monumento a palazzo tentorio di maria molteni

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Maria Molteni Monumento a Palazzo Tentorio Canzo Galleria Schubert 20122Milano via Fontana 11 telefono +39 02 54 10 16 33

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Catalogo di presentazione dell'artista Maria Molteni pubblicato in occasione dell'inaugurazione del monumento collocato nel loggiato chiuso di Palazzo Tentorio a Canzo

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Page 1: Monumento a Palazzo Tentorio di Maria Molteni

M a r i a M o l t e n iMonumento a Palazzo Tentorio

Canzo

G a l l e r i a S c h u b e r t2 0 12 2 M i l a n o v i a F o n t a n a 11 t e l e f o n o + 3 9 0 2 5 4 10 16 3 3

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Con il patrocinio di

Si ringrazia per la collaborazione alla realizzazione:

Pierantonio ParediLaura LuppiFaber snc, Fizzonasco di Pieve Emanuele

Provincia di ComoComune di CanzoRegione Lombardia

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G a l l e r i a S c h u b e r tSettembre 2009

M a r i a M o l t e n iMonumento a Palazzo Tentorio

Canzo

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L'inaugurazione di un'Opera Civica configura un momento altamentesignificativo per la Collettività.L'opera, conferita alla Città, è destinata a radicarsi nel tempo e ad assu-mere sempre maggiore identità, sino a immedesimarsi nel luogo e nelsentimento comune.Il monumento, concetto antico e fondato nella storia più lontana, è moti-vo di aggregazione, di incontro civile e dialogo, di simbolo di unaComunità.L'attenzione alla qualità della convivenza sociale deve mirare all'ade-guatezza delle strutture e dei servizi ma considerare anche i sinonimi diciviltà e di cultura che, nella continuità della tradizione, caratterizzano lanostra Regione.Al plauso per l'iniziativa adottata dall'Amministrazione Comunale diCanzo, si unisce l'apprezzamento per l'opera di Maria Molteni, sintesiincisiva del suo personale linguaggio espressivo e dell'interpretazionedel territorio.Il percorso artistico di Maria Molteni, già oggetto della nostra attenzione,unitamente alle doti di personalità artistica, si arricchiscono oggi di ulte-riore luminosità nella consapevolezza e nella responsabilità dell'impor-tanza civica di un'opera pubblica.Opportunamente, per favorire maggiore conoscenza dell'artista da partedei Cittadini, l'Amministrazione ha inteso allestire, in parallelo all'inau-gurazione della grande scultura collocata nel Municipio, una mostra per-sonale che risulterà certamente esaustiva nella documentazione dellapoetica e delle tematiche di Maria Molteni.Con vivo compiacimento per l'iniziativa, la nostra partecipazione inten-de anche formulare un augurio, affinché questo monumento possa tra-dursi in esempio e favorire nuove formule di quotidianità e di avvicina-mento fra l'Arte Contemporanea, i linguaggi dell'attualità e i nostriCittadini.Per ribadire e intensificare la valorizzazione dell'Arte in Lombardia.

Massimo ZanelloAssessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia

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L'opera civica di Maria Molteni. Simbolo e dialogo

Il monumento, chi era costui? L'opera civica, nell'ultimo arco di tempo,ha conservato traccia ma ha patito riscontro di merito.Un valore annebbiato se non smarrito in analogia a grandi concetti, diradice storica e fondamentale, che condividono l'etimologia con città eciviltà.Area urbana, agglomerato urbano, piano urbanistico: ma il senso e ilsentimento della città risultano relegati chissà dove.Arredo urbano, intervento per l'arredo urbano. Intervento è parola gros-sa. Si usa per l'emergenza, per la gravità, per la calamità. Arredo urba-no, invece, può connotare quegli eufemismi elastici che, nella loroampiezza, abbracciano il vuoto. Si tratterà di panchine, di lampioni, diaiuole fiorite, non di monumenti né di opere civiche.La scultura è scultura. L'arredo è arredo.Sì, persiste la querelle arte e design, ovvero se sia lecita o meno l'equi-parazione tra le due discipline ma l'esperienza insegna, checché se nedica, che un dipinto di Giacomo Balla è considerato grande arte mentreun mobile disegnato da Balla per la propria casa è valutato come eccel-lente curiosità. Nondimeno Andy Warhol è diventato Andy Warhol quan-do ha sfoderato ritratti di Marilyn e di Einstein, sedie elettriche e barat-toli di pomodori, non quando disegnava scarpe.La scultura è scultura e non dobbiamo dimenticare che è un grandemarchio di casa nostra.La scultura non è arredo perché tale asserzione significherebbe irrepa-rabile offesa a tutti i maestri della nostra tradizione, da Bernini aFontana, sino al passato prossimo e al presente, passando da Rodin,Brancusi e Moore.D'altronde, nel generale appiattimento dei valori, difficilmente l'arte sipuò esimere dal declassamento: basti pensare all'esaurimento del con-cetto di ideologia e all'impoverimento del significato di politica, spesso emalamente ridotta a surrogato.Eppur si muove. Come eccezione, come un miraggio, talvolta compareuna reviviscenza. E lo stupore non deriva dall'argomento ma dalla misu-ra e dalla prospettiva.È il caso di Canzo e dell'opera di Maria Molteni, ove dimensione e otti-ca risultano perfettamente in sintonia.Rapporto mancato, invece, in una città di tradizione, di profilo e di gran-di mire come Milano. Qui, sebbene rara, non è assente la collocazione

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di opere pubbliche, forse intese nella qualità di arredo, forse nella digni-tà di scultura, eppure lo stridore dell'equazione opera-luogo risuonaancora e acuto.Per esempio, Oldenburg in piazza Cadorna, perché se Milano denotavanecessità o opportunità della presenza di Oldenburg, non altrettanto sipuò dire della piazza, che avrebbe anche accolto o persino gradito l'an-titesi se fosse rimasta come era ma non dopo il progetto di Gae Aulenti.In analogia, desta persistenti perplessità il cubo di Aldo Rossi dedicatoa Sandro Pertini. Infine anche la struttura di Gianfranco Pardi, artista dichiara caratura, collocata in piazza Amendola, non risalta quanto meri-ta ma appare compressa in uno spazio inidoneo.L'opera civica deve nascere per il luogo destinato, colloquiare diretta-mente dalle fasi del progetto, altrimenti non si troverà l'equilibrio e il con-nubio risulterà imperfetto.Spesso nella città vengono posizionate opere nate felicemente ma nonespressamente ideate per quella collocazione e ne patiscono la forza-tura, la costrizione. Opere ideali per un certo spazio che, soffocate dal-l'incombere delle strutture urbane, si traducono in puffi a grave discapi-to della propria dignità.A Canzo, invece, il progetto di Maria Molteni è nato con l'idea di operacivica nella sede del Municipio. La misura morale della scultura abbrac-cia la collettività e si rende disponibile alle dimensioni del luogo.Il concetto è antico e risale alla individuazione di un simbolo a evidenzadi un'entità civica. Emblema o riferimento, il manufatto diviene sostanti-vo e la simbiosi rafforza l'identità. L'opera si traduce in sinonimo delluogo e intorno ad essa si concentrano le forze vive che lo animano. Èun perno sociale, punto d'incontro, di correlazione, di colloquio.L'agorà era l'arena del dialogo e lì si conveniva per l'appuntamento sot-tinteso, per il ritrovo spontaneo, per il confronto delle opinioni anchenelle grandi scelte.L'obelisco, la fontana, il monumento, hanno segnato l'epicentro dellaconvivenza sociale e il laboratorio delle idee. Perlomeno sin quando siparlava a voce e, soprattutto, sinché esistevano idee da esprimere.Maria Molteni ha sempre nutrito il sentimento del dialogo pubblico.Quando il suo lavoro, dopo la prima fase in pietra, si è rivolto al bronzo,le sue opere, anche se in dimensioni contenute, mostravano spirito eanelito d'opera civica in grande statura, libere in mezzo al mondo. Era il risultato naturale di un intenso ciclo di scultura dedicato al collo-quio, alla comunicazione e alla incomunicabilità.

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Il giorno in cui i suoi lavori abbandonarono l'alfabeto figurativo, le sem-bianze umane e la connotazione di una voce verosimile, assunserocapacità di suggestione e metafora evocativa. Divennero simboli oltreogni riferimento di luogo e di tempo, linguaggio universale.Il processo di astrazione ha determinato una sintesi intellettuale rigoro-sa ma favorevole a estrema libertà di approccio. La raffigurazione deter-minava nell'osservatore una limitazione dell'autonomia interpretativamentre l'astrazione ha generato, nella totalità di spazio intorno, massi-mo campo di lettura.In quello spazio, di indipendenza, di luogo aperto al quesito e al dibatti-to, la scultura vive in dimensione propria.L'opera di Maria Molteni è dotata naturalmente di un'anima e non rischiamai di diventare un oggetto. È una scultura, un'entità a sé, forte di per-sonalità.Può configurarsi nel perimetro di una stanza ma, in dimensione correla-ta, può, oppure deve, vivere nello spazio di grande apertura.Le tensioni interiori, frequenti in proiezione verticale, determinano un'e-voluzione, una progressione continua, capace di accendere suggestio-ni in divenire e liberare la capacità evocativa dell'osservatore.La scultura di Molteni cerca il colloquio, lo stimola anche adottando pati-ne e colori sui metalli, segni profondi e stratificazione dei piani, quasiattuando una dolce irruenza di incontro a sollecitazione di immediatarisposta. Motivo ulteriore per non mirare solo allo spazio vitale in ambi-to privato ma desiderare la convivenza in pubblico.Il ritorno all'opera civica nell'esempio di Canzo presagisce ulteriori oriz-zonti. Sottintende un ritorno della gente al dialogo e al confronto debel-lando quel diffuso senso di abulia da pessimismo e disinteresse che hacaratterizzato l'epoca successiva alla caduta delle ideologie. Testimoniauna necessità di incontro che oltrepassa la richiesta di sicurezza, chesupera le ronde, le inferriate, le telecamere e reclama invece il deside-rio di aggregazione, di parola, di piazza. Indica la città aperta e viva, cir-colare nel dinamismo e nel dialogo.Buon segno, ottimo segno, perché la città deve appartenere ai cittadinie non riservarsi a singole priorità di interessi. La città è la collettività. Lecomunità ne fanno parte ma sono parti e occorre scongiurare il rischioche divengano fazioni. La collettività è tutto e di tutti. Come il municipio,anagrafe, assistenza, tributi, senza discriminazioni.Ottimo segnale l'opera civica di Maria Molteni nella sede comunale diCanzo. Il Comune di tutti, il simbolo del pubblico, una scultura, impar-

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ziale, apolitica, democratica: silenziosa ma di grande significato.Un'opera forte nello spirito e nella struttura, che si erge con determina-zione di personalità a mirare il territorio e il futuro, garanzia, nel peso enella mole, di fermezza sociale.Una scultura di raffinata eleganza, formale e fisica, che indica come ilComune possa nutrire sentimenti ed essere oltre il semplice luogo deitimbri e delle carte.Pare già radicata nel territorio, con nerbo ampio come albero secolare,con le trafitture della corteccia, i segni della storia e la consapevolezzadei giorni. Sembra sbocciare il domani, emanando intonso candore daun corpo antico. E svetta per osservare lontano, come torre d'avvista-mento, come segno di identità o baluardo a ogni influenza avversa.Nel volgere del tempo, intesserà dimestichezza con i cittadini, ne con-quisterà la confidenza e instaurerà dialogo. Sinché un giorno la gente di Canzo le darà un nome e allora, senza dirloma sorridendo, davvero si sentirà di famiglia.

Claudio Rizzi

Rendering digitaledell’opera

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la realizzazione

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Maria Molteni presso la Faber con lemaestranze verifica e rifinisce i bozzetti distudio per il monumento

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L’officina e le opere

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MARIA MOLTENI nasce a Milano, città dove attualmente risie-de e ha lo studio.Avviata dapprima agli studi scientifici, scopre successivamentee coltiva gli interessi per la psicologia, poi per la musica e lascultura, intuendo tra queste apparentemente diverse disciplineuna forte connessione, che si rivelerà nel futuro la base dellesue riflessioni ed esperienze artistiche.Si diploma in pianoforte al Conservatorio di Parma, trovandonella musica i ritmi e la poetica che danno avvio alla sua esi-genza espressiva e alla sua impellenza di creare forme e dareuna iconografia allo spazio, da occupare non solo con ondesonore, invisibili all'occhio fisico, ma con creature reali conte-nenti in sé anche una forma musicale "tattile". Frequenta ambienti artisticamente molto stimolanti sia in Italiache in Paesi stranieri, quindi con culture e tradizioni diverse chel'arricchiscono e le aumentano ulteriormente la consapevolezzadi avere dei progetti d'arte ai quali dare un destino. Soprattuttoil Canada, prima, e l'Egitto, poi, paesi nei quali risiede per moltianni, esercitano una influenza sulla sua formazione.Inoltre, ha la fortuna di respirare della sobrietà delle opere edella sensibilità artistica da una figura familiare: il suoceroAngelo Casati, interprete del percorso evocativo della sculturaitaliana negli anni che decorrono dai Trenta ai Sessanta.Quando Casati, suo maestro, scompare, Maria Molteni com-prende che è il momento di dare spazio al proprio genio creati-vo, dedicandosi a lungo ed intenso tirocinio di esperienza in for-naci e cave, per conoscere a fondo i diversi materiali e i lorocomportamenti ed approfondire le tecniche di lavorazione, tra-mite cui trovare il giusto linguaggio espressivo incondizionatoda qualsiasi evento esterno al pensiero. Anche negli studi enelle esperienze tecniche, segue una rigorosa, progressiva egraduale, evoluzione legata alla tradizione e alla storia che le

Biografia

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possa permettere di capire ogni passaggio, dalla classicitàall'attualità. Dapprima impiega terre e argille e successivamen-te passa al bronzo, poi a metalli più attuali, come l'alluminio e iltitanio e, più recentemente, impiega anche la carta e materialisintetici di nuova generazione. Nello stesso tempo, passa dagliossidi inseriti nelle parti non lucide dei metalli, a colori e pig-menti in campiture distese e lisce, senza, tuttavia, rinnegare ilucidi e riflettenti dei piani geometrici euclidei ottenuti dai metal-li levigati.Negli anni Novanta inizia la sua attività espositiva e non soloraccoglie notevole riscontro da parte del pubblico, ma riesceanche ad interessare molto positivamente diversi critici chedecidono di sostenere la sua arte in tutta Italia.Dall'esordio caratterizzato da lavori in terracotta e pietra, realiz-zati con linguaggio figurativo e forte tensione allusiva, l'artistatransita poi ad espressività astratta e concettuale, adottandobronzo e ferro quali materiali di riferimento tecnico. Nella plasti-cità delle sue opere Maria Molteni rimette l'energia del suo pen-siero in continua evoluzione, che trova in esse il luogo in cuimanifestarsi e rendere razionalmente tangibile la sua essenza,ancor più e maggiormente nelle figure tendenzialmente aniconi-che dei lavori attuali, dove ha raggiunto l'essenzialità, formale evolumetrica. Dalle immagini iconiche ha tratto il ritmo delle scan-sioni, la poetica delle forme, l'evoluzione delle linee, la musica-lità dei componimenti. Nel passaggio successivo, tutto ciò haperso il peso della descrittività, della narrazione, della rappre-sentatività per introdursi pienamente nel pensiero, da cui formee volumi sono entrate in diretto contatto con l'universo, il suoequilibrio, le sue proporzioni matematiche ed una morfologiachiaramente riferita all'essenza delle cose anziché alla loroapparenza. Essenza che è anche essenzialità, che non va affat-to confusa con semplicità di contenuto, anche perché l'artista viè giunta dopo calcoli, riflessioni, sofferenze, studi ed esperienzee, quindi, può piuttosto rappresentare un sunto ed anche un pro-getto del divenire. Attualmente il suo discorso artistico è diretto,

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deciso, sa qual è la sua provenienza e la sua direzione; il per-corso da praticare se lo traccia, se lo segna, se lo afferma, se loincide con la sicurezza della maturità acquisita con la pazienzae la dolcezza della formazione prima mentale oltre che cultura-le.Nel nuovo millennio, con una nuova consapevolezza del creare,si intensifica anche l'attività espositiva, che vede sempre piùspesso le sculture in mostre personali e collettive, mentre siriscontrano ulteriori interessi da parte del pubblico, della criticae della stampa, delle quali si hanno testimonianze scritte dinotevole interesse che collocano l'artista in un posto rilevantedella storia della scultura italiana contemporanea.Della sua attività espositiva degli ultimi cinque anni, vanno ricor-date le mostre personali: "L'anima e la forma", a cura di ClaudioRizzi, Milano, Circolo della Stampa (2004). In questa occasione,Claudio Rizzi introduce il suo testo critico esordendo con:"Risuona un sentimento arcano. Custodito, celato nelle fibredella scultura. Consapevole essenza di intimità recondite oppu-re inconscia palpitazione di spontaneo linguaggio. Prorompe unsenso antico, suggestione di sacralità in apparente silenzio.L'intensità dichiara tempo e passione. È testimone di ragioni emotivi radicati nell'esistenza. L'opera porge l'anima al visitatoreeppure nella genetica, strutturata in orgoglio e timidezza, non siapre. Si mostra, si palesa. È istinto o disponibilità alla confes-sione. Ma non segue alcun racconto. Non narra, non spiega;attende. Chiede dialogo e ascolta la parola che verrà. Se equando. Ha il rigore intellettuale della compostezza a dellasobrietà. Memoria del vissuto e dominio della dialettica che con-duce dai ripari dell'animo al contatto sociale. Riservatezza econsolidato principio di difesa precludono ogni inattesa confi-denza e tutelano il perimetro del sentimento. Scultura viva laparola gridata senza suono nell'allusione espressiva e nella ten-sione delle forme. ..."; "Maria Molteni. Personale", Galleria ArtTime, Udine (2005); "Frammenti", Studio Jelmoni, Piacenza(2005). In questo anno, Rossana Bossaglia così si esprime sulle

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opere di Molteni: "Chiamiamole sculture queste intense mainsieme morbide modellazioni che sono, per la gran parte, deibronzi realizzati con fusione a cera persa. Si presentano conuna scioltezza musicale, appoggiata in vari casi a una varietà dicolori, quasi a testimoniare la corrispondenza tra le varie formee modellazioni espressive; per intenderci, si tratta di simbolichesinestesie, dove possiamo identificare formulazioni e ritmi cheraffigurano le varie manifestazioni artistiche. Il ritmo di base èrappresentato dallo scivolare sinuoso di linee che si appoggia-no a uno sfondo scorrevole; la sostanza metallica si snoda vuoifacendosi base di andamenti serpentini, vuoi impastandosi deli-catamente in strutture che paiono calici di fiori. Cioè: da un latol'artista sembra volerci comunicare la continuità dell'immaginefantastica oltre ilimiti della configu-razione geometri-ca; dall'altro, l'avvi-tarsi di ogni formalineare in simbolo-gie ritmiche. ...";"Maria Molteni",museo dellaBasilica diS a n t ' A m b r o g i o ,Milano, ( 2005) eGalleria Schubert,Milano (2006);"Desinenze", Galleria Transvisionismo, Castell' Arquato(Piacenza), a cura di Paolo Levi (2006); "Maria Molteni", Chiesadi San Lorenzo, Tigliole d'Asti, a cura di Clizia Orlando (2006);nello stesso anno le sue ultime opere, questa volta anche digrande formato, vengono esposte al Museo di Arte Moderna eContemporanea di Gazoldo degli Ippoliti, a cura di ClaudioRizzi. In questo anno, osserva Raffaele De Grada: "...Questisuoi labirinti, queste spirali, questi oggetti circolari o ondulati ai

veduta della mostra a Basilica diSant’ambrogio

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quali la Molteni attribuisce titoli che richiamano uno stato d'ani-mo o perfino un momento di emozione intensa, sono espres-sioni molto personali per corrispondere a sentimenti primari.Esistono dunque due aspetti della scultura della Molteni, che siriconducono a una vocazione anticlassica dell'arte, che è unaspetto generale della nostra epoca: da un lato la scultura aincastro (non dimentichiamo gli incastri della scultura diBoccioni) e dall'altro questo abbandono al flusso dei sentimentiche guidano la sua mano nelle opere astratte, una condizioneesistenziale, testimonianza e peculiarità dell'oggi, vivendo,come noi viviamo, in un periodo post-classico."; "La tangibilitàdel Logos", Biblioteca Nazionale Universitaria, Torino, a cura diGiovanna Barbero (2007), che in questa occasione precisa:"..."Presenza" del 2006 segna un momento importante della suaespressione artistica. Essa è l'archetipo del lavoro successivo,ma raccoglie in sé le esperienze passate; è un punto di con-fluenza tra conoscenza e volontà, tra l'acquisito e la ricerca nellamanifestazione di una consapevole presa di coscienza legata alraziocinio più che alle intuizioni. Ciò implica un rigore scientificoe il calcolo preciso, assieme al totale controllo emotivo, chenon significa escluso, ma semplicemente guidato dentro unametrica matematica destinata a scopi estetici delle forme, delleproporzioni, dell'equilibrio. Qualora si esigesse una similitudinecon un fenomeno naturale, si potrebbe fare riferimento ad unanube scura che si squarcia e in mezzo prorompe il sole con tuttala sua potenza luministica e la sua energia calorifica. Infatti, ilgrande cerchio di ferro nero si spacca; la frattura è netta, spi-golosa. Richiama le precedenti figure verticali, che però eranoondulate e in bronzo, anziché di spazio puro, che semplifichia-mo dicendo "vuote". In effetti, essa si apre immaterica su unospazio cosmico infinito e amorfo ed è radunata e raccolta in unasfera perfetta in bronzo, cesellata e lucidata a specchio, chenon è solo la luce così contenuta e racchiusa, ma è la fontestessa dell'energia. L'essenzialità dell'immagine non va confu-sa con la semplicità del contenuto, anche perché l'artista vi è

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giunta dopo calcoli, rifles-sioni, sofferenze, studi edesperienze e, quindi, puòpiuttosto rappresentare unsunto ed anche un progettodel divenire. ...";"Metamorfosi logica",Canzo (Como) e GalleriaSchubert, Milano (2007);"Del ritmo. Figure dell'inter-vallo", Galleria Schubert,Milano, a cura di AlbertoVeca (2008); "MariaMolteni. Sculture rilievodell'anima", MuseoNazionale diilla Pisani, Stra(Venezia), a cura di GiorgioSegato che, tra l'altro, scri-ve: "...L'insorgere di un'i-dea, l'emergere di un sen-timento, il suo crescere ed

espandersi, per MariaMolteni è come il maturare, aprirsi e svilupparsi di un seme chesi spacca e manifesta la sua energia, dichiara la sua potenziali-tà, i suoi segreti tesori ( " P r e s e n z a " , 2 0 0 6 , "Sponde,2005), le sue aspirazioni di elevazione ("Momento di coerenza",2006, "Argini", 2006), i suoi disegni ascensionali ("Verso altro",2006). Ferro e bronzo o bronzo lucidato e bronzo opaco sonoposti in un dialogo dove l'artista non intende rappresentare, macogliere, sentire e far sentire in sintesi plastica stati d'animo,momenti della sua irrequietezza e delle sue inquietudini comeprove del suo sentimento di vita e dell'inesausta vitalità dellamateria manipolata e dello spazio. Lo spazio fisico rimandacostantemente allo spazio psichico e le opere nascono, dunque,da uno sguardo centripeto ("Accoglimento di senso", 2004,

veduta della mostra a Villa pisani

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"L'inevitabile", 2004), dall'ascolto di voci di dentro ("Malinconia",2004), raramente come fuga dal centro ("Frammenti di non ritor-no", 2004) e, piuttosto, da un bisogno di evocare, fermare e raf-forzare risonanze di esperienze nel rapporto con la realtà fattamateria e con la magia dei segni che ne arricchiscono il valoresimbolico, con la manipolazione e l'incisione come possibilità divarianti nel lasciare un'impronta di sé sulla materia, e di sentirela materia come impronta di sé. ....". E Anselmo Villata precisa:"... Preziosità ed eleganza sono peculiarità che emergonoimmediatamente al primo sguardo nelle sculture di MariaMolteni e rendono le opere leggere, aeree, quasi che il pesocorporeo si trasformi esso stesso in pensiero.Materiali e forme concretizzano sia il percorso mentale, lo svi-luppo dell'idea, l'esperienza dei vari passaggi che l'obiettivofinale, il risultato, il compiuto e tangibile. In esse si confrontano,quindi, superfici lucide e opache, ossidate ecolorate, acciaio ebronzo, materie metalliche e cartacee, linee curve e spezzate,volumi morbidi con altri spigolosi, sviluppi sferici e movimentiascensionali.Il tutto si basa sul rapporto tra microcosmo e macrocosmo, apartire dalla minuscola cellula di un pensiero in germinazioneche si sviluppa, si arricchisce, si rapporta con l'esistenza e l'esi-stente, concorre alla vita, alla strutturazione spaziale (sua pro-

pria e quella circostante),all'evolversi temporale.Sono presenze reali e vive,dotate persino di quellaparte "mentale" che è pro-pria dell'uomo e che essehanno catturato alla loroautrice. Accanto e con essesi apre un colloquio spiritua-le e sorge istintivo un desi-derio di contatto fisico, laricerca di un appagamento

Giorgio Segato e Maria Moltenialla mostra di Villa Pisani

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emotivo attraverso il tattoche scorre sulle superfici e

tra le segnature. Così che si percepisce il mistero contenuto,che si sperimenta la magia delle composizioni, che si acquisiscela consapevolezza dell'entità del rapporto tra apparenza, fatta digradevolezza immediata e appagamento, ed essenza, che spin-ge alla riflessione e alla ricerca di qualcosa, invece, sfuggente.Qualsiasi sia l'ambiente che le ospita, le sculture di MariaMolteni comunicano tanta ricchezza estetica e concettuale, ...".Nel marzo 2007 viene pubblicato il volume di Giorgio Mondadori"Lo spirito della Materia" curato da Paolo Levi, con prefazione diGiovanna Barbero, in cui l'artista compare con venti opere.Sempre nel 2007, vince il Premio della Critica alla XIX Edizionedel Premio delle Arti e della Cultura di Milano ed il 1° Premio allaXI Edizione del Concorso Nazionale di Scultura Cesare Pavese

veduta della mostra a Villa Pisani

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veduta della mostra a Villa Pisani

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a Santo Stefano Belbo.Delle mostre collettive alle quali è stata invitata in questi ultimicinque anni, vanno ricordate: "Firenze otto marzo", SaloneBrunelleschi, Palagio di Parte Guelfa, Firenze (2004); "FreeThought", Centro d'Arte San Vidal U.C.A.I., Scoletta SanZaccaria, Venezia (2004); Premio Biennale d'ArteContemporanea Torre Strozzi. Centro d'Arte Torre Strozzi,Parlesca (Perugia) (2005); Vincitrice del Primo premio "Città diRivoli", Rivoli, Torino (2005); Presente tra i 20 finalisti del"Premio Biennale Arte Torre Strozzi", al Museo d'ArteContemporanea del Divenire di Scopoli, Foligno (2005);"Omaggio a Cortona", seconda rassegna d'Arte, GalleriaNazionale, Cortona (2005);"Rassegna d'ArteContemporanea" Galleria ArtPoint 22, Vienna, Austria(2005); Triennale d'ArteContemporanea "AccademiaFedericiana", Catania (2005);-"Incontri 2005", 11aRassegna Nazionale diPittura e Scultura, Galleriad'Arte Moderna eContemporanea, Centro ArteModerna, Pisa (2005);"Promenade", GalleriaAlphacentauri Nizza, e StudioJelmoni (2005); "La leggerez-za della scultura" secondaedizione, Parco dellaTesoriera di Torino, a cura diClizia Orlando e Edoardo DiMauro (2006). Scrive CliziaOrlando delle sue opere inquesta occasione: "Una stra- veduta mostra alla Tesoriera

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tificata indagine introspet-tiva segna le superfici deibronzi di Maria Molteni.Ancorate a steli si libera-no forme di riferimentogeometrico da cui affiora-no intuizioni di una memo-ria ancestrale. Nell'operasi afferma l'idea della ger-minazione, dell'armoniache regola il flusso inces-sante della vita, eviden-ziando come la spinta

occulta del soffio vitale sia sempre presente. Nell'armonioso dis-tendersi di riflessioni aggettanti o nel più incisivo affermarsi dilembi scaturiti da lacerazioni intimistiche si rivela l'intento dell'i-spirazione quale voce di apologo antico, dalle cui profonde sug-gestioni si sollevano riverberi di memoria, evocazioni archetipeche si mescolano alla tessitura plastica, dettando le coordinatedi un registro espressivo che muove dall'invenzione per appro-dare alla definizione di forme simboliche di universale significa-to. Il percorso scultoreo di Maria Molteni promuove una sorta dicomunione intrinseca conil sentimento del tempo incui il rapporto con il peren-ne fluttuare della materiaci tiene ancorati a pulsioniataviche. Una tensionedialettica tra il ripetersi diemotività soggettive chesi svela nella frequenzacadenzata del modellato.L'opera raggiunge uneffetto polifonico mediantescanalature verticali e

veduta della mostra a Spoleto

veduta della mostra a Sabbioneta

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orizzontali mantenendo in tal modo vivo il richiamo alle fontiantichissime della nostra sensibilità collettiva."; "Tra le orme del-l'informale", nel ciclo "Orme sommerse", Centro CulturaleAsteria, Milano (2006); "Acquisizioni 2007", Civico Museo ParisiValle, Maccagno (Varese), a cura di Claudio Rizzi (2007); "Lospirito della Materia", Galleria Schubert, Milano e Canzo(Como), a cura di Paolo Levi (2007); "dall’ideale all’arte con-temporanea - identità e umanesimo", Palazzo Ducale(Sabbioneta) (2007); "Stemperando 2007", Biennale Terza edi-zione, Galleria Civica d'Arte Moderna, Spoleto (Perugia), a curadi Giovanna Barbero (2007); Selezionata al 5° Premio interna-zionale SEETAL 2007, sezione scultura ed inserita in catalogo,organizzazione a cura del Kunst Forum International con ilpatrocinio del Comune di Meisterschwanden (CH), della rivistad'arte internazionale FUTURO e della SERET; "CaroselloItaliano", Palazzo della Pretura, Castell'Arquato (PC), a cura diAngelo Mistrangelo, Roberto Mutti e Claudio Rizzi (2007); XIEdizione Premio Scultura Cesare Pavese 2007. Vincitrice 1°Premio. Centro Pavesiano Museo Casa Natale, Santo StefanoBelbo (CN). Giuria composta da: Riccardo Cordero, MassimoGhiotti, Gian Giorgio Massara, Angelo Mistrangelo, CliziaOrlando e Massimo Parodi (2007); "Resurrexit", Villa Vidua,Conzano (Al), acura di GiovannaBarbero e CarloPesce (2008); "Laleggerezza dellascultura" terza edi-zione, Parcodell'Arte, Cerrina(Alessandria, acura di GiovannaBarbero (2008-2009).Opere in perma- veduta della mostra a Canzo

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nenza: Museo della Basilica di Sant'Ambrogio, Milano; Museod'Arte Moderna e Contemporanea di Gazoldo degli Ippoliti(Mantova); Civico Museo Parisi Valle, Maccagno (Varese);Galleria Schubert, Milano; Galleria Scoglio di Quarto, Milano;Galleria Emmediarte, S. Stefano Belbo (Cuneo); Collezioni pri-vate.Hanno scritto della sua produzione artistica: Valeria Astegiano,Giovanna Barbero, Amelia Bocassi, Lorenzo Bonini, RossanaBossaglia, Elena Casati, Tiziana Cordani, Maria VittoriaGiacomini, Raffaele De Grada, Carlo Franza, Paolo Levi,Angelo Mistrangelo, Clizia Orlando, Giulio Residori, ClaudioRizzi, Giorgio Segato, Anna Sussetto, Gabriella Torricella,Alberto Veca e Anselmo Villata.

1° Premio alla XI Edizione del ConcorsoNazionale di Scultura Cesare Pavese a SantoStefano Belbo.

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Bibliografia

Luci alla RibaltaSpazio TadiniAutore: Claudio RizziSilvia Editrice 2009

Suggestioni. Poetiche e Tematiche dalle Raccolte del MuseoCivico Museo Parisi Valle - MaccagnoA cura di Caludio RizziSilvia Editrice 2009

Oltre CanovaMateria e Forma nel ContemporaneoA cura di Mario Guderzo con prefazione di Paolo LeviEditoriale Giorgio Mondatori 2009

Scultura rilievo dell'animaAutore: Segato GiorgioEditore: Verso l'ArteData di pubblicazione: 2008

La leggerezza della sculturaAutore: Barbero GiovannaEditore: Verso l'ArteEdizione: 3Data di pubblicazione: 2008

Resurrexit. Immagini della PasquaAutori: Barbero Giovanna, Pesce CarloEditore: Verso l'ArteData di pubblicazione: 2008

Catalogo degli scultori italiani 2009-2010Curato da Paolo LeviEditoriale Giorgio MondadoriData di Pubblicazione: 2008

Catalogo dell'Arte ModernaGli Artisti Italiani dal Primo Novecento ad oggiNumero 44 - 2008Edizioni Giorgio Mondadori

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"Del Rritmo"Galleria SchubertAutore: Alberto VecaEdizioni Galleria Schubert 2008

Stemperando 2007Città di Spoleto - Galleria Civica d'Arte Moderna A cura di Giovanna Barbero Verso L'Arte Edizioni

Dall'ideale all'Arte ContemporaneaIdentità e umanesimoSabbioneta 2007 A cura di Claudio Rizzi Ad Acta Edizioni

Catalogo dell'Arte ModernaGli Artisti Italiani dal Primo Novecento ad oggiNumero 43 - 2007Edizioni Giorgio Mondadori

"La tangibilità del Logos" Ariagno-MolteniA cura di Giovanna Barbero Verso L'arte Edizioni 2007

Lo spirito della materia"Tra assenza e presenza"Edizioni Giorgio MondadoriA cura di Paolo Levi 2007Annuario COMED Guida Internazionale delle Belle Arti 2006Edizioni Comed

Maria Molteni "sculture"Museo d'Arte Moderna e Contemporanea - Villa IppolitiA cura di Claudio RizziEdizioni Grafica Nizza 2006

Catalogo degli Scultori Italiani Editoriale Giorgio Mondadori A cura di Paolo LeviPubblicazione Agosto 2006

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Il QuadratoAnnuario Artisti d'Italia 2006 Casa Editrice La Ginestra

"La leggerezza della scultura" Seconda Edizione 2006 Verso L'Arte Edizioni

"Momenti"Galleria SchubertAutore: Lorenzo BoniniEdizioni Galleria Schubert 2006

Maria Molteni ScultureMuseo della Basilica S. AmbrogioAutore: Claudio Rizzi Nicoloni Editore 2005

Biennale Internazionale dell'Arte ContemporaneaCittà di Firenze 2005Arte studio

Le Stanze di Eros II Edizione 2004Felici Editori

Annuario d' Arte Moderna ACCAArtisti Contemporanei 2004ACCA… in Arte Editrice

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