pianura padana padano-veneta pianura padano-veneto-romagnola · bagnata dal mediterraneo nel suo...

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La pianura padana, o padano-veneta, più propriamente pianura padano-veneto-romagnola e meno propriamente valle padana [1] (valle che si riferisce al bacino del fiume Po, dalla valle Po al suo delta), è una pianura alluvionale, una regione geografica, unitaria dal punto di vista morfologico e idrografico [2] , situata in Europa meridionale che si estende lungo l'Italia settentrionale, compresa principalmente entro il bacino idrografico del fiume Po, comprendendo parti delle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto comprese orientativamente nell'isoipsa dei cento metri di quota. A nord-est, oltre l'Adige per alcuni, oltre la catena dei Colli Euganei e la laguna di Venezia per altri, la pianura assume la denominazione di pianura veneto-friulana. Queste due aree pianeggianti contigue sono separate dall'Europa Centrale dalla catena alpina, spartiacque geografico e climatico, e sono quindi considerate parte dell'Europa Meridionale. Le Alpi, le Prealpi, i rilievi delle Langhe e del Monferrato delimitano quindi la pianura padana lungo i versanti nord, ovest e sud- ovest, il versante meridionale è invece chiuso dalla catena degli Appennini mentre ad est è bagnata dal Mediterraneo nel suo settore più settentrionale, l' Adriatico. Per definirla viene anche usato, sia pur raramente, il toponimo bassopiano padano. Altro termine entrato recentemente nell'uso comune è quello di padania, che viene anche diversamente utilizzato in diversi ambiti, come quello politico, per indicare un'area dell' Italia Settentrionale in parte coincidente con la pianura stessa. Alta e bassa pianura Val padana in provincia di Mantova: sul fondo le montagne La pianura padana comprende due zone con differenti caratteristiche: l'alta e la bassa pianura. Gli aggettivi alta e bassa si riferiscono all'altitudine e non alla latitudine.

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La pianura padana, o padano-veneta, più propriamente pianura padano-veneto-romagnola e meno propriamente valle padana[1] (valle che si riferisce al bacino del fiume Po, dalla valle Po al suo delta), è una pianura alluvionale, una regione geografica, unitaria dal punto di vista morfologico e idrografico[2], situata in Europa meridionale che si estende lungo l'Italia settentrionale, compresa principalmente entro il bacino idrografico del fiume Po, comprendendo parti delle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto comprese orientativamente nell'isoipsa dei cento metri di quota.

A nord-est, oltre l'Adige per alcuni, oltre la catena dei Colli Euganei e la laguna di Venezia per altri, la pianura assume la denominazione di pianura veneto-friulana. Queste due aree pianeggianti contigue sono separate dall'Europa Centrale dalla catena alpina, spartiacque geografico e climatico, e sono quindi considerate parte dell'Europa Meridionale. Le Alpi, le Prealpi, i rilievi delle Langhe e del Monferrato delimitano quindi la pianura padana lungo i versanti nord, ovest e sud-ovest, il versante meridionale è invece chiuso dalla catena degli Appennini mentre ad est è bagnata dal Mediterraneo nel suo settore più settentrionale, l'Adriatico.

Per definirla viene anche usato, sia pur raramente, il toponimo bassopiano padano. Altro termine entrato recentemente nell'uso comune è quello di padania, che viene anche diversamente utilizzato in diversi ambiti, come quello politico, per indicare un'area dell'Italia Settentrionale in parte coincidente con la pianura stessa.

Alta e bassa pianura

Val padana in provincia di Mantova: sul fondo le montagne

La pianura padana comprende due zone con differenti caratteristiche: l'alta e la bassa pianura. Gli

aggettivi alta e bassa si riferiscono all'altitudine e non alla latitudine.

Vi è una netta distinzione tra le due fasce, differenti non solo per l'altezza, ma anche per la natura

dei terreni, il regime delle acque e la vegetazione. L'alta pianura, detta anche pianura asciutta, si

stende ai piedi delle Prealpi e del pedemonte degli Appennini; il suolo è permeabile, composto da

sabbie e ghiaie, e non riesce a trattenere l'acqua piovana. Perciò questa penetra per decine di metri

sotto la superficie, fino ad incontrare uno strato di materiale impermeabile. Sulle rocce

impermeabili l'acqua scorre fino al punto in cui ha la possibilità di riaffiorare dalla falda freatica,

dando origine ai fontanili o risorgive. Tali sorgenti, grazie alla temperatura costante (compresa tra i

9 e i 12 °C) delle loro acque, hanno permesso la diffusione nelle aree interessate di particolari

coltivazioni a prato chiamate marcite.

In corrispondenza della linea delle risorgive inizia la bassa pianura, detta anche pianura irrigua.

Questa ha invece suoli formati da materiali più fini, argille di solito, impermeabili o poco

permeabili, dove le acque ristagnano originando facilmente paludi e acquitrini.

Un tempo la pianura padana era ricoperta da foreste nella parte più umida (bassa pianura) e da

brughiere in quella più arida (alta pianura).

Clima e ambiente

Tipico scenario estivo della bassa pianura padana: le campagne di Soresina, in provincia di Cremona,

coltivate intensivamente

Panorama sulle risaie vercellesi ed il fiume Po dalle colline del Monferrato. Le risaie contraddistinguono

un'ampia zona della pianura padana compresa tra Piemonte e Lombardia

Panorama dell'alta pianura nel territorio di Origgio, nell'Altomilanese. Sullo sfondo il Monte Rosa

Il clima è caratterizzato da un'ampia escursione termica annuale con temperature medie basse in

inverno (0º/4 °C) ed alte in estate (le medie massime estive oscillano dai 25 °C misurati a Cuneo ai

30 °C della stazione meteorologica di Milano)[6]

. Nella stagione fredda, le temperature minime

possono attestarsi anche diversi gradi al di sotto dello zero nelle ore notturne, e talvolta permanere

negative o prossime allo zero anche nelle ore centrali del giorno (specialmente in caso di nebbia);

nella stagione invernale, causa il ristagno dell'aria le temperature massime si attestano su valori

decisamente bassi: in alcuni casi si possono registrare, anche se di poco, giornate di ghiaccio ossia

con valori termici che restano negativi anche durante il giorno, con fenomeni come la galaverna. In

estate invece le temperature massime possono toccare, in caso di anticiclone sub-tropicale, punte di

38 °C, talvolta, superiori. Recenti misurazioni di questi valori estremi: nell'estate 2003, con

l'anticiclone subtropicale, sono stati toccati i 41º/43º; nel gennaio e nel dicembre 2009, grazie

all'effetto albedo e all'inversione termica, si sono toccati i -12º/–14º, mentre nel febbraio 2012 si è

scesi a -20/-15 °C nella pianura occidentale[7]

.

La piovosità è concentrata principalmente nei mesi primaverili ed autunnali, ma nelle estati calde e

umide sono frequenti i temporali, soprattutto a nord del Po. La caratteristica conformazione "a

conca" della pianura padana fa sì che sia in inverno che in estate vi sia un notevole ristagno dell'aria

(è una delle aree meno ventilate d'Italia), con effetti diversi nelle due stagioni.

In inverno, quando vi è un accumulo di freddo e scarsità di vento, si forma un cuscinetto freddo che

può perdurare anche diversi giorni, specie nelle giornate umide e nebbiose, causando giornate molto

rigide e gelo. Tuttavia in questa stagione vi sono anche diverse giornate più secche, ma comunque

sempre rigide, poiché entra direttamente sulla pianura vento freddo dalla "porta della bora" (da

nord-est) e dalla valle del Rodano (da nord-ovest) sotto forma di fohn; ed è proprio la bora ad essere

foriera di perturbazioni fredde provenienti dalle zone polari, che possono portare forte maltempo

con temperature molto basse e neve. In alcune occasioni soffia anche il buran, vento orientale di

origine russa che in certe occasioni riesce a raggiungere la pianura padana sferzandola con intense

raffiche gelide. Ed è proprio in questi casi che fa spesso la sua comparsa la neve, con copiose

precipitazioni derivanti da perturbazioni provenienti dalle latitudini polari, rinforzate dal vento

freddo già presente sulla pianura. Le zone più nevose sono quelle a ridosso dell'Appennino del

piacentino, tra Modena e Bologna e tra Forlì e Faenza, oltre alle zone collinari del Piemonte.

Per contro, nelle zone ai piedi delle Alpi possono soffiare venti di caduta (occidentali e nord-

occidentali in Piemonte e Valle d'Aosta, settentrionali in Lombardia), come il comune föhn, che,

oltre a rendere il cielo limpidissimo, porta giornate più miti e secche (l'umidità relativa può

scendere anche fino al 10%) anche in pieno inverno. Cessato questo vento però, se il cielo è sereno,

le temperature calano sensibilmente nella notte (anche 10 °C in 3-5 ore). La catena alpina esplica

un'azione di difesa verso le perturbazioni invernali, ma ostacola anche il passaggio di masse d'aria

umide e temperate di origine atlantica, che in tal caso non riescono a mitigare il clima come nelle

regione atlantiche europee. Il bacino della pianura padana, delimitato dalle Alpi a nord e a ovest e

dagli Appennini a sud che la isolano dalla regioni limitrofe, ha quindi un clima a sé, diverso in

particolare dal comune clima mediterraneo a cui di solito viene abbinata l'Italia. Il mare Adriatico

peraltro si limita a mitigare solo le zone costiere della pianura romagnola, veneta e friulana, poiché

troppo basso e lungo per incidere profondamente sul clima padano, mentre le masse d'aria calda

provenienti dal mar Ligure vengono bloccate dall'Appennino ligure e dalle ultime propaggini delle

Alpi.

In estate, invece, l'effetto cuscinetto della pianura padana produce effetti opposti, favorendo il

ristagno di aria calda e molto umida che produce temperature alte, connesse a tassi di umidità

altrettanto alti, che causano frequenti giornate molto calde ed afose (specialmente in presenza

dell'anticiclone africano). Tale umidità, inoltre, tende spesso a scaricarsi sotto forma di violenti

temporali e grandine, che portano temporaneo refrigerio e permettono di rimescolare le masse

d'aria, causando un rapido ridimensionamento termico. Ma di solito questa situazione dura poco,

con un veloce aumento delle temperature e degli indici di umidità. Tuttavia questa regione

geografica è una zona di "transizione", nel continente europeo, tra il tipico clima mediterraneo (a

sud) e quello oceanico o marittimo temperato (a nord, nord-ovest). Secondo la classificazione dei

climi di Köppen il clima che caratterizza la pianura del Po è detto "Cfb" per le zone più fredde

(Cuneo, Novara) o "Cfa - Humid subtropical" (quello mediterraneo è "Csa, Csb - Mediterranean").

Alla luce delle caratteristiche evidenziate, in linea generale, si può definire il clima della pianura

padana anche come subcontinentale, con caratteristiche di semi-continentalità molto più marcate

rispetto al resto dell'Italia.

Una delle caratteristiche del clima padano, comune a tutta la pianura, è la scarsità della ventilazione,

che in estate rende le giornate ancora più calde e afose e in generale accresce i livelli

d'inquinamento dell'aria, contribuendo a fare della pianura padana una delle zone più inquinate

d'Europa.[8][9]

La particolare posizione geografica, che la vede chiusa tra alte catene montuose e aperta solo sul

lato orientale, ostacolando in parte i venti e favorendo l'accumulo di forte umidità nell'aria, è causa

del noto fenomeno della nebbia. Le località con maggior numero di giorni di nebbia in Italia sono

infatti quelle dell'area padana, soprattutto verso la zona del delta.

ANASTASJA PIRASTU 4ᵃ