manovre vaticane

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2 VENERDÌ 12 GIUGNO 2015 il Fatto Quotidiano lui gradito e per farlo gira con metodo nei palazzi della politi- ca. Il modello è quello dellIdi: tre commissari (tra cui lui), continuità aziendale e, ovvia- mente, della proprietà vaticana. I debiti? Chi ha avuto ha avuto. La nomina di Bartolo Cozzoli complica questa operazione: Profiti, intercettato col suo col- laboratore Mauro Pantaleo, cerca di far nominare un uomo Bambin Gesùda affiancare al commissario e tenersi il diret- tore generale piazzato lì da Az- zollini, vero dominus della strut- tura da un decennio (quello non si tocca, dice, bisogna ga- rantire ad Azzollini che non vie- ne aperta la notte dei lunghi col- telli contro di lui). Niente da fare: Cozzoli viene confermato, in solitudine, anche dal governo Renzi e collabora coi pm. Minacce, nemici e le suore contro. Vita da commissario La vita del commissario alla Di- vina Provvidenza di Bisceglie, la sede centrale, non è facile: blan- dizie (mettiamoci daccordo), velate minacce (qualcuno po- trebbe andare a protestare sotto casa dei suoi genitori; tutto quel che firmi finisce sulla scri- vania di Azzollini), violente proteste organizzate dalle ditte appaltatrici. Cozzoli si ritrova davanti una situazione incredi- bile: negli ultimi anni, sotto il regno di Azzollini, erano state fatte centinaia di assunzioni (parenti e amici di politici, sin- dacalisti e potenti vari, ndr) pro- prio mentre se ne mandavano in mobilità altre centinaia; nella struttura di Foggia, fonti inve- stigative parlano di infiltrazioni della criminalità; ci sono ditte fornitrici con contratti di 30 an- ni e che hanno per cliente solo la Divina Provvidenza; persino il cibo in dispensa andava via a ve- locità disarmante. Con le suore è stato scontro fin dallinizio: Non hanno preso bene la se- parazione del patrimonio, né il divieto di accedere agli uffici: certe volte, allinizio, ci si infi- lavano di nascosto di notte. Il baratro vero nei conti inizia proprio con Azzollini. Il suo golpesulla Divina Provviden- za - scrivono i pm - comincia con la concessione di favori. Tradotto: il senatore sinventa una leggina per congelare il pa- gamento dei contributi previ- denziali ed erariali. Racconta il commissario: La legge, proro- gata di anno in anno fino al 2015, prende le mosse da un piccolo terremoto del 2003 ed è tagliata per essere applicabile solo alla Divina Provvidenza: il rinvio dei versamenti - che non è la cancellazione - li ha convinti di poter spendere e spandere. Io dico sempre che quel terremoto ha fatto un milione mezzo di danni fisici e altri 350 milioni con questa legge. Saranno lo Stato e gli enti locali (che non avranno tasse e tributi non pagati) e i creditori privati a cominciare dai lavoratori a pa- gare il tutto: Abbiamo tagliato i costi dovunque, a cominciare dagli stipendi di direttori e ma- nager (quelli piazzati in sua vece dal senatore Ncd, ndr). Per i di- pendenti arrestati o indagati cè limmediato licenziamento o la sospensione e tra poco inizierà liter per il sequestro conserva- tivo dei patrimoni di chi ci ha danneggiato. Il futuro è il ten- tativo di vendere la struttura ospedaliera (il bando sarà pub- blicato entro luglio), ma il prezzo sarà risibile rispetto alle dimensioni del buco: Se do- vessimo mettere insieme 70 mi- lioni sarebbe un miracolo. di Marco Palombi L a cosa che mi ripugna è che alla fine, nono- stante tutto il lavoro e linchiesta della Pro- cura, il buco nei conti dovrà ac- collarselo la collettività e i lavo- ratori. Bartolo Cozzoli, 40 an- ni, è un avvocato con studio a Milano, ma lui è nato a Bisce- glie, in Puglia dove ha pure fatto il vicesindaco col Pd (corrente lettiana) e dal dicembre 2013 è commissario straordinario del- la Casa Divina Provvidenza, struttura sanitaria pugliese del- la Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza funestata da un buco da mezzo miliardo di euro. Cozzoli, in sostanza, è luomo che ha agevolato lin- chiesta della Procura di Trani, che mercoledì ha portato tra le altre cose due suore ai domi- ciliari, vede coinvolto un uomo vicino alla Curia vaticana come Giuseppe Profiti e sta facendo impazzire Renzi per la richiesta darresto del senatore Ncd An- tonio Azzollini, ras della pro- vincia Barletta-Andria-Trani ed ex sindaco di Molfetta. È come la Fiat per Torino. Dai deficienti ai potenti Li chiamavano i deficientie don Pasquale Uva, ormai quasi un secolo fa, voleva dargli una casa: tra donazioni, lasciti e quantaltro alla fine ce la fece e oggi con laiuto non seconda- rio dei fondi pubblici - la Casa Divina Provvidenza ha tre sedi (Bisceglie, Foggia e Potenza), ospita 800 malati ortofrenici (deficientinon si porta più) e dà lavoro a più di 2.500 persone in tutto. In quelle zone, così de- presse, la sua importanza è pari a quella della Fiat per Torino, spiega Cozzoli. Un bacino di consenso che - dalla morte di don Uva nel 1955 - viene gestito dalle Ancelle della Divina Prov- videnza, che poi sarebbero suo- re. Il risultato, come detto, è un buco da 500 milioni che ha spinto la Procura di Trani, nel 2013, a chiedere il fallimento. Macchina di voti e di soldi (nelle scatole da scarpe) La Divina Provvidenza è sem- pre stata una macchina di voti, in particolar modo per la Dc. Oggi sappiamo che è stata an- che una macchina da soldi: la Procura ha scoperto che le suo- re hanno distratto fondi della struttura per anni e sequestrato 28 milioni transitati per lo Ior e scudati dalle sorelleattraver- so una fiduciaria. I soldi, dice laccusa, escono da anni dalla casa dei deficienti. Il com- mendator Lorenzo Leone, che fu per lunga pezza direttore ge- nerale, era uso far portare a Ro- ma miliardi di lire infilati den- tro scatole da scarpe: allo Ior ri- sultano conti su cui Leone po- teva operare intestati a varie confraternite, la cui disponibi- lità sembra essere poi passata ai suoi eredi. Una gestione, in- somma, non proprio limpida, complicata alla fine degli anni 90 dalla creazione di una sede a Roma (fittizia, dicono i pm) su consiglio della vaticana Con- gregazione per gli istituti di vita religiosa e le società di vita apo- stolica: è verso quella Casa Procurache si involeranno milioni di euro. La Congrega- zione delle congregazionipoi, vista la malaparata, a ottobre 2013 ha deciso di mettere sotto tutela le Ancelle: il commissario vaticano è il vescovo di Molfetta Luigi Martella, che ha dato tutti i poteri al suo vicario - Profiti appunto - allora presidente del Bambin Gesù e commissario allIdi-San Carlo di Roma, com- plesso vaticano noto alle crona- che per un buco da un miliardo. Profiti è uomo vicino allex se- gretario di Stato Tarcisio Berto- ne, la cui stella sè spenta sotto il regno di Papa Bergoglio. Le manovre del Vaticano per riprendersi la clinica Giuseppe Profiti è un personag- gio chiave. Luomo del Vatica- no tenta infatti di far nominare un commissario governativo a Azzollini non è solo: le manovre vaticane sulla clinica col buco PROFITI, VICINO A BERTONE, VOLEVA ARGINARE LINVIATO DEL GOVERNO E CONTINUARE A GESTIRE LEX MANICOMIO I DUE COMPARI Il premier Matteo Renzi e il mini- stro Angelino Alfano: entrambi hanno esponenti dei loro partiti coinvolti in guai giudiziari. Per ora si coprono a vicenda Ansa POLITICA Unaltra fumata nera per i giudici della Consulta ANCORA NULLA di fatto per il rinnovo della Corte costituzionale. Il Parlamento si è riunito ieri in seduta comune per la ventitresima volta, ma senza trovare un accordo e raggiungere il quorum per nessuno dei candidati in lizza. C'e- rano da sostituire Luigi Mazzella, cessato dal mandato il 28 giugno di un anno fa, e Sergio Mattarella, dopo la sua elezione alla Presiden- za della Repubblica del 31 gennaio scorso. Nel primo caso era richiesta una maggioranza dei tre quinti dell'assemblea (571 voti), ma gli unici a ottenere preferenze sono stati i nomi indicati dal Movimento 5 stelle: Felice Besostri 44 voti, Franco Modugno 33 voti, Silvia Niccolai 25 voti. Quasi tutti (342) hanno scelto la scheda bian- ca, con 13 voti dispersi e 15 schede nulle. Stesso copione anche per la sostituzione di Mattarella (dove era richiesto un quorum ancora più alto, dei due terzi, pari a 634 preferenze), con 357 bianche e Besostri (il candidato più votato) fermo a quota 39, oltre a 17 nulle e 8 voti di- spersi. A questo punto il dovrà riunirsi nuo- vamente in seduta comune, a data da desti- narsi. A ppuntamenti rigorosamente per strada. Lincubo delle micro- spie. Il terrore dei carabinieri. Strana vita, per chi gravita in Comunione e Liberazione e punta ai grossi appalti, almeno a sentir parlare il super fun- zionario del ministero dell'Interno, Luca Odevaine, luomo accusato in Mafia Capitale di gestire le gare per i centri destinati ai rifugiati. Durante una riunione nella sua Fondazio- ne/Integrazione Odevaine esordisce dicendo Più che altro è tutta la vi- cenda Comunione e Liberazione... Ncd... Expo.... Un suo collaboratore, Gian Gavino Montisci, gli risponde: Stanno dentro a tutto... chiaramen- te.... Staranno pure dentro a tuttoma, soprattutto, sono dentro una continua pa- ranoia, replica Odevaine ridendo. Laltro gior- no... ci siamo dati appuntamento, poi sono talmente paranoici, che danno appuntamenti sempre in mezzo alla strada... hanno paura di attentati.... Ma quali attentati, ribatte Montisci, hanno paura delle microspie. Soar- rivati separatamente..., continua Odevaine, uno da una parte, seduti a tre tavoli diversi... era mattina presto venivano da casa, a piazza Barberini e a me, io stavo arrivando a piazza Bar- berini, mi hanno fermato i Carabinie- ri... Sono arrivato... stavo con i Cara- binieri .... Hanno sudato freddo ..., ride la collaboratrice Elisabetta Lupidi. Lho visti..., racconta Odevaine, li vedevo che scappavano ognuno da una parte della piazza.... ANIME CANDIDE Fuggi-fuggi, ci sono i carabinieri di Antonio Massari TRAME A BISCEGLIE... Serve un Bambin Gesùe garantire ad Antonio che i suoi resteranno, dice l uomo della Curia. I debiti? Li pagheranno lo Stato e i dipendenti

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Page 1: Manovre vaticane

2 VENERDÌ 12 GIUGNO 2015 il Fatto Quotidiano

lui gradito e per farlo gira conmetodo nei palazzi della politi-ca. Il modello è quello dell’Idi:tre commissari (tra cui lui),continuità aziendale e, ovvia-mente, della proprietà vaticana.I debiti? Chi ha avuto ha avuto.La nomina di Bartolo Cozzolicomplica questa operazione:Profiti, intercettato col suo col-laboratore Mauro Pantaleo,cerca di far nominare “un uomoBambin Gesù” da affiancare alcommissario e tenersi il diret-tore generale piazzato lì da Az-zollini, vero dominus della strut-tura da un decennio (“quellonon si tocca”, dice, “bisogna ga-rantire ad Azzollini che non vie-ne aperta la notte dei lunghi col-telli contro di lui”). Niente dafare: Cozzoli viene confermato,in solitudine, anche dal governoRenzi e collabora coi pm.

Minacce, nemici e le suorecontro. Vita da commissario

La vita del commissario alla Di-vina Provvidenza di Bisceglie, lasede centrale, non è facile: blan-dizie (“mettiamoci d’accordo”),velate minacce (“qualcuno po-trebbe andare a protestare sottocasa dei suoi genitori”; “tuttoquel che firmi finisce sulla scri-vania di Azzollini”), violente

proteste organizzate dalle ditteappaltatrici. Cozzoli si ritrovadavanti una situazione incredi-bile: negli ultimi anni, sotto ilregno di Azzollini, erano statefatte centinaia di assunzioni(parenti e amici di politici, sin-dacalisti e potenti vari, ndr) pro-prio mentre se ne mandavanoin mobilità altre centinaia; nellastruttura di Foggia, fonti inve-stigative parlano di infiltrazionidella criminalità; “ci sono dittefornitrici con contratti di 30 an-ni e che hanno per cliente solo laDivina Provvidenza”; persino ilcibo in dispensa andava via a ve-locità disarmante. Con le suoreè stato scontro fin dall’inizio:“Non hanno preso bene la se-parazione del patrimonio, né ildivieto di accedere agli uffici:certe volte, all’inizio, ci si infi-lavano di nascosto di notte”.Il baratro vero nei conti iniziaproprio con Azzollini. Il suo“golpe” sulla Divina Provviden-za - scrivono i pm - cominciacon la concessione di favori.Tradotto: il senatore s’inventauna leggina per congelare il pa-gamento dei contributi previ-denziali ed erariali. Racconta ilcommissario: “La legge, proro-gata di anno in anno fino al2015, prende le mosse da unpiccolo terremoto del 2003 ed ètagliata per essere applicabilesolo alla Divina Provvidenza: ilrinvio dei versamenti - che nonè la cancellazione - li ha convintidi poter spendere e spandere. Iodico sempre che quel terremotoha fatto un milione mezzo didanni fisici e altri 350 milionicon questa legge”.Saranno lo Stato e gli enti locali(che non avranno tasse e tributinon pagati) e i creditori privati acominciare dai lavoratori a pa-gare il tutto: “Abbiamo tagliato icosti dovunque, a cominciaredagli stipendi di direttori e ma-nager (quelli piazzati in sua vecedal senatore Ncd, ndr). Per i di-pendenti arrestati o indagati c’èl’immediato licenziamento o lasospensione e tra poco inizieràl’iter per il sequestro conserva-tivo dei patrimoni di chi ci hadanneggiato”. Il futuro è il ten-tativo di vendere la strutturaospedaliera (“il bando sarà pub-blicato entro luglio”), ma “ilprezzo sarà risibile rispetto alledimensioni del buco”: “Se do-vessimo mettere insieme 70 mi-lioni sarebbe un miracolo”.

di Marco Palombi

La cosa che mi ripugnaè che alla fine, nono-stante tutto il lavoro el’inchiesta della Pro-

cura, il buco nei conti dovrà ac-collarselo la collettività e i lavo-ratori”. Bartolo Cozzoli, 40 an-ni, è un avvocato con studio aMilano, ma lui è nato a Bisce-glie, in Puglia dove ha pure fattoil vicesindaco col Pd (correntelettiana) e dal dicembre 2013 ècommissario straordinario del-la Casa Divina Provvidenza,struttura sanitaria pugliese del-la Congregazione Ancelle dellaDivina Provvidenza funestatada un buco da mezzo miliardodi euro. Cozzoli, in sostanza, èl’uomo che ha agevolato l’in -chiesta della Procura di Trani,che mercoledì ha portato – tra lealtre cose – due suore ai domi-ciliari, vede coinvolto un uomovicino alla Curia vaticana comeGiuseppe Profiti e sta facendoimpazzire Renzi per la richiestad’arresto del senatore Ncd An-tonio Azzollini, ras della pro-vincia Barletta-Andria-Tranied ex sindaco di Molfetta.

“È come la Fiat per Torino”.Dai deficienti ai potenti

Li chiamavano “i deficienti” edon Pasquale Uva, ormai quasiun secolo fa, voleva dargli unacasa: tra donazioni, lasciti equant’altro alla fine ce la fece eoggi – con l’aiuto non seconda-rio dei fondi pubblici - la CasaDivina Provvidenza ha tre sedi(Bisceglie, Foggia e Potenza),ospita 800 malati ortofrenici(“deficienti” non si porta più) edà lavoro a più di 2.500 personein tutto. “In quelle zone, così de-presse, la sua importanza è paria quella della Fiat per Torino”,spiega Cozzoli. Un bacino diconsenso che - dalla morte didon Uva nel 1955 - viene gestitodalle Ancelle della Divina Prov-videnza, che poi sarebbero suo-re. Il risultato, come detto, è unbuco da 500 milioni che haspinto la Procura di Trani, nel2013, a chiedere il fallimento.

Macchina di voti e di soldi(nelle scatole da scarpe)

La Divina Provvidenza è sem-pre stata una macchina di voti,in particolar modo per la Dc.Oggi sappiamo che è stata an-che una macchina da soldi: laProcura ha scoperto che le suo-re hanno distratto fondi dellastruttura per anni e sequestrato28 milioni transitati per lo Ior escudati dalle “sorelle” attraver -so una fiduciaria. I soldi, dicel’accusa, escono da anni dalla“casa dei deficienti”. Il com-mendator Lorenzo Leone, chefu per lunga pezza direttore ge-nerale, era uso far portare a Ro-ma miliardi di lire infilati den-tro scatole da scarpe: allo Ior ri-sultano conti su cui Leone po-teva operare intestati a varieconfraternite, la cui disponibi-lità sembra essere poi passata ai

suoi eredi. Una gestione, in-somma, non proprio limpida,complicata alla fine degli anni90 dalla creazione di una sede aRoma (“fittizia”, dicono i pm)su consiglio della vaticana Con-gregazione per gli istituti di vitareligiosa e le società di vita apo-stolica: è verso quella “CasaProcura” che si involerannomilioni di euro. La “Congrega -zione delle congregazioni” poi,vista la malaparata, a ottobre2013 ha deciso di mettere sottotutela le Ancelle: il commissariovaticano è il vescovo di MolfettaLuigi Martella, che ha dato tuttii poteri al suo vicario - Profiti

appunto - allora presidente delBambin Gesù e commissarioall’Idi-San Carlo di Roma, com-plesso vaticano noto alle crona-che per un buco da un miliardo.Profiti è uomo vicino all’ex se-gretario di Stato Tarcisio Berto-ne, la cui stella s’è spenta sotto ilregno di Papa Bergoglio.

Le manovre del Vaticanoper riprendersi la clinica

Giuseppe Profiti è un personag-gio chiave. L’uomo del Vatica-no tenta infatti di far nominareun commissario governativo a

Azzollini non è solo:le manovre vaticanesulla clinica col bucoPROFITI, VICINO A BERTONE, VOLEVA ARGINARE L’I N V I ATODEL GOVERNO E CONTINUARE A GESTIRE L’EX MANICOMIO

I DUE COMPARIIl premier Matteo Renzi e il mini-

stro Angelino Alfano: entrambihanno esponenti dei loro partiticoinvolti in guai giudiziari. Per

ora si coprono a vicenda Ansa

P O L I T I CA

Un’altra fumatanera per i giudicidella Consulta

ANCORA NULLA di fatto per il rinnovo dellaCorte costituzionale. Il Parlamento si è riunitoieri in seduta comune per la ventitresima volta,ma senza trovare un accordo e raggiungere ilquorum per nessuno dei candidati in lizza. C'e-rano da sostituire Luigi Mazzella, cessato dalmandato il 28 giugno di un anno fa, e SergioMattarella, dopo la sua elezione alla Presiden-

za della Repubblica del 31 gennaio scorso. Nelprimo caso era richiesta una maggioranza deitre quinti dell'assemblea (571 voti), ma gli unicia ottenere preferenze sono stati i nomi indicatidal Movimento 5 stelle: Felice Besostri 44 voti,Franco Modugno 33 voti, Silvia Niccolai 25 voti.Quasi tutti (342) hanno scelto la scheda bian-ca, con 13 voti dispersi e 15 schede nulle. Stesso

copione anche per la sostituzione di Mattarella(dove era richiesto un quorum ancora più alto,dei due terzi, pari a 634 preferenze), con 357bianche e Besostri (il candidato più votato)fermo a quota 39, oltre a 17 nulle e 8 voti di-spersi. A questo punto il dovrà riunirsi nuo-vamente in seduta comune, a data da desti-n a rs i .

Appuntamenti rigorosamente perstrada. L’incubo delle micro-

spie. Il terrore dei carabinieri. Stranavita, per chi gravita in Comunione eLiberazione e punta ai grossi appalti,almeno a sentir parlare il super fun-zionario del ministero dell'Interno,Luca Odevaine, l’uomo accusato inMafia Capitale di gestire le gare per icentri destinati ai rifugiati. Duranteuna riunione nella sua Fondazio-ne/Integrazione Odevaine esordiscedicendo “Più che altro è tutta la vi-cenda Comunione e Liberazione...Ncd... Expo...”. Un suo collaboratore,Gian Gavino Montisci, gli risponde:“Stanno dentro a tutto... chiaramen-te...”. Staranno pure “dentro a tutto”

ma, soprattutto, sonodentro una continua pa-ranoia, replica Odevaineridendo. “L’altro gior-

no... ci siamo dati appuntamento, poisono talmente paranoici, che dannoappuntamenti sempre in mezzo allastrada... hanno paura di attentati...”.Ma quali attentati, ribatte Montisci,hanno paura delle microspie. “So’ ar-rivati separatamente...”, continuaOdevaine, “uno da una parte, seduti atre tavoli diversi... era mattina prestovenivano da casa, a piazza Barberini e ame, io stavo arrivando a piazza Bar-berini, mi hanno fermato i Carabinie-ri... Sono arrivato... stavo con i Cara-binieri ...”. “Hanno sudato freddo ...”,ride la collaboratrice Elisabetta Lupidi.“L’ho visti...”, racconta Odevaine, “livedevo che scappavano ognuno da unaparte della piazza...”.

ANIME CANDIDE

F u ggi - f u ggi ,ci sono i carabinieri

di Antonio MassariTRAME A BISCEGLIE...“Serve un ‘Bambin Gesù’e garantire ad Antonioche i suoi resteranno”,dice l’uomo della Curia.I debiti? Li pagherannolo Stato e i dipendenti