerebbe che venissero raccontate ? tra le cose di maggior valore che la vita gli ha fatto

    conoscere possiede gelosamente i Noir Dsir e la loro discografia (?un urto al colore della musica, che d'un tratto non solo musica

    e basta ma un posto dove ti puoi schierare, scavare o in cui hai la possibilit di leggere il mondo intorno [...]. Insomma una perla

    nera?). Un giorno lo scrittore riceve la proposta di lavorare a ?un libro? sulla sua band preferita e ?ci resta secco?. Per sua stessa

    (orgogliosa?) ammissione egli non un critico musicale e dunque, per esempio, ammette di non sapere ?se si pu raccontare la

    musica?. Per la spinta a parlare di loro talmente forte e viscerale che dunque senza troppi fronzoli e indugi egli decide di partire

    dall'inizio per arrivare alla fine, allo scopo di fornirci ?una specie di bussola?.

    Il suo libro comincia perci come un'autobiografia (come fu che il giovane Sacha perso nella provincia grossetana venne a

    conoscenza dell'underground francese) e si sviluppa come una biografia (come fu che il giovane Bertrand e i suoi compari dalla

    provincia bordolese arrivarono a predicare il rock alla corte delle major), per poi rievocare in poche immagini un'intera epoca (quali

    sentimenti si agitavano al tempo del crollo delle Twin Towers, dell'assedio di Ramallah, della guerra d'Iraq) e infine ripiegare su toni

    pi intimi (che cosa significa vedere ?il tuo mito che cambia di colpo?).

    Naspini ha dalla sua un'artiglieria da campagna fatta di vernacolo e di asprezze (?inforcare?, ?a treno?, ?scatarrate di plettro?,

    ?schiaffeggiare con la voce?), una lingua accesa e un lessico collerico con i quali d descrizione vivida di ogni singola canzone di

    ogni singolo album dei Noir Dez. E non solo: come gli strumenti musicali fanno esplodere i suoni, cos i giornali ?sparano? le

    notizie e i ricordi ?catapultano? le persone, e allo stesso modo in cui gli album sono ?strepitosi? e le canzoni ?spaccano tutto? e?menano ai fianchi?, cos anche gran parte dei personaggi di questo libro animata da una forza e da una determinazione senza pari,

    al punto che, quando si finisce di leggere, si fatica a ricordare se ?ruvido?, ?disperato?, ?nervoso?, ?nostalgico?, ?tenero? erano

    riferiti a qualcosa oppure a qualcuno.

    Ci che Naspini insegna che la musica , prima che oggetto di critica sterile, debba essere intesa come azione, e che perci la

    musica degna s di essere raccontata e pu essere raccontata, ma a patto che essa sia coerente con il pensiero da cui scaturita. In

    questo senso, a mio avviso, il culmine narrativo viene raggiunto non tanto nel trionfo di Des visages des figures in s, quanto pi

    specificamente nella lettera che Cantat indirizz nientedimeno che all'AD di Vivendi Universal e della quale diede pubblica lettura

    in diretta televisiva (?Se anche siamo tutti imbarcati sullo stesso pianeta, non siamo decisamente dello stesso mondo?).

    Il libro che risulta da tutto ci un bell'oggetto (per formato, copertina, grafica, illustrazioni) e un importante documento (bench

    carente nella citazione delle fonti), la cui lettura capace di avvincere, evocare e commuovere (molti i momenti in cui il lettore

    pensa ?c'ero anch'io...?). L'unica pecca, secondo me, il capitolo inserito come bonus track (una vecchia nota autobiografica che

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    manca di rielaborazione e che poco si adatta al resto).

    Lorenzo Biagini

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