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Università degli Studi di Scienze Gastronomiche Sprechi Alimentari Opportunità e responsabilità per le imprese Circular Economy azioni dirette ed indirette per ridurre lo spreco prof. Franco Fassio ing. Alberto Tallone 16 Novembre 2016

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e Sprechi Alimentari Opportunità e responsabilità per le imprese

Circular Economy

azioni dirette ed indirette per ridurre lo spreco

prof. Franco Fassio ing. Alberto Tallone

16 Novembre 2016

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Quanto conosciamo un prodotto all’atto dell’acquisto? Cosa sappiamo…

delle energie utilizzate del suo

ciclo di vita degli attori

della filiera

delle materie coinvolte

delle relazioni che attiva

degli output prodotti

delle emissioni generate

della qualità del suo sistema?

Circular Economy azioni dirette ed indirette per ridurre lo spreco

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Un organismo acquisisce informazioni dall'ambiente, le elabora e cerca di esercitare su di esse un controllo. Secondo il cognitivismo è quindi fondamentale il concetto di esperienza in quanto lo sviluppo cognitivo risulta dall’elaborazione della conoscenza percettivo-concettuale del mondo. Una conoscenza influenzata dall’appartenenza ad una cultura che stimola una determinata organizzazione mentale. La visione sistemica sta nel considerare che il sistema non è direttamente deducibile o spiegabile sulla base delle proprietà delle singole parti che lo compongono, ma dal suo insieme. Dalla relazione tra osservatore e oggetto osservato nasce l’esperienza diretta e la cultura del pre-giudizio ma, il sistema coinvolto va ben oltre ciò che viene percepito con i sensi.

mano & foglia

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La teoria dei sistemi (Ludwig von Bertalanffy, 1968)

è un'area di studi interdisciplinari, che si occupa dell'analisi delle proprietà di un sistema in quanto tale. In Natura troviamo sistemi all’interno di sistemi che, ponendosi in relazione fra loro, creano qualcosa di più di una statica somma dei singoli elementi, ad esempio, attraverso i 5 regni (batteri, animali, alghe, piante, funghi) la natura metabolizza ogni eccedenza eliminando il concetto di rifiuto.

marmo & carne

Cultured Beef la carne sintetica o carne artificiale

o carne in vitro, è un prodotto di carne animale che non è mai stato parte di un animale vivo, con l'eccezione del

siero fetale del vitello.

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Possiamo tentare di scomporre la complessità in un insieme di sotto-problemi indipendenti tra loro determinando modelli lineari e competitivi di sviluppo ma, l’approssimazione del modello, ci fa perdere la transdisciplinarietà (Jean Piaget, 1970) dell’approccio scientifico ed intellettuale che mira alla piena comprensione della complessità del mondo presente. La coscienza di una comunità di destino che unisce tutta la razza umana nel riconoscere come “Patria” l’intera Terra (Edgar Morin, 2002) ed in tal senso, nel mettere in atto politiche di collaborazione: un’economia delle relazioni per il benessere comune.

cellule cerebrali & universo

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Tutti i sistemi complessi, indipendentemente dalla loro natura materiale, vivono una storia durante la quale si viene a definire la loro sensibilità alle perturbazioni esterne, determinando traiettorie di evoluzione delle specie e il grado di resilienza del sistema in generale. In questo contesto culturale, spesso la dimensione del sapere non coincide con la dimensione del reale valore che sia esso positivo o negativo. Comprendere la totalità delle ricadute che la complessità delle nostre azioni, delle nostre scelte da consumatore, hanno sui sistemi connessi, è praticamente impossibile a causa della velocità dell’atto di acquisto. Esistono talmente tanti parametri potenzialmente da prendere in considerazione che potremmo definirli, il Km del Giudizio (Franco Fassio, Nadia Tecco, 2008). vasi sanguigni & fulmini

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Ci affidiamo dunque al buon senso, sperando di saperne abbastanza sulla definizione multiforme di qualità che caratterizza il prodotto acquistato. Un buon senso che noi coltiviamo tramite le nostre relazioni e che è alimentato da un flusso di dati tra chi consuma e il sistema produttivo e di materia nel verso opposto, soggetto all'influenza dei modelli comunicativi (Claudio Peri, 2003). Scopriamo dunque di essere fragili, vulnerabili in particolar modo poiché abbiamo sviluppato un modello economico basato sulla vendita delle merci e dei servizi prodotti, un modello economico non sincronizzato ai ritmi del “sistema Terra”.

detriti fossili & rete neurale

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Resilienza •  parola nata nell’ambito della tecnologia dei materiali: indica la

capacità di un materiale di assorbire e rilasciare l’energia (per esempio, un urto) che lo potrebbe deformare, tornando allo stato iniziale.

•  nei sistemi informatici come in è riferito alla capacità di

resistere all’usura. •  nei sistemi biologici ed ecologici consiste nella capacità di ciò

che è vivo di riparare un danno e di tornare allo stato precedente un’aggressione esterna.

•  nelle organizzazioni sociali è la capacità di prevedere

danni o aggressioni possibili e di rispondere in modo adeguato.

•  in psicologia indica la capacità individuale di affrontare

stress e avversità uscendone rafforzati. Insomma, è una faccenda di elasticità materiale ed immateriale. galassia & aloe spirale

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fiume islandese & albero

Citando gli studi del Biomimicry Institute (Janine Benyus, 1997) e del Resilience Centre dell’Università di Stoccolma (Gregory Bateson, 1940), scopriamo una serie di principi che danno ragione all’affermazione di Leonardo Da Vinci Per essere resilienti bisogna ispirarsi alla Natura che: • ragiona per sistemi complessi che sanno adattarsi • ricicla tutto • accumula la diversità • richiede competenza locale ed incoraggia l’apprendimento • ricompensa la cooperazione • gestisce le connettività, le variabili e le retroazioni • produce energia attraverso processi rinnovabili • adatta la forma a seconda della funzione • frena gli eccessi dall’interno • intercetta il potere dei limiti

l’ingegno umano mai troverà invenzione più bella della Natura, perché nelle sue invenzioni nulla è superfluo (L. Da Vinci)

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Buono, Pulito e Giusto sono i valori alla base di una

qualità di sistema

la risposta all’esigenza di semplificare un concetto complesso senza banalizzarlo per arrivare alle persone e renderle soggetti attivi in un sistema

Dunque bisogna semplificare la complessità perché sia comprensibile (Albert Einstein, 1939).

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Le ragioni della crisi? Una crisi della ragione Albert Einstein, Il mondo come io lo vedo, 1931

Viviamo in una società di lavoratori senza lavoro Gunther Anders, L’uomo è antiquato, 1956

10 strategie della manipolazione mediatica Noam Chomsky, Manufacturing consent: the political economy of the mass media, 1988

Si mettono da parte i reali bisogni e si creano bisogni secondari per alimentare i meccanismi che consentono la vendita delle merci e dei servizi prodotti. Si creano -  bisogni per garantire la continuità della produzione; -  meccanismi di credito per sostenere i consumi; -  debiti pubblici per stimolare la domanda. L’uomo è il mezzo che consente il metabolismo delle merci!

Automazione sempre più spinta, Delocalizzazione, Disoccupazione, Guerre per le risorse, Land Grabbing, Impatto negativo ambientale, sociale, sensoriale Il lavoro è diventato un prodotto da produrre.

Creare problemi e poi offrire le soluzioni: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

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Statistiche sugli sprechi alimentari Commissione Europea 2012 •  Sprechi attuali nell'UE-27: 89 milioni di tonnellate all'anno (vale a dire 179 kg pro-capite) •  Responsabilità per i rifiuti alimentari:

- Famiglie: 42% (60% dei quali è evitabile) - Produttori: 39% - Rivenditori: 5% - Settore della ristorazione: 14%

La produzione alimentare nei paesi occidentali è tre volte più grande. Ogni anno, fino al 50% di cibo commestibile viene sprecato dagli europei, mentre 79 milioni di cittadini UE vivono al di sotto della soglia di povertà e 16 milioni di persone dipendono dagli aiuti alimentari. La Commissione Europea rileva (Gennaio 2012) che se non si farà nulla, lo spreco di cibo crescerà del 40% entro il 2020.

Scarti Alimentari: tonnellate su tonnellate Circular Economy

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A livello mondiale buttiamo 1.300.000.000 di ton. circa 8600 navi da crociera! Circa 900 mil. ton. tra campo e negozi mentre 400 mil. ton. tra casa, mensa, ristoranti, etc. In Italia stiamo sprecando 20 milioni di ton. di cibo ogni anno.

Alcuni numeri del 2010 in Italia (Commissione Europea 2011 su dati del 2006) •  15 milioni di quintali di prodotti agricoli (3,2% produzione) sono rimasti nei campi.

Le cause: commerciali (prodotti fuori misura), di mercato (costi di raccolta, del personale, etc.), estetica (prodotti non belli da vedere perché ammaccati, etc.).

•  1,7 milioni di tonnellate, gli scarti imputabili ai processi industriali (2,6% della produzione totale finale) mentre un 1,2% (nel caso ortofrutta), marcisce nei centri di stoccaggio (vendita all’ingrosso).

•  il 40% dei prodotti che si “salvano” vengono sprecati nella fase di distribuzione/negozi/supermercati, etc.

•  a casa, ogni italiano spreca 1600 euro all’anno cioè il 27% della spesa alimentare annua pro capite, pari a 5724 euro.

Scarti Alimentari: tonnellate su tonnellate Circular Economy

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Abbiamo rifiuti lungo tutto il ciclo di vita di un prodotto.

Ciclo di vita del cibo

Nei paesi industrializzati, i rifiuti si generano principalmente nelle fasi finali di distribuzione e consumo. Nei paesi in via di sviluppo, le perdite si verificano nelle fasi iniziali, ad esempio per mancanza di adeguate tecniche agricole, per le infrastrutture per il trasporto e lo stoccaggio (come, ad esempio, la catena del freddo).

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Per ogni europeo si producono all'incirca 840 kg di cibo all'anno. 560 ce li mangiamo, al ritmo, di circa 1,5 kg al giorno. Che fine fanno gli altri 280 kg? Poco meno di 200 vengono sprecati prima che il consumatore ci metta su gli occhi. Nei campi, nelle aziende di trasformazione, nei supermercati. Gli ultimi 95 kg circa ci premuriamo personalmente di acquistarli per poi buttarli in pattumiera. I nordamericani non sono da meno: dei 900 kg di cibo a loro disposizione, 600 li mangiano, 180 li perdono di vista prima del momento dell'acquisto, 120 li acquistano per poi buttarli. Gli abitanti dell'Africa subsahariana e del Sud Est asiatico, sprecano molto meno: circa 6 kg a testa gli africani, circa 11 kg a testa gli asiatici. Ma attenzione: il cibo a disposizione di ognuno di loro è la metà del nostro: 460 kg.

Economia irreale ma purtroppo reale… Circular Economy

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•  i nostri soldi: in Italia, il cibo è la seconda voce del bilancio familiare dopo la casa. Ogni italiano spende il 14,2% del proprio stipendio per acquistare cibo e di questa spesa, il 27% viene buttata via: circa 6,5 euro settimanali.

•  un pezzo della vita di chi ha lavorato per farlo e degli ecosistemi coinvolti;

•  acqua: a livello mondiale annualmente, l’acqua che si spreca per produrre il cibo, è pari a 250 miliardi di litri (pari al consumo di New York per i prossimi 120 anni).

•  suolo: a livello mondiale, il suolo che si spreca per produrre il cibo, è pari a 1,4 miliardi di ettari (il 30% della superficie agricola utilizzabile mondiale);

•  CO2: la quantità di CO2 generata dalla produzione, trasformazione, conservazione, trasporto di cibo, è pari a 3,3 miliardi di ton di CO2 (è la terza causa dopo la Cina con 7,3 milioni di ton. e gli Stati Uniti con 6,9 milioni di ton.).

Cosa stiamo buttando?

Curiosità ragionando sul Ciclo di Vita Ogni giorno (sommando tutte le azioni) in media un italiano consuma 200 litri di acqua. •  Quanta acqua serve per produrre una lattina

di Coca-Cola? 200 litri. •  Quanta acqua serve per produrre una

tazzina di caffè? 140 litri.

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Totale degli ettari acquistati nei paesi

Ammontano a circa 58.077.355 ettari

di terreno quelli acquistati da paesi terzi.

Pari alla dimensione di mezza Europa occidentale.

Il 10% degli

investitori hanno il 68% del terreno

acquistato.

Il 42% del terreno acquistato è in

Africa.

Dati Land Matrix (07/2012) Castelnovi, 2010

la corsa all’acquisizione di terra (Land Grab)

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TOP 10 INVESTORS COUNTRIESUsa 4,136,973 HaMalaysia 3,397,607 HaUK 3,229,922 HaIndia 2,972,509 HaSouth Korea 2,696,297 HaChina 2,555,702 HaArab Emirates 2,277,856 HaSaudi Arabia 2,132,357 HaAustralia 1,547,616 HaSouth Africa 1,482,208 Ha

la corsa all’acquisizione di terra (Land Grab)

Land Matrix http://landportal.info/landmatrix/get-the-idea http://landportal.info/landmatrix/get-the-picture

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http://virtualwater.eu/

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Carrello della spesa virtuale (dati WWF 2010) Essi esprimono il rapporto tra cibo ed emissioni calcolati sul fabbisogno di un individuo maschio adulto:

Bovino 500gr 3,09 kg CO2 eq. Ovino 500 gr 0,88 kg CO2 eq. Pollo 500 gr 0,93 kg CO2 eq. Maiale 500 gr 1,15 kg CO2 eq. Salumi 100 gr 0,44 kg CO2 eq. Pesce allevato 500 gr 0,9 kg CO2 eq. Pesce pescato 500 gr 0,61 kg CO2 eq Latte locale 1 lt 0,17 kg CO2 eq Latte non locale 1 lt 0,27 kg CO2 eq Parmigiano locale 200 gr 0,53 kg CO2 eq Parmigiano non locale 200 gr 2,21 kg CO2 eq Mozzarella locale 125 gr 0,09 kg CO2 eq Mozzarella non locale 125 gr 0,1 kg CO2 eq Uova n 6 0,05 kg CO2 eq Riso 500 gr 0,23 kg CO2 eq Farina di Mais 500gr 1,95 kg CO2 eq Pasta 500 gr 0,91 kg CO2 eq Pane 500 gr 0,44 kg CO2 eq Legumi busta da 500 gr Non locali, non stagionali, non bio 1,37 kg CO2 eq Legumi busta da 500 gr Bio non locale non stagionale 1,08 kg CO2 eq Legumi busta da 500 gr Locale-bio-stagionale 0,7 kg CO2 eq Ortaggi 500 gr congelati 1,39 kg CO2 eq

Riconoscere l’offerta alimentare Circular Economy azioni dirette ed indirette per ridurre lo spreco

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Quanti soldi?

Calcoli dell’Azienda Municipalizzata per l’Ambiente di Roma stimano in 250 euro a tonnellata il denaro necessario per lo smaltimento dei rifiuti alimentari. Moltiplichiamo questo numero per 20 milioni di ton. e vediamo come servono al “sistema Italia”, 5 miliardi di euro all’anno solo per smaltire i rifiuti alimentari mentre a livello mondiale (1 miliardo e 600 milioni di tonnellate) 400 miliardi di euro. Nel 2010 la FAO dichiarò che per eliminare la fame nel mondo sarebbero serviti circa 33,5 miliardi di euro!

Il costo del cibo sprecato a livello mondiale è pari a 750 miliardi

di dollari.

Si stima che il valore dello spreco alimentare domestico in Italia

è di 8,1 miliardi di euro all'anno.

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Il modello produttivo umano non coincide con quello sviluppato dalla Natura. Nel mondo vivente troviamo sistemi all’interno di sistemi. Essi si pongono in relazione fra loro creando qualcosa di più di una statica somma di elementi, un qualcosa che ci permette di dire che: l’intero sistema relazionale vale di più della somma dei singoli elementi.

La Natura non conosce il significato della parola “RIFIUTO” poiché ogni eccedenza viene metabolizzata dal sistema nel fluire dinamico attraverso i cinque regni: Monera, Prototisti, Funghi, Piante e Animali

È giunto il momento per le società di riprogettare il sistema economico ispirandosi agli ecosistemi (G.Pauli, Blue Economy, 2010)

Dove stiamo sbagliando? Circular Economy

azioni dirette ed indirette per ridurre lo spreco

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Energia distribuita: il concetto di Entropia La natura non brucia nulla, ma produce energia e la vita attraverso processi termochimici come la fotosintesi.

I processi di combustione utilizzati per produrre energia dal nucleare, dal petrolio, dal carbone o dal metano producono isotopi radioattivi nel caso delle centrali nucleari, oppure negli altri casi anidride carbonica, ossidi di azoto e di zolfo derivanti dalla combustione e sono basati su risorse limitate.

L’uomo ha introdotto un sistema di produzione energetica basata sulla combustione, piuttosto che su processi termochimici, accelerando i processi entropici sul pianeta cioè la tendenza intrinseca ad un sistema di perdere irreversibilmente parte del proprio ordine o delle proprie qualità (es. nella teoria dell’informazione, perdita di informazioni nella trasmissione dei messaggi).

Circular Economy azioni dirette ed indirette per ridurre lo spreco

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1) Ispirandosi alla Natura Alle origini del pensiero sistemico possiamo intravedere la figura di Leonardo Da Vinci, egli osservava e descriveva la realtà come un tutto organico e sosteneva l'importanza delle relazioni al suo interno (definito da Fritjof Capra il primo pensatore “olistico” in La scienza universale. Arte e natura nel genio di Leonardo, 2009)

Come riprogettare il sistema economico?

L’uomo è ciò che mangia (L. Feuerbach, 1862), …. insieme a ciò che beve!

Economia lineare

Economia circolare

Economia delle Relazioni o di Sistema

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2) Ragionando per “sistemi”: passando da un modello produttivo “Lineare” ad uno “Sistemico/Olistico”

Come riprogettare il sistema economico? Circular Economy

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Un campo d'azione in cui il ruolo della vita torna ad essere essenziale, sia sotto il profilo biologico, che etico e culturale. Un cambio di paradigma che ponga i valori dell’uomo e del sistema natura, da cui trae ispirazione, al centro di ogni processo decisionale.

Economia reale EC

ON

OM

IA R

EALE

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Un cambio di paradigma

il ritorno ad un approccio olistico

alla produzione strettamente connesso

al territorio ed alla collettività

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3) Semplificando la complessità Come riprogettare il sistema economico?

Il Km del Giudizio Dobbiamo pensare il sistema alimentare come un unico sistema che produce la giusta quantità di cibo per un territorio con la giusta quantità di materia ed energia.

Make everything as simple as possible, but not simpler!   Albert Einstein (da Panarchy, Holling and Gunderson, Island Press, 2001)

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Nasce in UniSG nel 2011 il Systemic Food Design, una metodologia progettuale per lo sviluppo di un nuovo modello di produzione e commercializzazione del cibo e dei componenti e servizi ad esso correlati, promuovendo, tutelando le produzioni sostenibili ed educando il consumatore a riconoscere un nuovo concetto di Qualità di Sistema.

QUALITA’ DI SISTEMA è la risultante della somma di fattori naturali (evolutivi), oggettivi e soggettivi, caratterizzanti la sostenibilità sociale, ambientale, economica e sensoriale di un determinato prodotto o servizio e che gli conferiscono l’attitudine a soddisfare i bisogni espressi o impliciti di un ecosistema determinando armonia attraverso la ricerca di un equilibrio dinamico nel tempo tra i fattori che lo compongono.

Qualità Sistemica “romantica” personale“pura” figlia

del processo evolutivo

“classica” misurabile scientificamente

F.Fassio in, “La qualità dei sistemi, dei processi e dei prodotti” di Lanzavecchia C. Il Fare Ecologico, 2013

Systemic Food Design Circular Economy

azioni dirette ed indirette per ridurre lo spreco

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www.systemicfooddesign.it in collaborazione con Comieco, Ricrea, Rilegno

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Pubblicazioni di riferimento

Luigi Bistagnino, Design Sistemico. Progettare la sostenibilità produttiva e ambientale, con annotazioni e commenti di Carlo Petrini, Slow Food editore, 2009 – Seconda Edizione 2011

Gunter Pauli, Blue Economy, a cura di Gianfranco Bologna, con prefazione di Catia Bastioli, EA Edizioni Ambiente, 2010

Fritjof Capra e P.Luigi Luisi Vita e Natura. Una visione sistemica Aboca Edizioni, 2014

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Principi di Economia Circolare

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2 Dicembre 2015

Nuovo pacchetto normativo

sull’economia circolare

dell’Unione Europea.

Modifiche apportate alla Direttiva

Quadro 2008/98/CE.

DEFINIZIONE:

Ciclo di sviluppo continuo che conserva e valorizza il capitale naturale, ottimizza l’efficienza

dell’uso delle risorse e riduce al minimo i rischi di sistema per la gestione delle scorte finite

e dei flussi rinnovabili.

L’obiettivo è: funzionare in modo efficace a tutti i livelli.

IT’S CLOSING THE LOOP

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1. Preservare e valorizzare il capitale naturale

Attraverso il controllo delle risorse naturali finite e il continuo bilanciamento dei flussi di risorse

rinnovabili.

2. Ottimizzare il rendimento delle risorse

Facendo circolare prodotti, componenti e materiali riutilizzabili.

Questo significa progettare per la rigenerazione, rinnovamento, e il riciclaggio di componenti e

materiali che circolano e che contribuiscono all'economia.

3. Efficienza del sistema

Rilevando e ri-collocando attraverso una corretta progettazione le esternalità negative.

Principi

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Gestione dei rifiuti L’EU intende trasformare in risorsa oltre 600 milioni di tonnellate/anno di rifiuti (la % di riciclaggio

tra i paesi dell’EU ha un gap tra il 5% e l’80%) attraverso:

•  l'obiettivo comune UE di riciclare il 65% dei rifiuti urbani entro il 2030;

•  l'obiettivo comune UE di riciclare il 75% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030;

• obiettivo vincolante di collocamento in discarica max 10% entro il 2030;

•  inserire target specifici differenziando per ogni tipologia di imballaggio.

In settembre 2015 le Nazioni Unite hanno adottato gli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030,

in particolare si prevede di dimezzare gli sprechi alimentari pro-capite a livello di vendita al

dettaglio e di ridurre le perdite alimentari lungo le catene di approvvigionamento e di produzione.

Rifiuti alimentari

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Packaging Per quanto riguarda il packaging entro il 2025 - 2030 i seguenti obiettivi minimi di peso per il

riutilizzo e il riciclaggio:

•  plastica: 55%;

•  legno: 60% - 75%;

•  metalli ferrosi: 75% - 85%;

•  alluminio: 75% - 85%;

•  vetro: 75% - 85%;

•  carta e cartone: 75% - 85%.

Introduzione del concetto di riciclo organico (come compostaggio e digestione anaerobica di

rifiuti organici). Obbligo raccolta differenziata dei rifiuti organici entro il 2020 (limite 65% entro il

2025). Valutare la fattibilità di una progressiva sostituzione degli imballaggi alimentari con

soluzioni biobased e/o biodegradabili e compostabili.

Riciclo organico

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Casi Studio

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La capsula compostabile

Applicando il principio dello zero waste

dell’economia circolare, secondo cui

niente è rifiuto ma tutto torna ad essere

r i sorsa con grandi benefici per

l’ambiente, le aziende Novamont e

Lavazza (partner strategici di UniSG)

hanno messo a punto una capsula che

può essere raccolta con il rifiuto umido e

avviata al compostaggio industriale,

dove capsula e caffè esausto vengono

riciclati insieme in compost.

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Il recupero dei fondi di caffè: progetto Co.Fu.

Soluzione alternativa per chiudere il ciclo della filiera del caffè riducendo l’impatto ambientale, sensibilizzando la società sulla gestione dei rifiuti, conducendo attività didattiche e coltivando cibo salubre e sostenibile.

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Crush: la carta che arriva dagli s-carti

Crush è certificata FSC, realizzata c o n 1 0 0 % e n e r g i a v e r d e autoprodotta, senza OGM e contiene 30% di riciclato post consumo.

Crush è la nuova gamma ecologica di Favini realizzata con sottoprodotti di lavorazioni agro-industriali che sostituiscono fino al 15% della cellulosa vergine. I residui di agrumi, uva, ciliegie, lavanda, mais, olive, caffè, kiwi, nocciole e mandorle sono le materie prime naturali – spreco alimentare che vengono utilizzati per la produzione di queste esclusive carte dall’aspetto tattile inusuale.

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Clean to bar: come rendere sostenibile il cioccolato

Specifici sottoprodotti originati dalla produzione del cioccolato, quali le cabosse, la polpa e la buccia, possono essere riutilizzati come nuovi input su diversi cicli produttivi e anche dal punto di vista del valore nutrizionale, dedicati sia all’alimentazione umana che animale.

Il metodo di produzione classico consente di sfruttare solamente il 10% del frutto prodotto.

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UniSG: Circular Economy for FOOD A partire dal 2017 si intende dare vita all’interno dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche a un polo dove sviluppare e disseminare progetti specifici la cui idea progettuale sia un’implementazione della filosofia dell’Economia Circolare applicata al mondo del Food.

L’avvio e lo sviluppo di questo polo sarà possibile attraverso una stretta collaborazione sia con il sistema produttivo, agricolo che industriale, e sia con il tessuto sociale e educativo, istituzioni pubbliche e altri atenei.

Le competenze olistiche sul mondo del Food di UniSG e la collaborazione con i partner e i soci o potenziali tali permetterà di progettare, costruire, catalogare e raccontare casi studio.

UniSG intende porsi come un IMPLEMENTATORE DI PRATICHE

di Circular Economy for FOOD attraverso soluzioni ambiziose proiettate nel futuro.

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