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La Leva di Archimede Rampa Brancaleone, 58 00165 Roma Tel. 06-635884 Fax 06-632196 www.laleva.cc - www.laleva.org N. 15 LA LEVA Continua l’aumento dei casi di autismo e simili disordini nei bambini. Si sospet- tano come principali cause gli additivi tos- sici presenti nei vaccini. Principalmente il mercurio (tiomersal) usato come con- servante, i sali di alluminio e altri ‘coadiu- vanti’, cioè sostanze aggiunte per stimo- lare la produzione di anticorpi, ma finora nessuno è stato in grado di provare un nesso causale tra questi ingredienti tos- sici e l’aumento delle malattie del sistema nervoso avvenuto negli ultimi decenni. Da circa un anno a questa parte, qual- cosa sta cambiando. Nel luglio 2009 la D.ssa Theresa Deisher, fondatrice e presidente del Sound Choice Pharmaceutical Institute, annunciò di aver forse trovato la chiave per svelare il mistero: feti umani abortiti usati nella produzione dei vaccini. Nel 1979, la produzione del vaccino tri- valente morbillo, parotite, rosolia (MPR), passò dall’uso di cellule animali, all’uso di cellule provenienti da feti umani abortiti. In seguito, negli anni ‘80, si è verificato un vertiginoso aumento dei casi di autismo, prima negli Stati Uniti e dopo in Inghilterra e nel resto del mondo. Un nuovo studio presentato nel maggio del 2010 al Meeting Internazionale per la ricerca sull’autismo, documenta la connes- sione. “La correlazione temporale tra l’in- troduzione nei vaccini di DNA proveniente da feti abortiti e gli aumenti di autismo è evidente. Le statistiche mostrano questa correlazione nel corso di decine di anni e in diversi continenti. La correlazione temporale è più significativa di quella del mercurio,” dice la D.ssa Deisher, aggiun- gendo che il mercurio non mostra questa correlazione temporale con i recenti forti aumenti dei casi di autismo. L’uso di cellule provenienti dai feti implica la presenza residuale di DNA umano nei vaccini. I frammenti residuali di DNA umano possono migrare fino al cervello dove, con un processo chiamato ricombi- nazione omologa, si uniscono al materiale genetico del bambino vaccinato. Il sistema immunitario del bambino riconosce il DNA estraneo proveniente dai vaccini. Data però la stretta somiglianza di questo DNA a quello proprio, il sistema può cominciare ad attaccare le cellule del proprio corpo - innescando una malattia autoimmune. La pericolosità dei frammenti di DNA umano è dovuta al fatto che la probabilità di ricombinazione di questi frammenti con il materiale genetico di chi è stato vac- cinato è di un miliardo di volte più alta di quella che sarebbe con l’uso di cellule animali. Inoltre, parecchi dei siti prefe- renziali di ricombinazione sarebbero nei cromosomi X, in siti associati all’autismo. Dati questi pericoli, l’unico ragione- vole modo di procedere è l’immediata sospensione dell’uso di cellule umane nella preparazione dei vaccini, così come una generale rivalutazione scienti- fica della pratica vaccinale. Fino ad oggi, mancano studi sull’effica- cia e l’innocuità dei vaccini a lungo ter- mine. Perciò è urgente che si inizino studi clinici sugli effetti a lungo termine delle vaccinazioni, comparando popolazioni vaccinate con quelle non vaccinate. Lo studio: Computational Detection of Homologous Recombination Hotspots in X-Chromosome Autism Associated Genes: http://tinyurl.com/insar-study Articoli: Is Aborted Fetal DNA in Vaccines Linked to Autism? http://tinyurl.com/dna-autism Study: Rise in Autism and introduc- tion of Aborted Fetal DNA in Vaccines Correlate http://tinyurl.com/s-dna-autism Cellule di feti abortiti nei vaccini: aumentano casi di autismo ... continua Vaccini e la $uina: busine$$ miliardario La Stevia Rebaudiana: Un dolcificante per tutti! TSO [Legge 180] per le neo-mamme E’ in atto una Dittatura Terapeutica FLUORO: Non fatevi fregare! Integratori: ANH contesta funzionari europei La tragedia delle api: indebolite dalle microonde dei telefonini Eppure qualcosa si muove... Celiachia, un problema molto conveniente Le Scie chimiche - A che punto è l’informazione? Psichiatria violenta - Per le neo mamme? Comunicato Stampa F.E.I. In questo numero: Vaccini e la $uina: busine$$ miliardario Sembra ormai lontano, il tempo della campagna isterica contro l’influenza suina e l’H1N1 che ha portato scompiglio nelle nostre case e miliardi nelle casse di Big Pharma. Però, se vogliamo armarci per meglio difenderci dalla prossima bufala, che sicuramente arriverà, bisogna rivisitare le passate vicissitu- dini e trarne le dovute deduzioni. “Alla luce dei dati forniti dall’O.M.S. è chiaro che i casi di influenza suina non sono sufficienti a definire il con- tagio come pandemia”, disse l’On. Domenico Scilipoti in un comunicato nel settembre del 2009. L’Onorevole poi chiese al Ministro della Sanità “se non sarebbe stato meglio utilizzare dei rimedi più naturali, stimolando così in modo non invasivo le difese immunitarie delle persone, invece di effettuare una campagna di vaccinazione tanto capillare”. Ci ricordò ancora che “il vaccino utilizzato per la presunta influenza suina “epidemica” del 1976 ha causato la morte di 2000 persone ed in seguito è stato ritirato dal commercio, dopo aver ampiamente arricchito le case farmaceutiche”. Sembra che non abbiamo imparato nulla da ciò che è suc- cesso tra il 1976 e il 2009. Le autorità sanitarie di tutto il mondo sono ancora una volta cadute nella trappola tesa da chi voleva guadagnare miliardi sulla nostra pelle. Il business cominciò con la vendita di un far- maco largamente inefficace, il famigerato Tamiflu (oseltamivir), del quale i governi, quello italiano incluso, comprarono milioni di dosi. Le vendite dei farmaci antivirali per influenza sono quintu- plicate rispetto all’anno precedente: hanno raggiunto un totale di 4,2 miliardi di dollari, 3,1 miliardi dei quali per il Tamiflu sviz- zero della Roche.

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Page 1: Cellule di feti abortiti nei vaccini: aumentano casi di autismo · Continua l’aumento dei casi di autismo e simili disordini nei bambini. Si sospet-tano come principali cause gli

La Leva di ArchimedeRampa Brancaleone, 58

00165 RomaTel. 06-635884 Fax 06-632196

www.laleva.cc - www.laleva.org

N. 15

LA LEVA

Continua l’aumento dei casi di autismo e simili disordini nei bambini. Si sospet-tano come principali cause gli additivi tos-sici presenti nei vaccini. Principalmente il mercurio (tiomersal) usato come con-servante, i sali di alluminio e altri ‘coadiu-vanti’, cioè sostanze aggiunte per stimo-lare la produzione di anticorpi, ma finora nessuno è stato in grado di provare un nesso causale tra questi ingredienti tos-sici e l’aumento delle malattie del sistema nervoso avvenuto negli ultimi decenni.

Da circa un anno a questa parte, qual-cosa sta cambiando. Nel luglio 2009 la D.ssa Theresa Deisher, fondatrice e presidente del Sound Choice Pharmaceutical Institute, annunciò di aver forse trovato la chiave per svelare il mistero: feti umani abortiti usati nella produzione dei vaccini.

Nel 1979, la produzione del vaccino tri-valente morbillo, parotite, rosolia (MPR), passò dall’uso di cellule animali, all’uso di cellule provenienti da feti umani abortiti. In seguito, negli anni ‘80, si è verificato un vertiginoso aumento dei casi di autismo, prima negli Stati Uniti e dopo in Inghilterra e nel resto del mondo.

Un nuovo studio presentato nel maggio del 2010 al Meeting Internazionale per la ricerca sull’autismo, documenta la connes-sione. “La correlazione temporale tra l’in-troduzione nei vaccini di DNA proveniente da feti abortiti e gli aumenti di autismo è evidente. Le statistiche mostrano questa correlazione nel corso di decine di anni

e in diversi continenti. La correlazione temporale è più significativa di quella del mercurio,” dice la D.ssa Deisher, aggiun-gendo che il mercurio non mostra questa correlazione temporale con i recenti forti aumenti dei casi di autismo.

L’uso di cellule provenienti dai feti implica la presenza residuale di DNA umano nei vaccini. I frammenti residuali di DNA umano possono migrare fino al cervello dove, con un processo chiamato ricombi-nazione omologa, si uniscono al materiale genetico del bambino vaccinato. Il sistema immunitario del bambino riconosce il DNA estraneo proveniente dai vaccini. Data però la stretta somiglianza di questo DNA a quello proprio, il sistema può cominciare ad attaccare le cellule del proprio corpo - innescando una malattia autoimmune.

La pericolosità dei frammenti di DNA umano è dovuta al fatto che la probabilità di ricombinazione di questi frammenti con il materiale genetico di chi è stato vac-cinato è di un miliardo di volte più alta di quella che sarebbe con l’uso di cellule animali. Inoltre, parecchi dei siti prefe-renziali di ricombinazione sarebbero nei cromosomi X, in siti associati all’autismo.

Dati questi pericoli, l’unico ragione-vole modo di procedere è l’immediata sospensione dell’uso di cellule umane nella preparazione dei vaccini, così come una generale rivalutazione scienti-fica della pratica vaccinale.

Fino ad oggi, mancano studi sull’effica-cia e l’innocuità dei vaccini a lungo ter-mine. Perciò è urgente che si inizino studi clinici sugli effetti a lungo termine delle vaccinazioni, comparando popolazioni vaccinate con quelle non vaccinate.

Lo studio: Computational Detection of Homologous Recombination Hotspots in X-Chromosome Autism Associated Genes: http://tinyurl.com/insar-study

Articoli:

Is Aborted Fetal DNA in Vaccines Linked to Autism?http://tinyurl.com/dna-autism

Study: Rise in Autism and introduc-tion of Aborted Fetal DNA in Vaccines Correlatehttp://tinyurl.com/s-dna-autism

Cellule di feti abortiti nei vaccini: aumentano casi di autismo

... continua

❖ Vaccini e la $uina: busine$$ miliardario❖ La Stevia Rebaudiana: Un dolcificante per tutti!❖ TSO [Legge 180] per le neo-mamme❖ E’ in atto una Dittatura Terapeutica❖ FLUORO: Non fatevi fregare!❖ Integratori: ANH contesta funzionari europei

❖ La tragedia delle api: indebolite dalle microonde dei telefonini❖ Eppure qualcosa si muove...❖ Celiachia, un problema molto conveniente❖ Le Scie chimiche - A che punto è l’informazione?❖ Psichiatria violenta - Per le neo mamme?❖ Comunicato Stampa F.E.I.

In questo numero:

Vaccini e la $uina: busine$$ miliardarioSembra ormai lontano, il tempo della campagna isterica

contro l’influenza suina e l’H1N1 che ha portato scompiglio nelle nostre case e miliardi nelle casse di Big Pharma. Però, se vogliamo armarci per meglio difenderci dalla prossima bufala, che sicuramente arriverà, bisogna rivisitare le passate vicissitu-dini e trarne le dovute deduzioni.

“Alla luce dei dati forniti dall’O.M.S. è chiaro che i casi di influenza suina non sono sufficienti a definire il con-tagio come pandemia”, disse l’On. Domenico Scilipoti in un comunicato nel settembre del 2009. L’Onorevole poi chiese al Ministro della Sanità “se non sarebbe stato meglio utilizzare dei rimedi più naturali, stimolando così in modo non invasivo le difese immunitarie delle persone, invece di effettuare una campagna di vaccinazione tanto capillare”. Ci ricordò ancora che “il vaccino utilizzato per la presunta influenza suina “epidemica”

del 1976 ha causato la morte di 2000 persone ed in seguito è stato ritirato dal commercio, dopo aver ampiamente arricchito le case farmaceutiche”.

Sembra che non abbiamo imparato nulla da ciò che è suc-cesso tra il 1976 e il 2009.

Le autorità sanitarie di tutto il mondo sono ancora una volta cadute nella trappola tesa da chi voleva guadagnare miliardi sulla nostra pelle. Il business cominciò con la vendita di un far-maco largamente inefficace, il famigerato Tamiflu (oseltamivir), del quale i governi, quello italiano incluso, comprarono milioni di dosi. Le vendite dei farmaci antivirali per influenza sono quintu-plicate rispetto all’anno precedente: hanno raggiunto un totale di 4,2 miliardi di dollari, 3,1 miliardi dei quali per il Tamiflu sviz-zero della Roche.

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... continua dalla prima pagina

Poi fu la volta del vaccino, preparato in fretta e furia e venduto ai governi come unico mezzo per evitare la catastrofe. Non era possibile sperimentarlo per accertarne né l’efficacia né l’innocuità, ma questo è un piccolo dettaglio del quale non si parla nelle comunicazioni ufficiali. Tanto, era stato proclamato il massimo livello di allerta e poi... i vaccini erano raccoman-dati dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le vendite di vaccini dovute alla “pandemia” H1N1 sono state stimate in circa 12 miliardi di dollari.

C’era solo un problema. La pandemia non ci fu e il pubblico non si fidò delle raccomandazioni a vaccinarsi tutti. Così, decine di milioni di dosi del vaccino H1N1 non sono state usate e giacciono tuttora nelle celle frigorifere della Croce Rossa, aspettando la nuova stagione influenzale quest’autunno, oppure la richiesta di un paese che ne abbia bisogno - chissà per quale ragione. Questo però fa poca dif-ferenza per le case farmaceutiche. Ormai loro hanno venduto e incassato.

Corruzione all’OMS?

Nell’ottobre del 2009, il professore olandese Albert Osterhaus, uno dei mas-simi esperti dell’OMS sul tema influenza, fu accusato di aver avuto contatti a livello economico con delle case farmaceutiche, case che avevano tutto l’interesse che venisse dichiarato uno stato di pandemia per poi vendere vaccini ai vari governi. Osterhaus, chiamato anche il “Dr. Flu” (Dottor Influenza) era già nell’occhio del ciclone per altre epidemie o quasi, la SARS e l’influenza aviaria. In ogni caso Osterhaus ha spinto un intervento vacci-nale e lo stoccaggio dei farmaci antivirali, a tutto vantaggio delle case farmaceuti-che amiche.

Il caso del Dottor Influenza si poteva ancora contenere asserendo che “tutti i massimi esperti lavorano con le case far-maceutiche” e “non c’è nessun conflitto d’interessi”, come se gli esperti farmaceu-tici fossero in qualche modo al di sopra dei comuni mortali e non subissero nessuna pressione dovuta agli onorari ricevuti. Nell’aprile del 2009, Osterhaus è stato uno degli esperti che scoprirono un caso di influenza a La Gloria, piccolo villaggio messicano nello stato del Vera Cruz.

Secondo l’autore William Engdahl, “con una fretta fuoriluogo, l’apparato propa-gandista dell’OMS” entrò in azione con il

suo Direttore Generale, Dottor Margaret Chan, facendo dichiarazioni sull’eventuale minaccia di una pandemia a livello mon-diale. Chan evocò “l’urgenza di salute pub-blica a livello mondiale”, sebbene i sintomi non furono gravi e i casi di malattia erano situati in un contesto di condizioni d’igiene disastrose a causa della concentrazione, nella zona, di mega allevamenti di suini. Così “la suina” ebbe il suo inizio.

Engdahl continua il suo articolo, illumi-nando alcuni retroscena:

L’11 giugno 2009, Margaret Chan annun-ciava che la propagazione del virus dell’in-fluenza H1N1 aveva raggiunto il livello 6 dell’ “urgenza pandemica”. Curiosamente, in occasione di quest’annuncio precisava che “secondo le informazioni disponibili fino ad ora, una maggioranza schiacciante di pazienti avvertono dei sintomi benigni; il loro ristabilimento è veloce e completo, la maggior parte delle volte ricorrendo a un trattamento medico”. Prima di aggiun-gere: “A livello mondiale, il numero di decessi è poco importante, non ci aspet-tiamo di vedere una crescita improvvisa e spettacolare del numero di infezioni gravi o mortali”.

Si scopriva più tardi che Chan aveva agito in seguito ad alcuni dibattiti febbrili all’OMS, seguendo i consigli del Consultivo strategico del gruppo di esperti (SAGE, Strategic Advisory Group of Experts). Uno dei membri del SAGE all’epoca, e ancora oggi, è il nostro “Signor Influenza”, il dottor Albert Osterhaus.

Osterhaus non occupava solo una posi-zione strategica per raccomandare all’OMS di dichiarare l’ “urgenza pandemica” e inci-tare al panico, ma era anche il presidente di un’organizzazione in prima linea sull’ar-gomento, il Gruppo di lavoro scientifico (ESWI, European Scientific Working group

on Influenza), che si definisce come un “gruppo multidisciplinare di leaders d’opi-nione sull’influenza, il cui scopo è lottare contro le ripercussioni di un’epidemia o di una pandemia influenzale”. Come spiegano i suoi stessi membri, l’ESWI guidato da Osterhaus è il perno “tra l’OMS a Ginevra, l’Istituto Robert Koch a Berlino e l’Univer-sità del Connecticut negli Stati Uniti”.

La cosa più significativa riguardo l’ESWI è che il suo lavoro è completa-mente finanziato dagli stessi laboratori farmaceutici che guadagnano miliardi grazie all’urgenza pandemica, mentre gli annunci fatti dall’OMS obbligano i governi di tutto il mondo a comprare e imma-gazzinare vaccini. L’ESWI riceve finan-ziamenti dai fabbricanti e dai distributori di vaccini contro l’H1N1, come Baxter Vaccins, MedImmune, GlaxoSmithKline, Sanofi Pasteur e altri, tra cui Novartis, che produce il vaccino e il distributore del Tamiflu, Hofmann-La Roche.

Nel Gennaio 2010 l’assemblea parla-mentare del Consiglio d’Europa iniziò una indagine per accertare il perché l’OMS avesse dichiarato una pandemia a livello mondiale sulla base di pochi casi di un’in-fluenza relativamente benigna. Il Dottor Wodarg, parlamentario tedesco e capo della Commissione Sanità dell’assemblea, aveva fatto delle domande importanti:

perché nel giugno del 2010 è stata -modificata la definizione di “pandemia” usata dall’OMS?perché alcuni additivi nel vaccino contro -la pandemia sono stati brevettati?i funzionari ricevettero “incentivi” per -la loro collaborazione?i dati sul numero dei casi di malattia -furono manipolati?Purtroppo il Dottor Wodarg perse le ele-

zioni e dovuto alla sua assenza, l’iniziale entusiasmo per questa inchiesta venne a mancare e l’affare si concluse senza un esito decisivo.

Ultimo atto (per adesso) della tra-gicommedia suina: Il British Medical Journal, in un recente articolo, accusa l’OMS. L’organizzazione ha saputo dei conflitti d’interesse dei suoi esperti ma non li ha dichiarati al pubblico. Anzi - ha tenuto e tuttora tiene segreta la composi-zione della sua task force di esperti sulle pandemie.

Vai a fidarti!Sepp Hasslberger

Vaccini e la $uina: busine$$ miliardario

La Stevia rebaudiana è una pianta conosciuta da molti popoli del Sud America dove viene usata da diversi millenni per il suo potere dolcificante 250 volte quello dello zucchero e per le sue caratteristiche curative. Inoltre queste dolci foglioline non alterano il livello degli zuccheri nel sangue, quindi è adatta veramente a tutti! Da moltissimi anni i consumatori attendono l’approvazione in Europa di questa meravigliosa pianta priva di effetti collaterali. Il momento tanto atteso è quasi arrivato!

A un passo dall’approvazione

Nell’aprile 2010 un gruppo di esperti scienti-fici dell’EFSA ha valutato la sicurezza dei glico-sidi steviolici, ovvero del dolcificante estratto dalle foglie della stevia[1]. Gli esami hanno confermato il livello di sicurezza già definito dal comitato additivi alimentari della FAO/OMS (JECFA) nel 2006[2]. Gli esami tossicologici

hanno confermato che la Stevia non è genotossica, né cancero-gena, né collegata a effetti avversi.

La valutazione è stata trasmessa all’Unione Europea per l’ap-provazione finale. L’Unione Europea ora dovrà approvare l’uso della Stevia come additivo alimentare. Questo procedimento potrebbe protrarsi per un anno o più a secondo di quanto pres-sano le aziende produttrici (!).

La Francia è l’unico paese che non dovrà attendere, infatti il governo francese ha appro-vato l’uso della stevia nei cibi e nelle bevande già dal settembre 2009 per soddisfare le richie-ste della ditta Stevia Natura.

Ora non ci resta che attendere la Commissione EU.Ma non abbiamo aspettato già abbastanza?

1. http://tinyurl.com/efsa-stevia2. http://tinyurl.com/jecfa-stevia

La Stevia Rebaudiana: Un dolcificante per TUTTI!

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Non è il titolo di una nuova soap opera, ma è l’ennesimo ten-tativo di imbottire di psicofarmaci chi sta per avere o ha appena avuto un bambino, che a sua volta ne riceverà la sua dose tra-mite l’allattamento, due piccioni con una fava. Un’eventualità che potrebbe riguardarti se una nuova proposta pro farmaci venisse approvata.

Questo è business, creato ad hoc tramite i media. Basta mettere nelle news tre o quattro casi di madri che gettano il loro figlio dalla finestra, mettere in moto una delle tante asso-ciazioni di categoria (lobby), quella dei ginecologi per esempio, che fa pres-sione sui politici presentando statistiche false (arrotondate con qualche zero in eccesso), ragioni costruite, sempre ad hoc, per cui è necessario riempire di farmaci le mamme, la cosa segue gli iter burocratici, magari con procedura d’urgenza e alla fine il Ministro della Salute approva.

Fazio ci deve ancora dire com’è andata a finire con i milioni di euro che ci ha fatto spendere per i vaccini per la pandemia della suina, vaccini che tuttora vengono refrigerati (a pagamento) in celle frigorifere in tutta Italia, per poi essere smaltiti come rifiuti speciali (a pagamento) alla data di scadenza, se non troviamo qualche paese africano che ce li compri a prezzo scontato, in modo che “quegli ignorantoni del terzo mondo” possano farci da discarica biologica a buon prezzo.

Il TSO “anti-infanticidio” è un grosso business al pari di quello delle vaccinazioni. Il mercato dei vaccini obbligatori riversa i suoi veleni su milioni di bambini, più e più volte con i richiami, e moltiplicato per euro o dollari, rende felici gli azionisti delle multinazionali farmaceutiche.

Nel mondo l’obbligo vaccinale si sta estinguendo, noi italiani siamo fra gli ultimi, probabilmente siamo più duri di compren-donio, o forse fra i nostri politici e le lobby ci sono interessi più consolidati che in altri paesi. Ci sono già alcune regioni che hanno tolto l’obbligo, quindi prima o poi le vaccinazioni diventeranno facoltative in tutta Italia. Le mamme, milioni di mamme costi-tuiranno il nuovo mercato che si affiancherà a quello delle vacci-nazioni, che comunque continuerà, perchè la disinformazione e il terrorismo vaccinale sono comunque diffusi.

Il network farmaceutico ora cerca di dare inizio a un nuovo settore di mercato, quello delle mamme, imbottendole di psico-farmaci che hanno nella lista degli effetti collaterali la “possibile insorgenza di pensieri omicidi e suicidi” così anche chi non avrebbe mai di suo tali pensieri, dopo la somministrazione di psicofarmaci avrà un bel da fare a cercare di fermarli mentre gli girano per la testa lottando contro un forte impulso a tradurli in azione. Quelli che non sono riusciti a trattenersi, durante l’arre-sto, quando non hanno posto fine anche alla loro vita, dichiarano sempre che era più forte di loro, dovevano farlo, quei pensieri non li lasciavano in pace. Ed è la verità, ma nessuno indaga mai sugli psicofarmaci al punto da far pensare che vi siano disposi-zioni in tal senso.

C’è anche da dire che la causa del pro-blema di una madre che cerca di soppri-mere il suo bambino non è da ricercarsi propriamente nel fatto che abbia partorito, ma a problemi che la persona stessa ha già, a prescindere dal parto.

Alcune di quelle madri, prima ancora di partorire, erano in cura da uno psichiatra o da uno psicologo e quando parli di cura in questo contesto stai parlando di sommini-strazione di psicofarmaci. Psicofarmaci che fra gli effetti collaterali includono “probabile insorgenza di pensieri suicidi ed omicidi”. Quindi anche una madre che normalmente non farebbe mai nemmeno un graffio al suo bambino potrebbe trasformarsi in un’infan-ticida se si manifestassero quel genere di impulsi provocati da psicofarmaci che sta prendendo per “curare” per esempio una depressione preesistente al parto.

La cronaca è piena di stragi familiari, in passato ho cercato di raccogliere tutti i casi per farne un articolo, ma non ho con-tinuato, faccio fatica a fare gli aggiornamenti, dovrei tenere un database solo per quello.

La maggior parte delle persone responsabili di quelle stragi prendeva psicofarmaci con i suddetti effetti col-laterali. Ma uno psichiatra vi dirà che la persona aveva già quel genere di turbe e istinti omicidi prima ancora di prendere i farmaci, nonostante vi siano studi che confermano che sono i farmaci la causa. Quando poi chi ha commesso tali delitti viene condannato e finisce in un manicomio criminale, la “cura” continua. Con psicofarmaci ovviamente, il business continua.

Il TSO per la depressione post-par-tum si rivela un fattore che può creare il problema che cerca di “curare”, sempre fra virgolette, perché i farmaci non hanno mai guarito alcunché.

Non c’è alcuna intenzione di prevenire, ma solo di vendere farmaci, la pagina più accessibile dei siti delle case farmaceutiche è quella delle statistiche dei milioni, anzi miliardi, di dollari/euro fatturati.

Le pressioni sono forti. Alle obiezioni, come il fatto che non si può applicare la stessa legge usata per calmare un pazzo furioso con dei punturoni da lobotomia chimica, rispondono con la pro-posta di emendamenti alla legge 180 che la addolciscano per adattarla all’atmosfera dei nastrini rosa e azzurri.

Questo significa che un giorno si potrebbero aggiungere altri emendamenti alla legge 180 anche per risolvere, per esempio, il bullismo nelle scuole, o per dare una calmata alla folla che si presenterà agli sportelli delle banche per avere indietro i soldi che non ci saranno più, o qualsiasi altra situazione che questa società in declino sta generando.

Questo che stanno cercando di fare è qualcosa che porterà passo dopo passo, in modo molto soft, a una incredibile riduzione della libertà individuale. Di fatto è un attentato alla nostra libertà.

Il problema non è il parto, ma il fatto che gli esseri umani oggi vivono in una società in cui stili di vita insostenibili rendono insta-bili gli individui, senza meta e confusi dal mare di disinformazione in cui sono immersi.

La maggior parte delle persone non sa nemmeno perché si trova su questo pianeta e nemmeno se lo chiede, semplicemente vive spinta da stimoli che provengono da ogni parte senza valu-tare se seguirli sarà a proprio beneficio o meno. Questo porta le persone a vivere insoddisfatte e spesso depresse e in questo mondo grigio c’è posto anche per una madre che uccide il suo bambino. E le case farmaceutiche hanno un ruolo determinante nel creare questa situazione globale e lo fanno tramite l’establi-shment medico-farmaceutico.

Ci sono diversi siti finanziati dalle case farmaceutiche, diversi appartengono a delle onlus, che si propongono come consulenti

per la sindrome post parto, sono “fami-liari”, non farti fregare, sono fatti per por-tarti ad imbottirti di psicofarmaci. Questo vale anche per chi ritiene di essere arri-vato all’ultima spiaggia: gli psicofarmaci danno il colpo di grazia.

Il TSO toglie alla persona tutti i diritti. La proposta include un assistente che con-trolla 24 ore su 24 che la madre non faccia male al bambino e deve vivere fianco a fianco fino a completa guarigione dalla sindrome post-parto. Avrebbe poteri di signore-padrone.

I medici che hanno intrapreso strade differenti a quella della prescrizione di far-maci e che non hanno accettato compro-messi con il giuramento di Ippocrate sono rari e vanno stimati e aiutati a portare avanti quella che per loro è una missione.

Trattamento Sanitario Obbligatorio (Legge 180) per le neo-mamme

Rischio di aborto:

Una ricerca pubblicata dal Canadian Medical Association Journal afferma

che prendere antidepressivi durante la gravidanza aumenterebbe il rischio di aborto spontaneo di più di due terzi, nei casi estremi, quando ci si trova di fronte all’assunzione di un mix di anti-

depressivi la probabilità raddoppia....

Le analisi hanno dimostrato che il rischio di aborto cresceva fino al 68 per cento se si assumeva un solo inibito-re della ricaptazione della serotonina, mentre aumentava del 100 per cento con l’assunzione di più antidepressivi.

http://tinyurl.com/ad-abortions... continua

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Non possiamo permettere che tali pro-poste passino, tantomeno emendamenti alla legge 180. Anzi la legge 180 dovrebbe essere abolita.

La legge 180 applicata alle mamme,

emendata o meno si presterebbe

sempre ad abusi

E’ necessario avere un po’ di lungimi-ranza per capire l’intero disegno:

Le mamme possono venire costrette a prendere farmaci o perdere i loro figli. Infatti potrebbero venire considerate come irresponsabili e quindi i loro figli portati via e affidati alle istituzioni. Non è difficile convincere una madre: “Ti conviene prendere le pillole, sai altrimenti se non vuoi curarti, come fai a seguire i bambini, poi gli assistenti sociali questo lo devono scrivere sul rapporto... se poi ti portano via il bambino...” Pensi che non ci siano persone che arriverebbero a dire queste cose a una madre? Allora non conosci il mondo.

Alcune donne con depressione non rispondono ai farmaci e molte risolvono quello stato ansioso semplicemente con l’assun-zione di integratori, vitamine e minerali e parlando con persone amiche e di fiducia.

Depressione e ansia possono insorgere durante la gravidanza, causate dall’alterazione ormonale indotta da un’alimentazione con carne e prodotti animali provenienti da allevamenti inten-sivi. Non esiste antidepressivo, o qualsiasi farmaco, che sia stato dimostrato di uso sicuro per la donna in gravidanza. Molti far-maci mettono anche a rischio il sano sviluppo del feto

Negli Stati Uniti ci sono centinaia di cause legali in atto per danni e morte di neonati attribuibili all’impiego di psicofarmaci durante la gravidanza. In Italia, che io sappia, non ce ne sono, perché l’informazione viene tenuta nascosta e nessuno indaga in tal senso.

Mancano ricerche sulla sicurezza dei farmaci sul feto e sui bambini durante l’allattamento. Mentre è vero che è stato

riscontrato che i bambini sono drogati dai farmaci assunti dalla madre.

Lo screening “preventivo” erroneamente scopre gravi malattie mentali inesistenti e madri sane vengono forzate a prendere far-maci che possono danneggiare anche i loro bambini.

Questa proposta è barbara, metterla in atto va considerato un crimine contro l’umanità.

Una scienza che pensa di risolvere pro-blemi che turbano un individuo legandolo o praticandogli la lobo-tomia chimica non è di nessuna utilità.

Il trattamento sanitario obbligatorio per le future e neo mamme se approvato creerà un ulteriore disastro degno della stupidità di chi mira al profitto indiscriminato. Significa psichiatrizzare l’uomo fin nel grembo materno facendogli assorbire gli psicofarmaci dati alla madre, e poi come neonato, tramite un latte con psicofarmaci. Perché qualche lobby legata all’industria alimentare proporrà di porre “obbligo del latte in polvere per madri in TSO”.

Ricorda che la maggior parte dei presidenti delle case farma-ceutiche ha una vita longeva. Non prendono ciò che consigliano al resto del mondo, si nutrono di alimenti biologici e ricorrono alle cure alternative quando ne hanno bisogno.

di Luciano Gianazza www.medicinenon.it

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Di Barbara Boniardi

L’8 Maggio presso l’Aula Magna dell’Uni-versità di Bologna si è tenuto un incontro tra i medici e i farmacisti che attuano il Metodo Di Bella con lo scopo di fare il punto della situazione.

Io ero presente e da quanto emerso risulta chiaro che è in atto una vera e propria dittatura terapeutica con il con-trollo, da parte di chi sta ai vertici, di tutto il mercato farmaceutico.

Interessante la testimonianza di un oncologo neo-pensionato che ha fatto luce su come si svolge l’assurdo protocollo nei reparti di oncologia del nostro Paese e le intimidazioni cui sono sottoposti i medici che non si attengono scrupolosamente a tale protocollo.

I medici che hanno scelto di esercitare la loro professione per curare le persone dal cancro (non è così scontato purtroppo che tutti abbiano questa finalità) non possono rimanere inermi nel constatare il pressoché totale fallimento da parte dell’oncologia ufficiale (che impiega la chemioterapia) pertanto cercano di per-correre altre strade.

Secondo dati scientifici ufficiali, documentati e verificabili, non quelli mediatico-televisivi, oggi la guari-gione degli ammalati oncologici nei tumori solidi, è indissolubilmente, uni-camente e interamente legata al suc-cesso della chirurgia, ma questo dato è totalmente censurato nelle statistiche oncologiche diffuse al pubblico.

Una delle massime e più note riviste scientifiche, Lancet, ha pubblicato tempo fa uno studio sui tumori broncopolmonari inoperabili dal titolo: Treatment of inope-rabile carcinoma of bronchus firmato da Laing, Berry, Newman. Un gruppo molto importante di pazienti fu trattato con chemioterapia, un altro gruppo identico di controllo è stato trattato solo con far-maci paliativi; questi ultimi pazienti hanno avuto una mediana di sopravvivenza più che doppia rispetto a quelli che hanno fatto la chemio. Ma il dato non è pubblicizzato. Quando organizzano le giornate della vita e questue varie non informano la gente di questi dati, il messaggio al pubblico è molto diverso.

Secondo il più ampio e noto studio cli-nico (condotto su 220.000 pazienti, per 14 anni, e in tutte le forme più frequenti di

tumore) pubblicato da Morgan G. e AA The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5 year survival in adult malignancies sulla prestigiosa rivista oncologica Clin. Oncol il 16 dicembre 2004 (8): 549-60: la chemio su 100 ammalati di tumore, consente a due, di sopravvivere 5 anni, e all’1% 10 anni.

È bene evidenziare che secondo un criterio internazionalmente condiviso, al di sotto del 30% di risultati una cura si ritiene inutile.

Per l’entusiasmante risultato di una sopravvivenza del 2,3% a 5 anni, lo Stato Italiano spende il 32,37% dell’intera spesa farmaceutica (Rapporto dell’Agen-zia Italiana del Farmaco-Registro farmaci oncologici sottoposti a monitoraggio - Rapporto 2007, p. 5).

Il fatturato annuale in Italia della chemio è di 1.341 milioni di euro su 4.142,6 di spesa complessiva per i farmaci. La chemio rap-presenta pertanto il 32,37% della spesa di farmaci, anche se su cento ammalati con-sente solo al 2,3% di raggiungere i 5 anni di vita, dopo di che, Lopez, su “GacMed Mex, 1998, marzo-aprile, 134 (2): 145-5”, ha accertato che metà dei pazienti, soprav-vissuti a cinque anni, nel lungo termine muore per tumore. È documentata anche l’inaccettabile percentuale di mortalità da chemio denunciata da un’agenzia della Reuters Healt (Wesport, CT 2001-05-17): Unexspected high mortality rated associa-ted with chemoterapy regimen (“Non ci si aspettava un tasso di mortalità così elevato associato ai protocolli chemioterapici...”).

E’ IN ATTO UNA DITTATURA TERAPEUTICA

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LETTURE CONSIGLIATE

Il dato è confermato dalla pubblicazione di Gerrard [Br. J. Cancer, 1998, giugno 77 (12) 281-5] con l’11% di decessi, non causati dal tumore ma unicamente da chemioterapia in alcuni proto-colli oncologici relativi a malattie linfoproliferative.

Ho avuto modo di parlarne nei miei convegni e di scrivere un articolo (ved. Scienza e Conoscenza n. 27) sul Metodo dello scomparso prof. Luigi Di Bella, ma da poco ho appreso la reale grandezza di questo meraviglioso uomo, che a suo tempo era stato anche proposto per il Premio Nobel, (a breve potrete leggere nella sua biografia che sta per essere pub-blicata, anche la vicenda del Nobel).

Da diversi anni a continuare l’opera del professore è suo figlio, il dottor Giuseppe Di Bella, insieme al fratello Adolfo.

Ammiro molto il dott. Giuseppe Di Bella il quale ha il grande merito di aver reso inattaccabile scientificamente il Metodo messo a punto da suo padre (pubblicando sulle riviste internazionali i risultati della sua applicazione); è una persona di grande umanità e umiltà, disposto ad ascoltare e a confrontarsi con i colleghi (perché sempre a differenza di molti, crede nella sinergia che porta a migliorare continuamente). Le pressioni che riceve continuamente sono davvero troppe da parte di coloro che temono di dover ammettere che il vecchio professore ci aveva visto giusto. Quali altri motivi ci potrebbero essere per un tale accanimento? Perché un libero cittadino non può scegliere come curarsi?

L’azione mediatica volta a scredi-tare il Metodo presso l’opinione pub-blica è stata creata magistralmente, come sapete, con quella assurda farsa che è stata la sperimentazione del 1998 ad opera del ministro Bindi.

Ancora oggi, gli attacchi più virulenti, vengono (non a caso) da quei giornali finanziari così contigui alle multinazionali, come il Sole 24 ore.

Perché impedire che i prodotti del MDB vengano dispensati dal Servizio Sanitario Nazionale costringendo i pazienti a pagare cifre così elevate da indurli a desistere dal continuare la Terapia, oppure costrin-gendoli ad andare all’estero per curarsi? Perché è stato posto un divieto ai medici che lavorano in ospedale di prescrivere i farmaci del Metodo Di Bella qualora i pazienti lo richiedano?

Il 16 Gennaio scorso si è tenuto nella Repubblica di San Marino un interessantis-simo Congresso dal titolo “Terapia Biologica nelle malattie neoplastiche e degenera-tive”. Il Congresso ha voluto, oltre alla presentazione di dati scientifici e clinici, lanciare un segnale, informare

documentare e sensibilizzare sul cre-scente, inarrestabile e avvilente asser-vimento della medicina al profitto, nell’inerzia e nella totale disinforma-zione della gente, tenuta all’oscuro da un controllo capillare e da una censura ferrea dell’informazione.

Alcuni giornalisti che hanno assistito al Convegno hanno scritto gli articoli, ma i direttori li hanno regolarmente cestinati. Lo stesso dicasi riguardo al Convegno di Milano del 2005. La censura ferrea sul Metodo Di Bella è di una evidenza clamorosa!

Si è arrivati al punto che il medico non può prescrivere mutualistica-mente, una serie di prodotti essenziali per la vita del paziente neoplastico, costretto a spese insostenibili , dopo aver pagato come contribuente il diritto alle erogazioni di farmaci essenziali per la sua vita. Non solo, ma ultimamente al medico libero professionista [non inquadrato in enti pubblici, e pertanto soggetto alle linee terapeutiche imposte da commis-sioni ministeriali di carica politica] viene fatto divieto di prescrivere anche a paga-mento e su ricettario libero professionale, farmaci essenziali e spesso urgenti per la vita come i fattori di crescita dei globuli rossi o dei globuli bianchi, che può prescri-vere unicamente il medico inquadrato o convenzionato secondo linee ministeriali.

La Repubblica di San Marino era l’unico luogo dove la Terapia Di Bella veniva ero-gata gratuitamente. Due settimane dopo il congresso, è stata rapidamente organiz-zata una conferenza del Prof. Veronesi a San Marino. Oggi il Metodo Di Bella non è più erogato dal governo di San Marino ed è venuta meno in questa Repubblica la col-laborazione di qualche illustre personalità che aveva dato disponibilità a sostenere il MDB. Se l’obiettivo reale dei circoli di potere che gestiscono la medi-cina e il cancro fosse effettivamente la ricerca di un’efficace terapia del cancro, e non il costante incremento del fatturato delle multinazionali, non si sarebbero imposte da parte di com-missioni ministeriali di carica politica, linee guida e prontuari vincolanti e in gran parte inefficaci.

Questa dittatura terapeutica umilia la libertà del medico di prescrivere secondo scienza e coscienza, disattende e ignora in gran parte le evidenze scientifiche reperi-bili nelle banche dati medico scientifiche mondiali, il Giuramento di Ippocrate, il Codice Deontologico formulato dalla Conferenza Internazionale di Helsinki sulla etica medica, la Codificazione Internazionale della Medicina Basata sull’Evidenza (EBM, pubblicata da Rosemberg sul BMJ). Il medico non solo può, ma ha il dovere morale, umano,

professionale, di applicare in ogni singolo caso e circostanza, il farmaco meno tossico e più efficace, e nes-suno Stato, Commissione, Comitato, Agenzia, politico o burocrate ha il diritto di impedirlo.

Questa dittatura terapeutica ignorando una parte rilevante delle indicazioni clini-che certificate dalla ricerca, vanifica quella ricerca stessa di cui ciarlano continuamente e ossessivamente per questue di finanzia-menti, e che poi ignorano creando una grave ed evidente frattura tra ricerca e clinica.

Ci sono indubbiamente altri modi per curare il cancro (come ho dimostrato al primo Convegno di Medicina Integrata del 2006) ma il Metodo Di Bella è, secondo me, uno dei migliori e ritengo vada soste-nuto in tutti i modi.

Di seguito potete trovare tutti i riferimenti utili:

Nella sezione “in evidenza” del sito www.metododibella.org in prima pagina, sono scaricabili tutti gli atti del congresso di S Marino e i video. Su You Tube clic-cando “Metodo Di Bella” compaiono una serie di video, il più interessante dei quali è l’intervista al Prof. Peter Freybergh, emi-nente ricercatore e clinico, noto a livello internazionale, sulle basi scientifiche e le indicazioni cliniche del MDB. Per compren-dere la strategia delle varie commissioni ministeriali , la creazione di “Prontuari e Linee guida” vincolanti per i medici, è utile leggere l’articolo della Prof.ssa Marcia Angell (http://tinyurl.com/dibella-cf) (Varie- The New York Review of Books, vol. 56 n.1, del 15 gennaio 2009).

Oltre ai seguenti:

Chemio: lo stato dell’arte... (negli USA !)http://tinyurl.com/chemio-usa

I Bin Laden dell’oncologiahttp://tinyurl.com/binladen-onc

La logica del profitto contro la razio-nalità terapeuticahttp://tinyurl.com/logica-profitto

Il Metodo Di Bella: conferme cliniche, razionale, meccanismo d’azionehttp://tinyurl.com/metodoDB

Sperimentazione MDB - Evidenze scientifiche e conferme clinichehttp://tinyurl.com/evidenzieMDB

Visto il totale fallimento delle attuali cure e la vastissima documentazione scien-tifica sull’efficacia della Somatostatina, si stanno raccogliendo firme (ormai prossime alle 100.000) affinché la Somatostatina sia erogata in fascia A per tutte le neoplasie.

Barbara [email protected]

Un po’ di verità sulla terapia Di Bella di Vincenzo Brancatisano

L’arroganza e l’incompetenza dei politici, l’ostili-tà dei baroni della medicina, le “anomalie” della sperimentazione, gli interventi della magistra-tura, le statistiche gonfiate. Gli obiettivi: fare chiarezza e rendere la terapia disponibile nel pieno rispetto delle modalità messe a punto dal Professor Luigi Di Bella.http://tinyurl.com/verita-dibella

Il Metodo Di Bella - Seconda Edizionedi Giuseppe Di Bella

Un’analisi divulgativa ma scientifica dei vari componenti del metodo Di Bella a cura del figlio del celebre professore di Modena. Pregi e virtù di melatonina, somatostatina, retinoidi, vitami-ne e bromocriptina per una guarigione a misura d’uomo.

http://tinyurl.com/metodo-dibella

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Attenzione al Fluoro: si avete capito bene, FLUORO, quel “fan-tastico” ingrediente aggiunto nelle gomme da masticare, nel den-tifricio e ahimè presente naturalmente nelle nostre acque [1]. Ma questo evidentemente non è abbastanza, in Italia sta ritornando un pericolo che credevamo fosse ormai scampato: negli ultimi anni un numero crescente di pediatri consiglia la fluoroprofilassi ai bambini di appena pochi mesi ignorando gli effetti collaterali dimostrati da moltissimi studi internazionali.

Ma poi, mi spiegate perché sommini-strano fluoro ai neonati che di denti non ne hanno ancora neanche uno?

Ma qualcuno glielo ha spiegato a que-sti dottori che il fluoro svolge una lie-ve azione anticarie solo in piccolissime quantità applicate localmente? Il fluoro, se ingerito è tossico per gli adulti figuria-moci per i bambini, tant’è vero che per legge i dentifrici contenenti tra lo 0,1% e lo 0,15% di fluoruro devono riportare obbligatoriamente in eti-chetta la dicitura “Controindicato nei bambini”. Secondo un con-trollo del Codacons [2], questa regola in Italia non viene rispettata da tutti i produttori mettendo a rischio la salute dei bambini.

Nell’Ottobre 2009 il Codacons inviò una richiesta scritta all’Istituto Superiore di Sanità per avere delucidazioni sia su quei dentifrici che non riportano le avvertenze sulle confezioni, sia sulla dubbia sicurezza del Fluoro per la salute degli adulti e dei bambini [3]. Al momento il Codacons mette in guardia sull’uso del fluoro vediamo perchè.

Gli effetti collaterali del Fluoro

Di recente una rassegna del Toxicology Journal ha riportato alla luce i rischi del fluoro nelle acque soprattutto per i bambini [4]. In Irlanda nel 2006 uno studio ha rivelato un aumento del 700% dei casi di fluorosi dentale dal 1984. Un dato allarmante per un paese che immette fluoro nell’acqua potabile. Un bambino su tre soffre di fluorosi dentale di forma più o meno grave all’età di 15 anni. La fluorosi dentale si manifesta con denti screziati, decolo-rati, macchiati fino a significative erosioni dello smalto stesso e i danni aumentano con il tempo.

Fortunatamente, l’Italia è uno dei paesi europei che ha deciso di non immettere fluoro nell’acqua potabile, ma questo non vuol dire che siamo salvi, la fluorosi dentaria è conseguenza dell’in-gestione in qualunque forma del fluoro, dunque anche in com-presse, gocce ecc.

Come se non bastasse, il fluoro non causa danni solo a livello dentale ma potrebbe causare problemi alle ossa (cancro o ri-dotta resistenza), al sistema nervoso e ai reni. Studi scientifici dimostrerebbero che il fluoro può essere neurotossico anche per il feto a dosaggi considerati sicuri per la madre. Dopo la nascita, il bambino può manifestare un ridotto quoziente intellettivo e alterazioni comportamentali.

Un importante dato da tenere in considerazione è il fatto che il fluoro è stato brevettato intorno al 1896 come topicida e in seguito come insetticida [5]. Insomma, il fluoro è un sale velenoso, usato per uccidere insetti di tutti i tipi ed i ratti da oltre 200 anni. Voi vi fidate ad usarlo? Vi fidate ad esporre i vostri figli a questo pericoloso veleno?

Per concludere non posso fare altro che citare il Dott. Francesco Perugini Billi:

“Non somministrate ai vostri figli i supplementi di fluoro con-sigliati per la profilassi della carie, potrebbero essere dannosi. Che la mamma in gravidanza curi bene la propria alimentazione, anzi che la curi molto prima di concepire. Nei cibi, quelli buoni, quelli più vicini a come la Natura li offre, non manipolati dall’in-dustria alimentare, c’è tutto quello di cui l’uomo ha bisogno. Una buona alimentazione, la vita all’aperto, la luce del sole, l’attività fisica, il giusto riposo e la serenità mentale sono tutti fattori che concorrono al benessere del corpo e quindi anche dei denti. Una corretta, ma non ossessiva igiene dentale fa il resto. Per quanto riguarda la profilassi nel caso di persone particolarmente sog-gette a carie (per tendenze costituzionali, per mal nutrizione, per concomitanti malattie croniche, ecc.), vi sono ottimi prodotti naturali, che funzionano bene e soprattutto non intossicano.”

Lettura consigliata:

Non date integratori di fluoro ai vostri bambiniArticolo del Dott. Francesco Perugini Billi con una ricca bibliografia:http://tinyurl.com/39xt8f4

Fonti:[1] http://tinyurl.com/acqua-pot[2] http://www.aamterranuova.it/article3896.htm[3] http://www.codacons.it/articolo.asp?idInfo=119428[4] Fluoride risks to children in Ireland highlighted by new review in Toxicology Journal http://tinyurl.com/33fnqux[5] http://www.fluoride-history.de/p-insecticides.htm

FLUORO: Non fatevi fregare!

L’alleanza per la salute naturale (ANH) con sede in Inghilterra e in USA chiama i consumatori di integratori a partecipare alla sua campagna di contestazione del-la burocrazia europea. I funzionari della Commissione si accingono a dare il via a nuove regole sui prodotti naturali, secon-do le leggi europee che prevedono un re-golamento ma non ne specificano i detta-gli. Saranno infatti i burocrati a dirci quali nutrienti e a che dosaggi saranno disponi-bili in un futuro mercato unificato.

Era una colazione di lavoro organizzata dalla eurodeputata irlandese Marian Harkin, la cornice per un incontro diretto tra l’ANH e alcuni dei burocrati più vicini alla spinosa questione di come esattamente limitare la

disponibilità di integratori e dell’informazio-ne sui loro effetti salutari “a protezione dei consumatori”. Se vi pare un controsenso limitare dosaggi e composizione e perfino l’informazione disponibile sugli integrato-ri vitaminici, non siete gli unici. Circa un terzo degli Italiani infatti presta attenzione alla nutrizione e alle volte ricorre all’inte-grazione di certi nutrienti.

Il dottor Verkerk, parlando per l’ANH, contestò a Basil Mathioudakis della Com-missione e al prof Kass dell’autorità euro-pea per gli alimenti (EFSA) che le restrizioni previste su nutrienti vitaminici e altri pro-dotti naturali avranno effetti deleteri sulla libertà di scelta dei consumatori e la pro-fessione di naturopati ed erboristi. L’effetto finale: un netto peggioramento della salute pubblica e un duro colpo alla prevenzione delle malattie attraverso la nutrizione.

Tre sono gli sviluppi legislativi principali contestati dal dottor Verkerk: la proposta di limitare i massimi di dosaggio per vitamine e minerali, il sistema di regi-strazione farmaceutica per ‘medicinali a base di erbe’ e infine il regolamento sul-le indicazioni circa le proprietà saluti-stiche degli alimenti.

I funzionari europei si trincerarono die-tro l’inevitabilità delle leggi che dovranno essere applicate, quasi che non impor-tasse loro quali ne potrebbero essere le conseguenze. La confusione tra la legge passata sotto una forte spinta delle lobby farmaceutiche e l’obiettivo di una salute pubblica migliore è pressoché totale. Ma forse un piccolo seme di dubbio esiste nella mente di chi sta elaborando quelle regole. Il signor Mathioudakis, infatti, a un certo punto diceva che “per adesso le leggi sono quelle che sono, ma in 15 o 20 anni, la prossima generazione forse avrà una legislazione diversa”.

Non siete d’accordo che aspettare un’in-tera generazione sia una buona idea? At-tivatevi presso politici e amministratori di vostra conoscenza che proteggono un pa-radigma medico/farmaceutico inefficace e ormai superato, per porre fine alla distru-zione della via naturale.

La facoltà di scegliere come curar-si è un diritto di tutti.

Fonte: ANH - Alliance for Natural Health http://tinyurl.com/anh-brussels

Integratori: ANH contesta funzionari europei

Dott. Rovert Verkerk e Marian Harkin

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Canada - zona dei grandi laghi. Le api continuano a sparire mi-steriosamente. Il collasso delle colonie delle api sembrava rallen-tare l’anno scorso. Questa primavera la grande sorpresa - l’api-coltore Charlie Vorisek ha scoperto che 60 dei suoi 100 alveari erano vuoti - le api non avevano sopravvissuto all’inverno. Non è un caso isolato. Un’indagine tra gli apicoltori della zona ha fissato la quota di perdita al 66%, secondo un’articolo su GoErie.com. Nel 2008, una indagine simile aveva riscontrato perdite del 36%, mentre nel 2009 la situazione sembrava migliorare - la mortalità invernale era scesa al 30%.

“Le perdite quest’anno sono state devastanti” diceva Vorisek. “Ero pronto a perdere qualche alveare, ma non mi aspettavo questo.”

Un’apicoltore amatoriale della stessa zona è stato colpito ancora più duramente. John McKellop ha sostenuto la perdita quasi totale delle sue api: aveva 93 colonie all’inizio dell’inverno del 2009. In primavera ne trovava appena 3.

La causa di morte continua ad essere incerta. Si parla di virus, parassiti, alimentazione povera, pesticidi e altri veleni utilizzati in agricoltura. In Italia, il pensiero comu-ne sembra essere che i nicotinoidi, pesticidi particolar-mente tossici per tutti gli insetti, siano la causa della moria delle api pollinatrici. In verità, è probabile che, la colpa sia di una combinazione di questi fattori.

Un nuovo studio in India invece dà la colpa del-la decimazione delle api alle microonde. Secondo il giornale inglese The Telegraph, alcuni ricercatori dell’università di Chandigarh in Punjab hanno sco-perto che “le radiazioni dei telefonini sono un fattore chiave nella morte delle api perché interferiscono con la loro capacità di navigazione.”

L’esperimento degli scienziati indiani si basava sulla compa-razione del comportamento e della produttività di due alveari, uno dei quali corredato di due telefonini attivati per un periodo di appena 15 minuti al giorno. Sul secondo alveare erano invece stati installati degli apparecchi inerti. Dopo tre mesi, la popola-zione dell’alveare con i telefonini era ridotta in modo drammatico, e il numero delle uova depositate dall’ape regina era dimezzato rispetto al controllo precedente. Le api inoltre smettevano di produrre miele. In drammatico declino anche le api lavoratrici che tornavano all’alveare.

Ved Prakash Sharma e Neelima Kumar, gli autori dello studio pubblicato in Current Science, scrivevano: “L’aumento dell’uso di apparecchi elettronici è causa di inquinamento elettrico nell’am-

biente. La biologia e il comportamento delle api sono colpite dall’elettrosmog che causa uno squilibrio della magnetite presente nel loro cer-vello che le aiuta nella navigazione. Abbiamo confrontato il comportamento delle api nelle co-

lonie colpite dalla radiazione cellulare con quelle non colpite.

Si è osservato un declino significativo nella popola-zione della colonia e nella produzione di uova della regi-

na. Il comportamento delle api foraggianti esposte è sta-to colpito in modo negativo a causa dell’esposizione. Alla

fine dell’esperimento la colonia non conteneva né miele né polline.”

Fonti:

http://tinyurl.com/goerie-apihttp://tinyurl.com/telegraph-api

La tragedia delle api: indebolite dalle microonde dei telefonini?

“Si è riunito il 18/06/2010, a palazzo Marini, il gruppo di lavoro sulle amalgame dentali, al quale sono intervenuti medici, biologi, rappresentanti di associazioni come AIOB, AMICA, SOSutenti, e altre”. Così l’On. Scilipoti in riferimento al problema delle ot-turazioni dentali in amalgama. “Entro pochi giorni il gruppo predisporrà un documento informativo dei rischi connessi all’amalgama dentale per consentire ai cittadini di effet-tuare scelte consapevoli per la propria sa-lute, visti i rischi che l’uso del mercurio in odontoiatria comporta anche per gli stessi dentisti, gli assistenti alla poltro-na e per chi le ha in bocca”. Continua il deputato di Italia dei valori: “Senza dimenti-care l’impatto devastante che il mercurio ha sull’ambiente e sulla salute, per la contami-nazione delle acque, dell’aria e dei prodotti di cui ci alimentiamo”. “Il gruppo sostiene la necessità di mettere al bando, quanto prima possibile, questo materiale. La proposta di legge che ho recentemente presentato alla Camera per la messa al bando dell’amalga-me – conclude l’On. Scilipoti (IDV) – si pone nella direzione indicata dai Paesi Nordici nella prima conferenza del Programma Am-bientale delle Nazioni Unite, che si è tenuta nei primi di giugno a Stoccolma e anticipa quanto proposto all’incontro di Bruxelles sul-le strategie comunitarie sul mercurio”.

On. Domenico Scilipoti

Qui la proposta di legge presentata dall’On. Scilipoti:http://tinyurl.com/scilipoti

Eppure qualcosa si muove...

Aspartame: sotto accusa per la salute in quanto potrebbe essere cancerogeno.

ROMA - Provvedimenti a tutela del-la sicurezza e a garanzia di eventuali rischi per la salute in considerazione della sempre maggiore diffusione del dolcificante artificiale aspartame. Li sollecita Tomaso Zanoletti del Pdl in un’interrogazione presentata al Sena-to giovedì 4 febbraio 2010. L’asparta-me è un dolcificante artificiale a basso contenuto calorico, utilizzato in molte diete e consumato nel mondo da ol-tre 200 milioni di persone e presente in vari prodotti, fra i quali bevande light, gomme da masticare, dolciumi, caramelle, yogurt, farmaci, in parti-colare sciroppi e antibiotici per bam-bini. Il suo potere dolcificante è 200 volte maggiore di quello dello zucche-ro, motivo per cui ne sono necessarie piccole quantità per dolcificare cibi e bevande. Secondo Zanoletti “sembra provato scientificamente che l’aspar-tame si trasformi in sottoprodot-ti pericolosi per i quali non esistono contromisure naturali” e lo stomaco vuoto di una persona a dieta accele-ra queste conversioni e ne amplifica i danni.

Inoltre - si legge nell’interrogazio-ne - un esperimento della fondazione europea di oncologia e scienze am-bientali “Ramazzini” di Bologna, con-

dotto secondo pratiche di laboratorio correntemente in uso, ha dimostrato che l’aspartame è un agente cance-rogeno, in grado di indurre tumori maligni nei ratti, anche a dosi am-messe per l’alimentazione umana. I risultati dello studio “hanno mostrato che l’aspartame induce un aumento statisticamente significativo, dell’in-cidenza di linfomi e leucemie maligni del rene nei ratti e che tale aumento statisticamente significativo è stato osservato anche con dosi inferiori a quelle ammesse per l’uomo dalla nor-mativa vigente (50-40 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo)”. Anche secondo l’Agenzia interna-zionale di ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità, i risultati dei saggi sperimen-tali condotti sui roditori non escludo-no rischi cancerogeni per l’uomo. Per Zanoletti appare dunque “prudente, da parte delle istituzioni preposte, un urgente riesame dei livelli di assun-zione permissibili dell’aspartame” e utile inoltre promuovere ulteriori stu-di, per avere informazioni scientifiche sempre più chiare ed approfondite.

Davide Pappalardowww.superabile.it/

Interrogazione Parlamentare di Tomaso Zanoletti:

http://tinyurl.com/zanoletti

ASPARTAME, UN DOLCIFICANTE “A RISCHIO”Tomaso Zanoletti, senatore del Pdl, ha presentato un’interrogazione

parlamentare.

GRAVI I DANNI CAUSATI DAL MERCURIO CON LE OTTURAZIONI

DENTALI IN AMALGAMA.

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“Lei non potrà mangiare mai più né pane né pasta”

Sono celiaco e a 40 anni il mio fisico ha iniziato a rifiutare di punto in bianco il glutine. Non lo vuole, lo rifiuta, non ne può più. Ha detto basta.

Se tempo fa mi avessero detto che un signore in camice bianco un giorno mi avrebbe rivolto quella frase probabilmente mi sarei immaginato chissà quale trauma.

Non solo non c’è stato trauma, ma ho iniziato a pormi domande che mi hanno guidato in un percorso di ricerca che ha por-tato alla luce una situazione ai miei occhi incredibile.

E’ bastato poco per venire a conoscenza di un dato inquietante: trenta anni fa i celiaci in italia erano uno su 3000 circa, oggi si stima un celiaco ogni 100 italiani.

Un dato impressionante che viene spiegato uffi-cialmente con l’aumento della capacità diagno-stica della medicina moderna.

Il caso vuole che proprio trent’anni fa il pro-fessor Mugnozza creò una varietà partico-lare di grano duro ottenuta bombardando con i raggi gamma il grano Cappelli al fine di accorciarne il fusto per aumentarne la resa (nanizzazione), ed incrociandolo con una varietà americana: il grano duro ottenuto si chiama grano creso[1] ed è oggi presente in moltissimi alimenti di uso comune che compri nei supermercati e nei negozi (pasta, pane, pizza, salami, capsule per medicine ecc).

Non esiste una legge che obblighi i produttori ad indicarne la presenza negli alimenti, pertanto è difficile stabilire in quale quantità2 ne ingeriamo tutti i giorni.

Riassumendo:

Negli ultimi trent’anni la celiachia in italia è passata da 1. un’incidenza di 1:3000 a 1:100

Negli ultimi trent’anni è stato introdotto l’uso di un grano, 2. chiamato creso, creato con le radiazioni ed oggi presente in moltissimi alimenti di uso comune

La medicina ufficiale spiega l’aumento della celiachia con 3. una capacità diagnostica più efficace

Qualcosa non torna: ignorare questa coincidenza non è ragio-nevole, non è … scientifico.

Scopro che qualcun altro, ben più autorevole e competente di me in materia, nutre la stessa perplessità[3];

“E’ ben noto che il frumento del passato era ad alto fusto cosicché facilmente allettava, cioè si piegava verso terra all’azione del vento e della pioggia. Per ovviare a questo inconveniente, in questi ultimi decenni il frumento è stato quindi per così dire “nanizzato” attraverso una modificazione genetica”

ed ancora

“E’ evidente la necessità di dimostrare scientificamente una differenza della composizione aminoacidica della gliadina del frumento nanizzato, geneticamente modificato, rispetto al fru-mento originario. Quando questo fosse dimostrato, sarebbe ovvio eliminare la produzione di questo frumento prima che tutte le future generazioni diventino intolleranti al glutine”

Sono le parole del Prof. Picchiai, fondatore dell’Eubiotica in Italia e primario ematologo dell’ospedale Buzzi di Milano in una intervista rilasciata alla giornalista Claudia Benfatti e pubbli-cata da AAM Terranova n°193, sulla Gazzetta di Modena dell’11 Novembre 2006.

Di fatto è forse il primo che osa collegare l’aumento della celia-chia e dell’intolleranza al glutine ad un fattore… semi-umano (l’utilizzo del grano Creso).

Ma cosa comporta l’aumento della celiachia dal punto di vista sociale ed economico?

Forse non sai che i celiaci hanno diritto ad un contributo di 140 euro al mese per l’acquisto di costosissimi alimenti senza glutine: sono 1.680 euro l’anno e non sono da buttare.

Nella mia ingenuità davo quasi per scontata la possibilità di dedurre interamente tale importo dalla dichiarazione dei redditi utilizzando le certificazioni opportune.

Invece devo presentarmi alla ASL della mia zona, dove certificarmi come “invalido” grazie alla docu-mentazione fornitami dal dottore (devo diven-tare un celiaco DOC in poche parole) per poter ritirare ogni mese un blocchetto di buoni da

utilizzare per gli alimenti senza glutine.

Scopro inoltre che gli alimenti senza glutine che possono essere acquistati in farmacia con i buoni hanno un logo (la

spiga barrata[4]) che viene concesso tramite una complessa procedura.

ASL? Buoni? Loghi brevettati? Perché tutto così complicato[5]?

Non bastava una deduzione d’imposta invece di sprecare denaro e risorse con la stampa, la

distribuzione e la gestione dei buoni?

Non sarebbe stato meglio introdurre l’obbligo per qualsiasi industria alimentare di segnalare la presenza di glutine

sulle confezioni degli alimenti? In Brasile è una legge in vigore da molti anni e l’incidenza del glutine nell’alimentazione di quel paese è molto inferiore alla nostra. Eppure non hanno bisogno di loghi registrati: quando vado al supermercato a San Paolo posso verificare in pochi istanti la presenza di glutine o meno in qualsiasi alimento perché ogni confezione per legge deve riportare la dicitura “Contiene glutine” o “Non contiene glu-tine”, altrimenti il prodotto non può essere commercializzato.

Considerando che

• potrei comprare costosissimi alimenti senza glutine usando i soldi delle tue tasse. Per esempio (un chilo di farina senza glutine può costare 8 euro).

• dovrei comprarli nelle farmacie e nei negozi convenzionati che selezionano i prodotti con il logo della spiga barrata sulla confezione

• i due terzi di questo mercato sono appannaggio delle case farmaceutiche (Il Sole 24 Ore, 20 Ottobre 2008)

mi chiedo:

chi ha interesse a trovare cause e soluzioni?

Daniele Di Gregorio

Riferimenti:

http://www.disinformazione.it/segreti_della_celiachia.htm1. http://puntodivistaceliaco.blogspot.com/2009/01/celiachia- 2.

e-grano-creso-un-processo_7243.htmlhttp://www.celiachiablog.it/post/151/grano-ogm-e-3. celiachia-

possibilehttp://www.celiachia.it/aggiornamenti/marchio.asp4. http://puntodivistaceliaco.blogspot.com/2008/11/celiachia- 5.

ticket-o-buoni-alimenti-esami.htmlhttp://www.sonoceliaco.com/news.html#416.

Celiachia, un problema molto conveniente

Aprile 2010: Trenta associazioni che si uniscono per “bloccare” l’ingresso di sementi modificate nei campi e

l’ipotetico rischio di inquinamento

Mentre si discute su Ogm sì o Ogm no, gli italiani mangiano da trent’anni pasta prodotta con grano geneticamente modificato. E mentre gli Ogm concepiti oggi dalla scienza sono frutto di

modificazioni genetiche conseguite a ragion veduta e sottopo-ste a centinaia di controlli, il Creso, questo il nome del grano gm che per anni è stato cotto nelle nostre pentole, è stato bombardato con i raggi gamma “a casaccio” per indurre muta-zioni genetiche “forzate”.

L’articolo completo: http://tinyurl.com/ogm-creso

Page 9: Cellule di feti abortiti nei vaccini: aumentano casi di autismo · Continua l’aumento dei casi di autismo e simili disordini nei bambini. Si sospet-tano come principali cause gli

Quando parliamo di scie chimiche si intende porre l’attenzione sullo strano fenomeno delle emissioni rilasciate da non ben iden-tificati aerei sulle nostre teste, sulle nostre città e campagne che non sono e non devono essere associate al normale traffico aereo o a quelle che vengono chiamate “scie di condensa” pro-vocate dal passaggio degli aereomobili in particolari condizioni atmosferiche e ancor meno a quelle emissioni che sono “mental-mente associabili” ad un motore che brucia carburante.

Per scie chimiche intendiamo quelle formazioni che riman-gono persistenti nel cielo per ore, presumibilmente composte da alluminio, bario, silice e altri materiali che possono essere compromettenti per la salute umana, per l’ambiente con il quale entrano in contatto e che oscurano il sole e il cielo cambiando letteralmente i connotati metereologici delle giornate particolar-mente colpite da questa piaga ecologica ed umanitaria.

Per ulteriori informazioni rimandiamo alla rete la lettura dei dettagli relativi a questo discutissimo fenomeno che per anni sembrava essere confinato alla ‘cerchia dei complottisti’ ma che ultimamente ha trovato eco nella comunicazione di massa.

Questa annosa diatriba, come molte altre, sta finalmente tro-vando il giusto riscontro nei media, soprattutto grazie a quelle persone che da anni dedicano la propria attenzione all’argomento cercando di denunciarlo a gran voce e informando le persone che ne sono all’oscuro. Consiglio la visione delle video interviste di Tom Bosco, Corrado Penna e Rosario Marcianò e dei loro relativi siti.

A queste persone se ne stanno aggiun-gendo altre sempre in maggior numero a supportare la causa e a chiedere che venga fatta chiarezza sull’argomento. In fondo a questo piccolo scritto troverete qualche link e riferimento.

Oltre le già numerose interrogazioni par-lamentari [1] che ci sono state in Italia e al parlamento europeo, l’argomento è recen-temente “atterrato” sulla rivista OGGI [2] con un articolo datato 14 giugno 2010 intitolato “Scie chimiche: qualcuno fa strani esperi-menti nei cieli?”. L’articolo è stato riportato sia nella versione cartacea della rivista così come nel web e la cosa in qualche maniera ci rallegra perché questa non è di certo lo stereotipo della rivista complottista, ma bensì la classica rivista che può essere trovata dal tuo coiffeur di fiducia e diffusa ad un vasto bacino di utenze. Per altro l’argomento è stato trattato in maniera abbastanza esaustiva.

Altra recente notizia, riportata dal quotidiano “La Nuova Sardegna” [3] e dal TG regionale [4], è la richiesta del segretario regionale dell’Adiconsum Giorgio Vargiu, che scrive una lettera a Napolitano [5] chiedendo espressamente che venga fatta un’inda-gine chiarificatrice sul “fenomeno scie chimiche”.

L’accorata lettera del segretario Vargiu comincia cosi:

“[...]faccio mia la preoccupazione di tanti cittadini in merito alle così dette “Scie chimiche”, scie di condensa atipiche che si formano a quote e condizioni di temperatura e umidità incompa-tibili con la formazione di normali scie di condensa.

Secondo numerose testimonianze e video reperibili in rete, queste scie sono rilasciate da aerei “anonimi” (senza alcuno stemma o sigla che li identifichi) tramite boccagli posti sulle ali.

Molti studi condotti in tutto il mondo affermano che le scie con-tengono sostanze tossiche molto dannose per l’ecosistema e la salute umana; ho letto che le analisi dell’aria rivelano un aumento improvviso di sostanze chimiche tra cui bario, piombo, quarzo, silicio e alluminio, e in alcuni casi sostanze biologiche, come glo-buli rossi essiccati (sangue secco), muffe, tossine e altro.[…]”

La lettera prosegue facendo riferimento alle numerose informazioni che sono disponibili in rete e con delle specifiche domande formulate con l’intento di ricevere delle risposte chia-rificatrici sull’argomento. Oggigiorno iniziative di questo genere sono da ritenersi importanti ed apprezzabili nel loro intento di ricevere delle risposte da chi dice di tutelarci. E’ proprio di questi giorni uno spot televisivo a cura del ministero della difesa che recita il mantra della sicurezza dicendo che non c’è niente di più importante per il cittadino che la propria sicurezza… Bhe, diciamo che essere avvelenati da sostanze deliberatamente sparse in atmosfera non rientra nel nostro concetto di ‘sicurezza’.

Abbiamo anche visto nascere comitati spontanei di cittadini preoccupati che avviando inchieste - con tanto di analisi chi-mica[6] di residui di neve in seguito al passaggio di aerei sospetti - sono riusciti a coinvolgere media regionali. E’ questo il caso di un gruppo di cittadini molisani [7] che sono riusciti a coinvolgere l’interesse di un Tg (regionale) e di un quotidiano molisano e internet è nuovamente testimone e contenitore di tutte queste informazioni. Recentemente anche la trasmissione Mistero (Italia 1) ha dedicato un paio di puntate dove si parla di scie chimiche contribuendo alla diffusione di un certo tipo di informazioni (*).

Questo genere di informazioni in realtà non è del tutto nuovo né alla stampa e né alla televisione, emblematico in tal senso è il TG di RAI 1 risalente al maggio del 2007 [8] dove il giornalista manda in onda un servizio relativo ad una parata russa dove sono stati utilizzati aerei militari per alterare le condizioni climatiche e permet-tere lo svolgimento della stessa senza che i capi di stato debbano preoccuparsi delle intemperie.

Abbiamo anche le testimonianze di due metereologi che nel bel mezzo della loro performance televisiva hanno avuto il corag-gio di denunciare pubblicamente quanto di loro conoscenza. Parliamo del meteorologo Kevin Lollis della KTVL-News [9] e del tedesco Gunther Tiersch durante le previsioni meteo mandate in onda in una TV tedesca (ZDF) [10].

Ovviamente questo genere di notizie e di preoccupazioni, dalle interrogazioni parlamentari ai giornali e telegiornali, non

riguarda solamente l’Italia e i suoi cittadini ma coinvolge anche paesi stranieri, sembra infatti che questo fenomeno sia legato alla presenza della NATO sul territorio.

E per rimanere nell’ambito militare, come ultimo riferimento informativo, anche se non meno importante, vi invito all’ascolto della radio intervista al Generale Fabio Mini [11] in merito alle Guerre Ambientali Climatiche, con il sospetto che questa terminologia verrà tristemente conosciuta da un sempre più vasto numero di persone ma con la speranza che altri si uniscano a quelle voci che chiedono ogni giorno con più forza di dare delle risposte alle domande sulle SCIE CHIMICHE. Internet è pieno di informazioni

in merito, a voi l’onere di interessarvene per la salute nostra, del pianeta e delle generazioni che verranno.

Ivan Ingrillì

REFERENZE:

Le interrogazioni sono linkate tutte sul nostro sito all’indirizzo: 1. http://tinyurl.com/laleva-scie

Scie chimiche: qualcuno fa strani esperimenti nei cieli? 2. http://tinyurl.com/oggi-scie

Scie chimiche: Vargiu scrive a Napolitano: http://tinyurl.com/scie-vargiu3. TG di Videolina del 14/06/2010, al minuto 4.40: http://tinyurl.com/scie-tg4. Scie chimiche: Il segretario regionale dell’Adiconsum, Giorgio Vargiu scrive a 5.

Napolitano: http://tinyurl.com/scie-vargiu1Screenshot analisi chimiche Inchiesta molise: http://tinyurl.com/scie-analisi6. Inchiesta sulle scie chimiche in Molise (Analisi Chimiche, TG Molise, Stampa) 7.

http://tinyurl.com/scie-moliseScie chimiche al TG1: http://tinyurl.com/scie-tg18. Scie chimiche nelle previsioni meteo su KTVL TV: http://tinyurl.com/scie-ktvl9. Scie chimiche nelle previsioni meteo Tv tedesca della ZDF: http://tinyurl.com/scie-zdf10. Un’intervista al Generale Fabio Mini sulla guerra climatica in corso: 11.

http://tinyurl.com/fabio-mini - http://tinyurl.com/fabio-mini2

ALTRE REFERENZE (*)

Interrogazione al Parlamento Europeo del 10/05/07 (deputato Erik Meijer)http://tinyurl.com/scie-pe2007Mistero Haarp scie chimiche – 2009: http://tinyurl.com/yt-haarpMistero Scie Chimiche chi controlla l’atmosfera - 2010 (diviso in due parti)http://tinyurl.com/yt-misteroGiulietto Chiesa: Chemtrail Progetto HAARP: http://tinyurl.com/yt-chiesaDi Pietro contro Signoraggio e Scie chimiche: http://tinyurl.com/yt-dipietroPiero Pelù: “Fazio, quando parli di scie chimiche?”: http://tinyurl.com/yt-ppeluFabio Volo intervista Rosario Marcianò sulle scie chimiche a Radio Deejayhttp://tinyurl.com/yt-fvoloPolimeri di ricaduta: intervista al biologo G. Pattera: http://tinyurl.com/yt-polimeriIntervista a Tom Bosco sulle scie chimiche: http://tinyurl.com/yt-tomboscoIl sito di Rosario Marcianò: http://www.tanker-enemy.com/Il dossier di Corrado Penna: http://tinyurl.com/dossier-pennaScie chimiche: servizio RTL TV (tradotto in italiano): http://tinyurl.com/scie-rtlSCIE CHIMICHE Alza la testa 1/2 http://tinyurl.com/scie-altSCIE CHIMICHE Alza la testa 2/2 http://tinyurl.com/scie-alt2

Le Scie chimiche – A che punto è l’informazione?

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Nel 1936, il Dott Antonio Egas Moniz, portoghese, praticò la prima lobotomia su un uomo. Questa tecnica consisteva nella recisione dei lobi frontali della persona, attraverso la trapanazione del cranio e la distruzione del tessuto connettivo pre-sente. Per questa tecnica, il Dott. Moniz vinse, nel 1949, il Premio Nobel per la Medicina. C’è da raccapricciare!

Distruggendo i lobi frontali, la persona non è più in grado, di fatto, di pensare e di essere persona. Risulta sostanzialmente un vegetale che, molte volte, non è nemmeno in grado di proferire parola o di riconoscere le persone, e nemmeno di un sorriso del cuore o di un moto di sentimento.

Insomma, per più di 40 anni hanno usato per curare distubi psichiatrici, una tecnica violenta, che toglie alla persona tutto, la rende incapace di comprendere qualsiasi cosa. Eppure, “scomparsi i sintomi”, la persona era considerata “guarita”.

Anche tecniche come l’Elettroshock sono da giudicarsi “barbare”. Il nome tecnico è “terapia Elettro Convulsivante” (TEC), perché consiste nel far passare nel cervello corrente elettrica, in modo da pro-vocare delle convulsioni.

Non so cosa gli psichiatri italiani Ugo Cerletti e Lucio Bini avessero in mente, quando hanno praticato per la prima volta questa tecnica su una persona, nel 1938.

Negli Stati Uniti la tecnica è stata ampiamente utilizzata verso la metà degli anni 80, perché era l’unica che permet-tesse la copertura assicurativa ospedaliera (incredibile!). Oggi è ancora utilizzata. E si dice anche che viene utilizzata in forme depressive nelle quali l’impiego di antide-pressivi, anche per diverso tempo, non abbiano ottenuto le risposte desiderate. Insomma: si fa passare corrente elettrica nel cervello, sperando che cambi qualcosa. Si provocano convulsioni nella persona per “curare”! Anche qui c’è da trasalire.

Nel Film “Un Angelo alla mia Tavola” di Jane Champion, la protagonista, presunta affetta da schizofrenia (che poi si è dimo-strato non essere vero) ha detto che, nel suo ricovero in clinica, aveva subito oltre 200 elettroshock. Le sue parole furono che di ognuno le “rimane un ricordo come di un’autentica esecuzione”.

Oggi non è più permesso praticare un’in-tervento disumano quale la lobotomia, ma non è stata ancora superata la violenza in psichiatria. Perfino uno psicofarmaco, utilizzato in modo incongruo, può avere effetti devastanti molto simili.

Basterebbe girare un pò nelle Cliniche Psichiatriche per vedere sovente persone camminare come “Zombie”, senza nem-meno rendersi conto di dove sono. Questo è dovuto all’uso di diversi farmaci, in par-ticolare, i cosiddetti “Neurolettici”, il cui nome deriva dal Greco e significa “affer-rare il Neurone”. Sono farmaci che indu-cono una diminuzione della dopamina, un neurotrasmettitore fondamentale.

La dopamina è fondamentale per diversi processi dell’organismo. Dal punto di vista mentale, è legata a tutta l’ideazione ed al pensiero logico. Quindi diminuire questo neurotrasmettitore può aiutare quelle persone che sono assalite da valanghe di pensieri, che in qualche modo li fanno stare male, magari con la sensazione che

questi pensieri possano, in qualche modo, danneggiarli, anche se sono soltanto idee. Ma tutto ciò, solo se la diminuzione dei neurotrasmettitori non è eccessiva, infatti assunti a dosi elevate, questi prodotti ren-dono la persona incapace di pensare, di formulare qualsiasi pensiero. In tal senso, la persona diviene quasi un vegetale, che non riesce a pensare a nulla.

Inoltre, la dopamina è anche respon-sabile, a livello muscolare, del movimento fluido. Il Morbo di Parkinson, infatti, è una patologia in base alla quale il cervello pro-duce molta meno dopamina (la produzione di dopamina è inibita). Ne risulta un con-tinuo tremito, un’incapacità ad afferrare gli oggetti, ed una difficoltà nel muoversi in maniera fluida. Perciò i neurolettici, ini-bendo la dopamina, provocano effetti simili a quelli del Morbo di Parkinson.

Chi viene trattato con alte dosi (o anche medie) di questi farmaci, comincia ad accu-sare tremiti, difficoltà di movimento, rigidità muscolare e così via. Eppure, la comparsa di effetti come questi è, per alcuni psichiatri, il sintomo di riuscita della cura. Due Psichiatri Francesi, Delay e Deniker, dicevano che occorre somministrare ai pazienti affetti da schizofrenia dosi crescenti di neurolet-tici (loro si riferivano alla Cloropromazina, il primo neurolettico scoperto da Henri Laborit) finché non compaiano in modo massiccio i sintomi del Morbo di Parkinson.

Talvolta, però (e sono casi frequenti), la persona non accetta questi sintomi. Ne deriva, di conseguenza, un rifiuto dei farmaci, anche violento ed aggressivo nei confronti di chi li somministra. In tal caso, diversi psichiatri deducono che la cura è troppo “blanda”, e rinforzano ulteriormente la dose del farmaco. In tal modo, la persona diviene del tutto incosciente anche della condizione in cui si trova.

La definizione di salute che credo sia oppurtuno considerare, è quella di rido-nare alla persona serenità, ed in partico-lare la possibilità di fare ciò che sente bello e vero per lui. Queste “cure”, direi che ne sono ben lontane. Nella psichiatria tradizio-nale una persona si ritiene curata quando è “più tranquilla” cioè senza personalità, apa-tica, amorfa ed incapace di fare qualsiasi cosa. Ma tranquillità, secondo me, vuol dire gioia, armonia, serenità, visione chiara delle cose. Questo, secondo me, non è curare. E nemmeno togliere i sintomi. E’ soltanto togliere alla persona il suo essere persona.

Gli psicofarmaci ad alto dosaggio distruggono inoltre l’affettività e fanno sì che la persona non possa più godere nulla della vita. Una persona trattata con questi farmaci, infatti, potrebbe avere la più bella

notizia della sua vita e rimanerne indiffe-rente. Gli psicofarmaci tolgono ogni sensa-zione e reazione alla vita, e creano anche disgusto nei confronti degli altri, con i quali non si riesce più ad interagire. La persona termina in un isolamento dal Mondo e dalle Cose. Sul suo volto non vi saranno più sor-risi. Eppure, è “curato”.

Gli psicofarmaci vanno anche ad agire sulla Prolattina. Questo è un ormone che ad alti dosaggi favorisce la lattazione e negli uomini blocca lo stimolo sessuale. La nor-male funzione della dopamina è quella di ini-bire il rilascio di prolattina. Somministrando neurolettici viene inibita la dopamina, favo-rendo l’aumento innaturale della prolattina. Le donne possono in tal caso secernere latte come se fossero gravide, mentre gli uomini spesso sviluppano impotenza, anche permanente. Quindi, nemmeno più la ses-sualità. Eppure, queste sono “cure!”.

La cura è togliere i sintomi o ridare benessere? Entrambi, direi! Ma qui ci si scontra con il “dramma” di una cura che toglie soltanto i sintomi, ma che non dona alcun benessere. Si può definire cura un trattamento che riduce una persona ad un vegetale, e che lo priva di ogni sensibilità umana, e del godere della vita? I sintomi della dissociazione, è vero, sono scom-parsi, ma è scomparso anche tutto il resto! Abbiamo di fronte a noi una persona che non è più persona, ma è “guarita”. Credo che qualcosa non funzioni, in tutto questo!

All’inizio di giugno 2010, Giorgio Vittori, presidente della Società italiana di gineco-logia e ostetricia ha scritto al Ministro della Salute Fazio: “Alla luce del recente fatto di cronaca che ha visto una giovane madre di Passo Corese (Rieti) uccidere il proprio figlio di pochi mesi, proponiamo al ministro della Salute Ferruccio Fazio di applicare la procedura del TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) extraospedaliero per le donne affette da depressione post partum, a rischio di infanticidio”.

Una richiesta sconvolgente e senza senso e lo dimostra proprio il fatto di cronaca che ha scaturito il tutto: “Una mamma, in provincia di Rieti getta dalla finestra la sua bimba di pochi mesi per la depressione post-partum”. Quello che la maggior parte dei giornali si “dimentica” di scrivere è che la donna in questione non rifiutava le cure, né tantomeno non ammetteva di avere un problema. La donna in questione era in cura psicofarmacologica, cioè l’abbinamento della psicoterapia e di una terapia farmaco-logica a base di antidepressivi. Peccato che nessuno le ha detto che tra i possibili effetti collaterali degli antidepressivi ci siano il peggioramento della depressione e la com-parsa di sintomi di autolesionismo, ostilità e l’ideazione e comportamenti suicidari.

Sicuramente persone di questo tipo hanno bisogno di aiuto. Che però deve arrivare “prima” che succedano fatti di questo tipo.

Il Parto mobilita molte energie interiori. Quindi, in alcuni casi, la madre potrebbe non sopportare energie di questo tipo ed avere delle crisi anche di una certa portata. Aiuto significa dare a questa persona tutto il supporto necessario per far sì che la madre possa affrontare questi momenti con la giusta serenità. Quella serenità che da sola può far comprendere quello che la persona si trova a dover affrontare.

...

Psichiatria violenta - per le neo mamme?

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La “Linea Dura”, in questo caso, è un modo per far sì che una struttura non si assuma nessuna responsabilità, ma che rifugga da quelle che sono le sue preroga-tive: quelle, cioè, di aiutare.

Decidere che una persona ha bisogno di aiuto va bene. Ma decidere che la persona deve, di forza, essere sottoposta a vere e proprie “torture farmacologiche” che gli tolgono umanità, questo è un altro discorso davvero! Il problema, infatti, non è decidere che la persona “ha bisogno” di cure. Se ci fosse una struttura di aiuto umana, che permettesse di aiutare la donna a superare momenti critici, allora andrebbe bene.

Ma purtroppo, i metodi utilizzati sono ben lontani da questi. E quello che viene proposto è un metodo violento, basato sulla privazione di quello che è il diritto della persona di essere Donna rendendola un vegetale. Questo è ciò che lo Stato propone. E su questo occorre opporsi, e far conoscere a coloro che, magari ignari e senza un’adeguata conoscenza, appog-giano questi metodi e queste modalità.

Mentre una cura ed un aiuto dovrebbe ro aiutare a recuperare umanità.

Decidere che una persona ha bisogno di aiuto significa far sì che debba essere aiu-tata a ritrovarsi, a comprendersi, a capire sé stessa ed il suo ruolo nel mondo.

Credo che la cosa valga per tutti. E dovrebbe essere così in ogni caso. Anche nel caso di una persona che viene rinchiusa in prigione. Dovrebbe essere aiutata a capire e a capirsi. Invece, spesso, tutto questo è soltanto un modo per eliminare il problema, per far sì che non si pensi al

problema stesso, per togliere di mezzo qualcosa di scomodo.

Sicuramente una madre in difficoltà ha bisogno di aiuto. Prima.

In Italia le strutture che dovrebbero pensare a supportare/aiutare la neo-mamma, non lo fanno, non assumendosi quindi alcuna responsabilità, ma nello stesso tempo propongono metodi violenti come quello di un TSO, soprattutto perché ben sappiamo quali “cure” saranno sommi-nistrate. E con quale “umanità”.

E’ davvero incredibile notare come strutture che dovrebbero occuparsi di aiu-tare le madri che hanno bisogno di aiuto non lo forniscano ed invochino la repres-sione. Un modo per non assumersi alcuna responsabilità. Cosa che purtroppo appare molto diffusa, nei comportamenti di alcune persone!

Un augurio perché invece tutti voi pos-siate sempre comprendere che assumersi responsabilità è importante e soprattutto, che è fondamentale portarle avanti.

Dott. Claudio Capozza

L’Istituto Superiore di Sanità attraverso la sua campagna “Informare per essere consapevoli” ha diffuso una locandina di informazione rivolta ai cittadini riguardante la sicurezza delle Medicine non Convenzionali.

La Federazione Erboristi Italiani ritiene che, pur partendo da pre-supposti legittimi, l’impostazione dell’informazione diffusa anziché fare chiarezza conduca alla più completa confusione.

La campagna informativa è quasi totalmente centrata sulla pre-sunta pericolosità delle piante medicinali come si evince chiaramente dai commenti del Dr. Raschetti, della Dr.ssa Menniti Ippolito, del Dr. Firenzuoli ed altri, presenti sul sito dell’Istituto.

Quello che sorprende è la volontà di far percepire all’opinione pub-blica che qualsiasi prodotto erboristico o integratore alimentare sia e si comporti effettivamente come un farmaco.

Secondo quanto si legge nel “decalogo per il cittadino”, tutta l’informazione inerente le piante medicinali deve passare esclusiva-mente attraverso il medico ed il farmacista.

Ma come si fa a demandare esclusivamente a queste rispettabili figure professionali tale compito esclusivo quando nei loro curricula di studi non è prevista la conoscenza delle piante medicinali, tagliando fuori, di fatto, l’unica figura storica che professionalmente se ne occupa? L’erborista e oggi l’erborista laureato.

L’erboristeria e l’erborista professionista in Italia rappresentano una solida realtà che ha contribuito sempre alla salute della popola-zione fungendo da presidio per la CORRETTA informazione sulle piante medicinali cercando sempre collaborazione con le figure sanitarie di riferimento, i medici e i farmacisti.

L’Istituto Superiore di Sanità pensa di poter cancellare la realtà e la storia?

Siamo certi che qualsiasi cittadino leggendo la locandina si chie-derà: ma che fine ha fatto l’erborista?

Se si vuole davvero dare un’informazione corretta occorre partire dalla constatazione della realtà:

in Italia le erbe medicinali da almeno gli anni trenta del secolo scorso sono state correttamente diffuse ed hanno contribuito alla salute e al benessere dei cittadini dagli erboristi, che unici hanno saputo tramandare questa tradizione d’uso oggi sfruttata a piene mani da aziende farmaceutiche, alimentari, medici e farmacisti.

Lo sforzo dell’Istituto Superiore di Sanità di fare come se non esi-stessero e di fatto cancellarli come referenti è antistorico e porta alla disinformazione.

Tra l’altro non si comprende davvero come proprio chi ha titoli di studio specifici sulle piante officinali, ottenuti presso le Facoltà di Farmacia, come quello di Erborista e di Tecnico Erborista, debba essere escluso come referente sulle stesse.

Una vera e propria incongruenza non comprensibile sotto il profilo razionale, ma molto comprensibile agli addetti ai lavori, che appare come un vero e proprio abuso di potere da parte di corporazioni forti.

Per quanto riguarda poi i prodotti a base di piante che sono a livello europeo classificati come integratori alimentari, ricordiamo a lor signori che si tratta di alimenti caratterizzati dal fatto di essere di libera vendita e di non richiedere diagnosi e prescrizione medica. Sono prodotti, ovviamente quelli posti legalmente in commercio, sottoposti al controllo del Ministero della Salute che fissa le piante e le altre sostanze naturali che possono essere utilizzate, le loro con-centrazioni ed avvertenze, compresa quella di rivolgersi al proprio medico solo in alcuni casi particolari.

Diventa veramente un gioco acrobatico annullare di fatto norme esistenti e consigliare il cittadino a rivolgersi sempre ed esclusiva-mente al medico o al farmacista.

E’ questo il modo di fare chiarezza?

Gli erboristi chiedono pertanto all’Istituto Superiore di Sanità di apportare alla comunicazione diffusa ai cittadini i necessari correttivi inserendo anche gli erboristi titolati come referenti per il corretto uso delle piante medicinali al fine di dare una corretta informazione.

Non chiediamo la luna ma solo l’attenzione dovuta all’unica cate-goria professionale che da sempre opera, con il dovuto rispetto dei ruoli, specificamente con le piante medicinali perché questo è il suo ambito di attività.

Se l’Istituto Superiore di Sanità oltre alle 28 Associazioni consultate, nessuna erboristica, avesse sentito anche la nostra Federazione, l’informazione ai cittadini sulle piante medicinali sarebbe stata sicuramente più completa e reale.

Dissentiamo inoltre sull’enfatizzazione che l’Istituto pone rispetto all’incidenza degli effetti avversi dei prodotti naturali, in realtà veramente minimi e tutti da esaminare nei particolari, se rapportati a quelli dei farmaci di sintesi, e non comprendiamo come una campagna informativa possa essere tale basandosi su dubbi presupposti.

Se da una parte abbiamo la segnalazione di 400 effetti avversi registrati in otto anni (e, tra l’altro il 34% dei report riportava l’uso concomitante di farmaci di sintesi), dall’altra abbiamo 67.000 segnalazioni ogni anno ai centri antiveleni. La sproporzione è tale che si commenta da sola!

Questa campagna parte davvero con il piede sbagliato e può generare soltanto confusione tra i cittadini e penalizzare quanti svolgono con rigore e serietà professionale il proprio lavoro nel campo delle medicine naturali.

A chi giova?

Angelo Di MuzioFEDERAZIONE ERBORISTI ITALIANIConfcommercio – Imprese per l’ItaliaTel. 06 5866409 – fax 06 [email protected][email protected]

Federazione Erboristi Italiani: L’Istituto Superiore di Sanità faccia corretta informazione

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Tutti i libri da noi citati e moltissimi altri sulla salute possono essere ordinati online sul sito della Macrolibrarsi

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