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EDIZIONE DEI CATALOGHI ANTICHI: APPLICAZIONI ED ESPERIMENTI SUI 90 MANUFATTI DELLA BIBLIOTECA CHELLIANA DI GROSSETO MARIANNA DI GERONIMO 1. Panoramica sugli approcci allo studio dei cataloghi antichi L'attenzione verso i cataloghi antichi non è certo nuova, basti ricordare che nel 1926 la neonata Direzione generale per le accademie e le biblioteche promosse la conoscenza dei patrimoni periferici attraverso l'indagine dei ca- taloghi in uso e fuor d'uso delle biblioteche statali o dipendenti da altro ente: «Le origini della maggior parte delle Biblioteche italiane risalgono nel tempo a qualche secolo fa. La loro storia ha subito quasi sempre l'influenza degli avvenimenti locali; essa è densa di vicende liete e tristi... Di tali vicende fan- no sovente testimonianza gli antichi cataloghi, non infrequentemente messi fuori d'uso... A fianco di questi, altri vecchi cataloghi non sono men degni di considerazione: quelli che fanno riferimento a fondi per ragioni e in tempi diversi incorporati nelle nostre biblioteche, successivamente fusi nel nuovo catalogo generale» 1 . La ricchezza di informazioni registrata in un catalogo è maggiore della stimma delle sue parti; Franca Arduini nel suo articolo, Quel che conta è l'auto- re! Indagine bibliografica sul passato del catalogo, elenca in maniera molto chiara quali vantaggi si possono trarre dallo studio dei cataloghi di una biblioteca, in particolar modo la conoscenza della circolazione delle idee tramite i libri, individuando i vari nuclei librari che riflettono uno spaccato della vita cultu- rale passata o presente 2 . Il posseduto di una biblioteca, ovviamente, non è mai solo il frutto di ciò che interessa il contesto in cui essa è inserita, ma è il risultato sia di acquisizioni sia di donazioni e lasciti;su tutto il posseduto poi, la biblioteca esercita una funzione aggregante provocando spesso la perdita delle peculiarità di ogni singolo componente. Il catalogo antico, attraverso la destratificazione delle raccolte, permette di individuare i vari filoni che han- no alimentato la biblioteca; questa non è ovviamente la sola strada percorri _ * Università di Udine, dottorato in Scienze bibliografiche, archivistiche e documen- tarie e per la conservazione e restauro dei beni librari ed archivistici (XIX ciclo). 1 I cataloghi delle biblioteche italiane, estratto dei volumi I-IV/1927-1933 della rivista «Acca- demie e biblioteche d'Italia», Roma, Biblioteca d'arte editrice, 1926, p. 1. 2 FRANCA ARDUINI, Quel che conta è l'autore! Indagini bibliografica sul passato del catalogo, in «Biblioteche Oggi», 3, 1985, 1, gennaio-febbraio, p. 37-61.

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EDIZIONE DEI CATALOGHI ANTICHI: APPLICAZIONI ED ESPERIMENTI SUI 90 MANUFATTI DELLA BIBLIOTECA CHELLIANA DI GROSSETO

MARIANNA DI GERONIMO

1. Panoramica sugli approcci allo studio dei cataloghi antichi

L'attenzione verso i cataloghi antichi non è certo nuova, basti ricordare che nel 1926 la neonata Direzione generale per le accademie e le biblioteche promosse la conoscenza dei patrimoni periferici attraverso l'indagine dei ca-taloghi in uso e fuor d'uso delle biblioteche statali o dipendenti da altro ente:

«Le origini della maggior parte delle Biblioteche italiane risalgono nel tempo a qualche secolo fa. La loro storia ha subito quasi sempre l'influenza degli avvenimenti locali; essa è densa di vicende liete e tristi... Di tali vicende fan-no sovente testimonianza gli antichi cataloghi, non infrequentemente messi fuori d'uso... A fianco di questi, altri vecchi cataloghi non sono men degni di considerazione: quelli che fanno riferimento a fondi per ragioni e in tempi diversi incorporati nelle nostre biblioteche, successivamente fusi nel nuovo catalogo generale»1.

La ricchezza di informazioni registrata in un catalogo è maggiore della stimma delle sue parti; Franca Arduini nel suo articolo, Quel che conta è l'auto-re! Indagine bibliografica sul passato del catalogo, elenca in maniera molto chiara quali vantaggi si possono trarre dallo studio dei cataloghi di una biblioteca, in particolar modo la conoscenza della circolazione delle idee tramite i libri, individuando i vari nuclei librari che riflettono uno spaccato della vita cultu-rale passata o presente2. Il posseduto di una biblioteca, ovviamente, non è mai solo il frutto di ciò che interessa il contesto in cui essa è inserita, ma è il risultato sia di acquisizioni sia di donazioni e lasciti;su tutto il posseduto poi, la biblioteca esercita una funzione aggregante provocando spesso la perdita delle peculiarità di ogni singolo componente. Il catalogo antico, attraverso la destratificazione delle raccolte, permette di individuare i vari filoni che han-no alimentato la biblioteca; questa non è ovviamente la sola strada percorri_

* Università di Udine, dottorato in Scienze bibliografiche, archivistiche e documen-tarie e per la conservazione e restauro dei beni librari ed archivistici (XIX ciclo).1 I cataloghi delle biblioteche italiane, estratto dei volumi I-IV/1927-1933 della rivista «Acca-demie e biblioteche d'Italia», Roma, Biblioteca d'arte editrice, 1926, p. 1.2 FRANCA ARDUINI, Quel che conta è l'autore! Indagini bibliografica sul passato del catalogo,in «Biblioteche Oggi», 3, 1985, 1, gennaio-febbraio, p. 37-61.

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bile: note di possesso, timbri, e altre testimonianze presenti sull'esemplare consentono di ricostruire intere collezioni, spesso però il tempo inclemente provoca la perdita di molte testimonianze, e solo grazie all'aiuto del catalogo è possibile ricomporre i pezzi mancanti. Per queste caratteristiche la regi-strazione catalografica, collaborando con altre discipline, può essere utile an-che per la definizione della tradizione del testo; infatti il filologo e paleogra-fo Ludwig Traube considera i cataloghi antichi strumenti fondamentali di una filologia che vede il codice come portatore di storia e quindi considera la tradizione di un testo solo all'interno di una storia di questa. La storia delle biblioteche in cui hanno vissuto i codici diventa naturalmente parte della storia della tradizione, e quindi i cataloghi delle biblioteche sono uno dei mezzi obbligati in cui si sedimenta la tradizione3. Allo studio del catalogo antico sono stati applicati anche i metodi propri dell'analisi quantitativa, che definiscono la diffusione dei testi in determinate epoche su determinati terri-tori, secondo il pensiero della sociologia della letteratura che considera il li-bro come portatore di valori culturali ed intellettuali; Christian Bec evidenzia tre elementi costitutivi propri di quest'analisi:

«Trattamento storico-scientifico del libro oggetto, il metodo quantitativomesso in opera dai Martin, Furet, Escarpit presenta tre interessi fondamentali: 1 - Reificando il libro, gli procura insieme, in un modo apparentementeparadossale, "une animation où il est témoignage de plus qu'il ne contient,littéralmènt écrit"; 2 — integra non solo il cosidetto capolavoro e le variazionidel suo successo, ma pure "le moyen, le banal, l'établi, constances, survivan-ces, habitudes. C'est à-dire les zones obscure de la passivité et de l'inertie sociale"; 3 - diversamente dalla storia letteraria, che rimane necessariamentelegata all'événementiel, esso prende in conto la durata (lunga o media) dell'evoluzione mentale»4. .

L'importanza del catalogo come luogo di conservazione di informazioni ac-cumulatesi nel tempo viene ulteriormente evidenziata da Innocenti nel suo articolo Mediazione di informazione, di psicologia, di consenso nella tassonomia e nella stratificazione bibliotecaria: «La biblioteca/archivio (o l'archivio/biblioteca) ha due elementi che rappresentano in ogni momento la sincronia dell'uso nella diacronia dell'evolvere: il patrimonio (la raccolta) e la sua rappresentazione simbolica, cioè il catalogo/inventario (o l'inventario/catalogo)»5. Quindi ca-

3 CLAUDIO LEONARDI, Recensione a: Mittelalterliche Bibliothekskataloge Òsterreichs, hg. von der Ósterreichischen Akademie der Wissenschaften, III Band: Steiermark, bearb, von Gerlinde Mòser-Mersky, Graz-Wien-Kòln, H, Bohlaus, 1961, in «Studi medievali», serie 3,1962, p. 670-675.4 CHRISTIAN BEC, 1 libri dei fiorentini (1413-1608). (Ipotesi e proposte), in «Lettere italiane», 31, 1979, p. 502-516.5 P. INNOCENTI, Mediazione di informazione, di psicologia, di consenso nella tassonomia e nella stratificazione bibliotecaria, in La mediazione, Firenze, Ponte alle Grazie, 1992, p. 147-184.

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talogo e bibliografia sono gli strumenti con cui tramandiamo, controlliamo e verifichiamo un patrimonio in perenne evoluzione, il continuo mutare ha influenzato anche i diversi codici catalografici utilizzati nel corso della storia, ognuno dei quali cercava di soddisfare le esigenze della realtà in cui era inse-rito; ad esempio i cataloghi delle biblioteche medievali ed umanistiche adot-tavano un ordinamento che si rifletteva nella collocazione dei volumi per materia, infatti erano due le esigenze che il catalogo doveva soddisfare: il controllo patrimoniale e un'informazione diretta a una cerchia di lettori ben definita. Già nel XVII secolo nella descrizione del libro a stampa si nota la presenza costante di alcuni elementi, quali l'indicazione dell'autore e/o tito-lo, del luogo di edizione della data e del formato, mentre, più saltuaria la presenza del nome dell'editore o stampatore sebbene, come ricorda Marieli-sa Rossi, fossero già diffuse le opere di Gesner e Munsell in cui veniva evi-denziata l'importanza dell'indicazione della responsabilità editoriale6. Biso-gna infine aspettare il 1791 per il primo codice di regole di catalogazione na-zionale: Instruction pouf procèder à la confection du catalogue di chacune des bibliothè-ques sur lesquelles les Directoires ont du ou doivent incessamment apposer les scellès, nato per guidare la riorganizzazione dei patrimoni librari confiscati agli enti ecclesiastici sotto il dominio napoleonico. Alla fine dell'Ottocento in Germania si collocano i primi lavori che hanno come oggetto di studio cataloghi antichi (in particolar modo quelli medievali) analizzati tramite il metodo dell'edizione, i responsabili degli studi sono Gustav Becker e Theodor Gotllieb8. Per avere un quadro più aggiornato dei lavori che in ambito italiano si sono fin ora interessati di cataloghi fuor d'uso possiamo far riferimento all'articolo di Innocenti e Cavallaro Metodologia di indagine bibliografica dei fondi librari9, la rassegna ha inizio con l'analisi dedicata ai 275 cataloghi manoscritti della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze descritti da Innocenti10, siamo di fronte ad una tipologia di lavoro che si occupa essenzialmente dell'analisi del catalogo (ancora manoscritto), come unicum documentario, compilando descrizioni diplomatiche e schede del manufatto secondo una griglia descrittiva proposta dall'autore stesso che si ritrova più o meno uguale in tutti i la-

6 MARIELISA ROSSI, Evoluzione della tecnica descrittiva, in «Biblioteche Oggi», 9, 1991,n° 6, novembre-dicembre, p. 703-731.7 Quest'opera fu edita a Parigi dall'Imprimerie Nationale nel 1791, nel 1894 fu pub-blicata: Le prècis de l'instruction de 15 mai 1791. France, Convention Nationale, Comité d'ins-truction publique, a cura di M. J. GUILLAUME, Paris, Impr. Nationale, vol. II.8 Si fa riferimento alle seguenti opere: GUSTAV BECKER, Catalogi bibliothecarum antiqui, Bonn, Cohen, 1885 e THEODOR GOTTLIEB, Uber mittelalterliche Bibliotheken,Leipzig, Harrassowitz, 1890.9 P. INNOCENTI, CRISTINA CAVALLARO, Metodologia di indagine bibliografica dei fondi librari. La stratigrafia dei cataloghi antichi, in La biblioteca ecclesiastica del duemila, Palermo, L'Epos, 2001. La pubblicazione contiene gli atti di un convegno tenutosi a Trento il 20 e 21 giugno del 2000.10 P. INNOCENTI, II bosco e gli alberi, prefazione di Renzo Pecchioli, Firenze, Giunta regionale toscana-La Nuova Italia, 1984.

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vori, così articolata:

Data del manoscrittoIntestazioneLuogo di ConservazioneCollocazioneDescrizione fisicaFonte dell'intestazioneContenuto: descrizione ed analisiBibliografia del manoscrittoData dei rilevamenti.

Questa stessa tipologia di manufatti è poi in parte ripresa, approfondita ed ampliata con altro materiale da Rossi nel 1996 e nel 1997 da Maura Rolih Scarlino11. In queste pubblicazioni i cataloghi sono utilizzati per ricostruire le vicende della stratigrafia delle collezioni analizzate, inoltre Rossi verifica quante delle pubblicazioni citate nei cataloghi siano ancora annoverabili nel posseduto delle biblioteca, realizzando la trascrizione del catalogo antico e una catalogazione analitica per ogni esemplare citato. In altri lavori, come quello di Raffaele De Carlo, o come nell'articolo di Innocenti Metodi e criteri di stratigrafia bibliotecaria12, l'attenzione è posta per lo più sull'organizzazione tassonomica del catalogo analizzando l'evoluzione delle pratiche di classifi-cazione che materialmente hanno avuto campo di applicazione nella strate-gia bibliotecaria. In altri studi, come quello di Isabella Christina Felline del 1997 Theodor Haupt (1807-1891) e i suoi libri, o quello di Chiara Carlucci La biblioteca di uno scienziato: Giovanni Giorgi e i suoi libri13 , gli inventari/cataloghi dei fondi analizzati, sono utilizzati sia per la verifica patrimoniale, sia per la ricostruzione della storia costitutiva degli stessi.

2. / cataloghi antichi della Biblioteca Chelliana di Grosseto: l'elenco Cavallaro

Fondata dal canonico Chelli nel 1860 e donata 4 anni dopo con uri atto inter

11 Rispettivamente: M. ROSSI, Bibliofilia, bibliografia e biblioteconomia alla corte dei grandu-chi di Toscana Ferdinando II. Itinerari esplorativi fin cataloghi e documenti dilla biblioteca Palatina lorenese, Manziana, Vecchiarelli, 1996. MAURA ROLIH SCARLINO, Gli inventori "nascosti" della Biblioteca nazionale di Firenze: un contributo al recupero catalografico, in Accademiee Biblioteche d'Italia, 65. n. s. 48, n° 2, aprile-giugno 1997. ,12 Rispettivamente: RAFFAELE DE CARLO, Un catalogo della privata libreria del Re diNapoli, in Culture del testo, 1, n° 2, maggio-agosto 1995. P. INNOCENTI, Metodi e criteridi stratigrafia bibliotecaria. L'inventario e il catalogo come strumenti di costruzione della coperturainformativa, in Università di Napoli Federico 2. Dipartimento di discipline storiche,Beni culturali. Ricerca. Didattica. Profili professionali, Napoli, Dipartimento di disciplinestoriche, 1994.13 Rispettivamente: Viterbo-Manziana-Massa Marittima, Discutedo-Vecchiarelli-Biblioteca comunale, 1997. Viterbo, Discutedo - Manziana, Vecchiarelli, 1999.

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vivos, al Municipio di Grosseto, la biblioteca che da quel momento si chiamerà Chelliana non ha vita facile e resiste comunque a due alluvioni e ad un bombardamento, rispettivamente nel 1944,1966 e 194314. I cataloghi in que-stione riemergono pian piano a partire dal 1995, anno in cui viene pubblicato Le edizioni del XVI secolo nella Biblioteca Chelliana di Grosseto15, nella prefazione vengono menzionati solo 10 dei 90 cataloghi, poi effettivamente studiati. All'interno del progetto di ricostruzione delle raccolte avviato dalla bibliote-ca a partire dal 1992, i cataloghi che man mano vengono alla luce sono affi-dati ad Innocenti ed al Dipartimento di storia e culture del testo e del docu-mento dell'Università della Tuscia di Viterbo per curarne lo studio, l'edizio-ne, la conservazione ed il restauro. Arriviamo cosi al 2001, data in cui viene pubblicato, di Cristina Cavallaro, I cataloghi antichi della biblioteca Chelliana. Progetto di edizione, conservazione, restauro16, in quest'opera i manufatti vengono catalogati secondo la griglia indicata da Innocenti ne il Bosco e gli alberi, arricchita da una sezione dedicata allo stato di conservazione, secondo le regole ideate e redatte da Emanuele Casamassima17.Il fondo originario della Chelliana contava circa 5000 volumi suddivisi in tre nuclei principali: 1. libreria del vescovo Mensili; 2. lascito di Domenico Piz-zetti, vicario capitolare della diocesi di Grosseto; 3. donazione del canonico Giovanni Chelli. Col tempo il fondo venne arricchito da numerose donazio-ni come il fondo del dottor Fabbrini; alla biblioteca erano annessi anche un museo e una pinacoteca è il loro posseduto venne catalogato insieme ai libri. Siamo di fronte a quella che Innocenti definisce una biblioteca pre-moderna:

«Consideriamo, cioè, biblioteca moderna quella nei cui tratti costitutivi ancor oggi ci riconosciamo; consideriamo pre-moderna (limitatamente per ora, ad una definizione per differenze) quella la cui fisionomia strutturale sentiamo obsoleta. È fermo che in ambedue queste definizioni biblioteca è intesa come macchina per leggere. Ritengo che in termini di periodizzazione, questo ci porti primi dell'Ottocento. In termini non cronologici ma geografici, questo ci porta ovunque una biblioteca abbia conservato un «suo catalogo riferentesi ad uno stato precedente della pratica di catalogazione in atto, e sostituito per l'uso da forme catalografìche ritenute aggiornate»18.

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14 Una breve storia della biblioteca si può trovare in ANNA BOSCO-LETIZIA CORSO,La biblioteca comunale Chelliana: nati per una descrizione storica, in «Culture del testo», 1,gennaio-aprile 1994, p 127-137.15 Grosseto, Biblioteca Chelliana, 1995.16 Manziana, Vecchiarelli, 2001.17 E. CASAMASSIMA, Note sul metodo della descrizione dei codici, Roma, Istituto Poligraficodello Stato, 1963; è il n°, 37-38, 95 di: E. CASAMASSIMA, Viaggio nelle biblioteche tedesche(1956-1963). Con un saggio di bibliografia dei suoi scritti 1951-1995, Manziana, Vecchia-relli, 2002.18 P. INNOCENTI, Collocazione materiale e ordinamento concettuale in biblioteche pre-moderne,in Libri, tipografi, biblioteche. Ricerche stanchi dedicate a Luigi Balsamo, Parma-Firenze, Istituto di Biblioteconomia e Paleografia-Università degli Studi-Olschki, 1997, p. 508.

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I cataloghi hanno un contenuto piuttosto eterogeneo, suddivisibili in tre gruppi, il primo dove prevalgono strumenti riferibili alla gestione della bi-blioteca come il registro dei lettori, il secondo comprende cataloghi topogra-fici e il terzo raccoglie cataloghi di e su i comuni della Maremma; sono tutti però piuttosto simili nella loro fattura: si presentano sotto forma di rubrica ordinati alfabeticamente e suddivisi in poste. Si riporta di seguito l'elenco dei cataloghi:

1. GIOVANNI CHELLI et alii, Biblioteca Chelliana. Museo e Pinacoteca. Registro degli acquisti1860-18752. Registro dei lettori. 1 ° Marzo 1860-18763. Copia lettere (Gennaio 1860-Agosto1866)4. Copia lettere (Agosto 1866-Febbraio 1902)5. Albo dei donatori (1860-1903)6. Romani (post 1869)7. Catalogo. Matematiche. Strategia. Idraulica. Geografia. Agronomia. Belle arti (post 1869)8. Biblioteca circolare. Catalogo alfabetico delle circolari spedite Anno 18739. Registro degli oggetti depositati nell'istituto ... con riserva di proprietà (13 giugno 1874)10. Indice [di soci?] (post 1875)11. Verbale di remozione di sigilli e inventario della biblioteca-pinacoteca e museo (1873, 23marzo; 1877, 8 novembre)12. Biblioteca Chelliana e museo, Resoconto-Anno 1887-89 (1877-1889, 1890)13. Elenco dei rari della biblioteca comunale Chelliana di Grosseto (1940-1944)14. Rubrica (post 1900) .15. Minute di lettere (gennaio 1902-ottobre 1911)16. Doni pervenuti alla biblioteca museo. Anno 1904-1905 (1904-5, 1906)17. Acquisti fatti per la biblioteca e museo. Anno 1904-1905-1906. Per autore (1904-1906)18. Archeologia e numismatica (post 1906)19. Elenco dei libri e degli oggetti acquistati (1907)20. Nota dei doppioni accertati dalla biblioteca comunale Chelliana (post 1916)21. Doni (post 1918)22. Biblioteca. Elenchi-Doni (post1924)23. Libri Pizzetti (post 1932)24. Acquisto Piatti (1 agosto 1936)25. Stanca Fabbrini. Giurisprudenza. Comizio agrario ed altri (post 1867)26. Sciente sacre-Storia ecclesiastica-Teologi-Apologetici-Canonisti-Santi Padri (post 1877-1878?)27. Inventario dei libri di 1 stanza (sec. XIX)28. 1 Stanza. Manetti. Materie diverse. Idraulica e architettura. Maremma (sec. XIX)29. 1 Stanza-Poeti e teatro (sec XIX) :

30. 1 Stanza- Economisti, Letteratura, Scolastici. Grammat[ich] e in lingua straniera (secXIX)31. 1 Stanza. Santi padri e opere spirituali (sec XIX)32. 2 Stanza. Numismatica. Storia naturale. Giornalismo. Lettere di famiglia (sec XIX)33. Giurisprudenza. Stanza 2 (1861, 1867, 1869)34. Seconda stanza. Letteratura e filosofi (sec. XIX)35. 2 Stanza St{«orici»] Dizion[«arii»] Geogr[«afia»] (sec XIX)36. Stanza 3. Economisti (post 1867)

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37. Numismatica e Sfragistica. Sala 23 (post 1908)38. Sala n. 23. Bronzi ed ami (1893-1906)39. Sala n. 24. Oggetti diversi (post 1908)40. Numismatici (post 1875)41. Economia rurale. Sala n. 25 (post 1908)42. Giurisprudenza. Sala ». 25 (post 1908)43. Letture istruttive popolari. Sala n. 29 (post 1895)44. Storia della letteratura. Mitologia. Sala n. 29, (post 1906)45. Dizionarii. Sala n. 29 e 31. (post 1904)46. Dizionarii Sala n. 29 e 31 (post 1904)47.Storia Universale. Salati. 29 (post 1908)48. Storia d'Inghilterra. Spagna. Portogallo. China. Paesi Bassi. Grecia. Svesta. Scozia. Arabia.America. Baviera. Turchia, Germania. Svizzera ecc. Sala n. 29 (post 1899)49. Grammatiche di lingue diverse. Sala n. 29 (post 1899)50. Vite di uomini celebri. Sala n. 29 (post 1908)51. Geografia. Viaggi e costumi di popoli. Sala n. 29 (post 1909)52. Storia di Francia. Sala 29 (post 1886)53.Miscellanea. Stanca n. 29, scaffale M, palchetto n. 1 -2-3 (post 1900)54. Belle lettere e scritti poligrafi. Sala n. 30 (post 1908)55. Scolastici (introduzioni allo studio delle belle lettere, arti e scienze disperse). Sala n. 30 (post1901)56. Teatro. Sala n. 30 (post 1906)57. Teatro. Sala n. 30 (post 1906)58. Epigrafi, Sala n. 30 (post 1873)59. Epigrafi, Sala n. 30 (post 1873)60. Economia. Politica. Commerci. Statistica. Sala n. 30 (post 1918)61. Romanzi, Sala n. 30 (post 1909)62. Belli arti. Architettura. Idraulica. Matematiche e scienze affini. Sala n. 30 (post 1909)

63. [Belle le]ttere [e scritti pol]igrafi. [Stanza] n. 30 (circa 1909)64. Manoscritti. Sala n. 31 (post 1895)65. Incunaboli. Stanza n. 31 (sec XIX)66. Edizioni del Cinquecento. Sala n. 31 (sec XIX)67.1 Biblioteca speciale grossetana. Sala n. 31 (sec XIX-XX)68.2 Biblioteca speciale grossetana. Sala n. 31 (sec XIX-XX)69. Miscellanea, Sala n. 29, Manoscritti, Sala n. 31. Incunaboli, Sala n. 31 (post 1909)70. [Bibliografia di] Magliano (post 1889)71.[Bibliografia di] Monte Argentario (post 1891)72. [Bibliografia di] Cinigiano (posi 1893)73.[Bibliografia di] Isola di Giglio (post 1897)74. [Bibliografia di] Sorano (post 1890)75.(Bibliografia di] Campagnatico( post1899)76. [Bibliografia di] Castiglione della Pescaia (post 1899)77.[Bibliografia di] Arcidosso (post 1899)78. [Bibliografia di] Montieri (post 1900)79.[Bibliografia di] Castel del Piano (post 1901)8O.[Bibliografia di] Roccastrada (post 1902);81.[Bibliografia della] Provincia di Grosseto (post1904, o 1908?)82.[Bibliografia di] Santa Fiora (post 1906)83.[Bibliografia del] Comune di Pitigliano (post1906)

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84.[Bibliografia di] Piombino- Suvereto- Campiglia Marittima-Sassetta-Monte Verdi (post1907)85.[Bibliografia di] Gavorrano (post 1908)86.[Bibliografia di] Scansano (post 1908)87.[Bibliografia di] Grosseto (post 1909)88.[Bibliografia di] Orbetello (post 1909)89.[Bibliografia di] Massa Marittima (post 1909)90.[Bibliografia di] Manciano (post1909)

3. L'esecutore delle prime edizioni ad esemplificazione del mio progetto di ricerca; le fasi del lavoro

II mio approccio ai cataloghi risale al luglio del 2002 quando, nella tesi di laurea dal titolo Approccio alla lettura di ceti borghesi e piccolo borghesi nella Maremma dell'800, eseguii l'edizione del catalogo n° 43 dell'elenco Cavallaro; esattamente un anno dopo estesi l'edizione ad altri 2 cataloghi il n° 44 e 48 e rieseguo l'edizione del n° 43 nella tesi della laurea di secondo livello: Editorie dei cataloghi antichi della Biblioteca Chelliana di Grosseto. Tre saggi: i cataloghi n. 43, 44, 48 dell'elenco Cavallaro. Come abbiamo ribadito, è solo attraverso un metodo di destratificazione che possiamo recuperare tutte le informazioni latenti nei cataloghi; la metodologia dell'edizione è stata la stessa per tutti i registri, in una prima fase è stata effettuata la trascrizione di ogni singolo lemma e delle relative informazioni bibliografiche, provvedendo ad un conteggio disaggregato carta per carta. Primo focus di attenzione è stato l'analisi delle tecniche catalografiche e il raffronto con le realtà biblioteconomiche coeve. Ovviamente, il linguaggio catalografico è determinato da fattori del tutto esogeni al catalogo e alla raccolta, appartiene invece alla cultura biblioteco-nomica di chi li ha redatti. Grosseto, proclamata da Leopoldo di Lorena nel 1776 capoluogo di provincia (il territorio della provincia sarà rimaneggiato nel 1927), era ancora alle prese con la bonifica del territorio, per questo realtà del tutto marginale, in cui solo grazie alle buone intenzioni del Chelli si era riuscita a creare una biblioteca di pubblica lettura, avvertita come necessaria dal canonico per risollevare la vita culturale della città; si può facilmente immaginare l'assenza, in biblioteca, di personale particolarmente qualificato. Ma, in questa condizione di inadeguatezza, la Chelliana è perfettamente inserita nella situazione in cui versavano la maggior parte delle biblioteche medio piccole in Italia; disagio che è possibile leggere ad esempio nella Prefa-zione all'indice sistematico di una pubblica libreria a schedari sussidiari che nel 1888 l'allora bibliotecario della Malatestiana di Cesena, Adriano Piccolomini, compilava in onore della visita di Sua Maestà Umberto I. Questi traccia una rapida descrizione dello stato delle cose nella sua biblioteca, lamenta la scar-sezza di fondi a disposizione, cosa che preclude il corretto svolgimento delle attività creando disservizi all'utenza e soddisfacendo unicamente le esigenze di chi sa già relazionarsi alla struttura bibliotecaria. Piccolomini sottolinea

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l'importanza del catalogo da lui definito «inventario», dichiarando che nella Malatestiana l'unico disponibile è il catalogo per autori, ed esplicita la mag-giore funzionalità del catalogo a schede rispetto a quello in volume racco-mandandolo a tutti i bibliotecari19». Il discorso è calzante anche per la ben più piccola biblioteca grossetana. Se consideriamo che la copertura cronologica dei cataloghi della Chelliana va dal 1860 al 1944, noteremo come sia del tut- to estranea alle nuove considerazioni che dalla seconda metà dell' Ottocento si facevano largo in campo catalografico, soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti, con i vari Panizzi, Cutter, Jewett. Sembra invece rispettare le es-senziali norme catalografiche dettate a Parigi nel 1791; si rintracciano infatti tutti gli elementi dichiarati indispensabili, i cataloghi presentano un ordina-mento alfabetico chi per titolo, chi per autore, lo schema tipo che possiamo trovare è quello presentato in fig. 1.Analizzando le diverse tipologie delle informazioni offerte e in particolar modo la forma in cui vengono presentate, potremmo osservare come il tito-lo sia quello, di solito più soggetto ad abbreviazioni, il catalogatore applica senza scrupoli troncamenti o libere interpretazioni riassuntive del titolo ori-ginale e/o del contenuto dell'opera, le proposizioni e gli articoli iniziali risul-tano mancanti nell'80% dei lemmi. Per esempio, nel catalogo n° 43, il lemma 17 (fig. 2), risulta evidente l'omissione della preposizione iniziale e il tronca-mento della seconda parte del titolo («o della coltura di te stesso») senza che queste mancanze siano segnalate in alcun modo. Nel caso del lemma 28 del catalogo n° 44 (fig. 3), siamo di fronte ad un probabile errore di compren-sione del catalogatore; come risulta chiaro dalla scheda, il titolo della collana è stato confuso con il titolo proprio, probabilmente il primo era tipografi-camente presentato prima del titolo proprio. Nel caso del lemma 12 del ca-talogo n° 48 (fig. 4), invece, non abbiamo un'identificazione, poiché le date di pubblicazione non corrispondono, infatti sul manufatto cartaceo è ripor-tato il 1849, ma sui repertori consultati è stata rilevata solo un'edizione del 1851: siamo quindi di fronte ad un'individuazione; analizzando il titolo si potrebbe pensare o ad un cattivo riassunto del titolo operato da chi ha re-datto la scheda o forse ad un cambiamento del titolo intercorso fra le due edizioni.Finora le trascrizioni dei titoli più precise sono state quelle in lingua non ita-liana; gli autori sono indicati semplicemente per cognome senza abbrevia-zioni di sorta. Innocenti, nel II bosco e gli alberi20, pone l'attenzione sulle informazioni latenti nelle indicazioni di collocazione, queste infatti possono aiutarci a ricostruire la storia delle raccolte analizzate. Si distinguono innanzitutto due tipi di dispersione dei nuclei librari: stellare e lineare; la prima fa seguito alla soppressione casuale o no degli elementi appartenenti alla rac-

19 P. INNOCENTI, La biblioteca nel sistema moderno dell'informazione, in Atti e memorie dell'Accademie di agricoltura, scienze e lettere di Verona, 1998, 168 dell'intera collezione, tomo 1, s. 6, vol. XLIII, p. 195-200, in part. 195-197. 20 P. INNOCENTI, op. cit, p. 522.

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colta, la seconda è descritta come uno smembramento per insiemi, dove cioè non tutto il fondo è disperso ma solo diminuito quantitativamente. In-nocenti consiglia quindi uno studio a ritroso, che deve tener conto prima delle sedimentazioni, poi della dispersione originaria. In tal modo otteniamo informazioni utili non solo alla raccolta che ci interessa, ma alla dispersione dei fondi librari in generale; per questo si rende necessario un andamento topografico, Nei cataloghi analizzati, le indicazioni pertinenti alla collocazio-ne dei volumi: numero della stanza dello scaffale e del palchetto, non sono solo utili per ricostruire idealmente la topografia della biblioteca, ma forni-scono indizi sugli spostamenti subiti dai volumi segno dell'ampliamento o restringimento della materia o argomento a cui afferivano. Ad esempio i ca-taloghi 43 e 48 collocano tutti i propri volumi nelle stanza 29 mentre il 44 nella 29, nella 30 e nella 31, per i primi due gli scaffali utilizzati sono rispet-tivamente C ed M , mentre il catalogo 44 ne occupa ben 5 diversi: Q, R, M, H, G. Quando avremo finito di raccogliere tutti i dati riguardanti le colloca-zione della sala 29, saremo in grado di avere un quadro definitivo delle di-namica delle implementazioni e deplementazioni del patrimonio della sala. Sempre Innocenti, nella medesima pubblicazione, consiglia di unire le com-petenze della bibliografia analitica a quelle della bibliografia descrittiva, ap-plicando ai cataloghi reperiti procedure di identificazione specifiche dei nu-clei bibliografici; così infatti le potenzialità del catalogo antico, proprie di un fondo e quindi adatte solo ad un ulteriore andamento verticale del suo stu-dio, si incroceranno con quelle della bibliografia, caratterizzata da una pro-gressiva espansione orizzontale. Dopo la trascrizione sono passata quindi, alla fase dell'identificazione, anche se non sempre purtroppo come abbiamo visto, è possibile individuare la stessa edizione di una pubblicazione presente sul catalogo fuor d'uso, così qualora una delle informazioni dell'area delle note tipografiche non corrispondesse, parleremmo non di identificazione ma di individuazione. Ci si può avvalere sia dell'utilizzo di repertori cartacei che on line, considerazione banale, ma necessaria è che trattandosi, in questo caso, di un fondo prevalentemente ottocentesco, il primo repertorio utile è sicuramente CLIO21 il Catalogo dei libri italiani dell'Ottocento raccoglie una cumulazione delle descrizioni di 52 biblioteche italiane relative ad opere pubblicate in Italia dal 1801 al 1900, il repertorio include gli opuscoli con un numero di pagine superiore a 12, esclude gli alfabeti non latini o greci, pe-riodici, gli estratti con paginazione inclusiva, leggi, atti notarili è giudiziali, cataloghi, carte geografiche e opere musicali senza testo. Riporto qui in fig. 5 un esempio di identificazione con CLIO tratto dal catalogo n° 43 precisa-mente il lemma n° 4. Anche in questo caso, il complemento del titolo è o-messo; senza nessuna avvertenza e dell'autore è citato solo il cognome; si è scelto di riportare il numero di pagina di CLIO in cui è stato ritrovata la pubblicazione in questione, e anche la sigla della biblioteca da cui è stata tratta la registrazione catalografica. Sono presenti all'interno della raccolta

21 Milano, Bibliografica, 1991.

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anche periodici, risulta quindi utile la consultazione di repertori specifici, ad esempio il Catalogo dei periodici delle biblioteche lombarde22. Un esempio di identificazione con questo repertorio è tratto dal catalogo n° 43, il lemma n° 51 (fig. 6); il complemento del titolo è riportato abbastanza fedelmente, naturalmente non troviamo indicata nel repertorio una responsabilità autoriale, nell'indicazione della data troviamo anche informazioni sul posseduto della biblioteca Chelliana, mentre il repertorio consultato ci da solo la notizia della prima annata; anche in questo caso è stato riportato il numero della pagine in cui è stata reperita la scheda bibliografica.Sappiamo che il catalogo di una grande biblioteca ha lo stesso valore di una buona bibliografia retrospettiva o corrente che sia, infatti per l'identificazione dei lemmi sono di valido aiuto i cataloghi cartacei delle più importanti biblioteche italiane; occorre specificare cartacei, perché purtroppo negli Opac delle nostre biblioteche non è stato riversato tutto quello che è presente sui cataloghi cartacei, e le lacune maggiori riguardano proprio il secolo diciannovesimo. Personalmente ho consultato sin ora il catalogo a stampa della Biblioteca nazionale centrale di Roma, della Casanatense e della Vaticana, questi strumenti si sono rilevati utili soprattutto nei casi di opere settecentesche o di metà Ottocento; un esempio per ogni biblioteca è riportato in fig. 7, si tratta dei lemmi n° 14, 15, 35 tratti dal catalogo n° 43. Il lemma n° 35 non è un'identificazione, ma solo un'individuazione poiché la data di edizione non corrisponde, infatti la biblioteca nazionale centrale di Roma possiede la seconda edizione dell'opera; inoltre mentre per la biblioteca Vaticana e per la Casanatense è stato scelto di riportare la collocazione delle pubblicazioni identificate, per la Nazionale di Roma ciò non è stato possibile, in quanto diverse schede consultate (dattiloscritte o in parte manoscritte), non riportano sempre la collocazione, mentre è sempre presente il numero della scheda. Opera altrettanto utile è ovviamente il CUBI il Catalogo cumulativo 1886-1957 del Bollettino delle pubblicazioni italiane, riunisce in un'unica serie alfabetica tutti i lemmi dei 72 volumi del Bollettino; questo strumento è vantaggioso per l'ampia copertura cronologica, ma vi si riscontra purtroppo una bassa qualità delle registrazioni, e una diminuzione del numero delle stesse. Anche Opac e Metaopac sono strumenti essenziali per eseguire l'individuazione dei lemmi. Punto di partenza per una strategia della ricerca è di solito l'autore o il titolo ma in questi casi una ricerca per editore, luogo di edizione22 Milano, Bibliografica, 1985. L'avvio della fase progettuale di quest'opera risale al 1972-73, ma fu con la possibilità offertasi nel 1978 di collaborare con l'Istituto di studi sulla ricerca e documentazione scientifica del Cnr che il progetto entrò nella fase risolutiva. Nel catalogo sono incluse oltre ai periodici veti e propri, altre catego-rie di pubblicazioni incluse nella norma Uni 6392. Il catalogo registra le collezioni di periodici che risultano correnti a partire dal 1973 e negli anni seguenti, sia che i pe-riodici siano ancor oggi correnti, sia che non siano più pervenuti per sospesa pub-blicazione o cessato ricevimento. Di alcune biblioteche sono state registrate su e-splicita richiesta, tutte le collezioni di periodici possedute anche anteriori al 1973 per l'intera serie alfabetica, i titoli sono ordinati in sequenza alfabetica.

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e per ultima possibilità anno di edizione non è mai da scartare a causa degli errori di trascrizione e di comprensione che possono occorrere durante il lavoro. Gli Opac più diffusamente utilizzati sono stati: SBN, e il MAI23; quello che nella maggior parte dei casi è un difetto dell'Opac dell'Azalai, os-sia la notevole quantità di rumore presente in ogni esito della ricerca, in di-verse situazioni può essere utile, in modo particolare per le ricerche per tito-lo, in quanto mentre SBN prevede un riscontro lettera per lettera dei primi cinquanta caratteri immessi nella stringa di ricerca, il MAI prendendo in considerazione un po' di tutto, ha permesso spesso di condurre a buon fine la ricerca. L'Opac della Biblioteca nazionale centrale di Firenze24, ha il pregio invece, di offrire liste di autori, editori e titoli, che sono validi aiuti per indi-viduare eventuali errori di trascrizione da parte dei redattori del catalogo e per sciogliere i dubbi relativi a situazioni in cui la grafia fosse poco chiara. Il Metaopac Karlsruhe Virtual Katalog25, si rivela un mezzo di ricerca efficace, per lo stesso difetto del MAI: il rumore, ma in questo caso sono assoluta-mente efficaci le ricerche effettuate utilizzando solo elementi dell'area tipo-grafica o altri elementi come filtri. Partendo da risultati offerti dal Metaopac, la ricerca si può poi spostare sulle singole biblioteche che hanno risposto positivamente: biblioteche francesi, inglesi, americana ecc; così come dopo una ricerca con il MAI, si può precisare meglio il lavoro andando a consultare l'Opac di una delle biblioteche che attestano il possesso della pubblica-zione; questo perché i Metaopac non presentano mai gli stessi risultati per una stessa ricerca. Sono riportati in fig. 8 un esempio di identificazione con SBN, un altro che partendo:dal MAI è poi confluito su una specifica biblio-teca e infine un lemma che partendo invece dal KVK è stato precisato dal catalogo collettivo francese, i lemmi sono il 30, 31, 39 del catalogo n° 44. Siamo di fronte a tre identificazioni, nel primo caso si è scelto di riportare tutte le sigle delle biblioteche che all'interno di SBN attestano di possedere la pubblicazione in questione; dal Karlsruhe è stata scelta la descrizione cata-lografica più esauriente, nel caso specifico è quella presentata da un catalogo collettivo francese (GGFR) e redatta dalla biblioteca nazionale di Francia, il medesimo criterio di completezza ha guidato la scelta della scheda prodotta dalla biblioteca Braidense all'interno del Metaopac MAL Lo studio dei mate-riali in questione può essere, abbiamo detto, finalizzato anche alla conoscen-za dei libri letti e quindi delle idee che hanno circolato in una determinata epoca storica; come ci ricorda Arduini, nel saggio già citato, nell'affrontare

23 L'Opac del servizio bibliotecario nazionale è consultatole all'indirizzo <http: //opac.sbn.it/index.htm>. Il Metaopac Azalai Italiano frutto della collaborazionedell'AIB e del CILEA (Consorzio interuniversitano Lombardo per l'elaboiazioneAutomatica) è consumabile all'indirizzo: <http://www.aib.it/aib/opac/mai2.htm>.24 L'Opac è consultabile al sito: :<http://catalogo.bncf.firenze.sbn.it/cgi-opac/opac.cgi?Lingua=ITA&unicode=F>. 25 Il Metaopac ha il seguente indirizzo: <http://www.ubka.unikarlsruhe.de/hylib/en/kvk.html>.

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questo tipo di ricerca bisogna però tenere presenti due cose fondamentali: una è che i libri presenti in biblioteca non sono sempre utilizzati e quindi letti dalla comunità in cui vive; la seconda è che non tutta la cultura di una so-cietà in un periodo più o meno definito, si esprime e si diffonde attraverso la scrittura, ma mantiene un carattere di oralità. Nel caso specifico, i tre cata-loghi analizzati trattano nell'ordine, di letteratura popolare, storiografia, let-teratura e mitologia, che come sappiamo sono argomenti vivi nel secolo XIX; va detto inoltre che Grosseto non presenta in questa fase della sua sto-ria grosse innovazioni culturali fatto che ha reso abbastanza agevole inserirla in quelle che erano le tendenze culturali allora dominanti. L'interesse verso il popolo assume consapevolezze diverse nell'Ottocento, viene infatti ricono-sciuto come soggetto politico e in quanto tale va conosciuto e tutelato in tutti i suoi aspetti; in poco più di trent'anni, nonostante l'esiguità di mezzi che i governi di destra e sinistra ebbero a disposizione l'Italia si riporta alla pari di Francia, Inghilterra, Germania e Austria come livello culturale, infatti l'obbiettivo principale su cui lavorarono i governi fu quello dell'educazione primaria, elementare e media. Il tema dell'educazione dei bambini ad e-sempio, era stato già oggetto di riflessione nei primi decenni dell'Ottocento e ad affrontarlo furono intellettuali come Lambruschini e Tommaseo, espo-nenti del cattolicesimo liberale; Lambruschini scrive tanto sulla didattica, ed è presente nel catalogo 43 al lemma n° 28 con la Sua famosa Guida dell'Edu-catore fondata nel 1836, di cui fu direttore per circa dieci anni (fig. 9). Tro-viamo poi al lemma 16 il famoso opuscolo di Mazzini Dei doveri dell'uomo do-ve viene definito il rapporto tra intellettuali e popolo (fig. 10). A partire dalla seconda metà del secolo si svilupperà quel filone pedagogico che ha tra i suoi principali esponenti Thouar, Cantù, Soave, Smiles, che mira a formare il «self made man», il nuovo italiano, buono e laborioso, filone ampiamente presente nel catalogo 43. Ma la scelta delle letture non tralascia l'informazio-ne scientifica della nuova classe popolare rappresentate ad esempio dal lemma n°7 Curiosità della scienza contemporanea di Anserini (fig. 11). Il catalogo 44 presenta una situazione composita, sull'etichetta del titolo si legge ancora parte del titolo «Storia della Letteratura» depennata in rosso, ma alcune ope-re di questo genere sono ancora presenti nel catalogo:sono per lo più rac-colte antologiche generali o riviste. Non poteva certo mancare l'Antologia del Vieusseux presente al lemma 1 e seguenti del catalogo; al n° 40 troviamo una delle principali opere sulla storia della letteratura italiana L'Histoin Litteraire d'Italie di Pierre Louis Ginguené edita a Parigi tra il 1811 e 1818 (fig. 12). Occupa i lemmi 28 e 54 Paolo Emiliani Giudici, rappresentante della corrente neoghibellina individuata da Benedetto Croce tra gli storici italiani risorgimentali, con la Storia delle Belle Lettere ristampata da Le Monnier col titolo definitivo di Storia delle letteratura italiana nel 1855(fig. 13). L'altra parte del catalogo, quella che si occupa di Mitologia, riporta l'attenzione sul popolo e in particolare sulle tradizioni popolari viste attraverso le fiabe. Nell'Ottocento questi materiali vengono analizzati con criteri filologici, utilizzando le tecniche proprie della linguistica e della filologia comparata, ma non sono

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presenti nel catalogo opere di particolare rilievo, la maggior parte sono tra-duzioni di pubblicazioni francesi. Ed infine il catalogo 48, occupandosi di storia di paesi, stranieri, presenta per lo più traduzioni e opere in lingua, si trovano segnalate in nota le edizioni di pregio, e soprattutto quelle con illu-strazioni pregevoli; il metodo positivistico che prenderà piede nello studio delle scienze storiche tra fine Ottocento e primi del Novecento è ancora e-straneo alle opere censite dal catalogo: siamo di fronte a pubblicazioni di ca-rattere erudito compilativo. Il paese oggetto di più pubblicazioni è certamen-te l'America, cito l'opera forse più significativa la Storia della Guerra dell'in-dipendenza degli Stati Uniti d'America edita a Parigi nel 1809, scritta da Car-lo Botta; sappiamo che l'autore non riesce ad aprirsi alle prospettive dell'ide-ologia romantica e preferisce il recupero delle forme umanistiche, in cui pre-vale la retorica sulla storia, il filo conduttore di tutta l'opera è esaltare la rivo-luzione americana a scapito di quella francese, presente al lemma 15 (fig. 14). Negli anni Trenta del secolo assistiamo al proliferare un po' dovunque di «Deputazioni di Storia patria», di «Biblioteche storìche», «Gallerie storiche», «Dizionari Storici», «Ricoglitori» ma sono elementi non presenti nel nostro catalogo, mentre non manca mai il filone pedagogico: ad esempio con le o-pere di Fleury dirette ai fanciulli presente al lemma 27, ancora il fine educa-tivo è la linea guida delle opere di Schiller, lo troviamo tradotto da Benci al lemma 78; egli riteneva che solo l'educazione estetica e non la rivoluzione potessero porre rimedio alle lacerazioni tra ceti privilegiati e non, che la so-cietà contemporanea vive, per educazione estetica si intende una lenta cre-scita intellettuale e morale.Naturalmente, attraverso le notizie offerte dai cataloghi antichi, si possono trarre informazioni utili anche alla storia dell'editoria, tramite la diffusione e l'evoluzione di una professione, quella dell'editore-tipografo che nel corso dell'800 subisce, numerosi e diversi cambiamenti. Sino ai primi dell'Ottocen-to infatti, l'attività editoriale in Italia faceva capo ala figura del libraio stam-patore o del tipografo, col passare dei decenni l'attività editoriale assume sempre più la fisionomia dell'impresa capitalistica, al centro si piane una figura nuova di imprenditore: l'editore. Fu soprattutto Milano la città in cui fu più sensibile questa trasformazione, basta ricordare l'editore Stella con cui collaborò Leopardi, dietro la corresponsione di un compenso fisso, per un commento al Canzoniere di Petrarca e la redazione di un'antologia della po-esia e della prosa italiana; ma iniziative rilevanti sorgeranno via via nei de-cenni successivi a Torino dove troviamo Pomba, a Bologna con Zanichelli, a Firenze con Le Monnier, Barbera. L'avvento dell'editoria come impresa mo-derna è reso possibile anche dai processi di trasformazione borghese della società e dalla diffusione dell'istruzione che creano un pubblico nuovo di lettori; ma un ruolo decisivo lo gioca anche l'evoluzione tecnologica: per la stampa non si usano più torchi a mano, ma a vapore, la carta di stracci viene sostituita da quella industriale fatta di pasta di legno, l'affermarsi della stereo-tipia, litografia, incisione di acciaio e da non dimenticare la comparsa a fine secolo delle compositrici meccaniche monotype e lynotipe danno un enor-

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me impulso all'editoria industriale. Tenendo presente che le pubblicazioni presenti sui tre cataloghi sono comprese in un arco cronologico che va-dal 1605 (data più bassa del catalogo 48) al 1906 (data di pubblicazione più alta del catalogo 44), applicando le tecniche dell'analisi quantitativa agli editori presenti sui manufatti grossetani, ci troviamo di fronte al seguente elenco che ha preso in considerazione solo i lemmi identificati presenti nei catalo-ghi:

Editori1.Agnelli (Mi)2.Alberghetti (Po)3.Aliprandi (Mi)4.Androsio (Na)5.Bailly (Parigi)6.Barbera (Fi)7.Bardi (Fi)8.Batelli (Fi)9.Batelli (To)10.Bernardoni (Mi)11.Berrini(To)12.Betelli e Fanfani (Mi)13.Bertoni (Mi)14.Biblioteca Utile (Mi)15.Borroni-Scotti (Mi)16.Brigola (Mi)17.Buisson (Parigi)18.Burchielli (Lu)19.Cagliani (Ar)20.Cairo (Mi)21.Cammelli (Fi)22.Canadelli(Mi)23.Carez(Toul)24.Carli (Fi)25.Celli (Fi)26.Cenniniana27.Civelli (Fi)28.Coen (Fi)29.Colas (Pargi)30.Colitti (Cb)31.Colombo e Tarra (Mi)32.Conti (Fi)33.Costa (Fi)34.Curti (Ve)35.Dante (Mi)36.Detken (Na, RM)37.Didier (Parigi)38.Douniol39.Editori della scienza del popolo (Fi)

N. lemma / catalogo totale22/48; 5/43; 22/53 282/48 162/43 129/43 16/48 144/44; 13/43; 41 /43; 86/43 449/48 168/48 131/48 151/44 162/48 132/44 172/48; 38/43 278/43; 79/43; 81/43 375/48 119/43 130/48 11/43 167/43 139/44 154/43 146/43 136/44 157/44 136/48 125/43 116/43; 27/43 25/48 115/48 177/43 162/43 145/48 172/48 160/44 121/43 121/43 12/43 183/43 183/43 1

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40. Editori dell'Indicatore lombardo (Mi) 29/48 141. Elzeviriana 24/48 142. ,

Emancipazione (Rm) 32/43 143. Ercole (Velletri) 66/48 144. Eredi del Barbagrigia (Rm) 65/43 145. Fabbris (Fi) 16/48 146. Fenice (Li) 29/44 147. Ferrario (Mi) 73/48 148. Fiaccadori (Pr) 42/48 149. Fina(To) 66/43 150. Fodratti (Fi) • 49/44; 12/48 251. Fontana (Vo) 8/48 152. Formigli (Fi) 14/48 153. Franco (Tó) 74/43 154. Fumagalli (Fi) 1/48 155. Galeati (Imola) 29/43 156. Galileiana (Fi) 34/43; 39/43; 40/43; 50/43; 6

58/43; 80/4357. Giusti (Mi) 2/48 158. Hachette (Parigi) 19/48 159. Hublou (Bruxelles) .83/48 160. Janson (Amsterdam) 25/48 161. Klert (Philadelphia) 40/48 162. Lampato (Mi) 38/48 163. Le Gras (Parigi) 42/44 164. Le Monnier (Fi) 58/48; 61/48; 4/44; 5/44; 5

54/4465. Lucchini (Mi) 60/43 166. Maglia (sii) 6/43 167. Micaud (Parigi) 40/44 168. Migliaccio (Sa) 4/43 169. Minerva (Na) 24/43 170. Molinari (Ve) 34/44 171. Morano (Na) 26/43 172. Nistri (Pi) 38/48 173. Novelli (Ve) 35/44 174. Nuova Antologia (Rm) 61-68/44

V: 1

75. Nutij (Antwerpen) 55/48 176. Oliver and Boyld (Edimburgo) 77/48 177. Paggi (Fi) 23/43; 43/43 278. Paravia (Tó) 12/43 179. Parent Desbarres (Parigi) 64/48 180. Pasquali (Ve) 56/48 181. Passigli (Fi) 75/43 182. Pellazza (To) 46/44; 47/44 283. Pellas (Fi, Gè) 7/43 184. Pellecchia (Na) 59/44 185. Perino (Rm) 61/43 186. Perrotti (Na) 47-43 1

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87. Petrarca/Rebagli (Fi) 28/48 188. Pezzana(Ve) 80/48 189. Piatti (Fi) 21/48 190. Pirotta (Mi) 50/48; 60/48; 37/44 391. Pomba(To) 11/48; 72/48; 30/44 392. Prodocimo (Ve) 43/48 193. Prosperali (Pd) 17/43 194. Remondini (Bassano) 43/44 195. Rondinella (Na) 45/43 196. Rossi (Li) 69/43 197. Ruggia (Lugano) 85/48 198. Saillan e Nyon Pissot Desaint Pan- 70/48 1

ckoucke (Amsterdam)99. Salani (Fi) 30/43 1100. San Vito(Mi) 7/48 1101. Savoye (Parigi) 31/44 1102. Scheus (Rm) 3/48 1103. Silvestri (Mi) 13/48; 32/48; 82/43 3104. Società eclittice fiorentina (Fi) 28/44 1105. Società poligrafica italiana (Fi) 76/43 1106. Società tipografica (Mo) 53/44 1107. Sonzogno (Mi) 37/44 1108. Sordo Muti (Ge) 9/48; 10/43 2109. Sordo Muti (Si) 38/44; 15/43 2110. Speranza (Fi) 55/44 1111. Stella (Mi) 4/48; 45/44; 48/44 3112. Tasso (Ve) 56/44 1113. Terres(Na) 50/44 1114. Tipografia del seminario Arcivescovile (RA) 65/48 1

115 Tipografia dell'Oratorio di Sales (To) 18/43 1

116. Tipografia sociale (Rm) 70/43 1117. Torelli (Fi) 57/48 1118. Trani(Na) 52/44 1119. Treves(Mi) 8/43; 35/43; 36/43 3120. Trevisini (Mi) 31/43 1121. Troise(Mi) 52/43 1122. Usiglio(Na) 47/43 1123. Vaccarino (To) 44/43 1124. Vallardi(Mi) 37/43; 39/43; 63/43 3125. Valvasense (Ve) 59/48 1126. Vendrammi Mosca (Vi) 33/43 1127. Vieusseux (Fi) 1/44; 28/43; 56/43 3128. Vignozzi(Li) 34/48 1129 Vulcano (Fi) 85/43 1130. Wahlen (Bruxelles) 41/48 1

Come si evince, siamo di fronte ad una realtà editoriale che vede protagoni-ste tante piccole e piccolissime imprese ancora inserite in un contesto arti-

64 Marianna Di Geronimo

gianale dove prevale la figura del libraio-mercante-editore. Spiccano comun-que alcuni nomi importanti: Salani, Sonzogno, Treves, Perino, Pomba, Para-via, Minerva; inoltre se osserviamo i luoghi di edizione, noteremo come la maggioranza degli editori sia concentrata tra Milano e Firenze, a parte Na-poli, che comunque ha una storia a sé; il Sud Italia è presente solo con Campobasso e Salerno; spicca la realtà romana in espansione con una sola pubblicazione in meno rispetto a Venezia. Ovviamente, per questa strada il catalogo ci porta in direzione di uno studio che dovrebbe avere àmbito e pa-rametri specifici e che qui non possiamo nemmeno accennare26.

4. Conclusioni

La Chelliana nasce come istituzione fortemente voluta dal canonico Chelli, che con fatica e un consistente impegno economico fa sue le idee di impe-gno sociale volto all'aiuto del meno fortunato e persegue il desiderio di dare lustro ad una città che fino ad allora era stata importante unicamente per il suo mercato e per l'aria malsana; definire solo con tre cataloghi tutto il pos-seduto di una biblioteca è assolutamente ingiusto: le osservazioni e la meto-dologia sin qui adottate hanno valore, solo se limitate alla parte del fondo e-saminata, poiché è probabile che con il procedere delle edizioni dei cataloghi vengano fuori problemi e aspetti delle raccolte della biblioteca sin ora non considerati; un osservazione banale: come trattare quegli oggetti che libri non sono ma che sono catalogati insieme ad essi? E i cataloghi che conten-gono notizie sull'amministrazione della biblioteca? Forse il problema è anco-ra più profondo perché riguarda il tipo di informazioni che vogliamo otte-nere da questi cataloghi; si vuole fare storia della singola biblioteca, storia della cultura del periodo, storia della tecnica catalografica o tutte queste cose insieme? Indubbiamente la situazione di perenne trasloco in cui versa la bi-blioteca Chelliana non è di grande aiuto, soprattutto perché rende inaccessi-bile il catalogo cartaceo ormai dismesso a favore di quello elettronico, ma purtroppo non del tutto riversato in quest'ultimo, e naturalmente i secoli mancanti sono proprio Settecento e Ottocento. In tal modo, non è ancora

26 Per approfondimenti sulla situazione editoriale italiana nel XIX secolo si rimandaa: Editori italiani dell'Ottocento. Repertorio, Milano, Franco Angeli, 2003. Il repertorio,pubblicato in 2 tomi, registra tutti gli editori librari impegnati in Italia nel secoloXIX, fornendo per ciascuno un profilo storico delle attività imprenditoriali e degliinteressi culturali, con riferimenti bibliografici e archivistici. Le schede sono, in totale, più di 9000, distribuite in 1200 pagine, corredate da una tavola delle abbreviazioni e, oltre al tradizionale indice dei nomi, un indice dei luoghi e un indice guida deglieditori censiti nelle schede divisi per regione e per singoli luoghi di attività. Un'appendice è dedicata agli editori di lingua italiana presenti in Canton Ticino, Istria eDalmazia; a cura di Ada Gigli Marchetta Mario Infelise, Luigi Mascilli Migliorini,Maria Iolanda Palazzolo, Gabriele Turi, in collaborazione con la Fondazione Arnol-do e Alberto Mondadori.

Edizione dei cataloghi antichi 65

stato possibile effettuare una verifica di quanto attestato dai cataloghi mano-scritti esista ancora in Chelliana, e quindi un riscontro per esemplare così come ha fatto Rossi non è stato nemmeno inserito nel progetto, ma questo non vieta che, se magicamente la Chelliana ricevesse in breve tempo una se-de adeguata e potesse rendere utilizzabili i cataloghi cartacei, possa avvenire un repentino cambio di programma; in tal modo potrebbero accumularsi le informazioni dei cataloghi con tutte le attestazioni presenti sui singoli volu-mi. Concludo infine con una frase di Innocenti tratta da II bosco e gli alberi che delinea il senso sottostante ad ogni lavoro di ricerca:

«Non ignoro che ogni dato raccolto (nel nostro caso il "catalogo antico" [...]) si presenta come punto di possibile rifrazione a seconda delle visuali, tappa della storia che stiamo inseguendo, ma soprattutto tappa di una storia a sé, ambigua in quanto è stato cancellato (o è nascosto, il che fa lo stesso a fini gnoseologia) il "prima" e il "dopo" del continuo di cui esso faceva par-te. Queste dimensioni le abbiamo perse a causa del ridursi del dato a mo-mento di un'altra esistenza, di un altro organismo, di un'altra storia [...] Ma dobbiamo con saldezza d'intenti asservire il dato stesso a ciò per cui lo ab-biamo interrogato, pur consapevoli di ciò che potrebbe significare il suo col-legarsi a quanto per il momento sfugge».

fig.l

Titolo/ Autore/ N° della N°deDo N°del N°Autore Titolo stanza scafiate Palchetto dell'Opera

N" dei volumi Citta Tipografia Data Formato Note

fig. 2

Titolo Autore N° della stanza N° dello scaffale N° del Palchetto

[17] Educazione per- Channing 29 M 8sonale di te stesso

N° dell'Opera N° dei volumi Citta Tipografia Data Formato Note49 1 Padova 1870 18

K17. Channing, William ElleryDella educazione personale o della coltura di se stesso. Con prefazione di Alessan-dro Rossi, Padova, tip. P. Prosperino, 1870, 93 pp. (CLIO, p.1071)

fig. 3

Titolo Autore N° della stanza N° dello scaffale N°del Palchetto

[28] Biblioteca dell'Ita- Emiliani 29 Q 4liano e Storia delle Belle Lettere

66 Marianna Di Geronimo

N° dell'Opera N° dei volumi Cittì Tipografia Data Formato Note8 1 Firenze Soci. Edit. 1844 8 12 Fascicoli

28. Storia delle belle lettere in Italia / di Paolo Emiliani Giudici. - Firenze : Società Ed. fiorentina, 1844. - 2v. [1252p. compless.] ; 22 cm. - (Biblioteca dell'Italiano) (OPAC SBN, BR0011 Biblioteca comunale Ugo Granafei di Terranova-Mesagne (BR); PU0204 Biblioteca della Fondazione Carlo e Marise Bo per la letteratura eu-ropea moderna e contemporanea dell'Università degli studi di Urbino).

fig.4

Autore Titolo N° della Stanza N° dello Scaffale N° del Palchetto[12] Bossi I Mori Arabi Erranti 29 C 3

N° dell'Opera N° dei Volumi Città Tipografia Data Formato Note28 3 Ravenna Fodratti 1849 8

12. I Negri della Nigrizia Occidentale e della Interna e i Mori e Arabi erranti del Sa-ara e del deserto della Libia / Giacomo Bossi. - Torino : Off. Tip. E Iit. di G. Fo-dratti, 1851. - 2v. (VIII, 718; C. VI, 703P.) : 2 c. geogr. (OPAC Università cattolica del Sacro Cuore).

fig. 5

Titolo Autore N° della Stanza N° dello Scaffale N° del Palchetto[4] Aiutati che te Pomba 29 M 8

stesso aiuti4>

N° dell'Opera N° dei Volumi Cittì Tipografia Data Formato Note59 1 Salerno Migliaccio 1871 8

4. Pompa Raffaele.Aiutati che te stesso aiuti, ossia de' miracoli di una volontà laboriosa e paziente.Salerno, tip. R. Migliaccio, 1871, 90p. FI98(CLIO, p.3692).

fig. 6

Titolo Autore N° della Stanza N° dello Scaffale N° del Palchetto[51] Letture per fan- Lambruschi- 29 M 8

ciulli (seguito alla ni guida del 68")

N° dell'Opera N° dei Volumi Cittì Tipografia Data Formato Note43 3 Firenze 1836.42 8 Leg.

51. Letture per i fanciulli. Annesse alla "Guida dell'educatore". Firenze (I. 1836) (Catalogo dei periodici delle biblioteche lombarde, p.361).

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