10.00 lettera 265 al nome di gesù cristo crocifisso e di maria dolce
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- Lettera 265
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- Al nome di Ges Cristo crocifisso e di Maria dolce
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- Carissimi figliuoli in Cristo dolce Ges. Io Catarina, serva e schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi spogliati di voi medesimi, e vestiti di Cristo crocifisso, morti ad ogni propria volont, e ogni parere e piacere umano; e solo viva in voi la sua dolce verit.
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- Perch in altro modo non vedo che poteste perseverare nella virt: e non perseverando, non ricevereste la corona della beatitudine; e cos avreste perduto il frutto delle vostre fatiche. Voglio dunque, figliuoli miei dolci, che in tutto vi studiate d'uccidere questa perversa volont sensitiva, la quale sempre vuole ribellare a Dio.
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- E il modo da ucciderla questo: di salir sopra la sedia della coscienza vostra, e tenervi ragione, e non lasciare passare un minimo pensiero fuori di Dio, che non sia corretto con grande rimprovero.
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- Faccia l'uomo due parti di s; cio la sensualit e la ragione: e questa ragione tragga fuori il coltello di due tagli, cio odio del vizio, e amore della virt; e con esso tenga la sensualit per serva, dibarbicando e divellendo ogni vizio e movimento di vizio dall'anima sua.
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- E mai non dia a questa serva cosa che gli domandi; ma coll'amore delle virt conculcarla sotto i piedi dell'affetto.
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- Ma ogni cosa con discrezione; cio della vita corporale, pigliando la necessit della natura, acci che il corpo, come strumento, possa aiutare all'anima, ed esercitarsi per Dio. Per questo modo, con molta forza e violenza che farete a questa perversa legge della carne vostra e della volont propria, avrete vittoria di tutti i vizi, e acquisterete in voi tutte le virt.
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- Ma questo non vedo che poteste fare mentre foste vestiti di voi; e per vi dissi che io desideravo di vedervene spogliati, e vestiti di Cristo crocifisso. E cos vi prego strettissimamente che vi ingegniate di fare, acci che voi siate la gloria mia. Fate, che io vi veda due specchi di virt nel cospetto di Dio.
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- E levatevi oggimai da tanta negligenza e ignoranza quanto io sento in voi; e non mi date materia di pianto, ma d'allegrezza. Spero nella bont di Dio, che ancora mi dar consolazione di voi. Non dico pi.
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- Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio.
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