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DEPURATORE DI CAMPO ALLA CROCE
Comune di Campiglia Marittima
STUDIO DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’
ai sensi del D.Lgs 156/06 ss.mm.ii.
e della L.R. del 12/02/10 N° 10 ss.mm.ii.
L’Addetto Tecnico Ufficio Ambiente
P.I. Kristian Gronchi
Il Dirigente Depurazione e Fognatura
Ing. Carlo Calastri
Data
Livorno, Ottobre 2012
Responsabile Fognatura Geom. Marco Bartolini
Responsabile Depurazione Ing. Giuseppe Colasanto
La Responsabile Ufficio Ambiente
Dott.sa Barbara La Comba
Il Di rigente Programmazione e Gestione Investimenti
Ing. Fabrizio Pacini
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INDICE
1. Premessa……………………………………………………………………………………………5 2. Presentazione dell’ azienda…..……………………………………………… ………………….7
3. Localizzazione dell’ impianto………………………………………………… …………………9
4. Descrizione sintetica dell’opera………………………………………… …………………….10
4.1 Collegamento scarico in ambiente….………………………………………………..……..14
5. Studio preliminare ambientale………………………………………………… ………………15
5.1 Relazione del progetto con i piani e programmi aventi valenza ambientale……,...,,…….16
5.1.1 Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Livorno……………………….16
5.1.2 Piano strutturale del Comune di Campiglia Marittima.…………………………………28
5.1.3 Regolamento Urbanistico del Comune di Campiglia Marittima………………….…….34
5.1.4 Inquadramento geologico……..………..…………………………………………….……39
5.1.5 Inquadramento litologico…………………………………………………………….……..40
5.1.6 Vincolo paesaggistico……………………………………………………………………...41
5.1.7 Classificazione sismica……………………………………………………………………42
5.1.8 Pericolosità geomorfologica..……………………………………………………………..43
5.1.9 Pericolosità idraulica……………………………………………………………………….44
5.2 Stato attuale delle matrici ambientali…………………………………………….…………...45
5.2.1 Qualità dell’ aria…………………………………………………………………………….46
6. Caratteristiche dell’ impianto di depurazione……… ……………………………………….50
6.1 Descrizione del sistema fognario……………………………………,.……………………..51
6.2 Concezione generale dell’impianto…………………………...……………………………..51
6.3 Dati di progetto………………………..………………………………………………………53
6.3.1 Portate………………………………………………….………………………….54
6.3.2 Limiti allo scarico……………….………………………………………………...56
6.4 Analisi…………………………………………………………………………………………...58
7. Analisi dei potenziali impatti………………………… ………………………………………...59
7.1.1 Impatti ambientali………………………………………………………………….…60
7.1.2 Produzione rifiuti………………………………………………………………………61
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7.1.3 Emissioni in atmosfera……………………………………………………………….63
7.1.4 Fattori climatici………………………………………………………………………...65
7.1.5 Consumo materie prime……………………………………………………………...66
7.1.6 Consumo energia elettrica…………………………………………………………...66
7.1.7 Consumo Idrico……………………………………………………………………….66
7.1.8 Inquinamento acustico……………………………………………………………….67
7.1.9 Traffico indotto………………………………………………………………………...70
7.1.10 Salute pubblica………………………………………………………………………..70
7.1.11 Contaminazione suolo e sottosuolo………………………………………………...71
7.2 Compensazioni………………………………………………………………………………72
7.2.1 Conformità normativa………………………………………………………………...72
7.2.2 Monitoraggio…………………………………………………………………………..72
7.2.3 Piano di Manutenzione e Gestione…………………………………………………72
7.2.4 Piani di Emergenza…………………………………………………………………...73
7.2.5 Il protocollo di autocontrollo………………………………………………………….75
7.3 Valutazione dei risultati……………………………………………………………………..76
8. Analisi delle alternative…………………………………………………………… …………….78
8.1 Alternative di localizzazione dell’impianto………………………………………………78
8.2 Alternative di processo o strutturali……………………………………………………..78
8.3 Alternative strategiche……………………………………………………………………79
8.4 Alternativa zero……………………………………………………………………………79
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ALLEGATI
Allegato 1
Planimetria impianto
Allegato 2
Schema a Blocchi
Allegato 3
Carta della Fattibilità
Allegato 4
Carta pericolosità idraulica
Allegato 5
Carta pericolosità geomorfologica
Allegato 6
Procedura gestione rifiuti
Allegato 7
Piano di Manutenzione e Gestione
Allegato 8
Piano di Emergenza
Allegato 9
Contratto gestione depuratore
Allegato 10 Protocollo controlli Italian Food
Allegato 11 Carta classificazione acustica
Allegato 12 Corografia della fognatura a servizio dell’impianto
Allegato 13 Corografia della fognatura a servizio dell’impianto con indicazione pozzi
Allegato 14 Elenco codici CER
Allegato 15 Scheda inquinamento acustico Campo alla Croce
Allegato 16 Scheda rilevamento fonometrico Campo alla Croce
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1 Premessa
La società ASA SpA svolge, all’interno del proprio stabilimento ubicato a Venturina Località
”Campo alla Croce”, nel Comune di Campiglia Marittima, attività di depurazione dei reflui da
scarichi urbani/industriali a preponderanza di tipologia civile o ad essa assimilabili, recapitati
tramite fognatura “mista” meteorica-urbana.
Attualmente l’impianto di Venturina Campo alla Croce è in grado di trattare 54.000 AE, potenzialità
che allo stato attuale permette ampliamente di ricoprire le necessità reali dell’area.
Il presente studio ambientale viene redatto al fine di supportare la procedura di verifica di
assoggettabilità alla Valutazione di impatto Ambientale, di cui all’art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e
ss.mm.ii., cosi come previsto dall’art. 48 della Legge Regionale Toscana 12 Febbraio 2010 “Norme
in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA) e
di valutazione di incidenza”.
Tale procedura fa riferimento alla fase di rinnovo dell’autorizzazione allo scarico dell’impianto di
depurazione a servizio degli abitati di Venturina ed e situato in loc. Campo alla Croce. La necessità
di attivare una procedura di verifica di assoggettabilità per l’impianto in parola, seppure esistente
ed operante, deriva dalla prescrizione di cui all’art. 43, comma 6 della succitata L.R. 10/2010 che
prevede: “Le domande di rinnovo di autorizzazione o concessione relative all’esercizio di attività
per le quali all’epoca del rilascio non sia stata effettuata alcuna valutazione di impatto ambientale e
che attualmente rientrino nel campo di applicazione delle norme vigenti in materia di VIA sono
soggette alla procedura di VIA, secondo quanto previsto dalla presente legge.[…]”. Infatti l’impianto
di Bibbona, come si illustrerà più diffusamente nel seguito, rientra nella casistica di cui alla lettera
bh) dell’Allegato B2 alla L.R. 10/2010 “Progetti sottoposti alla procedura di verifica di
assoggettabilità di competenza della Provincia” e, non essendo stato oggetto di analoga procedura
al momento della realizzazione in aderenza ai dettami della normativa al tempo vigente, vi viene
sottoposto in questa fase di rinnovo dell’autorizzazione allo scarico in osservanza al succitato art.
43 della L.R. 10/2010.
I contenuti del presente studio sono stati sviluppati tenendo conto che l’impianto e già in esercizio
e che attualmente opera con un’autorizzazione con Delibera Dirigenziale della Provincia di Livorno
N. 30 del 09.03.2009.
In merito a quanto riportato nella seconda parte del medesimo art. 43 della L.R. 10/2010, che cosi
recita: “[…] Per le parti di opere o attività non interessate da modifiche, la procedura è finalizzata
all’individuazione di eventuali misure idonee ad ottenere la migliore mitigazione possibile degli
impatti, tenuto conto anche della sostenibilità economico-finanziaria delle medesime in relazione
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all’attività esistente.[…]”, si evidenzia che il presente studio fa riferimento ad una situazione
impiantistica non modificata, dal punto di vista dimensionale, rispetto a quella già autorizzata.
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2 Presentazione dell’azienda
ASA Spa opera nel servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura, depurazione) e nella
distribuzione del gas. Dal 2002 è gestore unico del servizio idrico nell’ATO 5 Toscana Costa, il cui
bacino di utenza è di 372.618 abitanti suddivisi in 33 Comuni appartenenti a 3 province (Livorno,
Pisa e Siena).
Uno degli impianti di proprietà della società ASA SpA è sito in un’area posta a Sud - Ovest
dell’abitato di Venturina, nel Comune di Campiglia Marittima (LI); tale impianto è oggetto di questo
studio di impatto ambientale.
Di seguito vengono riportati i dati identificativi della società:
Ragione Sociale ASA - Azienda Servizi Ambientali S.p.A.
Sede Legale Via del Gasometro, 9 – 57122 Livorno
Sede operativa Via del Gasometro, 9 – 57122 Livorno
Codice Fiscale e P.IVA 01177760491
Telefono uff. Amministrativi 0586 242111
Fax uff. Amministrativi 0586 242632
Ubicazione dell’insediamento Località Campo alla Croce - Venturina
Comune Campiglia Marittima
Consistenza dello stabilimento L’impianto di depurazione presente all’interno dello stabilimento è composto da un sistema di
fanghi attivi tradizionale con una capacità depurativa di 54.000 AE.
Numero addetti attuali
Attualmente il personale operativo sul depuratore è costituito da due unità.
Numero delle giornate lavorative nell’anno
L’impianto ha un orario di funzionamento continuo 24/24 h per tutto l'arco annuale per le sezioni di
pretrattamento, trattamento secondario (tratt. biologico, sedimentazione ecc.) e trattamento fanghi
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(stabilizzazione,ispessimento). La disidratazione meccanica ha un orario di funzionamento che è
funzione della portata.
Igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro
Le sostanze, le miscele ed i rifiuti, presenti all'interno dell'impianto non hanno caratteristiche né di
infiammabilità, né di tossicità (non sono classificabili né molto tossiche né tossiche) e non
manifestano effetti a lungo termine (cancerogeni o mutageni).
Il personale di impianto è adeguatamente informato, formato ed addestrato sui rischi legati alle
mansioni svolte.
Elenco dei principali reflui e rifiuti liquidi attu almente trattati
Reflui da scarichi urbani/industriali a preponderanza di tipologia civile o ad essa assimilabili,
recapitanti tramite in fognatura "mista" meteorica-urbana.
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3 Localizzazione dell’impianto
L’accesso all’ area avviene mediante strada a doppio senso di marcia denominata Via Lavoriere
posta nella Zona Industriale di Venturina, dalla quale si può accedere al depuratore percorrendo
Via Piombinese.
Figura 1 Particolare cartografico dell’area interessata dal depuratore
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Figura 2 Particolare aereo dell’area interessata del depuratore
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4 Descrizione sintetica dell’opera Il processo di depurazione è in grado di depurare al massimo 50.000 AE e risulta composto da:
LINEA ACQUE • Grigliatura
• Sollevamento
• Trattamento biologico a fanghi attivi ( ossidazione biologica)
• Sedimentazione Secondaria
• Disinfezione
• Uscita a riuso industriale
LINEA FANGHI
• Stabilizzazione fanghi con digestione aerobica
• Ispessimento fanghi
• Disidratazione meccanica fanghi centrifuga
• Letto di essiccamento
LINEA ACQUE
Il liquame in arrivo all’impianto subisce un primo trattamento meccanico di grigliatura meccanica
mediante filtro-coclea in seguito al quale i solidi vengono separati del liquame, che viene
successivamente sollevato mediante quattro pompe per subire il trattamento successivo di
ossidazione.
A livello del pozzetto di ingresso è presente il by-pass di impianto.
Figura 3 Fase di grigliatura grossolana e fine
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Nel successivo stadio aerobico si svolge l’ossidazione della sostanza organica residua e la
nitrificazione dell’azoto ammoniacale. Per realizzare l’ossidazione delle sostanze organiche
presenti, vengono utilizzati sia aeratori di superficie a turbina lenta, sia diffusori per ossigeno
liquido impiegati soprattutto nei periodi estivi per la maggior richiesta.
Figura 4 Fase di ossidazione
La miscela aerata in uscita dalle vasche di ossidazione – nitrificazione confluisce in un pozzetto di
ripartizione dal quale viene poi avviata alla fase di sedimentazione.
Il fango che qui sedimenta, viene raccolto in un pozzetto collocato sul fondo della vasca; la parte
liquida, che risulta sia trattata biologicamente e chiarificata, viene convogliata alla vasca di
disinfezione.
Figura 5 Bacini di sedimentazione
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La disinfezione del refluo chiarificato viene effettuata sia a livello del labirinto di disinfezione, sia
nella vasca di post- filtraggio, a seguito del dosaggio di Ipoclorito di Sodio, realizzato con un
sistema di regolazione proporzionale al misuratore di portata.
Figura 6 Sezioni di disinfezione
Da qui il refluo chiarificato, viene totalmente inviato alla vasca di accumulo per il riutilizzo
industriale delle acque depurate, e solo in casi di emergenza può essere scaricata in ambiente.
La fase successiva e quella di filtrazione del refluo mediante filtri a sabbia e successivo invio
mediante pompe dedicate alle acciaierie Lucchini.
LINEA FANGHI
I fanghi che si sono separati dalla vasca di sedimentazione vengono rinviati, mediante pompe
sommerse, ad un pozzetto di distribuzione, dove viene effettuata la ripartizione tra fanghi di riciclo
e fanghi di supero. I primi vengono inviati all’ingresso dalla vasca di aerazione ed hanno lo scopo
di mantenere a regime il processo biologico/depurativo.
I fanghi di supero vengono, invece, pompati nella vasca di stabilizzazione dove il materiale
organico viene completamente mineralizzato e liberato dall’odore grazie all’aerazione prolungata. Il
fango cosi stabilizzato alimenta l’ispessitore dove subisce un’ulteriore concentrazione.
Il fango stabilizzato ed inspessito viene disidratato mediante centrifughe dopo aver subito il
condizionamento con poli elettrolita per migliorare il grado di separazione liquido/solido.
Il fango disidratato viene trasportato con una coclea ai cassoni di raccolta e quindi smaltito.
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Il letto di essiccamento può essere utilizzato in casi di emergenza, in cui la capacità di trattamento
delle centrifughe raggiunga il limite massimo.
Figura 7 Fase di disidratazione meccanica mediante centirfuga
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Collegamento scarico in ambiente
L’effluente dell’ impianto di depurazione “Campo alla Croce”, viene destinato per la totalità al riuso
industriale, e quindi solo in caso di emergenze, viene scaricato in ambiente e più precisamente nel
fosso Corniaccia, al seguito del quale viene eseguita segnalazione alle autorità competenti.
Figura 8 Corografia della fognatura a carico del depuratore
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5 Studio preliminare ambientale
Lo studio preliminare ambientale è volto all’analisi degli aspetti normativi e regolamentari ai quali
deve essere sottoposto l’impianto in esame e all’identificazione di tutti quegli impatti ambientali che
provoca l’impianto stesso.
5.1 Relazione del progetto con i piani e programmi aventi valenza ambientale La relazione dell'impianto con i piani e programmi aventi valenza ambientale, trova la sua
interpretazione nella verifica della compatibilità urbanistica e territoriale, conseguentemente sono
stati individuati i vincoli urbanistici e naturali presenti nell'area.
5.1.1 Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Livorno Il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) è lo strumento di pianificazione per il governo delle
risorse del territorio provinciale, per la loro tutela e per la loro valorizzazione.
Il PTC, secondo quanto dispone la normativa regionale per il governo del territorio, individua le
risorse e promuove comportamenti, azioni e sinergie per un percorso di sviluppo sostenibile.
Con il PTC la Provincia esercita il proprio ruolo di governo del territorio, in accordo con le politiche
territoriali della Regione e costruendo il raccordo della pianificazione urbanistica dei singoli Comuni
del territorio provinciale.
Il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Livorno è stato adottato dal
Consiglio Provinciale con Deliberazione n. 231 dell’11 dicembre 2008 e con approvazione
definitiva tramite Deliberazione n. 52 del 25/3/2009.
Il PTC divide il territorio provinciale in sistemi e sottosistemi aventi connotati di maggiore
omogeneità fisico-paesaggistica.
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Sistema territoriale
Il sito in oggetto si colloca nell’ambito del sistema territoriale “della fascia costiera e della pianura”,
e più precisamente nel sottosistema territoriale “Urbano di Piombino e della pianura del Cornia”.
Il Sistema territoriale della fascia costiera e della pianura si articola in: - Sottosistema territoriale urbano di Livorno e della pianura dell'Arno;
- Sottosistema territoriale della pianura centrale del Fine e del Cecina;
- Sottosistema territoriale urbano di Piombino e della pianura del Cornia.
Nel sistema territoriale della fascia costiera e della pianura è presente una rete di città e centri
urbani che si susseguono parallelamente alla linea di costa, configurano così, a scala territoriale,
un sistema insediativo di tipo lineare.
Il sistema è, nel suo insieme, caratterizzato da una densità di popolazione insediata fra le più alte
della costa toscana in rapporto alla sua estensione, dalla presenza di consistenti fasci
infrastrutturali e di attività industriali e di produzione di energia di rilievo a scala regionale e
nazionale, dalla permanenza di forti connotati rurali legati alla produzione altamente qualificata di
prodotti tipici come vino, olio e di colture specializzate nonché dalla presenza di un turismo, con
connotazioni sia di massa che di élite, quasi esclusivamente estivo.
Le polarità urbane di maggior rilievo provinciale, Livorno e Piombino sono localizzate alle due
estremità di questo sistema. La parte centrale del sistema ha come polo di riferimento funzionale
Cecina.
E’ sopratutto attraverso queste tre polarità che il territorio provinciale sostanzia i suoi rapporti
funzionali a scala di area vasta, ai diversi livelli territoriali. La crescita insediativa, spinta in
particolare dalla domanda turistica, e infrastrutturale ha prodotto significative tendenze alla
dispersione e alla conurbazione, alla progressiva perdita della centralità dei nuclei antichi e ad una
progressiva tendenza alla diffusione insediativa nelle aree agricole con una rilevante perdita della
loro integrità.
Il Sottosistema è costituito dal territorio ricompreso nei seguenti ambiti di paesaggio appartenenti
al sistema provinciale di paesaggio della pianura del cornia e delle colline metallifere:
- Paesaggio di pianura della Val di Cornia a dominante agricola orticola (San Vincenzo, Torre
Mozza, Riotorto, Venturina) (AdP 18)
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- Paesaggio del promontorio di Piombino con presenza insediativa storica (Baratti, Populonia)
(AdP 19)
- Paesaggio del promontorio di Piombino con presenza insediativa produttiva (Piombino, Gagno,
Torre del Sale) (AdP 20)
ed interessa territori dei Comuni di Piombino, San Vincenzo e Campiglia Marittima.
Il sottosistema territoriale urbano di Piombino e della pianura meridionale del Cornia è ricompreso
tra il promontorio a nord di S. Vincenzo e le colline di Scarlino e comprende anche il promontorio di
Piombino.
E’ caratterizzato dagli insediamenti industriali siderurgici di Piombino, da una vasta pianura
alluvionale altamente utilizzata da colture agricole intensive e diffuse. In questo contesto si è
particolarmente sviluppato l’insediamento di Venturina che è luogo di cerniera fra gli insediamenti
orientali della valle del Cornia, il corridoio tirrenico e la città e porto di Piombino.
Nel sistema assumono una particolare rilevanza i parchi naturali e culturali di Rimigliano, Baratti e
Populonia, promontorio di Piombino, Oasi Orti Bottagone, Bosco della Sterpaia, quali luoghi e
funzioni determinanti di un riequilibrio socioeconomico rispetto alla storica monocultura industriale
ed a quella turistica in particolare, come dimostrato dalla crescita ipertrofica di S. Vincenzo.
Il sistema è caratterizzato dalla insediamenti industriali, portuali e logistici e infrstrutturali ed è
centro di servizi comprensoriale.
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IMPIANTO ASA
Figura 9 Estratto Tav. 11b Ambiti di Paesaggio – Quadro conoscitivo PTC Livorno
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Lo stabilimento A.S.A. S.p.A. rientra nell’ambito di “Paesaggio di pianura della Val di Cornia a
dominante agricola orticola” (AdP 18)
Gli obbiettivi specifici dettati dal PTC per il sottosistema territoriale urbano di Piombino e della
pianura del cornia, come indicato all’art. 22.1 della Disciplina del PTC, prevedono: “Non superare i
limiti di criticità dei bacini idrici soggetti a bilancio idrico deficitario o soggetti ad ingressione di
acqua marina e condizionare i prelievi dai corpi idrici sotterranei ricadenti in zone vulnerabili da
nitrati”.
Sistema funzionale
Il PTC articola il territorio della provincia di Livorno nei seguenti Sistemi e Sottosistemi Funzionali:
1. sistema funzionale degli insediamenti si articola nei seguenti sottosistemi:
- la struttura insediativa: i nodi urbani, la città diffusa; - la rete dei luoghi e degli spazi della collettività.
Il Comune di Campiglia, sotto il profilo funzionale a scala provinciale, appartiene ai “nodi urbani
locali con funzioni di presidio del territorio a più debole armatura, atte prevalentemente a fornire
servizi di base alla popolazione insediata.”
2. Sistema funzionale delle attività economiche si articola nei seguenti sottosistemi :
- produzione di beni e servizi; - agricoltura; - pesca; - commercio; - turistico - ricettivo.
Il sottosistema di produzione di beni e servizi è rappresentato dagli impianti storici industriali di
Livorno,Rosignano Solvay, Piombino e di tutte le attività ad esso connesso come le linee di carico
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portuali per il prodotto greggio, le cave di calcare a San Carlo e le linee ferroviarie di connessione
cosi come le cave di calcare per le acciaierie di Piombino.
Il sistema non si racchiude nell’area dello stabilimento ma coinvolge apparati insediativi funzionali
alla produzione di servizi necessari alla produzione dei beni e collocati non necessariamente in
ambito industriale.
IMPIANTO ASA
Figura 10 Estratto Tav. 2.1 Sistema Funzionale Produttivo – Turismo, Commercio, Industria invariati
3. Sistema funzionale delle reti e dei nodi infrast rutturali articolato in:
- sistema funzionale della mobilità e della logistica;
- sistema funzionale delle risorse idriche
- sistema funzionale dei rifiuti
- sistema funzionale delle risorse energetiche
Il sistema funzionale per la mobilità e la logistica, è determinante per le attività produttive portuali,
commerciali, turistiche e non può essere affrontato senza una i dea dello sviluppo e della
competitività territoriale che si vuol perseguire.
Gli obiettivi generali che il PTC individua, sono la crescita economica ed il potenziamento della
competitività complessiva del territorio mediante un più efficace organizzazione del sistema dei
nodi – e dei singoli nodi – che rafforzi e qualifichi la sua precipua funzione di cardine fra gli
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insediamenti e le reti infrastrutturali, determinante per la mobilità di persone e merci - sia all’interno
dei centri, sia nelle relazioni alle diverse scale territoriali –, ed una loro armonica organicità
funzionale con il sistema delle reti.
In particolare il PTC ritiene essenziale il concorso di questo sistema funzionale per:
- potenziare il trasporto delle persone predisponendo nodi in interscambio modale funzionali alla
integrazione delle diverse modalità di trasporto pubblico e di interscambio con i mezzi di trasporto
privato;
- organizzare nodi di interscambio modale per le merci allo scopo di favorire il loro trasporto per
ferrovia o per nave, contenendo l’uso dei mezzi su gomma a brevi distanze e minimizzando i tempi
di interscambio modale;
- organizzare nodi di interscambio per la distribuzione delle merci nelle maggiori aree urbane
mediante mezzi meno ingombranti e meno inquinanti.
Lo stabilimento ASA S.p.A. presenta una viabilità d’accesso all’impianto attraverso la percorrenza
della via denominata Via Piombinese, interessata dal traffico veicolare locale della zona
industriale.
IMPIANTO ASA
Figura 11 Estratto Tav. 6 Sistema delle Infrastrutture - PTC
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4. Sistema funzionale delle aree protette
Appartiene al sistema funzionale l'organizzazione dei parchi non in quanto ambiti naturali quanto
invece organizzazioni culturali della natura che si innestano nel complesso sistema della qualità
della vita: urbana, del tempo libero, della ricreazione.
Il sistema delle aree protette verdi contribuisce agli aspetti di funzionalità sistemica di tutto il
territorio provinciale e ad esso appartengono i parchi, le riserve naturali, le aree naturali protette di
interesse locale, ma anche il sistema natura 2000 e i Siti di Interesse Regionale.
La rete ecologica assume funzione di connettore tra i territori sia relativamente agli aspetti
ambientali ma anche quelli paesistici.
IMPIANTO ASA
Figura 12 Estratto Tav.8 Sistema Funzionale delle Aree Protette – PTC
Il sito A.S.A. S.p.A. NON è interessato dalla perimentrazione delle aree protette.
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Quadro Conoscitivo – Valori Paesaggistici
L’identificazione dei valori paesaggistici risponde all’obiettivo di riconoscere elementi e sistemi di
elementi (risorse) che rivestono ruolo di valori patrimoniali e fondativi, i quali costituiscono l’identità
del territorio della Provincia di Livorno e pertanto sono registrati all’interno dello Statuto del
Territorio che ne riporta le regole di tutela.
Le norme statutarie del Piano Territoriale di Coordinamento recano l’identificazione patrimoniale
secondo i tre punti di vista adottati a livello di pianificazione territoriale regionale (PIT) e recepiti
dalla pianificazione territoriale provinciale:
- A. Valori naturalistici e eco sistemici
- B. Valori storici e culturali
- C. Valori estetici e percettivi
Valori naturalistici e ecosistemici (A)
I valori naturalistici ed ecosistemici (rappresentati nella cartografia dello Statuto Tavola A. Valori
naturalistici e ecosistemici) sono relativi alle seguenti categorie:
A1- Siti di Interesse Regionale
A2- Ambiti con significativi caratteri di naturalità e di biopermeabilità
A3- Emergenze di interesse geo-morfologico e di interesse floro-faunistico
A4- Ambiti del territorio rurale con ruolo di connessione ecologica
A5- Ambiti del territorio rurale connotati dalla complessità del mosaico agrario
A6- Elementi arborei di valore storico-culturale
A7- Varchi non edificati tra gli insediamenti con funzioni di connessione tra sistemi di aree protette
Di seguito viene riportato l’estratto della Tavola A del PTC con indicata la posizione del depuratore
dalla quale si evince che l’area su cui è localizzato il depuratore NON è sottoposta a nessun
vincolo di tipo naturalistico ed eco sistemico, ovvero analizzando i sovrastanti vincoli, nessuno di
essi è presente nell’ area in oggetto.
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IMPIANTO ASA
Figura 13 Estratto Tav. A “Valori naturalistici ed eco sistemici” del PTC
Valori storici e culturali (B)
I valori storici e culturali (rappresentati nella cartografia dello Statuto Tavola B. Valori storici e
culturali –) sono relativi alle seguenti categorie:
B1- Ambiti con presenza di flora e fauna di interesse didattico e scientifico
B2- Ambiti del territorio rurale di valore storico-culturale
B3- Zone archeologiche
B4- Elementi arborei di valore storico-culturale
B5- Insediamenti storici
B6- Infrastrutture storiche
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Di seguito viene riportato l’estratto della Tavola B del PTC con indicata la posizione del depuratore,
dalla quale si evince che l’area in oggetto ricade nella parte marginale di un ambito del territorio
rurale di valore storico – culturale B2 e più precisamente all’interno di un ambito rurale connotato
dalla struttura agraria riconducibile agli interventi di bonifica con presenza di reticoli irrigui.
Per questi ambiti, le “Norme Tecniche di Attuazione – Risorsa Paesaggio” prevedono, come
indicato dall’ art. 19, i seguenti criteri per la tutela:
- salvaguardare le sistemazioni idraulico-agrarie, sia per la funzione di protezione e controllo del
dissesto idrogeologico sia per la valenza paesaggistica, incentivando il recupero dei muri a
secco, dei sentieri poderali e dei manufatti, con la rivalorizzazione di materiali e forme locali, la
conservazione delle colture arborate;
- salvaguardare la tessitura del paesaggio agrario della bonifica, con il mantenimento della
efficienza idraulica del sistema delle canalizzazioni, del valore semiologico, oltre che
ecosistemico e percettivo, della vegetazione lineare di margine con siepi e canneti e dei filari
alberati, della funzionalità della rete delle strade interpoderali e del sistema insediativo rurale.
IMPIANTO ASA
Figura 14 Estratto Tav. B “Valori storici e culturali” del PTC
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Valori estetici e percettivi (C)
I valori estetico-percettivi (rappresentati nella cartografia dello Statuto Tavola C. Valori estetico
percettivi) sono relativi alle seguenti categorie:
C1- Ambiti con significativi caratteri di naturalità
C2- Copertura vegetazionale di rilevanza estetico percettiva
C3- Elementi geo-morfologici di rilevanza estetico-percettiva
C4- Paesaggi agrari storici di rilevanza estetico-percettiva
C5- Filari alberati di rilevanza provinciale
C6- Emergenze storico architettoniche di rilevanza estetico-percettiva
C7- Viabilità panoramica
IMPIANTO ASA
Figura 15 Estratto Tav. C “Valori estetici e percettivi” del PTC
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Dall’estratto della Tavola C del PTC con indicata la posizione del depuratore, si evince che l’area
in oggetto l’area in oggetto ricade nella parte marginale di un “Paesaggio agrario storico di
rilevanza estetico percettiva”.
Per questi ambiti, le “Norme Tecniche di Attuazione – Risorsa Paesaggio” prevedono, come
indicato dall’ art. 27, i seguenti criteri per la tutela:
E’ opportuno che siano emanate anche a livello comunale specifiche disposizioni per l’integrità
percettiva di tali aree con attenzione alle problematiche di dissesto idrogeologico utili alla
conservazione del paesaggio agrario storico, disciplinando gli interventi di trasformazione dei suoli
in modo da garantire la permanenza degli elementi colturali ed arborei nelle specifiche relazioni
spaziali, funzionali e visuali con l’intorno. Per tutti gli interventi urbanistici nelle aree dei paesaggi
agrari storici di rilevanza estetico percettiva dovranno essere predisposte specifiche valutazioni
paesaggistiche sulle opportunità e modalità d’intervento di trasformazione dei suoli.
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5.1.2 Piano strutturale del Comune di Campiglia Marittima L’impianto in oggetto viene classificato nel Piano strutturale del Comune di Piombino, approvato
con deliberazione della giunta esecutiva del circondario Val di Cornia n. 72 del 24 Ottobre 2005 e
successivamente approvato dal Comune di Campiglia Marittima con delibera C.C. n. 124 del 29
Novembre 2005, in conformità alla L.R. n. 1/05 vigente.
Il P.S. costituisce definisce le indicazioni strategiche per il governo del territorio comunale, in
coerenza al P.T.C. Provinciale, integrati con gli indirizzi di sviluppo espressi dalla comunità locale.
Il P.S. si applica all'intero territorio comunale e detta norme relative alla salvaguardia e
valorizzazione del territorio aperto, alle destinazioni d'uso, alle trasformazioni e riqualificazioni del
patrimonio edilizio esistente, alla realizzazione di nuove strutture insediative, produttive e di
servizio, alle infrastrutture dei diversi tipi e livelli; il tutto all'interno del concetto di "sviluppo
sostenibile" e dei criteri ed obiettivi espressi dall’amministrazione Comunale e verificati con il
Quadro Conoscitivo.
Sistema Territoriale
L’impianto è ubicato su di un territorio ricadente nell’art. 68 “ Subsistema insediativo ad
organizzazione morfologica da trasformare “, che cita testualmente:
1. Nel subsistema insediativo a organizzazione morfologica da trasformare, individuato e
perimetrato nelle tavole contrassegnate con 9.1, il regolamento urbanistico può definire
ammissibile anche l’integrale trasformazione, mediante la modificazione di elementi quali:
− la maglia insediativa e l’impianto fondiario,
− la giacitura e la larghezza di elementi viari,
− il sistema degli spazi scoperti, nonché dei rapporti tra spazi scoperti, spazi coperti e volumi
edificati;
− gli edifici esistenti, ovvero quote rilevanti degli stessi.
2. Il regolamento urbanistico specifica, con riferimento ai diversi ambiti componenti il sub sistema
insediativo a organizzazione morfologica da trasformare, quali caratteristiche siano da considerare,
in sede di definizione delle trasformazioni ammissibili, invarianti strutturali, individuandole tra le
seguenti, ove presenti e significative:
− la morfologia del terreno qualora caratterizzata da variazioni di energia di rilievo;
− gli elementi della rete idrografica superficiale;
− la vegetazione ripariale, e in le aree di valore ecologico e naturale;
− le colture tradizionali e di pregio;
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− peculiari assetti urbani, con prioritario riferimento agli individuati impianti urbani di
particolare valore identitario.
3. Il regolamento urbanistico può prevedere, oltre agli interventi di manutenzione straordinaria e di
restauro e risanamento conservativo di tutti i manufatti edilizi esistenti, incrementi della
complessiva consistenza edilizia, attraverso ampliamenti, connessi o meno con trasformazioni di
ristrutturazione edilizia, o di sostituzione edilizia, ovvero attraverso nuove edificazioni, nei limiti in
cui siano valutati sostenibili dalla rete viaria, dalle reti e dagli impianti tecnologici di servizio e dalle
dotazioni di spazi destinabili sia ai parcheggi e agli altri servizi pertinenziali che alla fruizione
pubblica o collettiva, esistenti o previsti, e programmati.
4. Il regolamento urbanistico definisce:
a) quali delle trasformazioni ammissibili, consistendo in trasformazioni di singole unità di spazio, o
di singoli manufatti, quali la manutenzione straordinaria, il restauro e risanamento conservativo, la
ristrutturazione edilizia, la sostituzione edilizia, ed eventuali ampliamenti, degli edifici esistenti, la
rettifica di elementi viari, la sistemazione degli spazi scoperti, e simili, possano essere effettuate in
diretta applicazione della disciplina dettagliata dettata dal regolamento urbanistico;
b) quali delle trasformazioni ammissibili, implicando consistenti ed estese operazioni di
ristrutturazione urbana, ovvero di nuovo impianto urbanizzativo ed edificatorio, siano, anche al fine
di garantire il rispetto delle condizioni di cui al comma 3, effettuabili soltanto in applicazione
dell’unitaria e dettagliata disciplina dettata da piani attuativi, ognuno dei quali deve essere riferito
all’interezza di uno degli ambiti per ciò perimetrati dal regolamento urbanistico, e relativamente ai
contenuti di ognuno dei quali il regolamento urbanistico detta inoltre ogni necessaria e opportuna
direttiva.
5. Il regolamento urbanistico, in particolare nei casi di cui alla lettera b) del comma 4, può disporre
che nelle trasformazioni di ristrutturazione urbana, nonché in quelle di nuovo impianto
urbanizzativo ed edificatorio, debbano essere riproposte le regole conformative dell’assetto urbano
riconoscibili come proprie dei tessuti circostanti o viciniori.
6. Il regolamento urbanistico definisce altresì quali trasformazioni siano effettuabili
antecedentemente all’entrata in vigore dei richiesti piani attuativi.
7. Il regolamento urbanistico può definire una perimetrazione del subsistema insediativo a
organizzazione morfologica da trasformare con parziali difformità da quella definita nelle tavole
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contrassegnate con 9.1 del presente piano, laddove tali scostamenti siano motivati da analisi
puntuali dello stato di fatto e dei caratteri insediativi che comprovino una diversa configurazione del
suddetto subsistema.
Unita Territoriale Organiche Elementari (U.T.O.E.)
Le UTOE, ovvero Unità Territoriali Organiche Elementari, sono parti di territorio interne ai Sistemi
Territoriali, che si caratterizzano per una matrice analoga che ha determinato le modalità con cui è
avvenuto il processo insediativo. In sintesi, si tratta di sub-ambiti del territorio pianificato, rispetto ai
quali sono declinati gli obiettivi, gli indirizzi e i dimensionamenti del piano strutturale.
Per l’individuazione di detti sub-ambiti si è fatto anzitutto riferimento alle aree gravitazionali
individuate in sede di analisi degli standard urbanistici, il P.S. individua inoltre n. 9 Unità Territoriali
Organiche Elementari (U.T.O.E.). A partire da queste nove aree, la strategia dello sviluppo
territoriale del piano strutturale ha imposto, successivamente, l’individuazione di alcuni ambiti
territoriali di importanza strategica, i quali si sono sovrapposti all’articolazione gravitazionale. È
venuto a formarsi, in questo modo, un disegno complesso di unità territoriali organiche elementari,
composto da sei ambiti, per così dire, “ordinari”, riferiti, sostanzialmente, alle originali aree
gravitazionali, e tre ambiti “strategici” che includono le aree e gli oggetti territoriali ai quali è affidata
la parte più importante delle prospettive di sviluppo. Il P.S. individua quindi le seguenti U.T.O.E.
UTOE ORDINARIE
• Colline di Suvereto
• Colline di Campiglia
• Piana di Venturina
• Piana di Fiorentina
• Riotorto e costa Est
• Città di Piombino
UTOE STRATEGICHE
• Aree naturali protette
• Riconversione urbana
• Porto e attività produttive
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L’impianto ricade all’interno dell’UTOE 8 – Riconversione Urbana.
L’unità territoriale organica elementare della riconversione urbana si estende per circa 860 ettari. È
un’Utoe intercomunale, ricadente per tre quarti nel comune di Piombino e per un quarto nel
comune di Campiglia Marittima. Come le Utoe 7 e 9 si tratta di un’unità territoriale i cui obiettivi
sono più stringenti e i cui limiti sono più precisi rispetto alle Utoe ordinarie, da essere proposta
come Utoe strategica. All’interno dei tre comuni, l’Utoe 8 assolve al duplice ruolo di spazio per lo
sviluppo delle nuove attività economiche legate alla portualità e alla logistica, e di nuova porta di
accesso a Piombino.
Nel comune di Campiglia Marittima, invece, le aree incluse nella presente Utoe sono quelle che
comprendono il nucleo industriale di Campo alla Croce, delimitate a Nord e a Ovest dalla linea
ferroviaria e dal fiume Cornia; a Est dal fosso Verrocchio e a sud dal confine comunale e dalla
strada comunale Lavoriere.
All’interno di questa unità territoriale, il piano strutturale prefigura il consolidamento e il
potenziamento del sistema produttivo-logistico imperniato sugli insediamenti di Campo alla Croce,
Montegemoli, Colmata-Gagno. Più in generale, le aree necessarie allo sviluppo economico a breve
o medio termine dovranno essere reperite preferibilmente all’interno di questa unità.
Gli obbiettivi specifici per il nucleo produttivo di Campo alla Croce sono:
Il nucleo produttivo di Campo alla Croce costituisce l’avamposto sul corridoio tirrenico del sistema
di aree a servizio della logistica e del porto. Per le attività legate alla logistica, il nucleo rappresenta
la migliore localizzazione nella Val di Cornia. Attualmente misura quasi 70 ettari, interamente
compresi nel sub sistema insediativo a organizzazione morfologica da trasformare, che possono
crescere di altri 27 ha. È di fondamentale importanza garantire la migliore accessibilità al nucleo
produttivo, sia per quanto riguarda il collegamento con la strada statale n. 398, sia rispetto alla rete
ferroviaria. Il piano strutturale prevede il rafforzamento del nucleo produttivo e il miglioramento
delle connessioni infrastrutturali con il corridoio plurimodale tirrenico e il porto. Come destinazioni
funzionali sono privilegiate le attività direttamente o indirettamente legate al porto e alla logistica e
a tal fine il regolamento urbanistico formula idonei criteri per la selezione delle attività ammesse.
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IMPIANTO ASA
Figura 16 Estratto Planimetria U.T.O.E.
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5.1.3 Regolamento urbanistico
Il R.U. recepisce i criteri e linee guida in merito alle condizioni di trasformabilità dettati dal P.S e
nella definizione degli interventi rispettata le tutele contenute negli indirizzi normativi riguardanti i
Sistemi e i Sottosistemi Territoriali e i Sistemi Funzionali. IL R:U: nel rispetto del P.S. stabilisce i
parametri urbanistici e dimensionali relativi ai nuovi interventi per gli insediamenti residenziali,
elabora ulteriormente le condizioni alla trasformabilità distintamente per ciascuna U.T.O.E.,
recepisce come minimi inderogabili e vincolanti i valori riferiti alle superfici a standard e nel caso in
cui non prevede la completa attuazione delle potenzialità massime delle U.T.O.E., le superfici
minime a standard sono calcolate in misura proporzionale agli interventi inseriti nel Regolamento
Urbanistico stesso.
L’ area in oggetto ricade all’interno delle Norme Tecniche di Attuazione del Regolamento
urbanistico del Comune di Campiglia Marittima ed in particolare:
Art. 46 – Fattibilità per aspetti geomorfologici Classe di Fattibilità F.4.g (Fattibilità limitata)
Si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali la cui attuazione è subordinata alla
realizzazione di interventi di messa in sicurezza che vanno individuati e definiti in sede di
redazione del medesimo regolamento urbanistico, sulla base di studi e verifiche atti a determinare
gli elementi di base utili per la predisposizione della relativa progettazione.
In particolare, nelle aree ricadenti nella Classe F.4.g - Fattibilità limitata, indicate negli elaborati
grafici di corredo del presente studio potranno essere oggetto di atti di pianificazione territoriale per
previsioni edificatorie non diversamente localizzabili, subordinando l'attuazione delle stesse alla
preventiva esecuzione di interventi di consolidamento, bonifica, protezione e sistemazione.
La realizzazione di nuovi interventi pubblici o privati, previsti dai vigenti strumenti di governo del
territorio è subordinata alla preventiva realizzazione degli interventi di messa in sicurezza.
In tali aree sono altresì permessi:
V. Gli interventi di ampliamento e di adeguamento di opere e infrastrutture pubbliche o di interesse
pubblico, non delocalizzabili, purché siano realizzati senza aggravare le condizioni di stabilità delle
aree adiacenti e non compromettano la possibilità di realizzare la bonifica del movimento franoso,
previo parere del Bacino Regionale Toscana Costa sulla compatibilità degli interventi con gli
obiettivi della pianificazione di bacino.
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Art. 47 - Fattibilità per aspetti idraulici
Classe di Fattibilità F.3.i (Fattibilità condizionata)
Si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali per le quali, ai fini della individuazione
delle condizioni di compatibilità degli interventi con le situazioni di pericolosità riscontrate, è
necessario definire la tipologia degli approfondimenti di indagine da svolgersi in sede di
predisposizione dei piani complessi di intervento o dei piani attuativi o, in loro assenza, in sede di
predisposizione dei progetti edilizi.
Nel dettaglio, la fattibilità dei progetti di realizzazione di infrastrutture, edificazioni, trasformazioni
morfologiche, non diversamente localizzabili, deve essere subordinata alla preventiva o
contestuale esecuzione di interventi di messa in sicurezza per eventi con tempo di ritorno di 200
anni che non precludano la possibilità di attenuare o eliminare le cause che determinano le
condizioni di rischio e non concorrano ad aumentare il rischio in altre aree.
La realizzazione di nuovi interventi pubblici o privati, previsti dai vigenti strumenti di governo del
territori, è subordinata alla preventiva o contestuale esecuzione di interventi di messa in sicurezza
per eventi con tempo di ritorno di 200 anni.
Gli interventi, definiti sulla base di idonei studi idrologici e idraulici, tenendo anche conto del
reticolo di acque superficiali di riferimento (reticolo P.A.I.)., non devono aumentare il livello di
rischio in altre aree con riferimento anche agli effetti dell’eventuale incremento dei picchi di piena a
valle.
Laddove non siano disponibili studi idraulici di dettaglio condotti a livello di pianificazione
urbanistica, dovranno essere prodotti nuovi studi che ne integrino i contenuti e che dettaglino le
condizioni di rischio idraulico locale, integrando il quadro conoscitivo generale: a tale scopo i nuovi
studi idrologici ed idraulici dovranno attenersi ai criteri definiti Piano Regionale Toscana Costa, il
quale si esprime sulla coerenza degli stessi rispetto agli obiettivi e agli indirizzi degli atti di
pianificazione.
In tali aree sono inoltre consentiti gli interventi idraulici atti a ridurre il rischio idraulico, autorizzati
dalla autorità idraulica competente, tali da migliorare le condizioni di funzionalità idraulica, da non
aumentare il rischio di inondazione a valle, e da non pregiudicare l’attuazione della sistemazione
idraulica definitiva.
Sono altresì consentiti gli interventi di recupero, valorizzazione e mantenimento della funzionalità
idrogeologica, anche con riferimento al riequilibrio degli ecosistemi fluviali.
I progetti preliminari degli interventi strutturali di messa in sicurezza sono sottoposti al parere del
Bacino Regionale Toscana Costa che si esprime in merito alla coerenza degli stessi rispetto agli
obiettivi Piano e alle previsioni generali di messa in sicurezza dell'area. La messa in sicurezza
rispetto a eventi di inondazione con tempo di ritorno di 200 anni , nei confronti di nuovi volumi in
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singoli lotti nell’ambito del contesto edificato (Tessuto Insediativo Urbano), nonché il
completamento di zone di espansione che risultino già convenzionate, previsti dagli strumenti
urbanistici vigenti alla data di entrata in vigore del Piano di Assetto Idrogeologico (Bacino
Regionale Toscana Costa) potrà essere conseguita anche tramite adeguati sistemi di
autosicurezza, alle seguenti condizioni:
a) dimostrazione dell’assenza o dell’eliminazione del pericolo per persone e beni;
b) gli interventi di messa in sicurezza non devono aumentare il livello di rischio in altre aree con
riferimento anche agli effetti dell’eventuale incremento dei picchi di piena a valle;
c) estensione dell’intervento limitata all’area sottostante agli edifici oggetto di trasformazione.
Possono comunque essere previsti interventi per i quali venga dimostrato che la loro natura è tale
da non determinare pericolo per persone e beni, da non aumentare la pericolosità in altre aree e
purché siano adottate, ove necessario, idonee misure atte a ridurne la vulnerabilità.
Nelle aree interessate da potenziali inondazioni per tempi minori o uguali a 200 anni, le nuove
recinzioni in progetto non dovranno costitituire ostacolo al deflusso delle acque; la realizzazione di
muri o cordoli sopraelevati rispetto al piano di campagna dovrà essere supportata da studi specifici
che analizzino gli aspetti idraulici indotti dagli interventi in progetto.
Per il patrimonio edilizio e infrastrutturale esistente e per tutte le funzioni connesse, deve essere
garantita la gestione di quanto in essere tenendo conto della necessità di raggiungimento anche
graduale di condizioni di sicurezza idraulica fino a Tr 200 (prevedendo comunque interventi tesi
alla riduzione del rischio idraulico) .
Rispetto al patrimonio edilizio esistente all’interno del sistema insediativo sono consentiti:
I) gli interventi sul patrimonio edilizio esistente che possono pervenire ad un riassetto complessivo
degli organismi edilizi esistenti e degli spazi urbani ad essi appartenenti, escluso nuovi volumi
interrati alle seguenti condizioni:
• dimostrazione di assenza o di eliminazione di pericolo per le persone e i beni,anche tramite
sistemi di autosicurezza;
• dimostrazione che l’intervento non determina aumento delle pericolosità a monte e a valle.
II) le opere che non siano qualificabili come volumi edilizi, purché realizzati con criteri di sicurezza
idraulica e senza aumento di rischio in altre aree;
III) ampliamenti di superficie coperta per volumi tecnici e tettoie senza tamponature laterali;
IV) interventi di ampliamento della superficie coperta di fabbricati esistenti nei seguentiì casi:
• Interventi funzionali alla riduzione della vulnerabilità del fabbricato.
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• Interventi necessari alla messa a norma di strutture ed impianti in ottemperanza ad obblighi
derivanti da norme vigenti in materia igienico sanitaria, di sicurezza sull’ambiente di lavori, di
superamento delle barriere architettoniche e di adeguamento antisismico.
Figura 17 Estratto della Carta della Fattibilità
Art. 66 - D5 ambiti della piccola e media industria , del commercio e delle attività artigianali Per questi valgono le norme generali e, per gli ambiti individuati con numerazione progressiva, le
specifiche norme d’ambito di seguito riportate, nonché i contenuti delle specifiche schede dei piani
attuativi vigenti (Pv) qualora operanti per gli insediamenti in oggetto.
In questi ambiti l'edificazione è subordinata di norma all'approvazione di strumento urbanistico
attuativo di iniziativa pubblica o privata, salvo quanto diversamente specificato per i singoli ambiti
produttivi.
Sono ammessi gli uffici dell'azienda, la vendita al dettaglio in conformità alla disciplina del presente
RU.
Non è ammessa la residenza, salvo nella forma di un presidio all’ambito produttivo, costituito da un
alloggio per il custode/gestore, di superficie massima (SLP) pari a mq. 130, da localizzare in fase
di P.A.
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Con le localizzazioni previste dallo strumento urbanistico attuativo saranno distinte le attività
produttive da quelle commerciali e di servizio, anche al fine di assicurare alle attività commerciali il
soddisfacimento delle dotazioni di parcheggi pubblici e privati cosi come stabiliti dalle presenti
Norme.
Destinazioni d’uso:
industriale ed artigianale
commerciale
commercio all’ingrosso e depositi
di servizio
Indici:
- rapporto di copertura: 0,5 mq/mq.
- altezza massima: ml. 10.00 (senza limiti per volumi tecnici e fino a mt. 14.00 per installazione di
carri ponte o altre strutture speciali).
D5.2a ambito artigianale industriale del PIP di Cam po alla Croce
L'area per insediamenti produttivi è collocata in loc. Campo alla Croce, in terreni compresi tra la
linea ferroviaria Genova-Roma a nord, e la ex strada statale 398 a est.
Per detta area si applicano le norme dello strumento urbanistico attuativo vigente, ivi compreso
l’ampliamento contenuto nella variante al Piano per gli Insediamenti Produttivi, approvata con
delibera di Consiglio Comunale n° 97 del 12.09.2007 .
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5.1.4 Inquadramento geologico L’ area su cui è localizzato il depuratore è caratterizzata da un sottosuolo costituito da depositi e
processi geomorfologici quaternari e nello specifico da depositi alluvionali recenti o attuali, come
rappresentato nell’immagine sottostante, estratta dalla tavola 4.2 “Carta Geologica” del Piano
Strutturale del Comune di Campiglia.
Fig 18 Estratto dalla tavola 4.2 P.2 della “Carta Geologica”
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5.1.5 Inquadramento litologico L’ area su cui è localizzato il depuratore è caratterizzata da litotipi F formati da materiale con
consistenza limitata o nulla, come rappresentato nell’immagine sottostante, estratta dalla tavola
4.7 “Carta Litotecnica” del Piano Strutturale del Comune di Campiglia Marittima .
Fig 19 Estratto dalla tavola 4.7 C.2 della “Carta Litotecnica”
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5.1.6 Vincolo Paesaggistico Il vincolo paesaggistico, disciplinato dal D.Lgs 42 del 2004, viene definito dalla cartografia2.1 C2;
l’ area occupata dall’ impianto in oggetto, NON è sottoposta a vincoli paesaggistici, storico culturali
o archeologici.
Tavola 18 Estratto carta dei vincoli
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5.1.7 Classificazione sismica Nella Delibera G.R.T. 431 del 19/06/2006 in riferimento al PCM 3274/03 "Primi elementi in materia
di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per
le costruzioni in zona sismica" il territorio comunale di Campiglia Marittima (LI) è inserito in zona 4 .
La zona 4 è la zona meno pericolosa e comprende tutti i comuni in cui le probabilità di danni
sismici sono basse.
Tavola 19 Estratto carta della Zonizzazione Sismica
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5.1.8 Pericolosità geomorfologica Gli ambiti di pericolosità geologica del territorio comunale sono definiti dalla carta C 8.3 b “della
pericolosità geomorfologica”, ai sensi del D.P.G.R. 26/r del 27 Aprile 2007.
Nella Tavola C 8.3 b la zona occupata dallo stabilimento in oggetto, è inserita in una zona di
Classe G.2c, ovvero, “Pericolosità geomorfologica media”.
Nella Pericolosità Geomorfologica media (G.2) sono state inserite le aree in cui sono presenti
fenomeni inattivi stabilizzati (naturalmente od artificialmente) e le aree con elementi
geomorfologici, litologici e giaciturali dalla cui valutazione risulta una bassa propensione al
dissesto. Nell'ambito del Piano Strutturale erano state individuate, nell'ambito della pericolosità
media, 3 sottoclassi che permettevano di dettagliare con maggiore precisione le diverse situazioni
individuate.
Sottoclasse 2c – Pericolosità Geomorfologica media : a questa classe appartengono le aree di
pianura che per particolari condizioni stratigrafiche, geomeccaniche e di saturazione, costituiscono
mediocri terreni di fondazione o che sono storicamente conosciute a seguito di cedimenti
differenziali o lesionamenti di strutture o fabbricati.
Figura 21 Estratto Carta della pericolosità geomorfologica Tavola P 8.3 a
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5.1.9 Pericolosità idraulica Al fine di valutare la pericolosità idraulica del sito in esame è stata analizzata la cartografia allegata
al Regolamento Urbanistico del Comune di Campiglia Marittima. In particolare la Carta C 8.4b
“Pericolosità Idraulica” che identifica la zona occupata dallo stabilimento in oggetto in classe I.3
ovvero PERICOLOSITA’ IDRAULICA ELEVATA.
Pericolosità idraulica elevata (I.3): le aree fragili per eventi di esondazione compresi tra
30<Tr<200 anni.
Figura 22 Estratto Carta della pericolosità idraulica
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5.2 Stato attuale delle matrici ambientali 5.2.1 Qualità dell’aria Per la valutazione dello stato della qualità dell’aria di seguito si riportano i dati ricavati dall’analisi
della seguente documentazione:
1. Rapporto dell’inventario delle emissioni IRSE;
2. Valutazione della qualità dell’aria ambiente e classificazione del territorio regionale.
1. Caratterizzazione dello stato di qualità dell’ar ia - IRSE
Di seguito vengono analizzati i dati della qualità dell’area reperibili nell’Inventario Regionale delle
Sorgenti di Emissione (I.R.S.E.) della Regione Toscana, aggiornato all’anno 2003.
Tale documento contiene informazioni relative alla qualità dell’aria, in funzione sia delle sostanze
inquinanti immesse in atmosfera da attività antropiche e naturali, sia delle modalità di emissioni,
con riferimento ad una specifica attività, ad una determinata area e ad uno specifico periodo
temporale.
L’I.R.S.E. permette di avere informazioni dettagliate sulle fonti di inquinamento, la loro
localizzazione, la quantità e tipologia di inquinanti emessi e costituisce una chiave di lettura
indispensabile per l'impostazione delle attività di pianificazione ambientale.
Gli inquinanti riportati nell’I.R.S.E. sono:
• monossido di carbonio (CO)
• composti organici volatili, con l’esclusione del metano (COV)
• ossidi di azoto (NOX)
• ossidi di zolfo (SOX)
• materiale particolato fine primario (PM10)
• ammoniaca (NH3)
Oltre che a livello regionale, la stima delle emissioni è calcolata anche a livello provinciale, per ogni
singolo inquinante, in base alla tipologia della sorgente (diffusa, lineare e puntuale) e per
macrosettori.
L’inventario mette in evidenza come, per tutte le sostanze prese in considerazione (con l’eccezione
degli ossidi di zolfo), il contributo prevalente alle emissioni provenga da trasporti e sorgenti mobili:
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Figura 22 Emissioni suddivise per tipologia di sorgente
Le sorgenti diffuse si confermano come quelle alle quali attribuire la quasi totalità delle emissioni di
monossido di carbonio, composti organici volatili, ammoniaca, e PM10 primario, con percentuali
dal 79 al 95 %. Anche per gli ossidi di azoto, le sorgenti diffuse rappresentano la più importante
tipologia nelle emissioni, ma con una percentuale più contenuta (57%).
Le sorgenti lineari (autostrade, porti, aeroporti) contribuiscono principalmente per le emissioni di
ossidi di azoto (18%).
Le sorgenti puntuali si confermano all’origine della quasi totalità delle di emissioni di ossidi di zolfo
con una percentuale del 89%, ma rivestono un ruolo importante anche nelle emissioni di ossidi di
azoto (24%) e di PM10 primario (15%).
Nella Tabella seguente sono riportate le stime delle emissioni totali provinciali, con indicazione
delle relative percentuali rispetto al totale regionale.
Figura 23 Emissioni totali provinciali
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Il territorio della Provincia di Livorno, in virtù della forte industrializzazione specialmente nel
comparto di produzione di energia, è soggetto ad importanti emissioni di ossidi di zolfo (63%),
ossidi di azoto, monossido di carbonio, e PM10 primario.
Nella tabella sottostante sono riportate le emissioni totali nella Provincia di Livorno suddivise per gli
11 macrosettori .
Figura 23 Emissioni nella Provincia di Livorno suddivise per macrosettore
Figura 23 Variazioni in % delle emissioni regionali dall’anno 1995 all’anno 2003
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Il confronto con i dati relativi al 1995 mostra una generalizzata tendenza alla diminuzione delle
emissioni, grazie alle ripercussioni che si sono avute localmente a seguito delle normative europee
e nazionali in particolari settori come i trasporti e l’industria.
Il dato sulle emissioni pro capite e per tipologia di inquinanti, disponibile per un confronto su scala
provinciale, indica che i valori comunali sono sostanzialmente in linea con i valori medi provinciali.
2. Valutazione della qualità dell’aria ambiente e c lassificazione del territorio regionale.
La Regione Toscana ha aggiornato la zonizzazione e classificazione del territorio regionale sulla
base dei dati IRSE relativi all'anno 2005 e sulla base dei dati del rilevamento della qualità dell'aria
relativi al periodo 2000-2006.
La classificazione di comuni, relativa a ciascuna sostanza inquinante con valori limite determinati,
è articolata in quattro livelli crescenti, in funzione del grado di avvicinamento e/o superamento dei
limiti indicati con le lettere A, B, C e D, secondo i seguenti criteri:
Figura 24 Criteri di classificazione singole sostanze inquinanti
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I risultati di questa nuova zonizzazione sono riportati nella mappa seguente:
Figura 25 Zonizzazione del territorio regionale 2006
Il Comune di Campiglia Marittima è classificato come “Zona di mantenimento A-B”, comprendente i
comuni che presentano una buona qualità dell’aria classificati con le lettere A e B per tutte le
sostanze inquinanti.
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6 Caratteristiche dell’ impianto di depurazione Nel seguito viene riportata una descrizione dei dati di progetto e del trattamento che i reflui
subiscono all’interno dell’ impianto di Venturina Campo alla Croce..
6.1 Descrizione del sistema fognario L’impianto di depurazione riceve un refluo in ingresso di tipo misto dove non è stata rilevata la
presenza di fossi tombati. Si segnala che l’effluente è di tipo organico.
Risultano inoltre presenti i seguenti scarichi industriali (individuabili dalla corografia, presente in
allegato, trammite ID ):
-id 224 DISTR. CARBUR. CAMPIGLIA – ZAMBERNARDI MARIO (3927 m3 / anno)
-id 282 CAMPEGGIO BLUCAMP SRL – FAGIUOLI MAURIZIO (3021 m3 / anno)
-id 397 DISTRIB. E AUTOLAVAGGIO SHELL di ROSSETTI ARIEL MATIAS - (447 m3 / anno)
-id 432 PESSA PUBBLICA CACIAGLI GIULIETTA.- (400 m3 / anno)
-id 433 DISTR.CARB. ERG CON AUTOLAVAGGIO di GIANNONI FRANCESCO- (65 m3 / anno)
-id 602 DISTR. CARB. TOTAL (AMDC) di FRIANI SIMONE - (543 m3 / anno)
-id 635 DISTR. CARB. RETEITALIA SPA (AMDC) di LANZAFAME MARCELO- (522,5 m3 / anno)
-id 665 GUERRINI snc DI GUERRINI M. E C. - (100 m3 / anno)
-id 671 CORNIA MANUTENZIONE SRLU - (300 m3 / anno)
6.2 Concezione generale dell’ impianto L’ ’impianto di depurazione di Venturina Campo alla Croce è stato progettato, dopo l’adeguamento
avvenuto nell’anno 1991, per servire una popolazione di 54.000 AE. L’impianto tratta i liquami
convogliati dalla fognatura della frazione di Venturina; nel periodo estivo, tra i mesi di Agosto e
Settembre, riceve anche i reflui provenienti dall’industria di lavorazione del pomodoro ITALIAN
FOOD S.p.A.
La depurazione dei liquami ed il trattamento dei fanghi è articolata nelle seguenti sezioni:
1. Grigliatura: Il liquame in arrivo all’impianto viene convogliato in due pozzetti di ispezione posti
in serie a monte dell’impianto di depurazione. Il primo pozzetto è dotato di by-pass dell’intero
depuratore; il secondo è dotato di by-pass del comparto grigliatura. Il comparto grigliatura è
costituito da una filtro coclea che solleva il materiale grossolano presente nel liquame grezzo. Il
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materiale grigliato viene scaricato in un cassone e trasportato in discarica. La filtro coclea è
posizionata su di in area cementata e recintata da transenne che delimitano la zona a rischio.
2. Sollevamento: A valle del sistema di grigliatura il liquame entra in una vasca di sollevamento
equipaggiata con quattro pompe centrifughe e coperta da un piccolo edificio.
3. Ossidazione: L’abbattimento del carico organico e l’ossidazione dei composti inorganici
dell’azoto avviene nel bacino di nitrificazione. Per realizzare l’ossidazione delle sostanze
organiche presenti, vengono utilizzati sia aeratori di superficie a turbina lenta, sia diffusori per
ossigeno liquido impiegati soprattutto nei periodi estivi per la maggior richiesta. L’ossidazione
biologica del refluo avviene in un bacino con pareti verticali in cls prefabbricato e basamento in
cls armato con una capacità utile di 5.000 m3 la cui aerazione viene garantita da 4 aeratori di
superficie. La vasca è dotata di due misuratori di ossigeno.
4. Sedimentazione finale: La sedimentazione avviene in quattro bacini separati: Tre presentano
forma circolare mentre uno dei sedimentatori, di recente installazione, presenta forma
rettangolare, e di cui ITALIAN FOOD detiene la proprietà; due dei quattro sedimentatori (tra cui
quello di ITALIAN FOOD) sono dotati di pacchi lamellari, permettendo un consistente aumento
della superficie specifica e conseguentemente dell'efficienza del sistema. Tutti i ponti dei
sedimentatori circolari sono completi di dispositivo raschiatore di fondo con supporti di
scorrimento, lama schiumatrice di superficie, stramazzi di sfioro dell'acqua tipo Thompson con
paraschiuma e box di raccolta del surnatante. I fanghi secondari che sono costituiti
principalmente da biomassa, qui sedimentano, e vengono raccolti in un pozzetto collocato sul
fondo della vasca conica, da dove posso essere inviati alla sezione di ossidazione biologica
(fanghi di ricircolo) oppure alla sezione di stabilizzazione fanghi (fanghi di supero). La parte
liquida sfiorata attraverso il profilo di Thompson, che risulta sia trattata biologicamente e
chiarificata, viene convogliata alla vasca di disinfezione.
5. Disinfezione: La disinfezione dell’effluente depurato avviene mediante l’utilizzo dell’Ipoclorito di
Sodio. I serbatoi di stoccaggio e le pompe dosatrici, sono collocate una, in un area adiacente al
bacino di disinfezione all’interno di un contro serbatoio, l’alta nel bacino di accumulo post
filtrazione per l’invio al riutilizzo industriale su di una platea di fondazione, per impedire lo
sversamento sul suolo dell’ ipoclorito in caso di rottura del serbatoio.
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Il dosaggio di ipoclorito viene asservito alla misura di portata dell’effluente depurato in uscita
all’impianto.
6. Stabilizzazione aerobica dei fanghi: I fanghi che si sono separati dalla vasca di
sedimentazione vengono ripartiti tra fanghi di riciclo e fanghi di supero. I primi vengono inviati
all’ingresso dalla vasca di aerazione ed hanno lo scopo di mantenere a regime il processo
biologico/depurativo.
I fanghi di supero vengono, invece, pompati nella vasca di stabilizzazione dove il materiale
organico viene completamente mineralizzato e liberato dall’odore grazie all’aerazione
prolungata.
Per il trattamento di stabilizzazione, l’ossigenazione del fango avviene mediante l’utilizzo di una
turbina superficiale.
7. Ispessimento fanghi: Il fango stabilizzato nel comparto di stabilizzazione viene trasferito all’
ispessimento tramite pompa centrifuga. Il fango ispessito viene inviato alla sezione di
disidratazione, mentre il surnatante stramazza tornando, così, in testa all’impianto.
8. Disidratazione meccanica del fango: A seguito del condizionamento con poli elettrolita per
migliorare il grado di separazione liquido / solido, il fango stabilizzato ed ispessito viene
disidratato mediante due centrifughe Pieralisi. Il polielettrolita viene preparato in una vasca il
cui prodotto in polvere viene dissolto in acqua e miscelato da agitatori.
Il fango disidratato viene trasportato con una coclea al cassone di raccolta, mentre l’acqua
separata viene convogliata in testa all’impianto. Le due sezioni di disidratazione si trovano
entrambe in un area coperta.
9 . Letti di essiccamento: Per fronteggiare situazioni di emergenza, è presente anche un letto di
essiccamento dove le acque di drenaggio vengono inviate al pozzetto di raccolta drenaggi e
surnatanti. Il prodotto finale può essere inviato in compostaggio, in agricoltura o in discarica.
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6.3 Dati di progetto
I seguenti dati sono stati estratti dal progetto di adeguamento dell’impianto al fine di trattare il
maggior carico inquinante ed idraulico determinato degli scarichi di ITALIAN FOOD.
Carichi idraulici u.m. CIVILI IND. E/O CIV.+IND.
Abitanti serviti n. 16.500 -
Fognatura tipo separata -
Dotazione idrica l/ab/d 169,70 -
Portata giornaliera media Qd m3 / d 2.800 5.200
Portata media Q24 m3 / h 116,67 216,67
Portata di punta Qpn tot. m3 / h 175,00 275,00
Portata max al biol. Qppb tot. m3 / h 233,33 383,33
Portata massima di tempo
piovoso Qmax m3 / h 233,33 383,33
Carichi Inquinanti u.m. CIVILI IND. E/O CIV.+IND.
Carico organico (BOD5) Kg/g
mg/l
1.120,00
400,00
3.700,00
725,00
Solidi Sospesi (SS) Kg/g
mg/l
1.485,00
530,36
2.685,00
516,35
Azoto totale (come N) Kg/g
mg/l
198,00
70,71
378,00
72,69
Fosforo (come P) Kg/g
mg/l
46,20
16,50
70,20
13,50
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6.3.1 Portate
La Portata totale annuale registrata nell’anno 2011 è pari a 935.737 m3 /anno (pari a 2.564 m3 /
giorno), da cui sono stati estratti i valori di portata pari a 106,81 mc/h in tempo di secca e di 320,45
mc/h in tempo di pioggia.
Nel grafico seguente sono indicate le portate annue storiche con relativa indicazione degli abitanti
equivalenti trattati.
2007 2008 2009 2010 2011
A.E. Trattatim3/anno Trattati0
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
A.E. Trattati
m3/anno Trattati
A.E. Trattati 11.528 11.192 15.211 16.318 12.818
m3/anno Trattati 841.358 816.999 1.110.427 1.191.198 935.737
2007 2008 2009 2010 2011
Portate storiche e Abitanti Equivalenti Trattati
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Nel grafico seguente sono rappresentate le portate trattate storiche con relativa indicazione delle
acque destinate al riutilizzo industriale e di quelle scaricate in ambiente.
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6.3.2 Limiti allo scarico I valori di sostanza organica e solidi sospesi sono conformi a quanto richiesto dal Dlgs 152/06
(Tab.1 Allegato V alla Parte III) per scarico > 10.000 AE in acque superficiali di seguito riportati:
Potenzialità impianto in A.E. (abitanti equivalenti)
> 10.000
Parametri (media giornaliera) Concentrazione % di riduzione
BOD5 (senza nitrificazione) mg/L ≤ 25 80
COD mg/L ≤ 125 75
Solidi Sospesi mg/L ≤ 35
90
Limiti di emissione per gli impianti di acque reflue urbane Tab1. All.V Dlgs 152/06
Parametri Concentrazione
Fosforo totale (P) mg/l ≤ 10
Azoto ammoniacale (NH4) mg/l ≤15
Azoto nitroso (N) mg/l ≤ 0.6
Limiti di emissione per gli impianti di acque reflue urbane estratto Tab3. All.V Dlgs 152/06
I limiti descritti sopra sono da considerarsi in caso di scarico in ambiente, ma , come già detto in
precedenza, il depurato in uscita dall’ impianto di Venturina Campo alla Croce, viene totalmente
convogliato sulla rete di riutilizzo industriale per l’approvvigionamento delle acciaierie Lucchini.
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6.4 Analisi A seguito di verifica delle condizioni di esercizio, si riportano i dati raccolti nel periodo 2009 – 2011
rispetto alle performance reali dell’impianto ( i valori sono riportati in mg/l):
Efficienza rimozione sostanza organica tab. I e III
(D.Lgs 152/06 e smi) PARAMETRI DI EFFICIENZA
IMPIANTO MEDI 2009 PARAMETRI DI EFFICIENZA
IMPIANTO MEDI 2010 PARAMETRI DI EFFICIENZA
IMPIANTO MEDI 2011
parametro um lim
uscita INGRESSO USCITA % INGRESSO USCITA % INGRESSO USCITA % Azoto
Ammoniacale (come NH4) mg/l 15,00 44,72 1,35 96,98 44,57 1,07 97,61 47,21 0,67 98,59 Azoto nitrico
(come N) mg/l 30,00 9,91 18,44 28,13 Azoto nitroso
(come N) mg/l 0,60 0,13 0,15 0,15 BOD 5
(come O2) mg/l 25,00 230,00 6,05 97,37 181,18 4,55 97,49 196,92 3,77 98,09 COD
(come O2) mg/l 125,00 465,03 48,40 89,59 330,82 28,47 91,39 438,81 29,53 93,27 Fosforo Totale
(come P) mg/l 10,00 6,43 2,26 64,88 5,69 2,12 62,78 6,78 2,89 57,35 Solidi sospesi totali
mg/l 35,00 234,86 21,26 90,95 183,32 12,07 93,42 213,47 12,82 94,00
Valori tab. III (D.Lgs 152/06 e smi) Alluminio mg/l <0,1 Ferro mg/l <0,1 Arsenico mg/l <0,1 Manganese mg/l <0,1
Bario mg/l <0,1 Mercurio mg/l <0,001 Cadmio mg/l <0,01 Nichel mg/l <0,1 Cloruri mg/l 179,21 pH unità 7,30
Conducibilità elettrica microS/cm 1.590 Piombo mg/l <0,01 Cromo totale mg/l <0,1 Rame mg/l <0,015
Cromo VI mg/l <0,1 Zinco mg/l <0,1 Escherichia coli UFC/100ml <5000 Tensioattivi Totali mg/l <0,2,5
Come si può notare dai risultati presenti nelle tabelle sovrastanti, l’efficienza depurativa
dell’impianto risulta essere in linea con i dati previsti, indicando che gli interventi di corretta
manutenzione effettuati nel corso degli anni di esercizio del depuratore, sia da parte del Comune di
Campiglia Marittima prima, sia attualmente da parte di A.S.A. S.p.A., hanno permesso di
mantenere l’impianto in uno stato di perfetta efficienza.
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Ai sensi dell’autorizzazione allo scarico rilasciata dalla Provincia di Livorno in data 04.08.2009 n.
122 si rileva che “lo scarico debba rispettare i parametri di tab.1 all.5 del D.Lgs 152/06 (rif. Acque
marine)” nonché “i parametri di tab.3 all.5 del D.Lgs 152/06 che in relazione alle caratteristiche
dell’acqua in ingesso e del processo depurativo, sono necessari alla tutela della qualità delle
acque recipienti lo scarico”.
Analizzando le performance reali dell’impianto, si può notare come i risultati rispettino i parametri
sopra elencati.
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7 Analisi dei potenziali impatti
I potenziali impatti che un’attività di depurazione potrebbe indurre sulle varie componenti
ambientali fanno riferimento esclusivamente alla fase di esercizio dell’impianto stesso, in quanto
quella relativa alla costruzione dell'impianto nel quale si svolge l'attività è già avvenuta da tempo.
Ne deriva che i tradizionali impatti generati nel corso della realizzazione di un impianto, quali
l’occupazione di aree, le interazioni con l’attività agricola, le modifiche morfologiche, quelle ai
deflussi idrici superficiali, l’impatto paesaggistico, non hanno qui alcun senso.
Durante la fase di esercizio, invece, deve essere rivolta particolare attenzione agli impatti che
derivano dallo svolgimento dell'attività stessa.
7.1.1 Identificazione degli impatti Questa parte dello studio si occupa dell’individuazione delle interazioni certe o probabili tra le
azioni causali elementari dell’esistenza in situ e dell’esercizio dell’impianto di depurazione e le
componenti ambientali caratteristiche dell’ambito territoriale di riferimento.
La previsione degli impatti costituisce la rappresentazione delle variazioni prevedibili delle singole
componenti ambientali rispetto alo stato di qualità ambientale di riferimento.
Il grado di approfondimento di tale analisi è stato proporzionato alla complessità delle attività
condotte nell’impianto ed al grado conoscitivo richiesto dalla fase di verifica di assoggettabilità.
Tuttavia, in questo caso, non ci si riferirà alla realizzazione di un progetto, ma ai due fattori
preesistenti al presente studio ed ivi inclusi:
• Esistenza in situ dell’impianto di depurazione di Venturina Campo alla Croce
• Relativo esercizio
I principali fattori negativi di impatto ambientale potenzialmente derivanti dall'esercizio dell'impianto
sono legati a:
• Produzione rifiuti
• Emissioni in atmosfera
• Fattori climatici
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• Consumo delle materie prime
• Consumo energia elettrica
• Consumo idrico
• Inquinamento acustico
• Traffico veicolare indotto
• Salute pubblica
• Suolo e sottosuolo
• Compensazioni
Vi sono, però, anche risvolti positivi legati alla attività dell'impianto, legati soprattutto a:
• Occupazione
• Qualità dei servizi
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7.1.2 Produzione e Ricevimento Rifiuti La gestione, raccolta e smaltimento dei rifiuti nel Comune di Campiglia Marittima, è svolta da ASIU
che si propone di smaltire i rifiuti urbani in modo da salvaguardare il territorio e di risanarne le parti
compromesse, alla luce di quanto previsto dalla vigente normativa (D.Lgs. 152/2006).
I rifiuti prodotti presso il depuratore di Venturina Campo alla Croce, tuttavia, non si inseriscono
all’interno del ciclo di smaltimento dei rifiuti “urbani”, ma vengono gestiti e smaltiti a cura e a spese
di A.S.A. S.p.A. nel rispetto della vigente normativa in materia.
Nella Tabella sottostante sono indicate le tipologie di rifiuto prodotte e smaltite durante l’esercizio
dell’impianto, le relative quantità e sistemi di smaltimento riferite all’anno 2011.
2011
Codice rifiuto Descrizione
rifiuto
Quantità
Kg D1 Kg D9 Kg D8 Kg D15 Kg R 10 Kg R3 Kg R5 Kg R13 Kg
190801
Vaglio 6800 5700 1100
190805
Fanghi 1.164.190 25.880 6.000 683.000 330.130 27.920 91.260
150103
Legno 420 420
170203
Plastica 1620 1620
170405 Ferro e
Acciaio 2460 2460
TOTALE 1.175.490 31.580 6.000 1.100 683.000 333.130 27.920 95.760
Nella tabella soprastante, le operazioni di smaltimento sono riferite alle definizioni riportate
all’allegato B ed all’ allegato C alla parte IV del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.:
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Operazione di
smaltimento
Descrizione
D8
Trattamento biologico non specificato altrove nel presente allegato, che dia
origine a composti o a miscugli eliminati secondo uno dei procedimenti
elencati nei punti da D1 a D12 (ad esempio evaporazione,
essiccazione,calcinazione ecc…)
D9
Trattamento chimico – fisico non specificato altrove nel presente allegato,
che dia origine a composti o a miscugli eliminati secondo uno dei
procedimenti elencati nei punti da D! a D12 (ad esempio evaporazione,
essiccazione,calcinazione ecc…)
D14 Ricondizionamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti
da D1 a D12
D15
Deposito preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a
D14 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui
sono prodotti)
R3 Riciclo/Recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi
(comprese le operazioni di compostaggio e altre operazioni biologiche)
R5 Riciclo/Recupero di altre sostanze inorganiche
R10 Spandimento sul suolo a beneficio dell’agricoltura o dell’ecologia
R13
Messa in riserva dei rifiuti per sottoporli ad una delle operazioni indicate dei
punti da R1 ad R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta,
nel luogo in cui sono prodotti)
L’impianto di depurazione di Campo alla Croce Venturina è autorizzato per il ricevimento degli
extraflussi (come da comunicazione Prot. 29094 del 08/07/2008) definiti con il codice CER 200304
e codice CER 200306 per un quantitativo pari a 600 Tn/anno (137 a.e.) a fronte di una quantità di
extraflussi conferiti pari a 243 Tn/anno (dati riferiti all’ anno 2010).
Si segnala inoltre che conferimenti di rifiuti con carichi organici inferiori a quelli indicati 5000 mg/l di
BOD5 determinano un minor carico in a.e. in ingresso all’impianto.
Il depuratore è inoltre autorizzato al ricevimento fanghi prodotti dagli impianti di depurazione
dell’ATO5 (codice CER 190805) per un quantitativo pari a 1.800 Tn/anno (822 a.e.) a fronte di una
quantità di extraflussi conferiti pari a 814 Tn/anno (dati riferiti all’ anno 2010).
Si segnala inoltre che conferimenti di rifiuti con carichi organici inferiori a quelli indicati di 10.000
mg/l BOD5. determinano un minor carico in a.e. in ingresso all’impianto.
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Trattandosi di un impianto a forte fluttuazione è stata sempre cura di ASA limitare le portate in
ingresso di eventuali carichi di extraflussi in condizioni di alto carico idraulico in ingresso durante i
mesi estivi.
Si ricorda che i conferimenti della fognatura di Piombino per interventi di manutenzione
straordinaria, ai sensi della comunicazione della Provincia di Livorno n. 23373 del 14/05/04 , non
vanno ad incidere sul calcolo della capacità residua.
L’esercizio dell’impianto consente di restituire all’ambiente una grande parte della risorsa idrica
prelevata, a fronte della produzione di una più limitata e facilmente gestibile quantità di rifiuti
destinati a smaltimento (fanghi), pertanto tale impatto è da ritenersi limitato.
MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI
Mantenimento in efficienza delle apparecchiature e del piano di gestione rifiuti.
7.1.3 Emissioni in atmosfera Per avere un’idea di quali siano i parametri caratteristici che permettono di valutare la qualità
dell’aria e da quali fonti vengano emesse tali sostanze, la Regione Toscana si è dotata
dell’inventario regionale delle fonti di emissione (IRSE) per individuare le emissioni delle principali
sostanze inquinanti in aria sia dal punto di vista quantitativo che di origine (settori e attività che la
producono), di tipologia (puntuali o industriali, diffuse e lineari) e di localizzazione (ambiti
provinciali, comunali o porzioni di terrtorio di estensione di un chilometro quadrato).
In tal modo si può capire quanto incidono le singole sorgenti (impianti industriali o di produzione di
energia, ecc.) o alcune tipologia di sorgente di emissione (traffico veicolare, riscaldamenti
domestici, settori produttivi diffusi, porti, aeroporti,autostrade ecc.).
Dall’ultimo aggiornamento reperibile IRSE , risalente all’anno 2003, gli impianti di depurazione non
appartengono a nessuno dei macrosettori elencati, ma possono essere considerati, in senso lato,
insediamenti che trattano sostanze che , seppure non classificabili come rifiuto, sono comunque
caratterizzate da un certo carico inquinante.
Le emissioni generate dalle apparecchiature di processo sono emissioni diffuse, dovute
all'evaporazione superficiale delle vasche di trattamento la cui composizione è quasi
esclusivamente vapor acqueo. Trattasi di modeste emissioni comuni a tutti gli impianti a fanghi
attivi, collegati ai sistemi di aerazione, costituite da anidride carbonica del processo metabolico,
vapore acqueo e nebulizzazione (aerosol). Tale aspetto è elemento di igiene industriale e non di
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impatto ambientale, trattato all’interno del documento di valutazione dei rischi ai sensi del d.lgs.
81/08 e s.m.i..
All’interno di questa sezione di digestione aerobica il fango subisce un trattamento aerobico simile
a quello impiegato per il liquame con lo stesso procedimento ovvero con l’insufflazione di aria
tramite un tappeto di diffusione e un compressore. Il fango che ha subito un trattamento aerobico
non è putrescibile, risulta stabile biologicamente e privo di sostanze colloidali. Tramite il processo
di stabilizzazione si riduce la concentrazione di microrganismi, l’emanazione di odori fastidiosi e la
putrescibilità della sostanza organica. Oltre a ciò, si registra anche una riduzione sostanziale della
quantità di solidi sospesi presenti nel fango. Il grado di riduzione dei solidi volatili dipende
fondamentalmente da due fattori:
• dal tempo effettivo di permanenza del fango nella sezione di digestione (età del fango);
• dalla temperatura di processo.
L’emissione in atmosfera del digestore aerobico è costituita da anidride carbonica (CO2).
L’impianto si trova lontano dai centri abitati quindi eventuali esalazioni maleodoranti,
eventualmente formate in caso di anomalia di processo, non sono in condizione di arrecare
disturbo alla popolazione (le prime abitazioni sono ubicate ben oltre la soglia di ricaduta a terra
dell'emissione odorosa e comunque al di là del limite di dispersione della stessa.)
Da tutto ciò ne deriva che l’impatto sull’ambiente è da ritenersi trascurabile.
7.1.4 Fattori climatici
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Il clima è l’insieme delle condizioni atmosferiche medie( temperatura, umidità, pressione, direzione
e intensità del vento, precipitazioni, irraggiamento del sole,copertura nuvolosa) che caratterizzano
una determinata regione geografica, ottenute da rilevazioni omogenee dei dati per lunghi periodi di
tempo.
Quando si parla di "clima" ci si riferisce alle condizioni ambientali che persistono in una zona per
periodi lunghi almeno qualche decina di anni (da minimo 30 anni a migliaia di anni) e condizioni
atmosferiche che tendono a ripetersi stagionalmente, mentre variazioni meteo giornaliere,
stagionali o annuali devono essere considerate variazioni del tempo meteorologico di una zona. In
pratica quando si parla di clima si parla non soltanto delle condizioni meteo ma soprattutto
all'ambiente ad esse associate: una variazione del clima è una variazione stabile non solo delle
condizioni meteo di un'area ma anche dell'ambiente di quell'area (ambiente inteso come piante,
animali, attività erosive, morfologia,...).
Gli elementi climatici sono delle grandezze fisiche misurabili , la cui misurazione viene effettuata
per mezzo di opportuna strumentazione da parte delle stazioni meteorologiche e sono:
• Temperatura
• Umidità
• Pressione
• Intensità e durata della radiazione solare (funzione della latitudine, della stagione e della
durata del giorno)
• Precipitazioni
• Nuvolosità
• Vento (velocità,direzione,raffiche)
La funzione propria di un impianto di depurazione è quella di abbattere il carico inquinante
presente nei reflui urbani collettati dal sistema fognario a servizio di un determinato agglomerato
prima dell’immissione degli stessi in un corpo recettore (in questo caso il mare).
L’esercizio di un impianto di depurazione e, nello specifico, di quello di Venturina Campo alla
Croce, non produce di per sé emissioni che possano andare a impattare su alcun elemento
climatico.
MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI
Non necessarie.
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7.1.5 Consumo delle materie prime Le materie prime utilizzate durante il processo depurativo sono rappresentate dall’utilizzo di
polielettrolita cationico necessario per aumentare l’efficienza della disidratazione meccanica e dall’
utilizzo dell’Ipoclorito di Sodio nella sezione di disinfezione, che avviene solo in caso di emergenza
e per tempi necessari.
I consumi in fase di esercizio, non possono essere eliminati, in quanto costituiscono parte
integrante del processo di depurazione dei reflui; ne deriva quindi un impatto negativo trascurabile.
MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI
Mantenimento in perfette condizioni delle apparecchiature al fine di preservare in condizioni di
massima efficienza e non far aumentare i consumi delle materie prime.
7.1.6 Consumo energia elettrica L’energia elettrica utilizzata all’interno dell’impianto proviene dalla locale rete di distribuzione con
una potenza installata di 308 Kw.
I consumi elettrici attuali sono pari a 735.527 Kwh/anno
Tali consumi si presentano elevati con conseguente impatto negativo, però dovuto alle necessità di
esercizio dell’impianto.
MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI
Mantenere sotto controllo i consumi energetici effettuando correttamente tutti gli interventi di
manutenzione previsti per le varie apparecchiature al fine di preservarle in condizioni di massima
efficienza.
7.1.7 Consumo Idrico Per quanto riguarda l’utilizzo della risorsa acqua, l’impianto di depurazione presenta un consumo
idrico praticamente nullo.
Per limitare il più possibile gli sprechi di acqua, tutte le sezioni dell’impianto sono sottoposte a
regolare manutenzione, in maniera da verificare ed ovviare alla presenza di eventuali perdite.
MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI
Utilizzo razionale della risorsa idrica e regolare manutenzione delle sezioni di impianto.
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7.1.8 Inquinamento acustico In generale gli impianti presenti nel sito in questione risultano in funzione 24 ore al giorno senza
apprezzabili variazioni di rumore.
Le principali sorgenti di emissione sonora provenienti dall’Impianto di depurazione sono
rappresentate dalle pompe a servizio dei vari trattamenti.e dai sistemi di ossigenazione a turbina.
Il sito ricade in un’area in cui è presente una classificazione acustica.
Figura 26 Zonizzazione acustica del territorio comunale
In particolare il depuratore di Piombino Ferriere ricade completamente nella “Classe acustica VI -
Aree esclusivamente industriali ”;
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Per evitare impatti lesivi sulla salute umana e pressioni sull’ambiente esterno, la normativa vigente
(D.P.G.M. 15/11/97) prevede che all’interno della zona VI i limiti di emissione ed immissione siano i
seguenti:
Tabella I – Valori limite assoluti di immissione (dBA)
Classi
Diurno (6-22)
Notturno (22-6)
I 50 40
II 55 45
III 60 50 IV 65 55 V 70 60
VI 70 70
Figura 27 Tabella valori limiti assoluti di immissione
Tabella II – Valori limite assoluti di emissione (dBA)
Classi
Diurno (6-22)
Notturno (22-6)
I 45 35
II 50 40
III 55 45 IV 60 50 V 65 55
VI 65 65
Figura 28 Tabella valori limiti assoluti di emissione
Tabella III – Valori di attenzione (dBA)
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Classi
Diurno (6-22)
Notturno (22-6)
I 60 50
II 65 55
III 70 60 IV 75 65 V 80 70
VI 80 80
Figura 29 Tabella valori di attenzione
Tabella IV – Valori di qualità (dBA)
Classi
Diurno (6-22)
Notturno (22-6)
I 47 37
II 52 42
III 57 47 IV 62 52 V 67 57
VI 70 70
Figura 30 Tabella valori di qualità
MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI
Ad oggi A.S.A. S.p.A. non è a conoscenza di problematiche o segnalazioni di disagio connesse
alla presenza di rumore generato dall’esercizio dell’impianto di depurazione, né verso l’esterno né
all’interno degli ambienti dell’impianto.
In allegato sono presenti le schede di rilevamento dell’inquinamento acustico eseguite nell’ anno
2007 dal comune di Campiglia Marittima, in una zona adiacente a quella del depuratore di
Venturina Campo alla Croce.
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7.1.9 Traffico indotto Il traffico veicolare dovuto all’esercizio ed alla gestione dell’impianto, è costituito dai veicoli del
personale dell’impianto oltre che dagli automezzi destinati al ricevimento ed allo smaltimento dei
rifiuti. Questo porta ad un minimo aumento del traffico veicolare locale, risultando quindi
trascurabile.
7.1.10 Salute pubblica L’assoluta positività dell’impatto igienico sanitario sulla salute pubblica dovuto sia dall’esistenza,
che dall’esercizio del depuratore di Venturina Campo alla Croce, appare evidente dal confronto
con quella che viene definita “Opzione Zero”, cioè la non presenza, e quindi, il non esercizio del
depuratore stesso.
Questo significherebbe lo scarico a cielo aperto in ambiente dei reflui urbani dell’intero abitato di
Venturina, il che comporterebbe un impatto fortemente negativo su molteplici matrici ambientali,
impatto eliminabile solamente con, appunto, l’esercizio di un adeguato impianto di depurazione.
7.1.11 Suolo e sottosuolo L’impianto è ubicato su di un territorio ricadente nel “Sistema della Fascia Costiera e della Pianura”
e più precisamente all’interno del “Sottosistema Urbano di Piombino e della Pianura del Cornia”.
Dal punto di vista geologico l’area occupata dal depuratore di Venturina Campo alla Croce è
costituita prevalentemente da argille, limi e sabbie, con presenza di ghiaie nelle aree più interne
della valle del Fiume Cornia. La porzione più ampia della pianura alluvionale del Fiume Cornia è
caratterizzata da depositi argillosi, con presenza di rilevanti spessori di sedimenti fini e
scarsamente compattati.
Il depuratore di Venturina Campo alla Croce si trova in quell’area dagli anni ‘80, perciò i fenomeni
di subsidenza che normalmente si verificano in seguito alla costruzione di strutture sul terreno
sono ormai stabilizzati.
Per la natura stessa dell’opera e per le modalità del relativo funzionamento non appare che
l’esistenza dell’impianto in quella localizzazione ed il relativo esercizio abbiano impatti sul suolo e
sottosuolo dell’area.
MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI
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Il rischio di contaminazione del suolo può derivare da situazioni di emergenza, e
conseguentemente la gestione di tali aspetti è stata presa in considerazione sviluppando idonee
ed accurate procedure di controllo operativo e di gestione delle emergenze.
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7.2 Compensazioni 7.2.1 Conformità normativa L’impianto è conforme al D.Lgs 152/2006 e ss.mm.ii. oltre alle leggi regionali di riferimento.
7.2.2 Monitoraggio Le componenti ambientali sono sottoposte a monitoraggio e controllo secondo quanto previsto
dalla vigente normativa.
7.2.3 Piano di Manutenzione e Gestione A.S.A. S.p.A., Gestore del S.I.I., produce, per ogni impianto in propria gestione, un Programma di
Manutenzione e Gestione, redatto ai sensi e per gli effetti dell’Allegato 3, capo 2 del D.P.G.R. 8
settembre 2008, n. 46/R, Regolamento di Attuazione della Legge regionale 31 maggio 2006, n. 20
“Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento”.
Il Programma di Manutenzione e Gestione (PMG) e finalizzato ad individuare il complesso delle
attività necessarie a:
• effettuare un controllo regolare, efficace e tempestivo del processo depurativo;
• assicurare nel tempo l’integrita, la funzionalita ed efficienza degli impianti attraverso le
richieste azioni di verifica, programmare le operazioni di manutenzione ordinaria e
straordinaria.
Il PMG e predisposto tenendo conto di:
• potenzialita nominale dell’impianto;
• strutturazione impiantistica e tipologia dei processi depurativi;
• caratteristiche degli eventuali sistemi di controllo e verifica del processo depurativo;
• stato di conservazione delle strutture e degli impianti.
Nel PMG, viene descritta la tipologia dell’impianto oggetto del documento ed in considerazione
della specificità dello stesso vengono individuate le attività di manutenzione e gestione,
indicandone altresì la relativa frequenza, facendo riferimento a quanto indicato nel già citato R.R.
46/08.
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7.2.4 Gestione delle Emergenze Lo scopo della presente procedura consiste nel:
• limitare e controllare gli eventi che determinano le condizioni definite all’art. 2 dei “Criteri
di attivazione delle emergenze del servizio idrico integrato “ di danno ambientale,
disservizio, scarico, rifiuto, rischio sanitario, carenza di risorsa, segnalazione di anomalie,
onde ridurne al minimo gli effetti e, soprattutto, limitare i danni alla salute umana e
all'ambiente;
• mettere in atto le misure necessarie per tutelare la salute umana e l'ambiente contro le
conseguenze degli eventi indicati;
• comunicare le informazioni necessarie al pubblico ed alle autorita'interessate;
• garantire il ripristino, il recupero e il disinquinamento dell'ambiente.
Le possibili situazioni di emergenza individuate sono:
• anomalie registrate sull’impianto che causano il mancato rispetto potenziale o misurato
delle prescrizioni previste dalla Normativa Vigente in campo ambientale e sanitario o
dall’autorizzazione allo scarico;
• ingressi di reflui anomali che possano compromettere il corretto funzionamento
dell’impianto di depurazione con possibili danni al sistema depurativo;
• variazioni di condizioni ambientali (variazioni di temperatura, eventi meteorologici
importanti) tali da compromettere il regolare ciclo di depurazione biologica;
• anomalie elettriche e/o elettromeccaniche e/o elettroniche a carico delle diverse sezioni per
cui si registri un impatto sull’efficienza depurativa totale o di singole sezioni;
• anomalie che si verificano durante l’esecuzione di interventi di manutenzione programmata
a seguito di imprevisti.
Qualora si verifichi una delle situazioni di emergenza sopra elencate, il Piano di Gestione delle
Emergenze individua:
• Catena di responsabilita per l’informazione del personale preposto, sia in orario lavorativo
che in orario notturno e/o festivo;
• Le modalita di valutazione delle priorita di intervento;
• La gestione di eventi imprevisti nell’esecuzione di interventi programmati;
• La gestione di eventi non programmati.
Si specifica, inoltre, che, per tutto quanto non riportato dal Programma di Gestione delle
Emergenze, si deve fare riferimento al CAE
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7.2.5 Il Protocollo di Autocontrollo Secondo il D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., nell’allegato 5 della parte terza, vengono definiti i limiti di
emissione degli scarichi di acque reflue urbane, nonché la modalità del controllo, compresa la
possibilità che il gestore esegua attività di autocontrollo.
La Legge Regionale del 31 maggio 2006 n.20 “Norme per la tutela delle acque dall’inquinamento”,
dispone all’art.13 l’aaprovazione di un regolamento applicativo da parte della Giunta Regionale
comprendente i criteri e le modalità per il monitoraggio degli impianti di depurazione delle acque
reflue urbane e redazioni dei protocolli di autocontrollo.
Il relativo Regolamento Attuativo DPGR dell’ 8 settembre 2008, n° 46/R stabilisce, nell’ allegato 1,
capo 1, che il controllo di conformità dia effettuato eseguendo il numero di campioni annuali
ripostati nell’allegato 5 alla parte terza del Decreto Legislativo.
Il Regolamento stabilisce altresì, che i campioni debbano essere eseguiti dal Dipartimento ARPAT,
oppure, in alternativa, dal gestore dell’impianto. In tal caso quest’ultimo deve garantire un sistema
di rilevamento dati ed di trasmissione degli stessi, ritenuto naturalmente idoneo dal Dipartimento.
Il gestore deve inoltre sottoscrivere con il Dipartimento un protocollo per il rilevamento dati e la loro
trasmissione nel rispetto delle direttive contenute nel Regolamento.
Lo stesso Regolamento dispone che la Provincia definisca le condizioni , le modalità ed i criteri da
inserire nel protocollo di autocontrollo.
La Provincia, i Comuni e l’AATO, nella sede del Comitato provinciale di cui all’articolo 17 della L.R.
66/95, definiscono, d’intesa con il Dipartimento, il programma di monitoraggio degli scarichi di
propria competenza.
Il protocollo di autocontrollo regolamenta, nel rispetto della normativa vigente, le modalità di
attuazione del controllo ed autocontrollo degli scarichi derivanti dagli impianti di depurazione di
potenzialità superiore a 2000 abitanti equivalenti, definendo altresì, per ogni impianto,il numero
totale annuo di controlli da effettuare e la sua ripartizione tra gestore e Dipartimento, che esegue
almeno il numero minimo di campionamenti previsti dalla quinta tabella dell’allegato 5 alla parte III
del decreto legislativo.
Le modalità di controllo possono subire variazioni, previo accordo tra le parti, sia i rapporto a nuovi
elementi di conoscenza acquisiti durante la gestione del protocollo medesimo, sia in rapporto alla
emanazione di nuove norme regionali e/o statali.
Il Gestore indica il laboratorio, dotato di idonne attrezzature e professionalità, che esegue le prove
di propria competenza in conformità alla norma UNI CEI ISO/IEC 17025:2005 relativamente ai
paramentri di tabella 1 dell’allegato 5 della parte terza del Decreto Legislativo.
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Il protocollo è valido sino a quando una delle parti ne richiede in forma esplicita la modifica o
l’annullamento.
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7.3 Valutazione dei risultati
In questo paragrafo viene effettuata una stima quantitativa che ogni impatto identificato ha
sull’ambiente tramite l’utilizzo della matrice degli impatti ambientali ed infine vengono riportate le
valutazioni di mitigazione degli impatti.
Nella matrice degli impatti ambientali vengono analizzate per prima la grandezza dell’impatto
tramite due scale cromatiche (per individuare gli effetti positivi e negativi)con tre livelli di
valutazione (espressi da tre diverse tonalità corrispondenti a tre livelli qualitativi) oltre al parametro
nessun impatto;
Il valore grandezza degli impatti viene poi sommato al valore compensazione per valutare l’impatto
ambientale complessivo dell’opera.
Impatto Basso Medio Alto
POSITIVO 1 2 3
NEGATIVO -1 -2 -3
COMPONENTI AMBIENTALI GRANDEZZA
PRODUZIONE RIFIUTI -1
EMISSIONI IN ATMOSFERA -1
FATTORI CLIMATICI 0
CONSUMO MATERIE PRIME -1
CONSUMO ENERGIA ELETTRICA -2
CONSUMO IDRICO 0
INQUINAMENTO ACUSTICO 0
TRAFFICO INDOTTO 0
SALUTE PUBBLICA 3
SUOLO E SOTTOSUOLO 0
TOTALE PRIMA COMPENSAZIONI -2
COMPENSAZIONI
CONFORMITA’ NORMATIVA 1
MONITORAGGIO 1
P.M.G. 2
GESTIONE DELLE EMERGENZE 1
PROTOCOLLO DI AUTOCONTROLLO 2
TOTALE MATRICE 5
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Nel grafico sottostante è possibile la visualizzazione grafica dei risultati ottenuti attraverso l’utilizzo
della matrice degli impatti ambientali:
Pro
duzi
one
rifiu
ti
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issi
oni i
n at
mos
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Fat
tori
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i
Con
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Tra
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Sal
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Pub
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sot
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TA
LE
-3
-2
-1
0
1
2
3
4
5
Impatti Ambientali Compensazioni Totale
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8 Analisi delle alternative
8.1 Alternative di localizzazione dell’impianto
L’impianto di Venturina Campo alla Croce si trova localizzato nel presente sito dagli anni ’80.
Una diversa ubicazione dell’impianto di depurazione di Venturina Campo alla Croce
comporterebbe enormi costi di investimento sia per la progettazione e la realizzazione ex novo di
un impianto di depurazione, sia per la conseguente necessita di modificare la rete fognaria che
convoglia i reflui allo stesso.
Tutto questo avrebbe un forte impatto sia in termini economici che ambientali, in quanto, per
convogliare le acque in un altro punto, sarebbero necessarie ulteriori stazioni di sollevamento oltre
a quelle già presenti; i sollevamenti, oltre a comportare un notevole consumo di energia elettrica,
presentano un’elevata complessità di gestione, soprattutto per quanto riguarda le situazioni di
emergenza, pertanto e buona norma tecnica, nell’ambito delle costruzioni di infrastrutture inerenti il
Servizio Idrico Integrato, minimizzarne sempre la realizzazione.
Anche la costruzione stessa di un’opera di tale portata avrebbe, nel transitorio del periodo di
realizzazione, forti impatti sul territorio.
Si ritiene pertanto che sarebbe fortemente negativo sotto tutti gli aspetti, sia ambientali che
economici che logistici, prevedere una ubicazione dell’impianto diversa da quella attuale.
8.2 Alternative di processo o strutturali La tipologia di processo applicata presso il depuratore di Venturina Campo alla Croce,
diffusamente descritta al paragrafo “Caratteristiche dell’impianto di depurazione”, e quella a fanghi
attivi.
Secondo quanto riportato dalla letteratura ed in base all’esperienza del Gestore, considerando
anche la tipologia di refluo da trattare, si ritiene che il processo applicato sia quello ottimale per il
raggiungimento dell’efficienza depurativa attesa.
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8.3 Alternative strategiche Le alternative strategiche consistono nella individuazione di misure per prevenire la domanda e/o
misure diverse per realizzare lo stesso obiettivo.
Trattandosi di un impianto di depurazione delle acque reflue urbane, non vi può essere
prevenzione della domanda, che anzi aumenta con il fenomeno diffuso dell’aumento della densità
di popolazione presso i centri urbani principali, ma solo una minimizzazione della stessa a livelli
indispensabili.
Non si ritiene pertanto possibile l’applicazione di alternative strategiche che non siano di semplice
minimizzazione della domanda.
8.4 Alternativa zero L’alternativa zero, cioè la dismissione dell’impianto di depurazione di Venturina Campo alla Croce,
è da escludere decisamente: sarebbe contraria a quanto previsto dalla normativa di settore (D.Lgs.
152/2006) e comporterebbe una grave emergenza igienico sanitaria in tutto l’abitato di Venturina e
nelle aree limitrofe.