fiorella corsi, cosmografie

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FIORELLA CORSI Cosmografie Lithos

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Fiorella Corsi, Cosmografie, a cura di Elena del Drago, Galleria Andrè. Lithos Editrice, 2010

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FIORELLA CORSICosmografi e

Lithos

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Fiorella Corsi

Cosmografiea cura di Elena del Drago

12 novembre – 11 dicembre 2010

Lithos

Page 4: Fiorella Corsi, Cosmografie

In copertina:Le viscere della terra

Impaginazione e progetto grafico:Paolo Tellina

Testi tradotti da:Colm Molloy

GALLERIA ANDRE’Via Giulia, 17500186 – ROMATel. +39 066861875 Fax +39 [email protected]

© 2010 Lithos EditriceVia Vigevano 2 – 00161 RomaTel. 0697994012 – 0644237720Fax [email protected]

ISBN: 978-88-89604-88-5

Finito di stamparenel mese di ottobre 2010

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Nota al pubblico soprattutto per le sue sculture, Fiorella Corsi presenta in questa mostra quella che finora era rimasta la faccia nascosta del suo lavoro: le opere pittoriche. Sono in prevalenza dipinti di grandi dimensioni, su pannelli cartonati che possono raggiungere la larghezza anche di due metri e mezzo. Con una sua tecnica complessa ed originale, che ha come base una pittura ad acqua (di qui il supporto, insolito per le sue dimensioni), l’Artista esplora le formidabili energie endogene della terra e del cielo, che danno forma al cosmo e delineano geografie di spazi sconfi-nati non sempre percepibili visivamente. Nella scultura della Corsi la materia (per lo più terracotta) viveva in simbiosi quasi spontanea con i miti, che la vita e la morfologia stessa della terra suggerivano, e che si riassumevano nel simbolo primigenio della GRANDE MADRE. Nella pittura invece il segno veloce, arioso, e la dimensione stessa della superficie dipinta inducono ad allargare lo sguardo allo spazio cosmico, esplorando fenomeni e sconvolgimenti per noi quasi incommensurabili. Questi sono i veri protagonisti delle creazioni di Fiorella Corsi: i moti astrali, le trasformazioni della crosta terrestre, le nascite e le morti che danno vita a quella che viene di solito considerata materia inanimata. La pulsante vitalità della materia nello spazio cosmico si esprime in un ritmo compositivo ora vor-ticoso ora contemplativo, in sintonia con lo stato emozionale più che con la visione diretta delle cose. È una ricerca che ha in sé qualcosa di severo, che non concede nulla ai facili effetti.Veniamo così proiettati lontano dalla cronaca del quotidiano, in una dimensione esistenziale dove percepiamo quel rapporto panico con la natura che ci fa sentire, per dirla con Ungaretti, “docile fibra dell’universo”: è forse la spia di un disagio di vivere nel tempo breve e triste della nostra cronaca?

Benito RecchilongoDirettore Galleria Andre’

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“Che cosa mi consigliate di andare a visitare?”“Il pianeta Terra” gli rispose il geografo: “Ha una buona reputazione….”E il piccolo principe se ne andò pensando al suo fiore.

Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe

Entrando nelle stanze della Galleria Andre’, anche il più attento conoscitore dell’opera di Fiorella Corsi sarà colto da stupore davanti all’elaborazione di un linguaggio che sino ad oggi l’artista aveva scelto di custodire all’interno del suo studio, di utilizzare come esercizio privatissimo, eppure fondamentale, del suo percorso artistico. Fiorella Corsi ci ha finora abituati ad esplorare un mondo ma-terico, e a farlo senza sovrapposizioni, senza intermezzi, senza ostacoli: la terra-cotta in particolare, lavorata seguendo un’ispirazione a tratti letteraria, spesso fiabesca, è stata compagna fedele di incursioni nella terza dimensione. Dal pic-colo al grande, dai dettagli più infinitesimali alle realizzazioni monumentali, la possibilità di plasmare con le mani, di lavorare fisicamente al modellare e poi al cuocere, è stato per anni il fulcro del procedere artistico, soprattutto pubblico, di Fiorella. Quasi che le carte esposte, finalmente, in questa personale, fossero un diario intimo, una scrittura segreta, libera e leggera dagli impedimenti fisici della scultura. Che ci fosse però un rinnovato interesse per la superficie lo facevano

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intuire anche le più recenti realizzazioni scultoree, I’Altare per Gea realizzato su invito di Antonio Presti a Catania innanzitutto. Sette metri di altezza per celebrare, nel quartiere di Librino, la dea del-la Terra, una grande area dove la materia è lavorata come fosse una tela, e lo sguardo può perdersi tra un’attenzione cromatica e una ricchezza di segni straordinaria: le tavole di terracotta vengo-no ricamate senza sosta, in una trama che raccoglie e riflette ogni possibile sfumatura del medesimo colore. Una ricchezza cromatica che troviamo anche in queste Cosmografie, concepite per evocare la medesima forza naturale, e persino gli elementi in cui si esprime, senza essere però ancorati ad alcun peso. Si passa dall’ocra della terra al blu del cielo in queste carte, dal nero delle rocce a diverse possibilità del grigio, attraverso un utilizzo straordinariamente ma-terico dell’acquerello, senza che ci sia mai mimesi diretta, e neppu-re astrazione, quanto piuttosto la distillazione di uno stupore. Non troviamo del realismo infatti nelle opere bidimensionali di Fio-rella Corsi, ma piuttosto le tracce di un contatto necessario con la natura, il ricordo di tutte quelle letture, saggi filosofici e scoperte scientifiche, che possano aiutarne a comprenderne i meccanismi.

E non è stata una scelta facile, questa di affidarsi al colore e ai pen-nelli per tornare a raccontare, da un’altra prospettiva, le fascinazioni di sempre. Per Fiorella Corsi, allieva di Giulio Turcato all’Accademia di Belle Arti, la pittura era stata, infatti, la prima scelta. Ma l’eserci-zio pittorico era sembrato a Fiorella Corsi un ostacolo al libero fluire del proprio approccio passionale, troppo intellettuale, troppo me-ditato, carico di idee pesanti come macigni per l’esplorazione del

Un altare per Gea (particolare)bassorilievo in terracotta, mq 49

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mondo che invece voleva compiere. E soltanto con il passare del tempo, grazie all’esperienza ricca degli anni passati, l’artista si è concessa di tornare al segno di-retto del pennello sulla carta. Sono linee dell’orizzonte, tante e sovrapposte, vor-tici, segni di rocce, stratificazioni e registrazioni dei fenomeni naturali, colti nella loro quotidianità e a tutte le latitudini, annotazioni poetiche e incantate da diver-si luoghi del mondo. Alcuni dei lavori in mostra trovano origine dall’osservazione del fuoco, gli olii che guardano al cielo come La nascita di una Stella, ma anche le piccole Bombe del vulcano osservate sull’Etna. La pratica del viaggio è infatti essenziale nel lavoro di Corsi, che si lascia nutrite dagli altrove – e non importa se si tratta di un altrove estremamente vicino e riconoscibile, oppure esotico e straniero – indifferente a climi e difficoltà, purché sappiano esprimere una forte

d imens ione materica, un assoluto na-turale, che sappiano for-nire indizi per r i s p o n d e r e alle doman-de sull’origi-ne della vita che gli uomini non possono che continua-re a porsi. Sono i quesiti irrinunciabili

Rocce vulcaniche(particolare)

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ed eterni attorno all’identità del genere umano e del suo pianeta che si nascon-dono, infatti, dietro ogni lavoro di Fiorella Corsi. Tra i frammenti riportati dal deserto libico, ma anche dalle frequenti escursioni in vecchie case, in miniere abbandonate, tra i ricordi di pietre e minerali: diverse declinazioni di un medesi-mo rielaborare l’interesse per il Pianeta Terra e l’eccezionalità biologica che rap-presenta, uno stupore alla base del percorso di Fiorella Corsi nei diversi aspetti che pure assume.Il dipingere di Fiorella, ben evidente nelle carte, quanto negli olii, è felice e me-ditato allo stesso tempo, è l’idea della notte e del cielo, dell’infinito e dell’oriz-zonte, del buio assoluto e della luce più accecante, sedimentata e poi rievocata. In un secondo tempo: il processo che richiede la terracotta, la capacità dunque

di aspettare i tempi della cottura e dell’essiccazione viene applicata al dipingere perché la pazienza nel la-voro di Fiorella Corsi è altro elemento cruciale. Siamo distanti dall’approccio ugualmente materico, ma assai più istintivo, immediato, gestuale di tanta arte post Informale, lontani dai molti esperimenti nel solco di una trasposizione emotiva del proprio vissuto, ma anche dall’io ipertrofico che caratterizza certa produzione artistica. Lo sguardo di Fiorella Cor-si assomiglia a quello del protagonista immaginato da Antoine de Saint-Exupéry: meravigliato e carico di curiosità per l’incredibile stranezza della vita cosmi-ca, per il suo imparagonabile interesse rispetto alle convenzioni della vita reale. Anche Fiorella, e i suoi lavori ne sono prova, è convinta della maggiore im-portanza della vita del cosmo rispetto a quella reale.

Costellazione dell’acrobata (particolare)

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E se proprio ci si deve occupare anche della realtà, meglio quella reinventata attraverso la letteratura, attraverso la mitologia, attraverso le fiabe. Accanto alle carte e agli olii, ecco comparire in questa mostra così inaspettata un Libro di terra, dove le tante pagine, le tante parole di altrettanti libri, diventano un uni-co elemento naturale. E sembra dirci dell’eterno scacco che la natura riserva a quanti si dedicano alla sua indagine. A quanti cercano di immaginare una bellez-za diversa, di scrivere altre possibilità. E solo una ricercatrice dotata di immenso stupore e profonda umiltà come Fiorella Corsi poteva farlo.

Elena del Drago

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“What place would you advise me to visit now?” “The planet Earth,” replied the geographer. “It has a good reputation.” And the little prince went away, thinking of his flower.

Antoine de Saint-Exupéry, The Little Prince

On entering the Galleria Andre’, even the most careful and experienced observer of Fiorella Corsi’s work cannot help but be amazed by the evolution of a language which, until now, the artist had chosen to keep confined within the walls of her studio to be used as a highly private, yet fundamental exercise for the development of her artistic journey. Through her work, Fiorella Corsi has allowed us to explore a world of materials and to do so without impositions, without intermediaries and without obstacles: terracotta, in particular, has been a faithful companion on her voyages into the third dimension, finding in-spiration at times rooted in literature but more frequently in fa-ble. From small to large, from the tiniest detail to monumental constructions, it is the process of giving shape with the hands,

12Un altare per Gea (particolare)

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of physically manipulating and then firing her material which has for years been the fulcrum of Fiorella Corsi’s artistic production, most especially her public works pub-lic. It is almost as if the works finally on show in this individual exhibition were a form of private diary, a secret text, free from the physical constraints of sculpture. That there is also a renewed interest in the qualities of surface can be gathered from her more recent sculptural work, above all the Altare per Gea (Altar to Gaia) in Catania, produced on the invitation of Antonio Presti. Reaching a height of seven metres the work is situated in the Librino quarter of Catania and celebrates the Earth Goddess with a large area where the material has been worked as if it were a canvass and the eye can lose itself between chromatic variation and a wealth of extraordinary sym-bols: the slabs of terracotta are richly textured to capture and reflect every possible hue of its colour. It is this chromatic richness which we also find in these Cosmografie (Cosmographies),conceived to evoke the same natural force, even to include the ele-

ments in which it is expressed, without however being anchored to any weight. Shades range from ochre to earth to sky blue, from the black of rocks to the various shades of grey achieved through an extraordinarily textural use of watercolour. This, however, involves neither direct imitation nor abstraction, rather a distillation of won-der. Neither is realism to be found in these two dimensional works of Fiorella Corsi, rather we find the trace of a necessary contact with nature, the memory of all the readings, the philosophical tracts and scientific discoveries which may help to understand its workings.

The choice to return to pigment and brush in order to recount, from an alternative perspective, the things which have always fascinated her was not easily taken. For Fiorella Corsi, who studied under Gi-ulio Turcato at the Academy of Fine Arts in Rome, painting was, in

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Deserto (particolare)

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fact, the first choice. However, the practice of painting seemed to her to be an ob-stacle to the free flow of her approach based in the passions; it was too intellectual, too mediated, too full of leaden ideas to allow for an exploration of the world in the way she wanted. It is only with the passing of time and the wealth of experience it has brought that the artist has allowed herself to return to paper and brush. They are formed of the overlapping lines of multiple horizons, vortices, marks of rocks gouging, stratification and signs of natural phenomena, gathered from the every-day and from all latitudes, magical and poetic annotations from various locations around the world. Some of the works on show originate in the observation of fire, the observations of the sky in oils such as La nascita di una Stella (The birth of a Star), but also the small Bombe del vulcano (Volcanic bombs) observed on Mount Etna. Travel is an essential part of the work of Fiorella Corsi who finds nourishment from

the ‘elsewhere’ – be it an ‘elsewhere’ which is extremely near and recognizable or distant and exotic – she is indifferent to either climates or difficulties as long as they can express a strong material dimension, a natural absolute, which can pro-vide clues to answering the questions about the origins of Life which man cannot help but ask. It is in these we find the inalienable and the eternal around the identity of humankind and the planet that are hidden behind each of Fiorella Corsi’s works. Fragments brought back from the deserts of Libya and also from frequent explorations of old houses and aban-doned mines, as well as souvenirs of minerals and stones: all these contribute in different ways to the re-elaboration of her interest in Planet Earth and in the biological miracle it represents, a wonder which is at the basis of her exploration of its several aspects.

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Sciame (particolare)

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Fiorella’s painting, as can clearly be seen from the watercolours and well as the works in oil, is free and considered at the same time, it is the idea of night and sky, of the infinite and the horizon, of absolute darkness and blinding light, allowed to settle and then disturbed. At a second stage, the process imposed by terracotta, the ability to wait for the time required for firing and drying is applied to the prac-tice of painting – patience is another crucial element in the work of Fiorella Corsi.

Here we are a long way from the equally material, but far more instinctive, im-mediate language of much post-informal art, a long way from the many experi-ments which took place in the wake of an emotional transposition of experience, but also from the hypertrophic ego which characterises a certain amount of artis-tic production. Fiorella Corsi’s gaze resembles that of Antoine de Saint-Exupéry’s protagonist: full of wonder and curiosity for the incredible strangeness of cosmic life and for his unparalleled interest in the conventions of real life. Fiorella too, and her work is the proof, is convinced of the greater importance of the life of the cosmos compared to real life. And if we must concern ourselves with reality, it is better to engage with reality mediated through literature, through mythol-ogy and fable. Alongside the watercolours and oils in this surprising exhibition appears a Libro di terra (Book of the earth), where the many pages and the many words of other books become a single, natural element. And it seems to speak of the eternal ‘check mate’ which nature reserves to those who dedicate them-selves to its exploration, to those who try to imagine alternative forms of beauty and to write of other possibilities. Only a explorer with great wonder and pro-found humility could achieve these things and Fiorella Corsi is such an explorer.

Elena del Drago

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Le viscere della terratecnica mista su carta, cm 140 x 210

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Tramonto tra le spineacquarello su carta, cm 23 x 35

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Rocce vulcanichetecnica mista su carta, cm 56 x 75

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Superficie tecnica mista su carta, cm 56 x 75

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Mappa tecnica mista su carta, cm 70 x 100

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Sciametecnica mista su carta, cm 70 x 100

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Desertotecnica mista su carta, cm 140 x 165

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Roccia bluacquarello su carta, cm 23 x 32

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Luci e punto rossoacquarello su carta, cm 23 x 32

Page 26: Fiorella Corsi, Cosmografie

Castellazione dell’acrobatatecnica mista su carta, cm 70 x 100

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Nascita di una stellaolio su tela, cm 70 x 120

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Meteoritetecnica mista su carta, cm 140 x 140

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Ultimi fuochi ad occidenteolio su tela, cm 60 x 120

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Costellazione dello scarabeotecnica mista su carta, cm 100 x 70

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Origine del vuototecnica mista su carta, cm 140 x 215

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Libro di terrarefrattario, cm 220 x 40 x 70

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Una scoperta, e una conferma. Perché il lavoro di Fiorella è profondamente le-gato alla materia: l’argilla, terra imbevuta di acqua che si modifica con l’aria e si trasforma col fuoco, secondo un processo arcaico di alchimia e manipolazione dei quattro elementi fondamentali della natura, terra aria acqua e fuoco che dal caos primigenio strutturano forme e miti, il divenire, le metamorfosi nel tempo e nello spazio. Materia che si fa immagine e metafora ma conservando l’aura e l’energia della propria sostanza primordiale.

Silvia BordiniPagine di sabbia (2006)

Fiorella, una donna minuta, raffinata ed incantata, che manipola le argille con la naturalezza di un impasto casalingo del pane, ma con una forza ed una energia incredibile in una persona dall’aspetto così fragile, ha avuto la percezione della riuscita della sua opera, un bassorilievo imponente di 49 mq. Quando, mi rac-conta, “gli operai che la montavano sul muro, e che io ho sorvegliato per giorni e giorni sul cantiere, con la pioggia e col sole, rivolgendosi ad Antonio, gli hanno detto: – questa è un’opera così semplice ma contiene tutto: la fecondità, la na-tura, la roccia.... Sembra così leggera ma, anche a prenderla a martellate, non sparirebbe... Resterebbe così, solcata da crepe, ma ancora più imponente...”.

Adele CambriaFiorella Corsi e la Grande Madre (2009)

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La superficie dell’imponente scultura è attraversata da fenditure, incisa da pro-fonde ferite, come se il corpo terrestre si fosse prosciugato, come se la sabbia del deserto si fosse di colpo consolidata o addirittura pietrificata, divenendo roc-cia durissima. Viene così sottolineato un altro significato simbolico della grande Madre, la roccia rimanda infatti alla capacità di resistere al trascorrere del tempo e ricorda, come accadeva ai nostri progenitori preistorici, che la Terra è la nostra unica sorgente di vita, di fronte alla quale occorre elevare una preghiera, un rin-graziamento o lasciare un ex-voto.

Rossana DedolaLa dea sull’altare (2009)

Dei totem quasi, eretti nella convinzione di un reciproco, fondante, lega-me tra l’uomo e il segno da lui lasciato: all’origine della vita umana c’è la scrittura e attorno a questa convinzione si sviluppa la ricerca di Corsi. Una ricerca tanto strutturata concettualmente, quanto istintiva nel suo farsi materia: ad illuminare l’opera di quest’artista romana è proprio il contrasto tra la cultura visiva e letteraria e la libertà espressiva acquisita attraverso la scultura.Gli esordi sono infatti legati alla pittura, strumento troppo intellettuale per soddisfare il bisogno di un rapporto diretto con la materia, che in-vece la terracotta, con la sua necessaria lavorazione manuale e la lenta cottura, poteva appagare. Nel suo piccolo studio del quartiere Testac-

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cio, Fiorella Corsi, in una piena felicità creativa, realizza imponenti sculture come quelle che aprono questo percorso espositivo.

Elena del DragoAltri segni (2006)

La parola e la scrittura (anche il sillabare infantile, il balbettìo dell’inizio, il fuo-riuscire di lettere dell’alfabeto che lentamente prendono forma conquistando un “senso”) “luoghi” dell’affabulazione da lei indagati negli anni della sua produ-zione, sembrano condurre alla vicinanza minacciosa con una figura mitologica, dall’esistenza millenaria. Eppure questo patto fra la scrittura sigillata nella terra e la fecondità materna (che insieme dà vita e la toglie a piacimento) non presenta nessuna cesura, né lacerazione di percorso.

Arianna Di GenovaUn aquilone arcaico (2009)

Con una percezione saldamente fisica della astrazione, Fiorella Corsi, scultrice sensibile e ardita, ha scelto il cammino più adatto ad evocare Gea: quello della

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concettualità formale e della poetica semantica. L’uso della materia argillosa ac-curatamente scelta, lavorata, mescolata e cotta, con o senza vernici e pigmenti, si addice a questo lavoro. Partita da alcune riflessioni sulla terra come materia prima, matrice e corpo e sulla simbologia dei suoi attributi (mitici e non), Fiorella Corsi si è laboriosamente applicata a renderne la concretezza in un ciclo temati-co. Non si tratta di un’istallazione unitaria, ma di una drammaturgia di forme i cui singoli pezzi si complementano.

Toni MarainiIl corpo di Gea (2001)

Il vasto territorio analitico, all’interno del quale si muove, è quello ancestrale; da questo spunto, assolutamente meditato e radicato, percorre tutte le diramazioni tematiche e le derive metaforiche ad esso connesse.La Corsi non è artista da mezze misure, né da analisi parziali, episodiche o strategiche – non a caso, abbiamo detto, ha portato avanti studi filosofici – e con la sua scultura e le installazioni giunge a trattazioni sempre relative a questioni universali, a massimi sistemi: la trasformazione, lo scorrere del tem-po, il rapporto tra spirito e materia, le radici antropologiche e le simbologie dell’essere.

Barbara MartuscielloL’energia della scultura (2009)

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Poi Maleiwa si recò alla spiaggia, su di una terra argillosa,Dove le rocce sono coperte dalle impronte; lì dove i Guajiroadesso fanno la loro ceramica.[…]Vide le tracce di vacche, di cavalli, di cani,Vide le tracce di tutti gli animali,Vide le tracce di esseri umani,Poi prese dell’ argilla e creò gli esseri viventi…

È come se le tracce degli esseri fossero una scrittura spontanea che esisteva prima di Maleiwa, una lingua primordiale in rapporto con le origini del mondo. Il mondo esisteva sotto forma di trac-ce prima di essere materializzato. L’assenza, segnalata dai segni, diventò esistenza, presenza. La lettura diventò un atto di costru-zione.

E questo atto di materializzazione, di lettura, di costruzione, è un atto che passa dalle mani dell’artista. Ogni centimetro quadrato delle opere in mostra è stato toccato da una mano umana – dalla mano di Fiorella – perché diventasse ciò che è.Dopo il libro e la scrittura calligrafica, l’artista torna più indietro, torna ad un atto di creazione mimetico di se stesso. Non rappre-senta, solo è. Atto puro, più alto della altezza, tanto incommen-surabile quanto sono innumerevoli i granelli della sabbia. Periodi-camente, anzi quotidianamente, i granelli della sabbia cancellano ogni traccia che è rimasta su di essi. Questi volumi, invece, con-servano, nella loro fragilità, ogni traccia che la mano dell’artista

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vi ha lasciato. Fragilità, la scrittura del vento; permanenza, la scrittura della mano.

Peter MasonLa scrittura della mano (2006)

Gli esordi in pittura di Fiorella Corsi hanno lasciato in lei il piacere del colore, le sue terrecotte sono qua e là accese da toni bruni di terra, rossi, o ancora, da cromìe metalliche, da sottosuolo. Ma la sfida tecnica della grande scala scelta per le sue sculture, lavorate modellando la creta a mano nuda, rivela una plasticatrice di grande vigore e concentrazione, che agisce, secondo una felice espressione che fu di Marcello Venturoli, con mani pensanti. Ella medita sulle forme costanti che la natura adotta e le riproduce, ma fa suo lo scarto dalla norma, l’evento accidentale, l’errore, che generano la novità, concretano il racconto.Creazioni ragionate, ma eseguite d’istinto, i manufatti della Corsi sono suscettibili di crescita dal loro interno e, come dei bozzetti compiuti, queste sculture si possono immaginare in espansione: ella è giunta all’archetipo.

Maura PicciauIl vento, il tempo, lo stilo (2005)

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40Mappa tecnica mista su carta, cm 70 x 100

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Biografia

Fiorella Corsi vive e lavora a Roma. Si è laureata in Pedagogia presso l’Università agli Studi di Roma con una tesi in Filosofia della Storia. Contemporaneamente ha frequentato i corsi liberi di pittura presso l’Accademia di Belle Arti, tenuti da Giulio Turcato.Ha esordito come pittrice partecipando a varie mostre personali e collettive.Negli anni Novanta comincia ad operare nella scultura, per un bisogno fisico di instaurare un rapporto con la materia e lo spazio. Gli elementi prediletti sono la terracotta, il ferro e la cartapesta. La sua attività va dall’incisione alla pittura, dalla scultura all’installazione; noti sono gli allestimenti che ha realizzato in ambienti pubblici e privati. Recenti mostre personali dedicate esclusivamente alla scultura: Dal 2008 al 2009 l’artista, su invito di Antonio Presti, ha portato a termine un’o-pera permanente nel Comune di Catania (Librino) per il nuovo spazio destinato all’Arte Contemporanea, su progetto della Fondazione “Fiumara – Arte”: bassori-lievo in terracotta di 49 mq (cm 700 x 680) dedicato alla Grande Madre. Nell’allestimento voluto dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Roma, in collaborazione con Torino Capitale Mondiale del Libro con Roma, per l’anno – Aprile 2006 Aprile 2007 – presso il Complesso Monumentale del Vittoriano, la scultrice ha presentato la mostra Pagine di Sabbia. In questa occasione l’installazione La Scrittura del Vento (un vero e proprio work in

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progress), è stata arricchita di tre nuovi elementi, diventando una foresta evocativa.L’opera che ha dato il titolo all’evento: Pagine di Sabbia (h cm.330), era costituita da una serie di pagine in terracotta, impilate ad un sostegno di ferro, totem della memoria.Nel Luglio del 2005, presso il Forte del Sangallo di Nettuno, in occasione di Medi-terranea – Festival Intercontinentale della Letteratura e delle Arti, con Minareto di Terra (h. cm. 320) opera in terracotta e legno, l’artista si è ispirata all’architet-tura Butabu, dell’Africa occidentale. Nel Dicembre dello stesso anno la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma ha ospi-tato la sua nuova produzione, dal titolo Tra Cielo e Terra – Linguaggi e Scritture, dove il tema della scrittura attraversava i vari generi, dalla poesia (Canto Not-turno), alla preghiera (..e le parole volano in cielo). In tale occasione sono state esposte cinque grandi installazioni in terracotta, ferro, piombo e tessuto, all’in-terno delle quali il pubblico veniva invitato a lasciare una testimonianza – tracce grafiche, conservate per le future edizioni.Contemporaneamente ha partecipato a mostre collettive, nazionali e internazionali.Nell’Ottobre del 2004 sulla nuova edizione dell’Enciclopedia dell’Arte, edita da Zanichelli, è comparsa una voce dedicata al suo lavoro.Nel 2003, su invito della libreria Einaudi e del Comune di Roma per il Palazzo Medici-Clarelli (Via Giulia), ha elaborato il suo primo allestimento sul tema della scrittura, dalle sue origini al segno in natura (La Scrittura del Vento), che ha occu-pato gli spazi interni ed esterni, compresa la strada che li collega. La materia privi-legiata per l’occasione è stata la terracotta. La medesima esposizione fu proposta dal Comune di Roma in occasione de “La Notte Bianca” (settembre 2003).Nel 2001 nella Galleria La Cuba d’Oro di Roma, ha esposto una personale sul tema del mito di Gea, con opere in terracotta e ferro, dove venivano rielaborati

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i simboli più rappresentativi della Dea Madre, nella loro drammaticità contem-poranea.Nel 2000, presso il Museo-Laboratorio del Parco di Collodi (Pistoia) l’installazio-ne Il Naso (in terracotta, rete metallica e cartapesta), ispirata al personaggio di Pinocchio, ha occupato una superficie di 350 mq. La stessa mostra, promossa dall’UNICEF, dal 20 Dicembre 2001 al 6 Gennaio 2002, è stata ospitata dal Co-mune di Firenze, presso il Museo degli Innocenti, nel salone del Brunelleschi, in occasione della manifestazione de’ I Mai Visti, capolavori presentati al pubblico, per la prima volta, dai depositi degli Uffizi.

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Biography

Fiorella Corsi lives and works in Rome and holds a Degree in Education from the University of Rome. Her university studies were combined with the study of painting at Rome’s Academy of Fine Arts under Guilio Turcato.

She debuted as a painter, taking part in several individual and group exhibitions. In the 1990s she turned to sculpture, drawn by a need to develop a relationship with material and space. Her preferred materials are terracotta, iron and papier mâché and her work ranges from etchings to painting and from sculpture to in-stallations. She has held high-profile exhibitions in prestigious public and private settings.

Recent individual exhibitions dedicated exclusively to sculpture:In 2000 she presented an installation Il Naso (The Nose) at the Parco di Collodi museum. The work is in terracotta, wire and papier mâché covering an area of 350m² and is inspired by the character of Pinocchio. This exhibition was present-ed for a second time on the invitation of Florence City Council with the support of UNICEF and was held in the Brunelleschi room of the Degli Innocenti museum on the occasion of the I Mai Visti (Never Seen Before), an exhibition of works from the Uffizi repositories, which ran from December 20, 2001 to January 6, 2002.

In 2001 she held a solo exhibition of works in terracotta and iron on the theme of the myth of Gaia held at the La Cuba d’Oro Gallery, Rome.

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In 2003, on the joint invitation of the Einaudi bookshop and Rome City Council, she presented an installation on the theme of writing with works in terracotta arrayed in various settings in Palazzo Medici-Clarelli, Rome. The same exhibi-tion was repeated on the occasion of the ‘White Night’. An entry on this work appears in the 2004 edition of The Encyclopedia of Art, published by Zanichelli.

In July, 2005 her sculpture Minareto di Terra (Minaret) (h. 320 cm) in terracotta and wood featured in Mediterranea – the Intercontinental Festival of Literature and the Arts, held in the Forte del Sangallo, Nettuno. The work was chosen as the logo to represent the festival.

In December the same year, her new work Tra Cielo e Terra – Linguaggi e Scritture (Between Heaven and Earth – Language and Writing) was hosted by the Central National Library, Rome. The work is composed of a series of five installations in terracotta, iron, lead and textile. Each contained an invitation to the public to leave a testimony in words or images to be conserved for future presentations.

At the same time she took part in national and international collective exhibitions.

In the prestigious Vittoriano complex (The Victor Emmanuel Monument in Piazza Venezia, Rome), she presented Pagine di Sabbia (Sand Pages) which included the installation La Scrittura del Vento (The writing of the Wind) a true work in progress incorporating three new elements transforming the work into an evocative forest. The sculpture which gave its name to the event, Sand Pages (h. 330cm) is a to-tem to memory composed of a stack of pages in terracotta supported by iron. The exhibition was organized by the Culture Department of the Province of Rome in collaboration with Turin World Book Capital and ran from April 2006 to April 2007.

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In 2009 the artist completed a bas-relief in terracotta (49m²), dedicated to The Great Mother, for Catania City Council as part of the “Fiumara – Art” project. The work is placed permanently in the City’s new contemporary art space.

Alcune mostre collettive:Ex Magazzini Generali – Roma (2010); Palazzo della Regione, Assessorato Pari Opportunità – Firenze; Zvereskij Contemporary Art Centre – Moscow; Jasnaja Poljana Art Gallery – Tula; Central’nyj Dom Chudoznjka – Moskow; Open Book Festival – London; Pontedera (LU); Palazzo Venezia – Roma; Palazzo Stolfi Ridolfi – Certaldo (FI) (2008); Rocca Paolina – Perugia; Castello Orsini di Vasanello – Viter-bo (2007); Biblioteca Nazionale Centrale – Roma; Ex Magazzini Generali – Roma (2006); Galleria Arturarte – Viterbo; Museo Laboratorio Arte Contemporanea – Roma; Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea – Genazzano; Galerie Ki-ron – Parigi; (2005); Pinacoteca Comunale – Latina; Museo della Scienza – Napoli; “La Notte Bianca” – Roma; Ipogeo dell’Annunziata – Napoli (2004); Riparte Arte Contemporanea – Roma; La Notte Bianca – Comune di Roma (2003); Palazzina Liberty Palazzina Liberty Arte Contemporanea – Milano; Facoltà di Architettura – Politecnico di Milano; Espace Culture – Roquevaire (Francia); Grandi Stazioni Arte Contemporanea – Roma; Ex Fabbrica Mindol Formitrol – Alessandria; Sala della Ragione – Comune di Anagni (2002); Opera Paese Arte Contemporanea – Roma; Chiesa di San Leone – Pistoia; Galleria Comunale Arte Contemporanea, Videoteca – Roma; Sala della Ragione – Comune di Anagni; Fabbrica Dobfar – Anagni; Biblioteca Civica – Alessandria; MACEF – Milano; Istituto di Cultura Italiano – New York; Lavatoio Contumaciale – Roma (2001); Galassia Gutemberg –

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Napoli; Chiesa di San Leone – Pistoia; Galleria Comunale di Arte Moderna e Con-temporanea Mediateca – Roma (2000).

Pubblicazioni:Cosmografie Lithos editrice (2010); Rossana Dedola Pinocchio tra sculture e in-stallazioni Italianistica, Rivista di letteratura italiana, Fabrizio Serra Editore, Pisa-Roma (2009); Un Altare per Gea Lithos editrice (2009); Rossana Dedola e Mario Casari Pinocchio in volo tra Immagini e Letterature Bruno Mondadori (2008); Magis Morgana – Firenze (2008); Enciclopedia dell’Arte Zanichelli (2004); Una Città – Un Dio – Tre Religioni, film documentario, (ricerca storico iconografica) – Comune di Roma (2000); La Scrittura del Vento Lithos editrice (2003); L’arredo Virtuale Urbano (atti convegno) Salone del Libro, Galassia Gutemberg – Napoli (1999); Michele Mancini e Giuseppe Perrella Michelangelo Antonioni – Architet-ture della Visione (1986).

Hanno scritto:; Adele Cambria; Silvia Bordini; Valentina Bernabei; Alessandra Borsetti Venier; Pierfarncesco Bernacchi; Angela Carusone; Mario De Candia; Rossana Dedola; Elena Del Drago; Arianna Di Genova; Ivana D’Agostino; Ornella Fazzina; David Fiesoli; Pinella Leocata; Toni Maraini; Barbara Martusciello; Peter Mason; Danilo Maestosi; Antonella Ottai; Maura Picciau; Benito Recchilongo; Cesare Sartori; Vincenzo Maria Vita; Nori Zandomenego.

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€ 15,00

9 788889 604885

ISBN 978-88-89604-88-5