kiko argüello - rebecca libri · 2017-10-28 · libro_kiko.indd 5 05/12/12 16.17. ho voluto...

19
KIKO ARGÜELLO IL KERIGMA Nelle baracche con i poveri Un’esperienza di Nuova Evangelizzazione: la missio ad gentes PRESENTAZIONE DEL CARDINAL ANTONIO CAÑIZARES COMMENTO DEL CARDINAL CHRISTOPH SCHÖNBORN

Upload: others

Post on 05-Apr-2020

2 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

KiKo Argüello

Il KerIgmaNelle baracche con i poveri

Un’esperienza di Nuova evangelizzazione:la missio ad gentes

PresentAzione del CArdinAl Antonio CAñizAres

Commento del CArdinAl ChristoPh sChönborn

libro_kiko.indd 5 05/12/12 16.17

Ho voluto scrivere questo piccolo libro su suggeri-mento del Card. Cañizares, al quale è sembrato im-portante che dicessi qualche cosa su ciò che il Signore ha fatto con noi nelle baracche, con i poveri, e anche che pubblicassi un kerigma che possa aiutare, soprat-tutto per i contenuti e l’antropologia, il Sinodo sulla Nuova evangelizzazione.

I benefici di questo scritto saranno devoluti per aiu-tare la missio ad gentes nella Nuova evangelizzazione.

KiKo Argüello

libro_kiko.indd 7 05/12/12 16.17

IndIce

PresentAzione

Antonio CAñizAres lloverA

Cardinale Prefetto della Congregazione per il Culto Divino ....................................................... 11

nelle bArACChe: testimoniAnzA

KiKo Argüello .............................................................. 17

il KerigmA: Commento ChristoPh sChönborn Cardinale arcivescovo di Vienna .................................73

KerigmA “i tre Angeli”nell’AbbAziA di SorA (itAliA)KiKo Argüello ..............................................................79

Un’esPerienzA di nUovA evAngelizzAzione:lA miSSio Ad genteS

KiKo Argüello ............................................................ 127

libro_kiko.indd 9 05/12/12 16.17

KiKo Argüello

libro_kiko.indd 10 05/12/12 16.17

PreSeNtazIoNe

Cardinal antonio Cañizares llovera

libro_kiko.indd 11 05/12/12 16.17

[12]

alle soglie dell’anno della Fede e del Sinodo dei Ve-scovi sulla trasmissione della fede, o, se vogliamo, su una urgente, pressante e Nuova evangelizzazione, ci si offre questo piccolo libro, vero regalo di Dio, che ci anima e rinfranca nella fede, dissipa timori e paure e ci riempie di coraggio per seguire il suo annuncio – kerigma –, per anda-re là dove si trovano gli uomini, per essere, davanti a loro, testimoni valorosi e annunziatori convinti del Vangelo.

È uno di quei libri che, nella loro brevità, contengono grande ricchezza e sostanza, e che meritano di essere let-ti; il libro non lascia indifferenti; uno si sente afferrato e interpellato nella sua lettura; provoca, muove e rimuove. Quasi quasi terminerei la presentazione qui e mi sentirei tentato di fare da guida muta, limitandomi a segnalare con il dito come il muto: ecco qui. ma non posso rasse-gnarmi a questo, dato che questo libro offre e raccoglie qualcosa di tanto vivo e vitale com’è l’annuncio del kerig-ma, tale e quale è stato pronunziato direttamente nel suo momento, con tutta la forza e l’ardore, da chi sente nel cuore il Vangelo come fuoco, da Kiko argüello, fondato-re e iniziatore del Cammino Neocatecumenale: un uomo appassionato per Cristo e per darlo a conoscere a tutte le genti, affinché si convertano e seguano gesù.

libro_kiko.indd 12 05/12/12 16.17

[13]

leggendo e rileggendo, ascoltando una e un’altra volta dal vivo e come parola viva questo libro, sento, come peso contrario, la debolezza attuale nell’annuncio del Vangelo che gli uomini chiedono, come la terra arida chiede l’ac-qua. È importante che, con sincerità e umiltà, riconoscia-mo questa debolezza e fragilità della nostra fede. Credo che sia il cammino per metterci in movimento e rinno-varci. abbiamo bisogno di questo rinnovamento profon-do; abbiamo bisogno che la nostra esperienza di Dio e di gesù Cristo si fortifichi per annunziare il Vangelo; ab-biamo bisogno di accogliere di nuovo il Vangelo di gesù Cristo, che si faccia vita in noi, che viviamo di esso, come il giusto vive della fede. In questo modo, e soltanto così, evangelizzeremo, attireremo i non credenti e i lontani.

Il mondo ha bisogno del Vangelo. Ha bisogno di gesù Cristo. Non possiamo restare impassibili davanti a questo bisogno: il più grande di tutti. Questo bisogno, neppure cosciente, ma reale, ci arriva come clamore, non formula-to forse, di coloro che si sono allontanati dalla fede, di co-loro che non credono, di coloro che soffrono la perdita di umanità o il vuoto del non senso, di coloro che soffrono il disamore, l’ingiustizia o la dimenticanza degli uomini che passano lontano dalle loro necessità e lamenti. Un clamore è richiesta che grida verso di noi, i cristiani, anche se siamo fiacchi: aiutateci!

Viviamo tempi “duri”. Facilmente ci lamentiamo di essi. Con una naturalezza sbalorditiva cerchiamo colpevo-

libro_kiko.indd 13 05/12/12 16.17

[14]

li, oppure crediamo che non si possa far nulla per cambia-re la situazione difficile, molto difficile, che attraversiamo. Viviamo in una società tipicamente pagana. Ciò che in questi momenti è in gioco è il modo di intendere la vita: con Dio oppure senza Dio, con speranza di vita eterna, o senz’altro orizzonte che i beni del mondo, con una morale oggettiva, solida e valida per tutti, oppure con l’affermazio-ne sovrana della propria libertà come norma assoluta di comportamento fin dove lo permettono le regole esterne del gioco. e questo è molto importante. Non è lo stesso una cosa o l’altra. Questa è la sfida per noi cristiani: che gli uomini capiscano e vivano la vita con Dio, con gesù Cristo e con speranza nella vita eterna; che gli uomini cre-dano in gesù Cristo, lo seguano e raggiungano con lui la felicità, la verità che ci fa liberi, l’amore che ci fa fratelli.

Noi cristiani non siamo meri spettatori. Non possiamo in-crociare le braccia, né passare sotto silenzio ciò che abbiamo ricevuto, né lasciar morire l’immensa ricchezza, l’apprezzato e prezioso “tesoro” unico del Vangelo. Ci sentiamo spinti ad evangelizzare. Non possiamo tacere. ma soltanto possiamo parlare se crediamo: “Ho creduto, perciò ho parlato”.

Bisogna di nuovo iniziare. Bisogna tornare ad evange-lizzare. Bisogna vivere e annunziare il Vangelo nella sua realtà più radicale e originale e nei suoi contenuti fonda-mentali, e chiamare alla conversione. annunciare il Van-gelo, come se mai lo avessero ascoltato, nelle nostre case e focolari, ai nostri vicini, alle persone con cui trattiamo e

libro_kiko.indd 14 05/12/12 16.17

[15]

con cui viviamo, con cui lavoriamo o condividiamo com-piti e desideri. Come nei primi tempi. Come se fosse la prima volta che si annuncia gesù Cristo in mezzo ad un popolo; con tutta la sua forza di novità e di scandalo e con tutta la sua ineguagliabile attrattiva; senza complessi, né timori, con semplicità piena di speranza ed entusiasmo vi-goroso; con audacia apostolica; con immenso amore ver-so tutti. e questo annunzio fatto, partendo dall’esperienza gioiosa di fede che ci trasforma dal di dentro e ci fa vivere con piena fiducia e speranza in Dio che ci ama.

Viviamo in un ambiente pagano, senza palliativi di nessun genere, che tocca anche noi battezzati – forse più di ciò che ci sembra –. Dobbiamo imparare a vivere da cristiani in questo ambiente, essendo lievito nella massa, come l’anima nel corpo, dando vita e respiro, fermentan-do il nostro mondo. e vivere da cristiani con tutte le con-seguenze è vivere a fondo l’autenticità del Vangelo, darne testimonianza, annunciarlo, essere ciò che è l’anima per il corpo. Questa dovrebbe essere la nostra risposta di fronte alla scarsità di annuncio evangelizzatore della nostra Chie-sa a coloro che non credono oppure si sono allontanati dalla fede. Con l’aiuto di Dio questo è possibile.

lui stesso, nel nostro tempo, suscita persone che, “con-nuovo ardore, nuovi metodi e nuove espressioni”, portano il Vangelo alle genti, come fa l’autore di questo libro, Kiko argüello, e il Cammino Neocatecumenale che lui guida e promuove, e che la stessa Chiesa approva e incoraggia.

libro_kiko.indd 15 05/12/12 16.17

[16]

Il Cammino Neocatecumenale è un dono che lo Spi-rito Santo ha fatto alla Chiesa nel post-Concilio, come via o itinerario per l’iniziazione o reiniziazione cristiana, e come strumento per promuovere una nuova e vigorosa evangelizzazione. rendiamo grazie a Dio per le grandi me-raviglie che egli sta realizzando a favore della sua Chiesa e dell’umanità attraverso questo Cammino, per le grandi benedizioni e frutti che per mezzo e attraverso di questo Cammino sta spargendo in favore del suo popolo: frutti di conversione, di vita cristiana, di vocazioni al ministero sacerdotale, alla vita consacrata e all’azione missionaria della Chiesa; frutti, inoltre, di carità, di vita secondo le beatitudini, di donazione generosa, di famiglie rinnovate e aperte alla vita… grazie a Dio per questo libro, che, in qualche modo, mostra anche e riflette il volto del Cam-mino Neocatecumenale in uno dei suoi elementi basila-ri: quello dell’annuncio del kerigma per la conversione. e grazie al suo autore, che attraverso queste pagine parla ad ognuno dei lettori con tutta la forza e la freschezza del Vangelo, affinché, aperti gli orecchi alla parola, lo accolga-no e lo seguano, senza timore, e con tutta l’allegria di chi ha trovato un immenso tesoro.

aNtoNIo CañIzareS lloVeraPrefetto della Congregazione per il Culto Divino

e la Disciplina dei Sacramenti

libro_kiko.indd 16 05/12/12 16.17

Nelle BaraCCHe

testimonianza diKiko argüello

libro_kiko.indd 17 05/12/12 16.17

[18]

libro_kiko.indd 18 05/12/12 16.17

[19]

Il Cielo ChiUso

e UnA lUCe All’orizzonte

Kiko Argüello nella baracca di Joaquin. Sul fondo si intravede il volto di Cristo, disegnato da Kiko.

libro_kiko.indd 19 05/12/12 16.17

[20]

mi presento: sono spagnolo, nato a leon (Spagna) in una famiglia di classe medio-alta. Sono il più gran-de di 4 fratelli. mio padre era avvocato, mio nonno materno era inglese. Ho vissuto solo 2 anni a leon. Dopo mio padre venne destinato a madrid e noi ci sia-mo trasferiti nella capitale. Il Signore mi ha concesso di essere pittore. già da piccolo ero molto stimato per come disegnavo. Dopo ho studiato nell’accademia di Belle arti di S. Fernando a madrid.

I miei genitori erano cattolici. mia madre andava a messa tutti i giorni, mio padre la domenica. ma subi-to, quando ho cominciato Belle arti, mi sono trova-to in un ambiente diverso. era l’epoca di Franco e lì quasi tutti erano di sinistra. Con un gruppo facevamo teatro e grazie ad esso ho conosciuto il teatro di Jean Paul Sartre. ricordo una delle sue opere intitolata: “a porte chiuse” (Huis clos), in cui Sartre dice che l’infer-no sono gli altri e presenta una scena nella quale i per-sonaggi sono condannati a contemplare eternamente i loro difetti. Nel fondo, in Jean Paul Sartre, ho trovato una risposta: tutto è assurdo. lì c’era una risposta. Per-ché io mi domandavo: “Dio c’è o non c’è?”.

ma perché dubitavo di Dio? Perché, nel fondo, a casa mia la testimonianza dei miei genitori non era sta-

libro_kiko.indd 20 05/12/12 16.17

[21]

ta sufficiente, come neanche quella dell’ambiente in cui vivevo. allora Dio permise che facessi una kenosis, diciamo così, una discesa profonda. Ho cono-sciuto anche il pensiero di altri esistenzialisti, come albert Camus, ad esempio, e ho trovato nell’assurdo una ri-sposta. Ho pensato che non dovevo ingannare me stes-so: e se non c’è nessun Dio? Ho tentato di vivere così, seriamente: Dio non c’è. e mi si è chiuso il cielo; mi si è formata sopra come una enorme piastra di cemento e la vita ha cominciato ad essere molto dura. Nel fon-do Sartre diceva: “Non esistevamo, oggi esistiamo e domani lasceremo di esistere. Dobbiamo accettare di vivere così, veramente, accettare questa realtà. Non bi-sogna inventarsi nessun cielo né nessuna cosa esterio-re a questo mondo, ma dobbiamo prendere in mano la realtà dell’esistenza così com’è: cioè non c’è nulla”.

Ho provato a vivere così, ma presto mi sono reso conto che, quando la vita diventa insopportabile, c’è solo un’uscita: suicidarsi. Dicono che ogni secondo si uccide una persona nel mondo. In Spagna il suicidio è la prima causa di mortalità; dopo viene la morte per cancro, per gli incidenti stradali, ecc. In tutta l’europa aumentano e aumentano i suicidi.

In questa situazione in cui mi trovavo, mi hanno dato un premio nazionale straordinario di pittura (ne ha parlato la televisione, i giornali.) che mi ha lascia-to perplesso al comprovare che, nel fondo, il premio

libro_kiko.indd 21 05/12/12 16.17

[22]

non cambiava nulla del problema che sentivo dentro. mi rendevo conto che fin dalla mattina, quando mi al-zavo, mi domandavo: “Vivere, perché? Per guadagnare soldi? Per essere felice? Perché?”. già avevo soldi, già ave-vo fama, e non ero felice; ero come morto dentro. Ho capito subito che, se continuavo così, mi sarei ucciso.

In questa kenosis, in questo cielo chiuso, Dio ha avuto pietà di me. Io mi domandavo: “ma come vive la gente? Come riesce a vivere la gente?”. Vedevo gente normale, e pensavo: “ma non si domandano: Chi sono, chi mi ha creato, cos’è la vita? Forse che la gente non si pone questi problemi? Non sarà che il problema sta in me, che sono un narcisista, un tipo strano?”. Perché sentivo su di me come una coperta bagnata che mi fa-ceva costantemente cercare la verità: “Chi siamo, che facciamo nel mondo?”. Per me non era indifferente se Dio c’è o non c’è; era una questione di vita o di morte.

In quella situazione, in mezzo ad un’oscurità in cui niente mi soddisfaceva, in cui tutto era diventato ce-nere – anche l’arte, il sesso, ecc. –, in cui niente mi motivava, ho avuto un raggio, uno spiraglio di luce. lessi Bergson, filosofo di origine ebrea, il quale dice che l’intuizione è un mezzo di conoscenza della verità superiore alla ragione. Ho pensato: “e se Bergson ha ragione?”. Ho capito che nel fondo io ero troppo ra-zionale. Se, come artista, domandavo alla mia intuizio-ne se era d’accordo con l’assurdo totale dell’esistenza,

libro_kiko.indd 22 05/12/12 16.17

[23]

scoprivo che qualcosa dentro di me non era d’accordo che tutto fosse assurdo: la bellezza, l’arte, l’acqua, i fio-ri, gli alberi… Qualcosa non quadrava!

Così cominciò ad apparire Dio all’orizzonte, una luce debolissima, come una speranza. Seguendo quel-la luce, in un momento tragico della mia esistenza, entrai nella mia stanza, chiusi la porta e gridai a Dio: “Se esisti, vieni, aiutami, perché davanti a me ho la morte!”. Forse Dio ha permesso questa kenosis, que-sta discesa, questo svuotamento di me stesso per farmi umile, per farmi capace di gridare, di chiedere aiuto. e in quel momento avvenne un incontro. Perché io mi domandavo: “Che cosa mi può dimostrare che Dio c’è?”. le prove di S. tommaso d’aquino (non c’è oro-logio senza orologiaio, ecc.) non mi servivano. la bel-lezza della natura neanche. È curioso questo. Come potrei arrivare ad avere una certezza?

libro_kiko.indd 23 05/12/12 16.17

UN’eSPerIeNza

DI NUoVa

eVaNgelIzzazIoNe:

la MISSIo AD GENTES

La missio ad gentes di Karl-Marx-Stadt (Chemnitz) – Germania.

libro_kiko.indd 127 05/12/12 16.18

[128]

Una forma sorprendente che Dio ci ha conces-so per portare avanti la Nuova evangelizzazione nel Cammino Neocatecumenale sono le missio ad gentes. la “missione ai gentili” fa riferimento ai luoghi dove non è presente il Vangelo, dove bisogna realizzare la “prima evangelizzazione”. San Paolo dice: “andremo ai gentili”.

Possiamo distinguere due tipi di luoghi in cui è necessaria questa evangelizzazione: zone povere dove, in genere, la gente è battezzata ed ha una religiosità naturale e una grande devozione popolare e, in secon-do luogo, città in cui la secolarizzazione ha fatto vere stragi e della Chiesa Cattolica non resta quasi nulla.

Ci sono luoghi impressionanti, come la città di Chemnitz (germania), in cui quarant’anni di comuni-smo hanno distrutto la religione. I comunisti credono che la religione intossica il cervello e aliena l’uomo dal-la sua funzione primaria, che è il bene sociale e la giu-stizia. Chemnitz voleva essere una città modello dell’or-dine sociale che crea il comunismo. a questo fine, ad esempio, cambiarono il nome in quello di Città di Karl marx. e collocarono un’enorme scultura di undici me-tri con l’immagine della sua testa al centro della città. Il

libro_kiko.indd 128 05/12/12 16.18